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Digitalizza senza riflessi le vecchie foto stampate

Digitalizza le vecchie foto stampate senza riflessi prima che si rovinino con un’app intelligente che non si limita solamente a scansirle.

Le stampe fotografiche, soprattutto quelle più vecchie, sono fantastiche da vedere e rivedere, ma hanno il limite che con il tempo tendono a deteriorarsi. Per questo motivo è consigliabile scansirle al più presto in modo da archiviarle e proteggerle praticamente all’infinito. La soluzione più semplice, se abbiamo a disposizione un classico scanner piano o anche una stampante multifunzione, resta quella di scansirle e trasferirle sul PC.

In realtà, però, si possono ottenere risultati ancora migliori grazie alle app che aggiungono l’intelligenza artificiale alla semplice cattura della foto. Nel Play Store di Android sono moltissime le app dedicate alla scansione e al recupero delle fotografie. Noi però questa volta abbiamo voluto provare un’app di Google come FotoScan che, oltre a permettere di catturare nel modo migliore qualsiasi foto, ha anche l’indubbio vantaggio di essere completamente gratuita.

Niente riflessi

Insieme ai graffi e ai segni del tempo, uno dei maggiori problemi per chi vuole digitalizzare vecchie foto stampate con il proprio smartphone è costituito dai riflessi. Soprattutto se usiamo il flash, in modo da avere un’illuminazione ottimale, è praticamente certo che qualche riflesso risulterà nella scansione. Teoricamente sarebbe possibile eliminarlo a posteriori. In pratica è molto più semplice farlo prima, utilizzando un’app come quella di Google che ci fa riprendere la stessa immagine da quattro angolature diverse in modo da ottenere alla fine un risultato ottimale.

Digitalizza senza riflessi le vecchie foto stampate

Oltre a catturare la fotografia, anche se questa si trova su un tavolo, l’app si occupa di ritagliarla nella maniera migliore. Inoltre ci lascia comunque la possibilità di agire direttamente sul “taglierino” se il risultato non è gradito. Naturalmente, siccome entra in gioco l’intelligenza artificiale, la risoluzione finale dell’immagine potrebbe essere inferiore rispetto a quella ottenibile con un classico scanner piano. Tuttavia in compenso la resa dei colori e delle luci sarà decisamente migliore. Per ottenere questo risultato Google utilizza le stesse tecniche di “fotografia computazionale” usate dalla funzione Panorama degli smartphone, che mette insieme più immagini per costruire una foto panoramica.

L’operazione di unione delle immagini avviene sui server di Google per cui servirà una connessione attiva e ci saranno i soliti problemi di privacy che comunque sono ben conosciuti a chi sincronizza le proprie fotografie in cloud. Se invece volessimo anche eliminare graffi e segni presenti sulla fotografia, dovremo ricorrere a un programma di ritocco evoluto come Photoshop. Oppure, per i difetti meno evidenti, anche a un’app specifica come Photo Retouch che consente anche di eliminare eventuali oggetti che disturbano l’immagine.

L’elaborazione dell’immagine catturata con la fotocamera avviene nei server di Google

Trattandosi di un’app realizzata da Google, FotoScan non richiede registrazioni particolari. Una volta installata, verrà visualizzato un breve tutorial in italiano che spiega molto semplicemente come funziona l’app. In pratica, si tratta di scattare quattro fotografie spostando la fotocamera su un cerchio alla volta (mostrato sullo schermo) in modo da eliminare fastidiosi riflessi e salvare l’immagine migliore. Nella prima cattura si vede bene come la fotografia presenti almeno due riflessi luminosi particolarmente evidenti. Per eliminarli dovremo semplicemente cliccare sull’icona di scatto in basso e seguire le istruzioni in italiano presenti sull’immagine.

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Immagini pulite in pochi passi

Come impostazione standard è attivo sia il flash che la modifica da remoto sui server di Google. Rimane comunque possibile escludere entrambe le opzioni, in questo modo avremo sicuramente molti meno riflessi ma allo stesso tempo l’immagine risulterà anche meno luminosa. Se poi non vogliamo che la foto venga elaborata da Google perché teniamo alla nostra privacy, potremo ritagliarla direttamente con lo strumento Taglierino che è integrato all’interno dell’app.

Come si vede dalla seconda immagine, ci siamo spostati sul secondo cerchio come richiesto dall’app. Una volta mossa la fotocamera, dovremo aspettare qualche secondo affinché l’immagine possa essere elaborata dai server di Google e poi potremo passare al cerchio successivo. Al termine dell’acquisizione delle immagini l’app provvederà anche al ritaglio automatico della fotografia e alla correzione prospettica se l’immagine non dovesse risultare esattamente in piano. Può capitare che l’operazione di ritaglio non sia perfetta, e per questo l’app ci lascia la possibilità di modificarla direttamente utilizzando i cursori a forma di cerchio presenti negli angoli dell’immagine.

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Oltre a non inclinare lo smartphone durante la scansione, è importante sistemare la foto su una superficie piana che sia in contrasto con la foto stampata. È chiaramente sconsigliabile catturare immagini di fotografie che si trovano in porta foto in vetro. Secondo Google è anche importante assicurarsi che il flash sia attivo in modo da rimuovere ombre e riflessi dalla nostra vecchia foto stampata e ottenere in generale delle foto migliori durante la digitalizzazione.

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Nella terza immagine in alto possiamo vedere come Google abbia ritagliato in maniera corretta i bordi dell’immagine, lasciandoci comunque la possibilità di modificarli.

Google Foto

Una volta salvata l’immagine, la potremo salvare automaticamente all’interno di Google Foto e quindi nel cloud Google Drive, oppure condividerla con i nostri contatti social o ancora attraverso la posta elettronica. Una volta installata l’app non saremo sempre costretti ad aprirla per scansire le immagini, ma potremo farlo direttamente dall’app Google Foto selezionando la voce Raccolta e da qui facendo tap prima su Utilità e quindi su “Scansiona Foto” con FotoScan. Rispetto a uno scanner classico, il vantaggio è sicuramente quello della velocità e della precisione nel rimuovere riflessi e artefatti. Il limite è la definizione che risulterà inferiore all’originale. Nel nostro caso l‘immagine che abbiamo scansito è stata ridimensionata a una risoluzione di 1.500×2.000 pixel rispetto a quella originale di 3.000×4.000 pixel. Si tratta, in pratica, di un dimezzamento della risoluzione che comunque a nostro parere non va a influire particolarmente sull’effetto finale.

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Google Foto ha una nuova funzione: cartella bloccata

Google Foto ha aggiunto una nuova funzione per poter nascondere foto e video che si vogliono tenere protetti da persone estranee. Se ancora non conosci questa applicazione puoi scaricarla da qui.

Come funziona?

Per vedere se il tuo dispositivo è già abilitato devi aprire Google Foto e accedere alle “Utilità”.

Cartella bloccata di Google Foto
Cartella bloccata

La cartella bloccata è una vera e propria cassaforte per le immagini. Una volta inserita la chiave di accesso non potrai visualizzare nella griglia di foto gli elementi nella Cartella bloccata. Le immagini non sono visibili tra i ricordi, nelle ricerche o negli album. Non potranno essere condivisi, non si potrà fare una copia. Inoltre non saranno disponibili per altre applicazioni sul tuo dispositivo che hanno accesso alle foto e ai video. 

Nel caso in cui l’applicazione Google Foto deciderete di disinstallare l’applicazione dal vostro dispositivo, o se cancelli i dati dall’applicazione perderai tutti gli elementi presenti nella Cartella bloccata. Per salvare questi elementi, spostali dalla Cartella bloccata prima di apportare modifiche.

Sposta foto e video nella Cartella bloccata

Prima di tutto devi sapere che i backup di questi elementi verranno eliminati ma lo spostamento tocca soltanto l’elemento originale selezionato. Le eventuali copie rimangono visibili nelle posizioni in cui sono archiviate (compreso il cestino). Gli utenti che desiderano salvare foto e video saranno tenuti a spostarli fuori dalla Cartella bloccata prima di apportare le modifiche menzionate.

Per spostare le foto e i video devi selezionare quelli che vuoi inserire nella cartella. In alto a destra dovrai toccare Altro Altro e poi Sposta nella Cartella Bloccata. Infine tocca Sposta.

Salvare direttamente dalla fotocamera alla cartella bloccata

Questa funzione è disponibile solo per alcuni dispositivi. Procedi in questo modo:

  1. Apri l’app fotocamera sul tuo cellulare.
  2. Nell’angolo in alto a destra, tocca Galleria di foto  e poi Cartella bloccata  .
  3. Scatta una foto. Le foto scattate con la funzionalità Cartella bloccata  vengono salvate automaticamente nella Cartella Bloccata.
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Salvare i dati di Gmail

In questo articolo vedremo come salvare i dati di Gmail. Seguiteci!

Lo spazio che Google mette gratuitamente a disposizione di chiunque apra un suo account è di 15 GB e comprende i messaggi di Gmail, le immagini di Google Foto e i documenti di Google Drive. Il problema è che da qualche mese Google ha modificato le sue regole. Fino allo scorso giugno, infatti, era possibile archiviare gratuitamente in cloud tutte le foto, mentre oggi anche queste contano ai fini dei 15 GB di spazio.

Ciò ha portato a una diminuzione dello spazio complessivo disponibile che si ripercuote anche sulla casella di posta di Gmail. Di conseguenza quindi capita sempre più frequentemente di ricevere un messaggio di casella piena. La soluzione può essere quella di acquistare dello spazio a pagamento (ci sono piani a partire da 2 euro al mese per 100 GB) o di eliminare i messaggi più pesanti, oppure di archiviarli su un disco fisso o su un altro cloud usando lo strumento Google Takeout. Ma vediamo in pratica come salvati i dati di Gmail Con Google Takeout!

Servizio completo

Con Takeout, raggiungibile cliccando qui, potremo avere a disposizione i nostri dati presenti nei 51 servizi Google attualmente disponibili, oppure anche in uno solo di essi, in un archivio in formato .zipo .tgz che ci verrà consegnato via email come link scaricabile, oppure caricato automaticamente su altri servizi cloud, tra cui OneDrive, Boxe Dropbox. Una volta collegati alla pagina di Takeout, dovremo accedere con il nostro account Google e selezionare i servizi di cui vogliamo avere l’archivio.

Trattandosi di una gran mole di dati, il tempo necessario per riceverli può variare moltissimo, nel nostro caso per 15 GB di dati sono stati necessari due giorni e i dati sono stati divisi in più file compressi. Oltre che da PC è possibile richiedere la creazione di un archivio di Google Takeout anche da smartphone e tablet. Da Android è necessario aprire Impostazioni/Google/Gestisci Account Google e da qui selezionare Dati e Privacy/Scarica i tuoi dati. In questo modo verremo portati alla stessa finestra accessibile da PC e potremo scegliere i servizi di cui ci interessa avere il backup. Per ripristinare i dati delle email archiviati, dovremo prima decomprimere il file .zip e quindi importare il file .mbox di archivio in Outlook o Thunderbird. Non è invece possibile importarlo direttamente in Gmail.

Esportiamo le mail con takeout

download
1 Per accedere al servizio di Archiviazione Takeout colleghiamoci al sito https://takeout.google.com e accediamo con nome e password del nostro account Google. Come impostazione predefinita è previsto l’archivio di tutti i servizi.
archivio takeout
2 A noi interessa solo ottenere l’archivio di Gmail, quindi premiamo il pulsante Deseleziona tutto e poi mettiamo il segno di spunta solo su Posta. Come impostazione standard sono incluse tutte le cartelle.
takeout cartelle
3 Noi abbiamo deciso di selezionare solo alcune delle cartelle presenti nell’account Gmail. Per farlo abbiamo cliccato sul pulsante Tutti i dati della posta inclusi e abbiamo selezionato le cartelle che ci interessava archiviare.
takeout dati archiviati
4 Scendiamo nella pagina e premiamo Passaggio successivo: ora dovremo scegliere come ricevere i dati archiviati. La soluzione più semplice è il link in un messaggio di posta che potremo poi aprire e salvare su chiave o disco USB.
takeout cloud
5 In alternativa potremo indicare l’indirizzo di un servizio cloud in cui sappiamo di avere lo spazio disponibile per contenere tutti i dati delle cartelle selezionate. Premiamo Crea esportazione e attendiamo l’arrivo del messaggio.
takeout download dati
6 Dopo un giorno dalla richiesta abbiamo ricevuto da Google la mail: I tuoi dati sono pronti per il download. All’interno abbiamo trovato quattro link che ci hanno permesso di salvare i nostri messaggi su un disco esterno.

Un formato per oguno

Ciascun servizio di Google utilizza un formato differente per archiviare i nostri dati: TXT per le News, MBox per Gmail, HTML per i dati di Chrome e JSON per quelli di Maps e del Play Store. Salvare i nostri dati da gmail acquista una notevole importanza, specialmente se abbiamo una grande mole di dati. Se la casella di posta di Google è piena, con Takeout possiamo mettere al sicuro le mail prima di eliminarle, in modo da liberare lo spazio e non perderne nessuna.

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Google annuncia i nuovi Pixel 6 e 6 Pro con processore Tensor

Si chiamano Pixel 6 e 6 Pro e vedranno per la prima volta un processore (Tensor) fatto in casa da Google. Proprio come Apple con il suo Bionic.

Ecco come sono fatti. Un annuncio a sorpresa che toglie i veli ai nuovi Google Pixel 6 e 6 Pro. Sì, l’azienda di Mountain View ha deciso di svelare completamente cosa gli utenti potranno avere a ridosso di questo autunno con due smartphone dalle caratteristiche simili, dimensioni diverse ma soprattutto con un processore ”fatto in casa” proprio come quello di Apple per i suoi iPhone. Una sfida lanciata alla casa di Cupertino per cercare di tornare in alto sul mercato degli smartphone questa volta con una mossa diversa ossia quella di non dipendere da altri nella componente più importante del device.

Pixel 6 e Pixel 6 Pro con Google Tensor: ufficiali

Una scelta che sembra in qualche modo replicare la strategia già adottata da Apple per i suoi iPhone e da Samsung per la parte della linea Galaxy dotata di componentistica Exynos. Focus dunque puntato sulle applicazioni di intelligenza artificiale e sul machine learning. Integrato anche il chip Titan M2 per la sicurezza.

Il design, definito “Industrial” da Google, è quello che si può osservare nella galleria di immagini qui sotto, con alluminio lucido oppure opaco, a seconda del modello, per scocca e finiture. Si va oltre il concetto di camera bump con una fascia sporgente che corre lungo tutta la larghezza della scocca posteriore (camera bar). Un aspetto studiato in modo da risultare coerente alle linee guida Material You di Android 12.

Google annuncia i nuovi Pixel 6 e 6 Pro con processore Tensor

Google Pixel 6 e 6 Pro: ecco come sono fatti

I nuovi Google Pixel 6 e 6 Pro sono proprio gli smartphone che avevamo visto qualche tempo fa da immagini rubate in Rete. Google decide di proporre ancora una volta un design unico nel suo genere rifacendosi forse a quel Google Nexus 6P che effettivamente aveva colpito molti utenti in passato. Qui abbiamo una scocca in alluminio rivestita da vetro lucido con un pannello anteriore praticamente flat ossia senza strane curvature. Curvature che sono invece presenti al posteriore con una struttura fotografica molto particolare: una vera e propria fascia rialzata di qualche millimetro che permette il posizionamento di tutti i sensori degli smartphone che si differenzieranno tra versione normale e versione Pro.

Fotocamera con zoom 4x stabilizzato

Le fotocamere saranno un punto nevralgico di questi smartphone. Un punto di forza che già conosciamo in Google e nei suoi Pixel. Questi hanno sempre permesso agli utenti di portare a casa scatti fotografici importanti e di qualità, pur non avendo sensori da centinaia di megapixel o triple o quadruple fotocamere. I nuovi Pixel 6 e 6 Pro invece cambieranno un po’ questa filosofia e vedranno per la versione Pro un obiettivo a periscopio con zoom 4x stabilizzato che dovrebbe risultare un 105 mm.

Non sappiamo purtroppo i dati precisi delle fotocamere dei due nuovi device ma sappiamo che il nuovo sensore grandangolare principale (che dovrebbe essere presente in entrambi i Pixel 6 e 6 Pro) catturerà il 150% in più di luce rispetto a quello finora utilizzato. E sappiate che la versione base di Pixel 6 avrà un sensore ultra wide, oltre a quello principale. Mentre la versione di Pixel 6 Pro aggiungerà anche un sensore periscopico, come detto in precedenza.

Google Pixel 6 e 6 Pro

l resto delle specifiche tecniche sostanzialmente riguardano le dimensioni dei pannelli anteriori. Sì, perché al momento sappiamo che le differenze tra Pixel 6 e 6 Pro saranno dettate dalle dimensioni degli schermi e dalle fotocamere posteriore. E vedremo se anche le memorie (RAM e ROM) differenzieranno i due device. Nel contempo sappiamo che i display saranno di tipo OLED con un sensore delle impronte digitali al di sotto dello schermo che sarà di due dimensioni: da 6.4 pollici Full HD+ a refresh rate a 90Hz per il Pixel 6 mentre un 6.7 pollici Quad HD+ con refresh rate a 120Hz per la versione Pixel 6 Pro.

TENSOR: il primo processore ”made by Google”

E poi c’è il nuovo Google TENSOR ossia il processore ”made by Google” che sfida il Bionic di Apple. Abbandonato il nome Whitechapel, probabilmente poco commerciale. Google ha deciso di correre ai ripari nei confronti di Apple. Inoltre ha deciso di crearsi in casa il suo processore per non dover dipendere più dagli altri. Tensor è una CPU che in qualche modo rimanda ai processori che Google usa da tempo nei suoi Data Center e proprio attorno ad essi che ha deciso di creare questo suo primo processore per smartphone con tanta intelligenza artificiale e machine learning.

“Fatto in casa”

Chiaramente non ci sono dettagli tecnici specifici sul nuovo Tensor di Google. È un processore che sappiamo integri una CPU, una GPU ma anche i vari controller e i moduli per la connettività. Anche se questi ultimi sono presi in licenza da altri brand. Le componenti ”fatte in casa” da Google sono la TPU Mobile per i calcoli del machine learning e il processore ”Titan” che riguarda la sicurezza e la crittografia. Sul resto purtroppo non sappiamo altro, anche se dalle indiscrezioni si parla di una mano data da Samsung nella costruzione del processore con elementi visti negli Exynos.

Ed è chiaro che la mossa di Google è quella di avere il pieno controllo del machine learning che poi è effettivamente il cuore pulsante di uno smartphone di ultima generazione. Sarà proprio questa componente ad avere il massimo controllo sul sistema operativo e sulle applicazioni. Sappiamo bene come Google in questo sappia fare bene il suo lavoro e abbia già messo in campo ogni tipo di utilizzo dell’Intelligenza Artificiale. L’azienda potrà implementare ancora di più questi aspetti magari alzando il livello della fotografia dei nuovi Pixel 6 e 6 Pro con le varie modalità ”smart”.

In Italia?

Google sembra voler cambiare marcia per il futuro dei suoi Pixel. L’obiettivo è senza dubbio quello di proporre ai suoi utenti uno smartphone non solo premium con potenzialità importanti per quanto concerne l’usabilità di tutti i giorni. Tutto questo grazie appunto all’Intelligenza Artificiale. Uno smartphone capace di spingere Google dove non è ancora mai arrivata in questi anni se non con il suo sistema operativo divenuto ormai sicuro e anche maturo. L’introduzione di un processore fatto in casa di certo è il primo passo fondamentale per catturare l’attenzione del pubblico che potrà ora fidarsi di Google anche da questo punto di vista con uno smartphone potente, intelligente ma soprattutto sicuro grazie al chip Titan M2 e alla parte di security di Tensor.

In Google sono pronti a lanciare la sfida agli altri e sono pronti anche a mettere sul campo una massiccia campagna pubblicitaria perché per Google è forse questo il vero Google Phone. In Italia speriamo di vederlo, perché sul Google Store è presente solo la dicitura ”Coming Fall ’21” tra i vari menu ma purtroppo, a differenza degli altri mercati anche europei, non vi è un rimando ad una pagina specifica che parla dei nuovi Pixel. E speriamo di vederli anche da noi perché questa volta siamo sicuri che Google potrebbe colpire al cuore anche gli italiani.

Pixel 6 e Pixel 6 Pro faranno il loro debutto sul mercato entro l’autunno. Non è dato a sapere con quali prezzi (non saranno smartphone economici) e al momento non è stata resa nota una data di uscita precisa: ne sapremo di più in seguito.

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QUIC di Google sostituirà il TCP?

Google ha sviluppato un nuovo protocollo Internet per sostituire diversi standard obsoleti. Secondo uno degli ingegneri del progetto, Yana Iyengar, l’ecosistema esistente è obsoleto. Quindi è necessario sostituirlo con tecnologia più avanzate e al passo con i tempi, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza informatica.

QUIC e TCP

Il protocollo QUIC (Google Quick UDP Internet), a differenza dell’attuale TCP, prevede il trasferimento dei dati esclusivamente in forma crittografata.

Inoltre, grazie a una tecnologia speciale, i pacchetti di dati persi possono essere recuperati molto rapidamente. Ciò fornisce velocità di connessione più elevate e una significativa diminuzione della risposta (fino a 0 ms durante la riconnessione tra host).

Anche la privacy e la sicurezza delle informazioni in QUIC sono maggiori, poiché il trasferimento dei dati in forma non crittografata non è affatto previsto by design.

La società intende completare lo sviluppo degli standard nell’autunno del 2021 e iniziare un’ampia implementazione del protocollo nel prossimo futuro. Il suo supporto è ora disponibile nelle versioni di prova di Chrome.

La prima modifica consiste nel ridurre notevolmente l’overhead durante l’impostazione della connessione. Poiché la maggior parte delle connessioni HTTP richiederanno TLS, QUIC rende lo scambio delle chiavi di configurazione e dei protocolli supportati parte del processo di handshake iniziale.

quic tcp

Quando un client apre una connessione, il pacchetto di risposta include anche i dati necessari per i pacchetti futuri necessari all’uso della crittografia. Questo passaggio elimina la necessità di impostare la connessione TCP e quindi di negoziare il protocollo di sicurezza tramite altri pacchetti.

QUIC utilizza UDP come base, che non include però il recupero delle perdite. Puntando ad essere equivalente a TCP, che non ha perdita dati a differenza di UDP, QUIC controlla separatamente ogni flusso e i dati persi vengono ritrasmessi. Ciò significa che se si verifica un errore in un flusso, lo stack di protocollo può continuare a servire altri flussi in modo indipendente.

Efficienza del protocollo

Questa funzionalità può essere molto utile per migliorare le prestazioni sui collegamenti soggetti a errori, dal momento che nella maggior parte dei casi possono essere ricevuti considerevoli dati aggiuntivi prima che il TCP noti la mancanza o la perdita di un pacchetto. In QUIC, questi dati sono liberi di essere elaborati mentre il flusso viene riparato.

Un altro obiettivo del QUIC è quello di migliorare le prestazioni durante gli eventi di cambio rete, come ad esempio quando l’utente di un dispositivo mobile si sposta da una rete Wi-Fi a una rete mobile. Quando questo avviene su TCP, inizia un lungo processo in cui ogni connessione esistente si interrompe una alla volta e viene poi ristabilita su richiesta.

Per risolvere questo problema, QUIC include un identificatore di connessione al server indipendentemente dalla fonte. Questa funzionalità permette di ristabilire la connessione semplicemente reinviando un pacchetto, contenente sempre questo ID, poiché quello originale sarà ancora valido anche se l’indirizzo IP dell’utente cambia.

QUIC riuscirà a sostituire il TCP? Questo lo scopriremo solo in futuro.

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Cosa sono e come si aprono i file CSV?

In informatica esistono centinaia di formati di file diversi, tutti dotati di caratteristiche uniche e pensati per specifici utilizzi. Alcuni sono più conosciuti, mentre altri si palesano solo nel momento del bisogno. Tra questi troviamo sicuramente i CSV, particolari elementi utilizzati in genere per ordinare e categorizzare le rubriche telefoniche. Questo è cosa sono ma vediamo come si aprono i file CSV e con quali programmi nello specifico.

In questa guida andremo ad analizzarli in tutte le sue caratteristiche, offrendone quindi una panoramica generale e anche dei metodi utili per poterli aprire e visualizzare.

La struttura di un file CSV

I file CSV, acronimo di Coma Separate Values, sono caratterizzati da elementi in formato tabulare, sotto forma di testo, separati da virgola o punto e virgola. Per fare un esempio banale, se in rubrica si possiede un contatto denominato “Giuseppe Rossi”, il suo rispettivo formato CSV sarà “Giuseppe, Rossi”.

Ovviamente le applicazioni dedicate alle rubriche telefoniche sono sviluppate in modo da convertire questo formato nella maniera più semplice e chiara da visualizzare a schermo. Allo stesso modo, si potranno aprire anche sfruttando applicazioni e servizi più semplici.

Più avanti, troverete alcuni dei modi più popolari, immediati e alla portata di tutti.

Come visualizzare un file CSV in un editor di testo

Quando abbiamo introdotto la struttura di un file CSV, abbiamo parlato di “formato tabulare”, ma in realtà, per dirla in maniera ancora più banale, questi possono essere considerati come dei banali file di testo. Per questo motivo, possono essere aperti e visualizzati con qualsiasi programma in grado di supportarne la lettura.

Su Windows, si potranno infatti avviare tramite il blocco note, oppure anche con “Word”, per aver opzioni di modifica aggiuntive. Il procedimento per farlo è piuttosto banale. Tutto ciò che servirà, sarà cliccare con il tasto destro del mouse sul file CSV, continuare con la voce “Apri con…” nel menu a tendina e scegliere il programma preferito tra quelli presenti, in cui ovviamente non mancheranno anche Word e il blocco note.

Su Mac invece, si potranno utilizzare le rispettive applicazioni di “TextEdit” e “Pages”. Nonostante i programmi siano diversi però, i passaggi da completare saranno esattamente gli stessi. Non servirà quindi altro che cliccare con il tasto destro del mouse (oppure con due dita sul trackpad) sul file CSV, continuare con “Apri con…” nel menu a tendina e subito scegliere un’applicazione tra TextEdit e Pages (o qualunque altra in grado di editare del testo).

Come aprire un file CSV in un programma di fogli di calcolo

Ma senza dubbio, il modo migliore per aprire un file CSV passa per i programmi dedicati alla gestione dei fogli di calcolo, in quanto appositamente pensati per ordinare con precisione i formati tabulari. In questo caso infatti, la virgola verrà sostanzialmente convertita in modo da strutturare gli elementi e posizionarli in celle diverse.

Ad esempio, il file “Mario, Rossi” sarà ordinato inserendo “Mario” in una cella e “Rossi” nella cella alla sua destra. Ma vediamo ora come agire nella pratica, sfruttando i programmi più popolari di questo tipo.

Aprire un file CSV con Microsoft Excel

Partiamo proprio dallo strumento più utilizzato in materia di fogli di calcolo. Excel, sviluppato da Microsoft, si presenta infatti come il programma più conosciuto su PC Windows e macOS, ma anche online e su smartphone e tablet, Android e iOS.

Per quanto riguarda i passaggi necessari per aprire un file CSV su PC, saranno esattamente gli stessi, sia su Windows che su macOS, iPadOS e Online. Tutte le versioni compatibili con le suddette piattaforme avranno la stessa struttura grafica, così da rendere più chiaro e intuitivo l’utilizzo del software.

Come si aprono i file CSV

Qualora vi trovaste in una di queste situazioni, basterà quindi cliccare su “File” in alto a sinistra e subito dopo scegliere la voce “Apri”. Qui si avvierà la finestra dedicata all’importazione dei file dal computer, in cui bisognerà soltanto selezionare il documento CSV da importare. Questo verrà correttamente ordinato all’intento del foglio di calcolo, pronto per essere modificato manualmente dall’utente.

Per salvare il file bisognerà ora cliccare sull’icona del floppy disk in alto a sinistra. Questo passaggio convertirà la struttura in un file “XLSX”, ovvero il formato utilizzato da Excel per la lettura. In ogni caso, questo potrà essere aperto anche da altri programmi dello stesso tipo.

Per quanto riguarda invece i passaggi necessari per aprire il file CSV su smartphone Android, questi risulteranno leggermente diversi. In ogni caso, sarà necessario possedere l’applicazione gratuita e ufficiale di Microsoft, facilmente reperibile su Google Play Store per Android e App Store per iOS.

Una volta completato il download, basterà avviare l’app e, eventualmente, accedere con un account Microsoft. Ad accesso eseguito, sarà sufficiente cliccare su “Apri” in basso a destra, selezionare la posizione dal quale recuperare il file (il computer, OneDrive, Dropbox o altro) e successivamente selezionare il file da importare.

Ancora una volta, qualora si decidesse di salvare il documento, questo verrà convertito in file “XLSX”.

Aprire un file CSV con LibreOffice

csv libre office

Nel caso in cui si utilizzi invece LibreOffice, facilmente scaricabile da qui, si potrà comunque importare qualsiasi file CSV, in quanto assolutamente supportato in tutte le sue caratteristiche. I passaggi da seguire per completare la procedura saranno gli stessi sia per Windows che per macOS e Linux, visto che il software sarà lo stesso.

Per farlo basterà cliccare su “File” in alto a sinistra e subito dopo continuare con “Apri”. Anche in questo caso si avvierà la nuova schermata di selezione file, all’interno della quale si dovrà ricercare e selezionare il file CSV da importare. Tutto il resto verrà eseguito automaticamente da LibreOffice.

Per salvare il file bisognerà invece cliccare sull’icona del floppy disk, sempre in alto a sinistra, oppure accedere la menu “File”, continuare con “Salva con nome” e scegliere il formato di esportazione, in cui non mancherà anche CSV. Ora basterà scegliere la cartella e confermare il salvataggio con “Salva” “Apri”.

Aprire un file CSV con Fogli Google

aprire csv google

Un altro potente strumento per la lettura dei fogli di calcolo e dei file CSV è Fogli Google, completamente online e disponibile gratuitamente per chiunque. Tutto ciò che servirà, sarà possedere un account Google (sempre gratuito) e si potrà immediatamente passare all’azione e all’importazione.

Prima di tutto bisognerà quindi accedere al servizio, per farlo sarà sufficiente cliccare su questo link e inserire i email e password del proprio account Google. Ora basterà cliccare su “Nuovo” in alto a sinistra in modo da avviare un nuovo documento vuoto.

Qui sarà necessario aprire il menu a tendina “File” in alto a sinistra e poi cliccare su “Importa”. Ancora una volta si aprirà la schermata di selezione dei file, reperibili sia dal computer che da quelli presenti su Google Drive.

Su smartphone Android e iOS i passaggi risulteranno leggermente diversi, ma comune semplici da completare. Innanzitutto bisognerà scaricare l’applicazione gratuita dal Google Play Store per Android e da App Store per iOS e subito dopo avviarla e accedere con l’account Google.

A questo punto sarà la stessa applicazione a chiede all’utente di importare il file, il quale potrà essere scelto da Google Drive o dalla memoria interna dello smartphone.

Come importare un file CSV in un’applicazione

Come già accennato però, i file di tipo CSV sono spesso utilizzati per ordinare contatti e, per questo motivo, potrebbe essere un’ottima idea quella di importarli all’interno di applicazioni che possano effettivamente farne un utilizzo funzionale.

Tra le tante, non mancano quelle relative alla gestione delle email. Perciò, vediamo subito in che modo aprirli sulle piattaforme più popolari.

aprire csv gmail

Iniziamo subito con Gmail, il servizio mail di Google. In questo caso non si tratta proprio di un’applicazione, poiché su PC viene preferita la controparte online. In ogni caso, per poter utilizzare i file CSV su Gmail, bisognerà importare i contatti all’interno di un secondo servizio online, ovvero Contatti di Google.

Per farlo, sarà sufficiente cliccare su questo link (eventualmente accedere con lo stesso account utilizzato su Gmail), scegliere la voce “Importa” in basso a sinistra, continuare con “Seleziona file”, selezionare i file CSV dal computer e confermare con il pulsante “Importa”.

A questo punto, tutti i contatti saranno correttamente aggiunti all’elenco e potranno essere utilizzati su Gmail.

Thunderbird

Un secondo servizio universale molto utilizzato per la gestione delle caselle email è Thunderbird, gratuito e compatibile con Windows, macOS e Linux.

Una volta avviato il programma, per importare i file CSV bisognerà accedere alla sezione “Rubrica” in alto e subito dopo continuare con “Strumenti” in alto a destra. Qui sarà necessario cliccare sulla voce “Importa” e subito dopo selezionare “Rubriche” nella nuova schermata che appare.

Dopo aver scelto “Avanti”, continuare selezionando la voce “File di testo” e confermare nuovamente con “Avanti”. A questo punto non servirà altro che cercare ed effettuare un doppio clic sul file CSV e confermare con “OK”.

Microsoft Outlook

aprire csv outlook

Per tutti gli utilizzato dell’applicazione di Outlook invece, i passaggi da seguire saranno abbastanza simili. Prima di tutto, bisognerà cliccare su “File” in alto a sinistra, subito dopo scegliere la voce “Apri ed esporta” e continuare con “Importa/Esporta”.

A questo punto basterà seguire i seguenti passaggi: scegliere “Importa dati da altri programmi o file” e confermare con “Avanti”, selezionare “Valori separati da virgola” e confermare con avanti, premere sul pulsante “Sfoglia” e selezionare il file CSV dalla schermata che appare.

Per concludere, non servirà altro che evidenziare la voce “Contatti” nella schermata delle cartelle e confermare con “Avanti”.

Apple Mail

Proprio come accade su Gmail, anche per Apple Mail bisognerà utilizzare una seconda applicazione, gratuita e presente di default su tutti i Mac. Stiamo ovviamente parlando di “Contatti”.

Una volta aperta, per poter importare i file CSV preferiti, bisognerà cliccare su “File” in alto a sinistra e subito dopo continuare con la voce “Importa”. A questo punto si avvierà la solita schermata di selezione, in cui sarà necessario selezionare i file CSV da importare.

Una volta fatto, si avvierà una nuova schermata in cui si potranno selezionare i contatti da importare e quelli da non importare, oltre a poter modificare tutti gli elementi prima dell’importazione.

Per confermare, sarà sufficiente scegliere la voce “OK” in basso a destra.

Outlook.com

Torniamo ancora su Outlook, ma stavolta per elencare i passaggi necessari da seguire all’interno della sua interfaccia Web. Una volta aver effettuato l’accesso al sito, bisognerà cliccare su “Persone” dalla colonna a sinistra e successivamente continuare con “Gestisci”.

Qui apparirà la solita voce “Importa contatti” che, se premuta, avvierà la schermata “Sfoglia” dalla quale selezionare i file CSV da importare.

Tutto ciò che servirà sarà infatti evidenziare il file e confermare l’importazione con “Importa”.

App per smartphone

L’importazione del file CSV all’interno delle suddette applicazioni non trova tantissimo spazio su smartphone, per questo motivo, qualora foste interessati a visualizzare tali file anche sul piccolo schermo, bisognerà sfruttare alcune applicazioni dedicate.

Su Android, si potranno utilizzare due app in particolare: CSV File Viewer per una visualizzazione standard e CSV To Contacts, per invece convertire immediatamente il file in una lista ordinata di contatti. Entrambe possono essere scaricate gratuitamente dal Google Play Store.

Per quanto riguarda invece iPhone e iPad, gli strumenti migliori passano per i soliti sevizi per la gestione dei fogli di calcolo, ovvero ExcelGoogle Fogli o anche Numbers della stessa Apple. In alternativa, si potrà comunque utilizzare SA Contatti Lite, scaricabile gratuitamente da questo link.

Come posso aprire un file CSV senza Excel

Tutti i paragrafi precedenti rispondono anche ad una delle domande più frequenti: “Come posso aprire un file CSV senza Excel?” Le possibilità sono ovviamente tantissime e tutte dispongono di caratteristiche uniche.

In più, a differenza di Excel, ogni programma sopra elencato risulta essere assolutamente gratuito, oltre ovviamente a supportare esattamente allo stesso modo qualunque documento di tipo CSV. Non servirà altro quindi che scegliere quello preferito.

Come convertire un file CSV in PDF

converti csv pdf

Qualora si volesse condividere più facilmente un file di tipo CSV, la cosa migliore da fare sarà convertirlo in formato PDF, così da consentirne la lettura a chiunque, senza dover necessariamente utilizzare applicazioni un po’ più specifiche come quelle viste in alto.

Per farlo, esistono sostanzialmente due diversi metodi: esportare il file in PDF dopo averlo aperto su un foglio di calcolo, oppure utilizzare un servizio capace di convertire il file in poco tempo.

Per quanto riguarda il primo dei due modi, potrebbe differire in base al programma utilizzato, anche se, in linea di massima, i passaggi da seguire resteranno simili.

L’unica cosa che servirà fare sarà infatti aprire il documento CSV tramite un foglio di calcolo (Excel, Google Fogli, LibreOffice o altro), entrare nelle sue opzioni, che in genere vengono raggruppate nel menu a tendina “File” in alto a sinistra della schermata e continuare con l’opzione “Esporta”, la quale potrebbe anche presentarsi come “Salva con nome”“Esporta come”“Importa/Esporta” o qualcosa di molto simile.

A questo punto si aprirà una finestra di salvataggio, in cui sarà anche possibile scegliere il formato di esportazione, dove ovviamente bisognerà selezionare “PDF”.

Altrimenti, l’alternativa più rapida passa per il sito Web Convertio, il quale offre una pagina dedicata interamente alla conversione di file CSV in PDF.

Per farlo basterà accedere al portale cliccando su questo link, cliccare su “Scegli i file” a destra per selezionare il file CSV da convertire, assicurarsi che le due estensioni a destra siano “CSV” in “PDF” e procedere con la conversione.

I tempi di attesa dipenderanno dal peso del file e dalla connessione internet, ma in genere risultano essere abbastanza brevi.

Come si converte un file CSV in Excel

Come già accennato in precedenza, Excel dispone già di tutte le caratteristiche per leggere e visualizzare i file di tipo CSV. Per questo motivo non sarà assolutamente necessario passare prima per una conversione, ma si potrà semplicemente procedere con l’avvio del file come visto nel paragrafo dedicato ad Excel in alto.

Come posso convertire un file TXT in un file CSV

La conversione da file TXT a CSV è assolutamente possibile e può essere completata ancora una volta dal sito web di Convertio.

Tuttavia, come precedentemente specificato, i CSV contengono elementi separati da virgola o punto e virgola, perciò sarà bene verificare prima che il file TXT sia scritto in maniera adeguata, in modo da evitare che il CSV risulti disordinato e poco leggibile.

In linea di massima, la scrittura corretta sarà del tipo “Giuseppe, Rossi” (senza virgolette alte ovviamente), con al più un elemento per riga. Utilizzando questa struttura, il file CSV risulterà corretto e perfettamente utilizzabile.

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Condividere gli appunti di Chrome tra diversi dispositivi

Una funzione introdotta nella versione 79 di Chrome ci permette di condividere gli appunti fra i dispositivi collegati al nostro account Google. Tra le funzioni software più amate e utilizzate di Apple ci sono senza dubbio Handoff e Continuity. Servizi questi che consentono a tutti gli utenti di creare una sorta di rete di dispositivi capaci di interfacciassi tra loro in semplicità.

Inclusa in questa rete ritroviamo anche la funzione per condividere gli appunti di Chrome, la quale permette a chiunque di copiare un testo, link, immagine o file su un dispositivo e subito incollarlo su un altro con accesso allo stesso account come accennato sopra. Ciò è reso possibile principalmente dal fatto che l’azienda di Cupertino produce internamente sia l’hardware che il software. Situazione essenzialmente ineguagliabile da parte di Google a causa della frammentazione sproporzionata nel mondo dei dispositivi Android.

Tuttavia, tale problema può essere parzialmente aggirabile sfruttando un servizio sviluppato proprio da Google e universalmente compatibile con la maggior parte dei device in commercio. Stiamo parlando di Chrome, il Browser Web, tra le altre cose, più installato ed utilizzato al mondo. Grazie ad una nuova funzionalità (attualmente in beta) infatti, sarà possibile sfruttare il suddetto programma per far dialogare tutti gli smartphone, i tablet e i computer in cui risulta installato, consentendo quindi la condivisione rapida degli appunti. Infatti una nuova funzione di Google Chrome consentirà agli utenti di copiare i contenuti su un dispositivo e incollarli su un altro. Tutto questo indipendentemente dalla piattaforma su cui è in esecuzione il browser.

Condividere gli appunti di Chrome

Gli Appunti sono una delle funzioni più antiche e “tipiche” dell’informatica, ed esistono praticamente in tutti i sistemi operativi. Per intendersi, sono lo strumento alla base del Copia e incolla che conosciamo tutti. Quello che manca praticamente da sempre è uno strumento facile e veloce per condividere gli appunti fra diversi dispositivi.

Attivare i flags

Attualmente però, per attivare l’opzione bisognerà passare per i “Flags”, funzioni che, per un motivo o per un altro, non sono abilitate di default. Queste potranno essere attivate su Chrome per Windows, macOS, Linux, Chrome OS e Android, restano quindi fuori, almeno per ora, tutti i dispositivi iOS (iPhone, iPad e iPod touch). Inoltre, c’è da segnalare il fatto che la condivisione degli appunti funzionerà solo sui device in cui il “Flag” su Chrome sarà abilitato e, soprattutto, su quelli con accesso allo stesso account Google.

Questa nuova funzione si basa su Chrome Sync ed è già attiva su Windows 10, MacOS e Android. A breve è previsto il rilascio anche su iOS. Quindi, il primo passaggio per poterla attivare è assicurarci che stiamo già usando la sincronizzazione fra dispositivi.

attivare flags

Sarà sufficiente evidenziare la parola o la frase da condividere, cliccarci su utilizzando il tasto destro del mouse (oppure un semplice tap con il dito sullo schermo dello smartphone o del tablet) e subito dopo scegliere di continuare con “Copy to your device”, che in italiano diventa banalmente “Copia sul tuo dispositivo”. A questo punto si aprirà un piccolo menu contestuale, in cui verranno elencati tutti i dispositivi abilitati alla ricezione degli appunti (e quindi quelli con il flag attivo e l’accesso allo stesso account Google).

copia su

Una volta selezionato quello preferito, quest’ultimo riceverà una notifica, la quale avviserà di aver ricevuto e copiato del testo negli appunti. Ora non servirà altro che impugnare il device ricevente e letteralmente “incollare” il testo dagli appunti. Automaticamente verrà quindi incollato il testo condiviso dal dispositivo mittente. Tutto molto più semplice a farsi che a dirsi.

appunti smartphone

Dal nostro smartphone possiamo quindi incollare i nostri appunti semplicemente tenendo premuto, scegliere Appunti, e a questo punto apparirà ciò che avevamo selezionato dal browser Chrome.

incollare appunti smartphone
incolla appunti chrome
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Gmail: introdotta l’etichetta “Esterni”

Dal blog ufficiale di Workspace l’annuncio di una nuova funzionalità che interessa Gmail, un’aggiunta prettamente grafica, ma potenzialmente utile per garantire una maggiore tutela delle informazioni scambiate in ambito aziendale. Google introduce così l’etichetta “Esterni” su Gmail, questa la novità presente nella suite Workspace.

Prima di parlare di Google Workspace, diamo un’occhiata a G Suite. Il servizio è partito nel 2016 come un modo per le aziende di utilizzare i servizi di Google sui propri domini, con un abbonamento mensile. Piuttosto che mantenere il proprio spazio di archiviazione di rete, il server di posta elettronica e altri vari strumenti, G Suite ha consentito alle aziende di utilizzare la suite di strumenti di collaborazione e produttività basata su cloud di Google come back-end della loro attività.

Google Workspace è un’evoluzione di G Suite. D’altronde, non è nemmeno il primo cambio di nome. Il servizio era originariamente chiamato “Google Apps per il tuo dominio”. Successivamente, è stato rinominato semplicemente “Google Apps”, prima di essere rinominato “G Suite” nel 2016.

Introdotta la nuova funzionalità all'interno della suite Workspace.

Destinatari esterni all’organizzazione

Esterni”, l’etichetta che Google ha introdotto in Gmail e l’avviso relativo alle risposte costituiscono un promemoria per gli utenti. Questa li invita a trattare i messaggi esterni con attenzione. E inoltre aiuta ad evitare la non intenzionale condivisione di informazioni confidenziali e private con destinatari esterni all’organizzazione.

Etichetta esterni introdotta in Gmail

Se proviamo a rispondere al messaggio compare un ulteriore avviso (diverso da quello mostrato in precedenza), anch’esso evidenziato da un colore che spicca all’interno dell’interfaccia, così da richiamare l’attenzione. Recita quanto segue, specificando tra le altre cose anche se il contatto non è presente nella rubrica.

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Google annuncia: contact tracing, bug risolto

Non è questa la prima vulnerabilità scoperta e con ogni probabilità non sarà l’ultima. Si tratta di una dinamica normale di correzione, nella quale l’aspetto più importante è la trasparenza delle operazioni e la rapidità nel rilascio di correttivi. Il colosso di Mountain View ha fatto luce sulla faccenda tramite un portavoce sulla nuova vulnerabilità scoperta nella piattaforma Apple/Google per il contact tracing, sistema che in una prima fase si ipotizzava avrebbe potuto dare una mano nella lotta al Covid-19. Bug risolto quindi. Inoltre Google chiarisce che la realtà è stata differente per molti motivi, ma questo non autorizza a speculazioni attorno ad un normale processo di scoperta delle vulnerabilità e correzione delle stesse, come avviene per ogni software e ogni piattaforma digitale esistente. Ecco perché sono importanti le rassicurazioni che Google ha fornito a stretto giro di posta, allontanando ogni timore (per chi usa Immuni) ed ogni sospetto (per chi lo avversa). La privacy quindi resta al sicuro, e il contact tracing rimane lo strumento più efficace nella lotta al Covid.

Contact racing

Google spiega la vulnerabilità

Così spiega un portavoce Google in una nota:

nota google bug risolto

Bug risolto quindi e timori fugati, insomma. Apple e Google non hanno accesso ad informazioni personali per quanto riguarda il sistema del contact tracing, anche perché in caso contrario toccherebbe al Garante Privacy intervenire.

Il flop di Immuni

L’applicazione ideata per controllare e contrastare il contagio da Covid-19 sembra ormai esser stata gettata nel dimenticatoio. Oggi Immuni è stato scaricato da poco più di 10 milioni di utenti. Anche in questo caso, molto probabilmente, il numero è notevolmente sceso. Il suo ritmo di crescita è ormai del tutto blando e non è chiaro quante siano le installazioni attive. Dal lancio ufficiale di Immuni, il primo giugno 2020, i download dell’applicazione non hanno mai raggiunto livelli così irrisori. Quel che è noto è che gli utenti che segnalano la propria positività quotidianamente sono raramente oltre il centinaio e le notifiche inviate sono ancora di meno (complessivamente si stanno avvicinando alle 100 mila dall’inizio delle attività ad oggi): segno di un sistema che, pur potenzialmente valido, si è ormai completamente sgonfiato di utilità

Eppure, sebbene il suo insuccesso, l’app Immuni fa ancora parte delle misure di prevenzione anti-Covid. Cosi si legge nel decreto della presidenza del Consiglio dei ministri.

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Superlega: Tweet ironico di Google

Tweet ironico di Google sul tema della Superlega, con riferimento ad alcuni club in particolare.

Annunciata in pompa magna come una rivoluzione e miseramente cancellata meno di 48 ore dopo, la Superlega verrà ricordata come uno dei più grandi flop nella storia del calcio moderno. Se i 12 club fondatori andranno incontro a sanzioni o conseguenze per il loro golpe lo stabiliranno le autorità e le federazioni competenti. Quel che è certo per il momento è che si trovano a dover fare i conti con l’irrisione e l’ironia del mondo online. Tra coloro che non hanno risparmiato una frecciatina c’è anche Google.

Se anche Google prende in giro la Superlega

Il profilo ufficiale Twitter della divisione britannica ha pubblicato un post riferito ad Arsenal, Chelsea, Liverpool, Manchester City, Manchester United e Tottenham, senza citarle in modo diretto. Sono queste le sei squadre inglesi che, in barba a UEFA e Premier League, avevano inizialmente deciso di aderire al progetto. Salvo poi ritirarsi in tutta fretta anche a causa delle proteste che si sono scatenate nei giorni scorsi nel Regno Unito. Insieme a loro, tra gli altri club artefici del ripensamento ci sono anche Barcellona, Atletico Madrid, Inter, Juventus, Milan e Real Madrid (in ordine rigorosamente alfabetico).

Il tweet in questione, dallo stile volutamente ironico e pungente, nonché inconsueto per la comunicazione del colosso di Mountain View , fa riferimento alla funzionalità di Gmail. Funzionalità questa che permette di richiamare un messaggio in seguito all’invio.

tweet superlega di Google club
Tweet ironico di google club superlega

In realtà non si annulla l’invio. Semplicemente lo si posticipa rispetto a quando si esegue il click, offrendo così all’utente la possibilità di intervenire su un intervallo di tempo.

come si presenta la schermata della funzione Gmail.
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