Sistemi

Formazione, Sistemi, Tech

Domotica fai da te

Grazie alla domotica possiamo controllare con la voce o lo smartphone, luci termostati e tutti i dispositivi elettrici presenti nella nostra casa, comprese le telecamere di sicurezza.

Nelle nostre case ci sono diversi tipi di impianti: da quello elettrico al riscaldamento, da quello te­lefonico a quello di climatiz­zazione. Se abbiamo un giar­dino avremo probabilmente un impianto di irrigazione e in molti casi sarà presente an­che l’impianto di allarme. Nor­malmente ciascuno di questi funziona in modo indipenden­te rispetto agli altri, ma grazie alla domotica è possibile non solo farli interagire, ma anche gestirli a distanza.

Così, per esempio, verremo avvisati se si sta verificando un sovracca­rico di corrente. Oppure se un sensore di movimento o una videoca­mera di sicurezza individuano dei movimenti sospetti, men­tre il sistema di irrigazione non si attiverà in caso di pioggia. Il termine domotica deriva dal latino domus (casa) che, combinato alla desinenza finale di informatica, indica che ogni elemento può essere gestito attraverso la rete Internet in combinazione ad app e sof­tware di smartphone e PC.

Indice

Domotica fai-da-te

Negli appartamenti nuovi, così come in quelli ristruttu­rati da poco, è facile trovare impianti demotici evoluti che permettono di control­lare dalle luci alle tapparelle, al termostato. Questo però non significa che chi vive in un normale appartamento debba per forza rifare l’im­pianto elettrico per renderlo intelligente. Per farsi un’idea di cosa significhi avere in casa un impianto di domo­tica, basta acquistare uno dei tanti kit, disponibili su Amazon o su qualsiasi store online.

Questi kit compren­dono sensori, lampadine intelligenti, telecamere e non richiedono particola­ri competenze tecniche. Vanno semplicemen­te collegati alle prese elet­triche già presenti in casa e naturalmente alla rete Wi-Fi dell’appartamento. Si tratta di sistemi con un nume­ro ridotto di funzioni, che potremo però controllare attraverso lo smartphone o gli assistenti digitali Alexa e Google Home. Il costo può anche essere limitato a meno di un centinaio di euro.

Un aiuto per gli anziani

Un aiuto per gli anziani Per la maggior parte delle persone chiedere a un as­sistente digitale di alzare le tapparelle o spegnere la luce resta soprattutto un simpa­tico trucchetto. Ma per chi è anziano o ha problemi di lo­comozione, può contribuire a migliorare la qualità della vita.

Gli stessi servizi di teleassistenza e telesoccorso, che assicurano un pronto in­tervento nel caso di malori o di incidenti domestici, fanno a tutti gli effetti parte della domotica. E noi nelle pros­sime pagine mostreremo alcune delle soluzioni che ci hanno convinto maggior­mente e che abbiamo instal­lato nelle nostre case.

I 3 pilastri della domotica

Rendere smart la nostra abitazione significa prima di tutto migliorare la qualità della nostra vita. Infatti grazie alla domotica è possibile ot­tenere un aumento delle pre­stazioni e delle funzionalità dei diversi impianti e degli elettrodomestici presenti nella nostra casa.

Otterremo di conseguenza un mi­glioramento del comfort, del­la sicurezza e del risparmio energetico. E sono proprio questi i tre pilastri della do­motica che stanno spingendo sempre più persone a rendere smart le loro case.

Comodo è meglio

Al di là dell’effetto WOW, inevitabile nel momento in cui mostriamo ad amici e conoscenti come sia possibile comandare luci ed elet­trodomestici con la voce, è innegabile che informatiz­zare la nostra casa la renda anche molto più comoda da viverci. Un impianto de­motico può fare diventare normali situazioni che fino a oggi eravamo abituati a vedere solo nei film di fan­tascienza. Potremo così venire svegliati dall’aroma del caffè e dalla tapparella che si solleva in autonomia. Oppure avere la certezza di trovare le stanze sempre alla giusta temperatura, sia d’inverno che d’estate.

domotica
Tutto a portata di smartphone
Dalle luci alla temperatura, alla sicurezza. tutti gli impianti della casa smart possono essere comandati anche da remoto grazie alle app per smartphone.

Potremo anche programmare differenti scenari a seconda degli ambienti e delle situazioni. Così per esempio lo scenario ” m a l a t t i a ” può rendersi cura di chi ha la febbre abbassando le luci, aumentando la temperatura della stanza e limitando il volume del televisore. Mentre lo scenario “cinema”, oltre a impostare le luci giuste per godere il nostro film, consente anche di attivare in automatico la segreteria telefonica e rendere muto il campanello di casa. Altri scenari sono poi legati solo alla nostra fantasia. Certo, per ottenere i risultati migliori sarebbe meglio avere un impianto demotico evoluto. Questo andrebbe realizzato al momento della costruzione o della ristrutturazione dell’appartamento, con un investimento notevole. Ma oggi è possibile ottenere buoni risultati anche con il fai-da-te, inserendo da soli gli elementi che ci interessano.

Prima la sicurezza

Avere la certezza che la nostra abitazione, e di conseguenza la nostra famiglia, siano protetti da un sistema di sicurezza evoluto, è l’ambizione di tutti. Oltretutto il Bonus Sicurezza 2022, che è già stato confermato dal Governo per i prossimi due anni, permette di mettere al sicuro la nostra casa con una detrazione fiscale del 50% sulle spese sostenute, fino a un massimo di 96.000 €. Un motivo in più per valutare un impianto domotizzato evoluto. Impianto che comprenda telecamere e sensori anti intrusione e che tenga sotto controllo la nostra abitazione non solo quando non siamo in casa, ma anche quando ci sono i nostri familiari.

domotica

 

Serratura elettronica
Rendere smart la serratura della porta oltre ad assicurarci che sia chiusa correttamente. ci consente di essere avvisati in caso di necessità.

Potremo così sapere da remoto in ogni momento se le finestre sono chiuse e le luci sono spente e allo stesso tempo come stanno i figli e gli animali. Inoltre, anche se non possiamo investire grosse cifre per un impianto di sicurezza evoluto, potremo cavarcela con una telecamera collegata al router Wi-Fi dell’abitazione, con qualche sensore di apertura collegato a porte e finestre e, infine, a qualche sensore di movimento.

Risparmiare energia

Soprattutto in questo perio­do storico in cui la bolletta energetica continua a cre­scere, è utile avere a disposi­zione un impianto demotico che permetta di controllare quale e quanta energia viene utilizzata dai singoli elettro­domestici. Potremo così de­cidere di far partire gli elet­trodomestici nei momenti migliori, sia per il risparmio che per limitare il disturbo.





Per quanto riguarda il ri­scaldamento e il raffredda­mento, verranno regolati in automatico basandosi sugli orari della famiglia. Se poi abbiamo a disposizione un impianto fotovoltaico, avre­mo evidenti vantaggi sull’ot­timizzazione dei processi domestici. Oltretutto anche per i nuovi impianti fotovol­taici è prevista la detrazione del 50% sulle spese soste­nute, fino a un massimo di 96.000 €, che rimane valida fino al 31 dicembre 2024.

Domotica ”fai da te” low cost

Per realizzare un impianto domotica evoluto è neces­sario l’intervento di professio­nisti che dovranno adattare gli impianti esistenti della nostra casa ai vari dispositivi domati­ci. Andranno questi collegati a una o più centraline in modo da control­lare e programmare tutto ciò che avviene nell’appartamen­to. Occorre prevedere un inve­stimento di alcune migliaia di euro che dipende naturalmen­te dalle dimensioni e dalla complessità del sistema. Ricordiamo che può venire in parte compen­sato al 50% dall’Ecobonus del governo.

domotica

 

Tanti accessori, un produttore.
Anche se decidiamo di iniziare con un solo dispositivo, è meglio scegliere un produttore come SwitchBot che ha in catalogo accessori di ogni tipo.

Un’alternativa valida resta però quella della domo­tica Plug and Play. Questa preve­de dispositivi semplici da usa­re e configurare che non richiedono interventi da parte di specialisti e nessuna modi­fica strutturale all’abitazione.

Un passo alla volta

Prima di tutto dovremo de­finire quali elementi della nostra casa vogliamo ren­dere smart. Amazon e i vari stare online mettono a di­sposizione un grande assor­timento di luci e lampadine smart, prese e interruttori Wi-Fi, videocitofoni e serra­ture comandabili a distanza. Il nostro consiglio, però, è quello di affidarsi a un uni­co produttore specializzato del settore. In modo tale che metta a di­sposizione un proprio ecosi­stema completo di prodotti, come è il caso di SwitchBot, https://eu.switch-bot.com. SwitchBot è presente con i suoi dispositivi anche su Amazon. SwitchBot è ideale per chi ha un budget limitato ma vuole comunque prodotti certificati e facili da installare.

 

La qualità prima di tutto.
Soprattutto come luci è importante scegliere elementi di qualità e per questo le Philips Hue sono una garanzia. Per iniziare è ottimo lo Starter Kit.

Bastano 35 euro per acquistare SwitchBot Hub Mini Smart Remote. Un pic­colo scatolotto che una vol­ta collegato al router Wi-Fi dell’abitazione consentirà di comandare da remoto tutti gli elettrodomestici gestiti da un telecomando a infra­rossi, come l’impianto di aria condizionata, il televisore, l’impianto stereo. Tra gli altri accessori per la domotica di SwitchBot consigliamo il ri­levatore di movimenti Smart Motion Door Sensor, lo SwitchBot Curtain, un motore elettrico per tende compatibile con gli assistenti digitali Alexa e Google Home, lo SwitchBot interrutore intelligente che permette di coman­dare a distanza qualsiasi interruttore della nostra abita­zione. Potremo per esempio collegarlo all’interruttore del citofono in modo da aprirlo senza doverci spostare. Al momento l’ecosistema di SwitchBot comprende oltre dieci dispositivi tra teleca­mere, termostati, igrometri e strisce LED, tutti a prezzi accessibili. Il nostro consi­glio è quello di scegliere vol­ta per volta quello più adatto per noi.

Kit base per le luci

Quando si parla di domoti­ca molti pensano subito alle luci che si possono accende­re e spegnare da remoto e che possono creare migliaia di combinazioni cromatiche. E in effetti sono tantissimi i produttori che hanno in catalogo lampadine smart collegabili all’impianto Wi­Fi della casa e gestibili a di­stanza.

In questo caso però occorre considerare anche la qualità delle lampadine. Sotto questo punto di vi­sta le Philips Hue, https://www.philips-hue.com, anche se decisamente costose re­stano le migliori. Il consiglio è quello di iniziare con un kit base di partenza come il Lighting Hue White Starter Kit che comprende tre lampadine White E27, un telecomando Dimmer Switch e un Bridge Philips Hue per il controllo remoto.

Amazon Alexa per la casa domotica

Grazie anche a una poli­tica di prezzi decisamente aggressiva, che con­sente di acquistare uno dei modelli dell’assistente digi­tale Echo Dot anche a meno di 20 euro, Amazon copre ormai il 60% del mercato italiano. Uno dei suoi punti di forza sono le Skill che consentono di in­terfacciarsi con la maggior parte degli accessori per la domotica e comandarli con­ la voce. Quindi con le Rou­tine, particolari comandi scorciatoia che permetto­no di raggruppare le azioni. Difatti grazie a queste potremo per esempio fare accendere in automatico le luci e chiudere le tapparelle quando tramonta il sole. Oppure ascoltare le ultime notizie e riprodurre la no­stra musica preferita dopo la sveglia o una volta torna­ti a casa.

Se poi abbiamo diversi dispositivi per la casa intelligente compati­bili, potremo creare un gruppo per controllarli tut­ti. Per esempio, se abbiamo creato il gruppo “soggior­no”, potremo dire: “Alexa. accendi le luci in soggior­no” per comandare tutte le luci in quella stanza. Gran parte delle stesse azioni possono comunque essere svolte da Nest Mini, l’assistente digitale creato da Google.

La terza via di iotty

Tra una ristrutturazione completa, necessaria per realizzare un impianto di do­motica evoluto nella propria abitazione, e una soluzione fai-da-te, c’è sempre una ter­za via, ed è quella che propo­ne iotty, https://iotty.it/. Si tratta di un’azienda completa­mente italiana che da Porde­none è arrivata ad avere successo in tutto il mondo grazie ad accessori per la domotica che si distinguono non solo per la tecnologia, ma anche per il design.

Placche in vetro temperato

Si tratta in pratica di sostituire le placche esistenti con quelle smart di iotty. Queste oltre a es­sere in vetro temperato e quindi molto eleganti, integra­no i sensori per la temperatu­ra, la luminosità e la prossimi­tà. In questo momento il catalogo di iotty (il cui nome deriva dalle iniziali di Internet of Things) offre solo tre pro­dotti: la placca i3 Plus che funziona da Interruttore Intel­ligente per luci e cancelli, la i3S Plus Interruttore Intelli­gente per Tende e Tapparelle e OiT Plus, una presa Wi-Fi smart.

Queste placche, con i loro tre tasti soft touch, vanno inserite nelle classiche scato­le di derivazione 503 (quelle presenti praticamente in tutte le case italiane) e sono dispo­nibili nei colori bianco, nero, grigio, sabbia e azzurro. L’in­stallazione non richiede parti­colari abilità tecniche se è già presente il filo neutro che arri­va all’interruttore. In ogni caso è comunque sempre possibile prenotare l’intervento di un elettricista per l’installazione attraverso il sito di iotty.

Non solo Alexa e Google

Il vantaggio di una scelta di questo tipo è principalmen­te legato al design e alla semplicità d’uso. Una volta installata la placca basterà collegare l’app per ottenere tutti i dati relativi ai consumi effettivi e anche alla tempe­ratura dell’ambiente in cui si trova. Potremo programma­re accensione e spegnimen­to dei vari dispositivi in base alla nostra routine giorna­liera direttamente dall’app. Possiamo farlo anche con la voce grazie alla integrazione con i più comuni assistenti vocali. Oltre ad Amazon Alexa e a Google Home, gli accessori ergonomici di iotty sono in­fatti compatibili anche con la piattaforma HomeKit di Ap­ple e con quella Matter. Quest’ultima con ogni probabilità è desti­nata a diventare lo standard del futuro per la domotica.

Offerte speciali

Il prezzo per ciascuna delle placche di iotty è di 99 euro, ma controllando sul sito si possono trovare spesso of­ferte speciali che permet­tono di risparmiare fino al 30%. Il servizio di installa­zione costa 135 euro fino a 3 placche e 195 euro se voglia­mo installare fino a cinque placche. L’elettricista oltre a collegare le placche, prov­vederà anche a inserire il cavo neutro se necessario e a configurare il Wi-Fi. In ogni caso il sistema funzionerà in modalità manuale anche senza la presenza di un im­pianto Wi-Fi nell’abitazione.

Domotica senza Wi-Fi

Praticamente tutti gli im­pianti domotici, sia quelli più evoluti che richiedono un in­tervento di tecnici specializ­zati per la loro realizzazione, sia quelli fai-da-te che per­mettono di costruire da soli la propria casa intelligente, si affidano alla rete Wi-Fi dell’abitazione. Questo però non significa che non sia possibile creare un proprio impianto indipendente da In­ternet e dal cloud. Certo, bi­sognerà fare a meno della possibilità del controllo remoto, ma in compenso la privacy sarà garantita in quanto tutti i dati necessari al funzionamento dell’impianto domotico resteranno nell’abitazione. Anche le prestazioni risulteranno migliori. Per chi non vuole, o magari semplicemente non può, affidare il proprio impianto domotico a una connessione Internet, Samsung ha realizzato la piattaforma SmartThings Edge.

 

SmartThings Edge.
Tutti gli accessori Samsung compatibili con la piattaforma Smart Things Edge non si collegano a Internet ma a un Hub locale e a un ‘app specifica.

In pratica tutte le funzioni di programmazione dei vari elementi che compongono la casa domotica vengono gestite direttamente da uno SmartThings Hub. Questo sigifica quindi dallo smartphone, eliminando così la necessità di connessione basata su cloud e allo stesso tempo aumentando la velocità delle automazioni. Oltre ai dispositivi commercializzati da Samsung, anche quelli compatibili con le piattaforme ZigBee e Z-Wave saranno in grado di connettersi all’hub bypassando così il cloud.

Arriva Matter

Per funzionare al meglio, la domotica ha bisogno di propri protocolli wireless. Questi devono essere in grado di gestire le migliaia di dispositivi che già oggi vengono commercializzati e che sono inevitabilmente destinati a moltiplicarsi. Gli standard tradizionali Wi-Fi e Bluetooth non riescono infatti a svolgere questo compito. Tutto ciò accade sia per problemi di interferenze, sia perché richiedono un considerevole dispendio di energia. Soprattutto quando ci troviamo in un’abitazione o in un ufficio in cui gli accessori connessi sono alcune decine. Per questo motivo da alcuni anni accessori per la domotica hanno messo a punto nuovi standard, specifici per la domotica. Il più diffuso è oggi lo ZigBee che permette di connette re fino a 65.000 dispositivi. ZigBee ha consumi ridotti ed è compatibile con accessori di produttori come Amazon, Philips, Osram, Xiaomi e lkea.





Come accade spesso nel settore informatico, contemporaneamente sono stati realizzati standard concorrenti come Z-Wave. Difatti il rischio di ritrovarsi accessori che non dialogano tra loro è molto alto. Per questo motivo oltre 170 aziende, tra cui spiccano Apple, Samsung, Amazon, Google e gli associati della ZigBee Alliance hanno deciso di mettere a punto Matter. Questo nuovo protocollo di interoperabilità dal 2023 dovrebbe diventare quello dominante. La sua forza è la sua piena compatibilità non solo con gli accessori ZigBee ma anche con molti di quelli che oggi usano il Wi-Fi per connettersi. In pratica basterà un aggiornamento firmware e si passerà al nuovo standard. Matter 1.0 è stato presentato ufficialmente il 3 novembre dalla Connectivity Standards Alliance. La tecnologia si basa su una combinazione di Wi-Fi, Bluetooth LE e reti mesh intelligenti, la cui comunicazione risulterà semplificata.

LEGGI ANCHE:

Sistemi

Creare un sistema dual boot

Creare un sistema dual boot, cioè installare due sistemi operativi sullo stesso Pc, e scegliere quale avviare.

Creare e configurare un sistema dual boot, che ospita cioè due diversi sistemi operativi capaci di convivere fianco a fianco sullo stesso disco (sia pure in partizioni separate) è oggi molto più semplice rispetto a qualche anno fa; basta procedere con un po’ di attenzione: vediamo, per esempio, come aggiungere a una macchina Windows un’installazione di Ubuntu Linux.

Ubuntu

In primo luogo, dopo aver effettuato un provvidenziale backup di sistema per mettere al sicuro i propri dati, occorre scaricare l’ultima versione di Ubuntu sotto forma di file Iso, seguendo il link (figura A) e facendo clic sul pulsante Download.

ubuntu
Figura A

Una volta scaricata l’immagine binaria, si può decidere di installarla su una chiavetta Usb Flash per poi avviarla direttamente. Per farlo si consiglia installare Balena Etcher (www.balena.io/etcher) (figura B), quindi fare clic su Flash from file, scegliere il file Iso di Ubuntu scaricato, indicare la chiavetta Usb all’opzione Select target e avviare il processo facendo clic sul pulsante Flash!

Figura B

Al termine dell’operazione riavviate il sistema, entrate nel Bios e selezionate l’opzione che consente di avviare Ubuntu da Usb. Nella nuova schermata, selezionate Install Ubuntu (figura C) e seguite le istruzioni.

ubuntu installazione
Figura C

Per prima cosa, scegliete le impostazioni di lingua e tastiera e, nella finestra Updates and other software, selezionate il tipo di installazione Normal e l’opzione Install third-party software graphics and Wi-Fi hardware and additional media formats (figura D), quindi attivate l’opzione Configure Secure Boot, impostate la password e proseguite.

Figura D

Nella pagina di installazione Ubuntu selezionate Install Ubuntu alongside Windows Boot Manager (figura E) per impostare il doppio avvio, decidete quanto spazio riservare ai due sistemi e fate clic su Install Now per proseguire. I passi successivi permettono di impostare l’ora in base alla propria area geografica, quindi nome utente, l’host e la password. Al termine, riavviate il Pc e scollegate la chiavetta Usb.

Figura E

LEGGI ANCHE

contattaci
Sistemi

Monitor BenQ MOBIUZ EX3415R

Un grande monitor BenQ MOBIUZ EX3415R curvo con formato panoramico è l’ideale per entrare nelle scene dei giochi e dei film.

BenQ ha raggruppato i display per il gaming sotto l’egida Mobiuz (ma esiste anche la serie Zowie, specifica per gli eSport), a cui appartiene il modello in prova.

L’apparecchio coniuga molte caratteristiche richieste dai gamer con un pannello Ips veloce, che lo rende adatto anche a un uso generico. Il monitor è imponente per via delle sue dimensioni importanti e per il rapporto d’aspetto panoramico di 21:9.

Lo schermo è effettivamente enorme con i suoi 34” e la curvatura dà veramente l’impressione di avvolgere il giocatore. Il design del monitor è giocato sul contrasto tra la curva dello schermo e la spigolosità delle linee della base e della colonna portante.

BenQ MOBIUZ EX3415R

Le superfici in plastica sono nere davanti intorno al pannello e lungo la colonna a sezione trapezoidale, mentre grigio argentato è il colore del retro e della base.

Quest’ultima ha forma a V e mostra all’utente una parte delle superfici di colore arancione.

L’articolazione tra corpo del display e colonna consente la regolazione dell’altezza, l’inclinazione e la rotazione.

Le cornici intorno al pannello seguono lo stile attuale: sono sottilissime su tre lati. In ogni caso, una volta acceso diventa visibile il bordo nero del pannello Lcd, che fa salire a poco più di un centimetro la cornice complessiva dei bordi laterali e superiore.

I tasti fisici per comandare le funzioni sono distribuiti lungo il bordo inferiore.

Ne troviamo infatti uno davanti nell’angolo in basso a destra, per l’attivazione delle tre modalità Hdr (giochi, cinema, display), altri due sotto la cornice in basso, sulla destra vicino al centro, per selezionare l’input e per l’accensione/spegnimento.

Chiude la serie il piccolo joystick, posto proprio tra i due tasti precedenti, necessario per navigare nel menu Osd.

Il prodotto di BenQ è fornito con un telecomando a infrarossi, un parallelepipedo piccolo e piatto in plastica nera opaca con una decina di tasti e un selettore circolare, molto comodo per l’accesso diretto al volume, alle modalità gioco e audio, alla funzione Pip.

PRO di BenQ

  • Ottime prestazioni cromatiche
  • Con il formato panoramico 21:9 e la curvatura sembra veramente di entrare nelle scene
  • Sezione audio efficace.

CONTRO di BenQ

  • Luminosità in Hdr non esaltante
  • Prezzo impegnativo

Il menu Osd è molto ricco e ben strutturato, con i numerosi parametri raggruppati in livelli gerarchici, ognuno visibile in una sezione dedicata e affiancata alle altre.

Con questa disposizione è sempre possibile vedere in che parte del menu si sta agendo.

I preset cromatici sono numerosi: quattro specifici per i giochi, altri cinque per impieghi più generici.

Le funzioni per i gamer includono Black eQual-izer e Light Tuner per schiarire le zone scure, B.I.+ (Bright Intelligence Plus) per regolare in automatico la luminosità, il contrasto e la temperatura colore in base alla luce ambiente rilevata dal sensore integrato, posto al centro del bordo inferiore della cornice frontale del monitor.

Da notare che, se si attivano le modalità Game Hdri oppure Cinema Hdri, la funzione B.I.+ entra automaticamente in funzione, ma è possibile disattivarla navigando nel menu Osd.

Nei nostri test abbiamo apprezzato il bilanciamento cromatico di base, già buono una volta selezionato il preset sRgb.

Con la calibrazione con la sonda le cose migliorano, ma solo leggermente, segno che il setup di fabbrica è stato fatto in maniera corretta.

In particolare abbiamo apprezzato la resa alle basse luci, che consente di distinguere bene i dettagli anche nelle zone più scure dalla scena.

Nonostante il pannello sia un Ips, la nitidezza dei piccoli dettagli in rapido movimento è risultata ottima, con scie estremamente corte.

Per ottenere questo risultato – ovviamente reso possibile dal refresh a 144 Hz – abbiamo impostato il parametro Ama (Advanced Motion Accelerator) a 3, il valore massimo, e abbiamo spento Blur reduction.

Il valore Mprt ottenuto con il test della scacchiera in rapido movimento è stato di 6,4 ms, mentre Mcr è risultato 157.

BenQ MOBIUZ EX3415R

La visione dei giochi e dei film in modalità Hdr non ha riservato brutte sorprese, anche se dobbiamo ammettere che la luminosità non è stata nulla di eccezionale.

Il monitor è conforme allo standard DisplayHdr 400, che in effetti non è molto.

Dei tre preset disponibili per l’Hdr il migliore è Display, Giochi è simile ma più contrastato e con maggior enfasi ai dettagli (forse troppa), Cinema è Il gamut del prodotto di BenQ è ben centrato sullo spazio colore sRgb, con blu e rosso quasi coincidenti, verde poco oltre il riferimento.

L’uniformità dei colori attraverso l’ampio pannello curvo è piuttosto buona, non altrettanto invece la costanza della luminosità.

270 mm815 mm550 mm425 – 525 mm34”8,5Kg praticamente inutilizzabile, dato che i colori sono falsati e le basse luci sono troppo alte.

Il monitor è dotato anche di un’ottima sezione audio 2.1, che abbiamo apprezzato con i giochi, i film e la musica.

Merito di un’amplificazione di 2 watt per canale per le due casse anteriori e di 5 watt per il subwoofer posteriore.

L’elettronica implementa la tecnologia TrueSound di treVolo e include un Dsp.

A conti fatti, il monitor di BenQ risulta essere un’ottima scelta per quanto riguarda le prestazioni visive e sonore.

Il formato panoramico curvo, poi, favorisce l’illusione di entrare nelle ambientazioni dei giochi e dei film e il prezzo è proporzionato alle caratteristiche dell’oggetto.

LEGGI ANCHE:

CONTATTACI
Formazione, Sistemi

Cosa presenterà Apple l’8 marzo?

Cosa presenterà Apple l’8 marzo?; nell’invito si fa riferimento alle prestazioni dei nuovi dispositivi ma come sempre non si svela nulla. Però tutte le indiscrezioni online puntano a tre nuovi dispositivi.

Dopo molte indiscrezioni, la conferma: il prossimo evento di Apple si terrà l’8 marzo.

L’azienda di Cupertino ha infatti diramato gli inviti ufficiali, accompagnati come di consueto, da uno slogan: “Peek Performance”, gioco di parole tra “peak”, picco, e “peek”, sbirciare.

Comunque si parlerà di prestazioni, quindi verosimilmente al centro dell’attenzione ci saranno i processori: quelli per computer e quelli per iPhone. 

Quasi certo, un nuovo iPhone, la versione 5G del modello SE, risalente a due anni fa.

Il dispositivo sarà caratterizzato da un design identico all’attuale, ma con l’ultimo chip A15 Bionic, e dunque prestazioni molto superiori.

Potrebbe arrivare un nuovo iPad Pro con ricarica MagSafe, ma certamente ci sarà un iPad Air di quinta generazione con connessione 5G. 

apple

 I Mac

Cook aveva dichiarato che ci sarebbero voluti due anni per completare la transizione dei computer Mac su Apple Silicon, e per la WWDC 2022 il traguardo potrebbe essere raggiunto. 

Apple sta preparando i nuovi Mac Pro basati sui chip M1 Pro e M1 Max già visti sul MacBook Pro.

Secondo gli ultimi rumor, ci sarebbero dunque un Mac Pro più piccolo con fino a 40 core di CPU e 128 core grafici, un nuovo Mac mini e un iMac Pro che sostituisce il modello attuale Intel da 27 pollici. 

Atteso entro l’anno anche un MacBook Air profondamente rinnovato, non tanto nel processore, che si aspetta un po’ più potente di quello attuale, quanto nel design che dovrebbe ispirarsi agli attuali iMac: vari colori e cornice del display bianca.

Dovrebbe essere aggiornato anche il MacBook Pro entry level.

Si parla pure di un display marchiato Apple, con prezzo più abbordabile del Pro Display XDR. 

Cosa presenterà Apple l’8 marzo? Probabilmente un MacBook Pro base, senza touchbar, e un Mac mini. 

L’uovo di Pasqua

Nell’invito Apple ha nascosto un easter egg, una sorpresa.

Per scoprirla basta andare alla pagina Eventi di Apple usando iPhone o iPad, toccare il logo dell’evento/logo in alto per far partire l’esperienza AR.

Si aprirà una galleria spazio temporale con onde colorate, come si può vedere qui: 

Al prossimo evento, Apple dovrebbe anche lanciare iOS 15.4, un aggiornamento gratuito inviato agli iPhone e iPad più recenti.

L’azienda ha già annunciato che sarà presente una funzione per sbloccare Face ID anche con la mascherina, e importanti cambiamenti agli avvisi anti-stalking dei tracker intelligenti AirTag.

LEGGI ANCHE:

contattaci
Sistemi

Vecchi pc rinascono grazie a Google

Vecchi pc e mac rinascono grazie a Google che ha trovo il modo per rispolverare computer datati e dare loro una seconda vita.

È disponibile Chrome OS Flex, un sistema operativo di casa Google con cui è possibile rispolverare e far rinascere pc e Mac vetusti dando loro una seconda occasione grazie proprio a Big G. Sviluppato pensando ad aziende e istituti scolastici, può essere utilizzato da qualsiasi utente perché pienamente compatibile con gli strumenti offerti dai servizi cloud di Google, inclusa ovviamente la suite Google.

Nuovo smalto, ma con dei limiti

Vanno prima di tutto precisate tre cose.

La prima è che Chrome OS Flex consente di trasformare pressoché qualsiasi vecchio pc o Mac in un Chrome OS. Questa rivoluzione non è intesa a sbaragliare il mercato delle distribuzioni Linux, almeno in parte destinate a rivitalizzare pc obsoleti, perché lo stesso Chrome OS è costruito su kernel Linux e sviluppato su Gentoo. Quest’ultima difatti è una distribuzione che fa della velocità il suo punto di forza.

La seconda precisazione serve a sgombrare il campo da dubbi. E’ vero che Chrome OS può da sempre essere installato su pc o Mac mediante CloudReady. Questo è un software messo a disposizione da neverware, azienda in cui Alphabet crede da sempre e che, dopo avere finanziato nel 2017, ha definitivamente rilevato alla fine del 2020. Chrome OS Flex include il supporto fornito da CloudReady. Questo spiega di fatto, sia i motivi dell’acquisizione sia la maggiore malleabilità del sistema operativo di Big G.

La terza precisazione riguarda l’hardware: Chrome OS Flex dà nuovo smalto a quello vecchio ma con dei limiti. I prerequisiti minimi escludono gran parte dei pc antecedenti al 2010, soprattutto per quanto riguarda processori e schede grafiche. I 4 Gb di Ram richiesti per un’esperienza ottimale e i 16 Gb di spazio disco sono invece caratteristiche che si trovano facilmente a bordo di macchine con qualche anno in più sulle spalle. Benché condivida la tecnologia alla base di Chrome OS e l’interfaccia grafica ne richiami in tutto e per tutto le sembianze, Chrome OS Flex presenta delle differenze quando installato.

La prova

La nostra prova dà ragione a Google. L’obiettivo di rivitalizzare hardware datato è raggiunto con disinvoltura. Questo permette alle organizzazioni e ai singoli di dare nuova vita a pc e Mac prossimi alla fine dei propri giorni ma con dei distinguo. Se la velocità non è da mettere in discussione è vero che, a differenza del predecessore, Chrome OS Flex non contempla la compatibilità con le app per Android e non supporta lo store digitale Google Play.

chrome os flex

Allo stesso modo non siamo riusciti a far rilevare lettori cd, porte FireWire e lettori di impronte digitali. Elementi marginali che non inficiano in alcun modo sull’uso del sistema operativo, pensato peraltro per lavorare connesso alla rete. Nessun problema con porte Usb 3.0. Funziona su architetture Intel o Amd a 64 bit (Arm è quindi esclusa). Qui un elenco provvisorio delle macchine su cui è pienamente supportato. La virtualizzazione mediante Parallels Desktop non è possibile, mentre neverware mette a disposizione un’immagine per la virtualizzazione del sistema operativo con VMware.

Prelevare Chrome OS Flex

Benché già prelevabile, bisogna evidenziare che si tratta di una versione Dev Channel, quindi con qualche bug e instabile. E inoltre sarebbe da provare soltanto su dispositivi sacrificabili allo scopo. Tuttavia, può essere anche provato in modalità “live”, quindi lanciato direttamente da chiavetta Usb senza istallarlo fisicamente sulla macchina. Va anche considerato che Chrome OS Flex può essere installato su macchine prive di Trusted Platform Module (Tpm), deputato alla sicurezza dell’hardware mediante chiavi crittografiche.

contattaci
Applicazioni, Formazione, Sistemi

Walkie Tolkie Apple Watch

Walkie Talkie Apple Watch permette di comunicare con altre persone che, proprio come te, hanno uno smartwatch di Apple. Con questo tutorial, ti spiegherò fornendoti tutte le indicazioni necessarie per configurare, attivare e usare questa applicazione.


Indice

Cos’è Walkie Talkie di Apple Watch

Walkie Talkie Apple Watch

Questa opzione di Apple Watch consente di parlare con un’altra persona in stile walkie-talkie:

premendo un apposito pulsante, permette di stabilire la comunicazione tra due interlocutori e inviare un nuovo messaggio, che verrà immediatamente recapitato al destinatario.

Quest’ultimo, a sua volta, potrà rispondere e proseguire la conversazione che avviene in modo bidirezionale, cioè senza possibilità di parlare sopra l’altro interlocutore.

Per usare Walkie Talkie di Apple Watch è necessaria una connessione Internet e, a differenza dei classici walkie-talkie che funzionano tramite onde radio, non ha limiti al raggio di comunicazione.

È possibile parlare con qualsiasi altra persona che disponga di un Apple Watch Series 1 o modelli successivi con watchOS 5.3 o versioni successive.

Per comunicare con un’altra persona è necessario che entrambi gli interlocutori abbiamo attivato Walkie Talkie sul proprio Apple Watch e che questa funzionalità sia correttamente configurata.

È necessario che l’orologio sia collegato a un iPhone equipaggiato con iOS 12.4 o successive e che questo sia abilitato a FaceTime.

Infine, per comunicare con Apple Watch è necessario che la persona da contattare sia stata aggiunta alla lista degli amici di Walkie Talkie.

Come configurare Walkie Talkie Apple Watch

Come configurare Walkie Talkie Apple Watch

Per prima cosa, prendi il tuo iPhone, accedi alle Impostazioni di iOS premendo sull’icona della rotella d’ingranaggio e fai tap sulla voce FaceTime.

Nella nuova schermata visualizzata, assicurati che FaceTime sia attivo: in caso contrario, sposta la levetta relativa all’opzione FaceTime da OFF a ON.

Prendi il tuo Apple Watch, clicca Digital Crown, per accedere al menu di watchOS, e avvia l’app Walkie Talkie selezionando la relativa icona.

Se non trovi l’app nell’elenco sul tuo smartwatch, significa che l’hai disinstallata.

In tal caso, puoi scaricarla nuovamente accedendo all’App Store direttamente su Apple Watch o usando l’app Watch su iPhone.

Dopo aver avviato l’app, sposta la levetta relativa all’opzione Walkie Talkie da OFF a ON, in modo da attivare questa funzione ed essere in grado sia di avviare nuove conversazioni che di ricevere messaggi.

In alternativa, puoi attivare e disattivare Walkie Talkie anche richiamando il Centro di Controllo di watchOS, facendo uno swipe dal basso verso l’alto sullo schermo di Apple Watch, e premendo sull’icona della radiotrasmittente.

Come aggiungere amici su Walkie Talkie Apple Watch

Come aggiungere amici su Walkie Talkie

Questa opzione è necessaria per far funzionare l’app.

Per prima cosa, accedere alla schermata relativa a questa applicazione di Apple Watch e scegliere i contatti di proprio interesse tra quelli disponibili su iPhone.

Per procedere, accedi dunque al menu di watchOS premendo sulla Digital Crown e avvia l’app Walkie Talkie.

Nella nuova schermata, clicca sul contatto che intendi aggiungere, in questo modo invierai la tua richiesta.

Nella sezione Amici che hai invitato trovi le richieste inviate.

Se, invece, dopo aver inviato la tua richiesta di amicizia visualizzi il messaggio “[nome] non è disponibile su Walkie-Talkie“, significa che la persona alla quale hai inviato la tua richiesta non ha un Apple Watch o non utilizza l’app Walkie Talkie.

Se hai configurato In Famiglia sul tuo iPhone, l’opzione di Apple che consente di condividere app, foto e molto altro ancora, tutti i contatti che fanno parte del gruppo e che dispongono di un Apple Watch compariranno automaticamente nell’elenco degli amici.

Per visualizzare le persone che puoi già contattare con Walkie Talkie, accedi alla schermata principale dell’app in questione e individua la sezione Amici.

Nella stessa schermata, vicino a Inviti, puoi visualizzare anche tutte le eventuali richieste di amicizia che hai ricevuto: per accettare una richiesta, premi sul pulsante Accetta oppure puoi rifiutarla cliccando su rifiuta.

Per eliminare un contatto fai uno swipe verso destra sul contatto che intendi rimuovere tra quelli disponibili nella sezione Amici e premi sul pulsante X.

Puoi eliminare un contatto ma anche gestire le opzioni utilizzando l’app Watch su iPhone, accedendo alla sezione Apple Watch e selezionando l’opzione Walkie Talkie.

Come usare Walkie Talkie Apple Watch

Come usare Walkie Talkie

Dopo aver attivato l’app e aver aggiunto i contatti di tuo interesse tra le tue amicizie, sei pronto per avviare nuove conversazioni e ricevere messaggi.

Nel primo caso, premi sulla Digital Crown, avvia Walkie Talkie premendo sulla sua icona e, nella sezione Amici, clicca sulla persona che intendi contattare.

A questo punto, se la persona in questione ha attivo Walkie Talkie sul suo Apple Watch, verrà stabilita la comunicazione.

Se, invece, visualizzi a schermo il messaggio “[nome] non è disponibile“, significa che la persona contattata non ha attivato Walkie Talkie e non ha risposto per tempo alla tua richiesta di comunicare.

Le richieste di comunicazione tramite Walkie Talkie, funzionano allo stesso modo: con l’app attiva vieni contattato da un’altra persona, la comunicazione viene stabilita automaticamente.

Se, invece, non hai attivato Walkie Talkie, il tuo Apple Watch emetterà un breve segnale acustico e visualizzerai a schermo il messaggio “[nome] ha provato a contattarti, ma non eri disponibile“.

Premendo sul pulsante “Parla con [nome]” puoi attivare Walkie Talkie e stabilire la comunicazione con la persona che ti ha contattato.

Se, invece, ignori la richiesta, Walkie Talkie rimane disattivato e la persona che ha tentato di contattarti non potrà inviarti messaggi.

Se hai attivato le notifiche di Walkie Talkie dall’app Watch di iPhone, puoi visualizzare tutte le eventuali richieste perse o ignorate facendo uno swipe dall’alto verso il basso sullo schermo di Apple Watch.

Premendo su una singola notifica e facendo tap sul pulsante “Parla con [nome],” puoi stabilire la comunicazione con la persona che ti ha precedentemente contattato, a patto che questa abbia lasciato attivo Walkie Talkie.

Una volta stabilita la comunicazione, per inviare un nuovo messaggio devi premere su Tieni premuto per parlare viene recapitato in tempo reale al destinatario che, a sua volta, potrà risponderti non appena termini la comunicazione.

Se Walkie Talkie è attivo, puoi ricevere nuovi messaggi in qualsiasi momento e riprodotti automaticamente da Apple Watch.

LEGGI ANCHE:

CONTATTACI
Consulenza, Sistemi

Comodità con Logitech Pebble, mouse wireless

Comodità con Logitech Pebble con un design ultra slim. Semplicissimo eppure efficiente ai massimi livelli Non ne riuscirai a farne a meno.

Logitech Pebble: il mouse wireless

Se sei mancino non ti preoccupare è ambidestro. Non fa rumore, ogni click è silenzioso ai massimi livelli e lo utilizzi praticamente ovunque senza mai dare fastidio.

Grazie alla sua doppia connettività, lo puoi collegare a qualunque dispositivo sfruttando il micro ricevitore USB o il Bluetooth. Se nella scatola non lo trovi, non preoccuparti, ti basta sollevare la scocca superiore che è magnetica per trovare sia il ricevitore che la batteria.

Veloce, sensazionale, design stupendo. Ti mette a disposizione la rotellina di scorrimento, il tasto destro e quello sinistro.

Lo puoi utilizzare persino su sistemi Android e iOS così lo sfrutti ai massimi livelli.

mouse

Lo puoi trovare di diverse colorazioni:

  • nero
  • rosa
  • bianco
  • verde
  • azzurro

Puoi acquistarlo qui a 15,99 € da Unieuro, clicca qui.

LEGGI ANCHE:

contattaci

Consulenza, Formazione, Sistemi

Ventola del pc rumorosa

Hai la ventola del tuo pc molto rumorosa? Vediamo insieme perché, come fare e come evitare che questo rumore costante possa smettere. Una ventola del computer che fa molto rumore non va ignorata.

Perché la ventola del computer è così rumorosa?

Una ventola diventa rumorosa quando il computer genera molto calore facendola entrare in azione, per spingere l’aria calda fuori dal sistema e consentire all’aria più fresca di circolare. Spesso la causa è la polvere accumulata, che compromette le prestazioni del PC.

All’interno del computer si trova un gran numero di sofisticati componenti hardware, come CPU, scheda grafica, alimentatore e altro ancora. Tutte queste parti generano parecchio calore. E i componenti elettrici sensibili all’interno del PC sono vulnerabili alle alte temperature. 

ventola

Per mantenere bassi i livelli di calore, le ventole all’interno del computer iniziano a girare per spingere fuori l’aria calda e raffreddare il sistema.

Quando sottoponi il computer ad attività intense, come la riproduzione di videogiochi online, la modifica di file multimediali di grandi dimensioni o l’esecuzione di uno stress test della CPU, è normale che le ventole facciano rumore.

Purché smettano di girare quando termini questi compiti gravosi, non è un fatto di cui preoccuparsi. Ma se in circostanze normali riscontri una grande rumorosità dalle ventole del desktop o del laptop, continua a leggere per scoprire quale potrebbe essere il problema.

Perché la ventola del computer entra così spesso in azione?

Le ventole del computer potrebbero entrare costantemente in azione per vari motivi:

ventole impolverate
  • Le ventole sono sporche. La polvere si accumula all’interno del computer, soprattutto se hai un PC desktop di grandi dimensioni. Man mano che la polvere si accumula sulle ventole, queste funzionano con minore efficienza. Polvere e altri detriti sono una causa frequente della rumorosità delle ventole.
  • Il computer non è in grado di ventilare il calore. Il termine “laptop” può ingannare: se lo tieni a lungo in grembo, le tue gambe trasmettono calore al computer e impediscono all’aria fresca di circolare per raffreddarlo. Ma anche i PC desktop hanno bisogno di aria fresca.
  • Le ventole non funzionano correttamente. Nel corso del tempo, tutte le parti mobili si logorano e possono rompersi. Le ventole di desktop e laptop potrebbero allentarsi e diventare più rumorose. Potrebbe anche esserci qualcosa che non va nel firmware del componente hardware che innesta l’azione della ventola.
  • La CPU è sotto sforzo. A volte, non si tratta affatto di un problema delle ventole. Un programma che consuma molto più della giusta quota di risorse della CPU può facilmente causare un rapido riscaldamento del computer. Una ventola del computer che fa rumore senza un motivo apparente può indicare un problema di utilizzo elevato della CPU.

Se la ventola del computer fa molto rumore, significa che c’è un problema?

Le ventole rumorose in computer desktop e laptop possono segnalare la presenza di qualche problema, soprattutto se il rumore persiste a lungo. Il compito di una ventola è mantenere fresco il computer, e un rumore eccessivo significa che sta lavorando più del normale.

Se le ventole non riescono a ridurre sufficientemente i livelli di calore all’interno del computer, potresti iniziare a riscontrare una serie di problemi. La CPU autoregola le proprie prestazioni per cercare di ridurre l’emissione di calore, il che comporterà un notevole calo di velocità e prestazioni.

Se le temperature interne del PC salgono troppo, la CPU si spegnerà da sola per evitare danni permanenti. Quando succede, il computer si blocca e viene visualizzata la fatale schermata blu.

Potresti anche riscontrare problemi durante l’avvio del computer, come una schermata di avvio nera o una serie infinita di riavvii.

Come posso rendere più silenziosa la ventola del computer?

Ciascuno dei seguenti suggerimenti ti aiuterà a ripulire e migliorare notevolmente le prestazioni del computer. Provali in ordine: se uno non funziona, passa al successivo.

ventola pc

1. Assicurati che l’aria fresca raggiunga il computer

Posiziona il computer desktop (o laptop) su una superficie liscia e piatta, ad esempio una scrivania o persino il pavimento. Non metterlo su tappeti o moquette e non tenerlo all’interno di un cassetto o di un armadio: l’aria fresca deve poter circolare intorno al computer. Devi dare sfogo in qualche modo all’aria calda all’interno del PC mentre le ventole entrano in azione per espellerla.

Lo stesso principio vale per il laptop. Usa il laptop su una scrivania o un tavolo.

2. Pulisci ventole e prese d’aria

Una ventola rumorosa è spesso una ventola polverosa. Rimuovi regolarmente la polvere dalle ventole e dalle prese d’aria per consentire al computer di raffreddarsi in modo efficiente.

Prima di pulire il computer, spegnilo e scollega tutti i cavi e le connessioni, in particolare il cavo di alimentazione.

Prendi una bomboletta di aria compressa e spruzzala tenendola inclinata verso le prese d’aria del computer. Il tuo obiettivo è soffiare via la polvere senza farla ricadere dentro il computer.

3. Verifica il funzionamento delle ventole

Se le ventole del computer fanno ancora rumore o se non funzionano affatto, potrebbe essere arrivato il momento di sostituirle.

Mentre è possibile sostituire la maggior parte delle ventole singolarmente, se è la ventola di alimentazione a non funzionare, è necessario sostituire l’intera unità di alimentazione. Aprire l’alimentatore può essere pericoloso. Inoltre, un alimentatore surriscaldato potrebbe non essere in grado di alimentare a sufficienza tutti i componenti del computer. Quindi, invece di sostituirne la ventola, passa a un alimentatore più potente.

Come evitare che il computer si surriscaldi

Le ventole possono gestire i livelli di calore del computer solo fino a un certo punto. Se le ventole del tuo desktop o laptop continuano a girare rumorosamente dopo la pulizia, potrebbero semplicemente trattarsi di un sovraccarico di lavoro. A volte a rendere rumorose le ventole è un problema del software: qualcosa non funziona come dovrebbe oppure l’hardware installato non è abbastanza potente per eseguire il software che stai utilizzando.

Uno strumento di ottimizzazione delle prestazioni dedicato garantirà che le risorse del computer vengano allocate correttamente in ogni momento. AVG TuneUp identifica e disattiva i programmi non necessari in modo da non sprecare la potenza della CPU con software che non stai utilizzando. 

AVG TuneUp mantiene il disco rigido pulito e in ordine rimuovendo file spazzatura, dati temporanei, bloatware indesiderati e altri file inutili. Un computer efficiente è un computer sano e un computer sano è un computer silenzioso.

LEGGI ANCHE:

contattaci
Consulenza, Sistemi, Smartphone

Come caricare il cellulare senza caricabatterie

Quante volte ti è capitato di essere in giro e la batteria del tuo telefono è esaurita? oggi vedremo insieme come risolvere questo problema.

Power Bank

Il primo consiglio che posso darti per caricare il cellulare senza caricabatterie è quello di utilizzare un Power Bank.

Questi apparecchi permettono di ricaricare cellulari, tablet e qualsiasi altro dispositivo portatile in mobilità. Al loro interno sono presenti delle batterie che tengono la carica e poi la trasmettono ai dispositivi che vengono connessi a essi, tramite le porte USB di cui sono dotati.

In generale, la dimensione di un Power Bank è simile a quella di uno smartphone, ma può anche essere più piccolo o più grande. Dato che al suo interno ci sono delle batterie, più le sue dimensioni sono grandi, maggiore è la carica che può contenere.

Clicca qui per acquistare.

Power Bank

Cover con batteria

Simili ai Power Bank sono le cover con batteria. Questi prodotti hanno all’interno una batteria che permette di ricaricare il dispositivo.

Per capire se il prodotto è buono puoi capirlo dalla capienza della batteria (espressa in mAh), che indica il numero di eventuali cicli di ricarica che si possono effettuare sullo smartphone.

Un’altra caratteristica che puoi controllare è il materiale utilizzato per realizzare la cover in quanto alcune di esse sono state progettate per assorbire meglio gli urti.

Clicca qui per acquistare.

Cover con batteria

Caricatore wireless

Un’altra soluzione che potresti utilizzare è un caricatore wireless, al posto del classico caricabatterie.

Questo soluzione non è però per tutti gli smartphone, in quanto la ricarica wireless dev’essere da esso supportata. Molti smartphone, come Samsung e Apple, supportano questa tecnologia ed è possibile utilizzare questo genere di apparecchi per eseguire la carica della batteria.

Il funzionamento della carica wireless si basa sul principio di induzione elettromagnetica e di risonanza elettrica.

In genere, i caricatori wireless sono muniti di un cavo USB da collegare a una fonte di energia che, nel caso di una persona che si trova in mobilità, può essere un computer portatile, un Power Bank o qualsiasi altra fonte che possa erogare energia tramite una porta USB.

Esistono delle soluzioni all-in-one grazie alle quali è possibile ricaricare wireless direttamente su una batteria portatile. Questo è il caso di alcune tipologie di Power Bank, che sono muniti di ricarica wireless.

Clicca qui per acquistare.

Caricatore wireless

Condivisione batteria wireless

Alcuni smartphone moderni, soprattutto quelli di fascia alta come Samsung S21 e Google Pixel 6, hanno la possibilità di condividere la carica residua della loro batteria con altri dispositivi, inclusi altri smartphone, in modalità wireless: la cosiddetta ricarica inversa.

Fai attenzione, le cover protettive, se sono presenti su entrambi gli smartphone potrebbero interferire con questa funzione, quindi, ti consiglio di toglierle.

Fai attenzione, se la batteria dello smartphone che vuole donare energia è bassa il suo sistema operativo potrebbe impedirgli di farlo.

L’ultima cosa che devi tener presente è che questo sistema è piuttosto lento, ed è maggiormente pensato per una piccola carica d’emergenza e non dovresti aspettarti di poter caricare lo smartphone al 100%.

Ma se devi fare una importante chiamata di lavoro o se devi avvertire la tua famiglia di un imprevisto può davvero salvarti .

Condivisione batteria wireless
contattaci
Sistemi, Smartphone

Robot cerca Pet

Robot cerca Pet, sei preoccupato per il tuo animale o sei curioso di sapere cosa combina? ti suggeriamo Enabot Ebo SE con una telecamera Full HD in grado di tenere sotto controllo gli animali domestici lasciati a casa, ha la visione notturna e rilevamento del movimento.

Le telecamere di controllo per neonati hanno il vantaggio che il bambino sta fermo nella sua culla. Chi invece vuole tenere sotto controllo i propri animali domestici quando non è in casa può affidarsi a una classica webcam sperando che prima o poi questa catturi il video dell’animale oppure scegliere un dispositivo come il robot semovente Enabot Ebo SE.

robot wi-fi

Controllo tramite Wi-Fi

Questo piccolo robot si muove su due ruote molto stabili e gira per l’appartamento in cerca di animali in movimento ma anche dormienti.

Non appena li trova fa partire una videoregistrazione che potremo controllare da remoto grazie alla connessione Wi-Fi.

Anche le migliori telecamere di sicurezza però non possono trovare un gatto nascosto in un angolo, ma Ebo SE, grazie alle sue dimensioni compatte, può intrufolarsi ovunque.

Ebo SE è in grado di fornire immagini luminose anche durante la notte grazie al sensore a infrarossi e volendo è possibile impostare la registrazione video h24 in modalità automatica.

Tutti i dati vengono salvati su scheda SD.

PRO

  • Struttura solida
  • Video in formato Full HD
  • Sensore a infrarossi

CONTRO

  • Non salva in cloud

Clicca qui per acquistarlo!

Contattaci