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Applicazioni, Smartphone

Poste: Come Saltare la Fila

Sei stanco di stare ore ed ore in fila alle Poste? E’ possibile evitarlo, nessuna magia e nessuna furbizia, solo la comodita’ portata dai nostri Smartphone

Prenotiamo un appuntamento

Organizzare un appuntamento presso il consueto ufficio postale diventa un’esperienza più agevole grazie al cellulare e all’app ufficiale. La coda negli uffici postali, talvolta, può trasformarsi in una delle situazioni più frustranti nella nostra società “smart”. Viviamo in un mondo in cui il tempo è prezioso, e trascorrere ore con altre persone per compiere operazioni banali allo sportello postale non si allinea con la nostra esigenza di ottimizzazione del tempo, potenzialmente generando stress.

Fortunatamente, Poste Italiane ha introdotto un sistema di prenotazione appuntamenti accessibile sia dal sito web che dall’app omonima. Quest’ultima è disponibile per dispositivi Android e iOS, offrendo una serie di servizi pratici. Per l’accesso, è possibile utilizzare le stesse credenziali del sito www.poste.it o una Poste ID SPID.

l’App Poste

L’app Ufficio Postale (PT) è essenziale per prenotare un appuntamento, trasformando lo smartphone in un ufficio postale digitale. Riconoscibile dal pittogramma giallo con la scritta PT, offre la possibilità di eseguire varie operazioni da casa, come la compilazione di bollettini, la scrittura e l’invio di lettere, la prenotazione del ritiro pacchi e le ricariche sulle Postepay.

Tuttavia, in alcuni casi, la visita fisica all’ufficio postale potrebbe essere inevitabile. In questi casi, invece di temere lunghe code, è disponibile una soluzione: una vasta gamma di servizi digitali che permettono di gestire le Poste in modo completamente digitale, compresa la possibilità di scrivere direttamente sul sito o sull’app e inviare le comunicazioni. Poste Italiane offre anche servizi bancari attraverso app dedicate come Banco Posta, Postepay (Connect ed Evolution), Ufficio Postale e PostelD. La trasformazione digitale delle Poste Italiane rappresenta una significativa evoluzione nel settore postale, offrendo servizi innovativi e più efficienti sia per i clienti privati che per le aziende.

Per usufruire dei servizi digitali e della prenotazione degli appuntamenti, è necessario seguire una procedura di registrazione e completare tutte le verifiche richieste dall’app. Assicurandosi di inserire correttamente numero di telefono e indirizzo email, si riceverà la conferma delle prenotazioni direttamente dalle Poste.

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    Applicazioni, Smartphone, Social media

    Threads: il nuovo social di Meta

    Threads, il recente social network di Meta, sarà operativo in Italia entro pochi giorni. Il social network di Meta, in competizione con X, ex Twitter, sarà accessibile anche nel nostro Paese, prevedendo un aumento di utenti secondo quanto riportato dal gionale americano Wall Street Journal.

    Cos’è Threads?

    Prevalentemente noto negli Stati Uniti, Threads è un social network introdotto da Meta per competere, date anche le somiglianze, con X. Questa piattaforma, in passato nota come Twitter, è ora sotto la proprietà di Elon Musk, e sta attraversando un periodo turbolento viste le direzioni prese.

    Il gigante tecnologico guidato da Mark Zuckerberg sta cercando di trarre vantaggio da questa situazione evidente di difficoltà. Sebbene Threads sia stato lanciato in diversi mercati, non è ancora disponibile in Europa. La ragione di ciò era legata alla mancata conformità alle normative dell’Unione Europea in merito ai requisiti riguardanti la privacy.

    Threads in Italia

    A dicembre, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, Threads sarà disponibile anche in Italia. Nonostante abbia perso parte del suo fascino iniziale, il social network potrebbe sperimentare un’inversione di questa tendenza nei prossimi giorni, aprendo le porte agli utenti dei paesi dell’Unione Europea.

    Gli utenti avranno la possibilità di consultare la piattaforma Threads anche senza avere un account attivo e, naturalmente, potranno interagire direttamente con gli altri iscritti creando il proprio profilo.

    La recente introduzione della capacità di eliminare un account Threads senza la necessità di chiudere obbligatoriamente anche l’account Instagram associato è ben accolta dall’Unione Europea.

    Secondo l’analista Debra Aho Williamson, questa nuova fase potrebbe portare a nuovi picchi di traffico per il social di Meta, con circa 40 milioni di nuovi account previsti entro il 2024.

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      Hardware, Intelligenza artificiale, Smartphone, Tech, Technology

      Ai Pin: l’alternativa allo Smartphone

      Per mesi, una strana visione ha incuriosito un poliziotto di San Francisco, regolarmente schierato fuori dagli uffici nel centro della città della startup Humane. Da quella porta sono emersi dipendenti con un piccolo dispositivo quadrato fissato al petto, simile alla telecamera indossabile, più ingombrante, fornita dal dipartimento. “Mi chiedo cosa siano quei dispositivi”, ha detto l’ufficiale quando WIRED ha visitato l’azienda la scorsa settimana.

      La rivelazione del gadget di Humane

      Oggi, la curiosità sul gadget di Humane è finita. L’azienda sta parlando del suo dispositivo high-tech progettato per essere fissato a una camicia o a una blusa, una soluzione che Humane spera possa diventare accettata tra le persone che non sono agenti giurati, come indossare auricolari wireless o smartwatch.

      Le caratteristiche di Ai Pin

      Il dispositivo di Humane, chiamato Ai Pin, può scattare foto e inviare messaggi, utilizza un raggio laser per proiettare un’interfaccia visiva sulla mano di una persona e include un assistente virtuale che può essere altrettanto avanzato quanto ChatGPT. Essendo sempre pronto a cercare nel web e comunicare, si suppone che riduca la dipendenza dagli smartphone.

      Disponibilità sul mercato e prezzi

      Ai Pin sarà in vendita negli Stati Uniti a partire dal 16 novembre, con prezzi a partire da $699, più $24 al mese per chiamate, messaggi e dati illimitati tramite T-Mobile. Humane ha svelato l’aspetto del dispositivo e le sue funzioni di base, tra cui la ricerca web e l’identificazione degli oggetti, alla conferenza TED e in una sfilata di moda parigina all’inizio di quest’anno. Oltre a annunciare prezzi e disponibilità oggi, l’azienda ha rilasciato nuovi dettagli sul software del Pin e su come esattamente un laser all’interno del dispositivo trasforma la mano di una persona in uno schermo. Le spedizioni inizieranno all’inizio del 2024.

      Il contesto dei dispositivi indossabili

      Il Pin è uno dei primi di molti dispositivi indossabili previsti per essere lanciati nei prossimi mesi e anni, costruiti attorno a servizi di intelligenza artificiale simili a quelli utilizzati attualmente da oltre 100 milioni di persone ogni settimana. Il famoso designer di Apple, Jony Ive, sarebbe tra i concorrenti.

      Se uno di essi può diventare socialmente accettabile o resistere all’analisi della moda è una domanda cruciale. I membri di un gruppo Discord creato da Humane per i suoi fan non vedono l’ora di acquistare i loro Pin. Tuttavia, le persone consultate da WIRED che hanno lavorato su hardware indossabile di tendenza, compresi occhiali di realtà aumentata, considerano il Pin più un nuovo giocattolo per gli appassionati di gadget che un dispositivo destinato a stabilire una nuova norma per la tecnologia personale.

      La visione di Humane

      È ancora troppo presto per dire se la speranza di Humane che il Pin possa aiutare le persone a vivere più nel momento presente si avvererà, o se fornirà semplicemente un nuovo modo per essere ossessionati in modo non salutare dalla tecnologia.

      La CEO di Humane, Bethany Bongiorno, è fiduciosa nell’appeal di massa del Pin, definendolo il primo computer contestuale al mondo. “L’IA è diventata qualcosa di cui tutti sono curiosi e vogliono davvero sapere come cambierà la loro vita”, afferma. “Offriamo la prima opportunità di portarla con te ovunque. Sta davvero toccando persone di ogni background, ogni gruppo di età, globalmente, in base a quello che stiamo percependo e vedendo nei feedback.”

      Quando Bongiorno e suo marito, Imran Chaudhri, hanno fondato Humane nel 2018 dopo lunghi periodi di lavoro nella progettazione hardware e nell’ingegneria del software presso Apple, hanno imposto rigorosi parametri per il loro prodotto. Doveva essere un dispositivo autonomo collegato direttamente alla rete cellulare, trasparente quando stava registrando e non sempre in ascolto di parole come “Hey Siri” o “OK Google”, come fanno gli smart speaker e alcuni telefoni. E l’intero pacchetto doveva essere conveniente. “Questo ha davvero impostato il tono per dove siamo oggi”, dice Bongiorno.

      La visione di Humane sui dispositivi indossabili

      I fondatori di Humane vedono i dispositivi indossabili precedenti, come gli occhiali intelligenti e gli headset AR, come ostacoli alla connessione umana. Il Pin è pensato per essere meno invasivo, sebbene altrettanto capace, e qualcosa che le persone possono indossare comodamente tutto il giorno senza rovinare la pettinatura. “Cerchiamo di avere una potente elaborazione con noi in ogni momento, ed è davvero di questo che si tratta”, dice Chaudhri, presidente e presidente della società. “Vogliamo avere accesso a più conoscenza, più informazioni. Vogliamo solo che sia in un modo che ci permetta di rimanere presenti.”

      Successo finanziario e investitori di Humane

      La startup ha raccolto $230 milioni di finanziamenti, inclusi $100 milioni annunciati a marzo, che la valuterebbero a $850 milioni circa. Gli investitori di Humane includono il CEO di OpenAI Sam Altman, che detiene la più grande quota esterna, circa il 15%; il CEO di Salesforce Marc Benioff; Microsoft; e i bracci di venture di LG, Volvo e Qualcomm.

      Dopo aver ordinato un Pin, gli acquirenti accedono a un sito web, Humane.center, per sincronizzare i loro contatti e iscriversi a servizi extra come la musica. Utilizzano la fotocamera del Pin per scannerizzare un codice fornito con il dispositivo per associarlo a quell’account online, dove registrazioni, foto e cronologie di chiamate e messaggi sono accessibili. I dati degli utenti non verranno utilizzati per addestrare sistemi di intelligenza artificiale, assicura Humane.

      Mark Lucovsky, ex dirigente software responsabile dei progetti di realtà aumentata presso Google e Meta, dà merito a Humane per non aver creato un altro paio di occhiali intelligenti. Tuttavia, si preoccupa che trovare un design per il Pin che un vasto pubblico trovi indossabile o alla moda richiederà molto tempo.

      Considerazioni etiche e futura evoluzione del Pin

      L’enfasi di Humane sulla privacy potrebbe anche attenuare l’interesse per il Pin, spegnendo funzionalità potenzialmente rivoluzionarie, sostiene Lucovsky. Se la fotocamera del dispositivo analizzasse sempre attivamente l’ambiente di una persona, potrebbe aiutare le persone a trovare le chiavi smarrite o ricordare loro, mentre sono al negozio, se ci sono ancora uova nel frigorifero a casa. “Abbiamo già a disposizione i chatbot tramite i telefoni”, dice. “Qual è il valore convincente e inaspettato che ottieni dal tuo Pin? Non credo di averlo ancora visto. Ma sono entusiasta di vedere come si evolverà.”

      Bongiorno e Chaudhri affermano di essere tanto tecnorealisti quanto tecnottimisti. Non si aspettano che il Pin sostituisca completamente gli smartphone e riconoscono che il Pin potrebbe sollevare nuove questioni etiche. “Parliamo non solo dei potenziali vantaggi incredibili, ma anche di cosa può andare storto”, dice Chaudhri, rifiutandosi di fornire una suddivisione del tempo trascorso usando il suo telefono rispetto al Pin.

      I fondatori di Humane dicono di non aver provato altri dispositivi basati sull’IA, ma ritengono che sia un segno positivo che non sono soli in questa nuova frontiera. Hanno parlato di sviluppare integrazioni per il Pin per le case con LG e per le auto con Volvo. Per ora, chiunque voglia provare la visione del futuro di Humane dovrà accontentarsi di assomigliare un po’ di più a un poliziotto da film americano.

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        *Impostazioni rapide supportate solo dai modelli della serie Galaxy S23 dotati di One UI 5.1 o versioni successive e Android M o versioni successive. *I trasferimenti cablati richiedono almeno Android™ 4.3. iOS 5 o sistemi operativi Android precedenti devono utilizzare il trasferimento wireless. Se non si dispone del cavo o del connettore USB necessario per il trasferimento cablato a Samsung Galaxy, è possibile utilizzare il trasferimento wireless. Apri Smart Switch per dispositivi mobili da ”Impostazioni” sul tuo nuovo smartphone Samsung Galaxy o scarica Smart Switch dal Galaxy Store. I dati e i contenuti disponibili per il trasferimento possono variare a seconda del sistema operativo. Viene eseguito il backup dei dati del dispositivo Galaxy per trasferirli quindi al dispositivo ricevente. Effettua il backup da PC con SmartSwitchPC oppure usa la funzione di backup della carta SD di SmartSwitchMobile.

        Confronto tra Galaxy S23

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          Telefonia Mobile

          Samsung Galaxy S23: un vero fuoriclasse

          Samsung Galaxy S23 plus: un device con specifiche e caratteristiche da vero fuoriclasse.

          Se lo smartphone è il tuo dispositivo d’elezione per lo studio, il lavoro o il tempo libero, ecco un terminale che fa al caso tuo. Avevamo parlato già in precedenza del confronto tra il Galaxy S21 Ultra 5G e iPhone 12 Pro Max qui.

          Non è come si dice, proprio a buon mercato, ma promette prestazioni da urlo: si chiama Galaxy S23 Plus ed è uno dei flagship di nuova generazione di casa Samsung. Un device con specifiche e caratteristiche da vero fuoriclasse.

          Basato su Google Android 13 personalizzato con Samsung One UI, Galaxy S23 Plus è equipaggiato con un grande schermo AMOLED da 6,6 pollici capace di visualizzare fino a 2.340×1.080 pixel. Supporta reti 5G e permette di girare filmati con risoluzione 8K. Sotto la scocca ci sono un processore Snapdragon 8Gen 2 assistito da grafica Adreno 740, 8GB di memoria RAM e fino a 512GB di spazio per l’archiviazione di app e dati.

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          Samsung Galaxy S23+

          Ricordiamo che la condizione necessaria per usufruire della scontistica è che il cliente deve rimanere con WIND TRE BUSINESS per la durata contrattuale (30 mesi).

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            Consulenza

            Portatili e convertibili

            PC portatili e convertibili. Non solo hardware, il focus per le nuove macchine è sui servizi. Primo fra tutti, la collaborazione multi-device.

            Huawei

            Huawei Matebook 16

            Huawei Matebook 16 è il notebook della casa cinese che vuole essere la colonna portante della tecnologia Super Device, dove più dispositivi diversi comunicano tra loro e condividono hardware e software.

            Collegando uno smartphone o un tablet, per esempio, si potrà utilizzare la tastiera e il touchpad del notebook per il loro controllo; i display possono essere configurati in modalità mirror o estesa, replicando il contenuto sull’uno o sull’altro dispositivo oppure per estendere il desktop.

            Più banalmente, si possono condividere file, scambiare dati o lanciare app da un dispositivo all’altro, il tutto in modalità totalmente wireless.

            Altro esempio, un tablet può essere usato come schermo aggiuntivo per un portatile; le possibilità sono numerose e tutte tese a facilitare la vita all’utente che lavora con più dispositivi, per uso personale o professionale.

            Il Matebook 16 ha un design recente di moda, quello che prevede un display da 16 pollici. È di tipo FullView, con bordi estremamente ridotti e presenta una risoluzione di 2.520 x 1.680 pixel. Un valore particolare dovuto al fatto che il rapporto d’aspetto è di 3:2, molto valido per le attività professionali.

            Il pannello è precalibrato in fabbrica e offre il 100% della gamma cromatica sRgb. Il telaio del Matebook 16 è in metallo e il peso complessivo è di 2 kg.

            Come processore è disponibile un AMD Ry-zen 5 5600H oppure Ryzen 7 5800H, con 16 GB di memoria RAM e Ssd da 512 GB. La Gpu è quella integrata nel processore.

            Notevole la capacità della batteria, 84 watt-ora; l’alimentatore è da 135 W ed è compatibile anche con gli smartphone Huawei.

            Altri particolari sono il touchpad in vetro e il lettore di impronte digitali integrato nel tasto di accensione. Disponibile da metà marzo, il Matebook 16 costa 1.119 euro nella versione con Ryzen 5 e 1.349 euro in quella con Ryzen 7.

            Lenovo

            ThinkPad X1 Extreme Gen5
            ThinkPad X1 Extreme Gen5

            Al Mobile World Congress Lenovo ha praticamente rinnovato tutta la gamma di portatili e convertibili, spaziando dalle workstation ai notebook gaming.

            Uno dei più interessanti è senz’altro l’ultrasottile ThinkPad X1 Extreme Gen5, una macchina per professionisti davvero senza compromessi.

            Il display è da 16 pollici a risoluzione 4K con refresh di 165 Hz, i processori sono Intel di dodicesima generazione di vario tipo, anche Core i9 serie H.

            Può essere equipaggiato con Gpu Nvidia RTX dalla 3050 alla 3080. Supporta fino a 64 GB di memoria Ddr5 e due unità Ssd da 4 TB ognuna. I prezzi partono da 2.749 euro con disponibilità a giugno.

            Rinnovata anche la classica ThinkPad T-Series, che comprende i modelli da 16 e 14 pollici, tutti con rapporto 16:10 e risoluzione fino a 4K.

            La piattaforma hardware è basata su processori Intel di dodicesima generazione o AMD Ryzen serie 6000, con opzione rispettivamente per Gpu Nvidia MX500/RTX 2050 e Radeon 600M. La connettività diventa Wi-Fi 6E con possibilità di aggiungere il modem 4G.

            I prezzi dei ThinkPad T16 partono da 1.399 euro, mentre i T14 e T14s partono da 1.399 e 1.599 rispettivamente, sia per le versioni Intel sia AMD.

            Tra le workstation vere e proprie segnaliamo le ThinkPad P16s e P14s, sempre basate sull’ultima architettura Intel e su Gpu Nvidia T550 con driver certificati per l’uso professionale.

            I prezzi partono rispettivamente da 1.549 e 1.529 sempre con disponibilità ad aprile.

            ThinkPad P16s
            ThinkPad P16s

            Spicca poi il primo notebook Lenovo con processore ARM e sistema Windows, il ThinkPad X13s.

            È basato sul SoC Qualcomm Snapdragon 8CX Gen3 sul quale gira Windows 11 versione ARM, è molto leggero (1 kg) e totalmente privo di ventole.

            L’autonomia raggiunge, secondo Lenovo, le 28 ore ed è integrato un modem 5G. Un portatile all’insegna dell’”Always connected” dunque, disponibile da maggio con un prezzo di partenza di 1.399 euro.

            Per quanto riguarda i notebook business più economici ci sono i Thinkbook 13S Gen4, caratterizzati da un telaio tutto in alluminio e da un prezzo base di 749 euro.

            Viene specificato il peso, che è di 1,25 kg. Utilizzano sempre processori Intel Alder Lake di ultima generazione (fino a Core i7) e prevedono fino a 32 GB di RAM e Ssd fino a 1 TB.

            Il display da 13” è disponibile anche con risoluzione 2,5K. Di caratteristiche simili è il convertibile Thinkbook 14s Yoga Gen2, basato però su display Full Hd da 14” e capace di sfruttare due unità Ssd interne. In questo caso il peso sale a 1,5 kg. I prezzi partiranno da 899 euro, con disponibilità a giugno. Entrambi i Thinkbook sono dotati di porte Thunderbolt 4 e uscita video Hdmi 2.0.

            Per quanto riguarda invece il mercato consumer, spicca il notebook da gioco Lenovo Ideapad Gaming 3, disponibile con processori Intel Alder Lake o AMD Ryzen 6000.

            Esiste in due versioni con display da 15 e 16 pollici, entrambe con refresh a 165 Hz.

            I modelli Intel sono basati su Gpu Nvidia RTX 3060 o Intel Arc, mentre quelli AMD sulla Gpu integrata del processore Ryzen 7 6800H oppure su una Nvidia RTX 3050. Il peso è intorno ai 2,5 kg.

            La disponibilità è prevista per maggio/giugno, i modelli da 15 pollici avranno un prezzo base di 999 euro e quelli da 16 pollici invece 1.099 euro, indifferentemente per le versioni Intel e AMD.

            Interessanti anche i convertibili Ideapad Flex 5, ancora una volta con piattaforma Intel o AMD a scelta e display variabile tra 14 e 16 pollici.

            La prima versione è certamente più comoda per l’uso come tablet, ha prezzi a partire da 499 euro con Cpu Intel (disponibile a giugno) e 549 euro con AMD (disponibile a maggio).

            I modelli da 16 pollici partono invece da 699 euro. Esistono anche le versioni Chromebook, con prezzo base di 449 euro.

            Segnaliamo infine l’Ideapad Duet 5i con schermo da 12” e tastiera staccabile, in pratica un 2-in-1 con sistema Windows 11, al momento senza indicazioni di prezzo.

            Samsung

            Samsung Galaxy Book2 Pro
            Samsung Galaxy Book2 Pro

            I portatili ufficialmente annunciati da Samsung al Mobile World Congress sono due, entrambi di fascia professionale.

            Sono compatibili con la tecnologia Galaxy Book Experience, che permette il link con altri dispositivi come smartphone o tablet Samsung Galaxy per condividere file, usare periferiche come la tastiera e il touchpad, utilizzare app e gestire in generale gli altri dispositivi direttamente dal portatile.

            Il primo modello, con fattore di forma tradizionale, è il Samsung Galaxy Book2 Pro, disponibile con schermo da 13,3 o 15,6 pollici. Sono basati sull’architettura Intel di dodicesima generazione con processori Alder Lake Core i5 o Core i7 ma peso e ingombri sono molto diversi.

            Il modello da 13,3” ferma la bilancia su 870 grammi, mentre il 15,6” pesa 1,1 kg ma in compenso può avere anche una Gpu Intel Arc, oltre a quella integrata nel processore.

            Per entrambi il display è in tecnologia Amoled con risoluzione di 1.920 x 1.080 pixel. La memoria arriva fino a 32 GB e lo storage Ssd fino a 1 TB. I prezzi partiranno da 1.399 euro con disponibilità prevista nel mese di aprile.

            Il Samsung Galaxy Book2 Pro 360 ha un design simile al modello standard ma è di tipo convertibile, con display che si ripiega sulla tastiera. Inoltre viene supportato il pennino di Samsung S-Pen. Anche in questo caso sono disponibili due dimensioni di display, 13,3” e 15,6”.

            Il pannello però è diverso, si tratta di un Super Amoled da 500 nits di luminosità e risoluzione 1.920 x 1.080.

            I processori sono sempre Intel Core i5 o i7 di dodicesima generazione, però in questo caso sono modelli a basso consumo. Come Gpu è disponibile esclusivamente quella integrata, anche nel modello da 15,6”.

            Il resto delle caratteristiche è molto simile, ritroviamo l’interfaccia di rete Wi-Fi 6E, gli speaker Dolby Atmos e una porta Thunderbolt 4 a fianco delle canoniche Usb Type-C e Type-A (queste ultime solo sui Book2 Pro).

            L’alimentatore è da 65 W e si collega via Usb; le batterie hanno una capacità di 63 Wh per i modelli da 13,3” e di 68 Wh per quelli da 15,6 pollici. I Galaxy Book2 Pro 360 avranno prezzi a partire da 1.499 euro, sempre con disponibilità ad aprile.

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            Le novità del 2022

            Le novità del 2022 riguardanti Smartphone, Tablet Smartwatch e desktop. In questo articolo vedremo insieme cosa ci riserverà questo 2022.

            Smartphone

            Le novità del 2022 partendo da Apple, scopriremo la nuova generazione degli iPhone 14 nel mese di settembre, tuttavia qualche rinnovamento potrebbe giungere già in primavera. Diverse fonti statunitensi parlano di un possibile rinnovo della linea iPhone SE, forse finalmente aggiornata con uno schermo edge-to-edge, la scomparsa del pulsante Touch ID e l’introduzione invece di Face ID.

            Naturalmente, non mancheranno gli aggiornamenti per Samsung. La famiglia degli smartphone Galaxy S22 potrebbe allargarsi con tre nuovi modelli – S22, S22 Plus e S22 Ultra – e già si vocifera dell’introduzione di una fotocamera da 108 megapixel con zoom ottico da 12x per la versione più costosa dei flagship della casa sudcoreana

            Novità anche per Xiomi con il nuovo Xiaomi 12 in pole position. Annunciato pochi giorni fa, lo smartphone perde la sigla “MI” e acquisisce nuove funzionalità, tra cui nuovissime fotocamere posteriori con ottiche dalle dimensioni decisamente generose e ampi sensori, per catturare quanta più luce possibile.

            Nel frattempo Huawei ci riprova con il suo P50 Pocket, uno smartphone pieghevole presentato qualche settimana fa, un device che probabilmente entrerà in diretta competizione con il Galaxy Z Flip 3 di Samsung.

            dispositivi

            Smartwatch

            Il 2022 potrebbe essere l’anno giusto per il lancio del primo Pixel Watch di Google.

            Al momento non vi sono particolari conferme ma, se dovesse mai arrivare, entrerà in competizione con Apple Watch.

            Apple ci regalerà il prossimo settembre la Series 8: gli amanti di questi Smartwatch sperano in un design diverso ma non traspare ancora nulla.

            Anche Xiaomi Amazfit dovrebbero presentare vari aggiornamenti dei loro dispositivi, magari con i successori della serie GTR 3 e GTR 3 Pro. Nel frattempo, in molti si domandano se anche Amazon non sia ormai pronta a entrare in questo settore.

            dispositivi

            Tablet

            Apple rinnoverà la linea degli iPad Pro – forse con l’introduzione del chipset M2 che si vedranno sui MacBook Air.

            La versione “economica” del tablet dovrebbe finalmente vedere un re design, per renderlo più simile all’ iPad Air, e anche un processore più generoso. Forse un A14 o un A15 Bionic.

            dispositivi

            Desktop

            Apple nella prossima primavera presenterà i suoi nuovi MacBook Air. Si parla di una rinnovata e colorata, seguendo le tinte degli iMac M1 e di un rinnovato processore M2. Quest’ultimo sarà orientato all’utenza consumer e come prestazioni, dovrebbe essere inferiore rispetto ai già disponibili M1 Max e M1 Pro.

            Si vocifera anche di un possibile nuovo esemplare di MacBook Pro da 13 pollici con chip M2, per offrire agli utenti una versione più economica rispetto ai MacBook Pro da 14 e 16 pollici, così come di un rinnovato iMac da 27 pollici.

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            Obsolescenza programmata: cos’è?

            Spesso sentiamo parlare di obsolescenza programmata o pianificata, ma cos’è e di cosa si tratta? Scopriamolo insieme in quest’articolo.

            Con il termine “Obsolescenza programmata o obsolescenza pianificata” si intende quella politica scorretta di dotare dispositivi elettronici, in particolar modo riferito agli smartphone, di software a scadenza. In parole povere, dopo un certo lasso di tempo, impostato dal produttore, il software installato sugli smartphone genera dei malfunzionamenti, anche studiati ad arte. Questi includono un rallentamento generale e progressivo nell’ utilizzo del dispositivo e delle sue applicazioni. Tutto questo ha lo scopo di persuadere il possessore del telefono ad acquistarne uno nuovo.

            pianificata

            E’ quel processo per cui un dispositivo elettronico dopo un paio di anni dall’acquisto o dal lancio sul mercato diventa inutilizzabile o semplicemente si rompe.

            Il termine obsolescenza programmata è salito all’onore delle cronache soprattutto negli ultimi anni, da quando gli strumenti elettronici sono diventati onnipresenti nella nostra vita. Capita sempre più spesso che la lavastoviglie o la lavatrice comincia a mostrare i primi segni di cedimento dopo i primi tre o quattro anni di utilizzo. E nel frattempo nuovi modelli con nuove tecnologie hanno reso il nostro elettrodomestico troppo vecchio per poter essere riparato. La soluzione è acquistare un nuovo dispositivo che vada a sostituire quello diventato oramai vecchio (anche se in realtà ha solamente tre o quattro anni).

            A cosa serve l’obsolescenza programmata

            Abbiamo visto fin qui cos’è l’obsolescenza programmata, ma a cosa serve in pratica? L’obsolescenza pianificata non è altro che una strategia industriale creata affinché la domanda di dispositivi elettronici non venga mai meno. Se uno smartphone o un elettrodomestico funzionassero perfettamente per quindici anni, molte aziende chiuderebbero entro pochi mesi a causa della mancanza di lavoro.

            obsolescenza programmata storia

            E l’obsolescenza pianificata non è presente solamente all’interno del mondo dell’elettronica, ma anche nella moda e in tantissimi altri settori. La “colpa” è in gran parte del progresso tecnologico. Ogni mese vengono presentate nuove scoperte scientifiche. Queste nel giro di un paio di anni vanno a impattare sulla produzione di smartphone, computer, ma anche vestiti e trattori.

            Quando nasce il termine obsolescenza programmata

            Sebbene il mondo dell’industria abbia ormai sdoganato il termine “obsolescenza programmata”, molte aziende preferiscono parlare di “ciclo di vita di un prodotto“, piuttosto che di obsolescenza pianificata. Nonostante le varie sfumature possibili, il concetto è sempre lo stesso: dopo un apio di anni un dispositivo elettronico diventa praticamente inutilizzabile.

            Se pensate che l’obsolescenza programmata sia una strategia industriale utilizzata solamente negli ultimi anni, state sbagliando di grosso. Troviamo questo termine per la prima volta nel 1924, quando i produttori di lampadine crearono il cartello Phobos per decidere che le lampadine a incandescenza non durassero più di 1.000 ore. Una decisione simile si adottò anche alcuni anni dopo per “indebolire” la resistenza del nylon. Il tessuto con il quale si realizzavano le calze utilizzate dalle donne aveva preso ormai piede. Creato in laboratorio, era talmente resistente che l’industria delle calze stava letteralmente fallendo. Durante gli anni della grande depressione, gli Stati Uniti decisero che gli oggetti non dovessero avere un ciclo di vita molto lungo, in modo da stimolare i consumi interni.

            cartello phoebus

            Dagli anni 2000 il termine è strettamente collegato sempre più al mondo dell’informatica e dell’elettronica. E questo ha causato in alcuni casi anche delle class action dei consumatori nei confronti delle aziende che producono device, colpevoli di realizzare appositamente dei dispositivi con un ciclo di vita molto breve.

            Il caso di Apple e Samsung

            Ovviamente tale pratica è in genere architettata per intervenire in prossimità della scadenza della garanzia del prodotto. Per aver messo in atto questa procedura scorretta ai danni dei consumatori, sono stati indagati due dei maggiori produttori di dispositivi mobili, ovvero Apple e Samsung. Le due case produttrici, sanzionate inoltre dall’antitrust per aver diffuso informazioni errate, non complete, o assenti sull’utilizzo di componenti ed accessori quali le batterie al litio dei loro prodotti, giudicate importanti al fine di mantenere e prolungare il loro funzionamento ottimale, sono risultate colpevoli e debitamente sanzionate per truffa.

            apple

            Nel dettaglio Le due società, secondo l’Authority, avrebbero «indotto i consumatori – mediante l’insistente richiesta di effettuare il download e anche in ragione dell’asimmetria informativa esistente rispetto ai produttori – a installare aggiornamenti su dispositivi non in grado di supportarli adeguatamente. Senza fornire adeguate informazioni, né alcun mezzo di ripristino delle originarie funzionalità dei prodotti. In particolare, Samsung ha insistentemente proposto, dal maggio 2016, ai consumatori che avevano acquistato un Note 4 (immesso sul mercato nel settembre 2014) di procedere ad installare il nuovo firmware di Android denominato Marshmallow predisposto per il nuovo modello di telefono Note 7. Tutto questo senza informare dei gravi malfunzionamenti dovuti alle maggiori sollecitazioni dell’hardware. Richiedendo inoltre, per le riparazioni fuori garanzia connesse a tali malfunzionamenti, un elevato costo di riparazione».

            Samsung

            Spesso le modalità di “danneggiamento software” avvenivano tramite lo scaricamento di aggiornamenti appositamente resi disponibili e anche consigliati dalle case produttrici Apple e Samsung. I quali rendevano il software del dispositivo “obsoleto e non adeguato ai recenti standard” generando rallentamenti e malfunzionamenti vari. Ovviamente non vi era alcuna possibilità di annullare tali aggiornamenti e tornare alle condizioni precedenti.

            Obsolescenza Psicologica

            La questione dell’obsolescenza programmata ha però un altro versante, più sociale, che potremmo definire obsolescenza psicologica. In questo caso, la “scadenza” di uno smartphone o di un televisore, non è soltanto fisica, ma è legata ad aspetti psicologici del consumatore. In tal senso è influenzato dai messaggi pubblicitari, dalle nuove funzioni, fino ai modelli sempre più nuovi e desiderabili che escono sul mercato del consumo.

            obsolescenza psicologica

            Ci inducono a pretendere sempre di più dai nostri dispositivi elettronici, 15 anni fa con il cellulare potevamo soltanto chiamare e inviare sms, ora c’è molto di più, internet, le foto, la musica, quindi insieme al dispositivo cambia anche l’utente e il suo profilo d’uso di uno strumento tecnologico, così da alzare le aspettative che lo riguardano.

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            Scannerizzare in pdf con Samsung

            Scopriamo insieme in questo nuovo articolo come sia facile scannerizzare in pdf con uno smartphone o con un tablet Samsung

            Smartphone e tablet sono ormai diventati a pieno titolo dei veri e propri strumenti di lavoro. E non mi riferisco solo all’uso che se ne fa per comunicare. Sui dispositivi mobili è possibile creare documenti, fogli di calcolo o presentazioni per esempio. Forse non tutti lo sanno, ma è anche possibile scannerizzare utilizzando la telecamera del telefono. In questo articolo ti mostrerò come scannerizzare in pdf con un dispositivo Samsung.

            Il bello è, che se per alcune operazioni è sicuramente meglio utilizzare il pc e lo smartphone o il tablet rappresentano un puro sfizio o uno strumento di fortuna (quando non abbiamo un pc), scannerizzare in pdf con un dispositivo Samsung è più facile e immediato che farlo con un PC.

            Scannerizzare in pdf con un tablet o uno smartphone Samsung

            Proprio qualche giorno fa mi è capitato di osservare un collega, che dal suo iPad fotografava dei documenti che con un’applicazione venivano trasformati in pdf (ma volendo avrebbe potuto trasformarli anche in altri formati) e quindi venivano inviati via mail a chi di dovere.

            Il mio Samsung Android non potrà essere da meno, mi son detto! E cosi subito mi sono messo alla ricerca di un’App per scannerizzare in pdf con Samsung. Ho scoperto, senza troppo stupore, che esistono diverse applicazioni capaci di scannerizzare in pdf con Samsung.

            Ne ho subito testato alcune per scoprire quali funzionassero meglio e capire quali offrissero i migliori risultati. Ecco di seguito le applicazioni da me scelte.

            Scannerizzare in pdf con Samsung

            La prima applicazione che ho scelto è “Scanner PDF Gratis – Scanner Documenti Cellulare“. Un’Applicazione quasi perfetta, leggera, veloce e affidabile. Svolge il suo compito di scannerizzare in pdf con Samsung, senza problemi. Si possono settare alcune cose semplici tipo la cartella di destinazione delle scansioni o il formato di foglio da utilizzare.

            Dopo di che si scatta una semplice foto, si seleziona l’area effettiva del documento e si salva con nome. Nella versione gratuita un piccolo banner pubblicitario accompagna le nostre operazioni senza dare alcun tipo di fastidio. Il programma è cosi intuitivo che le parole quasi non servono.

            Ecco il link per scaricare l’Applicazione in questione | Scanner PDF Gratis – Scanner Documenti Cellulare

            Difficile trovare di meglio se il vostro unico obiettivo è quello di scannerizzare in pdf con Samsung. Tuttavia, durante la mia ricerca ho trovato applicazioni decisamente più complete, che trattano altri formati oltre al pdf e che possiedono funzioni più evolute.

            Su tutte quella che ho deciso di segnalare è “Office Lens” eletta tra le “migliori App del 2015” negli Stati Uniti e a Portorico da Google Play. Office Lens ritaglia, migliora e rende leggibili le immagini di lavagne oltre che di documenti. Può anche convertire le immagini in file PDF, Word e PowerPoint modificabili e salvarli in OneNote o in OneDrive. Le sue caratteristiche principali sono le seguenti:

            • In modalità Lavagna, Office Lens ritaglia le immagini e corregge i riflessi e le ombre;
            • In modalità Documento, ritaglia le immagini e applica perfettamente i colori;
            • Le immagini acquisite possono essere salvate in OneNote, OneDrive o localmente nel dispositivo;
            • In modalità Biglietto da visita, Office Lens può estrarre le informazioni di contatto e salvarle nella rubrica e in OneNote. Questa caratteristica dà migliori risultati con i biglietti da visita in inglese, tedesco e spagnolo. Il supporto per altre lingue sarà disponibile tra breve;
            • Puoi convertire le immagini in file Word (*.docx), PowerPoint (*.pptx) o PDF (*.pdf), che vengono salvati automaticamente in OneDrive.

            Ecco il link per scaricare l’Applicazione in questione | Microsoft Office Lens – PDF Scanner

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            Formazione

            Ti capita spesso di perdere oggetti? Ecco come ritrovarli!

            Si tratta di un TAG, piccolo dispositivo (misura 4 x 4 centimetri) da collegare alle chiavi di casa o dell’auto, allo zainetto, al collare del cane o dovunque vogliate, con la possibilità di scoprirne in ogni momento la posizione grazie al Bluetooth 5.0 LowEnergy

            Galaxy SmartTag è realizzato in plastica e gode di certificazione IP53, per resistere anche alla pioggia, una funzione molto utile soprattutto se utilizzata con gli animali domestici. Il tag utilizza una batteria CR2032 in grado di garantire 280 giorni di autonomia prima che sia necessario sostituirla.

            Samsung presenta Galaxy Smart Tag per non perdere più alcun oggetto 1

            Tra le peculiarità di Galaxy SmartTag c’è la possibilità di utilizzare SmartThings Find, la nuova funzione in fase di roll out, per ritrovare il tag utilizzando la rete dei prodotti Galaxy. Anche se non è collegato direttamente a uno smartphone Galaxy (o di un’altra marca) il tag emette un segnale BLE che può essere raccolto dai dispositivi Galaxy nelle vicinanze.
            le informazioni raccolte, crittografate e protette, sono inviate al proprietario, l’unico che potrà conoscerne con precisione la posizione, con la possibilità di recuperare rapidamente il dispositivo “perso”.

            Galaxy SmartTag dispone di un pulsante che permette di ritrovare rapidamente lo smartphone connesso. Lo stesso avviene ovviamente in senso contrario, grazie alla nuova app Galaxy Find Network disponibile sui dispositivi Samsung e, a breve, anche sugli smartphone di altri brand.

            Grazie all’app sarà possibile personalizzare la funzione del pulsante presente sul tag, così potrete ad esempio utilizzarlo per accendere la luce di casa quando rientrate, sfruttando SmartThings.

            Samsung Galaxy SmartTag sarà in vendita dal 29 gennaio a 34,99 euro, ma se acquistate un qualsiasi Samsung Galaxy S21 tra il 14 e il 28 gennaio, lo riceverete in regalo insieme a un paio di cuffie true wireless.

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