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La tastiera che migliora la vita

Aspetto gradevole e grandi benefici: l’Ergo K860 di Logitech è un modello ergonomico wireless con impostazione split che soddisfa le esigenze di chi è costretto a digitare a lungo.

Quella delle tastiere ergonomiche è una nicchia di mercato che sopravvive da decenni. Chi si trova a dover scrivere a lungo, infatti, si accorge spesso di come l’impostazione tradizionale delle tastiere offra vantaggi da molti punti di vista. Ma certamente non è ideale se si analizza l’ergonomia generale e, più nello specifico, la postura delle mani, dei polsi e degli avambracci.

Gli angoli a cui si è costretti, infatti, sono innaturali e causano un affaticamento delle articolazioni, che ha ricadute negative più ampie sulla salute. Naturalmente, l’impatto di questi difetti dipende dall’intensità dell’uso della tastiera. Chi scrive a lungo, per molte ore ogni giorno, beneficerà sicuramente di una periferica di tipo ergonomico, mentre chi utilizza la tastiera soltanto saltuariamente non avrà bisogno di uno strumento di input così evoluto (e in proporzione così costoso).

Indice

Natural di Microsoft

Grande protagonista del settore è sempre stata Microsoft. Con la sua lunga genealogia di tastiere Natural, ha contribuito a definire l’aspetto e le caratteristiche di questa tipologia di tastiere. Quasi sempre, infatti, le tastiere realmente ergonomiche sono spezzate, ossia dividono i tasti in due blocchi distinti, orientati verso l’esterno e sollevati verso il centro. Questo consente alle due mani di mantenere una posizione più naturale, con un angolo meno accentuato sia tra il polso e l’avambraccio, sia tra il palmo e il piano orizzontale.

Dopo molti anni di presidio quasi esclusivo di questo segmento, Microsoft sembra aver perso interesse nello sviluppo di nuove tastiere ergonomiche. Gli ultimi modelli presentati dall’azienda di Redmond sono la Surface Ergonomic Keyboard, un’ottima tastiera Bluetooth che risale ormai al 2016 e non è mai stata distribuita nel nostro Paese (non è quindi acquistabile con layout italiano). C’è poi più recente Microsoft Ergonomic Keyboard, del 2019, un modello cablato erede della tradizionale Natural 4000, anch’esso indisponibile per il mercato italiano.

Raccogliere l’eredità

Per fortuna, il disinteresse di Microsoft è stato compensato da Logitech. Dopo molti anni ha finalmente realizzato un modello ergonomico con caratteristiche di alto livello, che si abbina perfettamente con le altre periferiche di input ergonomiche (mouse e trackball) prodotte dall’azienda di origine svizzera. Il suo nome è ErgoK860 ed è l’oggetto di questa prova. Si tratta di una tastiera wireless di tipo esteso, che comprende quindi anche il tastierino numerico e segue la classica impostazione split resa famosa dalla serie Natural di Microsoft. Il corpo della periferica è costituito da un pezzo unico, e quindi l’angolo tra le due metà non è regolabile. La superficie della tastiera è curvata, con il punto più alto che si trova proprio nello spazio tra le due metà, dando alla periferica un aspetto molto gradevole e soprattutto garantendo un’ottima ergonomia.

Ergo K860
Logitech Options propone un tutorial di benvenuto che illustra brevemente le principali funzioni della tastiera e le relative opzioni di configurazione.

Ergo K860: Poggia polsi da sogno

Nella parte anteriore della K860 si trova un ampio poggia polsi, realizzato con due strati di materiale morbido e una finitura in tessuto grigio mélange. Questo elemento è particolarmente ben riuscito. Il sostegno offerto ai polsi è buono ma la scelta di materiali morbidi aumenta il confort, mentre la finitura garantisce una traspirazione sufficiente anche nelle giornate più calde. Il risultato è migliore rispetto alla finitura in simil pelle o alcantara degli ultimi prodotti Microsoft, ma la costruzione lascia comunque qualche timore per il lungo periodo. La tastiera è realizzata in un unico pezzo, quindi, il poggia polsi non può essere sganciato e sostituito. Inoltre, la finitura non è del tutto impermeabile e potrebbe assorbire lo sporco con l’andare del tempo.

logitech Ergo K860

I tasti hanno una corsa ridotta e un profilo molto basso e questa scelta rende l’aspetto della tastiera più moderno, ma non ha ricadute negative sulla sensazione tattile durante la scrittura. Certo, il feeling non è paragonabile a quello garantito da una tastiera meccanica, ma i tasti rispondono comunque in modo piacevole e sono ben controllabili. Ottima è anche la rumorosità, che rimane contenuta entro livelli assolutamente tollerabili.

Logitech Ergo K860

Chi è abituato a una tastiera Natural di Microsoft avvertirà, inizialmente, un leggero disagio. Se l’impostazione è infatti analoga, la distribuzione dei tasti cambia abbastanza da non permettere di mettere subito a frutto la memoria muscolare. In ogni caso, basta in genere un paio di giorni per prendere le misure al nuovo layout. Anche se si proviene da una periferica di tipo tradizionale, l’impostazione “estrema” di questa tastiera non deve far paura. Sarà sicuramente necessario un periodo di adattamento, ma l’impostazione più rilassata delle articolazioni è avvertibile quasi subito e stimola a prendere confidenza con la nuova impostazione. Non solo: la suddivisione netta tra i tasti destinati alla mano sinistra e quelli raggiungibili dalla mano destra invoglia (o addirittura obbliga) a mantenere le mani sulla tastiera in modo appropriato, con la conseguenza di migliorare la velocità e la precisione della digitazione.

Ergo K860
Il profilo della tastiera mostra una curvatura molto accentuata, che ha il suo culmine nella zona vuota tra i due gruppi di tasti principali. Questa linea consente una posizione più naturale delle mani.

Autonomia di 2 anni

Come abbiamo già accennato, la Ergo K860 “costringe” l’utente ad assumere una posizione ergonomica, a causa della particolare conformazione e orientamento dei tasti. L’unica regolazione disponibile è quella dell’inclinazione complessiva della tastiera, tramite due piedini estraibili che si trovano nella faccia inferiore. Contrariamente a quanto ci si potrebbe attendere, questi piedini non sono però collocati verso il fondo della tastiera. Al contrario si trovano vicini al bordo anteriore: la loro azione è quindi quella di sollevare il fronte della tastiera (con due livelli di intervento), reclinandola ancor più rispetto alla posizione piatta. Questa scelta può sembrare controintuitiva, ma in realtà ha un impatto positivo sull’angolo tra i polsi e gli avambracci. Specialmente se il tavolo su cui è poggiata la tastiera non si trova all’altezza ideale per garantire una postura perfetta.

Nella parte inferiore della tastiera si trova anche uno sportellino dietro cui sono alloggiate le batterie: due pile AAA garantiscono un’autonomia che può raggiungere i due anni. Nello stesso vano trova posto anche il ricevitore Unifying, per il collegamento con computer e dispositivi che non supportano direttamente lo standard Bluetooth.

Layout e impostazioni Ergo K860

La Ergo K860 è una tastiera estesa, che include un tastierino numerico e comprende la sesta fila di tasti lungo il margine superiore. La loro funzione è duplice. Possono infatti essere utilizzati come tasti funzione (da F1 a F12), oppure inviare comandi evoluti, come per esempio il controllo della riproduzione multimediale, la variazione del volume o la modifica della luminosità dello schermo.

Per passare da una modalità all’altra bisogna premere un tasto di selezione dedicato, oppure sfruttare la combinazione con il tasto fn, che si trova in basso a destra tra Ctrl e Alt. In modo simile a quanto accade spesso nelle tastiere dei notebook. Per inviare il comando Mute, per esempio, bisogna premere la combinazione fn+F10, oppure cambiare la funzione principale della fila di tasti superiore alternando tra tasti multimediali e tasti F. È sicuramente degna di menzione la scelta di inserire la doppia serigrafia per Mac e Windows sui tasti Alt e Start. Un piccolo dettaglio, che però può evitare molti mal di testa a chi deve spostarsi spesso tra i sistemi operativi Apple e Microsoft.

Ergo K860

La fila di tasti superiore si estende oltre la tastiera principale e supera quindi i tradizionali tasti funzione. Nella parte destra si trovano alcuni elementi molto interessanti, capaci di estendere le capacità di questa periferica. Così come alcuni dei più recenti mouse di Logitech, infatti, anche la ErgoK860 è in grado di gestire la connessione con tre diversi sistemi. Basta selezionare lo slot attivo tramite i pulsanti Easy Switch 1, 2 o 3 ed effettuare il pairing come di consueto. Una volta stabilita la connessione, per passare da un dispositivo all’altro basterà selezionare il device desiderato: dopo pochi istanti, la comunicazione sarà ripristinata automaticamente.

Switch rapido

La tastiera supporta sia la connessione Bluetooth Low Energy, sia i ricevitori Logitech Unifying. Può essere quindi utilizzata con un’ampia varietà di dispositivi: computer, certamente, ma anche tablet, smartphone e set top box. Proprio per questo motivo è preziosa la funzione di switch rapido. La tastiera può rimanere collegata in prevalenza con un computer, ma in caso di necessità basta premere un tasto per poterla utilizzare con un box Android, un server o un altro laptop.

Il supporto per i ricevitori Unifying estende la compatibilità anche dove non è disponibile la connessione Bluetooth. Basta utilizzare il ricevitore Unifying incluso nella confezione oppure acquistarne uno nuovo (costa 13,49 euro di listino, ma spesso si trova a prezzi più bassi sulle principali piattaforme di commercio elettronico) per collegare alla tastiera qualsiasi dispositivo con una porta Usb (a patto, naturalmente, che supporti l’input tramite tastiera).

Hardware e software

Alcuni tasti (i tre easy switch e il Blocco maiusc) sono corredati da minuscoli led bianchi, che rimangono attivi soltanto per il tempo strettamente necessario per segnalare il loro stato (al fine di preservare la batteria). Non è invece disponibile la retroilluminazione dei tasti, probabilmente l’unica reale limitazione di questa periferica. Un altro elemento interessante è il tasto di blocco, che si trova nell’angolo superiore destro della tastiera. Infatti basta premere questo tasto per bloccare il computer e mostrare la schermata di autenticazione, evitando che qualche malintenzionato possa interagire con il sistema mentre ci si trova lontano dal computer.

autonomia 2 anni
La Ergo K860 promette due anni di autonomia con un paio di batterie stilo AAA. Dietro lo stesso sportellino si trova anche un alloggiamento per riporre il ricevitore Unifying.

Si può ottenere lo stesso risultato anche con la scorciatoia da tastiera Windows+L, ma la presenza di un tasto dedicato (collocato tra l’altro in una posizione strategica) semplifica sicuramente l’accesso. La tastiera utilizza i protocolli standard Bluetooth oppure Usb, e non necessita quindi di un software di gestione specifico. Vale sicuramente la pena di installare l’utility Logitech Options almeno sul computer principale, perché l’integrazione tra hardware e software sblocca alcune possibilità interessanti. Innanzitutto, il tool invia un feedback visivo in seguito alla pressione di alcuni tasti (per esempio il Blocco maiusc); inoltre, consente di modificare diverse impostazioni.

Ergo K860: flessibilità senza limiti

Si possono, per esempio, disattivare alcuni tasti (come il Blocco maiuscolo, il Blocco scorrimento o il Blocco del tastierino numerico), ma soprattutto si possono personalizzare le azioni collegate all’intera fila dei tasti funzione. Questo può avvenire globalmente oppure per singola applicazione, offrendo agli utenti più evoluti un’eccellente flessibilità.

Conclusioni

La Ergo K860 è una delle tastiere ergonomiche migliori e più evolute tra quelle disponibili per il mercato italiano. L’ergonomia è ottima e la dotazione di funzioni è molto ricca: notevoli sono le opzioni di personalizzazione e il supporto di tre dispositivi con tasti di cambio rapido. Rimane qualche dubbio sulla durevolezza del poggia polsi e si sente l’assenza della retroilluminazione.

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Come scegliere uno smartphone nuovo

Nell’ultimo periodo le caratteristiche per lo smartphone perfetto sono cambiate, se prima eravamo alla ricerca di una fotocamera potente, oggi le esigenze non sono più le stesse… Per scoprire come continua a leggere l’articolo!

Cambiano le esigenze

A causa del lockdown e del distanziamento sociale forzato abbiamo dovuto imparare a fare tutto online. Prima la scuola e il lavoro erano un posto dove staccare dallo smartphone, oggi con le lezioni online e lo smartworking siamo decisamente sempre connessi.

Se bastava un qualunque device per leggere le news, controllare i nostri profili social e le chat, in questi mesi vi sarete sicuramente accorti che gli smartphone più datati hanno difficoltà a stare al passo con le nostre esigenze.

Le difficoltà degli smartphone datati

Le difficoltà possono essere principalmente di due tipi: problemi di memoria e problemi di batteria. Alcuni modelli hanno pochi GB a disposizione e inoltre non hanno la possibilità di espandere la memoria, per questo motivo determinate app che richiedono parecchio spazio non possono essere utilizzate. Avere il dispositivo con la memoria piena porta inoltre a un rallentamento generale del dispositivo.

Il secondo problema è la batteria che si scarica subito. Se infatti uno smartphone appena comprato può durare fino a 24 ore, dopo qualche anno la potenza della batteria scende fino ai casi peggiori, in cui lo smartphone dura solo poche ore al giorno. A proposito di questo ti lascio il link a un articolo in cui spieghiamo come allungare la vita al tuo cellulare.

batteria scarica

Come trovare un buon smartphone

Fino a poco tempo fa la caratteristica principale per scegliere uno smartphone era sicuramente la risoluzione della fotocamera, oggi la ricerca si sposta verso un dispositivo con più memoria, più veloce e soprattutto con più batteria.

fotocamera smartphone

Ti starai sicuramente chiedendo come capire se la batteria di un cellulare è buona, ad oggi potremmo considerare una buona batteria tutti gli smartphone con una batteria superiore ai 4.000mAh. Questa caratteristica può cambiare di anno in anno grazie all’avanzamento tecnologico. Sappi però che maggiore è l’amperaggio della batteria, e maggiore è il suo ingombro, e questo incide molto sul peso dello smartphone.

Per quanto riguarda invece la memoria ne esistono di due tipi: una è la RAM che con Android ad esempio ha 4 gigabyte (GB) che possono essere soddisfacenti per le attività di base. Se aumentiamo la quantità di RAM avremo maggiori capacità del dispositivo di gestire più app contemporaneamente.

La seconda è la memoria interna che serve a memorizzare in modo permanente i dati sullo smartphone. Qua è dove vengono salvate le nostre app e i dati delle stesse, documenti, foto e video e musica… Se non vuoi trovarti senza spazio a disposizione e sei una persona che utilizza molto il cellulare ti consiglio di partire con 64GB.

memoria piena

Alcuni modelli di cellulare supportano anche una espansione della memoria interna attraverso le microSD. In questo link puoi vederne di diversi tipi. Questo ti permette anche di trasferire i dati su un nuovo cellulare senza problemi, spostando solamente l’SD.

Se sei arrivato fino a qui, finalmente sai quali sono le caratteristiche per avere un buono smartphone adatto alle tue nuove esigenze.

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UPS: cos’è e come funziona un gruppo di continuità

UPS: cos’è e come funziona un gruppo di continuità? Scopriamolo in questa nuova guida.

Oggi parliamo di UPS, un dispositivo importantissimo che può rivelarsi fondamentale contro danni e disastri hardware. Le cause più comuni sono a livello di scariche, sovratensioni e istantanee interruzioni di energia elettrica.

Cos’è un gruppo di continuità (UPS)

Un UPS (dall’inglese Uninterruptible Power Supply), o più comunemente chiamato gruppo di continuità, è uno strumento elettrico di difesa contro anomalie elettriche e soprattutto ha lo scopo di mantenere alimentati i dispositivi a esso collegati, per un breve periodo di tempo, in caso di interruzione di corrente elettrica. Un UPS va posto tra la presa di corrente principale, da cui trarrà alimentazione, e le periferiche collegate, come computer, monitor, stampante, ecc…

UPS: cos'è e a cosa serve un gruppo di continuità
UPS

Tale strumento di sicurezza ampiamente utilizzato in campo informatico, serve a mantenere alimentate, quindi in funzione, tutte le periferiche ad esso collegate. Soprattutto in caso di sospensione della corrente, per un lasso di tempo limitato ma che spesso risulta essenziale per correre ai ripari. Permettendo in pratica di spegnere in modo adeguato i sistemi elettronici e informatici in uso e ad esso collegati.

Utilizzo del gruppo di continuità (UPS)

E’ un dispositivo molto usato negli uffici e aziende, ed è in grado di eliminare i disturbi (sbalzi o picchi di tensione) presenti nell’energia elettrica che arriva nelle nostre case. Oltre a questa funzione, il Gruppo di continuità “genera” corrente elettrica “pulita” per alimentare i nostri dispositivi (computer, schermo ..) in caso di mancata erogazione di corrente elettrica, permettendo, quindi, di salvare il nostro lavoro e spegnere in tutta tranquillità il dispositivo che stavamo utilizzando. I componenti fondamentali di un ups sono sostanzialmente 3: la batteria, un alimentatore e l’inverter.

Scelta la tipologia di Gruppo di continuità dobbiamo scegliere il voltaggio (Watt), espresso spesso in Volt-Ampere (VA). E’ una fase importante e bisogna scegliere con cura poiché si rischierebbe che, nel caso venisse a mancare la corrente, i dispositivi collegati si spengano perché il loro wattaggio è maggiore di quello che l’UPS è in grado di reggere. Per definire il wattaggio complessivo dovete sommare i Watt richiesti a pieno carico dai dispositivi che utilizzate contemporaneamente. Dd es.: usando il PC, è acceso anche lo schermo: PC (300W) +schermo LCD (50W): avete bisogno di un UPS di almeno 350W.

Come funziona un gruppo di continuità (UPS)

Tenere in considerazione che maggiore è il wattaggio in più, maggiore sarà il tempo di autonomia. Esempio: PC + schermo LCD consumano 350W (a pieno carico). Nel caso di un UPS da 350Watt, la durata sarebbe all’incirca di 2-3 minuti, ovviamente dipende dalla qualità dell’UPS.

modelli ups

Scegliere un Gruppo di continuità sovradimensionato (nel caso dell’es. prendessimo un UPS oltre i 500Watt), non solo avremmo la possibilità di collegare contemporaneamente altri dispositivi, ma, nel caso di PC+ schermo LCD potremmo ottenere un’autonomia anche oltre i 6-7 minuti. I fattori da tener presente sono: la rumorosità ed il raffreddamento (lo definirei correlato per via del rumore generato dalle ventole). Il rumore è dovuto all’inverter che produce corrente.

In pratica ups o gruppo di continuità, è composto per la gran parte da batterie, in genere due o tre, collegate in serie. Queste hanno il compito di alimentare le periferiche collegate al dispositivo in caso di interruzione di corrente. Tali batterie durante lo stato di riposo, ovvero quando non necessitano di intervenire per alimentare le periferiche collegate, rimangono cariche, essendo costantemente collegate alla presa elettrica. Così facendo si mantengono pronte ad intervenire in caso di necessità.

Modelli e tipologie di UPS

Esistono in commercio vari tipi di ups, con varie capacità di potenza. Solitamente sono in grado di generare alimentazione per svariati minuti, in casi di prolungati black out. Il tempo medio comunque si aggira sui 10 minuti, soprattutto quando le batterie interne non sono più nuove. 

modelli e tipologie ups
UPS ad uso domestico

Solitamente dispongono di un ingresso a cui collegare l’alimentazione elettrica e di varie uscite a cui connettere le nostre periferiche, oltre ad almeno due porte telefoniche anch’esse filtrate. Esistono ups, come per esempio quelli della famosa marca Eaton, che presentano porte sia sul lato posteriore, che su quello superiore, apparentemente uguali. Ma devi sapere che se intendi effettuare un collegamento di sicurezza allo scopo di mantenere alimentata una periferica come per esempio il pc, dovrai collegare quest’ultimo alle porte posteriori e non a quelle superiori.

Infatti solo le uscite poste sul retro dell’ups dispongono di un circuito mantenitore, il quale interviene in caso di mancanza di corrente. Mentre le uscite poste sul lato superiore sono solamente prese stabilizzate, e in caso di interruzione di corrente non potranno alimentare le apparecchiature a loro collegate.

Questa peculiarità genera spesso molta confusione presso l’utenza, soprattutto se non si leggono attentamente le istruzioni di utilizzo.

Come scegliere un UPSEsistono principalmente tre tipologie di UPS che si distinguono per tipologia costruttiva e modalità di intervento; possono essere raggruppati secondo le seguenti categorie:

  • OFFLINE
  • LINE INTERACTIVE
  • ONLINE/ATTIVI

UPS OFF-LINE

Gli ups definiti offline, sono i più tradizionali ed economici. Le periferiche collegate a questa tipologia di dispositivo, sono alimentate dalla presa di corrente e le batterie intervengono solo in caso di bisogno. Non dispongono dei filtri Emi per stabilizzare la corrente e poiché non hanno una capacità di intervento immediata come gli ups online, (ma intervengono solamente dopo circa 5/10 millisecondi), non sono indicati per un uso professionale, come in ambito server o data center. In pratica la corrente non viene filtrata e stabilizzata, per cui eventuali sbalzi in ingresso, si ripercuotono anche in uscita:

ups offline
UPS offline

UPS LINE INTERACTIVE

Esistono poi gli ups definiti line interactive, che pur non convertendo in maniera costante la corrente, da alternata a continua, intervengono in tempi brevissimi (circa 4/5 millisecondi) per ripristinare e filtrare la corrente nel caso in cui il dispositivo percepisca un’interruzione di alimentazione:

line interactive ups
UPS Line Interactive

UPS ONLINE

Quelli di tipo online, ora evoluti in “a doppia conversione” rappresentano i modelli più performanti e sicuri, in quanto garantiscono le migliori garanzie di protezione in qualsiasi situazione. Convertono costantemente la corrente da alternata in continua per cui non risulteranno interferenze nella linea, neanche minime, in caso di black out.

Sono decisamente più costosi rispetto alla tipologia offline, ma offrono una garanzia di sicurezza decisamente maggiore. Sono indicati per collegare data center, sistemi server, e apparecchiature mediche, dove si rende necessario un isolamento elettrico a protezione di apparecchiature altamente sensibili alle fluttuazioni di corrente, anche minimali.

La corrente viene convertita due volte; la prima viene eseguita in ingresso, la quale transita da alternata in continua, viene successivamente stabilizzata, per poi essere nuovamente convertita da continua in alternata, anche se in uscita può presentare una frequenza differente rispetto a quella che si riscontrava precedentemente in ingresso:

online ups
IPS Online

In sostanza pur essendo esteriormente identici ai modelli precedentemente descritti, mantengono la corrente costantemente filtrata mediante l’impiego di un trasformatore.

modelli ups

Quanto dura un gruppo di continuità (UPS)

Un gruppo di continuità UPS è composto da più batterie e da un circuito elettronico che mantiene le pile in carica ed in stand by durante il normale utilizzo, che interviene facendo scattare una sorta di commutatore elettrico appena il flusso di corrente che lo alimenta si interrompe, attingendo così l’alimentazione dalle batterie, mantenute sempre cariche.


Quando un gruppo di continuità inizia a dare segnali di malfunzionamento o cedimento, probabilmente dopo anni di utilizzo ininterrotto, mantenendo sempre meno la carica, significa che le sue batterie interne si stanno deteriorando, e stanno man mano perdendo le loro proprietà funzionali. In questi casi può risultare conveniente sostituire solo il gruppo batterie, e non l’intero ups, anche se la spesa si avvicinerà abbastanza al costo del gruppo completo, dato che questo è composto all’80% dalle batterie.

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I 6 errori tipici da evitare che accorciano la vita di smartphone e tablet

Oggi vi presentiamo la lista dei 6 errori tipici da evitare che accorciano la vita di smartphone e tablet. Ecco i nostri consigli.

Vi siete mai chiesti come mai la vita del vostro cellulare dura molto meno rispetto a quella dei vostri amici? Forse commettete qualcuno di questi errori che inevitabilmente minano la sua funzionalità. I trucchi non sono solo quelli di mantenere una giornaliera pulizia, e la sua manutenzione richiede una maggiore attenzione.

Ecco per voi 6 errori più comuni nell’utilizzo di uno smartphone o di uno tablet:

1. Non spegnerlo mai

Non spegnerlo mai

La batteria del vostro telefono non dura per sempre. Come qualsiasi cosa, il suo uso continuato la porterà inevitabilmente alla disfunzione. Ogni tanto cercate di farle fare una pausa e quindi di notte evitate di mantenerlo acceso e spegnetelo se potete.

2. Lasciare attivi Bluetooth e Wi-Fi su cellulare

Lasciare attivi Bluetooth e Wi-Fi

Tenere accesso sia Wi-Fi che Bluetooth aumenterà notevolmente il consumo della batteria e se entrambe sono attive contemporaneamente, l’effetto sarò moltiplicato. Se volete dare il vero colpo di grazia alle energie del vostro smartphone abilitate contemporaneamente anche il GPS e vedrete la batteria diminuire ad una velocità assurda.

3. Esposizione del cellulare alle intemperie

cellulare intemperie

Il cellulare non è fatto per rimanere esposto al sole, alla sabbia o all’acqua per lungo tempo. Nonostante alcuni modelli abbiano la capacità di resistere meglio a determinate situazioni non ha senso sforzarli a farlo, dato che potrebbero ugualmente incorrere in problemi a lungo andare.

4. Lasciare il cellulare in carica durante la notte

cellulare carica 100%

Secondo gli esperti del settore, lasciare il cellulare in carica oltre la sua percentuale del 100% di batteria rischia di ottenere il risultato opposto e di danneggiare le sue funzioni. È come se voi tentaste di riempire d’acqua un palloncino, quando arriva al limite, continuare a riempirlo può solo romperlo.

5. Utilizzare caricabatterie commerciali

caricabatteria non originali

Nonostante i costi delle versioni “pirata” dei caricabatterie siano molto meno incisivi, meglio spendere qualche soldo in più ma fare in modo di evitare che il vostro telefono possa subire dei danni a causa di un accessorio non adatto a lui.

6. Scaricare e conservare qualunque applicazione

cellulare troppe applicazioni

Non tutte le applicazioni hanno davvero una utilità e alcune vanno solamente a danneggiare le funzioni del vostro telefono. Assicuratevi di mantenere solamente quelle di primario utilizzo e se siete curiosi di scaricare un gioco oppure un’app legata alla fotografia o altro ancora, verificate dalle recensioni se può creare problemi al vostro hardware o delle incompatibilità con altri software.

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Raddoppia la batteria del tuo smartphone con Witty

Raddoppia la batteria del tuo smartphone con Witty: un piccolo dispositivo che è in grado di raddoppiare il ciclo di vita della batteria del tuo smartphone. Pochi euro per una grande idea.

La batteria è uno dei colli di bottiglia nella vita di uno smartphone. Le sue performance deteriorate, infatti, tendono a renderne meno appetibile l’uso dopo pochi mesi. Mettendo ansia nei cicli di ricarica e di fatto riducendo il ciclo di vita del dispositivo. La soluzione è tuttavia semplice, costa molto poco ed ha il valore aggiunto di essere un’idea intelligente tutta italiana.

Witty difende la batteria del tuo smartphone

Il suo nome è Witty. Witty è un dispositivo che può essere inserito tra il caricatore e lo smartphone, lasciandolo lavorare in silenzio affinché possa controllare che l’operazione di ricarica avvenga in modo corretto. Così facendo è come se si stesse togliendo dalla batteria un’alta dose di stress. Questo, alla lunga, porterebbe altrimenti al deterioramento delle capacità della batteria medesima.

Raddoppia la batteria del tuo smartphone con Witty

Il ragionamento è semplice: vuoi raddoppiare la vita della batteria del tuo smartphone e, di conseguenza, il ciclo di vita dello smartphone stesso? Bastano pochi euro.

Witty: quanto costa?

Partiamo dal prezzo, affinché sia chiaro che non si tratta certo di un costo, quanto di un utile investimento. Bastano infatti appena 29,99 euro per far tuo un Witty (del tuo colore preferito: nero, arancio o azzurro). Nel giro di 48 ore si potrà dare inizio alla propria nuova ricarica intelligente.

colore

Con 29,99 euro non solo si prolunga la vita della batteria, ma si ha inoltre il beneficio ulteriore di un ciclo di vita nel quale ogni singolo giorno lo smartphone potrà durare di più. Un beneficio che può durare anni, insomma, e che si ripaga ampiamente grazie al suo lavoro silente di lungo periodo.

Come funziona?

Witty è una sorta di tutore che opera a monte delle batterie al litio del tuo smartphone. Il suo compito è quello di regolare, gestire e limitare all’occorrenza la fase di ricarica, così da ridurre gli oneri a capo della batteria per ottimizzarne durata e performance. In particolare Witty si propone di gestire la ricarica notturna, pratica del tutto abituale per chiunque. Quando si mette in carica la sera uno smartphone per ritrovarlo al mattino a pieno regime, si opera nel modo più comodo per la propria organizzazione quotidiana ma al tempo stesso si appesantisce ogni singolo giorno la batteria di una qualche scoria di troppo.

Il motivo lo spiega il team Witty: “la batteria viene mantenuta alla sua tensione di fine carica di 4.35V anche dopo aver raggiunto il 100% per far sì che non si scarichi durante la notte“. E questo pesa: si stima che una cattiva gestione delle ricariche possa far perdere alla batteria anche l’1% della sua capacità ogni singolo mese che passa.

witty

Witty interviene su questo fronte, gestendo in modo più intelligente la fase di carica:

Tutti i dispositivi portatili che ricaricano la propria batteria tramite USB interrompono la fase di carica dopo aver raggiunto il 100% ma continuano a mantenere la batteria alla sua tensione di fine carica di 4.35V. Come riportato da vari studi del settore (ad esempio “Battery University”, un sito web pubblicato dal noto provider di tecnologie Cadex Electronics Inc.), non disconnettere la carica porta ad una rapida usura della batteria diminuendone i cicli di carica/scarica da quasi 500 a circa 200.

Se si riflette su quanto sia complesso cambiare una batteria (operazione talvolta addirittura impossibile) è chiaro come una semplice cattiva abitudine possa pesare fortemente sulla durata di uno smartphone e sui costi di cambio dello stesso quando le performance della batteria sono ormai eccessivamente erose. Il grande vantaggio offerto da Witty sta nella tecnologia brevettata ASO (frutto della ricerca di ricercatori dell’Università di Roma “La Sapienza”):

Evitare uno stress inutile e continuativo

L’ASO è in grado di leggere l’energia richiesta dallo smartphone al caricabatterie e scollegare, grazie ad un interruttore elettromeccanico, la batteria dalla rete elettrica nel momento in cui il fabbisogno energetico del dispositivo in carica è stato soddisfatto. Al contrario di tutti i regolatori di carica, l’ASO non legge la tensione o la capacità della batteria ma analizza il flusso di corrente tra il dispositivo in carica ed il caricabatterie.

Scollegando la batteria quando completamente carica si evita che rimanga alla sua tensione di fine carica di 4.35V anche dopo aver raggiunto il 100%, situazione estremamente dannosa per gli elettrodi della cella di litio, permettendo così alla batteria di iniziare il proprio ciclo di scarica.

Lo spegnimento della carica avviene tra i 10 ed i 30 minuti dopo aver raggiunto la soglia del 100% di carica. In linguaggio meno tecnico, “è come rilassare i muscoli dopo un allenamento intenso“: Witty consente alla batteria di evitare uno stress inutile e continuativo, ripristinando così il corretto ciclo di vita della stessa e allungando pertanto il ciclo di vita dello smartphone.

Come si usa?

Per usare Witty durante le ricariche notturne è sufficiente eseguire due semplici operazioni:

  1. inseriscilo tra smartphone e caricatore, collegando Witty direttamente dentro quest’ultimo
  2. premi l’apposito pulsante che avvia la ricarica: un piccolo led rosso segnala l’avvenuto avvio della ricarica
  3. dormi sonni tranquilli: penserà a tutto Witty
come funziona witty

Se è necessaria una presa USB Type-C è disponibile in confezione dedicata un apposito riduttore. Unico requisito è la ricarica di un solo terminale (che tramite pad wireless) per ogni singola unità di Witty. La quale ha la necessità di monitorare le fasi di ricarica del singolo device per poter in seguito operare con un’azione di salvaguardia sulla batteria.

Il mio smartphone ha una ricarica intelligente: quindi?

Il tuo telefono ha una ricarica intelligente e quindi ritieni che Witty non ti serva? Sbagli. Sebbene gli iPhone di nuova generazione (ad esempio) abbiano fatto non poco per migliorare le abitudini di ricarica dell’utente, in verità l’intervento è stato più che altro posticcio e non sostituisce in alcun modo ciò che Witty può offrirti. Questo perché l’apprendimento si basa su abitudini. Le eccezioni però sono in realtà all’ordine del giorno. Ciò implica che la cosiddetta “intelligenza” dell’apporto del sistema operativo è in realtà una operazione di facciata. Questa difatti non può realmente gestire al meglio la ricarica sulla base di elementi propri della batteria e delle sue dinamiche di ricarica.

Witty sfrutta la notte per regalare alla batteria ore di autentico relax. La ricarica lenta e limitata ottimizza la durata e la capacità dell’accumulatore. Questo evita che possa incorrere in fasi di extra-carica nelle quali le performance vengono meno. Ecco perché il team Witty scoraggia la ricarica veloce se non per i momenti più importanti: meglio procedere con lentezza, sfruttando tutta la notte per arrivare al mattino con batterie cariche e performance ottimizzate.

Witty: conveniente per te e per l’ambiente

L’idea, firmata da Lorenzo Craia, Luca Martini e Andrea Tognoli, ha importanti ripercussioni non soltanto sulle tasche di chi cambierà così le proprie abitudini di ricarica, ma anche sull’ambiente.

idea witty

Stiamo infatti parlando anzitutto di un dispositivo che allunga il ciclo di vita delle batterie e che riduce quindi il quantitativo di Litio immesso in discarica; inoltre si tratta di un device totalmente riciclabile, sostenibile dunque per vocazione; infine per ogni Witty acquistato verrà impiantato un nuovo albero, contribuendo così in modo positivo all’impronta ambientale del progetto.

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Telefonia Mobile

Ecco come caricare il telefono senza rovinarlo

Il nostro smartphone è diventato uno oggetto indispensabile nella vita di tutti noi, perchè possiamo fare di tutto con uno dei “telefoni intelligenti”: prenotare voli o treni, orientarci con mappe interattive, partecipare ad una riunione con i colleghi o vedere le ultime notizie del TG.
Per far tutto ciò, è indispensabile che la batteria non “ci abbandoni” sul più bello e per mantenere la nostra batteria in salute, vi indicheremo 4 consigli da seguire:

1. Tieni il livello di carica della batteria tra il 60% e il 75%

Secondo Cadex, una rispettata azienda che si occupa proprio di test su smartphone e batterie, tenere la carica al massimo non serve; anzi, al contrario, è dannoso. Meglio evitare gli estremi e tenerla a un livello medio, ricaricando più volte, ma senza mai raggiungere il massimo nè il minimo.

2. Non far scaricare completamente il telefono prima di collegarlo

Per lo stesso motivo serve evitare di collegare il telefono alla carica soltanto una volta spento del tutto. In questo modo infatti obblighiamo la batteria a un lavoro maggiore per riuscire a ricaricarsi, e soprattutto la usuriamo molto di più.

White smartphone in charge on wooden table

3. Scollega il telefono non appena raggiunge il 100%

Se capita che per via di una svista o per una dimenticanza il telefono è già arrivato al massimo della carica, allora è meglio scollegarlo subito.
Tenerlo collegato al caricatore inutilmente è dannoso: la batteria sarà sottoposta per più tempo a temperature maggiori e uno sforzo di cui, di fatto, non ha nessun bisogno.

4. Evita di caricare il tuo telefono durante la notte

Ecco perché va assolutamente evitata la carica notturna, procedura che fanno in tanti. Quando mettiamo il nostro smartphone in carica durante la notte, ciò che succede è che in pochissimo tempo raggiunge il massimo della carica (e già questo sarebbe da evitare) e poi, quel che è peggio, è che rimarrà in carica per cinque o sei ore. Così facendo la batteria si usura in modo estremamente rapido perché la stiamo sottoponendo a un lavoro inutilmente lungo e continuativo.

Formazione

iOS&Android: consigli per la durata della batteria.

La tecnologia avanza, le batterie diventano sempre più performanti, ma si rimane sempre senza batteria. Purtroppo più si ha , più lo si usa, gli schermi hanno definizioni sempre maggiori e le batterie si consumano sempre più in fretta.

Insieme proveremo con dei piccoli accorgimenti ad ottimizzare la durata della batteria. Partiamo nel disabilitare quelle funzioni di cui non abbiamo effettivamente bisogno h24. Pochi minuti da perdere nel configurare le impostazioni in cambio di una batteria spesso di molto più longeva.

Cominciamo con una funzione attiva di default, il feedback tattile , quella vibrazione “di ritorno” che lo smartphone effettua quando premiamo un tasto o compiamo determinate azioni. Sicuramente di impatto ma di dubbia utilità considerando l’inevitabile impatto sulla batteria.

App e Giochi

Singole app  di solito consumano quantitativi importanti di batteria. Tutti gli smartphone più recenti consentono, dalla sezione delle impostazioni dedicata alla batteria, di vedere i consumi delle singole applicazioni. In questo modo possiamo valutare se eliminare o limitare quelle che magari riteniamo a questo punto, meno importanti.

Luminosità

Senza dubbio , diversamente dai giochi o di alcune app, la luminosità dello schermo è qualche cosa di indispensabile, tuttavia incide direttamente sulla durata della batteria: va da sé che più la terremo bassa e maggiore sarà l’autonomia. Impostandola su automatico i sensori saranno perennemente a lavoro per adattarsi alla luce circostante, con il conseguente consumo di energia. La sera infine una bassa luminosità dello schermo risulta anche meno stancante per gli occhi.

Connettività e geolocalizzazione

Si sono due funzioni essenziali, ma che non necessariamente ci servono in ogni istante. A maggior ragione se la nostra batteria è quasi completamente a terra. Disattivare Bluetooth e GPS ci può far guadagnare preziosissimi minuti in una situazione “di emergenza”.

Risparmio energetico

Una volta mettere in risparmio energetico il proprio smartphone significava tornare indietro agli anni ’90 : intendo poter ricevere chiamate ed sms. Di fatti , quasi tutti gli smartphone di ultima genereazione permettono di attivare questa funzione e in molti casi la resa è quasi impercettibile. Lo smartphone fondamentalmente andrà a mettere in pratica automaticamente alcuni dei suggerimenti presenti in questo articolo. Sostanzialmente si perderanno alcune funzioni “utili” ma non indispensabili, come l’aggiornamento in background, il multitasking ecc…

Formazione

iPhone : problemi alla batteria con l’ultimo aggiornamento.

L’aggiornamento iOS 13.6.1 da pochi giorni rilasciato da Apple, un update poco importante, in cui vengono fixati bug minori e risolti alcuni problemi legati alle performance degli smartphone, ma alcuni utenti hanno iniziato a segnalare problemi di surriscaldamento e di autonomia della batteria dopo l’aggiornamento.

Non è la prima volta che dopo un aggiornamento di iOS gli utenti iniziano a segnalare del battery drain, ossia il consumo anomalo della batteria che porta lo smartphone a scaricarsi dopo poche ore, ma Apple è sempre intervenuta abbastanza rapidamente. E molto probabilmente lo farà anche questa volta: è già pronto l’aggiornamento a iOS 13.7 (che ha debuttato in versione beta) che verrà rilasciato a breve.

iOS 13.6.1, problema con il consumo della batteria: come risolvere

Un workaround temporaneo che risolve il problema del battery drain sembra essere il seguente: basta resettare le impostazioni per non avere più un consumo anomalo della batteria.
Altra soluzione temporanea in attesa che Apple rilascio un nuovo aggiornamento. La prima cosa da fare è spegnere l’iPhone per qualche minuto e poi riaccenderlo. Nel caso in cui i problemi continuino a manifestarsi bisogna resettare le impostazioni di rete. In alternativa si può resettare direttamente tutte le impostazioni dello smartphone. Questi workaround solitamente funzionano, ma non è detto che risolvano in toto il problema.

Il problema non sembra riguardare un solo modello di iPhone, a tutti quelli compatibili con questa versione di iOS. Le segnalazioni, infatti, arrivano sia da iPhone SE, sia da iPhone 11 Pro.

La causa non è stata ancora scoperta forse si tratta di piccoli bug presenti all’interno del sistema operativo o di app che restano attive in background consumando molta batteria. L’unica cosa certa è che il consumo è veramente sopra la norma.

CONSIGLIO : aspettare iOS 13.7, prossimo aggiornamento del sistema operativo nel quale sicuramente ci sarà una fix per questo problema legato al battery drain. Per il rilascio non bisognerà aspettare molto: la versione beta è già stata pubblicata.