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Come funziona un server?

Sentiamo parlare ormai quotidianamente di server e client, ma cos’è un server e come funziona?

Vuoi creare un sito web e metterlo online o semplicemente migliorare le prestazioni del tuo sito già disponibile su internet? Molto probabilmente, se hai cercato consigli su come velocizzare un sito internet, senza dubbio avrai letto che l’uso di un server dedicato è in molti casi risolutivo per ottenere il massimo delle prestazioni da un sito internet.

Se questa è la prima volta che senti parlare di server, in questa guida ti spiego cos’è un server e qual è la definizione esatta. Inoltre, ti spiegherò come funziona un web server, come scegliere i migliori. Vedrai anche come trasformare il nostro computer in un server in grado di ospitare un sito web accessibile da qualsiasi parte del mondo.

Indice

Definizione

La definizione di server da informatici è:

Il server (servitore in inglese) è un elemento informatico e delle telecomunicazioni che elabora e gestisce le informazioni su una rete, restituendole a tutti coloro che ne fanno richiesta (clients).

La definizione per i non informatici:

Il server è gestore virtuale delle informazioni che stanno su una rete. Quindi, quando accendi il è pc e fai una ricerca su Google i risultati che vedi vengono restituiti da un server web. Quando entri all’interno di un sito web per esempio, tutte le informazioni contenute all’interno delle pagine fanno ad un server.

Tue ne fai richiesta quando apri la pagine e il server ti restituisce il risultato.

Di fatto questo processo avviene in modo automatico, di conseguenza l’utente non ne ha la percezione. Vediamo insieme che cos’è e come funziona un server, le differenze tra server e hosting e le tipologie di server più comuni.

Possiamo quindi dire che un server altro non è che un computer che ha il compito di elaborare e gestire il flusso dei dati richiesti da altri utenti connessi in rete – chiamati clients, cioè clienti – all’interno di una rete privata locale o su internet. In alcuni casi, viene anche chiamato host. Il termine server deriva dall’inglese to serve, che significa appunto serviente o servitore e risponde esattamente al suo ruolo svolto in rete. In pratica servire i dati o le pagine web richieste dagli utenti o visitatori. Quando parliamo di web server, invece, intendiamo server accessibili attraverso internet che ospitano siti web o servizi cloud.

Server: che cos’è fisicamente

Quando si parla di server in realtà ci si può riferire a più elementi informatici:

  • Al computer, cioè alla macchina fisica (hardware) che viene utilizzato per fornire informazioni ad altri computer.
  • Al software (programma) che permette di restituire le informazioni, utile al fine di compiere un processo (di seguito ti spiego meglio).

Hardware vs software: il primo è tutto ciò che si può fisicamente toccare, il secondo è il programma che consente alla macchina di fare i suoi compiti.

Per ricordarti di questo ti basta fare il giochetto della traduzione inglese e pensare che hard vuol dire duro, che quindi puoi toccare.

Server e hosting: differenze

Spesso quando ci si approccia per la prima volta a creare un sito web e ad aprire un blog sorgono spontanee delle domande come: qual è la differenza tra un server e un hosting.

Un server è l’elemento fisico su cui sono gestite le informazioni, mentre l’hosting è lo spazio virtuale che contiene i dati.

Per intenderci meglio ti spiego come avviene il funzionamento della gestione dei contenuti all’interno di un sito web. Facciamo l’esempio di questo articolo che sto scrivendo e che quindi se stai leggendo ho già pubblicato nel mio blog.

Questa pagina è contenuta nel mio hosting condiviso di Aruba (puoi cliccare qui per dargli un’occhiata). Cioè uno spazio a pagamento annuale e che è “allocato” su un server. Questo vuol dire che al momento un unico server contiene diversi siti web e quindi diversi spazi virtuali intestati ai vari proprietari.

Il server è il computer che ti restituisce questo contenuto nel momento in cui apri questo sito. L’hosting è invece lo spazio virtuale su cui si trova. Nel web spesso questi due termini vengono considerati sinonimi, anche se per essere precisi non lo sono.

Di solito chi ha bisogno di un hosting?

Di solito tutti coloro che vogliono avere uno spazio in cui promuovere le proprie attività o semplicemente esprimere la propria opinione in merito ad un argomento, come:

  • Liberi professionisti
  • Aspiranti blogger
  • Piccole e medie imprese

Oggi è diventato molto più semplice avere uno spazio personale e gestirlo in autonomia.

Server: come funziona

Il server funziona grazie ad una rete di computer che si rifanno al modello client-server. Cioè un computer o più di uno fa una richiesta e un altro (il server) gli dà il risultato. Di solito lo schema è 1 computer server verso diversi computer clients.

Cos’è un server?

Tipologie di server

In questo specifico articolo tratteremo dettagliatamente l’argomento server web. Questi altro non sono che server che ci consentono di fare richiesta e visitare i siti web recuperando così le informazioni che più ci interessano in quel momento. Ma come avrai immaginato esistono vari tipi di server.

  • Web server: questa tipologia è la più conosciuta e comune ed è quella che ti permette di accedere alle informazioni sul web. Un web server salava le informazioni, le elabora e le consegna ai client che le richiedono. Esistono varie tipologie di web server come Apache e Nginx.
  • DNS server: il domain name server è molto importante perché viene utilizzato per convertire un indirizzo IP nel nome di dominio, così che tu possa utilizzare enjoysystem.it invece che una serie di numeri che non ricorderesti mai.
  • Database server: si tratta di un server che permette di gestire banche dati, può essere ospitato su un hardware dedicato oppure su un semplice computer. Un esempio famoso è il database mySQL utilizzato dai siti web in WordPress.
  • File server: è un server che consente agli utenti di accedere ai file presenti un altro computer (il server), così da facilitare la comunicazione tra i vari computer.
  • Email server: è un programma che utilizziamo praticamente tutti ogni giorno e serve a ricevere e smaltire tutti i messaggi di posta elettronica comunicando con il client di posta che li riceve (il programma che hai installato sul tuo pc).
  • Proxy server: questo è il tipo di server un po’ più anomalo, nel senso che rispetto agli altri che hanno una funzione precisa questo fa da intermediario. Un esempio sono i sistemi di cache che permettono di conservare una copia del sito web così da farla caricare più velocemente nel computer client.

Come funziona un web server?

Per fare un esempio pratico di come funziona un server, posso spiegarti in maniera semplice cosa accade mentre visitiamo una pagina web.

Quando usiamo il computer, uno smartphone o tablet – in questo caso client – per navigare in internet, nel momento in cui apriamo una pagina internet stiamo richiedendo al server di fornirci tutti i dati – immagini, pagine HTML ed altre informazioni – utili per visualizzare la pagina web, video o altro contenuto direttamente sullo schermo del nostro device. In pochi secondi, il web server sarà in grado di elaborare la richiesta e inviare i dati al client che effettuerà il rendering dei dati ricevuti, mostrandoli sul display.

web server

Ovviamente, per funzionare correttamente, un server necessità di componenti hardware – come CPU, RAM, hard disk e schede di rete. Inoltre necessita anche di software – sistema operativo Windows, Linux, centOS e altre componenti come cPanel o Plesk – in grado di farci configurare la macchine, effettuare queste elaborazioni e restare attivi ininterrottamente, anche per diversi anni. Maggiori saranno le risorse a disposizione, migliori saranno le prestazioni del server e dei siti ospitati.

Differenza tra server e client

La differenza tra server e client sta nel fatto che il server mette a disposizione un servizio che verrà usufruito da uno o più client, di conseguenza si potrebbe definire il fornitore del servizio. Per accedere al servizio/informazioni il client deve conoscere l’indirizzo ip del server. Questo nel caso dei siti web in realtà non lo vedi in modo diretto, perché mascherato dal nome dominio (DNS).

La funzione principale di un server è dunque quella di farti ottenere delle informazioni sulla tuo dispositivo, quest’ultimo definito appunto client.

Quanti tipologie di web server esistono?

Ovviamente, esistono varie tipologie di server da usare a seconda dello scopo che dobbiamo raggiungere. Escludendo le differenze strutturali dei server (che possono essere di tipo tower, rack o blade), osserviamo quelle che sono le differenze funzionali:

Web Server

Un server web comunica con i suoi client tramite protocollo HTTP, o ancora meglio, HTTPS. Questa tipologia è solitamente usata per ospitare siti internet e servizi accessibili tramite web. L’host quindi, invia dati in grado di essere interpretati e generati dai browser più comuni come Chrome, Firefox, Safari, Opera e Internet Explorer.

Mail Server

Anziché HTTPS, questo server sfrutta il protocollo Simple Mail Transfer Protocol, anche detto SMTP. È composto da moduli in grado di inviare, ricevere e quindi gestire messaggi di posta elettronica tramite webmail o client come Outlook, Mail o Thunderbird.

DNS Server

Sono utili per assegnare un nome di dominio a un web server presente in rete. I DNS – Domain Name System – sono importanti per convertire un indirizzo IP in un dominio, che viene solitamente digitato direttamente nella barra degli indirizzi del browser.

Game Server

È un tipo di server configurato e ottimizzato appositamente per consentire l’esecuzione di giochi online multiutente. Si tratta quindi di macchine dotate di numerose risorse hardware ad alte prestazioni affinché l’interazione tra i giocatori possa avvenire in maniera sincrona e con tempi di latenza impercettibili.

Proxy Server

Questo tipo di server è un intermediario tra le richieste che provengono dalla rete e l’indirizzo IP del server stesso. Le funzionalità di un server proxy sono molteplici, tra le più comuni, quelle che consentono di rendere anonimo un indirizzo internet o filtrare gli accessi.

Database Server

Sono computer utili per consentire l’accesso e la gestione di database. Nel caso di WordPress, ad esempio, dobbiamo necessariamente possedere un server database che sarà fornirà dati ogni volta che un visitatore arriverà sul nostro sito e vorrà visitare determinati contenuti.

File Server

Infine, se senti parlare di FTP (File Transfer Protocol), FTPS (FTP over SSL), SFTP (Secure File Transfer Protocol) o SCP (Secure Copy), si intendono i protocolli di trasferimento dei file server. Computer che hanno lo scopo di archiviare file e renderli consultabili da qualsiasi computer in rete autorizzato all’accesso. In parole semplici, i server di questo tipo sono spesso usati per fare backup in tempo reale di tutti i computer presenti in rete o per configurare un PC come se fosse un hard disk condiviso tra più computer.

Trasformare un computer in server: si può?

Assolutamente si! Anche un normale computer che possediamo a casa può essere trasformato in un server web ma, ovviamente, nel momento in cui lo spegneremo, il sito internet o gli altri servizi hostati dal server non saranno più accessibili dagli altri dispositivi in rete. Per questo motivo è sempre più conveniente acquistare un server condiviso o dedicato.

Inoltre, per un uso sicuro e funzionale di un server web, è necessario conoscere nozioni tecniche avanzate per configurarlo in maniera corretta. Queste sono operazioni non semplici da eseguire.

Qual è il server migliore per le nostre esigenze

Definito cos’è un server, come funziona e quali sono i tipi di server più diffusi, è bene sapere qual è il server migliore per le nostre esigenze.

Sono i provider di hosting (come Aruba, SiteGround, NetSons, OVH, VHosting e tanti altri) ad offrirci soluzioni server di ogni tipo a seconda dell’uso che dobbiamo farne; riguardo i costi: si parte da poche decine di euro all’anno fino a diverse centinaia mensili, in base alla configurazione scelta e ai servizi accessori inclusi nel servizio.

Poiché quando parliamo di server, parliamo anche di hosting, ti consiglio di dare un’occhiata alla guida su cos’è un hosting per saperne di più in base all’obiettivo che vuoi raggiungere, ma in linea di massima, puoi considerare queste indicazioni.

Scegli un server condiviso se vuoi pubblicare un sito internet amatoriale, vuoi semplicemente testare un progetto online e non hai particolari esigenze in termini di prestazioni; tuttavia, a seconda del provider, gli hosting condivisi sono più che sufficienti per supportare diverse migliaia di accessi ogni giorno a prezzi molto bassi.

Dovrai necessariamente optare per un server dedicato se vuoi che le risorse disponili sulla macchina siano utilizzabili solo ed esclusivamente dai tuoi siti internet o servizi hostati sul server: in questo caso, la soluzione sarà nettamente più costosa ma avrai la possibilità di configurare l’hardware e il software come preferisci.

Infine, negli ultimi anni, sono stati introdotti i server cloud e VPS: server condivisi ma con risorse virtuali dedicate. Molto meno costosi rispetto alle soluzioni totalmente dedicate, sono un buon compromesso per ottenere prestazioni di qualità a prezzi contenuti.

Conclusioni

Spero che questa guida completa ai server sia stata utile per farti conoscere meglio questa branca dell’informatica e in particolare quella relativa agli hosting e alla pubblicazione dei siti web. Non ti resta che dare un’occhiata alla soluzioni offerte dai vari provider e scegliere quella con il miglior rapporto qualità prezzo a seconda del tuo scopo.

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WiFi 7: tutto quello che c’è da sapere

Tutto quello che c’è da sapere sul nuovo Wi-Fi 7, la nuova tecnologia per connessioni wireless che offrirà una maggiore velocità di connessione e minore latenza.

Indice

Tra i prossimi traguardi tecnologi c’è il Wi-Fi 7. Secondo il gruppo di lavoro IEEE, la nuova tecnologia renderà più performante la connessione a internet. Soprattutto se impiegata per la Realtà Virtuale (VR), la Realtà Aumentata (AR), i videogiochi e lo smart working.

Tra i principali benefici del Wi-Fi 7 vi è una maggiore velocità di connessione e una diminuzione della latenza. Ossia il tempo che intercorre fra input e output per portare a termine il trasferimento delle informazioni. Una serie di migliorie che, secondo alcuni esperti, renderebbe la connessione senza fili persino più performante rispetto a quella via cavo ethernet.

Le caratteristiche principali del WiFi 7

WiFi

Per ottenere queste prestazioni, il Wi-Fi 7 ricorre alla tecnologia multi-link, che abbassa la latenza in ambienti sovraffollati. In altre parole, si avranno tre canali di supporto: uno dotato di banda bassa a 2,4 GHz, gli altri due dotati di bande alte a 5 e 6 GHz. I canali si alterneranno tra loro in base alla disponibilità, in questo modo si eviterà una congestione di dati e, di conseguenza, un aumento della latenza. Per quanto riguarda la velocità di connessione, il Wi-Fi 7 può contare su una banda larga a 320 MHz. Il doppio rispetto a quanto visto finora con il Wi-Fi 6, la cui diffusione è recente.

Per capire: la versione migliorata, detta Wi-Fi 6E, è supportata al momento da dispositivi come l’ultimo smartphone messo in commercio da Samsung, l’S22 Galaxy Ultra. Tra le altre peculiarità del WiFi 7 vi è il Preamble Puncturing, un processo automatico che amplia i canali, anche in presenza di interferenze. Questo succede perché la nuova connessione è in grado di unire due canali, anche a MHz differenti, per ottenerne uno di maggiore portata.

Metaverso e VR

meta

La pandemia ha dimostrato quanto sia centrale nella società attuale la connessione a internet. Nel pieno dell’era del metaverso, che porta con sé una progressiva diffusione di VR, AR, smart working, cloud gaming e così via, diventa fondamentale dotare l’utenza di una rete senza fili sempre più potente e veloce.

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Ecco il cloud con pagamento una tantum

Cerchi uno spazio di archiviazione cloud, che sia tuo per sempre? Ecco la migliore offerta disponibile: PCloud, il servizio di cloud senza abbonamento, pagamento una tantum.

Sei alla ricerca di uno spazio d’archiviazione senza abbonamento? La soluzione esiste, e si chiama pCloud. Questo servizio offre, infatti, spazi d’archiviazione cloud a vita: ciò significa che basta un pagamento una tantum e lo spazio sarà tuo, per sempre. Potrai caricarci qualunque cosa desideri, fotografie, video, brani oppure documenti.

Un bel risparmio, se paragonato alle altre piattaforme che offrono – però – solamente servizi in abbonamento, vincolandoti così ad una spesa che dovrai sostenere per molto tempo se vuoi continuare ad accedere ai tuoi file. PCloud offre due piani, attualmente in offerta: quello Premium da 500 GB è in sconto a 175 euro (invece di 500), mentre il Premium Plus da ben 2 TB lo pagherai solamente 350 euro, ben il 64% in meno rispetto al prezzo originale di 980 euro. A rendere pCloud uno dei migliori servizi sono, però, anche i numerosi vantaggi che offre: diamo un’occhiata.

PCloud: salva direttamente da web a cloud in un solo click

pcloud

Una funzione davvero interessante è pCloud Save, che ti permette di salvare qualsiasi file dal web direttamente sul tuo spazio di archiviazione. Navigando in internet ti sei mai imbattuto in un articolo, un’immagine o un post social interessante, ma che non hai il tempo di leggere subito? Grazie a pCloud basta un click per salvare qualsiasi cosa in rete direttamente sul tuo account, per poi magari rivederla più tardi da qualsiasi dispositivo e condividerli con chiunque tu voglia. L’operazione è davvero semplice ed intuitiva e funziona attraverso una piccola estensione browser da scaricare direttamente dal sito web di pCloud (ovviamente se hai già acquistato il servizio).

Spazio d’archiviazione cloud senza abbonamento

Il servizio offerto da pCloud è compatibile con Windows, macOS, Linux, Android, iOS e via web. Il vantaggio principale è che ogni dispositivo viene sincronizzato automaticamente con l’archivio cloud, in modo tale da accedere più facilmente ai tuoi file e in qualsiasi momento. La sicurezza di ogni file caricato è garantita da protocollo TLS/SSL e a tutti viene applicata crittografia 256-bit AES. Altra interessante funzione è la media gallery con player integrato, che possiamo usare per vedere video oppure ascoltare musica direttamente dallo spazio di archiviazione, senza doverlo scaricare sul dispositivo.

Le funzionalità di pCloud però non finiscono qui. Per dare un’occhiata più approfondita al servizio ti consigliamo di accedere alla pagina ufficiale, dove potrai anche valutare l’acquisto del piano più adatto alle tue esigenze. Ricordiamo che il piano Premium da 500 GB è in offerta a 175 euro, mentre il Premium Plus da 2 TB a soli 350 euro. Entrambi i pagamenti del servizio in cloud sono da considerarsi una tantum, dal momento che pCloud non è un servizio in abbonamento bensì lifetime.

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Cambio di residenza online

Da domani 1 febbraio una novità nel campo dell Pubblica Amministrazione in particolare sarà possibile effettuare un cambio di residenza online, vediamo come.

Un ulteriore passo in avanti è stato fatto da parte della Pubblica Amministrazione, che fornisce un nuovo servizio digitale aperto ai cittadini, facilitandone per quanto riguarda i servizi anagrafici, alcune operazioni. Si tratta del cambio di residenza online, accessibile da remoto a chiunque, in forma digitale. Per piccola che possa essere la novità, è un balzo enorme rispetto al passato, praticamente una rivoluzione in campo digitale.

La residenza si cambia online

Il 1 febbraio è l’inizio della prima fase di applicazione, della durata di circa due mesi ed esteso ai primi comuni abilitati (prima di un rollout generale alla totalità dei comuni italiani). Il nuovo sistema consentirà sostanzialmente di:

Cambio di residenza online
  • cambiare residenza online per il trasferimento da un qualsiasi comune, o dall’estero per i cittadini italiani iscritti all’AIRE, verso uno dei comuni coinvolti;
  • cambiare abitazione nell’ambito di uno dei comuni aderenti.

Questi i comuni immediatamente abilitati (individuati d’intesa tra Ministero dell’Innovazione e ANCI):

  • Alessandria
  • Altamura
  • Bagnacavallo
  • Bari
  • Bergamo
  • Bologna
  • Brescia
  • Carbonia
  • Castel San Pietro Terme
  • Cesena
  • Cuneo
  • Firenze
  • Forlì
  • Laives
  • Latina
  • Lecco
  • Lierna
  • Livorno
  • Oristano
  • Pesaro
  • Potenza
  • Prato
  • Rosignano Marittimo
  • San Lazzaro di Savena
  • San Severino Marche
  • Teramo
  • Trani
  • Treia
  • Trento
  • Valsamoggia
  • Venezia

I comuni interessati, supportati da Sogei, potranno gestire le dichiarazioni online sia utilizzando l’applicazione web messa a disposizione da ANPR, sia attraverso i propri applicativi gestionali, una volta aggiornati con le integrazioni richieste e necessarie.

Anpr, il progetto

l 18 gennaio 2022 si è completato il percorso che ha portato tutti i comuni italiani dentro l’Anagrafe Nazionale: i dati di 67 milioni di italiani sono ora in una banca dati unica, sicura e digitale.

I cittadini residenti nei 7.903 comuni del Paese e quelli all’estero iscritti all’AIRE possono inoltre verificare e chiedere l’eventuale correzione dei propri dati anagrafici online. Dal 15 novembre 2021, inoltre, possono scaricare 14 diversi certificati digitali in modo autonomo e gratuito.

ANPR è un progetto del Ministero dell’Interno la cui realizzazione è affidata a Sogei, partner tecnologico dell’amministrazione economico-finanziaria, che ha curato anche lo sviluppo del nuovo portale. Il Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei ministri, inoltre, è titolare del coordinamento tecnico-operativo dell’iniziativa.

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Riconoscere un sito falso

Quante volte hai aperto un link con il dubbio che fosse falso? Da ora puoi capire come riconoscere un sito falso con pochi e semplici passaggi! Vediamo insieme come fare.

Controllare il tipo di connessione e il dominio

Controllare il tipo di connessione e il nome di un sito è uno dei primi accorgimenti che devi adottare se vuoi riconoscere un sito falso. Potrebbe sembrare “banale” come consiglio ma le statistiche riguardanti le truffe perpetrate online dimostrano che in realtà una grossa fetta di utenti non vi presti molta attenzione.

Accertarti, quindi, che i siti che visiti, soprattutto quando fai acquisti online e/o a rilasciare informazioni personali sul tuo conto, utilizzino il protocollo HTTPS, il quale indica la presenza di una connessione sicura.

https1

Come puoi verificare questa informazione? basta dare un’occhiata alla barra degli indirizzi del browser in uso, nella quale dovrebbe essere raffigurato un lucchetto verde serrato accanto al nome del sito Web e la dicitura https:// prima del suo dominio.

https2

Oltre a controllare il tipo di connessione di un sito, ti consiglio di prestare attenzione anche al suo nome di dominio.

In quanto, a volte i truffatori, soprattutto chi diffonde le fake news, usano nomi di dominio molto simili a quelli di siti autorevoli, magari cambiano una lettera o inseriscono un numero, riuscendo molto spesso a ingannare l’utente che non si accorge dell’accaduto.

https3

Verificare la Web Reputation

Verificare la Web Reputation di un sito, ovvero la reputazione che gli utenti del Web hanno rilasciato, può aiutarti a riconoscere un sito falso da uno autentico.

Fare una semplice ricerca su Google per scoprire la reputazione di un sito Web è un’operazione alquanto semplice ma allo stesso tempo efficace per quanto riguarda l’individuazione di un sito Web falso.

Collegati alla home page del motore di ricerca, scrivi nella barra di ricerca il nome del sito seguito dal termine opinioni oppure recensioni (es. enjoysistem.it opinioni o enjoysystem.it recensioni) e clicca invio.

Anche i social network possono essere molto utili per verificare la reputazione di un sito.

Se il sito che vuoi esaminare ha una pagina Facebook ufficiale, collegandoti a quest’ultima e analizzando la sezione commenti, potrai rilevare la presenza di lamentele o denunce circa eventuali disservizi rilevati dagli utenti.

Ora sarai in grado di capire se un sito è falso.

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Connessione LTE, cosa significa?

Molti di coloro che hanno uno smartphone ed un’offerta internet associata avranno sicuramente sentito parlare di connessione LTE, ma cerchiamo di analizzare nello specifico cosa significa e di cosa si tratta.

Che cosa significa connessione LTE?

Questo termine è ormai entrato nella quotidianità di moltissime persone ma non tutti sanno che si tratta dell’acronimo di Standard Long Term Evolution. La connessione LTE è il tipo di rete che tutti utilizziamo abitualmente. Conosciuta anche come 4G. si tratta dell’evoluzione della rete mobile dopo il 3G e il 3G+ (UMTS, HSPA e HSPA+) che consente di avere delle prestazioni decisamente più alte rispetto alle precedenti.

Grazie alla connessione LTE è possibile raggiungere delle velocità davvero alte sia in download che in upload. Infatti con il 4G standard la velocità teorica è di 100Mbps in download e di 50 Mbps in upload. In seguito, grazie agli sviluppi successivi e con l’approdo del 4G+ (che ha preso il nome di LTE Advanced), la banda larga mobile consente di raggiungere velocità massime di oltre 400 Mbps. Successivamente alcune compagnie hanno lanciato le nuove connessioni 4,5G che rappresentano la connessione a cavallo tra la 4G e la futura connessione 5G che potrà raggiungere gli 800 Mbps in download.

Tutto quello che bisogna sapere sulla LTE

La connessione LTE come detto è la quarta generazione tecnologica per la trasmissione dei dati sulle reti cellulari. Parlando in termini di velocità vediamo che la connessione LTE, rispetto alla 3G/HSPA è fino a cinque volte più veloce. Con il 3G infatti si arrivavano a scaricare 5,7 Mbit al secondo mentre con il 4G/LTE la velocità di download massima è di 100 Mbit al secondo. Ovviamente sulla velocità effettiva incide la capacità della rete offerta dai singoli operatori telefonici.

La connessione LTE ha numerosi vantaggi, ad oggi è infatti la connessione più rapida ed immediata, senza interruzioni. Questo sistema consente di guardare video in streaming senza tempi di attesa, anche in alta definizione HD. Inoltre consente di scaricare file di grandi dimensioni senza che sia necessario attendere troppo tempo per completare l’operazione.

Connessione LTE

Oltre ai vantaggi di velocità in download bisogna segnalare anche la possibilità di caricare file come video, foto od altri contenuti più “pesanti”. LTE può funzionare su differenti bande di frequenza. La banda di frequenza 800 MHz è derivata dagli ex canali televisivi UHF 61-69 che occupavano la banda da 790 a 862 MHz che si sono liberate durante il passaggio al digitale terrestre di tutti gli stati che fanno parte dell’Unione Europea.

OFDM

La tecnologia LTE sfrutta delle tecnologie che gli consentono di avere una maggiore efficienza spettrale. In particolare parliamo di OFDM (Orthogonal Frequency-Division Multiplexing) che consente di ottenere elevati data rate pur mantenendo un alto livello di robustezza contro le interferenze. Un’altra tecnologia sfruttata da LTE è MIMO (Multiple-Input Multiple-Output) che è uno dei problemi principali dei sistemi di telecomunicazioni precedenti relativo ai cammini multipli. Questo grazie alla presenza di oggetti o di palazzi che provocano una riflessione dei segnali.

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Vulnerability Assessment e Penetration Test

Vediamo le differenze che passano tra un Penetration Test e un Vulnerability Assessment, e quali sono le analogie. Entrambi rientrano nel grande tema della cybersecurity, eppure, nonostante i punti in comune, gli obiettivi e le modalità sono diversi.

Penetration Test e Vulnerability Assessment: due aspetti della cybersecurity


Molti specialisti IT conoscono già i termini Vulnerability Assessment e Penetration Test, temi entrambi già affrontati.

Eppure, anche nel mondo IT, esiste ancora molta confusione tra le due attività.

Nel seguente post cercheremo quindi di spiegarvi le differenze principali tra Vulnerability Assessment e Penetration Test (chiamato anche Pen Test), quali sono i vantaggi e i benefici che comportano per un’azienda. Inoltre vedremo perché sono entrambi fondamentali per garantire la sicurezza dei sistemi informatici.

Iniziamo con una breve definizione che già circoscrive in sintesi le differenze tra Penetration Test e Vulnerability Assessment.

Vulnerability Assessment

Il Vulnerability Assessment è un vero e proprio check-up dei sistemi informatici. Una sorta di scanning che mira a far emergere possibili vulnerabilità dell’infrastruttura e della rete IT.

Con il Pen Test, invece, si conosce già l’obiettivo potenzialmente vulnerabile da andare a colpire. Si tratta perciò di una simulazione di attacco verso quel determinato obiettivo.

Vulnerability Assessment e penetration test

Lo scopo del Vulnerability Assessment è quindi quello di identificare quali parti del sistema risultano deboli a livello di sicurezza.

Penetration Test

Il Penetration Test, invece, è una dimostrazione pratica dell’esistenza e delle conseguenze di una particolare vulnerabilità.

Punti di incontro nell’ambito della cybersecurity

Ora che abbiamo sintetizzato in cosa differisce un Penetration Test da una scansione delle vulnerabilità, andiamo ad approfondire l’argomento per delineare ulteriori elementi distintivi e i punti di incontro.

Un’attività di Vulnerability Assessment si conclude normalmente con un report che elenca i possibili punti deboli di un sistema difensivo. Il report dovrebbe quindi riportare:

  • le vulnerabilità rilevate
  • la gravità delle vulnerabilità sulla base delle esigenze e delle criticità specifiche dell’azienda

Da un lato è importante comprendere che un solo VA non basta a un’azienda per garantire la sicurezza dei suoi sistemi informatici. Il VA può essere paragonato a un esame del sangue: se si rilevano anomalie, è importante procedere con una cura (quindi un Remediation Plan) e ripetere gli esami per verificare l’efficacia della cura stessa.

Dall’altro dev’essere chiaro che i risultati che un Vulnerability Assessment fa emergere non sono di per sé verificati. Alcuni di questi, perciò, potrebbero equivalere a dei falsi positivi.

Il Penetration Test, come già accennato, ha già valutato specifici obiettivi o scenari di attacco. Lo scopo è quello di testare l’efficacia delle difese che un hacker potrebbe voler bypassare: un Pen Tester è quindi una sorta di “hacker buono” che esegue un attacco a scopo dimostrativo, per verificare che una vulnerabilità sia effettivamente autentica e quali conseguenze comporta.

Cybersecurity: cosa scegliere per la propria azienda?

Ecco cosa deve considerare un’azienda nel decidere se eseguire un’attività di Penetration Test e/o di Vulnerability Assessment

Ampiezza e profondità

Penetration Test e Vulnerability Assessment si differenziano per la copertura della vulnerabilità: il primo ha un approccio alla profondità perché mira proprio ad approfondire una vulnerabilità specifica. Il secondo, invece, mira a scoprire quanti più possibili punti di vulnerabilità attraverso un metodo, quindi, orientato all’ampiezza.

Automazione

Un’altra differenza tra Vulnerability Assessment e Penetration Test è dovuta agli strumenti e alle modalità con cui vengono eseguiti. Il Vulnerability Assessment è un’attività sostanzialmente automatizzata, mentre il Pen Test combina automazione e tecniche manuali, proprio per il suo mirare a un obiettivo specifico: l’abilità del Penetration Tester risulta infatti fondamentale per l’esito del test stesso.

Rischio

Abbiamo detto che il Vulnerability Assessment è una scansione dei sistemi finalizzata a rilevarne i possibili punti deboli. Di per sé, quindi, non implica nessun rischio per l’azienda.
Il Pen Test, al contrario, in quanto simulazione di attacco, potrebbe colpire la funzionalità dei sistemi: questo tipo di attività si addice perciò maggiormente alle aziende più “mature” a livello di sicurezza informatica, quindi quando si ritiene che le difese del bersaglio siano forti.

La valutazione della vulnerabilità, d’altra parte, è particolarmente adatta in situazioni in cui sono noti problemi di sicurezza o quando un’organizzazione sta iniziando a impostare la sua strategia di protezione. A ogni modo, il Vulnerability Assessment è una metodologia ideale per le tutte le aziende, in quanto è essenziale mantenere il proprio livello di sicurezza alto.

Frequenza

Proprio per la natura dei rispettivi obiettivi, la frequenza con la quale eseguire le attività di Vulnerability Assessment e di Penetration Test non sono le medesime. La scansione delle vulnerabilità è un’attività che va ripetuta nel tempo con cadenza regolare, idealmente una volta al mese, per verificare lo stato di salute dei nostri sistemi di sicurezza.
Il Penetration Test, al contrario, è qualcosa che si svolge ad hoc, sulla base di particolari esigenze.

Conclusioni

Arrivati a questo punto, quindi, cosa deve scegliere un’azienda per aumentare il livello di sicurezza dei sistemi? La risposta è semplice: entrambi.

Sia il Vulnerability Assessment sia il Penetration Test, infatti, devono essere inseriti in una politica più ampia di sicurezza aziendale. Da soli, infatti, non bastano: nelle aziende deve instaurarsi una vera e propria cultura della sicurezza, che si traduca in un progetto integrato, nel quale comprendere attività di prevenzione delle minacce come il Vulnerability Assessment e il Penetration Test.

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Impossibile accedere al Wi-Fi

Il tuo PC non riesce più a connettersi al WI-FI e non riesci a capirne il motivo? Non preoccuparti, abbiamo noi la soluzione al tuo problema.

Operazioni preliminari

Iniziamo analizzando quelle che possono essere le problematiche più comuni relative al mancato funzionamento di Internet, ad esempio, un’eccessiva distanza dal router di casa oppure all’assenza di credito sul cellulare.

  1. Verifica che il tuo modem/router sia connesso correttamente a Internet. Se la luce relativa alla connessione Fibra/ADSL non è verde e/o non è fissa, prova a riavviare il dispositivo.
  2. Se nemmeno un riavvio del modem/router dovesse risolvere il problema, assicurati che il cavo della connessione Internet sia inserito correttamente nel dispositivo (e che la presa nel muro sia in buono stato).
  3. Prova a contattare il tuo provider Internet (es. TIM, Vodafone, WINDTRE o Fastweb) e scopri se ci sono problemi sulla linea, oppure consulta il sito DownDetector per verificare eventuali anomalie globali sulla rete del gestore.
  4. Se il problema riguarda solo la connessione Wi-Fi e solo determinate aree della casa, prova a potenziare il Wi-Fi.
  5. Se la connessione a Internet risulta attiva ma non riesci a visualizzare alcun sito Internet, prova a cambiare i DNS della tua connessione.
  6. Prova a collegarti a Internet con un altro modem/router.
Rete

Impossibile accedere al Wi-Fi: Soluzione

Hai effettuato tutte le verifiche di cui sopra ma la connessione senza fili proprio non vuole funzionare? Allora segui con attenzione le istruzioni proposte nelle righe successive di questa guida, valide per computer, smartphone e tablet.

Con Windows 10, prova ad avviare lo strumento di diagnostica incluso nel sistema operativo Microsoft. Per poterci riuscire, fai clic destro sul pulsante Start , seleziona la voce Impostazioni dal menu visualizzato su schermo, clicca quindi sull’icona relativa a Rete e Internet e recati nella sezione Stato (si trova sulla barra laterale di sinistra).

rete

Ora, fai clic sull’opzione Risoluzione dei problemi di rete, scegli la scheda di rete su cui eseguire la diagnosi (oppure lascia selezionata l’opzione Tutte le schede di rete, per effettuare un controllo globale) e premi il pulsante Avanti. In questo modo Windows esamina lo stato della rete e aiutarti a identificare i problemi che ti impediscono di accedere a Internet.

Se nemmeno con i nostri piccoli e semplici passaggi che ti abbiamo suggerito, contattaci e risolveremo il tuo problema.

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Termoventilatori con Wi-Fi

A Gennaio il freddo non sembra avere intenzione di lasciarci, ma per fortuna vengono in nostro soccorso i termoventilatori.

Cosa sono i termoventilatori?

Il termoventilatore è un dispositivo dotato di ventola interna, in grado di emanare calore all’esterno, prodotto da una resistenza elettrica. Tra i vantaggi dati dall’utilizzo di un termoventilatore, compare la rapidità di riscaldamento, che consente di conseguenza di risparmiare energia elettrica.

Quali vi consigliamo?

Tra i tanti termoventilatori elettrici disponibili su Amazon, il Bimar AMA 10 si distingue per la struttura in ceramica che consente di trattenere il calore e per il fatto che, oscillando, consente di diffonderlo in maniera uniforme. Inoltre è uno dei pochi elettroventilatori della sua categoria ad avere una connessione Wi-Fi. È così possibile comandarlo non solo attraverso il pannello a sfioramento o il telecomando, ma anche con l’app per iOS o Android, oppure ancora con il controllo vocale degli assistenti Amazon Alexa e Google Assistant.

termoventilatore

Fino a 2.000 W

Nonostante un peso di poco superiore ai due chilogrammi e un ingombro ridotto di 20 centimetri di larghezza, per 18 di profondità e 60 di altezza, che permette di sistemarlo praticamente ovunque, il termoventilatore di Bimar riesce ad assorbire 2.000 W di potenza e a riscaldare senza problemi un ambiente di 20 mq. Si può programmare l’accensione e lo spegnimento a determinati orari e nella confezione è incluso il telecomando.

Giudizio

  • PRO: Design gradevole, compatibilità con assistenti digitali, effetti dinamici basati sulla musica.
  • CONTRO: Prezzo di eventuali espansioni luminose elevato
  • PREZZO: 89 euro, su Amazon è ora in sconto a 84,90 €. Ti lascio il link per andare a vedere.

Altri termoventilatori validi

  • Imetec Eco Ceramic: Termoventilatore con Eco Technology che riduce del 45% i consumi energetici. Sei funzioni di temperatura oltre a quella antigelo. Telecomando in dotazione. Il prezzo è di 99 euro.
  • Amazon Basics Termoventilatore portatile: Riscalda a 360° un ambiente di 20 mq assorbendo fino a 1.800 W. Due velocità di riscaldamento e peso inferiore ai 2 Kg. Prezzo di 34 euro.
Imetec Eco Ceramic
Amazon Basics Termoventilatore portatile
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Problemi con il protocollo UPnP

Il protocollo UPnP può diventare molto pericoloso e creare problemi ai i tuoi dati: ecco quando può succedere e come fare per evitare questo rischio.

Il termine UPnP, ovvero Universal Plug and Play, è un protocollo che permette a un software o a una periferica di aprire automaticamente una porta di comunicazione per una connessione diretta. Questo tipo di azione può coinvolgere una stampante o qualunque altro tipo di dispositivo collegato al network domestico.

L’UPnP è, oggi giorno, uno standard molto diffuso. Senza questo protocollo infatti, bisognerebbe agire manualmente su ogni device per consentire una connessione alla rete della casa. Il risultato sarebbe un processo piuttosto lungo per ogni singolo dispositivo.

Va chiarito che, di per sé, questo protocollo non costituisce un pericolo. Nell’ambito della casa infatti è un’ottima soluzione ma, quando la connessione è a rischio intromissione esterna, il protocollo UPnP può diventare molto pericoloso e dare problemi.

UPnP e sicurezza

Il suo accesso prioritario ai dispositivi infatti, può essere sfruttati dagli hacker. I malintenzionati così, possono bypassare qualunque tipo di protezione esterna collegandosi al network domestico.

Il risultato? Libero accesso a tutti i dati presenti su computer e smartphone, come passworddocumenti di lavoro, numeri di carte di credito e foto personali. Per fortuna esistono soluzioni in grado di proteggere una rete locale e metterla in totale sicurezza, come una VPN.

Attacchi informatici su UPnP: come proteggerti in maniera efficace (VPN)

Come evitare questo tipo di pericolo? In tal senso si può agire adottando il UPnP-UP, ovvero una soluzione simile ma con maggiore sicurezza. Affiancare il tutto a un’ottima VPN, condivisa sui principali dispositivi elettronici domestici, può essere un ulteriore passo verso la sicurezza.

vpn e sicurezza

Tra i servizi di questo tipo, uno dei nomi più affermati è sicuramente NordVPN. Stiamo parlando di una piattaforma che permette di mascherare l’indirizzo IP e di proteggere il flusso dati di una connessione attraverso tecnologie avanzate come la crittografia in totale sicurezza.

Le performance elevate e il supporto sempre attivo e pronto ad aiutare gli utenti, fanno di questa azienda una delle più rinomate nel settore.

A rendere ancora più interessante NordVPN però, sono gli attuali sconti. Durante il periodo invernale infatti, l’azienda ha deciso di offrire sottoscrizioni biennali con il 68% di sconto rispetto ai prezzi di listino.

A livello pratico, si parla di solamente 3,29 euro mensili per 24 mesi. Tenendo conto dell’elevato livello del servizio, si tratta decisamente di un’offerta imperdibile.

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