Intelligenza artificiale

aprire un conto online e gestirlo in totale sicurezza
Formazione, GDPR, Intelligenza artificiale, Internet, Sicurezza informatica

Aprire un conto online e gestirlo in totale sicurezza

Le banche moderne si distinguono dagli istituti finanziari del passato per il legame indissolubile con l’informatica. Il progresso digitale, infatti, ha favorito la diffusione di tecnologie grazie alle quali l’utente ha la possibilità di avvantaggiarsi dei servizi offerti da un istituto bancario sfruttando le potenzialità delle connessioni di rete. Ma il perfezionamento dell’informatica ha comportato anche la necessità di migliorare la protezione dei dati dei privati, spingendo per la creazione di nuove strategie finalizzate a garantire la sicurezza digitale dei profili degli utenti. Al giorno d’oggi, infatti, le stesse banche che mettono a disposizione dei clienti servizi multicanale online forniscono un adeguato livello di protezione, anche per rispondere alle normative entrate in vigore in seguito all’introduzione del GDPR (Regolamento generale sulla protezione dei dati, adottato a partire dal 2016). Entriamo nel dettaglio e passiamo in rassegna alcuni suggerimenti fondamentali per aprire un conto e gestirlo in totale sicurezza.

Tuttavia, è necessario specificare che i sistemi di sicurezza informatica variano a seconda degli istituti bancari. La questione della protezione dei dati ha a che fare direttamente con la politica aziendale della banca, la quale è libera di scegliere il sistema informatico che ritiene più adatto a proteggere le informazioni dei propri clienti.

L’importanza della fama dell’istituto

Innanzitutto, il primo suggerimento da tenere in considerazione per proteggere efficacemente i dati di un profilo bancario online riguarda la scelta di un buon istituto finanziario. Affidare le informazioni economiche personali ad enti dalla fama tutt’altro che consolidata significa mettere a repentaglio la sicurezza di conti, carte di credito, prepagate etc… Questo obbliga a ponderare con grande cura la scelta dell’istituto nel quale depositare le proprie credenziali.

banca

Per i motivi sopra citati, è di importanza assoluta mettere i propri dati nelle mani di una banca online nota e affermata, un istituto che disponga di servizi di sicurezza adeguati e di alto livello. Scegliere l’istituto più adatto alle proprie esigenze non è poi così complicato: nel panorama odierno esistono realtà bancarie solide e affidabili, ognuna delle quali in grado di mettere a disposizione del cliente piani finanziari specifici e personalizzati, così da soddisfare pienamente i bisogni di qualsiasi tipologia di utente.

Il modo più completo per conoscere offerte vantaggiose delle banche esistenti è quello di rivolgersi direttamente ad una delle filiali prescelte. Purché, come già riferito, si prendano in considerazione esclusivamente gli istituti noti e maggiormente affidabili.

I sistemi di sicurezza delle banche online

Un altro fattore da valutare con cura prima di aprire un conto bancario online è la presenza di sistemi di sicurezza informatici all’avanguardia. In primo luogo, la tecnologia di sicurezza più sfruttata dagli istituti finanziari è l’utilizzo di codici alfanumerici associati ad una determinata carta. Solitamente la carta in questione viene rilasciata dalla banca al momento dell’apertura di un conto. I codici della tessera, di fatto, risulteranno associati al conto stesso. Tali codici andranno utilizzati ogni qual volta si debbano effettuare delle transazioni economiche online.

banche online

Per via dell’alto livello di sicurezza e della relativa semplicità nell’impiego, la carta riportante le password in forma di codici alfanumerici è una delle tecnologie più apprezzate dagli utenti bancari. Altrettanto gradito è l’utilizzo di password usa e getta comunicate direttamente al cliente bancario per via telefonica. Anche in questo caso il codice verrà fatto pervenire al numero di telefono associato al conto personale. Tutto ciò avviene nel momento in cui si procederà con una transazione economica.

Il funzionamento della carta è semplicissimo. Qualora vi sia la necessità di acquistare, vendere, investire o scambiare denaro online, il servizio multicanale della banca richiederà l’inserimento di uno dei codici riportati sulla superficie della carta stessa. Oppure in uno dei documenti contenuti nel contratto stipulato con l’istituto finanziario.

Utilizzare browser conosciuti

Per quanto banche diverse possano adottare strategie di sicurezza informatica differenti, il funzionamento delle tecnologie alla base della protezione dei dati è sempre lo stesso. Indipendentemente dalla politica aziendale prescelta, qualsiasi banca online dispone infatti di un sistema di criptaggio fondato sulla garanzia del protocollo “HTTPS”. Vale a dire la modalità criptata (ed evoluta) del classico protocollo HTTP.

https

Entrambi i protocolli consentono al browser utilizzato dall’utente di ottenere le informazioni necessarie per la navigazione. La differenza tra i due protocolli è data dal fatto che l’HTTPS dispone di un sistema di connettività criptata tramite crittografia asimmetrica. Di conseguenza conferisce un’eccezionale sicurezza all’utente durante la navigazione online. Al di là dei protocolli, anche l’utilizzo di un browser comodo e pratico è un fattore rilevante ai fini della sicurezza online.

Sfruttare browser privi di sistemi protezione dei dati significa aumentare la probabilità di andare incontro a problemi relativi al furto dei dati e delle credenziali bancarie. Imprevisti di questo tipo avvengono a causa della scarsa protezione che il browser è in grado di fornire agli utenti. I malintenzionati sfruttano le falle del software in uso per raccogliere tutte le informazioni più delicate immesse nel web. Ecco per quale motivo diviene fondamentale adoperare un browser conosciuto e costantemente aggiornato.

Utilizzare antivirus e suite per la sicurezza informatica

Tra i metodi più indicati per poter usufruire in tutta sicurezza dei servizi di una banca online vi è l’utilizzo degli antivirus o di una suite per la sicurezza informatica.

Trattandosi di software prodotti da terze parti, e che di fatto non hanno nulla a che vedere (se non indirettamente) con le banche, per poter usufruire di tali strumenti è necessario procedere con l’acquisto o il download della suite che più si adatta alle proprie esigenze. Antivirus e suite per la sicurezza informatica, indipendentemente dal marchio o dall’azienda produttrice, saranno in grado di evitare spiacevoli inconvenienti agli utenti. Gli antivirus sono progettati appositamente per bloccare eventuali malware e minacce di rete, consentendo di procedere con una navigazione fluida e più che mai sicura.

Scegliere password sicure

Infine, uno dei metodi per garantire maggior sicurezza ai propri dati personali è quello di scegliere password sicure e difficilmente individuabili dai malintenzionati. Il discorso, ovviamente, vale anche e soprattutto per i dati bancari.

Per quanto riguarda le informazioni sui dati di banca, la sicurezza delle password alfanumeriche dovrà risultare ancor più elevata. Solitamente è la banca stessa a ricordare agli utenti di adoperare parole chiave specifiche. In linea generale, andranno assolutamente evitate password troppo brevi o contenenti riferimenti ai dati anagrafici del proprietario del conto. Per accedere ai servizi online di una banca multicanale, l’ideale sarebbe creare password caratterizzate da numeri, lettere e caratteri speciali, aumentando di conseguenza la complessità della chiave di accesso. Inoltre, maggiore sarà la lunghezza della password e più alto sarà il livello di sicurezza della stessa. Diminuendo di conseguenza le probabilità di furti e accessi non autorizzati.

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Formazione, Intelligenza artificiale

Intelligenza artificiale: un opportunità per le aziende

Nata come disciplina scientifica a metà del secolo scorso, l’intelligenza artificiale è oggi indicata dagli analisti del settore come una grande sfida tecnologica. Sfida che può aprire nuovi scenari per le imprese, una vera opportunità per le aziende. Attorno ad essa scorrono fiumi di denaro. I big dell’IT fanno ricerche in questo settore e, se non hanno risorse interne, acquisiscono startup o piccole aziende specializzate. Storicamente, le prime aziende IT a investire nell’intelligenza artificiale sono state IBM e Microsoft, seguite da player del calibro di Apple, Facebook, Google e Amazon, solo per citare qualche nome.

Attualmente l’intelligenza artificiale, spesso indicata semplicemente con AI (artificial intelligence), trova applicazioni in diversi campi. Dal retail ai trasporti, dal settore medico al finance, dalle ricerche su Internet agli assistenti personali come Alexa e Siri.

alexa siri

L’intelligenza artificiale comporta tuttavia una intrinseca complessità, legata alla difficoltà di definire cos’è l’intelligenza umana e a cosa si intende per “macchina intelligente”. Inoltre, nonostante siano disponibili numerose soluzioni basate sull’intelligenza artificiale, esiste ancora un gap tra i risultati raggiunti a livello teorico, le applicazioni pratiche e la distribuzione su larga scala dell’innovazione potenzialmente abilitata dall’AI.

La storia dell’ intelligenza artificiale

La nascita ufficiale dell’intelligenza artificiale viene datata al 1956, quando al Dartmouth College, nel New Hampshire, si tenne un convegno dedicato allo sviluppo di macchine intelligenti. L’iniziativa era proposta da un gruppo di ricercatori, guidato da John McCarthy, che si proponeva di creare in pochi mesi una macchina capace di simulare l’apprendimento e l’intelligenza umana. La sfida fu accolta da personalità di spicco del mondo accademico e industriale. Ricordiamo ad esempio Marvin Minsky e Claude Shannon del Dartmouth College, Arthur Samuel di IBM, Ray Solomonoff e Oliver Selfridge del MIT. Fu nell’ambito di questo convegno che McCarthy introdusse per la prima volta il temine “intelligenza artificiale” e ne sancì di fatto la nascita come disciplina autonoma.

Intelligenza artificiale: un opportunità per le aziende

L’obiettivo di creare una macchina capace di simulare ogni aspetto dell’apprendimento umano non è stato ancora raggiunto. Tuttavia le ricerche fatte in questa direzione hanno aperto la strada a nuovi campi di studio e a risultati che, nel tempo, hanno avvicinato sempre di più l’intelligenza artificiale al mondo imprenditoriale. Tra le tappe miliari di questa evoluzione ci sono il LISP (1958), un linguaggio di programmazione specifico per problemi di intelligenza artificiale sviluppato dallo stesso McCarthy, e il programma ELIZA (1965), che simulava l’interazione tra un paziente e uno psicoterapeuta.

L’ AI entra nel mondo industriale

Il complesso problema di costruire macchine in grado di replicare l’intelligenza umana si è via via evoluto in un approccio più pragmatico, basato sulla scomposizione di un problema in sotto-problemi. A partire dagli anni ’70 sono stati sviluppati diversi “sistemi esperti”, ovvero programmi in grado di affrontare un problema specifico simulando le capacità di un esperto in quel particolare ambito. Una tappa importante in questo sviluppo è stato MYCIN (1976), un sistema esperto in grado di fare diagnosi per malattie ematiche.

È negli anni ’80 che l’intelligenza artificiale esce dall’ambito accademico ed entra nel mondo industriale. Un esempio di questo passaggio storico è R1, un sistema utilizzato dalla Digital Equipment. Quest’ultimo permetteva di configurare gli ordini per nuovi computer: introdotto nel 1982, R1 è il primo sistema esperto utilizzato in ambito commerciale.

Da allora ai giorni nostri le applicazioni basate sull’intelligenza artificiale si sono moltiplicate. La svolta è dovuta all’evolversi delle capacità computazionali e allo sviluppo di una serie di tecnologie abilitanti, tra le quali Big Data e cloud storage.

cloud storage

In questo sviluppo l’intelligenza artificiale è intesa come una disciplina che risolve problemi specifici in ambiti ben definiti. L’approccio seguito è quello dell’AI debole, secondo cui le macchine possono comportarsi come se fossero intelligenti. Un approccio di ampio respiro che mantiene l’aspirazione a un grande obiettivo, ma si focalizza sulla soluzione di problemi specifici. Questa concezione si contrappone a quella dell’AI forte, secondo cui le macchine possono effettivamente essere intelligenti.

Le tecnologie disponibili

Negli ultimi due decenni abbiamo sviluppato strumenti e tecnologie che promettono alle imprese un salto di qualità nella gestione del proprio business. Alcune soluzioni sono consolidate e hanno raggiunto una maturità di mercato. Altre sono ancora in fase di sviluppo e non è possibile prevedere se il loro potenziale si trasformerà in un impatto reale per le aziende.

Nel suo report TechRadar: Artificial Intelligence Technologies, pubblicato all’inizio dell’anno, Forrester individua le 13 tecnologie che ritiene più significative per le aziende. Tenendo conto che lo scenario è in continua evoluzione, la società di ricerca le elenca partendo da quelle che trovano applicazione solo in ambiti specifici. Passando a quelle più mature, che possono contare su un consolidato ecosistema di fornitori, system integrator e clienti.

Piattaforme di deep learning

Questi algoritmi sono utilizzati per riconoscere oggetti all’interno di immagini, analizzare onde sonore per convertire il parlato in testo o processare il linguaggio e tradurlo in un formato adatto per analisi.

machine learning

Elaborazione del linguaggio naturale (NLG, Natural language generation)

Questo insieme di tecnologie abilita una interazione fluida con il linguaggio umano per offrire informazioni, insight e interazioni attraverso frasi o testi lunghi. Vengono utilizzate anche per produrre testi leggibili da un essere umano, tipicamente a partire da un corpo di risposte o da componenti testuali.

Natural language generation

Swarm intelligence

Le tecnologie di swarm intelligence (letteralmente intelligenza dello sciame) sono sistemi decentralizzati ai quali contribuiscono diversi attori, sia umani che software, ognuno dei quali offre una parte della soluzione di un problema. In questo modo si costruisce una intelligenza superiore che riunisce e aumenta le specifiche conoscenze dei singoli. Queste tecnologie utilizzano il comportamento di insetti sociali (come le api) e sono applicate per modellare algoritmi che rispondono a obiettivi di business. Per esempio gestire una flotta di mezzi per le consegne, oppure danno risposte a domande specifiche, come le previsioni di risultati sportivi.

Biometrica

Le tecnologie biometriche abilitano una interazione più naturale tra l’uomo e le macchine. Queste tecnologie rilevano caratteristiche fisiche del corpo umano e includono il riconoscimento di immagini, voce, linguaggio del corpo.

Analisi di immagini e video

Si tratta di strumenti e tecnologie che analizzano immagini e video per rilevare oggetti e/o caratteristiche di oggetti. Queste piattaforme trovano applicazioni in diversi settori, tra i quali retail, assicurazioni, sicurezza, marketing.

object detection

Tecnologia semantica

Un problema centrale per l’AI è comprendere l’ambiente e il contesto in cui viene applicata. Le tecnologie semantiche rispondono a questo problema offrendo una comprensione profonda dei dati. Inoltre creano le basi per introdurre classificazioni, tassonomie, gerarchie, relazioni, modelli e metadati.

Tecnologia semantica

Riconoscimento vocale (speech recognition)

Sono strumenti e tecnologie che comprendono e interpretano il linguaggio parlato catturando segnali audio e trasformandoli in testo scritto o altri formati di dati utilizzabili in varie applicazioni, come sistemi vocali per costumer service, applicazioni mobile o robot fisici.

Riconoscimento vocale (speech recognition)

Hardware ottimizzato per l’AI

Questa categoria comprende GPU e appliance progettate specificamente per eseguire compiti specifici dell’AI, come machine learning e deep learning.

Hardware ottimizzato per l’AI

Machine learning (ML)

Le piattaforme di machine learning offrono algoritmi, API, strumenti di sviluppo per progettare, sviluppare e addestrare modelli in applicazioni, processi e altre macchine. Le piattaforme di ML trovano impiego nelle situazioni in cui, per risolvere un problema, è necessario riconoscere pattern all’interno di grandi insiemi di dati.

Machine learning (ML)

Robotic process automation (RPA)

Le tecnologie RPA comprendono vari metodi per automatizzare azioni umane e rendere più efficienti i processi di business

Robotic process automation (RPA)

Analisi del testo ed elaborazione del linguaggio naturale (NLP, natural language processing)

Questa categoria comprende gli strumenti in grado di capire e interpretare testo scritto e interi documenti. Nelle versioni più avanzate questi strumenti possono essere usati per comprendere emozioni, sentimenti e, entro certi limiti, prevedere le intenzioni dell’utente.

Agenti Virtuali

Software che offrono una interfaccia che permette all’utente di interagire in modo naturale con una macchina o un sistema informatico. Tra di essi ci sono i chatbot ampiamente utilizzati per costumer service e applicazioni mobili.

Agenti Virtuali

Decision management

Si tratta di software che permettono di automatizzare le decisioni in tempo reale attraverso l’inserimento diretto di policy e regole che consentono ai sistemi AI di dedurre decisioni e di intraprendere azioni.

Decision management

Il sogno dell’AI diventa un gioco di squadra

Mentre il dibattito scientifico e filosofico sulla natura dell’intelligenza umana e la possibilità di replicarla prosegue. Il mondo industriale ha scelto l’approccio più pragmatico, che rientra nell’accezione dell’AI debole.

open ai

Ogni azienda che sviluppa soluzioni basate sull’intelligenza artificiale persegue i propri scopi, anche economici. Tuttavia esistono organizzazioni non-profit che vantano tra i propri sostenitori big player dell’IT. Queste infatti puntano a far progredire lo sviluppo dell’intelligenza artificiale a beneficio dell’intera umanità.

Tra queste c’è Open AI. La società (tra i fondatori c’e’ Elon Musk) si è posta l’ambizioso obiettivo di realizzare una AGI (artificial general intelligence), ovvero un sistema in grado di eguagliare l’intelligenza umana. Si tratta in un certo senso di un ritorno alla concezione originaria dell’intelligenza artificiale. L’AI forte, ma con l’appoggio delle attuali conoscenze e degli sviluppi futuri abilitati dai “sistemi intelligenti” realizzati fino a oggi.

Open AI, a sua volta, fa parte di Partnership on AI, un’associazione che si propone come luogo di incontro per tutti coloro che operano nell’ambito dell’AI, dal mondo accademico a quello industriale a quello politico. Tra i suoi membri ci sono Apple, Google, Facebook, IBM, Microsoft.

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Google Health, la “nuova” app per la salute

Secondo quanto rivelato dal noto leaker Ishan Agarwal, Google starebbe lavorando a una applicazione per la salute che consentirebbe agli utenti di raccogliere e avere quindi sempre a portata di mano le proprie informazioni sanitarie. Il colosso di Mountain View vorrebbe rilanciare un vecchio progetto per la gestione intelligente delle informazioni relative alla salute degli utenti. Si tratta della “nuova” app per la salute Google Health.

Il lancio nel 2008

Google Health era stato lanciato da Google inizialmente nel 2008, e interrotto dal 1º gennaio 2012. Inoltre Google ha dichiarato di aver interrotto Google Health perché non ha avuto un impatto ampio come era stato previsto. Le informazioni volontarie potevano comprendere “condizioni di salute, farmaci, allergie e risultati di laboratorio”.

Una volta inserite, Google Health utilizzava le informazioni per fornire all’utente una cartella clinica personale globale, informazioni sulle condizioni e possibili interazioni tra farmaci, condizioni di salute e allergie integrandole poi in apposite cartelle cliniche digitali. Queste potevano essere condivise con i familiari e col proprio medico curante, le farmacie e gli istituti ospedalieri presso i quali si è soliti andare per le proprie esigenze di salute. Google concluse le attività di questo servizio per mancanza di diffusione dello stesso. Il 24 giugno 2011, Google ha annunciato la sospensione di Google Health.

Il ritorno di Google Health

A giudicare dalle prime presunte immagini condivise online, dovrebbe proporre un’interfaccia abbastanza standard. Quest’ultima raccoglierà i dati sanitari personali, con la possibilità di aggiungere contatti e condividere le informazioni con gruppi o persone specifiche. Come accennato prima, si potranno collegare alla app tutti gli account online dei luoghi in cui un utente ha ricevuto assistenza sanitaria. Oltre alle informazioni sul loro stato di salute, i pazienti potrebbero essere in grado di consultare le loro cartelle cliniche. Queste poi potranno essere messe eventualmente a disposizione di altri medici.

google health

Google Health nasce infatti come strumento per offrire agli utenti la possibilità di gestire in modo più intelligente le informazioni relative alla propria salute. Il progetto intende generare un sistema di comunicazione. Tale sistema riguarderà il rapporto tra medico, paziente e sistema sanitario così che la documentazione sia sempre disponibile, sempre archiviata e veicolata con sempre maggior rapidità.

Google Health, la “nuova” app per la salute

Questo dovrebbe aiutare le persone a condurre una vita più sana e a controllare le proprie condizioni di salute, grazie a uno scambio di informazioni più efficiente e interattivo tra dottori e pazienti.

Inoltre si potranno consultare le prescrizioni dei medicinali da assumere e una serie di informazioni a carattere divulgativo per meglio comprendere le patologie da cui sono affetti. Google Health è ancora nelle prime fasi di sviluppo. Inoltre da quanto emerso fino a ora potrebbe essere separata dall’app Google Fit, ma godere di una potenziale integrazione software.

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Sottoscritto protocollo tra Garante privacy e Fondazione Leonardo

Una delle sfide principali che affronterà ogni comparto che attraversa la propria inevitabile fase di transizione digitale, è quella della privacy, e in tal senso il Presidente del Garante per la protezione dei dati personali, Pasquale Stanzione, e il Presidente della Fondazione Leonardo-Civilta’ delle Macchine, Luciano Violante, hanno sottoscritto un protocollo d’intenti della durata di due anni per l’avvio di una reciproca collaborazione istituzionale. Si lavorerà congiuntamente per definire la direzione che il tema della tutela della protezione dei dati personali dovrà intraprendere negli anni a venire.

Protezione dei dati e digitalizzazione

L’Autorità e la Fondazione, infatti, sono chiamate ad affrontare, pur sotto profili diversi, le sfide connesse all’accelerazione dei processi di digitalizzazione. Inoltre, la collaborazione volge a stimolare il dibattito sugli effetti e i potenziali benefici che queste importanti innovazioni comportano per la società civile. La finalità è quella di «accrescere, attraverso studi, ricerche e progetti, la consapevolezza e la rilevanza del ruolo dell’innovazione e delle
tecnologie per la società civile, stimolando il dibattito sull’impatto e sui potenziali benefici che queste
comportano, in un’ottica proiettata al futuro», attività meritevoli di interesse per il Garante.

Spiega il Protocollo all’articolo 1 che definisce oggetto e finalità della cooperazione:

Con il presente atto, le Parti intendono avviare, nell’ambito delle rispettive competenze, una collaborazione al fine di favorire le reciproche sinergie volte alla realizzazione di attività di interesse comune in relazione alle implicazioni giuridiche delle nuove tecnologie, con particolare riguardo al loro impatto sulla protezione dei dati personali, restando inteso che eventuali effetti vincolanti per le Parti sorgeranno solo con la sottoscrizione di eventuali specifici accordi che potranno essere oggetto di successiva negoziazione.

E aggiunge all’articolo 3:

Tra le attività e i progetti di comune interesse per le Parti, da avviare prioritariamente, è compresa, in particolare, la collaborazione del Garante nell’ambito della costituzione di un “Laboratorio sulla transizione digitale” funzionale allo svolgimento delle attività di cui in premessa, da realizzarsi secondo modalità che saranno definite dalle Parti con successivo accordo.

l Garante per la protezione dei dati personali

Accordo di 2 anni

Il protocollo sottoscritto ha la durata di due anni, e sia il Garante della privacy che la Fondazione Leonardo, si impegnano anche a organizzare incontri periodici su materie di interesse comune. In più lo sforzo verrà volto a promuovere campagne di informazione e attività formative. Affrontare temi come studio e divulgazione, per far sì che il tema centrale della privacy in epoca di rapida transizione digitale non resti questione accademica. Si auspica inoltre che possa invece diventare pubblica discussione in pubblico dibattito.
Le modalità di svolgimento delle attività saranno definite di volta in volta con specifici accordi tra le parti.

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Cambia le password compromesse con Google Duplex

Nel corso del Google I/O, Google ha annunciato un ampliamento delle funzionalità di Duplex: la possibilità di cambiare al posto dell’utente una password compromessa. Il “servizio” che ricorderanno in molti per il fatto che può condurre in autonomia una prenotazione al telefono – per il momento solo negli USA – si arricchisce adesso della possibilità di modificare una password rubata.

Password rubata? Ci pensa l’IA di Duplex

La funzionalità si basa su Duplex on the Web ed è in un primo momento riservata solo agli Stati Uniti. Si attende un rilascio che arriverà poi progressivamente a interessare altri territori.

Cambia le password compromesse con Google Duplex

La novità arriva da GSEC, il Google Safety Engineering Center inaugurato nel 2019 a Monaco, in Germania. Quest’ultimo è al lavoro sul fronte della privacy e della sicurezza, con un occhio di riguardo a quanto concerne la navigazione con il browser Chrome. Adesso l’intelligenza artificiale composta dal duo Google Assistant e Google Duplex può svolgere l’intera trafila al posto nostro, compresa la scelta di una nuova password più efficace della precedente ed il suo salvataggio tra le credenziali d’accesso nel gestore delle password di Google Chrome (che poi è il medesimo di quello che ci si ritrova su qualsiasi dispositivo Android associato a quell’account).

Prima eravamo noi a compiere manualmente tutta la prassi per modificare magari anche decine di password, recandosi nei singoli portali e entrare nel proprio account. Non una trafila difficile da svolgere ma particolarmente seccante in special modo se le password a rischio e quindi da cambiare, sono appunto molte.

Una volta individuata una password compromessa tra quelle sincronizzate con l’account Google, l’intelligenza artificiale evita all’utente l’obbligo di visitare la piattaforma o il servizio in questione e procedere in modo manuale alla sua modifica. A tale scopo è ovviamente necessario che sappia interagire con il sito. Per questo motivo, almeno in un primo momento, l’elenco di quelli compatibili è limitato (c’è Twitter, gli altri non sono stati resi noti). Google confermerà quindi di aver “cambiato la password con successo” con quella nuova inserita nell’app e salvata nel nostro manager.

Google ha detto che la novità sarà “gradualmente” a disposizione di tutti coloro che utilizzano Chrome per Android, e che inizialmente sarà disponibile negli Stati Uniti per arrivare poi altrove.

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realtà aumentata mercato in crescita
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Realtà aumentata: Un mercato in crescita

Gucci fa provare le scarpe, Amazon la pettinatura, L’Oréal il trucco. Il mercato della realtà aumentata è in forte espansione, e un consumatore su due è disponibile al sovrapprezzo. Moda, visite virtuali, ma soprattutto acquisti online, quello della realtà aumentata è un mercato in piena crescita.

Questi i settori cresciuti nel 2020, in tempo di pandemia. Dietro l’incremento dell’offerta, che ha saputo rispondere in modo efficace alla domanda digitale generata dalla chiusura di negozi e musei, ci sono le nuove piattaforme software in realtà aumentata, l’Augmented reality (Ar). Una tecnologia semplice e immediata da usare, con in più servizi via smartphone quasi sempre gratuiti. Basta inquadrare gli oggetti di interesse per ottenere informazioni e immagini che aumentano le percezioni sensoriali.

realtà aumentata

I numeri

Il mercato mondiale della realtà aumentata è in forte crescita. Secondo le stime di ReportLinker, è passato dagli 8,8 miliardi di dollari del 2019 ai 12,6 miliardi dello scorso anno e la stima per il 2023 è intorno ai 58 miliardi.

Sono questi gli effetti secondari del Covid. Eventi e manifestazioni sono stati tra i primi settori a essere trasmessi con sistemi digitali. È avvenuto lo scorso febbraio con la Milano Fashion Week, per esempio: 61 sfilate e 57 presentazioni.

Secondo la Camera nazionale della moda italiana, l’evento ha raccolto oltre 50 milioni di visualizzazioni sul portale e sui canali streaming. Sfilate dal vivo e visite agli showroom, grazie alla piattaforma creata da Accenture Interactive e Microsoft che già aveva reso digitale la settimana della moda nel luglio dello scorso anno.

realtà aumentata mercato in crescita

Si contribuisce così a mantenere le relazioni all’interno del settore e ad affrontare le sfide dell’attuale contesto di mercato. L’esperienza di acquisti su misura è tra le maggiori richieste dei clienti. Così i grandi marchi della moda hanno iniziato a offrire prodotti differenziati.

I grandi marchi

Gucci dà la possibilità agli utenti di visualizzare sul cellulare i suoi modelli di scarpe e di provarli in modo virtuale. Basta inquadrare i piedi con la fotocamera dello smartphone.

Anche L’Oréal sfrutta le potenzialità della tecnologia Ar: la principale azienda mondiale del settore beauty e cosmetici ha lanciato Signature Faces, un software di realtà aumentata per truccarsi virtualmente, scegliendo tra diversi prodotti di make up.

Amazon invece ha debuttato nel mondo delle acconciature. La scorsa settimana il colosso dell’e-commerce ha aperto a Londra il primo parrucchiere in realtà aumentata. I clienti possono valutare sullo smartphone tagli e tinte, guardandosi sullo schermo con le diverse acconciature, prima di procedere con il taglio o la piega nel salone tradizionale.

gucci moda realtà aumentata

Lo studio

A fotografare la crescita sull’uso delle tecnologie di realtà aumentata per gli acquisti online è la recente indagine di Accenture «Try it, trust it, buy it».

Condotta su un campione di oltre 3 mila consumatori in Europa (Italia inclusa), Nord America e Asia-Pacifico, la ricerca ha indagato su come la tecnologia sta cambiando le abitudini degli acquirenti digitali. Interessanti i risultati per il nostro Paese.

Il 65% degli intervistati conferma di comprare con più facilità dai marchi che usano sistemi di realtà aumentata (54% la media europea). Il 58% ritiene che l’Ar consenta di «sentire» fisicamente un prodotto (44% Europa). Ma, soprattutto, «oltre un consumatore su due è disposto a pagare di più per i prodotti da personalizzare — dice Zanotti — proprio in seguito all’uso della realtà aumentata».

lo studio sulle tecnologie immersive

In questo scenario da Minority Report, anche il mondo della scuola scopre le applicazioni Ar. A Bari, l’istituto “Preziosissimo Sangue” è il primo che in tempo di pandemia ha consentito ai genitori di visitare da casa la scuola durante gli Open Day.

Lo smartphone diventa un vero e proprio cicerone virtuale. Attraverso il quale si visitano aule, laboratori e spazi comuni, con informazioni aggiuntive e contenuti grafici degli studenti: la trasposizione digitale delle tradizionali visite con i professori. Tutto questo grazie all’arricchimento della percezione sensoriale umana mediante informazioni digitali.

Il progetto è stato condotto dalle Medie e dal Liceo linguistico, guidati dagli esperti di Augmented. City, startup barese dell’associazione VRARA, che già nel 2019 ha mappato, in realtà virtuale, l’intera città di Bari.

Un’app “Ac Turist” utile a turisti e cittadini per scoprire la cultura e i tesori architettonici del capoluogo pugliese.

Applicazioni, Intelligenza artificiale, Software, Tech

Vecchie foto riprendono vita con Deep Nostalgia

Lo sai, le tue vecchie foto possono riprendere vita con Deep Nostalgia! Scopri il servizio!

C’è un servizio web piuttosto conosciuto in internet e viene utilizzato principalmente per ricostruire il proprio albero genealogico o le proprie origini tramite l’analisi del DNA: MyHeritage (www.myheritage.it).
Con la tecnologia Deep Nostalgia (sviluppata dalla società israeliana D-ID) MyHeritage ha fatto un ulteriore passo avanti arrivando ad animare i volti di fotografie, che riprendono letteralmente vita. L’intelligenza artificiale sviluppata, infatti, riesce a “dare vita” ai volti delle persone protagoniste delle nostre vecchie foto e lo fa in un modo realistico e al tempo stesso allarmante. Per rendersi conto delle potenzialità del servizio basta dare un’occhiata al video sottostante:

Diamo vita alla nostre vecchie foto con Deep Nostalgia

Deep Nostalgia vecchie foto

Per provare anche noi la tecnologia Deep Nostalgia non dobbiamo far altro che andare sul suo sito Internet www.myheritage.it/deep-nostalgia. Una volta qui basta completare la registrazione, che offre la possibilità di provare per cinque volte il programma gratuitamente.

Possiamo completare la registrazione sulla piattaforma MyHeritage usando il nostro account Facebook o quello Google, oppure completare il modulo inserendo i nostri dati anagrafici con tanto di email e password.

Con Deep Nostalgia le vecchie foto riprendono vita. Animiamo i volti delle nostre vecchie foto di famiglia con una tecnologia straordinaria. I risultati sono davvero incredibili, ancor più usando le foto in bianco e nero dei nostri nonni…
Completata la registrazione possiamo inserire la foto che vogliamo animare: per farlo clicchiamo su Carica foto oppure trasciniamola sulla pagina Web. In pochissimo tempo (solitamente bastano 20 secondi!) vedremo il soggetto della foto animarsi.


Il video creato dura circa 15 secondi: possiamo scaricare e condividere la nostra creazione tramite Facebook, Twitter o il link da copiare per mandare una email o messaggio. Nella sezione Vai alle mie foto possiamo trovare le nostre foto e i video realizzati.


Oltre a creare video, il servizio permette anche di risistemare delle vecchie foto. Per farlo clicchiamo nella sezione Albero e selezioniamo Colorizza foto. Possiamo “trasformare” una vecchia foto in bianco e nero a colori o risistemarne una sbiadita.


Uno dei punti di forza di MyHeritage è la possibilità di ricostruire il proprio albero genealogico e trovare nuovi parenti sparsi nel mondo. Clicchiamo su Crea ora l’albero genealogico e compiliamo il breve questionario proposto per iniziare la nostra ricerca. Nelle foto storiche i volti sono spesso piccoli e sfocati: con la funzione Migliora foto possiamo vedere ogni viso a risoluzione aumentata con risultati sorprendenti, soprattutto nelle foto di gruppo. Funziona ugualmente bene anche sulle nuove foto a colori.

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Intelligenza artificiale

Intelligenza Artificiale (IA) nella nostra vita quotidiana

Intelligenza Artificiale

In termini tecnici, l’Intelligenza Artificiale è un ramo dell’informatica che permette la programmazione e progettazione di sistemi sia hardware che software che permettono di dotare le macchine di determinate caratteristiche che vengono considerate tipicamente umane quali, ad esempio, le percezioni visive, spazio-temporali e decisionali.
Si tratta non solo di intelligenza intesa come capacità di calcolo o di conoscenza di dati astratti, ma anche e soprattutto di tutte quelle differenti forme di intelligenza che sono riconosciute dalla teoria di Gardner, e che vanno dall’intelligenza spaziale a quella sociale, da quella cinestetica a quella introspettiva. Un sistema intelligente, infatti, viene realizzato cercando di ricreare una o più di queste differenti forme di intelligenza che, anche se spesso definite come semplicemente umane, in realtà possono essere ricondotte a particolari comportamenti riproducibili da alcune macchine.

L’intelligenza artificiale sta aiutando gli esseri umani a diventare più produttivi, a vivere una vita migliore. Dovremmo apprezzarlo invece di considerarlo come una competizione.
In questo articolo vi dimostriamo alcuni esempi della nostra vita quotidiana in cui l’intelligenza artificiale trova un posto.

Viaggi e navigazione

Ad un certo punto della nostra vita, potremmo aver utilizzato il servizio di navigazione per trovare la nostra strada. Per molti fa parte della vita quotidiana. Che si tratti di utilizzare mappe per la navigazione o di utilizzare un servizio di noleggio taxi come Uber, stai utilizzando servizi abilitati all’intelligenza artificiale per viaggiare da un luogo all’altro.

navigazione

Google, Apple e molti altri fornitori di servizi relativi alla navigazione utilizzano l’AI per interpretare i punteggi delle informazioni ricevute e fornirti informazioni che aiutano nella navigazione e ottenere aggiornamenti sul traffico in tempo reale, aiutandoti a spostarti in modo più efficiente.

App per smartphone

Diverse applicazioni sui nostri cellulari sono diventate parte integrante della nostra vita quotidiana. Molte di queste applicazioni sono basate sull’intelligenza artificiale.

Altoparlanti intelligenti, Google Home

Gli assistenti intelligenti integrati  sui nostri telefoni come Siri, Alexa e Google Assistant sono gli esempi più ovvi di intelligenza artificiale che la maggior parte di noi conosce e utilizza.

Altre piattaforme tecnologiche mobili stanno sviluppando soluzioni che utilizzano l’AI per gestire diversi aspetti del dispositivo come la gestione della batteria, i suggerimenti di eventi, ecc. Una delle funzionalità standard, come l’utilizzo della modalità ritratto sul telefono, utilizza anche l’AI.

I servizi abilitati all’IA sono ora una parte significativa degli aggiornamenti apportati su entrambe le piattaforme iOS e Android.

Feed di social media

Passando dalle applicazioni sui tuoi smartphone alla presenza dell’IA all’interno di varie app di social media. Che si tratti di Facebook, Twitter, Instagram o altre piattaforme, ciò che vedi e fai su queste applicazioni è, in larga misura, influenzato dall’apprendimento automatico . L’intelligenza artificiale controlla molto i feed che puoi vedere mentre navighi attraverso queste piattaforme o le notifiche che ricevi.

feed di social media

Prende in considerazione i tuoi gusti e preferenze, la tua storia e l’impronta sul tuo smartphone, per trasmettere i feed che trovi più rilevanti e che sei incline a vedere.

Annunci

Quante volte vi siete chiesti, guardando un annuncio online, “stavo pensando di acquistare questo prodotto”?
È l’intelligenza artificiale al lavoro.

Non c’è magia, è solo l’IA che tiene traccia di ciò che fai online. I prodotti che guardi mentre navighi su vari siti di shopping o motori di ricerca vengono tracciati e gli annunci relativi a questi prodotti vengono inviati all’utente. L’intelligenza artificiale utilizza anche le informazioni relative ai dati demografici, come la tua età, sesso, professione, ecc. Per determinare gli annunci dei prodotti che molto probabilmente sono la tua preferenza.
Ciò sta diventando sempre più rilevante, con molte aziende che utilizzano strumenti di marketing digitale.

Auto intelligenti

Un altro ambito in cui l’IA sta aumentando la sua presenza nella nostra vita quotidiana sono le auto intelligenti.

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Non sono solo le aziende come Tesla ad essere in prima linea nell’utilizzo dell’automazione nei veicoli, ma molte delle case automobilistiche stanno anche cercando di integrare l’IA con le automobili per fornire servizi senza interruzioni delle varie tecnologie che utilizzi.

Le informazioni vengono condivise e comunicate tra le auto per manovrare meglio in mezzo al traffico. Gli input relativi al traffico, l’aggiornamento in tempo reale sui blocchi stradali vengono immediatamente trasmessi per avvisare gli altri veicoli sulla rete, consentendo il reindirizzamento.

Streaming di musica e video

Sebbene i consigli di YouTube e le playlist suggerite sulle app musicali siano in circolazione da un po’ di tempo, è possibile che questi consigli diventino più pertinenti ai tuoi “Mi piace” con il passare del tempo. Questa è l’intelligenza artificiale: tiene traccia dei video e della musica che ascolti di più e fornisce suggerimenti relativi agli stessi.

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Casa intelligente

Alexa e Bixby, vengono in mente quando si parla di utilizzare l’IA nello sviluppo di case intelligenti. Tuttavia, queste applicazioni dell’IA non sono limitate solo a questi assistenti vocali intelligenti.

Dispositivi termostatici che utilizzano l’AI per regolare automaticamente la temperatura, applicazioni AI che risparmiano energia accendendo / spegnendo automaticamente le luci in base alla presenza umana, app che cambiano il colore della luce in base all’ora del giorno, sono alcune delle applicazioni in cui l’intelligenza artificiale viene utilizzata per rendere le case più intelligenti.

casa intelligente

L’intelligenza artificiale utilizzata si sta evolvendo e vengono sviluppate sempre più soluzioni che comprendono il nostro comportamento e il nostro funzionamento di conseguenza.

Input intelligente

Non c’è bisogno di guardare oltre il tuo dispositivo mobile. La digitazione del testo è diventata più comoda con l’integrazione dell’intelligenza artificiale, in cui prevede parole, frasi ed emoticon in base al tuo uso regolare e allo stile di scrittura.

Questo va oltre il testo predittivo utilizzato nei precedenti telefoni cellulari, con i suggerimenti più pertinenti al contesto e al tuo stile. Le frasi possono essere scritte con un semplice tocco sullo schermo.

Poche app di posta forniscono suggerimenti per gli argomenti e, in molti casi, anche il testo in base al corpo dell’email che hai inserito.

Sicurezza e sorveglianza

Il pensiero dell’intelligenza artificiale porta l’idea che venga utilizzato per la sorveglianza su larga scala. Sebbene l’etica sia motivo di dibattito, è noto che l’intelligenza artificiale viene utilizzata sempre più in questo campo. Monitorare l’immenso feed trasmesso da varie telecamere e altri dispositivi non è solo un’attività ingombrante, ma ha anche i suoi limiti.

L’intelligenza artificiale utilizza tecnologie come riconoscimento facciale, riconoscimento di oggetti e posizione per monitorare gli input ricevuti e analizzarli, come abbiamo visto spesso nei film in tv.

Servizi finanziari

Le banche sono uno dei domini che hanno adottato le invenzioni tecnologiche prima della maggior parte degli altri campi. Il settore bancario è ora passato dalla necessità di recarsi in uno spazio fisico per condurre le operazioni dal proprio cellulare.

pagamento

Le banche utilizzano l’IA in molte aree, incluso il rilevamento di attività fraudolente, l’analisi delle tendenze di investimento dei clienti, la fornitura di servizi ai clienti.

Hai mai ricevuto una notifica da una banca quando effettui una transazione da un nuovo dispositivo? Questo è un caso di intelligenza artificiale utilizzata per il rilevamento di potenziali frodi. Le notifiche ricevute da banche e istituti finanziari in merito ai loro servizi e prodotti sono esempi di intelligenza artificiale nel comprendere le tue preferenze, requisiti e forza finanziaria per suggerire prodotti pertinenti.

Conclusione

L’intelligenza artificiale sta aiutando gli esseri umani a diventare più produttivi, a vivere una vita migliore. Dovremmo apprezzarlo invece di considerarlo come una competizione. Se ti interessa imparare o costruire una carriera, dai un’occhiata a questa risorsa .

Intelligenza artificiale

Google lancia un’app per parlare con gli occhi

Google compie un altro passo avanti in fatto di accessibilità con il lancio di Look to Speak, la prima app che permette di parlare con gli occhi. L’applicazione sfrutta la fotocamera frontale dello smartphone e consente a persone con disturbi del linguaggio di comunicare con le persone vicine in maniera semplice ed efficace.

Per la realizzazione dell’applicazione Look to Speak, Google si è avvalsa del supporto del terapista del linguaggio Richard Cave. La collaborazione ha portato allo sviluppo del progetto, tramutatosi di recente nell’applicazione che è già disponibile per il download tramite lo store di Big G. Nel blog del colosso di Mountain View, lo stesso Cove ha commentato positivamente la riuscita del software, sottolineando come “ora le conversazioni possono avvenire più facilmente laddove prima ci sarebbe stato solo silenzio”.

Alla base dell’app vi è la facilità di utilizzo, anche in circostanze che in precedenza non avrebbero permesso di sfruttare lo sguardo per scrivere messaggi da leggere alle persone circostanti. Un vero e proprio passo avanti, dunque, che punta ad accorciare il più possibile le distanze nel mondo della comunicazione.

Come funziona l’app?

Il metodo di funzionamento di Look to Speak è complesso ma basato su una procedura già nota: mentre l’utente muove lo sguardo su alcune frasi preimpostate presenti sullo schermo dello smartphone, la fotocamera frontale traduce il movimento in ogni direzione e seleziona la frase corrispondente. Una volta sicuro della scelta, il software riproduce il messaggio per gli udenti circostanti. Il tutto ovviamente avviene in pochi istanti, rendendo possibile una conversazione rapida tra le parti.

Con l’app, le persone devono semplicemente guardare a sinistra, a destra o in alto per selezionare rapidamente ciò che vogliono dire da un elenco di frasi. Forse la caratteristica preferita è la possibilità di personalizzare le parole e le frasi: consente alle persone di condividere la loro voce autentica. Le impostazioni della sensibilità dello sguardo possono essere regolate e tutti i dati sono privati ​​e non lasciano mai il telefono. 

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