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YouTube lancia Shorts in risposta a TikTok

Sappiamo tutti, ormai, cos’è TikTok. Il social network cinese caratterizzato da video di breve durata è diventato l’app più scaricata al mondo tanto che anche Facebook, qualche mese fa, è dovuto correre ai ripari creando i Reel per Instagram. E ora è arrivato il momento di YouTube. Una funzionalità nuova per la app di YouTube che lancia una sezione dedicata ai video brevi, Shorts, e uno strumento integrato per crearli e caricarli, in risposta a TikTok. Degli Shorts si parlava già prima che venissero lanciati a settembre 2020, in fase sperimentale in India. I risultati sono stati soddisfacenti – 6,5 miliardi di visualizzazioni giornaliere – e da marzo gli Shorts sono attivi anche negli Stati Uniti, con la promessa di raggiungere presto gli utenti di tutto il mondo.

Cosa sono gli Shorts di YouTube

Si tratta di clip di massimo 15 secondi in formato verticale, da scorrere passando velocemente da una all’altra. Nulla che gli iscritti a TikTok o a Instagram (con i Reels) non abbiano già visto. Ma di certo è una novità per YouTube, piattaforma che ha sempre prediletto video orizzontali, anche molto lunghi, editati prima di essere caricati. Una volta che l’opzione Shorts sarà attiva anche in Italia, sarà possibile girarli ed editarli – con filtri e musica – direttamente tramite la app di YouTube. La stessa app aggiornerà il proprio menù per accogliere una sezione dedicata alla visualizzazione dei video brevi.

shorts

Shorts consente ai creator di registrare, modificare e condividere contenuti video. La creatività è al centro e YouTube sta cercando di renderla il più facile e divertente possibile. Il creator può controllare la velocità per rallentare o accelerare l’audio, aggiungere testo, didascalie e sovrapposizioni grafiche in determinati momenti, clip dalla galleria del telefono, filtri di regolazione del colore e può anche utilizzare un timer e un conto alla rovescia per registrare facilmente e a mani libere.

YouTube sta attivando una nuova funzionalità: i creator potranno decidere di utilizzare l’audio originale del video oppure selezionare della musica dalla piattaforma stessa, e questo sicuramente porta a YouTube un importante vantaggio grazie alla vasta libreria di brani in costante crescita. “Il collegamento tra i due ecosistemi è una parte fondamentale di tutto questo” ha osservato Todd Sherman, Product lead per YouTube Shorts.

La concorrenza a TikTok e IG Reels

Questo ingresso nel mondo delle clip brevi avvicina quindi YouTube ai concorrenti social network. Nel lanciare Shorts, la piattaforma ha parlato della volontà di offrire un nuovo tipo di contenuti ai propri utenti, per sfruttare l’ampio catalogo musicale a disposizione e rendere la app più ‘accattivante’ quando navighiamo su smartphone. E’ anche una mano tesa ai creator specializzati in video verticali, che così potranno più facilmente rivolgersi a YouTube per contenuti sponsorizzati e non solo.

YouTube lancia Shorts

Già la scorsa estate, YouTube aveva annunciato che avrebbe testato una nuova funzione per video brevi, ma non aveva aggiunto particolari dettagli. A settembre 2020 Youtube Shorts è stato lanciato per la prima volta in India dove TikTok – ricordiamo, di proprietà cinese – è ora illegale. Lo scorso marzo è poi arrivato negli Stati Uniti e si sta aprendo a Regno Unito, Canada e America Latina. Il rollout in nuovi paesi, iniziato il 7 giugno, sarà pienamente attivo entro la fine del mese, come si legge in un articolo di TechCrunch.

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whatsapp si fa in 4
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WhatsApp si fa in 4

WhatsApp si fa in 4. Ebbene si, l’app di messaggistica immediata su 4 dispositivi contemporaneamente, e non sarà necessario che quello principale sia connesso. La piattaforma di messaggistica sta per far proprie alcune novità che da una parte promettono di cambiare non poco l’esperienza sulla chat, presentandosi quindi come estremamente innovative, ma dall’altra ricordano molto da vicino quanto Telegram consenta già di fare da tempo, presentandosi quindi come qualcosa di noto e riciclato. Resta la novità di alcune funzioni che, applicate su una community tanto ampia, promettono di ridefinire il modo di utilizzare l’app da parte dell’utenza.

Sembrano quindi finalmente maturi i tempi per l’apertura di WhatsApp alla cosiddetta funzione multi-dispositivo ossia alla possibilità di accedere a un’unica utenza su fino a quattro differenti apparecchi come possono essere smartphone, tablet o computer. Non sarà necessario che il dispositivo principale sia sempre connesso, dato che non si tratta di una semplice duplicazione come avviene ora.

WhatsApp su 4 dispositivi contemporaneamente

Ad anticipare l’attesa (non) novità è stato il portale numero uno sulle anticipazione della celebre app di messaggistica istantanea ossia Wabetainfo. La novità è stata svelata all’interno di un’interessante intervista nientemeno che con Mark Zuckerberg e con il numero uno di WhatsApp, Will Cathcart. Viene data anche una tempistica piuttosto breve con la disponibilità che cadrà durante l’estate (massimo due mesi) per la versione beta di test e, verosimilmente, una diffusione al pubblico entro la fine dell’anno.

WhatsApp, 4 dispositivi e messaggi effimeri

La prima novità è relativa alla sincronizzazione tra più device. Mentre oggi l’account WhatsApp è univoco tanto per l’utente quanto per il device (un solo account per ogni smartphone), presto ogni singolo utente potrà portare il proprio account su quattro dispositivi contemporaneamente. Non si tratta dunque di effettuare un mirroring su WhatsApp Web col proprio account attraverso la compresenza dello smartphone. Si potrà usare un device indipendente in tutto e per tutto, sfruttando anche nuove versioni in arrivo per portare il clienti su più terminali (ad esempio su iPad). Se dunque lo smartphone andrà a scaricarsi improvvisamente, non si rimarrà fuori del tutto dalle comunicazioni. Basterà dotarsi di un device di backup, il quale sarà lecitamente autorizzato all’uso sincronizzato delle chat.

Come funzionerà il multi-dispositivo su WhatsApp? Un po’ come per altri rivali – Telegram o WeChat, giusto per citare gli esempi più consistenti – si potrà effettuare l’accesso sul proprio computer fisso o portatile, su un altro smartphone (anche di altro sistema operativo rispetto al principale) o su un tablet, incluso iPad che finalmente avrà una propria versione ottimizzata

Zuckerberg ha assicurato che sarà mantenuta la crittografia end-to-end per proteggere conversazioni, dati e file diffusi. Arriveranno anche altre funzioni interessanti come foto e video che svaniranno dopo averli visualizzati. Così come nel caso precedente, anche questa funzione è già propria del mondo Telegram. In pratica i messaggi si autodistruggeranno dopo un tot di tempo, tipo 24 ore o una settimana.

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Indagine antitrust su Facebook

Dopo Apple e Amazon, anche Facebook nel mirino dell’antitrust, infatti la Commissione Europea sarebbe pronta ad aprire un’indagine formale. Indagine che riguarderebbe il modo in cui Facebook ha fatto valere la propria posizione sul mercato, creando di fatto una posizione disequilibrata rispetto ad altri gruppi che sono in qualche modo in concorrenza con il proprio marketplace.

L’ipotesi è scaturita dal Financial Times e mancano, al momento, ancora notizie ufficiali dalla Commissione. Ciò ci impedisce di conosce nel dettaglio il tenore delle accuse. Tutto sarebbe focalizzato sulla “classified advertising” e sul modo in cui Facebook avrebbe abusato delle dimensioni della propria community. Il lancio dell’indagine, è atteso a giorni: la tempistica esatta così come l’ampiezza dell’inchiesta sono ancora in via di definizione.

Concorrenza sleale

Le indagini antitrust sarebbero finalizzate alla verifica delle azioni Facebook con il proprio marketplace. Cioè nel modo in cui potrebbe aver agito ai danni dei marketplace rivali promuovendo gratuitamente il proprio. Insomma, avrebbe portato avanti una condotta scorretta in termini di concorrenza, traendo vantaggio diretto dalla propria posizione dominante nel mondo dei social network per trasferirne gli effetti nel mercato degli annunci economici.

antitrust su facebook
L’Ue verso un’indagine antitrust su Facebook

L’Ue ha già inviato a Facebook e alle sue società rivali almeno tre round di domande per capire se il social abbia distorto il mercato della pubblicità promuovendo i suoi servizi su Marketplace gratuitamente ai suoi 2 miliardi di amici. Infatti Facebook ha lanciato Marketplace nel 2016 consentendo ai suoi utenti di vendere o acquistare prodotti senza commissioni.

Dopo Amazon e Apple, anche Facebook nel taccuino

Si attendono ora una presa di posizione ufficiale da parte delle autorità europee (che potrebbe arrivare a breve) e la conseguente reazione di Facebook prima che le indagini possano aver inizio. La Commissione UE, già attiva in ambito antitrust con pressoché tutte le big della Silicon Valley, ancora non aveva sul proprio taccuino Facebook sebbene il social network fosse probabilmente in agenda ormai da tempo. La questione del marketplace sembra poter essere una sorta di sfida diretta tra le autorità europee e il gruppo di Mark Zuckerberg. Quest’ultime infatti chiedono di non invadere campi contigui a quello dei social network o di farlo senza trarre vantaggio dalla posizione già conseguita nel proprio mercato di riferimento.

La richiesta di informazioni e la raccolta di prove ha rivelato da subito tensioni fra la Commissione Europea e Facebook. Quest’ultima si è addirittura rivolta a un tribunale per sollevare i suoi timori sull’invadenza delle domande dell’Ue in termini di privacy dei suoi dipendenti. Nelle scorse settimane la Commissione Europea ha accusato formalmente Apple di distorcere la concorrenza imponendo elevate commissioni su servizi di streaming rivali. Nel mirino c’è anche Amazon per aver danneggiato i rivali più piccoli. Il faro è stato acceso anche sul potenziale comportamento anti competitivo di Google e di Coca-Cola.

creare avatar su facebook
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Come creare il proprio avatar su Facebook

Stufo delle solite foto profilo? Oggi vi insegneremo come creare degli avatar personalizzati, in modo da rendere la foto del vostro profilo Facebook più originale. Chi non vuole utilizzare una propria foto da usare come immagine del proprio profilo può sicuramente fare uso di un avatar. Un avatar è una rappresentazione virtuale di noi, di solito in forma di fumetto e molto divertente.

Dopo aver lanciato Rooms, la comoda funzione per le videochiamate di gruppo, Facebook ha inserito anche la possibilità, per ogni utente del social network, di creare un avatar e di utilizzarlo non solo come immagine di profilo ma anche per avere dei piacevoli sticker personalizzati da utilizzare nei commenti ai post e nelle chat con i propri amici. Scopriamo insieme come fare per creare un avatar su Facebook e Messenger, e come utilizzarlo sia sulla chat di Facebook che su altre chat.

avatar su Facebook

Creare Avatar dal cellulare

Nella versione desktop ancora non è possibile creare il proprio avatar, ma possiamo farlo semplicemente tramite l’applicazione di Facebook su Android e iOS (iPhone e iPad). Quindi per creare il tuo avatar basta andare nel menu Avatars come mostrato in figura

avatars da cellulare

• apri l’app di Facebook e fai l’accesso con le tue credenziali (username e password); • quindi premi il tasto menu in alto a destra (è caratterizzato da tre linee sovrapposte); • premi il pulsante Altro e poi sulla voce Avatars.

A questo punto si ci troverà di fronte alla procedura per la creazione dell’avatar. È davvero intuitiva, per fare un buon lavoro e realizzare un risultato che ti somigli davvero potrai premere l’icona della funzione specchio. Si trova in alto a destra nell’interfaccia, e farà apparire la tua immagine ripresa tramite la videocamera frontale del dispositivo. Così potrai scegliere, fra le molte opzioni disponibili, quelle di tuo gradimento.

avatar fotocamera

C’è davvero l’imbarazzo della scelta, si può personalizzare ogni parte dell’avatar, dal colore della pelle alla capigliatura, dalla forma degli occhi alla corporatura e, come se non bastasse, potremo scegliere addirittura anche l’abbigliamento. Quando sarai soddisfatto del tuo avatar potrai salvare il risultato premendo il tasto a forma di V in alto a destra nell’interfaccia dell’app. Dopo aver creato e salvato l’avatar, si potrà visualizzarne un’anteprima completa e potrai decidere di tornare alla modalità di modifica tramite il tasto matita, oppure vedere come il nostro avatar appare nei diversi adesivi che esprimono le nostre emozioni: felice, triste, arrabbiato…Se si vuole impostare il proprio avatar come immagine di profilo si può farlo premendo in questa schermata l’apposito tasto con la freccia.

Creare un Avatar all’interno di Messenger

È anche possibile creare direttamente all’in-terno dell’applicazione Messenger il proprio avatar Facebook. Dopo aver installato l’app, disponibile per Android e iOS (iPhone e iPad), bisogna:

• aprire l’app e accedere con le proprie credenziali; • avviare una qualsiasi conversazione; • nel box di scrittura (e non sulla tastiera dello smartphone) premere sul tasto con la faccina; • quindi invece di scegliere uno Sticker (Adesivi) premere il tasto caratterizzato dalla faccina con la lingua di fuori; • a questo punto si sarà entrati nella modalità di creazione dell’avatar; • dopo aver atteso il caricamento si può premere sul pulsante blu Crea il tuo Avatar. Qui si potrà creare e salvare il proprio avatar esattamente come abbiamo descritto nel precedente paragrafo.

Utilizzare l’avatar su Facebook

Una volta salvato il proprio avatar si può utilizzare nei commenti di Facebook e nelle conversazioni (su ogni piattaforma anche sul sito). Farlo è semplice: nei campi di testo in entrambi i casi basta premere il pulsante caratterizzato da una faccina che ride (che si aggiunge ai tasti che permettono l’accesso alle GIF e agli adesivi). Per utilizzare i nuovi sticker animati basati sugli avatar anche sulla versione desktop del sito di Facebook, ad esempio quando si vuole fare un commento, basta cliccare sul box del commento, quindi premere il tasto degli adesivi; dentro, fra le categorie, potrai notare una faccetta che ride che contiene i nuovi e divertenti stickers.

Se si vuoi utilizzare i divertenti nuovi stickers personalizzati su altre piattaforme di chat puoi farlo senza problemi:

• aprire l’app di Facebook su Android o iOS; • nella schermata principale premere in alto a destra l’icona menu (caratterizza dalle tre linee); • premere il pulsante Altro per mostrare tutte le opzioni e infine scegliere la voce Avatars; • premere il tasto degli adesivi e quindi sceglierne uno; • fare tap su Altre opzioni: si accederà al menu Condivisione e si potrà inviare lo sticker scelto nella chat che preferiamo (ad esempio su WhatsApp).

avatar da altre chat

Avete creato così il vostro avatar, adesso potete sbizzarrirvi e divertirvi insieme ai vostri amici! Alla prossima!

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GDPR, Sicurezza informatica, Social media

Protezione dati pubblici sulle fan page social

Vediamo insieme cosa dice la legge riguardante la protezione dei dati pubblici sulle fan page social.

Purtroppo, spesso accade che nel corso di una delle troppe telefonate che riceviamo, nonostante le sanzioni già emesse dal Garante, alla domanda “Come avete ottenuto il mio numero di telefono?” tra le farfuglianti giustificazioni dell’operatore possiamo trovare quella fornita principalmente a imprenditori e professionisti troviamo “E’ un dato pubblico possiamo usarlo.” E’ sicuramente vero che i recapiti telefonici e gli indirizzi mail di aziende, commercialisti, avvocati e altri professionisti sono pubblici perché trovati in albi o pagine web.

Tuttavia è altrettanto vero che mettere a disposizione il proprio telefono o una email di contatto non autorizza in alcun modo ad usarli per comunicati o promozioni commerciali. La stessa problematica riguardante la protezione dei dati pubblici si presenta anche nel contesto delle cosiddette fan page social.

 fan page social e protezione dati
Attraverso le fan page, le aziende possono reperire informazioni riguardanti gli utenti

GDPR e fan page

Con maggiore delicatezza abbiamo lo stesso problema per quanto riguarda le pagine social e, in particolar modo, per le popolarissime fan page.

Questi specialmente su Facebook sono tra gli strumenti più utilizzati da aziende e professionisti. Infatti, tramite loro possono così farsi conoscere e aumentare il proprio bacino di utenza. Non dimentichiamo, infatti, che anche un semplice like su una pagina o un post è elemento che permette di conoscere chi lo ha messo e, magari unendolo ad altri elementi facilmente reperibili in rete, profilarlo per individuare le sue preferenze.

Un’attività tra quelle a cui, maggiormente, il GDPR cerca di mettere un freno per tutelare gli utenti dalle invasione della propria privacy.

Facebook inoltre mette a disposizione del gestore della fan page la possibilità, tramite cookie e insight, di reperire numerosi dati personali per capire da chi è composto il pubblico della pagina, provenienza, età e a quale sesso appartiene, oltre ovviamente alle sue preferenze.

È proprio questo lo strumento che serve per poter creare campagne pubblicitarie mirate. Allo stesso modo vengono utilizzati i risultati dei test e sondaggi di opinione che molte aziende lanciano sempre sui social. Mettere in rete quello che sembra un sondaggio lanciato da un qualsiasi utente è un modo ideale ed economico, oltreché subdolo, di venire a conoscenza di gusti e preferenze dei propri potenziali clienti.

Art. 6 del Regolamento

Il trattamento di questi dati è chiaramente limitato dall’articolo 6 del Regolamento. Essi infatti sono utilizzabili laddove funzionali ad adempiere obblighi legali gravanti sul titolare ovvero, se non funzionali, quando questi siano necessari per l’esecuzione di un contratto (esecuzione, dice la norma, non proposta o offerta).

Ricordiamo oltretutto che è sempre necessaria una forma di una forma di consenso espressa. La forma del silenzio assenso non è quindi prevista dal GDPR. Queste osservazioni devono essere anche alla base di ogni forma di trattamento dei dati. Questi vengono messi a disposizione sui social network e, in particolare, proprio sulle fan page, alle quali accedere e commentare rivela gusti e preferenze dell’utente se non addirittura un pensiero politico o l’orientamento sessuale di una persona.

Così il gestore della fan page diventa anche il Titolare del trattamento di dati che un utente crede di aver concesso solo a Facebook. Il gestore così imposta i parametri del trattamento ad obiettivi di gestione aziendale determinandone le finalità; lo stesso gestore può chiedere di ricevere da Facebook, in forma anonima, i dati raccolti dai cookie per finalità di webtracking.

La sentenza della corte Europea

Sul punto si è pronunciata la Corte Europea. Quest’ultima in una sua sentenza, ha di fatto nominato l’amministratore di una pagina fan di Facebook responsabile del trattamento dei dati. Facebook a sua volta, insieme all’amministratore, sarà responsabile di tale trattamento che quest’ultima raccoglie e mette a sua disposizione. Il Gestore della pagina dovrà quindi procurarsi una valida base di trattamento per poterli utilizzare e creare le campagne mirate di advertising.

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Videoconferenze di gruppo in arrivo su Telegram

La nuova funzione, che permetterà di realizzare videochiamate di gruppo, sarà disponibile con un aggiornamento di Telegram previsto per il mese di maggio. E’ partita ufficialmente la sfida tra Meet, Zoom e Teams. L’annuncio arriva direttamente dal CEO che fissa anche la tempistica per il debutto ufficiale. A breve sarà quindi possibile avviare videoconferenze di gruppo direttamente da Telegram.

L’annuncio arriva direttamente dal CEO Pavel Durov: il mese prossimo le chat vocali di gruppo offerte da Telegram si arricchiranno di una inedita “dimensione video”. Questa la prossima evoluzione del software che da applicazione per chat e messaggistica si appresta a diventare una vera e propria piattaforma per le videoconferenze.

Videochiamate di gruppo su Telegram

Se lo strumento sarà in grado o meno di rosicchiare una fetta di utenti ad alternative affermate (soprattutto lato business) come Google MeetZoom e Microsoft Teams è forse troppo presto per stabilirlo, ma l’intento sembra quello. Monetizzare l’attività di un servizio con circa 500 milioni di account attivi a livello globale. Potrebbe trattarsi di una delle caratteristiche a pagamento per le quali lo scorso anno è stato previsto il debutto.

A proposito di videochiamate, aggiungeremo una dimensione video alle nostre chat vocali entro maggio, rendendo Telegram una potente piattaforma per le videochiamate di gruppo. Condivisione dello schermo, crittografia, cancellazione del rumore, supporto per desktop e tablet: tutto ciò che vi aspettate da uno strumento moderno per le conferenze video, ma con un’interfaccia al livello di Telegram, velocità e crittografia. Rimanete sintonizzati!

Nel filmato qui sopra è possibile dare un primo sguardo all’interfaccia della funzionalità in esecuzione su iPhone.

Pieno supporto sia all’orientamento verticale che a quello orizzontale dei dispositivi, con gli elementi dell’UI organizzati in modo automatico a ogni rotazione.

Oltre alla possibilità di effettuare videoconferenze di gruppo, Telegram aveva introdotto nei giorni scorsi la possibilità di eseguire pagamenti in app. Non resta che rimanere in attesa per saperne di più, entro il mese prossimo. La nuova funzionalità verrà quasi certamente introdotta tramite un aggiornamento.

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Facebook e Instagram: a pagamento su iOS?

Con la nuova funzionalità introdotta da Apple ad aprile con IOS 14.5, App “Tracking Transparency”, ovvero la richiesta del consenso per il tracciamento da parte delle app, sia Facebook, che aveva criticato la novità fin dal principio, sia Instagram, stanno ipotizzando l’eventualità di chiedere una somma di denaro per l’accesso ai servizi tramite un avviso. Entrambe le app mostrano una schermata “minacciosa” che ipotizza la possibilità di versioni a pagamento dei due servizi.

In realtà si tratterebbe soltanto di un tentativo per spaventare gli utenti qualora non si conceda il permesso al tracciamento su iOS. L’azienda di Menlo Park, che inizialmente aveva criticato la decisione di Apple, ha poi fatto marcia indietro affermando che Facebook si troverà in una buona posizione quando Apple inizierà ad applicare la trasparenza del tracciamento delle app e che potrebbe persino trarre vantaggio da questi cambiamenti.

Facebook Instagram a Pagamento su IOS?

A pagamento su IOS?

Facebook e Instagram quindi a pagamento su IOS? Per ora no.

Si tratta quindi di un chiaro avviso attraverso cui la società americana vuole scoraggiare il tanto discusso e criticato sistema di tracciamento di iOS 14.5, che è stato al centro di un aspro confronto a suon di pagine dei giornali tra Facebook ed Apple. Questa è la prima posizione di apertura di Facebook verso le nuove regole della privacy integrate in iOS 14.5, che obbligheranno gli sviluppatori a chiedere il consenso esplicito degli utenti prima di attivare il tracciamento tramite IDFA. Prima ancora dell’arrivo di ATT, Facebook aveva evidenziato le possibili conseguenze per le PMI che ricavano profitti dalle inserzioni pubblicitarie. Sembra che comunque Facebook sia intenzionata ad introdurre una versione a pagamento. Da circa due anni, sulla home page del social network è stata eliminata la frase “È gratis e lo sarà sempre“. Zuckerberg aveva dichiarato nel 2018 che ci sarà sempre una versione gratuita di Facebook. Ciò non esclude che possa essere introdotta una versione a pagamento dell’app in futuro.

Mark Zuckerberg

Gli utenti iOS hanno iniziato a vedere una schermata informativa che elenca tre motivi per cui è necessario attivare il tracciamento nell’app Facebook e Instagram:

  • Mostrare inserzioni pubblicitarie più personalizzate
  • Supportare le aziende che usano le inserzioni per raggiungere i clienti
  • Mantenere Facebook/Instagram gratuiti
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Pagamenti nelle chat di Telegram. Tutte le novità

Il nuovo aggiornamento dell’app Telegram, presentato e rilasciato in queste ore, porta con sé molte novità. La più significante riguardante il lato business è la possibilità, offerta ai commercianti, di ricevere pagamenti all’interno di qualsiasi chat.

Il debutto dei pagamenti Telegram

Sono passati ormai 4 anni da quando è stato introdotto il supporto alle transazioni. Il team al lavoro sull’applicazione li ha chiamati Pagamenti 2.0: una delle più importanti novità e ulteriore passo in avanti. Grazie alla partnership con otto fornitori che gestiscono altrettanti circuiti o piattaforme per la movimentazione del denaro, è stato possibile implementare questa funzione. Stripe, Yandex.Money, Sberbank, Tranzzo, Paymem, CLICK, LiqPay ed ECOMMPAY. L’ elenco sarà destinato a crescere con tutta probabilità nell’immediato futuro. Ai venditori è stata concessa la possibilità di accettare pagamenti con carte di credito in qualsiasi chat dell’applicazione di messaggistica.

Gli utenti-acquirenti hanno modo, se lo desiderano, di aggiungere una mancia all’importo speso. Telegram sottolinea che non applica alcuna commissione e non conserva alcun dato sui pagamenti, in linea con la propria filosofia in tema di privacy. La funzionalità è accessibile sia dalle app mobile sia dalle versioni desktop.

app Pagamenti nelle chat di Telegram

Telegram anticipa WhatsApp, nonostante l’app di Facebook stia sperimentando, in Italia dovremo ancora attendere.

Tra le altre funzionalità inedite introdotte dall’aggiornamento troviamo le chat vocali programmate, i mini profili ad esse associati e nuove versioni desktop con supporto a sticker animati, modalità scura, cartelle chat e altro. Miglioramento nella riproduzione dei video, visualizzazione delle immagini con il pinch-to-zoom e le animazioni.

Il download dell’aggiornamento è disponibile sia per iOS tramite app store dedicata, che per Android. Per quanto riguarda quest’ultima bisognerà attendere il via libera di Google per la pubblicazione su Play Store. Tuttavia, per chi volesse scaricare l’APK, lo trova sulle pagine del sito ufficiale.

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Superlega: Tweet ironico di Google

Tweet ironico di Google sul tema della Superlega, con riferimento ad alcuni club in particolare.

Annunciata in pompa magna come una rivoluzione e miseramente cancellata meno di 48 ore dopo, la Superlega verrà ricordata come uno dei più grandi flop nella storia del calcio moderno. Se i 12 club fondatori andranno incontro a sanzioni o conseguenze per il loro golpe lo stabiliranno le autorità e le federazioni competenti. Quel che è certo per il momento è che si trovano a dover fare i conti con l’irrisione e l’ironia del mondo online. Tra coloro che non hanno risparmiato una frecciatina c’è anche Google.

Se anche Google prende in giro la Superlega

Il profilo ufficiale Twitter della divisione britannica ha pubblicato un post riferito ad Arsenal, Chelsea, Liverpool, Manchester City, Manchester United e Tottenham, senza citarle in modo diretto. Sono queste le sei squadre inglesi che, in barba a UEFA e Premier League, avevano inizialmente deciso di aderire al progetto. Salvo poi ritirarsi in tutta fretta anche a causa delle proteste che si sono scatenate nei giorni scorsi nel Regno Unito. Insieme a loro, tra gli altri club artefici del ripensamento ci sono anche Barcellona, Atletico Madrid, Inter, Juventus, Milan e Real Madrid (in ordine rigorosamente alfabetico).

Il tweet in questione, dallo stile volutamente ironico e pungente, nonché inconsueto per la comunicazione del colosso di Mountain View , fa riferimento alla funzionalità di Gmail. Funzionalità questa che permette di richiamare un messaggio in seguito all’invio.

tweet superlega di Google club
Tweet ironico di google club superlega

In realtà non si annulla l’invio. Semplicemente lo si posticipa rispetto a quando si esegue il click, offrendo così all’utente la possibilità di intervenire su un intervallo di tempo.

come si presenta la schermata della funzione Gmail.
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Liberare lo spazio occupato da WhatsApp

Torniamo a parlare di WhatsApp: In questa guida vi spieghiamo come liberare lo spazio occupato dall’app, agendo direttamente dall’applicazione sia su Android sia su iOS.

Come liberare lo spazio occupato su WhatsApp

Dopo aver aperto WhatsApp, gli utenti possono facilmente eliminare dal proprio dispositivo i files ricevuti nelle varie chat . Può essere fatto in maniera selettiva, quindi scegliendo solo determinati files oppure solo alcune conversazioni. Ecco come cancellare file inutili su WhatsApp, sia su iOS che su Android

Procedura su iOS
Apri l’applicazione, seleziona “Impostazioni” in basso a destra e da lì scegli “Spazio e dati” e poi “Gestisci spazio”.

Procedura su Android
Apri l’applicazione, tocca sui tre puntini verticali in alto a destra e poi prosegui in Impostazioni > Spazio e dati > Gestisci spazio.

Dalla schermata che si apre, si vede lo spazio occupato interamente da WhatsApp e quello libero sul dispositivo.

Lo spazio occupato dall’app si divide fra “media di WhatsApp”, ( foto, video e documenti) e “app e altri elementi”. In questo caso, l’utente può agire sulla prima categoria di contenuti, perchè non tutto lo spazio occupato da WhatsApp è derivato da immagini o video condivisi sulle conversazioni.

Segue un elenco delle chat, che sono ordinate in base a quanto spazio occupano sullo smartphone. Toccando su una delle chat, l’utente avrà di fronte i vari media (anche i messaggi vocali), ordinati per dimensione.

Tenendo premuto su un contenuto, verrà selezionato; a quel punto, l’utente può selezionare altri file toccando le rispettive icone. Una volta fatto, bisogna toccare in alto l’icona a forma di cestino per eliminarli. Apparirà un avviso per confermare l’eliminazione; inoltre, è consigliabile di eliminare anche le copie di tale file in modo da risparmiare ulteriore spazio.

Disattivare il download automatico dei media

Come liberare facilmente lo spazio occupato da WhatsApp

Se è attiva la funziona Download automatico dei media, ogni qualvolta si riceverà un qualsiasi file da altri utenti, verrà automaticamente scaricato sullo smartphone. In questo modo lo spazio occupato dai dati dell’app andrà via via aumentando, creando problemi di memoria.

Anche non partecipando ad una conversazione, l’utente potrebbe trovare la galleria del dispositivo piena di video e foto.

Per evitare che ciò accada, l’utente in Impostazioni >  Spazio e dati può scegliere se scaricare i media sotto rete mobile (3G, 4G, 5G), quando è coperto dalla rete Wi-Fi oppure è in roaming.

È possibile anche scegliere quale media (foto, audio, video e documenti) scaricare automaticamente: deselezionando tutte le caselle per tutti i casi. Il download automatico dei media si disattiva su WhatsApp.

L’utente potrà comunque scaricare i file condivisi nelle conversazioni: basterà toccare il singolo file nelle conversazioni per far partire il download.

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