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Come collegare due monitor su MacBook Air e Pro con Chip M1

Oggi vedremo come ovviare al limite del nuovo Chip M1 di casa Apple, che purtroppo non permette di collegare più di un solo monitor esterno. Vedremo quindi passo per passo come collegare due o anche più monitor su MacBook Air e Pro che montano il nuovo e tanto blasonato Chip M1.

Come ben saprai già, i nuovi Chip M1 installati nei nuovi Macbook Air e Pro, non possono supportare più di un monitor esterno.

Questo molto spesso può essere un limite non da poco, visto che solitamente chi acquista Laptop come questi necessita si, di avere uno strumento portatile che sia leggero, facile da trasportare e poco ingombrante. Spesso si ha la necessità di lavorare anche da casa o in ufficio “trasformando” un portatile in un vero computer desktop collegando più monitor per avere appunto una facilità di lavoro più agiata e più performante.

Vediamo quindi ora come rimediare a questo fastidioso limite imposto da Apple.

Come collegare due monitor su MacBook Air e Pro con Chip M1

Collegare due monitor su MacBook M1: cosa serve

Innanzi tutto l’unica maniera (al momento) che ti può permettere di collegare due o più monitor al tuo nuovo MacBook, è di collegare un adattatore che supporti la tecnologia DisplayLInk a una delle due porte Usb-c del tuo Laptop.

Gli adattatori DisplayLink infatti, grazie a un apposito driver che dovrai installare, ti permetteranno di aggirare questo fastidioso limite.

Dopo giornate di estenuanti ricerche sul web, finalmente sono riuscito a trovare uno di questi adattatori DisplayLink che faceva al caso mio, sia in termini di prezzo che di grandezza (mi serviva un qualcosa dalle dimensioni non troppo ampie). L’adattatore in questione è il Wavlink – Adattatore USB 3.0 a HDMI che al momento in cui sto scrivendo questo articolo ha un prezzo che si aggira intorno hai 45€; Dispone della tecnologia DisplayLink necessaria e ha delle dimensioni abbastanza ridotte.

Se ne possono trovare anche altri modelli con altre caratteristiche ma quelli adatti a questo scopo e cioè con tecnologia DisplayLink sono pochi e difficili da trovare.

Se ricerchi dispositivi come questo ricordati di verificare attentamente che sulla descrizione sia presente la dicitura “Compatibile con DisplayLink” altrimenti l’intero processo non funzionerà.

Come effettuare il collegamento al MacBook M1

Visto e considerato che il MacBook ha solo due uscite Usb-C, ho optato per la soluzione con un Hub mantenendo così libera una porta Tunderbolt per connettere l’alimentazione. Consigliamo comunque di non connettere mai l’alimentazione passando attraverso un Hub o Dock Station, ma di collegarla direttamente al tuo MacBook.

L’ hub in questione che ho scelto è il VAVA Adattatore USB C 9 in1, ma in rete e soprattutto su Amazon.it ne puoi trovare di tantissime marche e modelli, l’importante è che esso abbia almeno un’uscita HDMI, e naturalmente un connettore di collegamento Usb-C.

Catena di connessione per collegare due monitor su MacBook m1

Partendo dal tuo MacBook, collega il l’Hub tramite Usb-C e successivamente collega il tuo adattatore DisplayLink all’Hub. Fatto ciò potrai collegare il primo Monitor con un cavo HDMI che parte dall’Hub principale, successivamente collega il secondo monitor sempre usando un cavo HDMI che parte dall’adattatore DisplayLink. Può a un primo impatto sembrare un collegamento difficile ma ti assicuro che non lo è, e per semplificarti le cose ti lascio qui sotto uno schema illustrativo.

schema collegamento monitor

Come puoi vedere il procedimento è davvero semplice e intuitivo, in questo esempio ti ho illustrato come collegare 2 monitor su MacBook Air e Pro, ma volendo grazie agli adattatori DisplayLink puoi arrivare fino a 6 monitor condivisi, non male no?

Bene, ora una volta capita la catena di collegamenti passiamo al lato software e ti mostrerò come installare il driver DisplayLink sul tuo MacBook.

Installare questo driver è davvero semplicissimo, ti basterà recarti sul sito DisplayLink.Com e successivamente cliccare sulla sezione Download che trovi nella barra del menù in alto a destra.

Una volta effettuato il download clicca sul file e inizia l’installazione dell’app DisplayLink

Ad installazione avvenuta recati sulle tue applicazioni clicca e apri l’app DisplayLink Manager, apparirà quindi un messaggio che ti chiederà di autorizzare le impostazioni della privacy per la registrazione dello schermo.

Clicca su preferenze di sistema consenti l’accesso alle impostazioni della privacy cliccando sul lucchetto in basso a sinistra e inserisci la tua password di sistema.

Spunta la casella inerente a DisplaLink Manager e successivamente clicca su esci e riapri. Fatto ciò sarai pronto ad usare i tuoi due monitor esterni.

Impostazioni monitor collegati al Macbook Air e Pro

Eseguiti tutti questi passaggi finalmente potrai goderti i tuoi due monitor esterni e se vuoi, potrai anche tenere attivo il monitor del tuo MacBook ed avere quindi tre schermi separati.

Apri Preferenze di Sistema sul tuo Mac e clicca sull icona Monitor, seleziona la voce “Disposizione” ecco che ti apparirà il menù per gestire i tuoi monitor.

In questa sezione potrai gestire come posizionare i tuoi monitor condivisi compreso quello principale del tuo MacBook, il monitor principale sarà quello con la barra bianca nel caso tu decida di tenere attivi tutti e tre gli schermi.

Potrai quindi selezionare i tuoi monitor e spostarli a tuo piacimento.

Se vuoi utilizzare solo i due monitor esterni tenendo chiuso il tuo MacBook Air o Pro dovrai necessariamente tenere collegata l’alimentazione al tuo dispositivo, altrimenti solo uno dei due esterni potrà funzionare.

N.b. Se ti preoccupa il fatto di lasciare l’alimentazione inserita, non devi aver nessuna paura nel farlo, anzi se utilizzi molto il tuo laptop è sicuramente meglio lasciare l’alimentazione collegata.

Infatti il Macbook è provvisto di un dispositivo che automaticamente stacca la carica della batteria interna (una volta raggiunta la piena carica) e si alimenta solo tramite l’alimentatore esterno salvaguardando la durata nel tempo della batteria.

Se invece vorrai mantenere attivi solamente i due monitor esterni ti basterà chiudere il tuo MacBook Air o Pro con Chip M1e collegare il cavo di ricarica.

Conclusioni

Come vedi ovviare a questa limitazione del nuovo Chip M1 Apple è molto semplice e sicuramente per chi ha questa esigenza e per chi lavora dall’ufficio o da casa in Smart Working utilizzando MackBook M1 è “una vera manna dal cielo”

L’unico limite se così vogliamo chiamarlo è che non è possibile attivare l’opzione Night Shift nativa, infatti se proverai ad attivarla questa verrà impostata solo su un monitor.

Il mio consiglio se vorrai usare questa modalità è di attivarla direttamente dal menù dei tuoi monitor.

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Condividere gli appunti di Chrome tra diversi dispositivi

Una funzione introdotta nella versione 79 di Chrome ci permette di condividere gli appunti fra i dispositivi collegati al nostro account Google. Tra le funzioni software più amate e utilizzate di Apple ci sono senza dubbio Handoff e Continuity. Servizi questi che consentono a tutti gli utenti di creare una sorta di rete di dispositivi capaci di interfacciassi tra loro in semplicità.

Inclusa in questa rete ritroviamo anche la funzione per condividere gli appunti di Chrome, la quale permette a chiunque di copiare un testo, link, immagine o file su un dispositivo e subito incollarlo su un altro con accesso allo stesso account come accennato sopra. Ciò è reso possibile principalmente dal fatto che l’azienda di Cupertino produce internamente sia l’hardware che il software. Situazione essenzialmente ineguagliabile da parte di Google a causa della frammentazione sproporzionata nel mondo dei dispositivi Android.

Tuttavia, tale problema può essere parzialmente aggirabile sfruttando un servizio sviluppato proprio da Google e universalmente compatibile con la maggior parte dei device in commercio. Stiamo parlando di Chrome, il Browser Web, tra le altre cose, più installato ed utilizzato al mondo. Grazie ad una nuova funzionalità (attualmente in beta) infatti, sarà possibile sfruttare il suddetto programma per far dialogare tutti gli smartphone, i tablet e i computer in cui risulta installato, consentendo quindi la condivisione rapida degli appunti. Infatti una nuova funzione di Google Chrome consentirà agli utenti di copiare i contenuti su un dispositivo e incollarli su un altro. Tutto questo indipendentemente dalla piattaforma su cui è in esecuzione il browser.

Condividere gli appunti di Chrome

Gli Appunti sono una delle funzioni più antiche e “tipiche” dell’informatica, ed esistono praticamente in tutti i sistemi operativi. Per intendersi, sono lo strumento alla base del Copia e incolla che conosciamo tutti. Quello che manca praticamente da sempre è uno strumento facile e veloce per condividere gli appunti fra diversi dispositivi.

Attivare i flags

Attualmente però, per attivare l’opzione bisognerà passare per i “Flags”, funzioni che, per un motivo o per un altro, non sono abilitate di default. Queste potranno essere attivate su Chrome per Windows, macOS, Linux, Chrome OS e Android, restano quindi fuori, almeno per ora, tutti i dispositivi iOS (iPhone, iPad e iPod touch). Inoltre, c’è da segnalare il fatto che la condivisione degli appunti funzionerà solo sui device in cui il “Flag” su Chrome sarà abilitato e, soprattutto, su quelli con accesso allo stesso account Google.

Questa nuova funzione si basa su Chrome Sync ed è già attiva su Windows 10, MacOS e Android. A breve è previsto il rilascio anche su iOS. Quindi, il primo passaggio per poterla attivare è assicurarci che stiamo già usando la sincronizzazione fra dispositivi.

attivare flags

Sarà sufficiente evidenziare la parola o la frase da condividere, cliccarci su utilizzando il tasto destro del mouse (oppure un semplice tap con il dito sullo schermo dello smartphone o del tablet) e subito dopo scegliere di continuare con “Copy to your device”, che in italiano diventa banalmente “Copia sul tuo dispositivo”. A questo punto si aprirà un piccolo menu contestuale, in cui verranno elencati tutti i dispositivi abilitati alla ricezione degli appunti (e quindi quelli con il flag attivo e l’accesso allo stesso account Google).

copia su

Una volta selezionato quello preferito, quest’ultimo riceverà una notifica, la quale avviserà di aver ricevuto e copiato del testo negli appunti. Ora non servirà altro che impugnare il device ricevente e letteralmente “incollare” il testo dagli appunti. Automaticamente verrà quindi incollato il testo condiviso dal dispositivo mittente. Tutto molto più semplice a farsi che a dirsi.

appunti smartphone

Dal nostro smartphone possiamo quindi incollare i nostri appunti semplicemente tenendo premuto, scegliere Appunti, e a questo punto apparirà ciò che avevamo selezionato dal browser Chrome.

incollare appunti smartphone
incolla appunti chrome
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velocizza windows 10
Formazione, Software

Velocizzare avvio e prestazioni di Windows 10

In questo articolo parleremo di alcuni semplici trucchi per velocizzare l’avvio di Windows 10 e migliorare le prestazioni di un sistema operativo già molto ben ottimizzato ma che, in alcuni casi, si può appesantire e iniziare a mostrare qualche incertezza di troppo. Tutti questi trucchi sono semplicissimi da eseguire e non richiedono alcuna particolare conoscenza informatica.

Ogni giorno, milioni di computer Windows vengono avviati e i poveri utenti che devono usarlo per lavoro restano in attesa a guardare la successione di schermate che Windows mostra prima di caricare il desktop.

Questo processo di boot può impiegare anche da qualche secondo a qualche minuto, a seconda del computer usato e dell’ottimizzazione del sistema. In alcuni casi può bastare cambiare qualche impostazione, in altri fare modifiche a livello di sistema o a livello di BIOS, in altre ancora cambiando qualche componente interna del computer: l’unica opzione esclusa è quella di comprare un nuovo computer, una risposta troppo ovvia e non sempre applicabile (per esempio in ufficio dobbiamo accontentarci del computer messo a disposizione).

Velocizzare l'avvio di Windows 10

Disabilitare i programmi in avvio automatico

Molto spesso alcuni programmi si piazzano in esecuzione automatica in modo da rimanere attivi in background e rallentare sia l’avvio di Windows che il suo regolare funzionamento.

Per vedere i programmi che si avviano da soli, basta solo guardare l’area di notifica accanto l’orologio in basso a destra ed espanderla cliccando sulla freccetta.

Se ce ne sono più di 5, c’è qualcosa di troppo.

avvio automatico windows 10

Possiamo rimuovere velocemente i programmi in avvio automatico che non ci interessano premendo con il tasto destro del mouse sulla barra delle applicazioni, selezionando la voce Gestione attività, cliccando su Più dettagli (se presente), portandoci nella scheda Avvio e utilizzando il tasto destro sui programmi o processi da disattivare (grazie alla voce Disabilita).

Nel caso vi compaia una finestra piccola, cliccate in basso su Più dettagli e vi si aprirà una finestra più grande con varie tab in alto.

Attenzione però a non disabilitare programmi e applicazioni che non conoscete. Se non siete sicuri, cliccate con il tasto destro su uno di questi programmi e scegliete Cerca online.

Vi si aprirà la finestra del browser con indicazioni su cosa fa quella determinata applicazione, in modo che possiate capire se vi conviene disabilitarla o meno.

Attivare l’Avvio rapido

Una delle caratteristiche migliori delle ultime versioni di Windows è l’avvio veloce, una sorta di ibernazione ibrida che permette di salvare lo stato del sistema operativo e di riavviarlo velocemente in qualsiasi condizione e con qualsiasi tipo di hardware.

Per avviare questa modalità apriamo il menu Start in basso a sinistra, digitiamo la parola Coperchio, apriamo la voce Cambia le operazioni eseguite alla chiusura coperchio, premiamo in alto su Modifica impostazioni attualmente non disponibili e assicuriamoci che sia spuntata la voce Attiva avvio rapido (scelta consigliata), quindi riavviamo il PC.

avvio rapido windows 10

Disabilitare ombre, animazioni ed effetti grafici

Windows 10 ha una grafica piacevole e curata tra ombre, effetti visivi e animazioni, ma ciò può significare un rallentamento delle prestazioni se si possiede un PC lento e con diversi anni alle spalle. Per fortuna è molto semplice disabilitare questi elementi grafici.

Nella casella di ricerca di Windows 10 scrivete sysdm.cpl e premete Invio. Cliccate sulla tab Avanzate e su Impostazioni poco sotto la voce Prestazioni. A questo punto, se non volete passare in rassegna alle singole voci, basta spuntare la voce Regola in modo da ottenere le prestazioni migliori.

regolare effetti windows

Liberare spazio sul disco

Se il disco principale del computer è quasi pieno, Windows diventa più lento e questo è un dato di fatto incontrovertibile. Bisogna quindi scorrere tutti modi per liberare spazio disco sul PC, usando programmi come adatti a scovare i file più grandi e i file duplicati.

liberare spazio disco

Si possono anche svuotare le cartelle di sistema dai file di backup, dai service pack e altri file inutili. Come ultima soluzione possiamo anche aumentare lo spazio a disposizione comprando un disco più capiente.

Installare più RAM

Purtroppo in molti computer, anche nuovi si presentano con 4 o con 8GB di RAM, magari sufficienti in un primo momento ma che si riempiono velocemente dopo qualche settimana d’uso del computer, specie se apriamo molti programmi contemporaneamente.

Il miglioramento delle prestazioni è di gran lunga superiore se installiamo ulteriori banchi di RAM. Con una spesa molto contenuta possiamo comprare un altro banco di memoria RAM da inserire nel PC ed arrivare almeno a 16GB, così da non avere mai problemi qualsiasi programma.

Ne avevamo già parlato in questo articolo, è possibile anche aumentare la RAM in maniera virtuale. Agendo in pratica sulle dimensioni del file di paging, ossia una parte dell’HD che viene utilizzata dal Sistema Operativo per alleggerire la RAM quando quest’ultima scarseggia.

Installare un SSD come disco primario

Di tutti i modi per velocizzare l’avvio di Windows e migliorare le prestazioni , l’uso di un SSD è quello più efficace. Se si vuol avviare il computer in pochi secondi allora bisogna passare a una SSD, le unità veloci con prezzi sempre più popolari e alla portata di tutti (anche in versione da 1TB).

ssd

Un SSD è un dispositivo di archiviazione digitale che contiene varie schede di memoria flash collegate fra loro. Confrontando SSD vs HDD, l’unità SSD non ha parti mobili.

Funziona in maniera molto simile a una chiavetta USB, solo meglio. Le velocità di lettura e scrittura sono maggiori, la capacità di archiviazione totale è maggiore e l’affidabilità è molto superiore rispetto alle chiavette USB standard.

Grazie all’assenza di parti mobili, la confezione delle unità SSD è spesso molto compatta. Per questo motivo, le unità SSD sono molto comuni in computer portatili e tablet.

Il vantaggio principale di unità SSD (a stato solido), è la semplicità. Non ci sono parti mobili come nei HDD, e questo significa che non c’è quasi nulla che si possa rompere. Tutto questo rende le unità SSD incredibilmente solide e affidabili. Le unità a stato solido possono resistere a un carico fino a 1500 G, il che significa che possono resistere alla durezza della vita quotidiana con un rischio minimo o nullo di essere danneggiate.

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Formazione, Internet, Software

Collegare una stampante wireless

La stampa wireless è ormai una funzionalità presente in qualsiasi stampante moderna ed è estremamente conveniente perché permette di tenerla lontana dal computer, magari un po’ nascosta o anche in un’altra stanza, senza dover stendere cavi antiestetici e scomodi per collegarla.

Inoltre sono dei dispositivi molto utilizzati non solo in ambito lavorativo ma anche a casa perché permettono di effettuare una stampa rapida e ottimale.

Per chi ha problemi con la stampante wireless o per chi non l’ha mai configurata e l’ha appena comprata, in questa guida vi mostreremo come collegare la stampante Wi-Fi delle principali marche, così da poter seguire la procedura adatta al dispositivo in nostro possesso.

Vi mostreremo anche una procedura molto rapida per poter aggiungere velocemente la stampante alla rete di casa e al PC, sia con Windows che MacOs.

Collegare una Stampante wifi

Prima di tentare la configurazione della nuova stampante Wi-Fi sarà fondamentale controllare il corretto funzionamento della rete Wi-Fi alla quale sia la stampante Wi-Fi che il Pc/Mac Book si appoggeranno per comunicare. Questo veloce controllo è fondamentale poiché spesso alla base degli errori e del malfunzionamento c’è proprio un’assenza di rete.

Connessione tramite WPS

Non tutti sanno che le stampanti Wi-Fi possono essere collegate anche in modo diverso.

Uno di questi è senza dubbio la configurazione mediante WPS che significa “Wi-Fi Protected Setup”. Si tratta sostanzialmente di una tecnologia che permette di far comunicare i router e i dispositivi wireless che sono in grado di supportarli.

Ciò avviene grazie a un semplice tasto oppure immettendo un pin composto da otto cifre. Se il tuo dispositivo supporta questa opzione ti basta cliccare sul tasto “WPS” che si trova sul router dopodiché, dopo aver atteso alcuni minuti, ripeti l’operazione questa volta cliccando sul tasto “WPS” della tua stampante Wi-Fi.

Pertanto non avrai bisogno di inserire alcuna password lunghissima né di fare qualche altra operazione poiché si tratta di un procedimento molto facile da eseguire.

Devi però tenere presente che tale metodo può avere anche dei grandi svantaggi, uno di questi riguarda senz’altro la sicurezza. Già in passato tale sistema ha mostrato alcune falle nel funzionamento. Potrebbe capitare infatti che alcuni malintenzionati riescano ad avere accesso alla tua rete Wi-Fi in modo abusivo proprio perché non c’è alcuna password di sicurezza.

Pertanto in questi casi è preferibile mettere al sicuro la propria rete e disattivare la tecnologia WPS.

Un’altra tecnologia molto usata ultimamente che consente di connettere la stampante Wi-Fi alla rete wireless è il Wi-Fi Direct. Tale tecnologia è molto utile dal momento che fa in modo che possano connettersi le stampanti e i dispositivi come tablet, smartphone e computer. Tale collegamento però avviene senza l’appoggio di questi ultimi alla rete del router.

Connessione manuale alla rete Wi-Fi

Se non vogliamo utilizzare il tasto “WPS” o esso non è presente, dovremo configurare manualmente la connessione Wi-Fi, così da rendere disponibile la stampante a tutti i dispositivi di rete. Per collegare la stampante alla rete accendiamola, premiamo il tasto “Menu” o “Setup”, portiamoci nel menu “Wi-Fi”, “Wireless” o “WLAN” e selezioniamo la modalità d’inserimento manuale della password.

Partirà una ricerca delle reti Wi-Fi disponibili nei paraggi. Al termine della scansione, selezioniamo la nostra rete wireless e utilizziamo i tasti presenti sulla stampante per inserire la password d’accesso. Al termine della configurazione premiamo su “OK” e accendiamo il Wi-Fi premendo sull’apposito tasto, così da realizzare la connessione.

stampante wifi

Se la stampante in vostro possesso non dispone di un display, possiamo anche realizzare la connessione con un metodo alternativo.

Teniamo premuto il tasto “Wi-Fi” per qualche secondo, installiamo l’app specifica (in base al produttore della stampante) sul nostro smartphone e colleghiamoci alla rete Wi-Fi provvisoria creata dalla stampante stessa (di solito riconoscibile perché non dispone di password d’accesso e presenta lo stesso nome della stampante); dopo aver effettuato il collegamento seguiamo i passaggi offerti dall’app per inserire la password d’accesso alla rete Wi-Fi.

Per approfondire il discorso su tutti i metodi di connessione presenti per ogni produttore di stampante, vi raccomandiamo di leggere i suggerimenti presenti nelle varie guide ufficiali.

Collegare stampante Wi-Fi a Windows

Una volta connessa la stampante alla rete Wi-Fi, dovremo configurare Windows per poterla gestire correttamente, installando il giusto driver e l’eventuale app o programma di gestione.

Il metodo più veloce per collegare la stampante Wi-Fi a Windows 10 prevede l’utilizzo degli strumenti integrati nel sistema operativo. Questi provvederanno a scaricare il giusto driver di stampa da Internet e a rendere disponibile la stampante a tutti i programmi.

Per utilizzare lo strumento integrato assicuriamoci che la stampante sia già accesa e connessa alla stessa rete Wi-Fi dove è presente il computer in uso, quindi apriamo il menu “Start“, apriamo l’app “Impostazioni”, portiamoci nel menu “Stampanti e scanner” e clicchiamo su “Aggiungi una stampante o uno scanner”.

Il sistema partirà alla ricerca di ogni eventuale stampante presente in rete; non appena la nuova stampante è visibile, selezioniamola e facciamo clic su “Aggiungi dispositivo”. Windows partirà alla ricerca di un driver compatibile, così da poter subito iniziare a stampare. Se la stampante è una multifunzione, verrà scaricato anche il driver per lo scanner.

Trasformare una stampante normale in stampante Wi-fi

Chi non avesse acquistato una stampante Wi-Fi ma vuole comunque sfruttare tale funzione può farlo in pochi e semplici passaggi.

Tale processo infatti permette di utilizzare una connessione wireless anche alle stampanti che non dispongono di questa possibilità. Quello che bisogna fare consiste nel collegare la stampante a un router, un access point oppure un computer che abbia un accesso a internet.

La stampante dunque dovrà essere configurata per fare in modo che possa essere collegata a tutti i dispositivi connessi alla rete wireless (se utilizzi un sistema di cloud printing puoi usare anche quelli connessi in remoto).

Chi ha un router con una o più porte USB può collegarlo alla stampante attraverso questo ingresso in modo tale da modificarla in una stampante di rete a cui si può avere accesso da tutti i dispositivi. Per attivare la condivisione della stampante però dovrai assicurarti che nel pannello di configurazione del router sia attivata tale funzione. Ci sono però anche dei comodi servizi di cloud printing che ti permettono di far diventare una stampante normale USB in una stampante di rete a cui si può avere accesso anche da remoto.

Collegare una stampante Wi-Fi al Mac

Per usare una stampante, devi aggiungerla all’elenco delle stampanti utilizzando le preferenze “Stampanti e Scanner”. Se sei passato da un computer Windows a un computer Mac, utilizza le preferenze “Stampanti e Scanner” nello stesso modo in cui avevi utilizzato il pannello di controllo Stampa di Windows.

Nella maggior parte dei casi, quando aggiungi una stampante, macOS utilizza AirPrint per collegarsi alla stampante o scarica automaticamente un software per la stampante (chiamato anche driver della stampante). Non installare il software fornito con la stampante o presente sul sito web del produttore; segui i passaggi inclusi nelle istruzioni riportate di seguito e macOS ti chiederà di scaricare il software più recente, se necessario.

e la stampante è abilitata per AirPrint, è compatibile con macOS. Se la stampante non è compatibile con AirPrint, puoi accertarti che sia compatibile con macOS consultando l’articolo del Supporto Apple Driver per stampanti e scanner per Mac.

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addio internet explorer
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15 giugno 2022: la fine di Internet Explorer

Il 15 giugno 2022 sarà la fine di Internet Explorer. Daremo ufficialmente l’addio allo storico browser, e difficilmente ci saranno appassionati discorsi di commiato. Questo perché di fatto la vita del browser Microsoft è stata talmente lunga che le nuove generazioni nemmeno lo conoscono, mentre chi ha vissuto le prime fasi di questa epopea se ne dimentica ben volentieri. Eppure era questo il browser più utilizzato in assoluto a livello globale. Imposto dalla sua presenza dominante su Windows e da una spregiudicata presenza di “Compatibile con Internet Explorer” che lo rendeva una scelta obbligata.

Di fatto Il browser di Microsoft, un pezzo importante della storia di Internet, non riceverà più aggiornamenti e sarà messo in pensione.

Sarà abbandonato da Microsoft, la società che lo aveva sviluppato oltre 25 anni fa per il proprio sistema operativo Windows. Molte cose sono cambiate nel frattempo. L’avvento di Firefox, sentenze antitrust, la cavalcata di Chrome, fino alla nuova direzione intrapresa da Microsoft. Oggi, 25 anni dopo, Internet Explorer è utilizzato nell’1,68% dei casi a livello globale (0,99% in Italia).

Internet Explorer

Problemi di compatibilità

A causa delle numerose incompatibilità con le pagine web più moderne, Internet Explorer era diventato sempre meno rilevante e utilizzato dagli utenti.

Già nel 2019 Microsoft aveva preannunciato in modo chiaro le proprie intenzioni. Essendo giunto alla fine del proprio percorso, Internet Explorer sarebbe stato abbandonato in tempi brevi per lasciare definitivamente il posto al nuovo Microsoft Edge (basato su Chromium).

Si stima che oggi sia impiegato da meno dell’1% di chi naviga online. Rimane tuttavia ancora utilizzato in alcune aziende rimaste con vecchie versioni di Windows per problemi di compatibilità con i loro software.

A chi si trova in queste condizioni, Microsoft consiglia da tempo di utilizzare la modalità “Internet Explorer” disponibile in Edge. Questa modalità simula alcune funzionalità del browser destinato a essere ritirato tra circa un anno. La modalità sarà mantenuta almeno fino al 2029, offrendo alle aziende il tempo necessario per aggiornare i loro sistemi. Dal 15 giugno 2022 il browser non sarà più supportato e Microsoft impegnerà le proprie risorse soltanto su Edge.

problemi compatibilià IE

Edge

Un pezzo di IE rimarrà nel cuore di Edge grazie ad una modalità che assicura la retro compatibilità con i siti più datati. Questo aspetto di salvaguardia apprezzabile perché permetterà l’accesso ad informazioni di lunga data che rappresentano la memoria storica del Web.

Per indurre gli utenti a passare a Edge, lo scorso anno Microsoft aveva messo limitazioni all’utilizzo di Internet Explorer per accedere al suo servizio Teams e ora ha in programma qualcosa di analogo per la versione online di Office.

A partire dal 17 agosto di quest’anno, inoltre, Internet Explorer non sarà più indicato come compatibile per l’utilizzo di vari servizi Microsoft come OneDrive per salvare i file online e Outlook per la posta elettronica.

Edge

Explorer è stato per molti versi l’icona massima del Web degli anni ’90, ma fin dagli anni successivi ha lasciato dietro di sé uno strascico di brutti ricordi legati a impossibili compatibilità, pericolose falle zero-day, patch continue, navigazione lenta.

A travolgerlo sono state tutte le innovazioni che hanno affrontato i problemi che IE si portava appresso. Riversandoli purtroppo su milioni di navigatori in tutto il mondo. Ancora un anno su questa Terra, poi sarà soltanto un ricordo, un’icona, un artefatto di un’epoca ormai ampiamente superata.

Edge è disponibile su Windows dal 2015 e visto già all’epoca come un primo segnale della scelta di Microsoft di andare oltre Internet Explorer, definito in questi anni dalla stessa azienda come una “soluzione di compatibilità” più che un browser vero e proprio per l’uso quotidiano. Edge ha comunque faticato a ritagliarsi uno spazio in un mercato piuttosto affollato e dominato da Google con il suo Chrome.

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Formazione, Software

Installare Windows da USB, la guida completa

Devi reinstallare Windows su un computer sprovvisto di unità ottica o con il lettore DVD rotto e non sai come riuscirci? Niente paura. Puoi creare una pendrive avviabile con all’ interno tutti i file necessari per installare Windows, al posto del classico CD, per ripristinare il tuo sistema operativo.

Sembra un’operazione abbastanza complessa, invece niente di più facile.

Esistono dei tool gratuiti che permettono di creare delle chiavette USB con Windows in maniera davvero semplicissima.

Cosa serve? Nulla che tu non abbia già a portata di mano o che possa procurarti con facilità.

Per primo, una chiavetta USB sufficientemente capiente, una connessione a Internet e/o un’immagine ISO del disco d’installazione di Windows. I requisiti esatti variano a seconda della versione del sistema operativo da trattare.

Installare Windows da USB

Backup dei dati

Ci sono alcune operazioni preliminari che devi eseguire. Innanzitutto, devi preoccuparti di effettuare un backup dei dati presenti sul tuo PC per evitare che questi vadano persi con la nuova installazione dell’OS. Dopodiché devi scaricare il sistema operativo.

Effettua quindi un backup dei dati presenti sull’hard disk del computer su cui desideri installare il sistema operativo. In questo modo, ti assicurerai di potervi accedere nuovamente in un secondo momento.

Per riuscirci, ti basta usare un hard disk esterno o una pendrive USB e trasferire tutti i tuoi file personali su di esso.

hard disk esterno
pendrive

Scaricare Windows

Se hai il CD d’installazione di Windows e hai la possibilità di usufruire di un altro computer con un lettore CD/DVD funzionante, puoi servirtene per ricavare l’immagine ISO del sistema operativo. Per creare un ISO, cioè un file immagine che contiene la copia esatta del disco, puoi installare ImgBurn. Si tratta di un software di masterizzazione gratuito focalizzato sulla copia e la masterizzazione di file ISO. Per scaricare ImgBurn, devi collegarti al sito Internet del programma e cliccare prima sulla voce Mirror x – Provided by MajorGeeks che si trova al centro della pagina e poi sul link Download@MajorGeeks. A download completato apri, facendo doppio clic su di esso, il file appena scaricato (SetupImgBurn_xx.exe) e clicca prima su  e poi su Next.

Per impostazione predefinita, ImgBurn è in lingua inglese. Per tradurre il programma in italiano, chiudi il programma (se si è aperto) e scarica la traduzione in Italiano da qui.

Estrai quindi il file “italian.lng” contenuto nell’archivio appena scaricato nella cartella “C:\Program Files (x86)\ImgBurn\Languages” e avvia il programma.

Quando compare la finestra principale di ImgBurn, recati nel menu Tools > Settings, seleziona la voce “Italiano (Italia)” dal menu a tendina “Language” e clicca su “OK2 per salvare i cambiamenti.

Ora che ImgBurn è in Italiano, inserisci il CD/DVD da cui vuoi ottenere un’immagine ISO e clicca sulla voce “Crea l’immagine di un disco” presente nella schermata principale del programma.

creare iso

Nella finestra che si apre, assicurati che nel menu a tendina “Origine” ci sia selezionata l’unità del tuo masterizzatore CD/DVD. In seguito clicca sulla piccola “icona a forma di cartella” che si trova sotto la voce “Destinazione“, scegli la cartella in cui vuoi salvare l’immagine ISO del tuo dischetto e seleziona la voce “ISO files (*.iso)” dal menu a tendina “Salva come“.

A questo punto, pigia sul pulsante “Salva“. Poi fai clic sull’”icona” grande con il CD e il foglio che si trova in basso a sinistra e attendi il completamento della procedura di estrazione dell’immagine ISO.

ImgBurn

Se non hai il invece il CD a portata di mano, puoi scaricare Windows direttamente dal sito Internet di Microsoft. Per quel che concerne Windows 10, esiste un tool, denominato “Microsoft Media Creation Tool“, reperibile visitando questa pagina

Effettuiamo il download cliccando sul bottone “Scarica ora lo strumento“, il quale preleva da solo l’immagine ISO del sistema operativo e crea chiavette o DVD per l’installazione dello stesso.

Nel caso specifico del download diretto del file ISO di Windows 10 e di Windows 8.1, per procedere con lo scaricamento seleziona dal menu a tendina “Seleziona edizione” e scegli l’edizione dell’OS da scaricare e clicca sul bottone “Conferma“.

In secondo luogo seleziona “Italiano” dal menu a tendina “Seleziona la lingua del prodotto” e premi ancora sul bottone “Conferma“. Per concludere, scegli se scaricare Windows a 64 bit oppure a 32 bit cliccando sul pulsante corretto e attendi che il download termini.

Configurare il BIOS

Per installare Windows da una pendrive USB, devi modificare l’ordine di avvio del computer facendo in modo che venga avviata prima la pendrive con l’OS.

BIOS

Per compiere quest’operazione, devi andare ad agire sul BIOS, accedendo a quest’ultimo e cambiando l’ordine dei dispositivi d’avvio. Assicurati che la porta USB in cui andremo ad inserire la pendrive venga prima dell’hard disk del computer.

Sempre a proposito del BIOS, ti faccio notare che se è tua intenzione installare Windows 7 a 32 bit sui sistemi UEFI (ovvero la versione più evoluta e aggiornata del BIOS), devi avvalerti della funzione Legacy BIOS. Quest’ultima permette di emulare il vecchio BIOS, e devi provvedere a disattivare il Secure Boot, cioè quella funzione di sicurezza che impedisce l’esecuzione di sistemi operativi sprovvisti di apposita firma digitale.

Microsoft Media Creation Tool

Per installare Windows tramite USB, devi per prima cosa procurarti una pendrive da almeno 8 GB (vuota o senza file importanti all’interno, in quanto verrà formattata) e collegare quest’ultima al PC.

Successivamente, avvia il “file .exe” relativo al Microsoft Media Creation Tool che hai scaricato dal sito Internet di Microsoft seguendo le indicazioni di inizio post, fai clic sul pulsante “” nella finestra che ti viene mostrata su schermo e premi sul bottone “Accetta“.

In seguito, seleziona l’opzione “Crea supporti di installazione (unità flash USB, DVD o file ISO) per un altro PC” e premi sul bottone “Avanti“.

Se devi installare Windows 10 su un PC diverso da quello in uso, rimuovi poi la spunta dalla casella “Usa le opzioni consigliate per questo PC” e seleziona dai menu a tendina su schermo le impostazioni corrette relative a 2lingua“, “edizione” e “architettura” del sistema.

Successivamente, fai clic sul bottone “Avanti” e scegli di creare una chiavetta USB d’installazione selezionando l’opzione “Unità flash USB“. Attendi quindi che il tool scarichi i file da Internet, formatti la chiavetta USB e la imposti come unità di boot.

Successivamente, se vuoi installare Windows sul computer corrente, riavvia il PC lasciando collegata la pendrive, altrimenti scollega la chiavetta USB, collegala al computer su cui desideri andare ad agire e accendilo. Esegui quindi il boot dall’unità che contiene il setup dell’OS.

Aspetta che risulti visibile la schermata per avviare l’installazione dell’OS. In seguito scegli “lingua“, “formato ora e valuta” e “layout” della tastiera utilizzando gli appositi menu a tendina che ti vengono mostrati. In seguito, fai clic sul bottone “Avanti” e su quello “Installa“.

Fornisci ora il product key di Windows 10 in tuo possesso (oppure scegli di immetterlo successivamente, selezionando la voce “Non ho un codice Product Key“). Indica poi l’edizione di Windows 10 che vuoi installare (se richiesto) e clicca ancora sul bottone “Avanti“.

Accetta quindi le “condizioni d’uso” del software spuntando la casella apposita e premi nuovamente sul bottone “Avanti“.

Ora scegli, cliccando sulle voci apposite, se eseguire un “aggiornamento” della copia di Windows già presente sul computer oppure se effettuare un’”installazione personalizzata“.

Se opti per quest’ultima dovrai formattare l’hard disk scegliendo se installare l’OS su una partizione. Segui poi le indicazioni che ti vengono fornite per avviare la procedura e attendi che l’installazione di Windows 10 venga completata. In seguito, il computer verrà riavviato. Dopodiché dovrai attenerti alla semplice “procedura di configurazione iniziale” di Windows 10 durante la quale puoi regolare varie impostazioni del sistema operativo come meglio credi.

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Formazione, Sistemi, Software

Guida all’uso di Microsoft Teams

Microsoft Teams, suite di collaborazione di Microsoft che consente agli utenti di chattare, chiamare, fare videoconferenze e condividere file all'interno di un portale di gestione di vari progetti, da qualsiasi luogo.
Microsoft Teams è una suite di collaborazione di Microsoft che consente agli utenti di chattare, chiamare, fare videoconferenze e condividere file all’interno di un portale di gestione di vari progetti, da qualsiasi luogo

Cos’è Microsoft Teams

Microsoft Teams è uno spazio di lavoro via chat concepito con in mente Office 365, e come suo complemento per la gestione del flusso di lavoro di aziende e organizzazioni. Annunciato alla fine del 2016, e poi lanciato ufficialmente nel Marzo 2017, comprende una suite di comunicazione completa, integrando chat testuale, riunioni video virtuali, storage su cloud e integrazione con applicativi di terze parti.

Inizialmente una semplice evoluzione di Skype for Business, è diventato un punto nevralgico dell’offerta della compagnia di Redmond per aziende ed organizzazioni di ogni composizione. È possibile considerare Microsoft Teams come la piattaforma di lavoro condiviso, creata da Microsoft e omologa per molti aspetti a quella di Google, denominata G Suite.

Ecco una breve guida all’uso di Microsoft Teams e allo sfruttamento delle sue potenzialità.

Come si usa

Come funziona Team, esattamente? Molte persone sono confuse dal suo funzionamento, in quanto non riescono a comprendere il modo in cui la piattaforma ed i servizi offerti da Microsoft Teams possano aiutare piccoli gruppi aziendali o grandi compagnie a migliorare la produttività.

Con Teams è possibile interagire in più persone sugli stessi file di lavoro, grazie all’integrazione con strumenti di lavoro Office tra cui anche Microsoft 365.

Se volete sapere come usare Microsoft Teams al meglio, sappiate che la sua forza risiede nella sua versatilità e le sue spiccate funzioni dedicate alla collaborazione e alla comunicazione. Si possono gestire ed integrare vari team all’interno di una stessa realtà aziendale, separati ma all’occorrenza capaci di collaborare insieme.

Per iniziare, collegati al sito dedicato a Microsoft Teams e clicca sui pulsanti “Scarica per il desktop” e “Scarica Teams“. Dopo qualche secondo, inizierà il download del file eseguibile per installare Teams (Teams_windows_x64.exe).

Al termine potrai avviare l’installazione di client di Teams con un doppio clic sul file in questione.

Il processo d’installazione di Teams inizia dopo che clicchi sul tasto “Esegui” ed è la stessa schermata di installazione del software che ti propone di effettuare l’accesso al tuo “account Microsoft” (quello da usare in Microsoft Teams). Inserisci, quindi, l’Indirizzo di accesso nel campo apposito, clicca sul pulsante “Accedi”, immetti anche la Password nell’apposito box e clicca, infine, sul pulsante “Accedi”.

accesso teams

Dato che è la prima volta che avvii Microsoft Teams dal tuo PC, l’installazione stessa ti notificherà la necessità di iscriverti a Teams, premendo il pulsante “Iscriviti a Teams“.

Una volta cliccato su quest’ultimo, chiudi la finestra e attendi l’apertura della pagina di iscrizione, da cui puoi cliccare sul pulsante viola “Iscriviti gratis“.

Per proseguire, inserisci ancora una volta il tuo indirizzo email e rispondi alla domanda Come si vuole usare Teams?. Nel caso scegliessi “Per il lavoro“, dovrai inserire le tue informazioni personali come amministratore, quindi “NomeCognomeNome azienda e Paese o area geografica“.

La scelta “Per la scuola” richiede invece l’inserimento dell’indirizzo email in modo tale da iscriversi a “Office 365 Education“. Ovviamente, c’è anche la possibilità di iscriversi “Per amici e parenti” per un uso personale e gratuito.

Completata l’iscrizione apri il client di Microsoft Teams. Lo stesso programma riconoscerà l’associazione o l’azienda con cui sei iscritto a Teams. Nel caso ne avessi più d’una, potrai cambiarla tramite l’apposito menu a tendina e confermarla, cliccando sul tasto “Continua” collocato al centro.

A questo punto, la prima finestra che si apre ti avverte della creazione di un “link di collegamento” al tuo team, che puoi condividere con le persone con cui vuoi collaborare.

Clicca, dunque, sulla voce “Copia collegamento“, per poter incollare il link in questione e condividerlo con chi vuoi; dopodiché clicca sul tasto “OK“.

Bene, così facendo sei dentro il programma Microsoft Teams. La parte sinistra della schermata ti mostra il menu Team, il quale mostra il o i team di cui fai parte. In questa schermata, subito sotto la voce “Generale2, c’è un sottomenu del team, ovvero un canale: quest’ultimo può essere tematico, dedicato a un gruppo più specifico di collaboratori.

Per avviare una conversazione con il team, ti basta scrivere qualcosa nella barra bianca sotto con la scritta “Avvia una nuova conversazione“, mentre se intendi indirizzare un messaggio a una specifica persona puoi usare la formula “@nomeutente“.

Microsoft Teams chat

Prima di fare questo però, potresti avere la necessità di aggiungere persone al tuo team. Questa operazione è fattibile cliccando sul pulsante “Aggiungi altre persone” posto nella parte centrale della schermata.

Il pulsante accanto, “Crea altri canali“, serve invece per aggiungere dei canali di conversazione a quello Generale già esistente.

Dal menu delle schede in alto puoi passare dal tab “Post” a quello “File2, utile per visualizzare l’elenco dei file del team, oppure a quello “Wiki” dove invece si condividono guide e nozioni importanti al gruppo.

Successivamente, c’è il menu “Chat” che viene popolato dalle conversazioni private o di gruppo alle quali si è preso parte. Anche qui è presente una funzione di “filtro“, più quella per “invitare persone2 (posta in basso), utile per creare nuove conversazioni.

Riunioni

Il menu successivo si chiama “Riunione” ed è utile nel caso volessi creare una Riunione immediata, oppure accedere allo strumento “Pianifica una riunione2. Con la prima scelta il programma ti chiede di inserire i nomi dei partecipanti, con la seconda, oltre ai nomi devi anche inserire data e orario.

Il terzultimo menu a sinistra è quello “Chiamate“, da cui puoi importare i contatti Skype, fare una chiamata tramite l’opzione “Composizione veloce“, sfogliare la lista dei tuoi “Contatti“, la “Cronologia” delle chiamate e ascoltare la “Segreteria” delle chiamate perse.

Per aggiungere un nuovo contatto da chiamare, clicca sulla voce “Contatti” e poi sul tasto “Aggiungi contatti“, al centro.

Riunione Teams

Esiste quindi sia la possibilità di comunicare personalmente con i membri del team, attraverso la chat privata singola o di gruppo. Cioè poter parlare all’intero gruppo di lavoro attraverso i post dei canali.

All’inizio sembra che tutta l’organizzazione sia confusionaria, ma la verticalità di Microsoft Teams è a tutto vantaggio di chi esige un controllo capillare sul flusso di lavoro. Il programma punta ad una efficiente comunicazione con tutti i membri dello staff che lavorano su di un obbiettivo comune.

Ricapitolando, Microsoft Teams offre:

  • Chat
  • Video chat
  • Chiamate VoIP
  • Integrazione con la suite Office 365
  • App disponibile per tutte le piattaforme desktop (Windows/Mac/Linux) e mobile (Android/iPhone/iPad)
  • Versione web accessibile tramite browser
  • Organizzazione riunioni fino ad un massimo di 10.000 persone
  • Riunioni sicure con audio, video e condivisione schermo di alta qualità
  • Storage condiviso tra i membri del team

L’ultimo menu che puoi vedere, distaccato rispetto a quelli che ti ho descritto prima, è chiamato “App“. Si tratta di vere e proprie applicazioni da integrare in Microsoft Teams. Ce ne sono tra le più svariate, come YouTubeWikipediaZoom e tantissime altre ancora.

Per facilitarti la ricerca delle applicazioni di tuo interesse, ti suggerisco di cliccare sulla barra “Cerca tutte” e digitarne il nome, oppure puoi aiutarti cliccando sulle “categorie” poste più sotto la barra di ricerca.

Questo è quanto puoi fare su Microsoft Teams, ma non è ancora tutto.

Infatti, è possibile regolare le impostazioni personali del profilo, come il proprio stato, il messaggio di stato e altre preferenze d’uso.

Per farlo, clicca da qualsiasi schermata sull’icona raffigurante un omino con un pallino verde accanto. Qui tramite il menu tendina che si apre, esprimi le tue preferenze. Oppure effettua un controllo degli aggiornamenti, così da assicurarti di usare sempre l’ultima versione di Teams.

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Sicurezza informatica, Software

Nuova release per Big Sur: 11.3.1

Apple rilascia nuovo aggiornamento per MacOS Big Sur: si tratta dell’update 11.3.1. Versione che contiene nuovi importanti aggiornamenti di sicurezza per i propri software, uno dei quali è relativo al mondo Mac.A distanza di pochi giorni dal rilascio della versione 11.3 di macOS, infatti, ecco già in distribuzione la release MacOS Big Sur 11.3.1.

Apple rilascia nuovo update per macOS  Big Sur: la release 11.3.1

macOS Big Sur 11.3.1

Data la tempistica estremamente ravvicinata alla precedente release, si tratterebbe con ogni probabilità o di un nuovo motivo di sicurezza particolarmente rilevante o di un qualche difetto ravvisato nel precedente rilascio.

Cupertino non ha rilasciato alcuna nota specifica circa le cause che hanno portato a questo nuovo aggiornamento, ma si limita ad indicare “importanti aggiornamenti di sicurezza” ed a raccomandare la quanto più solerte installazione da parte di tutti gli utenti.

Apple spiega che l’aggiornamento risolve un problema di corruzione della memoria e di overflow di numeri interi (Integer overflow), – un problema che si verifica quando un’operazione aritmetica tenta di creare un valore numerico al di fuori dell’intervallo che può essere rappresentato con un determinato numero di cifre, sia superiore al massimo o inferiore del valore rappresentabile minimo.

Apple ha rilasciato anche iOS 14.5.1 (per iPhone 6S e successivi), iPad OS 14.5.1 (per iPad mini 4 e successivi) e watchOS 7.4.1 (per Apple Watch Series 3 e successivi), contemporaneamente al nuovo MacOS,

L’aggiornamento può essere forzato tramite le preferenze di sistema, ma potrebbe volerci qualche ora in alcuni casi alla luce dei tempi di rilascio internazionale del pacchetto di update.

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Formazione, Software

Potenziare la RAM “virtualmente” in Windows 10

Il metodo trattato in questo articolo va ad agire sulle dimensioni del file di paging, ossia una parte dell’HD che viene utilizzata dal Sistema Operativo per alleggerire la RAM quando quest’ultima scarseggia. In pratica quando apriamo molti programmi con dei relativi file abbastanza grandi, il Sistema Operativo ,quando la RAM è al limite, sposta i file e i programmi sull’Hard Disk. Tramite questa operazione è quindi possibile potenziare virtualmente la RAM in Windows 10.

In buona sostanza si tratta di una parte dello storage che viene utilizzata dal sistema operativo per andare “in soccorso” della RAM quando quest’ultima è “satura”. Su Windows 10 è quindi possibile aumentarla. Si tratta di un metodo ben conosciuto dagli utenti più “smanettoni”. Lo chiariamo subito: effettuare quest’operazione non farà “miracoli”, ma potrebbe tornare utile in determinati contesti. Nel corso degli anni, gli utenti, per semplicità, hanno fatto riferimento a questo metodo affermando che è possibile “potenziare la RAM in modo virtuale“.

File di paging

D’altronde, non tutti conoscono l’esistenza del file di paging e dunque non è un male descrivere in questo modo il “meccanismo”, così da far comprendere a tutti di cosa si tratta. In ogni caso, chiaramente non è esattamente corretto dire che si sta “incrementando la RAM”. Il file di paging torna utile in contesti in cui la RAM scarseggia. In genere, questo “meccanismo” può “fare il suo” quando si dispone, ad esempio, di 2GB o 4GB di RAM (alcune persone ritengono che già con 8GB di RAM a disposizione abbia senso fino a un certo punto sfruttare questa possibilità). In ogni caso, si fa riferimento principalmente a PC con poca RAM. Pensiamo, ad esempio, a un computer economico o datato.

Tuttavia, questo metodo non è in grado di stravolgere la vostra esperienza gaming ad esempio. Accingiamoci quindi ad entrare “nel vivo” e scopriamo a cosa serve e come modificare le dimensioni del file di paging. In ogni caso, solitamente i contesti in cui questo metodo torna più utile sono l’editing di video e immagini. Infatti, quando si fa riferimento all’assenza di memoria virtuale per quel che riguarda queste operazioni, in genere gli utenti provano a migliorare le performance tramite il file di paging.

Windows 10

Basta infatti recarsi nelle impostazioni dell’OS, premere sul riquadro “Sistema”, fare clic sulla voce “Informazioni del sistema” e premere poi sul collegamento “Informazioni di sistema”. Si aprirà, dunque, il caro “vecchio” Pannello di controllo.

Potenziare la RAM "virtualmente" Windows 10

Da qui bisogna premere sull’opzione “Impostazioni di sistema avanzate”, presente sulla sinistra, facendo poi clic sul pulsante “Impostazioni”, che si trova all’interno del riquadro “Prestazioni”. Dopodiché, risulta necessario spostarsi nella scheda “Avanzate”, premendo sul pulsante “Cambia” disponibile in basso.

A questo punto, è necessario togliere la spunta dall’opzione “Gestisci automaticamente dimensioni di file di paging per tutte le unità”. Una volta fatto questo, nella sezione “Dimensione personalizzate”, bisogna inserire dimensioni iniziali e dimensioni massime in MB (ovviamente fate i vostri calcoli). Basta poi premere sul pulsante “Imposta”, fare clic su “OK” e dare un riavvio per applicare le modifiche.

Chiaramente non vedrete alcun cambiamento nelle indicazioni relative alla RAM nel Pannello di controllo, in quanto non si sta incrementando fisicamente quest’ultima. Lo stesso Windows 10 spiega che “un file di paging è uno spazio del disco fisso utilizzato dal sistema operativo come se fosse RAM“.

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Hardware, Software

Windows 10: corretto bug multi monitor

Chi utilizza più monitor, finalmente, non dovrà più preoccuparsi della distribuzione non corretta delle finestre al risveglio dallo standby. Microsoft ha annunciato di aver corretto il bug multi monitor in Windows 10 tramite fix.

Il termine tecnico usato dal software house per descrivere l’anomalia è Rapid Hot Plug Detect. Il comportamento anomalo, ha a che fare con la tecnologia DisplayPort, che negli ultimi anni si è imposta come standard per la connessione display-computer, soprattutto sulla fascia alta e sui notebook.

L’intervento sulle pagine del blog ufficiale si riferisce esclusivamente ai display connessi tramite DisplayPort, ma possiamo confermare che a esserne interessati sono anche quelli collegati tramite slot e cavi di altro tipo, incluso HDMI. Il problema era noto da tempo e la soluzione in effetti si poteva già testare da diverso tempo – per la precisione dalla build 21287 in avanti nel circuito Insider.

Nel video qui sotto possiamo vedere il comportamento di Windows 10 che ha creato molti fastidi.

Come abbiamo detto, per il momento la patch è disponibile solo per chi fa parte del programma Insider con la build 21287 (e successive).

Per tutti gli altri ci sarà da aspettare: la fix sarà distribuita con un aggiornamento in arrivo nel prossimo autunno, forse con il secondo update semestrale.

Qui sotto un immagine della schermata di Windows 10 e del team che ha corretto il bug multi monitor.

Windows 10 corretto bug multi monitor

Rimanendo in tema, il primo di quest’anno debutterà entro le prossime settimane: May 2021 Update o 21H1 non porterà ad ogni modo con sé grandi novità. In questi giorni il gruppo ha celebrato il raggiungimento di un ennesimo obiettivo in termini di distribuzione di Windows 10, quello che vede il raggiungimento su 1,3 miliardi di device attivi su base mensile.

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