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Teams: registrazione automatica per le riunioni

In arrivo su Teams la registrazione automatica per le riunioni. Scopriamo questa nuova funzionalità insieme.

Non è ancora noto quando la nuova funzionalità verrà introdotta, se con il prossimo update, atteso entro il mese di maggio oppure più avanti. Ad ogni modo arriverà, come si legge in una conversazione sul forum riservato ai feedback degli utenti. Ad oggi gli utenti di Microsoft Teams non sono in grado di impostare il servizio affinché avvii la registrazione automatica degli incontri, a differenza di quanto avviene ormai da tempo ad esempio con il concorrente Zoom. Il gruppo di Redmond sta cercando di colmare la lacuna, come testimonia la conferma giunta in via ufficiale nei giorni scorsi.

Nota

La replica è giunta in seguito a una richiesta specifica, che riportiamo di seguito in forma tradotta.

risposta

Per ragioni legate alla tutela della privacy, continuerà ad essere mostrato un avviso come già accade.

registrazione teams riunioni

Per le registrazioni delle riunioni su Teams, in attesa della nuova caratteristica che permette di impostarla in automatico, riportiamo la guida per effettuarla manualmente.

registrazione automatica teams riunioni

I file generati sono salvati all’interno di OneDrive e SharePoint. Novità che può tornare utile a coloro che si trovano quotidianamente alle prese con meeting da remoto lavorando in smart working e alle classi ancora impegnate con le lezioni online della didattica a distanza.

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Formazione, Internet, Software

Gmail: introdotta l’etichetta “Esterni”

Dal blog ufficiale di Workspace l’annuncio di una nuova funzionalità che interessa Gmail, un’aggiunta prettamente grafica, ma potenzialmente utile per garantire una maggiore tutela delle informazioni scambiate in ambito aziendale. Google introduce così l’etichetta “Esterni” su Gmail, questa la novità presente nella suite Workspace.

Prima di parlare di Google Workspace, diamo un’occhiata a G Suite. Il servizio è partito nel 2016 come un modo per le aziende di utilizzare i servizi di Google sui propri domini, con un abbonamento mensile. Piuttosto che mantenere il proprio spazio di archiviazione di rete, il server di posta elettronica e altri vari strumenti, G Suite ha consentito alle aziende di utilizzare la suite di strumenti di collaborazione e produttività basata su cloud di Google come back-end della loro attività.

Google Workspace è un’evoluzione di G Suite. D’altronde, non è nemmeno il primo cambio di nome. Il servizio era originariamente chiamato “Google Apps per il tuo dominio”. Successivamente, è stato rinominato semplicemente “Google Apps”, prima di essere rinominato “G Suite” nel 2016.

Introdotta la nuova funzionalità all'interno della suite Workspace.

Destinatari esterni all’organizzazione

Esterni”, l’etichetta che Google ha introdotto in Gmail e l’avviso relativo alle risposte costituiscono un promemoria per gli utenti. Questa li invita a trattare i messaggi esterni con attenzione. E inoltre aiuta ad evitare la non intenzionale condivisione di informazioni confidenziali e private con destinatari esterni all’organizzazione.

Etichetta esterni introdotta in Gmail

Se proviamo a rispondere al messaggio compare un ulteriore avviso (diverso da quello mostrato in precedenza), anch’esso evidenziato da un colore che spicca all’interno dell’interfaccia, così da richiamare l’attenzione. Recita quanto segue, specificando tra le altre cose anche se il contatto non è presente nella rubrica.

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Sicurezza informatica, Software

Apple rilascia MacOS Big Sur 11.3

Apple ha rilasciato un nuovo aggiornamento per il sistema operativo MacOS: tra le novità ci sono miglioramenti per il chip M1 e il supporto ad AirTag. Sesto update di ‌MacOS Big Sur‌, sistema operativo presentato a novembre. Molte le novità e le fix introdotte col nuovo aggiornamento della Apple, update che porta il sistema operativo MacOS Big Sur alla versione 11.3. Possibilità di utilizzare la tastiera con i giochi per iPhone e iPad progettati per utilizzare l’inclinazione del dispositivo. Possibile usare il mouse e il trackpad con i giochi per iPhone e iPad che supportano i controller.

La procedura per scaricare e installare la versione 11.3 di MacOS Big Sur è la solita: fare click su sezione “Aggiornamento Software” delle Preferenze di Sistema.

Nelle note di rilascio Apple spiega che l’update integra importanti aggiornamenti di sicurezza, pertanto ne consiglia l’installazione a tutti gli utenti. Questi sono una serie di problemi risolti, che il colosso di Cupertino ha pubblicato stando al changelog ufficiale:

  • promemoria creati da Siri erroneamente impostati per le prime ore del mattino;
  • mancata disattivazione di iCloud Keychain;
  • indirizzamento dell’audio da AirPods al dispositivo sbagliato con Automatic Switching;
  • notifiche AirPods Automatic Switching mancanti o duplicate;
  • schermate non mostrate a piena risoluzione sui monitor 4K esterni, connessi tramite USB-C;
  • schermata di autenticazione non mostrata correttamente dopo aver riavviato Mac mini con M1;
  • mancato funzionamento di Dwell in Accessibility Keyboard.

Aggiornamento Big Sur
MacOS Big Sure 11.3

Fix e novità

Queste le più importanti fix introdotte da Apple per la nuova versione MacOS Big Sur 11.3 nel nuovo aggiornamento:

  • AirTag: Supporto per AirTag per monitorare e trovare in modo privato e sicuro oggetti importanti come le chiavi, il portafoglio, uno zaino e molto altro ancora sull’App “Dov’è”.
  • Dov’è: La rete di Dov’è, con centinaia di milioni di dispositivi, può aiutarti a trovare l’AirTag, persino quando questo non si trova nelle vicinanze.
  • Modalità smarrito: ti avvisa quando il tuo AirTag viene trovato e puoi anche specificare un numero telefonico a cui è possibile contattarti.
  • Emoji: Possibilità di scegliere carnagioni diverse per ciascun soggetto in tutte le variazioni delle emoji della coppia che si manda un bacio e della coppia con l’emoji del cuore.
  • App per iPhone e iPad sui Mac con chip M1: Possibilità di visualizzare la versione a risoluzione massima delle App per iPhone o iPad a tutto schermo. Inoltre è stata aggiunta l’opzione che permette di modificare le dimensioni della finestra delle App per iPhone e iPad. Nuove opzioni con ulteriori espressioni del viso, cuori ed emoji della donna con barba.
  • Apple Music: L’opzione “Classifiche città” consente di vedere la musica più popolare in oltre 100 città di tutto il mondo. Aggiunta inoltre una funzione per la riproduzione automatica che continua a farti ascoltare brani simili una volta che hai terminato un brano o una playlist.
  • Podcast: Nuova opzione per salvare e scaricare le puntate, aggiungendole direttamente alla libreria per un accesso rapido. In più design delle pagine dei podcast è stato riprogettato per rendere più facile iniziare ad ascoltare un contenuto. Anche per le impostazioni di download e delle notifiche possono essere personalizzate per ciascun podcast. Possibilità di scoprire nuovi podcast tramite le classifiche e le categorie nell’opzione ricerca.
  • Safari: L’API Web Speech consente agli sviluppatori di incorporare il riconoscimento vocale nelle proprie pagine web per sottotitoli in tempo reale, dettatura e navigazione vocale. Inoltre con l’API WebExtensions aggiuntiva si consente agli sviluppatori la possibilità di offrire estensioni che sostituiscono la pagina per i nuovi pannelli. Personalizzato l’ordine delle sezioni della pagina di apertura. Oltre a ciò, introdotto il supporto per i formati audio e video WebM e Vorbis.
  • Promemoria: Possibilità di sincronizzare l’ordine dei promemoria negli elenchi su tutti i tuoi dispositivi. Possibilità di ordinare l’elenco “Smart Oggi”.
  • Giochi: Supporto per i controller Xbox Series X|S Wireless o Sony PS5 DualSense Wireless.
  • Mac con chip M1: Supporto per la modalità di ibernazione.
  • Informazioni su questo Mac: Mostra lo stato della garanzia Apple e della copertura AppleCare+ nel pannello “Assistenza” quando hai effettuato l’accesso con un ID Apple. Inoltre hai la possibilità di acquistare e registrarsi in AppleCare+ per i Mac idonei da “Informazioni su questo Mac”.
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Formazione, Sistemi, Software

Windows 10: raggiunti oltre un miliardo di dispositivi

Record di installazioni per Windows 10: raggiunti 1.3 miliardi di dispositivi. Il gruppo di Redmond ha celebrato il raggiungimento di un traguardo importante seppur con un ritardo significativo rispetto a quanto pronosticato inizialmente. Quello relativo al miliardo di dispositivi basati su Windows 10 presenti nel mondo.

Rispetto al passato, la strategia aggressiva di Microsoft per spingere i nuovi aggiornamenti sta evidentemente pagando i suoi frutti: i 4/5 degli utenti Windows dispongono dell’ultima versione del sistema operativo: ossia May 2020 (40,6%) o October 2020 (40,1%). Sul podio troviamo la versione 1909, che risale a novembre del 2019.

In questi giorni, insieme alla pubblicazione dei risultati finanziari raccolti con l’ultima trimestrale, la conferma di un ennesimo forte incremento: ora sono 1,3 miliardi i dispositivi attivi raggiunti su base mensile, che usano Windows 10. Un incremento di 300 milioni di nuovi utenti rispetto ai dati di Windows 10 annunciati lo scorso anno. Lo conferma il CEO Satya Nadella affermando che l’incremento è legato a doppio filo a quanto accaduto nel corso dell’ultimo anno a livello globale.

Lo Smart working, determinante ai fini dei numeri riguardanti l’incremento, ha giocato un ruolo fondamentale spingendo molti ad acquistare un nuovo dispositivo (e licenza Windows 10 connessa) per rimanere operativi e lavorare da casa.

Windows 10 raggiunti 1.3 miliardi di dispositivi, grazie anche allo smart working.

Il ruolo dello smart working

Tendenze legate a doppio filo alle dinamiche che sono andate innescandosi nel corso dell’ultimo anno, anzitutto in conseguenza della massiccia adozione su larga scala dello smart working. Anche la didattica a distanza ha fatto la sua parte.

Lo testimoniano le statistiche del mercato PC. In un tweet di Frank X. Shaw si legge inoltre del trend di crescita che ha interessato gli abbonamenti alle edizioni consumer della suite 365, per la prima volta oltre la soglia dei 50 milioni. A renderlo noto i vertici di Microsoft, in primis il CEO Satya Nadella nel suo intervento per commentare l’andamento positivo del business.

Nella relazione trimestrale relativa ai primi tre mesi dell’anno, Microsoft ha riportato un fatturato di 41,7 miliardi di Dollari contro i 41,04 miliardi stimati. L’utile netto è stato invece di 15,5 miliardi di Dollari, in crescita del 44% su base annua. In tema di frammentazione, stando al report di Ad Duplex, oltre l’80% dei circa 80.000 computer presi in considerazione esegue una versione 2020 della piattaforma.

  • Gli abbonamenti Microsoft 365 Consumer hanno superato la quota di 50 milioni.
  • Office 365 può contare su 300 milioni di utenti a pagamento.
  • Microsoft Teams annovera ben 145 milioni di utenti attivi al giorno.
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Google annuncia: contact tracing, bug risolto

Non è questa la prima vulnerabilità scoperta e con ogni probabilità non sarà l’ultima. Si tratta di una dinamica normale di correzione, nella quale l’aspetto più importante è la trasparenza delle operazioni e la rapidità nel rilascio di correttivi. Il colosso di Mountain View ha fatto luce sulla faccenda tramite un portavoce sulla nuova vulnerabilità scoperta nella piattaforma Apple/Google per il contact tracing, sistema che in una prima fase si ipotizzava avrebbe potuto dare una mano nella lotta al Covid-19. Bug risolto quindi. Inoltre Google chiarisce che la realtà è stata differente per molti motivi, ma questo non autorizza a speculazioni attorno ad un normale processo di scoperta delle vulnerabilità e correzione delle stesse, come avviene per ogni software e ogni piattaforma digitale esistente. Ecco perché sono importanti le rassicurazioni che Google ha fornito a stretto giro di posta, allontanando ogni timore (per chi usa Immuni) ed ogni sospetto (per chi lo avversa). La privacy quindi resta al sicuro, e il contact tracing rimane lo strumento più efficace nella lotta al Covid.

Contact racing

Google spiega la vulnerabilità

Così spiega un portavoce Google in una nota:

nota google bug risolto

Bug risolto quindi e timori fugati, insomma. Apple e Google non hanno accesso ad informazioni personali per quanto riguarda il sistema del contact tracing, anche perché in caso contrario toccherebbe al Garante Privacy intervenire.

Il flop di Immuni

L’applicazione ideata per controllare e contrastare il contagio da Covid-19 sembra ormai esser stata gettata nel dimenticatoio. Oggi Immuni è stato scaricato da poco più di 10 milioni di utenti. Anche in questo caso, molto probabilmente, il numero è notevolmente sceso. Il suo ritmo di crescita è ormai del tutto blando e non è chiaro quante siano le installazioni attive. Dal lancio ufficiale di Immuni, il primo giugno 2020, i download dell’applicazione non hanno mai raggiunto livelli così irrisori. Quel che è noto è che gli utenti che segnalano la propria positività quotidianamente sono raramente oltre il centinaio e le notifiche inviate sono ancora di meno (complessivamente si stanno avvicinando alle 100 mila dall’inizio delle attività ad oggi): segno di un sistema che, pur potenzialmente valido, si è ormai completamente sgonfiato di utilità

Eppure, sebbene il suo insuccesso, l’app Immuni fa ancora parte delle misure di prevenzione anti-Covid. Cosi si legge nel decreto della presidenza del Consiglio dei ministri.

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Ransomware: un antivirus non è sufficiente

Quando un antivirus non è sufficiente per questo tipo di malware, i ransomware appunto, le problematiche si fanno serie.

ransomware sono considerati le più aggressive e temibili forme di attacco informatico (malware); sicuramente è il sistema più utilizzato dai malintenzionati anche in considerazione delle conseguenze a cui può portare. La sicurezza e la gestione dei dati diventa quindi un argomento di vitale importanza. Secondo il rapporto Clusit 2021 gli attacchi ransomware sono il 67 % di tutti quelli effettuati: due su tre. Da un altro rapporto l’Italia si colloca al quarto posto in Europa per queste forme di attacco; a livello mondiale sono sempre gli Stati Uniti il paese più colpito.

dati ransomware sui paesi colpiti

Ransomware: cos’è?

I ransomware sono dei malware, cioè dei programmi dannosi che mettono a rischio l’integrità di un sistema. Agiscono limitando l’accesso del dispositivo che infetta estorcendo denaro per la rimozione di tale limitazione. Gli effetti di un attacco ransomware portato a termine possono essere tra i più devastanti per un’azienda o un ente pubblico. Improvvisamente, non riesce più ad avere accesso ai propri dati fino al punto di vedere paralizzata l’intera attività; un vero e proprio rapimento dei dati per i quali viene chiesto un riscatto (ransom in inglese). E in più a differenza dei sequestri di persona, spesso non si effettua nessun rilascio dei dati tenuti in ostaggio. C’è sempre il dubbio che i rapitori possano usare, o abbiamo già usato i dati, per finalità losche come ad esempio altri ricatti. Oppure venduti ad altri hacker o aziende che attraverso questo sistema si assicurano un database molto ben fornito.

L’attaccante in questi casi si rivela ben strutturato. Oltre a informare immediatamente la propria vittima, mette immediatamente a disposizione tutte le istruzioni per permettergli di pagare il riscatto in moneta virtuale, magari dopo una rapida trattativa. Il sistema più utilizzato per gli attacchi ransomware resta quello delle email di phishing. Inviate solitamente sfruttando sistemi di ingegneria sociale che preventivamente carpiscono la figura del destinatario o, più probabilmente, di un suo dipendente o anche di una segretaria. Agiscono indirizzando la navigazione su siti compromessi dagli hacker o appositamente creati per indurre in errore navigatori sempre più distratti. Famosi restano i casi dei ransomware denominati Wannacry e Criptolocker che hanno fatto non pochi danni in rete.

Prevenzione e Gestione

Per un’azienda questo è il fulcro del problema “ransomware”. Problematica questa che deve essere valutata da due diverse prospettive: prima del ransomware devono essere svolte attività preventive e, dopo l’attacco, con la predisposizione di tutte le procedure a livello non solo IT, ma anche per l’informativa al Garante e ai suoi utenti, i cui dati sono esposti al rischio di essere rivenduti o utilizzati in altri modi illeciti.

È possibile difendersi anticipatamente da un malware, ma oltre al software antivirus, non si può ignorare una formazione efficace per i proprietari e i dipendenti responsabili del trattamento dei dati, in modo da avere una comprensione dell’entità del rischio e rendere consapevoli delle possibili conseguenze. Inoltre bisogna specificare che ci potrebbero essere ripercussioni anche nell’ambito disciplinare. La gestione di una fase successiva è tuttavia un lavoro che deve purtroppo essere previsto e non deve limitarsi al solo recupero dei dati.

malware

Avere un backup o possedere copie di riserva dei dati in memorie esterne sono soluzioni aziendali, ma non possono essere di utilità quando si dovrà avvisare dell’accaduto il garante e la propria clientela, con l’immaginabile crollo di reputazione. Inutile dire che si tratta solo di “piccole falle” o che gli utenti non sono esposti a rischi in rapporto ai dati. Nominativi, utenze telefoniche, mail, molto probabilmente anche iban bancari e dati di carte saranno nelle mani di hacker e malintenzionati con pochi scrupoli. 

Pagare il riscatto potrebbe non essere la soluzione, ma soltanto l’inizio di altri problemi quali nuove richieste di estorsione di denaro e l’assoluta certezza che i dati e le informazioni potrebbero essere in ogni modo usati illegittimamente e, in ogni caso, potremmo non riappropriarcene. 

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Tab Search: La nuova funzionalità di Chrome

Una nuova funzionalità di Chrome: Tab Search, di grande utilità. Specialmente se si utilizzano più schede contemporaneamente.

Avevamo già parlato in precedenza delle nuove funzionalità di Chrome, ad esempio, come raggruppare le tab. L’aggiornamento alla versione 90 di Chrome rilasciato la scorsa settimana per qualcuno ha comportato la comparsa, nell’angolo superiore destro dell’interfaccia, di una piccola icona circolare con una freccia che punta verso il basso. Di cosa si tratta? Della funzionalità Tab Search, ossia, ricerca tra le schede.

Ricerca tra le schede

È utile soprattutto per coloro che durante le lunghe sessioni trascorse online si trovano a dover fare i conti con un gran numero di schede aperte nel browser. Di fatto permette di eseguire una ricerca per trovarne immediatamente una specifica, senza doverle passare tutte in rassegna: basta specificare una parola chiave. Non tutti possono ancora fruirne, poiché il rollout è al momento limitato a una porzione di utenti. A dire il vero un modo per attivarla in modo forzato c’è.

Bisogna passare dai flag di Chrome. Questa schermata ci permette di accedere ad una sorta di menu attraverso il quale abbiamo la possibilità di attivare o disattivare delle funzioni sperimentali. Il primo step è quello che prevede di digitare “chrome://flags/” (senza virgolette) nella barra dell’indirizzo, per poi scrivere “tab search” nel campo di ricerca. Questa schermata ci permette di accedere ad una sorta di menu attraverso il quale abbiamo la possibilità di attivare o disattivare delle funzioni sperimentali. La voce corretta comparirà in automatico. Nel caso in cui non dovesse comparire è possibile aggiungere il plug in attraverso questo link.

La lista dei plugin attivabili di Chrome.
Aggiungere il plugin manualmente.

Una volta trovata la voce attiviamola cliccando su enabled.

Attivare la funzione tab search dai flag di Chrome.

Abbiamo così attivato la nostra funzione, che ci permetterà di risparmiare tempo e di muoverci facilmente all’interno delle nostre schede.

Funzione tab search attiva.

A questo punto muoversi ed effettuare ricerche all’interno delle varie tab è un gioco da ragazzi.

Chi non vuol avere a disposizione la nuova caratteristica, ovviamente, in Enable Tab Search deve scegliere la voce Disabled; scegliendo Default.

Disabilitare la funzione tab search.
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Come fare il backup di uno smartphone Android

Se il tuo vecchio cellulare ti sta dando forfait, eccome come fare il backup del tuo smartphone Android in poche mosse!

Il tuo smartphone ti sta abbandonando e vuoi sostituirlo con uno più recente, ma sei preoccupato di trasferire tutti i dati, foto, video, account sul nuovo? Oppure vuoi semplicemente mettere al sicuro tutto quello che hai per un eventuale ripristino del tuo telefonino? Niente paura basta fare un backup android e trasferirlo sul tuo nuovo smartphone.

Preparazione del backup dello smartphone

Questa guida è dedicata principalmente al backup degli smartphone Android.

Con il dispositivo che si sta utilizzando, collegato al proprio account di Gmail, è necessario cercare la parola “backup” fra le Impostazioni per arrivare a una schermata simile a quella che si vede qui sotto. Cliccando sull’interruttore in alto si autorizza un backup periodico di tutto il telefono su Google Drive, comprese ovviamente le app installate, che da quel momento in avanti avverrà automaticamente.

Chat, contatti, foto e video: come fare il backup di uno smartphone Android e vivere felici

Sempre da questa schermata si può decidere se consentire il backup solo quando si è sotto copertura wifi (scelta consigliata), o di effettuarne uno subito. Questo magari perché si è appunto pronti per passare al nuovo smartphone. La “copia” della memoria interna del telefono andrà a occupare parte del nostro spazio su Drive. Al momento, ogni account ha a disposizione 15 Gb nel cloud di Google. E’ presente poi una pagina specifica per sapere quanti se ne stanno utilizzando ed eventualmente acquistarne ulteriori.

Il piano “base”, quello da 19,99 euro l’anno, è più che sufficiente per la maggior parte degli utilizzi non professionali.

Attenzione: questo backup memorizza tutte le app presenti sul telefono, ma non la loro posizione sulle varie schermate. Quando lo si utilizzerà per configurare un nuovo telefono, sarà poi necessario riposizionarle dove si vuole, secondo le proprie preferenze e abitudini.

Fatto questo, si è abbastanza sicuri di non perdere nulla di importante, anche nel caso della caduta accidentale di cui si diceva all’inizio.

Backup di Whatsapp e Telegram

Fanno eccezione le due app di messaggistica per eccellenza suddette, che anche in questo sono piuttosto diverse fra loro. Telegram non ha necessità di backup, ma vi “riconoscerà” quando sarete passati al vostro nuovo smartphone. Tendenzialmente non dovreste perdere nulla, mentre con Whatsapp bisogna fare il backup se volete essere sicuri di ripristinare i messaggi di tutti i vostri contatti.

La procedura è piuttosto semplice.

Dopo aver aperto Whatsapp, si clicca in sequenza su Impostazioni, Chat, Backup delle chat e si arriva a una schermata simile a quella sottostante. Possiamo effettuare un backup immediatamente, scegliere ogni quanto farlo in maniera automatica (settimanalmente è più che sufficiente), se farlo solo sotto copertura wifi oppure no e se includere anche i video.

Chat, contatti, foto e video: come fare il backup di uno smartphone Android e vivere felici

Una volta attivato, anche il backup periodico di Whatsapp su Google Drive avviene in automatico. Quando invece lo si fa manualmente (di nuovo, perché si è pronti a passare dal telefono vecchio a quello appena comprato) risulterà essere uno dei passaggi più lenti di tutta la procedura. Non è colpa dell’app o dello smartphone, ma degli operatori di telefonia italiani, che continuano a offrire velocità di upload drasticamente inferiori a quelle di download.

Rubrica, foto e video

Non di minore importanza sono la copia della rubrica, delle immagini e dei video. Anche qui, il nostro consiglio è di affidarsi a Google e usare le app Contatti  e Foto, al seguente link.

Al primo utilizzo, Contatti chiederà (o dovrebbe chiedere) il permesso di accedere al contenuto della Rubrica dello smartphone.

Memorizzerà tutti i nominativi e tutte le informazioni relative, compresi gli indirizzi di posta elettronica. Da quel momento in poi, la userete come app predefinita per il salvataggio dei numeri di telefono (selezionando Sempre, quando vi verrà chiesto), al posto di quella magari già installata. Sarete così certi non solo di non perdere più nulla, ma pure di ritrovare tutto su ogni dispositivo su cui farete accesso con il vostro account Google.

In questo caso non serve impostare alcun backup del tuo smartphone Android. Viene salvato un nuovo numero di telefono e ne viene effettuata una copia nel cloud praticamente in tempo reale.

Chat, contatti, foto e video: come fare il backup di uno smartphone Android e vivere felici

Google Foto funziona in maniera simile. Al primo utilizzo chiederà il permesso di accedere alla Galleria dello smartphone e ne memorizzerà tutto il contenuto. Da quel momento in poi, si sostituirà all’app predefinita e ogni volta che scatterete una foto o girerete un video ne verrà creata una copia nel cloud. La ritroverete non solo sul vostro prossimo telefono, ma anche su ogni dispositivo su cui farete accesso con il vostro account Google.

Nel caso di Foto, il backup va attivato, cliccando prima su Impostazioni e poi su Backup e sincronizzazione (schermata più sopra), anche decidendo come farlo e su quali elementi.

Come fare il backup dello smartphone Android

E’ sempre consigliabile procedere con i backup automatici e periodici (del telefono, delle chat, della rubrica e delle immagini) in modo da essere al riparo da qualsiasi imprevisto.

Quando invece dobbiamo sostituire il nostro smartphone, sono fondamentalmente due i passaggi da seguire:
– prima il backup manuale dell’intero smartphone Android su Google Drive (che include anche Contatti e Foto);
– poi il backup manuale delle chat di Whatsapp (che poi si può disinstallare, così da non perdere nemmeno un messaggio).

Al primo accesso al nuovo smartphone, sarà sufficiente scegliere Ripristina dal Cloud per vederselo configurato come il precedente.

È vero che ormai molti produttori hanno app dedicate per il passaggio da un telefono all’altro, ma non sempre funzionano da una marca all’altra.

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Scelte rapide da tastiera

Parliamo delle scelte rapide da tastiera, ossia quella serie di operazioni fatte tramite combinazioni di tasti, che ci semplificano di gran lunga il lavoro.

I tasti di scelta rapida sono tasti o combinazioni di tasti che ti permettono da tastiera di eseguire in modo diverso operazioni che normalmente faresti tramite mouse. Alcune sono combinazioni apposite per taluni programmi tipo Word o Office, oppure per Windows. In altre parole sono vere e proprie scorciatoie. Tra le più comuni ci sono ad esempio il copia e incolla (ctrl+c, ctrl+v). Ecco un elenco nutrito.

Scorciatoie da tastiera, le combinazioni di tasti “magiche”

per risparmiare tempo

Scelte rapide da tastiera
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Vecchie foto riprendono vita con Deep Nostalgia

Lo sai, le tue vecchie foto possono riprendere vita con Deep Nostalgia! Scopri il servizio!

C’è un servizio web piuttosto conosciuto in internet e viene utilizzato principalmente per ricostruire il proprio albero genealogico o le proprie origini tramite l’analisi del DNA: MyHeritage (www.myheritage.it).
Con la tecnologia Deep Nostalgia (sviluppata dalla società israeliana D-ID) MyHeritage ha fatto un ulteriore passo avanti arrivando ad animare i volti di fotografie, che riprendono letteralmente vita. L’intelligenza artificiale sviluppata, infatti, riesce a “dare vita” ai volti delle persone protagoniste delle nostre vecchie foto e lo fa in un modo realistico e al tempo stesso allarmante. Per rendersi conto delle potenzialità del servizio basta dare un’occhiata al video sottostante:

Diamo vita alla nostre vecchie foto con Deep Nostalgia

Deep Nostalgia vecchie foto

Per provare anche noi la tecnologia Deep Nostalgia non dobbiamo far altro che andare sul suo sito Internet www.myheritage.it/deep-nostalgia. Una volta qui basta completare la registrazione, che offre la possibilità di provare per cinque volte il programma gratuitamente.

Possiamo completare la registrazione sulla piattaforma MyHeritage usando il nostro account Facebook o quello Google, oppure completare il modulo inserendo i nostri dati anagrafici con tanto di email e password.

Con Deep Nostalgia le vecchie foto riprendono vita. Animiamo i volti delle nostre vecchie foto di famiglia con una tecnologia straordinaria. I risultati sono davvero incredibili, ancor più usando le foto in bianco e nero dei nostri nonni…
Completata la registrazione possiamo inserire la foto che vogliamo animare: per farlo clicchiamo su Carica foto oppure trasciniamola sulla pagina Web. In pochissimo tempo (solitamente bastano 20 secondi!) vedremo il soggetto della foto animarsi.


Il video creato dura circa 15 secondi: possiamo scaricare e condividere la nostra creazione tramite Facebook, Twitter o il link da copiare per mandare una email o messaggio. Nella sezione Vai alle mie foto possiamo trovare le nostre foto e i video realizzati.


Oltre a creare video, il servizio permette anche di risistemare delle vecchie foto. Per farlo clicchiamo nella sezione Albero e selezioniamo Colorizza foto. Possiamo “trasformare” una vecchia foto in bianco e nero a colori o risistemarne una sbiadita.


Uno dei punti di forza di MyHeritage è la possibilità di ricostruire il proprio albero genealogico e trovare nuovi parenti sparsi nel mondo. Clicchiamo su Crea ora l’albero genealogico e compiliamo il breve questionario proposto per iniziare la nostra ricerca. Nelle foto storiche i volti sono spesso piccoli e sfocati: con la funzione Migliora foto possiamo vedere ogni viso a risoluzione aumentata con risultati sorprendenti, soprattutto nelle foto di gruppo. Funziona ugualmente bene anche sulle nuove foto a colori.

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