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Formazione

Applicazioni che minano la nostra privacy


La necessità di valutare attentamente l’assegnazione di permessi alle applicazioni è fondamentale, poiché autorizzazioni superflue potrebbero compromettere la stabilità del dispositivo e la tutela della privacy.

Il consiglio di riflettere attentamente prima di concedere permessi alle applicazioni è assolutamente valido. Spesso, le applicazioni richiedono una serie di autorizzazioni per accedere a funzionalità specifiche del dispositivo. Oppure per raccogliere dati che potrebbero essere utilizzati per migliorare l’esperienza dell’utente o per scopi di marketing. Tuttavia, è importante essere consapevoli di quali autorizzazioni stiamo concedendo e valutare se sono effettivamente necessarie per il funzionamento dell’applicazione.

Quando installiamo un’app dal Play Store, concediamo autorizzazioni che dipendono dalla natura dell’app stessa. Sebbene sia comprensibile che un’app meteorologica richieda l’accesso alla posizione, altre richieste di permessi, come fotocamera o notifiche, possono sollevare dubbi. Una ricerca di NordVPN rivela che molte app, il 87% su Android e il 60% su iPhone, richiedono permessi non strettamente necessari, spesso con l’intento di ottenere e commercializzare dati personali degli utenti. L’abuso dei permessi rimane una preoccupazione, anche per possibili attacchi informatici.

Permessi a tempo

Fino a Android 5.0, le app richiedevano tutti i permessi in blocco durante l’installazione, obbligando gli utenti ad accettarli contemporaneamente. Con le versioni più recenti, i permessi devono essere concessi uno alla volta, dando agli utenti la possibilità di negarne alcuni e installare l’app con funzionalità limitate se necessario. Da Android 11, se un’app rimane inutilizzata per più di tre mesi, il sistema revoca automaticamente i permessi precedentemente concessi.

Alcuni permessi critici per la privacy, come l’accesso al microfono, sono essenziali per alcune app. In caso di preoccupazioni, gli utenti possono richiedere all’app di chiedere l’autorizzazione ogni volta. D’altra parte, le autorizzazioni di accessibilità e amministrazione del dispositivo sono particolarmente sensibili, permettendo modifiche e controllo completo, incluso l’accesso remoto e la modifica delle password.

Privacy

Secondo una ricerca di Statista, ogni utente Android ha in media installate 90 app sul proprio smartphone, utilizzandone solo 9 al giorno e 30 al mese. Questo comporta la presenza di numerose app inutilizzate, generando problemi di spazio e privacy poiché l’installazione richiede diverse autorizzazioni per ciascuna app. A partire da Android 11, Google ha introdotto la rimozione automatica delle autorizzazioni non utilizzate da più di tre mesi. Tuttavia, è consigliabile effettuare controlli periodici sulle app e sulle autorizzazioni concesse.

privacy

La frammentazione delle versioni di Android, dovuta alle personalizzazioni dei produttori, complica la definizione di un percorso unico nel sistema. Nelle versioni più recenti, come Android 14, la sezione Privacy è integrata in Sicurezza, consentendo di visualizzare e controllare le autorizzazioni concesse alle singole app. In alternativa, è possibile controllare i singoli permessi dalla sezione App, ma si suggerisce di iniziare dalla sezione Sicurezza per ottenere una visione d’insieme delle autorizzazioni.

Pannello di controllo

L’ultima versione di Android presenta un pannello di controllo dei permessi all’interno del menu Dashboard, nella sezione Privacy. Questo pannello consente di monitorare le app che hanno richiesto i permessi, con una dettagliata suddivisione della cronologia.

permessi

Ad esempio, nelle ultime 24 ore, nove app, tra cui Instagram, AccuWeather, IIMeteo.it, app di sistema di Google e un’app bancaria, hanno richiesto l’accesso alla posizione. La richiesta di accesso alla fotocamera è stata effettuata tre volte, principalmente da Instagram e dall’app di sistema Fotocamera. Il microfono è stato richiesto una volta, dall’app di fitness Samsung Health, senza un motivo chiaro.

Le altre autorizzazioni non hanno evidenziato richieste sospette, tranne per l’app Kiwi, di cui non ci ricordavamo e che ha richiesto l’accesso alla rubrica, autorizzazione successivamente revocata.

Gestione autorizzazioni

La suddivisione completa delle autorizzazioni ha rivelato che, oltre alle app che hanno richiesto determinati permessi, è possibile identificare anche le app a cui è stato negato l’accesso a tali autorizzazioni. Ad esempio, sia WhatsApp che Facebook hanno tentato di accedere ai registri delle chiamate. Una richiesta considerata non necessaria e che potrebbe suscitare preoccupazioni sulla privacy.

autorizzazioni

Anche se queste sono applicazioni comunemente utilizzate, il solo tentativo di accedere a tali dati potrebbe spingere gli utenti a considerare la disinstallazione. Un totale di 65 app ha cercato, senza successo, di accedere alla rubrica telefonica, portando alla decisione di disinstallarne oltre la metà. Questo tipo di azione da parte degli utenti potrebbe contribuire a risolvere il problema delle app invadenti eccessivamente in cerca di autorizzazioni.

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    Formazione, Sicurezza informatica

    Cybersecurity in Italia

    Ogni anno, in Italia, si verificano con successo numerosi attacchi informatici, e questa situazione sempre più inquietante richiede l’implementazione di soluzioni per preservare la sicurezza informatica. Determinare con precisione il numero esatto di attacchi condotti dagli hacker di anno in anno può risultare complicato, principalmente a causa della sottosegnalazione o della mancata individuazione di molte di tali attività.

    Ma come fare?

    Al fine di migliorare la protezione contro potenziali minacce, è consigliabile adottare adeguate misure per rafforzare la sicurezza informatica. In questo contesto, l’utilizzo di una VPN in Italia consente agli utenti di trasmettere e ricevere dati in modo crittografato e sicuro. Nonostante sia un approccio molto efficace, va notato che questa non rappresenta l’unica soluzione adottata nel nostro Paese.

    I dati del Clusit

    Nel corso del 2022, l’Associazione italiana per la sicurezza informatica, Clusit, ha pubblicato un rapporto che evidenzia un aumento significativo degli attacchi informatici in Italia. Il numero di questi attacchi ha raggiunto quota 188 nell’anno precedente, registrando addirittura un incremento del 169% rispetto al 2021.

    Questo dato indica un crescente interesse degli hacker nei confronti dell’Italia, e quando riescono ad infiltrarsi nelle infrastrutture del paese, le conseguenze sono spesso gravi. Nel 83% dei casi di successo, i danni ai sistemi informatici italiani hanno avuto un impatto significativo.

    Nel corso del 2022, il settore maggiormente preso di mira è stato quello governativo, con il 20% degli attacchi informatici diretti ai siti ministeriali o ai sistemi collegati all’esecutivo. Questo trend sembra persistere anche nel 2023, con già tre casi significativi di compromissione informatica nei confronti del governo. Di fronte a questa situazione, le autorità sono pronte a prendere misure per affrontare la minaccia.

    Le soluzioni ci sono

    Per affrontare la sfida degli attacchi informatici, il governo italiano ha adottato diverse misure allo scopo di potenziare la cybersicurezza. Al fine di essere preparato in modo adeguato, sono stati destinati 623 milioni di euro dai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per la crescita digitale e la sicurezza informatica. Questo finanziamento mira a migliorare l’organizzazione e la robustezza delle difese contro le minacce digitali.

    Sebbene questa strategia sia promettente, il Ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, sottolinea l’importanza di investire nella formazione e nell’informazione della cittadinanza. Una popolazione consapevole è fondamentale per affrontare le minacce digitali, e la conoscenza delle tipologie di attacchi più comuni e delle contromisure è cruciale. La consapevolezza su come riconoscere e difendersi da attacchi come il phishing rappresenta la base per una presenza sicura online. È consigliato essere cauti, verificare l’autenticità delle comunicazioni e dei siti web prima di condividere informazioni personali.

    Inoltre, ci sono pratiche di sicurezza consigliate per navigare in un ambiente digitalizzato. L’utilizzo di servizi VPN è consigliato per difendere i dispositivi da accessi non autorizzati. La variazione regolare delle password, preferibilmente complesse, aiuta a prevenire la compromissione dei dati. L’installazione e l’aggiornamento regolare di software antivirus sui sistemi operativi sono fondamentali, così come effettuare frequenti backup dei dati per evitare ricatti in caso di furto di informazioni.

    I nostri servizi

    Noi di Enjoy forniamo Servizi Informatici tra cui proprio la sicurezza informatica di cui abbiamo visto l’importanza in questo articolo oltre che servizi di assistenza e consulenza.
    Per tutti i nostri servizi puoi visitare il seguente indirizzo: Base servizi Enjoy – www.enjoysystem.it.

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      Formazione, Sicurezza informatica, Software

      Password dimenticata? Ecco come recuperarla

      La Necessità di un Gestore di Password

      Se non usiamo un gestore di password online, come LastPass, oppure non utilizziamo il Gestore delle password di Google, che le archivia automaticamente, potremmo trovarci in situazioni problematiche.

      E su Windows?

      La situazione più comune è quella di un computer Windows protetto da una password locale invece di un PIN collegato all’account Microsoft. Tuttavia, specialmente sui computer meno recenti, potrebbe essere necessario resettare la password direttamente dal BIOS, se ci si dimentica quella locale. Anche se potrebbe sembrare complicato, esistono strumenti online e alcuni di essi offrono versioni di prova per testarne l’efficacia.

      PassFab 4Winkey: La Soluzione per il Recupero delle Password di Windows

      Se hai mai dimenticato la password per accedere al tuo computer con sistema operativo Windows, sai quanto possa essere stressante. Fortunatamente, esiste una soluzione affidabile e potente per risolvere questo problema: PassFab 4Winkey.

      Recupero delle Password di Windows

      Perdere o dimenticare la password di Windows può sembrare un incubo, ma con PassFab 4Winkey, puoi risolvere rapidamente questo problema. Questa potente utility è progettata per aiutarti a recuperare o reimpostare quella di accesso al tuo sistema operativo Windows.

      Facile da Usare

      La semplicità d’uso è una delle caratteristiche distintive di PassFab 4Winkey. Anche se non sei un esperto tecnico, sarai in grado di utilizzare questo software senza problemi. Il processo di recupero è guidato da un’interfaccia intuitiva che ti porta passo dopo passo attraverso il processo.

      Una guida all’utilizzo

      Abbiamo effettuato un test di PassFab 4Winkey. Inizialmente, abbiamo utilizzato la versione di prova e successivamente abbiamo optato per quella commerciale al costo di 20 euro. Il meccanismo è sorprendentemente diretto e veloce: dopo aver installato il software su un altro computer (che può anche essere un Mac), abbiamo collegato una chiavetta USB e seguito le istruzioni del software per creare un’unità Flash di ripristino. Quest’ultima sarebbe stata inserita nel computer del quale avevamo dimenticato la password, accedendo al menu delle impostazioni del BIOS.

      Immagine che mostra la schermata iniziale di PassFab 4WinKey

      Qui trovi la guida completa

      A seconda del modello del computer in uso, l’accesso al BIOS potrebbe richiedere la pressione di tasti come Canc, F2 o F12. Comunque, è relativamente semplice identificare la combinazione giusta per il nostro PC mediante un rapido ricorso a un motore di ricerca. Una volta giunti a questo punto, abbiamo modificato l’ordine di avvio, collocando la chiavetta USB in prima posizione, e successivamente riavviato il computer. Dall’apertura della finestra che si sarebbe presentata, avremmo avuto la possibilità di reimpostare la password dell’amministratore locale di Windows, la password dell’ospite o addirittura quella di Microsoft. Una volta completate queste operazioni, avremmo rimosso la chiavetta USB e riavviato il PC.

      Altre soluzioni?

      Non va tuttavia dimenticato che un tool per il recupero delle password è disponibile gratuitamente da almeno dieci anni: ci riferiamo a Ophcrack, un software open source. Tuttavia, va notato che Ophcrack funziona solamente con versioni di Windows fino alla 7 e recupera le password tramite gli hash LM e NTLM, sfruttando le Rainbow Tables. È importante notare che il software raggiunge buoni risultati proprio perché i sistemi di codifica utilizzati da Microsoft non impiegano il “salting,” una tecnica impiegata, invece, da sistemi operativi come Linux e Mac, che li rende notevolmente più resistenti agli attacchi di forza bruta.

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        Già in passato abbiamo parlato del recupero password in questo articolo!

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        Sicurezza informatica

        VPN illimitata e 1 TB in cloud a meno di 6 €/mese

        Con il piano Completo di NordVPN è possibile accedere a una VPN illimitata e a 1 TB in cloud a meno di 6 euro al mese.

        Unire più servizi in un unico abbonamento conviene: la conferma arriva dal piano Completo di NordVPN che, con l’abbonamento biennale, ora costa 5,79 euro al mese mettendo a disposizione la VPN illimitata, un Password Manager, da utilizzare su tutti i propri dispositivi, e 1 TB in cloud. 

        Da notare, inoltre, che l’offerta include anche 3 mesi gratis extra (per un totale di 27 mesi di abbonamento) e un Buono Amazon da 30 euro in regalo. Si tratta, quindi, di un abbonamento completo e in grado di garantire l’accesso a 3 servizi differenti con un costo ridotto.

        In alternativa, NordVPN è attivabile senza servizi aggiuntivi e con un prezzo d 3,79 euro al mese. Tutti i dettagli sono accessibili tramite il sito ufficiale di NordVPN.

        VPN, Password Manager e 1 TB in cloud con NordVPN

        Scegliere NordVPN consente l’accesso a una VPN illimitata che include:

        • la crittografia del traffico dati
        • una politica no log che azzera il tracciamento
        • un network di migliaia di server sparsi in tutto il mondo per aggirare le censure online grazie alla possibilità di geolocalizzare la propria posizione
        • la possibilità di utilizzo da 6 dispositivi differenti

        NordVPN, scegliendo il piano biennale, costa 3,79 euro al mese. Con l’aggiunta del Password Manager e dell’accesso a 1 TB in cloud, invece, il costo è di appena 2 euro in più al mese ovvero 5,79 euro al mese. 

        Da notare che il piano biennale di NordVPN garantisce:

        • 3 mesi extra, per un totale di 27 mesi
        • un Buono Amazon da 30 euro in regalo (scegliendo il piano Completo)
        Man using a switch to select a secure VPN connection. Virtual Protection Network and online privacy concept. Composite image between a hand photography and a 3D background.

        Per attivare NordVPN è disponibile il link qui di sotto.

        Ricordiamo che la VPN prevede la fatturazione anticipata per il piano biennale, con possibilità di pagare in 3 rate senza interessi con PayPal. C’è anche una garanzia di rimborso a 30 giorni che consente di “provare” la VPN e, eventualmente, richiedere un rimborso integrale della spesa sostenuta.

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          Sicurezza informatica

          Dati blindati e al sicuro

          Abbiamo trovato un’applicazione suggerita dal gruppo Anonymous che consente di proteggere i nostri dati personali. Ecco il suo funzionamento.

          In questa guida esamineremo uno strumento, raccomandato dal collettivo Anonymous, che consente di creare file compressi, estrarre documenti da archivi preesistenti, criptare gli archivi per proteggere i dati sensibili e persino suddividere gli archivi in parti più piccole per facilitare la distribuzione. Si tratta di PeaZip, un software che supporta una vasta gamma di formati di compressione, tra cui ZIP, RAR, 7Z e TAR.

          Dati in cassaforte

          PeaZip pone una notevole enfasi sulla sicurezza dei dati durante le operazioni di compressione e decompressione. L’applicazione adotta la crittografia AES-256, uno degli algoritmi di crittografia più sicuri disponibili, per proteggere gli archivi compressi con una password. Ciò significa che solo le persone autorizzate che conoscono la password corretta possono accedere ai dati contenuti nell’archivio. Inoltre, offre la possibilità di verificare l’integrità dei file compressi attraverso l’uso di codici di controllo dell’integrità. Questa funzione è particolarmente utile per assicurarsi che i file compressi non siano stati danneggiati durante il processo di trasferimento o archiviazione. PeaZip supporta anche la cancellazione sicura dei dati, consentendo agli utenti di rimuovere definitivamente i file sensibili dagli archivi compressi. Proviamo subito a utilizzarlo.

          Guida

          guida 1
          Preleviamo lo strumento dal sito https://peazip.github.io/, scarichiamo il pacchetto software adatto al nostro sistema operativo e avviamo l’eseguibile. Successivamente, clicchiamo su “Next” per tre volte, selezioniamo “Installa” e clicchiamo su “Fine”.
          guida 2
          Avviamo “Configure PeaZip” e, prima di cliccare su “Next”, impostiamo la lingua italiana. Proseguiamo la configurazione lasciando le voci così come sono. L’intero processo dura pochi istanti. Al termine, avviamo il programma: troveremo tutte le voci in italiano.
          guida 3
          Dalla schermata principale, navighiamo all’interno del disco del nostro computer e selezioniamo i file che desideriamo comprimere. Dopo averli selezionati, clicchiamo su “Aggiungi” che si trova in alto a sinistra. Nella parte bassa della schermata che verrà aperta, impostiamo la destinazione del nuovo file e scegliamo il tipo di compressione (ZIP, ARC, PEA, TAR, ecc.).
          Possiamo anche richiedere al software di creare un archivio separato per ogni file selezionato, di salvare il nuovo documento nella cartella d’origine, di cancellare i file dopo l’archiviazione e di inviare automaticamente lo ZIP via email al termine. Possiamo configurare tutte queste opzioni in base alle nostre preferenze, basta spuntare le caselle corrispondenti.
          Clicchiamo su “Password/keyfile”. Inseriamo un codice nella casella “Password” e confermiamolo. Successivamente, clicchiamo su “File-chiave” e selezioniamo un file che abbiamo creato in precedenza (per esempio, un file di testo che contiene un codice segreto).
          Esattamente, per aprire l’archivio, chi riceverà il file dovrà inserire la password scelta o selezionare il file chiave (che, naturalmente, dovrà essere inviato separatamente). Questa doppia protezione garantirà un livello superiore di sicurezza durante lo scambio o la conservazione di documenti e file.
          Per aprire il file zippato inseriamo quindi la password e contemporaneamente scegliamo il file con all’interno la nostra pass, questo perché come dicevamo abbiamo una doppia protezione.
          Ed ecco il nostro file crittografato!

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            Sicurezza informatica

            Formattazione definitiva dei dati

            Vi spieghiamo come effettuare una formattazione definitiva dei vostri dati dalle chiavette e dischi USB, in modo sicuro.

            Secondo un’indagine condotta da un’università inglese nel 2021, più del 70% delle unità USB usate vendute sul mercato americano e inglese mantenevano ancora i dati del proprietario precedente.

            Gli studiosi hanno dimostrato che era possibile recuperare facilmente foto personali e documenti appartenenti al vecchio proprietario con l’uso di semplici applicazioni di recupero dati.

            Com’è possibile

            Esistono due tipi di formattazione per cancellare definitivamente i dati da un’unità di archiviazione: la formattazione rapida e la formattazione completa. Tuttavia, la formattazione veloce non elimina in modo permanente le informazioni conservate nell’unità, che possono essere facilmente recuperabili. Per evitare che i dati cadano nelle mani sbagliate, è importante effettuare una serie di operazioni che rendano impossibile il recupero dei dati prima di cedere l’unità a qualcun altro.

            Formattazione usb

            La formattazione rapida rimuove solo la struttura logica dell’unità e ricostruisce il file system, ma i dati rimangono ancora presenti e facilmente recuperabili. Al contrario, la formattazione completa esegue una scansione dell’unità alla ricerca di eventuali aree danneggiate e applica una serie di “zero” su tutti i settori, rendendo la cancellazione dei dati definitiva. Per coloro che desiderano avere il controllo totale sulla procedura di formattazione, è possibile utilizzare lo strumento Diskpart di Windows.

            FAT32 o NTFS?

            Prima di procedere con la formattazione di un’unità di archiviazione, è importante capire la differenza tra i due tipi di file system supportati da Windows: FAT32 e NTFS. NTFS è considerato il migliore dei due perché è più avanzato. Ad esempio, NTFS consente di assegnare permessi a file e cartelle, supporta la crittografia e i nomi lunghi (fino a 255 caratteri). Soprattutto consente di memorizzare file di dimensioni superiori ai 4 GB.

            ntfs fat32

            Quest’ultimo aspetto è fondamentale per lo scambio di file di grandi dimensioni. Un esempio sono i film in alta definizione, che non potrebbero essere memorizzati su un’unità formattata in FAT32. In sintesi, NTFS è una scelta migliore rispetto a FAT32 grazie alle sue funzionalità avanzate e alla capacità di gestire file di grandi dimensioni.

            Formattiamo tramite il comando DiskPart

            diskpart 1
            1 Per prima cosa colleghiamo l’unità USB da formattare a una porta libera sul computer e digitiamo cmd nella casella di ricerca. Ora scegliamo dalla finestra a destra Esegui come amministratore e premiamo il pulsante Ok. A questo punto, nella finestra DOS che verrà aperta digitiamo il comando diskpart.
            diskpart 2
            2 Digitando list disk vedremo tutte le unità collegate. Solitamente con Disco 1 viene indicato l’hard disk del PC. Con Disc 1 la penna o il disco rimovibile USB. La dimensione del disco può aiutare a distinguere le diverse unità. Dopo aver controllato quale unità formattare selezioniamola con select disk N (dove N andrà sostituito con Disco 1, Disco 2, o altra unità).
            3 Siamo pronti per avviare la formattazione dell’unità selezionata digitando in sequenza i seguenti comandi: clean; create partition primary; select partition 1; active; format fs=NTFS. Attendiamo che la voce Percentuale Completata raggiunga il 100% (può richiedere diversi minuti). La formattazione è completata e soprattutto la chiavetta è pulita a fondo!

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              porte usb sicurezza
              Hardware

              Porte USB: come disattivarle?

              Ecco un programmino molto utile per chi avesse l’esigenza di disattivare le proprie porte USB a scopo precauzionale.

              L’applicazione USB Disk Manager è uno strumento gratuito che può essere utilizzato su qualsiasi versione di Windows per disattivare e riattivare rapidamente le porte USB su un PC. Per utilizzare lo strumento, basta scaricarlo e installarlo dalla fonte fornita, quindi avviare il programma. Dal menu “Disabilita USB”, selezionare l’opzione “Disabilita dischi rimovibili USB” e fare clic su “OK” per rendere efficaci le modifiche.

              Da questo punto in poi, qualsiasi unità USB collegata al computer non sarà visibile e non sarà possibile leggerne il contenuto o copiare nuovi file.

              Per riattivare le porte disabilitate, riaprire il programma, accedere al menu “Disabilita USB” e selezionare l’opzione “Abilita dischi rimovibili USB”. Infine, fare clic su “OK” per ripristinare la piena funzionalità di tutte le porte USB sul computer.

              Perché disabilitare le porte USB è importante

              La sicurezza del computer è fondamentale per impedire l’accesso agli hacker. Uno dei modi più efficaci per proteggere il computer e i dati è quello di disabilitare le porte USB installate sul computer. Questo può essere fatto modificando la chiave di registro “Start”, utilizzando un programma per farlo con un solo clic o modificando manualmente il registro di sistema.

              Porte USB

              La disabilitazione delle porte USB non solo impedisce l’accesso a software dannoso o agli hacker, ma impedisce anche di installare inavvertitamente malware o di consentire a un hacker l’accesso a dati e file sensibili sul disco rigido. È un passo fondamentale per proteggere il computer.

              Problemi comuni dopo la disattivazione di una porta USB

              Una volta disattivata la porta USB, è bene tenere presente alcuni problemi che si possono incontrare. Il più comune è che, se in futuro si ha bisogno di utilizzare nuovamente la porta e si è dimenticato di abilitarla, può essere difficile farlo.

              Inoltre, alcuni hardware e software più vecchi potrebbero non essere in grado di riconoscere una porta disabilitata. In questo caso, è necessario acquistare un nuovo hardware o aggiornare il software.

              Infine, la disabilitazione delle porte USB può causare problemi di compatibilità con altri dispositivi USB. Anche se le porte vengono nuovamente abilitate, a volte il dispositivo non funziona a meno che non venga reinstallato o reinizializzato. Per evitare questo problema, è bene tenere un elenco aggiornato di tutti i dispositivi USB collegati al computer e controllare regolarmente le versioni del firmware e la compatibilità con il sistema operativo.

              Conclusioni

              In breve, disabilitare le porte USB potrebbe non essere l’unico modo per prevenire un attacco informatico, ma è uno dei modi più semplici ed efficaci per assicurarsi che i beni più preziosi rimangano al sicuro. Con l’aumento delle minacce informatiche, è essenziale rimanere vigili e adottare le misure necessarie per proteggersi da attacchi dannosi.

              Disattivare le porte USB è un modo semplice per impedire ai criminali informatici di accedere al vostro computer e rubare le vostre informazioni più preziose. È anche un modo efficace per proteggersi dagli attacchi degli hacker e da altre attività dannose. Se siete alla ricerca di una misura di sicurezza semplice e diretta, la disabilitazione delle porte USB è la soluzione ideale.

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                Applicazioni, Sicurezza informatica, Social media

                5 consigli per rendere Instagram più sicuro

                Il social network ha pubblicato, insieme a Telefono Azzurro, una guida per aiutare i genitori a insegnare un uso consapevole dell’app ai minorenni. Abbiamo selezionato per voi 5 consigli per rendere Instagram più sicuro

                Tra cyberbullismo e rischi per il benessere psicologico, si parla tanto dei pericoli dei social network per gli adolescenti.

                Ciò che è sicuro è che è possibile che i minorenni possano vivere dei momenti difficili all’interno dei social network, Instagram compreso. Per questo motivo, la stessa app di proprietà di Meta ha rilasciato una guida, prodotta in collaborazione con Telefono Azzurro, che ha proprio l’obiettivo di diffondere gli strumenti di protezione degli adolescenti presenti sulla piattaforma.

                Si tratta di un volume di circa 80 pagine, che si può consultare e scaricare gratuitamente nella sezione Genitori di Instagram.
                Abbiamo letto la guida in anteprima e abbiamo selezionato le 5 consigli per rendere Instagram più sicuro, soprattuto per i minorenni.

                1. Gestire la privacy

                Da qualche tempo, quando un minore di 18 anni si iscrive a Instagram, l’opzione di default è quella del profilo privato. In altre parole, quella modalità per cui post e storie non sono pubbliche, ma visibili solo a chi è autorizzato.

                Mantenere questa impostazione è una buona norma per evitare intrusioni indesiderate. Un’accortezza in più è compilare una lista di Amici più stretti, per decidere il pubblico di ogni storia pubblicata.

                2. Controllare i messaggi privati e i commenti

                Anche su Instagram, come sulla maggior parte dei social network, si possono bloccare gli account che ci infastidiscono. Un passo in più è la moderazione preventiva dei messaggi privati, i famosi DM.

                Nella sezione privacy, è possibile controllare chi può contattarci in privato e scegliere di non ricevere per nulla comunicazioni da chi non ci segue. I DM possono essere anche filtrati, così come i commenti, se contengono parole offensive.

                Per farlo, si può andare nella sezione privacy, poi su parole nascoste e compilare una lista di termini o emoji: Instagram eliminerà ancora prima della pubblicazione messaggi e commenti che contengono quanto indicato dall’utente.

                3. Gestire il tempo di utilizzo della piattaforma

                Il tempo trascorso sui social network è una delle questioni più importanti nella relazione degli adolescenti con il digitale. Alla base della gestione delle ore passate online c’è, prima di tutto, una fondamentale mediazione con la famiglia.

                Instagram mette comunque a disposizione uno strumento che permette di visualizzare il tempo trascorso sulla piattaforma e di fissare un limite giornaliero: una volta superato, l’applicazione invia un promemoria.

                4. Sintonizzare l’algoritmo

                Come tutti i social network, Instagram utilizza un algoritmo che ha il ruolo di segnalare a ogni utente i contenuti più adatti a lui, sulla base degli interessi mostrati. Dal 2022, Instagram introdurrà la possibilità di visualizzare i post in ordine cronologico.

                Per il momento, è possibile, in primo luogo, disattivare gli aggiornamenti di quei profili che non ci va più di vedere ma che non vogliamo smettere di seguire. Inoltre, possiamo contrassegnare i post consigliati nella sezione Esplora o nel feed principale come “Non mi interessa”. In questo modo, Instagram inizierà a suggerire meno contenuti di quel genere. 

                5. Aumentare la sicurezza

                Sicurezza non vuol dire solo avere un’esperienza positiva all’interno di un social network. Significa anche fare attenzione ai possibili furti di account. Per questo motivo, è molto importante, per Instagram e qualunque altro servizio digitale, attivare l’autenticazione a due fattori.

                Questa opzione, che si può selezionare nella sezione ‘Sicurezza’ delle impostazioni, raddoppia le credenziali di accesso: oltre a nome utente e password, servirà un codice di sicurezza inviato tramite un’app di autenticazione o tramite SMS.

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                upnp
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                Problemi con il protocollo UPnP

                Il protocollo UPnP può diventare molto pericoloso e creare problemi ai i tuoi dati: ecco quando può succedere e come fare per evitare questo rischio.

                Il termine UPnP, ovvero Universal Plug and Play, è un protocollo che permette a un software o a una periferica di aprire automaticamente una porta di comunicazione per una connessione diretta. Questo tipo di azione può coinvolgere una stampante o qualunque altro tipo di dispositivo collegato al network domestico.

                L’UPnP è, oggi giorno, uno standard molto diffuso. Senza questo protocollo infatti, bisognerebbe agire manualmente su ogni device per consentire una connessione alla rete della casa. Il risultato sarebbe un processo piuttosto lungo per ogni singolo dispositivo.

                Va chiarito che, di per sé, questo protocollo non costituisce un pericolo. Nell’ambito della casa infatti è un’ottima soluzione ma, quando la connessione è a rischio intromissione esterna, il protocollo UPnP può diventare molto pericoloso e dare problemi.

                UPnP e sicurezza

                Il suo accesso prioritario ai dispositivi infatti, può essere sfruttati dagli hacker. I malintenzionati così, possono bypassare qualunque tipo di protezione esterna collegandosi al network domestico.

                Il risultato? Libero accesso a tutti i dati presenti su computer e smartphone, come passworddocumenti di lavoro, numeri di carte di credito e foto personali. Per fortuna esistono soluzioni in grado di proteggere una rete locale e metterla in totale sicurezza, come una VPN.

                Attacchi informatici su UPnP: come proteggerti in maniera efficace (VPN)

                Come evitare questo tipo di pericolo? In tal senso si può agire adottando il UPnP-UP, ovvero una soluzione simile ma con maggiore sicurezza. Affiancare il tutto a un’ottima VPN, condivisa sui principali dispositivi elettronici domestici, può essere un ulteriore passo verso la sicurezza.

                vpn e sicurezza

                Tra i servizi di questo tipo, uno dei nomi più affermati è sicuramente NordVPN. Stiamo parlando di una piattaforma che permette di mascherare l’indirizzo IP e di proteggere il flusso dati di una connessione attraverso tecnologie avanzate come la crittografia in totale sicurezza.

                Le performance elevate e il supporto sempre attivo e pronto ad aiutare gli utenti, fanno di questa azienda una delle più rinomate nel settore.

                A rendere ancora più interessante NordVPN però, sono gli attuali sconti. Durante il periodo invernale infatti, l’azienda ha deciso di offrire sottoscrizioni biennali con il 68% di sconto rispetto ai prezzi di listino.

                A livello pratico, si parla di solamente 3,29 euro mensili per 24 mesi. Tenendo conto dell’elevato livello del servizio, si tratta decisamente di un’offerta imperdibile.

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                Google Foto ha una nuova funzione: cartella bloccata

                Google Foto ha aggiunto una nuova funzione per poter nascondere foto e video che si vogliono tenere protetti da persone estranee. Se ancora non conosci questa applicazione puoi scaricarla da qui.

                Come funziona?

                Per vedere se il tuo dispositivo è già abilitato devi aprire Google Foto e accedere alle “Utilità”.

                Cartella bloccata di Google Foto
                Cartella bloccata

                La cartella bloccata è una vera e propria cassaforte per le immagini. Una volta inserita la chiave di accesso non potrai visualizzare nella griglia di foto gli elementi nella Cartella bloccata. Le immagini non sono visibili tra i ricordi, nelle ricerche o negli album. Non potranno essere condivisi, non si potrà fare una copia. Inoltre non saranno disponibili per altre applicazioni sul tuo dispositivo che hanno accesso alle foto e ai video. 

                Nel caso in cui l’applicazione Google Foto deciderete di disinstallare l’applicazione dal vostro dispositivo, o se cancelli i dati dall’applicazione perderai tutti gli elementi presenti nella Cartella bloccata. Per salvare questi elementi, spostali dalla Cartella bloccata prima di apportare modifiche.

                Sposta foto e video nella Cartella bloccata

                Prima di tutto devi sapere che i backup di questi elementi verranno eliminati ma lo spostamento tocca soltanto l’elemento originale selezionato. Le eventuali copie rimangono visibili nelle posizioni in cui sono archiviate (compreso il cestino). Gli utenti che desiderano salvare foto e video saranno tenuti a spostarli fuori dalla Cartella bloccata prima di apportare le modifiche menzionate.

                Per spostare le foto e i video devi selezionare quelli che vuoi inserire nella cartella. In alto a destra dovrai toccare Altro Altro e poi Sposta nella Cartella Bloccata. Infine tocca Sposta.

                Salvare direttamente dalla fotocamera alla cartella bloccata

                Questa funzione è disponibile solo per alcuni dispositivi. Procedi in questo modo:

                1. Apri l’app fotocamera sul tuo cellulare.
                2. Nell’angolo in alto a destra, tocca Galleria di foto  e poi Cartella bloccata  .
                3. Scatta una foto. Le foto scattate con la funzionalità Cartella bloccata  vengono salvate automaticamente nella Cartella Bloccata.
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