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Gas e luce: ecco come risparmiare

L’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente (ARERA) ci mette a disposizione uno strumento utilissimo per tenere sotto controllo quanta elettricità e quanto gas usiamo

Anche se il costo dell’energia elettrica e del gas sta calando, il problema di tenere sotto controllo le nostre spese energetiche rimane. La bolletta che riceviamo a casa (via email o per lettera) riporta tutti i dati relativi ai nostri consumi ma non sempre ci permette di capire esattamente quanto e come abbiamo consumato, soprattutto nel corso del tempo.

Per avere un quadro della situazione possiamo sfruttare un portale Web creato da ARERA, l’ente che ha la funzione di favorire lo sviluppo di mercati concorrenziali nelle filiere elettriche, del gas naturale e dell’acqua potabile, teleriscaldamento/ teleraffrescamento e smaltimento dei rifiuti. Il Portale consumi (https://www.consumienergia.it/portaleConsumi), oltre a riportare i dati di base dei nostri contratti di luce e gas, ci permette di visualizzare grafici ed elenchi dei consumi per l’intero periodo di fornitura così da avere una visione complessiva e visuale.

Come funziona il sito

Il sito è composto da un’area pubblica che fornisce le informazioni generali sulle potenzialità e sui benefici del nuovo servizio, sviluppato dall’Acquirente Unico, e da un’area privata in cui, in questa prima fase, il cliente potrà da subito visualizzare, anche mediante tabelle o grafici più intuitivi, i dati passati di consumo, le letture e le autoletture degli ultimi dodici mesi.

Ad alimentare le informazioni accessibili con il Portale è il Sistema informativo integrato (Sii) gestito dall’Acquirente Unico.

l Portale consente poi di recuperare tutte le informazioni sui propri contratti di luce e gas: la denominazione del venditore o dei venditori, il tipo di mercato, come pure la data di inizio del contratto di fornitura e, se nota, della conclusione.

E poi ci sono i dettagli sui consumi: dallo storico della fornitura, fino a 36 mesi precedenti (il prossimo step man mano che saranno implementati i dati del Sii), alle letture per ciascun punto di prelievo, fino ai consumi calcolati tra due letture consecutive. La granularità dei dati disponibili dipenderà dalla tipologia di contatore installato e dalla frequenza di messa a disposizione delle letture al Sii.

Guida

luce gas consumi energia
Visitiamo il sito del portale e premiamo il pulsante Accedi. Per
identificarci è necessario accedere usando lo SPID o la Carta
d’Identità Elettronica
.
luce gas consumi energia
Effettuato l’accesso, il portale ci mostra quante e quali forniture
di luce e gas sono intestate a nostro nome (una sola in
questo caso). Clicchiamo sul menu a tendina Seleziona fornitura
per vederle elencate e scegliamo quella che ci interessa.
luce gas consumi energia
Se i consumi di energia elettrica sono precisi (grazie ai contatori
elettronici), quelli del gas ci sono solo se abbiamo comunicato
le autoletture, visto che i contatori del gas in grado
di inviare a distanza il consumo sono ancora poco diffusi.
luce gas consumi energia
Premendo Visualizza consumi osserviamo in un grafico quanto
abbiamo consumato. Possiamo anche scaricare un report in
PDF (pulsante Genera report) oppure l’elenco dei consumi o
delle letture nel corso degli anni in formato CSV da usare con Excel.

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    Applicazioni

    Drowsy driving alert, evitiamo il colpo di sonno alla guida

    Ci sono app che possono aiutare a mantenere la concentrazione mentre guidiamo, a identificare un colpo di sonno improvviso e ad avvisarci con un allarme sonoro

    Secondo una stima dell’ACI, circa il 22% degli incidenti strada­li è dovuto a distrazioni o a colpi di sonno. Sono natural­mente questi ultimi a essere gli eventi più gravi e dobbiamo evitarli a tutti i costi. Dobbiamo rinun­ciare a metterci alla guida se non abbiamo dormito a sufficienza. È scientificamen­te dimostrato che restare svegli per 20 o più ore conse­cutive provoca effetti parago­nabili a chi ha livelli di alcool nel sangue uguali o superiori a 1,00 g/1. Difatti non per niente si dice essere “ubriachi di stan­chezza”.


    Ma anche solamente viag­giare su tratti autostradali lunghi e rettilinei, può avere un effetto ipnotico sul gui­datore. Per questo motivo è sempre consigliabile effet­tuare delle soste almeno ogni due ore e comunque fermarsi subito non appena si ricono­scono i primi segnali della stanchezza e della sonnolen­za. L’autoradio e, ancora me­glio, la presenza di un’altra persona con cui conversare, costituiscono un valido aiuto, ma anche alcune particolari app possono rivelarsi utili per evitare distrazioni e appisola­menti improvvisi.

    Indice

    A me gli occhi!

    Su alcune automobili di fa­scia alta, soprattutto BMW e Mercedes, sono già instal­late speciali telecamere che integrano sistemi di rileva­zione dello sguardo. Queste fan­no partire un allarme sonoro quando il guidatore inizia a sbattere le palpebre troppo velocemente e naturalmen­te quando chiude completamente gli occhi. Chi non possiede un’automobile di lusso può comunque rivol­gersi agli store di Android e iOS. Da qui installare l’app Drowsy Driving Alert, che potremmo tradurre come Allarme per il guidatore sonnolento. Ba­sta fissare lo smartphone al cruscotto in modo che man­tenga inquadrato il nostro volto per fare partire un allar­me sonoro non appena chiu­diamo le palpebre. Abbiamo provato l’app in più situazioni e possiamo confermare che ha sempre funzionato. Anche se non ci fideremmo comun­que di affidarle la nostra vita mettendoci in viaggio con molto sonno arretrato.

    Deci­samente meglio mantenere viva l’attenzione ascoltando uno dei tanti podcast dispo­nibili su Spotify o su una del­le piattaforme di musica online come Spreaker o Google Podcast. Un’ulteriore alter­nativa può essere l’ascolto di suoni a frequenza elevate. Un’app come Generatore di frequenza permette di gene­rare non solo suoni bianchi utili per addormentarsi ma anche suoni energizzanti, che favoriscono la concentrazione e la creatività. Anche in questo caso non abbiamo la controprova di un effetti­va utilità del sistema e con­tinuiamo a credere che sia meglio effettuare delle soste programmate. Ma soprattutto consigliamo vivamente di non mettersi alla guida in si­tuazioni fisiche non ottimali.

    Drowsy Driving Alert

    L’app per Android, Drowsy Driving Alert, scaricabile dal Play Store, e Drive Alert per i dispositivi iOS sono mol­to simili, ma non identiche. L’obiettivo comunque è lo stesso, mantenere cioè sotto controllo con la fotocamera anteriore dello smartphone il volto di chi sta guidando, in modo da individuare la chiu­sura delle palpebre e quindi far partire un allarme acu­stico. Perché l’app funzioni, lo smartphone deve restare sempre acceso e soprattut­to trovarsi nella posizione corretta per inquadrare chi guida. Questo pone alcune problematiche non indiffe­renti legate ai consumi e alla stabilità del dispositivo. Per utilizzare al meglio l’app, sa­rebbe necessario perciò ave­re a disposizione un acces­sorio porta smartphone da fissare al cruscotto anteriore dell’automobile. Ci servirà anche un cavo di ricarica collegato alla presa accendisigari. Occorre comunque considerare che questi stes­si requisiti sono necessari anche per chi vuole usare in maniera corretta un sistema di navigazione GPS.

    drowsy driving alert
    Drowsy driving alert app

    Volendo è anche possibile utilizzare contemporaneamente l’app di navigazione e quella di controllo della sonnolenza. Basta fare tap sull’icona ret­tangolare Picture in Picture che si trova in alto a destra dell’app. In questo modo ridimensioneremo l’app, ma il sistema di controllo da parte della fotocamera del­lo smartphone continuerà a funzionare. Così potremo sempre vedere il riquadro verde che indica che l’app è funzionante. Abbiamo pro­vato a usare contemporane­amente Google Maps come sistema di navigazione e non abbiamo avuto problemi con l’app, che ha continuato a ri­levare il nostro volto.

    Scegliamo il tipo di allarme

    Usare l’app Drowsy Driving Alert è semplicissimo, non richiede nessuna registrazio­ne. Non c’è pubblicità e noi dovremo solo fornire all’app i permessi necessari per ac­cedere alla fotocamera ed essere ripresi. L’unica altra impostazione da attivare ri­guarda la scelta del tipo di al­larme sonoro.

    Potremo così scegliere tra otto differenti allarmi e regolare anche il volume, che comunque a no­stro parere dovrebbe essere sempre tenuto al massimo. Una volta selezionato il suo­no di allarme non ci resterà che fare tap su Start e verrà così visualizzato il nostro vol­to con un riquadro di colore verde intorno agli occhi che indica che l’app sta control­lando effettivamente la posi­zione delle nostre palpebre.

    drowsy alert
    Scegliamo l’alert

    Infatti dobbia­mo solo aprire Impostazioni usando l’icona a ingranaggio presente in alto a destra. Nella colonna delle opzioni, scorria­mo fino a trovare la voce Tema e scegliamo Visualizza tutti. Nella finestra che si apre po­tremo scegliere fra i temi pre­costituiti, un colore di sfondo, oppure anche un’immagine fra le nostre, caricate su Go­ogle Drive oppure dal nostro computer.

    Sistemiamo lo smartphone

    Per ottenere i migliori risultati lo smartpho­ne deve essere siste­mato a non più di un metro dal nostro viso e il riquadro intorno ai nostri occhi deve essere sempre di colore ver­de. Chi scrive indossava degli occhiali da vista durante la prova e può confermare che l’app è riuscita a tenere sot­to controllo la chiusura delle palpebre anche con i riflessi dovuti al sole. Niente da fare invece per chi indossa oc­chiali da sole, ma questi non andrebbero comunque usati mentre si guida. In definitiva drowsy driving alert si tratta di un’app che ha an­cora margini di miglioramen­to, ma che comunque funzio­na correttamente e consente di essere avvisati nel caso in cui dovessimo chiudere gli occhi.

    drowsy inquadratura
    Posizioniamolo

    In realtà si trattereb­be comunque di una situa­zione estrema in cui i tempi di risposta potrebbero rive­larsi insufficienti per evitare un incidente anche grave. Decisamente meglio perciò prevenire gli episodi di son­nolenza con altri sistemi, a partire dalla interazione con altre persone o dall’ascolto di musica o podcast interessan­ti e coinvolgenti.

    Il meccanismo da utilizzare è del tutto ana­logo a quello della maggior parte degli smartphone. Dob­biamo solo prendere l’icona di un’applicazione e trascinarla sopra un’altra per creare au­tomaticamente una cartella, a cui poi aggiungerne ancora.

    La frequenza giusta per restare concentrati

    Qualche lettore probabilmente avrà sentito parlare dei cosid­detti “rumori bianchi”: si tratta di suoni che vengono riprodotti da un dispositivo elettronico sfruttando tutte le possibili frequenze udibili dall’orecchio umano. Vengono chiamati bian­chi in quanto questo colore rappresenta, sullo spettro visi­vo, l’unione di tutte le possibili frequenze visibili. In pratica l’esatto contrario del nero, che rappresenta la totale mancan­za di colori e quindi il silenzio. Un’app come Generatore di frequen­za, disponibile gratuitamente per gli smartphone Android, racchiude dieci strumenti di generazione del segnale ed è così in grado di riprodurre suoni a singola frequenza, a multi-frequenze, note musicali, battiti binaurali, generatori di sweep di frequenza.

    Alcuni di questi suoni vengono spesso utilizzati per rilassarsi, soprattutto in combina­zione con suoni della natura come lo scorrere dell’acqua di un ruscello o la pioggia che scroscia. Altri vengono ascoltati per aumentare la concen­trazione e più in generale per non far “spegnere” il cervello. Tra le frequenza suggerite dall’app, oltre a quella che permette di mantenere la concentra­zione (123 Hz), c’è anche quella che stimola l’energia (261 Hz) e dovrebbe impedire di appisolarsi. Comunque è sempre meglio non ascoltare per trop­po tempo questi particolari rumori, in quanto potrebbero causare alla lunga dei mal di testa. Pur non essendo l’app definitiva per restare svegli in auto­mobile, Generatore di frequenza può diventare un supporto in più, soprat­tutto se ci siamo stancati di ascoltare musica o trasmissioni radiofoniche.

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    Sbloccare smartphone tramite impronta digitale

    Oltre ad usare un semplice codice per proteggere il nostro cellulare, potremo anche scegliere di impostare la nostra impronta digitale per sbloccare il nostro smartphone Android. Con questa guida vedremo quindi se il vostro smartphone Android ha il sensore delle impronte digitali ed eventualmente come impostarlo.

    La prima cosa da sapere è che ci sono due tipologie di sensori per le impronte digitali: potremo avere un sensore fisico ben visibile all’esterno del cellulare, oppure potremo avere il sensore all’interno dello schermo.

    In entrambi i casi dovremo appoggiare il dito sul sensore delle impronte digitali.

    Aggiungere impronte digitale come metodo di sblocco

    Impostare impronta digitale su Smartphone Android

    Per sbloccare il vostro smartphone Android tramite impronta digitale dovete seguire questi semplici passaggi.

    A seconda dello smartphone Android che avremo a nostra disposizione le voci di menu potrebbero cambiare leggermente dove nello specifico potremo avere questa suddivisione:

    Android Samsung

    Procedura su smartphone Android Samsung: entriamo dentro le Impostazioni-> Dati biometrici e sicurezza o Schermata di blocco e sicurezza e da qui attivare o disattivare l’impronta digitale

    Android Xiaomi

    Procedura su smartphone Android Xiaomi: entriamo dentro le Impostazioni-> Password e sicurezza e da qui attivare o disattivare l’impronta digitale

    Android Huawei

    Procedura su smartphone Android Huawei: entriamo dentro le Impostazioni-> Sicurezza e privacy -> ID impronta -> Gestione impronta e da qui attivare o disattivare l’impronta digitale

    Altri modelli: in linea di massima per tutti gli altri modelli, dovremo trovare nella schermata delle Impostazioni la voce Sicurezza dove al suo interno sarà presente la possibilità di attivare lo sblocco con l’impronta digitale.

    Per ogni modello dovremo seguire la registrazione dell’impronta digitale seguendo le istruzioni a schermo di come appoggiare il dito.

    Potremo registrare anche più di un dito. Questo in caso la posizione del sensore si presti a più di un dito o si voglia dare l’accesso a più persone.

    Oltre a poter impostare la nostra impronta digitale potremo anche impostare il nostro volto ed il codice.

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    Bluestacks: App Android su Windows

    BlueStacks: App Android su Windows, un emulatore potente e altamente funzionale per avere app Android su Windows. Tutte le istruzioni nell’articolo!

    Bluestacks è un potente emulatore che permette di avere tutte le app che desideriamo comodamente sul proprio PC Windows. Il mondo Android è zeppo di applicazioni interessanti ma anche di giochi divertenti di cui alcuni di questi non sono presenti sullo store Microsoft. Perciò se volete emulare delle applicazioni Android sul vostro PC Windows questa è la soluzione adatta.

    SEGUITE ATTENTAMENTE LE ISTRUZIONI PER IL FUNZIONAMENTO DELL’ EMULATORE:

    1. Create un account Google se non ne avete già uno.

    2. Scaricate l’emulatore qui.

    3. Installate ora l’emulatore.

    bluestacks

    4. Una volta installato non dovremmo far altro che andare su in alto a destra sull’icona della lente per cercare le applicazioni, in questo modo possiamo installare applicazioni come WhatsApp e molto altro ancora.

    5. E’ anche possibile inserire il numero di telefono a cui lo vogliamo associare, non avremo i contatti di rubrica, ma i nostri amici ci vedranno e possono scriverci, cosi da poter salvare i contatti e contattarli di conseguenza.

    6. Possiamo tranquillamente scaricare qualsiasi gioco, e la maggioranza di essi funzionerà senza alcun problema.

    Bluestacks: App Android su Windows

    7. Le applicazioni si aggiorneranno automaticamente come accade nei dispositivi Android.

    Non tutto funzionerà bene, ci troviamo d’altronde difronte ad un emulatore, ma il software BlueStacks è in continua evoluzioni.

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    WhatsApp e Telegram: come registrarsi senza numero

    Finalmente ecco la guida definitiva per registrarsi su WhatsApp e Telegram senza dover inserire il proprio numero di telefono. Sono 3 le possibili soluzioni.

    Non tutti amano fornire il proprio numero di telefono personale. Forse preoccupati di diventare un possibile bersaglio di truffe o oggetto di continue chiamate dai Call Center. Ad ogni modo principalmente è una questione di privacy. Purtroppo però per poter utilizzare alcune applicazioni è obbligatorio inserire questa informazione al momento della registrazione. Oggi non più così e anche chi non ha utilizzato WhatsApp Telegram per questo motivo ora potrà tranquillamente farlo. Ecco la guida definitiva per registrarsi senza numero a queste due app di messaggistica istantanea.

    Come registrarsi su WhatsApp e Telegram senza fornire il proprio numero di telefono

    Sia WhatsApp che Telegram sono app che vanno a sostituire i vecchi messaggi di 165 caratteri introducendo anche nuove funzioni. Sebbene sono arrivati anche in Italia gli SMS 2.0 che daranno del filo da torcere a queste app, non tutti possono ancora utilizzare questa tecnologia.

    WhatsApp e Telegram: come registrarsi senza numero

    Quindi per potersi registrare su WhatsApp e Telegram era necessario fornire il proprio numero di telefono. Ora invece sarà solo un vecchio ricordo grazie a questa guida. Ecco le 3 soluzioni possibili.

    1. La prima soluzione, facile ed economica, è quella di attivare un numero temporaneo utile solo per ricevere i codici di conferma di WhatsApp e Telegram. In qualsiasi motore di ricerca, ad esempio Google, basta digitare “numero temporaneo” e affidarsi a uno dei servizi che compaiono tra i risultati. Ci vorrà un po’ di tempo per trovarne uno disponibile che non sia già stato utilizzato per questo scopo, ma con un po’ di pazienza e perseveranza ce la si può fare.
    2. Un’altra soluzione è quella di usare il numero di una vecchia SIM che sia ancora attiva. Non è necessario che ci sia del credito. Infatti questa procedura non costerà nulla. La sua funzione sarà solo quella di ricevere il codice di attivazione inviato da WhatsApp o da Telegram per confermare la registrazione.
    3. Infine, se le prime due si rivelassero impossibili da attuare si potrebbe attivare una nuova SIM. Attenzione però a scegliere uno degli operatori che offre un piano ricaricabile. Potrebbero essere utili per questo scopo le 3 offerte di Kena Mobile che al momento non prevedono né un contributo di attivazione né il costo per la SIM. In questo modo l’utente avrebbe a disposizione un numero solo ed esclusivamente da utilizzare per registrarsi a WhatsApp, Telegram o altri servizi per cui è obbligatorio fornire una numerazione telefonica.
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    Come recuperare i file eliminati su MAC OS X

    Se avete accidentalmente eliminato un file o un documento importato sul vostro Mac, non c’è bisogno di entrare nel panico, poiché esistono dei metodi per poterlo recuperare. In questa guida vedremo alcuni dei metodi che consentono di risolvere questo problema. Ecco come ripristinare un file cancellato su Mac.

    Controllare il cestino Mac per recuperare file

    Può sembrare alquanto sciocco e ovvio ma può risultare molto efficace, controllare il proprio cestino. Infatti, se questo non è stato ancora svuotato è molto probabile che ci si ritrovi il documento desiderato. Una volta aperto il cestino è possibile ripristinare il documento o trascinandolo sul desktop o facendo clic destro e scegliendo l’opzione Ripristina.

    Come recuperare i file eliminati su MAC OS X

    Recuperare file eliminati Mac con Time Machine

    Time Machine è uno strumento che consente il salvataggio e il ripristino dei vecchi file, così come erano in passato. Per prima cosa aprire la cartella in cui era il documento prima che fosse eliminato. Se si salvano i backup di Time Machine su un disco rigido esterno collegarlo al Mac e poi cliccare su Time Machine. D a qui sfogliare tutti i file o digitare il nome del file desiderato nella barra di ricerca.

    Una volta trovato aprire il file e scegliere la versione che si desidera, poi selezionare il file e cliccare su Modello: MacButton. Il file sarà così ripristinato nella cartella d’origine in cui era. Se anche questa è stata cancellata, provvedere a ricrearla.

    Programmi per il recupero dati cancellati Mac

    Gli stessi file cestinati possono essere recuperati grazie al supporto di programmi dediti a questo genere di servizio. Per prima cosa smettere di utilizzare il disco rigido per evitare che il file, se di esso ne esistono ancora delle tracce, venga completamente cancellato; quindi non aprire alcun programma, né salvare, creare o cancellare altri documenti. Se il file si trova sull’unità d’avvio, spegnere il computer. Così dopo queste dovute accortezze, scaricare un programma di recupero dati o su un altro PC o su un disco esterno. Ecco alcuni esempi di software gratuiti:

    FileSalvage;

    Disk Doctors Photo Recovery;

    RecoveRX;

    Mac Data Recovery Software.

    Installare l programma su una penna USB o su un disco esterno, basterà collegare l’hardware al PC e lanciare il programma, senza toccare quello che c’è all’interno del mac stesso. A seconda del programma utilizzato, scansionare il disco duro e provvedere al ripristino del file desiderato.

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    Formazione, Hardware, Software

    Riparare la scheda micro SD

    Le schede micro SD sono utilizzate per salvare le informazioni extra di vari dispositivi (fotocamere, smartphone e tablet). A differenza del backup su cloud, una scheda micro SD può danneggiarsi o perdere informazioni e questo può avvenire per cause diverse. Ecco come riparare una scheda micro SD danneggiata.

    Riparazione della scheda micro SD danneggiata

    Prima di procedere alla riparazione della propria scheda MicroSD, ci si raccomanda di scaricare Recuva, per poter recuperare tutte le informazioni possibili. Poi procedere inserendo la micro SD su PC, fare clic destro sull’unità della scheda di memoria e selezionare la voce Proprietà. Dalla finestra visualizzata entrare in Strumenti, poi cliccare su Verificare.

    Se l’analisi indica che la scheda è bloccata, estrarre la scheda, spostare la linguetta laterale, che protegge la scheda presente sulla scheda stessa e poi reinserirla nel PC. Se risulta che la SD è vuota, entrare in Opzioni cartella, entrare nella scheda Vedi, spuntare Mostra file, cartelle e unità nascoste e poi cliccare sul tasto Accettare.

    Come riparare i file danneggiati su una scheda micro SD

    Per riparare tutti i file corrotti, fare clic destro sul Start poi selezionare Prompt dei comandi (amministratore), inserire il comando SFC /SCANNOW > Invio. In questo modo i file della microSD saranno scansionati e riparati. Il processo potrà richiedere qualche minuto, a seconda del proprio dispositivo.

    Formattare MicroSD

    Durante la riparazione della microSD può succedere che quest’ultima richieda una formattazione.

    Riparare la scheda micro SD

    Formattare scheda SD con Windows

    Per procedere alla formattazione della scheda SD su qualunque sistema operativo Windows bisogna, in primo luogo collegare la propria scheda SD al computer (nel caso in cui il pc non integri un lettore di schede, inserire la SD in un adattatore USB, mentre per le Micro SD sarà necessario provvedere ad utilizzare il suo adattatore specifico).

    Cliccare sul menu Start e poi su Risorse del computer (per la versione Win 8 ricercare “Computer” e aprirlo), clic destro sull’icona della scheda SD e selezionare Formatta: questo comando aprirà una finestra che mostrerà le opzioni di formattazione. Per far sì che la scheda sia compatibile con la maggior parte dei dispositivi, scegliere il file system FAT32. Una volta scelta la modalità di formattazione, cliccare su Avvia, così facendo la procedura sarà terminata e si avrà una scheda SD vuota, pronta ad un nuovo utilizzo.

    Nota Bene: la formattazione rapida formatterà la scheda senza verificare gli errori nei settori, quindi utilizzare la modalità normale se si desidera riparare un malfunzionamento o se è la prima volta che la si formatta la scheda.

    Formattazione della SD card con Mac OS X

    Collegando la scheda SD al Mac, questa si visualizzerà automaticamente sul desktop. Nel Finder accedere alla cartella Applicazioni e andare su Utility. La scheda SD sarà visualizzata a sinistra. Selezionatela e fare poi clic su Inizializza (a destra), scegliere FAT32 dal menu a tendina Formato, dare un nome alla scheda e cliccare su Inizializza per avviare la formattazione.

    Formattare una micro SD con Android

    Inserire la scheda SD sul proprio dispositivo Android, accedere a Impostazioni (a seconda della versione e il tipo di dispositivo selezionare Memoria o Archivio dati. Cliccare su Cancella scheda SD per procedere alla formattazione:

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    Windows 10 non rileva il lettore CD/DVD? Niente panico!

    Se il nuovo sistema Windows 10 non rileva i drive CD e DVD, tanto da non venir visualizzata in Gestione Periferiche o Esplora risorse, niente panico! Ecco una guida utile per poter risolvere il problema.

    Cosa fare se Windows 10 non rileva Drive CD e DVD

    Windows 10 non rileva lettore dvd. Una volta aggiornato il sistema operativo a Windows 10, notiamo che il il lettore ottico e masterizzatore è scomparso non viene rilevato. La cosa particolare di questo problema sta nel fatto che non tutti i lettori sembrano avere questi problemi, e molto spesso sono i modelli più recenti ad non essere rilevati. Adesso andremo a vedere le soluzioni per cercare di risolvere il problema.

    Aprire un prompt dei comandi elevato, digitando command prompt nella casella Cerca, da qui fare clic destro sulla voce corrispondente > Esegui come amministratore:

    Windows 10 non rileva Drive

    Digitare cosi il comando:

    reg.exe add “HKLMSystemCurrentControlSetServicesatapiController0” /f /v EnumDevice1 /t REG_DWORD /d 0x00000001 e premere Invio.
    Fatto questo, chiudere il prompt dei comandi e riavviare il sistema, in modo da poter rilevare i drive CD e DVD.

    Per comodità puoi creare anche un file con estensione .bat da utilizzare all’occorrenza, ti basterà aprire un normale file di testo e incollare il comando, successivamente rinominare l’estensione del file di testo in .bat. Al bisogno ti basterà eseguire come amministratore il file .bat per risolvere il problema del lettore/masterizzatore DVD scomparso su Windows 10.

    Disabilitare il risparmio energetico sul lettore dvd

    Un altro metodo da provare e quello di disattivare la funzionalità di risparmio energetico. Questo è un metodo che il più delle volte ha permesso di vedere normalmente il lettore ottico sul computer. Basta andare nel Pannello di controllo cliccare su Opzioni di risparmio energia e nelle impostazioni avanzate disattivare il risparmio energetico in modo che i dischi rigidi o altre periferiche non vadano in sospensione.

    Pannello di controllo->Hardware e suoni->Opzioni di risparmio energia, quindi nella colonna di destra clica sulla voce Modifica le impostazioni per il risparmio di energia per modificare le relative opzioni come segueDisattivazione schermo: Mai, Sospensione computer: Mai

    Eseguito i vari passaggi il computer una volta riavviato dovrebbe tornare a rilevare il lettore cd rom/dvd.

    Se il lettore dvd continua a non essere riconosciuto proviamo il fix microsoft che corregge automaticamente le chiavi di registro.

    Link Microsoft Easy Fix.

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    Spostare app sulla scheda SD

    Per sfruttare al massimo il proprio smartphone, spesso si necessita di più spazio in memoria, soprattutto se questo ha una capacità di archiviazione limitata (in quanto dispositivo di fascia bassa o se si sono installate troppe app). Fortunatamente, con le ultime versioni di Android è possibile spostare facilmente le app sulla scheda SD del proprio smartphone. Ecco come fare.

    Spostare applicazioni Android su scheda SD

    Con gli ultimi aggiornamenti di Android (soprattutto da Android 6.0 Marshmallow in poi) la procedura per spostare un’app sulla scheda SD dello smartphone si sono complicate leggermente. Questa modifica ha comunque un grande vantaggio: rafforza infatti la sicurezza del dispositivo e migliora il funzionamento delle app. Ecco come fare.

    Configurare la scheda SD

    Per spostare app dalla memoria del telefono alla scheda SD è necessario, riconfigurare la propria scheda micro SD per convertirla in archiviazione interna. Per fare ciò bisognerà quindi formattare la scheda, quindi è consigliato effettuare un backup dei dati presenti, per evitare qualsiasi tipo di problema.

    Nota Bene: quando comincia questo processo, la scheda SD verrà convertita in memoria interna del telefono e quindi non sarà possibile estrarla con la stessa facilità di prima, poiché il funzionamento del proprio dispositivo dipenderà in parte dalle informazioni presenti nella scheda.

    Spostare applicazioni Android su scheda SD

    Quando verrà inserita la scheda SD, verrà visualizzata una notifica nel menu superiore a discesa. Selezionare quindi Configura e selezionare l’opzione Utilizzare come archiviazione interna. In seguito cliccare su Cancella e formatta.

    Nota Bene: prima di formattare la propria SD ricordarsi di caricare la batteria (o avere carica sufficiente), in quanto questo processo implica un consumo considerevole di energia.

    Spostare i dati sulla memoria Android

    Una volta terminata la formattazione della memoria SD Android, è probabile che il proprio smartphone mostri un messaggio che segnala che la memoria SD potrebbe non essere molto veloce. Se ciò dovesse accadere, non bisogna preoccuparsi: è del tutto normale ed è dovuto al fatto che il proprio smartphone utilizza la scheda SD come memoria parziale. Per risolvere questo problema andare da ImpostazioniGenerali e selezionare Archiviazione. Scegliere Scheda SD e selezionare il menu con i tre puntini verticali a destra. Fatto ciò, dal menu a tendina, scegliere Sposta dati.

    Spostare le app sulla scheda SD Android

    Dopo aver effettuato lo spostamento dei dati sulla scheda SD, procedura che può durare alcuni minuti, bisognerà fare effettuare la stessa cosa con le app. Naturalmente, le app di sistema (Google MapsYouTubeGoogle Chrome, ecc.) non possono passare dalla memoria interna alla scheda SD.

    Aprire quindi le impostazioni, poi GeneraliApp e notifiche, informazioni applicazione e, infine, selezionare l’app. Qui cliccare su Archiviazione e alla sezione Memoria utilizzata, cliccare su Cambia. Nella finestra che si aprirà, cliccare su Scheda SD.

    Nota Bene: questa parte del processo deve essere ripetuta manualmente per ogni app che si desidera spostare sulla memoria SD.

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