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Altro furto di dati: questa volta tocca alla De Agostini.

“Gentile Utente,
Con la presente ti informiamo che siamo venuti a conoscenza di una possibile violazione dei dati personali (un cosiddetto “data breach”) presenti nel portale “deascuola.it”. Stiamo svolgendo accurate indagini interne, tuttavia non possiamo escludere un eventuale data breach che potrebbe comportare eventuali furti d’identità, attività di phishing o l’accesso non autorizzato al portale o ad altri siti Internet in cui sono state utilizzate le medesime username e password utilizzate nel portale”.

Last Year 'Worst on Record' for Breaches, Data Exposure – Channel Futures

Nel rispetto della disciplina dettata dal GDPR, peraltro sembrerebbe in ritardo nel rispetto dei tempi previsti dalla norma, ma questo sarà oggetto di indagini da parte del Garante, la casa editrice ha avvertito la sua utenza che i loro dati personali sono stati oggetto di furto da parte di un anonimo attaccante, hacker non etico. Sono pertanto a rischio anche i computer degli utenti che, a loro volta, potrebbero essere oggetto non solo di phishing, ma anche di accessi abusivi laddove le credenziali di accesso usate per il sito della De Agostini fossero le stesse usate per altri portali. La stessa De Agostini nella sua comunicazione informa di avere resettato le password di tutti utenti e, stante il tono della comunicazione, sorge un dubbio che le password e gli altri dati di accesso non fossero stati criptati. Sarebbe di estrema gravità se così fosse in quanto è verosimile che tramite questi dati si possa risalire alle identità anche di minori, indirizzi e quant’altro.

Sembra che la vicenda sia giunta all’attenzione pubblica solo dopo la pubblicazione su Twitter di uno screenshot tratto dal darkweb con il quale un anonimo, forse lo stesso hacker, offriva in vendita ben 250.000 combinazioni di mail e password. Un vero e proprio tesoro non solo per aspiranti truffatori o ladri di identità ma anche eventuali pedofili che potrebbero accedere ai dati di bambini.

When and how to notify a data breach - Privacy Compliance Hub

E’ l’ennesima e forse inutile conferma di come vi sia troppa leggerezza e disattenzione da parte delle aziende nella protezione dei dati della loro utenze, vale a dire dei clienti che, a loro volta, non dimentichiamolo, sono gli stessi che mettono la loro vita in piazza sui social; tuttavia è preciso dovere di chi per la propria attività necessita dei dati dell’utenza di proteggerli adeguatamente e, in questo caso, sembra proprio non sia stato fatto e suona stonata la parte della comunicazione agli utenti con cui De Agostini dichiara che “La nostra società presta da sempre la massima attenzione alla tutela della privacy dei propri utenti ed il nostro team IT è al lavoro da ieri per analizzare i problemi legati al leak e risolverli nel più breve tempo possibile

Che il pericolo di vedere i nostri dati oggetto di furto non ci deve far distogliere però gli occhi anche dalle piccole realtà. È di pochi giorni fa la notizia di una farmacia di Varese che ha dovuto chiudere per ripristinare il proprio sistema informativo vittima anch’esso di un attacco che aveva portato al furto dei dati dei propri clienti per il rilascio dei quali era stato chiesto un riscatto. Anche in questo caso dati di minori e quelli relativi alle patologie per le quali i clienti acquistavano medicinali che potrebbero andare in mano di chiunque, magari di un venditore di cure palliative.

Queste due vicende richiamano l’attenzione sulla necessità da un lato per le aziende di applicare il Regolamento Europeo in materia di protezione dati personali, ma anche per tutti gli utenti della rete di porre in essere quei minimi accorgimenti di non usare password deboli quali date di nascita o la consueta serie di numeri da uno a nove. Il furto di dati sembra sia adesso il crimine più redditizio che si possa commettere. Impariamo a difenderci.

Come difendersi?

Non solo la De Agostini, ma anche colossi mondiali come Google e Microsoft sono stati messi a dura prova nelle ultime settimane.

Per la tua azienda offriamo un’analisi accurata e una valutazione della sicurezza informatica mediante un penetration test, una simulazione di un attacco informatico, per capire le vulnerabilità aziendali e intervenire prima che sia troppo tardi.

Se problemi non vuoi, chiama Enjoy!

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Ti capita spesso di perdere oggetti? Ecco come ritrovarli!

Si tratta di un TAG, piccolo dispositivo (misura 4 x 4 centimetri) da collegare alle chiavi di casa o dell’auto, allo zainetto, al collare del cane o dovunque vogliate, con la possibilità di scoprirne in ogni momento la posizione grazie al Bluetooth 5.0 LowEnergy

Galaxy SmartTag è realizzato in plastica e gode di certificazione IP53, per resistere anche alla pioggia, una funzione molto utile soprattutto se utilizzata con gli animali domestici. Il tag utilizza una batteria CR2032 in grado di garantire 280 giorni di autonomia prima che sia necessario sostituirla.

Samsung presenta Galaxy Smart Tag per non perdere più alcun oggetto 1

Tra le peculiarità di Galaxy SmartTag c’è la possibilità di utilizzare SmartThings Find, la nuova funzione in fase di roll out, per ritrovare il tag utilizzando la rete dei prodotti Galaxy. Anche se non è collegato direttamente a uno smartphone Galaxy (o di un’altra marca) il tag emette un segnale BLE che può essere raccolto dai dispositivi Galaxy nelle vicinanze.
le informazioni raccolte, crittografate e protette, sono inviate al proprietario, l’unico che potrà conoscerne con precisione la posizione, con la possibilità di recuperare rapidamente il dispositivo “perso”.

Galaxy SmartTag dispone di un pulsante che permette di ritrovare rapidamente lo smartphone connesso. Lo stesso avviene ovviamente in senso contrario, grazie alla nuova app Galaxy Find Network disponibile sui dispositivi Samsung e, a breve, anche sugli smartphone di altri brand.

Grazie all’app sarà possibile personalizzare la funzione del pulsante presente sul tag, così potrete ad esempio utilizzarlo per accendere la luce di casa quando rientrate, sfruttando SmartThings.

Samsung Galaxy SmartTag sarà in vendita dal 29 gennaio a 34,99 euro, ma se acquistate un qualsiasi Samsung Galaxy S21 tra il 14 e il 28 gennaio, lo riceverete in regalo insieme a un paio di cuffie true wireless.

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La powerbank che batte 3 a 1 la presa da muro

La nuova Powerbank di Duracell riesce a ricaricare uno smartphone tre volte più rapidamente rispetto alla normale presa da muro.
Molto dipende anche da quale smartphone avete e di quale sistema di ricarica è dotato: per esempio, alcuni di ultima generazione, come i modelli di punta di Oppo, su quel fronte se la cavano molto bene. Ma insomma, alla fine, non cambia molto: collegate il dispositivo alla Duracell e in venti minuti o giù di lì è di nuovo pronto. La velocità è tale che alla fine, anche quando non si viaggia o si sta in giro, un caricabatterie simile lo si usa a casa perché si fa prima che con la normale presa.

Due le versioni di questa powerbank, da 6700 mAh (milliampereora) e da 10050 mAh, con la seconda che riesce a fornire potenza sufficiente a ridar vita a tre dispositivi. Il protocollo di carica veloce è basato sulla tecnologia di Qualcomm chiamata Quick Charge 3.0, che identifica in modo intelligente la giusta energia da erogare, migliorando l’efficienza del caricabatterie ed evitando di danneggiare i dispositivi collegati. Le porte Usb, una di tipo A e una di tipo C a due vie, permettono di caricare anche due apparecchi contemporaneamente o, volendo, si può collegare un dispositivo mentre allo stesso tempo si ricarica la Powerbank. I prezzi sono accettabili: si parte dai 29 euro e si arriva ai 39 per la versione più grande. 

Non è però l’unico caricabatterie a offrire tecnologie e quindi prestazioni del genere. Online la Power Bank 23800 mAh di Charmast, dunque due volte più potente della versione più cara di Duracell, si trova attorno ai 30 euro. E ce ne sono anche altre:,basta cercare quelle di ultima generazione: come parola chiave,  a “powerbank” o “caricabatterie”, bisogna aggiungere “Quick Charge 3.0” (Qc3). 

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Formazione, Sistemi, Telefonia Mobile

Le migliori VPN per Android

Dati che in tanti avete scritto per avere maggiori informazioni su cos’è una VPN e su come utilizzarla con un dispositivo Android, abbiamo deciso di realizzare questa guida.
Ciò che cercheremo di fare con questa guida invece, è darvi il maggior numero di informazioni oggettive, basate sulla nostra esperienza, per aiutarvi al meglio nella vostra scelta. Proprio per questo motivo infatti, dopo aver testato negli anni decine e decine di VPN Android diverse, abbiamo deciso di mettere nero su bianco le nostre opinioni. Siete pronti a seguirci in questo viaggio?

Perché usare una VPN su Android

VPN Android

Ciò che accomuna gli utenti nella scelta di una VPN è la volontà di aumentare la privacyproteggere maggiormente i propri dati personali, sia quando si naviga con la propria rete mobile o domestica che quando si utilizza un hot-spot pubblico. Nel primo caso sono i provider che registrano il maggior numero di informazioni sulle vostre preferenze di navigazione, creando un vero e proprio registro dei siti e delle pagine che visitate. Quando invece utilizzate una rete pubblica, come quella di un aeroporto o di un albergo, potrebbero essere in agguato dei malintenzionati in cerca dei vostri dati sensibili. Sono sempre di più infatti le informazioni personali che vengono trasmesse da uno smartphone Android, comprese le vostre preferenze (di ogni tipo), i vostri dati sanitari o quelli di pagamento.

Altri di voi invece avranno motivi totalmente diversi per utilizzare una delle migliori VPN Android. Applicando questo tipo di servizio allo streaming infatti, esiste la possibilità di accedere a cataloghi multimediali altrimenti disponibili solo in altre aree geografiche. Questa procedura vi permette di aggirare il geoblocking, pratica altrimenti irrealizzabile con il vostro account privato. In questo caso però dovrete fare estrema attenzione alla VPN che sceglierete, perché alcune si adattano meglio di altre allo streaming su Netflix, Amazon Prime TV Disney+

Le migliori VPN per Android 2021

Ora che avete le idee un po’ più chiare è arrivato il momento di passare alla parte più concreta di questa guida, quella dove vi mostreremo le migliori VPN Android, anche quelle gratuite.Vi consigliamo di leggere attentamente ogni paragrafo e di non fermarvi alla prima che vi può sembrare interessante: ognuna di queste VPN infatti è assolutamente funzionale e perfetta per essere installata sul vostro smartphone.
Come vedrete più avanti però, le differenze principali fra i singoli servizi saranno soprattutto relative alle funzionalità integrate, come la possibilità di effettuare lo streaming dei vostri servizi preferiti o la velocità di navigazione.

NordVPN

NordVPN

NordVPN è sicuramente uno dei nomi più conosciuti quando parliamo delle VPN per Android. Si tratta infatti di un servizio che nel tempo ha saputo ritagliarsi una buona fetta di mercato, grazie soprattutto alla velocità di connessione. L’azienda ha infatti realizzato una rete di ben 5000 server situati in circa 55 paesi. Questa caratteristica rende NordVPN perfetta per lo streaming dei contenuti multimediali, con cataloghi pressoché infinita grazie alla possibilità di accedere alla maggior parte dei paesi del mondo. Nel caso in cui vogliate vedere per esempio una serie TV in esclusiva su Netflix USA vi basterà connettervi al server più adatto situato negli Stati Uniti e far partire lo streaming.

Allo stesso modo NordVPN offre grandi vantaggi anche per chi utilizza molto le reti P2P, come quelle alla base di Torrent. Oltre a una notevole velocità in download infatti, sarete protetti da possibili interferenze grazie alla crittografia AES 256-bit, senza dimenticare che il log di navigazione non viene registrato e che pubblicità e malware vengono automaticamente filtrati. I prezzi di NordVPN sono di 4,18€ al mese per il piano annuale e viene applicata la politica del rimborso nei primi 30 giorni di utilizzo se non siete soddisfatti del servizio. Per scaricare NordVPN vi basterà cercare l’app correlata all’interno del Play Store o direttamente nel sito ufficiale.

ExpressVPN

ExpressVPN

ExpressVPN è un altro dei grandi nomi del panorama delle VPN free per Android. Lanciato nel 2019, questo servizio ha saputo conquistare tantissimi utenti in ogni parte del mondo, grazie alla sua semplicità di utilizzo e alle funzionalità offerte. Una delle pietre preziose incastonate nella corona di questa VPN è sicuramente quella che riguarda la sicurezza durante la navigazione.
Anche in questo caso infatti è presente la crittografia AES 256-bit, accompagnata dalla tecnologia TrustedServer, un vero toccasana se siete preoccupati per la vostra privacy. In questo modo infatti nessuno dei vostri dati di navigazione rimarrà all’interno dei server utilizzati.

A proposito dei server va detto che ExpressVPN ne mette a disposizione degli utenti ben 3000 sparsi in oltre 90 nazioni, Italia compresa. Ogni server supporta inoltre l’utilizzo dei Torrent e non ha limiti di banda. Questo significa che la velocità di navigazione e di download sarà sempre molto alta rispetto a servizi antagonisti che non hanno queste caratteristiche. Non va infine dimenticato che sarà possibile connettere un massimo di 5 dispositivi contemporaneamente. Il piano più vantaggioso di questa VPN Android è sicuramente quello che prevede 15 mesi di utilizzo 5,64€ al mese, con la clausola “Soddisfatti o rimborsati” della durata di 30 giorni. Potete scaricare ExpressVPN sia dal sito ufficiale che dal Play Store

Surfshark

Surfshark VPN

Anche SurfShark si merita senza alcun dubbio un posto in questa guida alle migliori VPN Android del 2021. Uno dei motivi principali è sicuramente dovuto all’alto rapporto fra costi e benefici. Basta pensare infatti che i piani di abbonamento partono da 2,05€ al mese per il piano biennale, per un costo totale di poco meno di 50€, un’occasione da non lasciarvi sfuggire. Oltre al costo particolarmente basso infatti, Surfshark non è da meno dei concorrenti nemmeno per quanto riguarda le funzionalità e la velocità di navigazione. I server a disposizione degli utenti sono circa 1200 situati in più di 50 nazioni, fra i quali anche alcuni nel nostro paese, con velocità di download sempre sopra la media.
Se avete in mente di utilizzare il protocollo P2P per scaricare file e contenuti multimediali, Surfshark ha realizzato dei server dedicati facilmente raggiungibili tramite l’applicazione per AndroidNonostante il prezzo così basso nemmeno la sicurezza è stata curata in maniera meno maniacale: tutto le connessioni sono infatti crittografate con lo standard AES 256-bit e i dati di navigazione non vengono registrati. Risulta presente anche una comodissima funzione chiamata “Blocco di rete”, che permette di prevenire la perdita di dati in caso di disconnessione dal server durante il download. Per finire, se siete dei maniaci dello streaming, Surfshark funziona alla perfezione anche per aggirare il geoblocking e godervi così i vostri programmi preferiti in palinsesto in altri paesi.

CyberGhost

CyberGhost VPN

Le alternative che vi abbiamo proposto fino a questo momento non vi hanno convinto fino in fondo? Allora dovete assolutamente leggere ciò che abbiamo da dirvi su CyberGhostQuesta è infatti un’ottima VPN per Android che permette di sbloccare tantissime funzionalità altrimenti non disponibili con la connessione tradizionale. Il primo punto forte di CyberGhost è senza dubbio l’anonimato che consente di mantenere durante la navigazione: oltre a mantenere una rigorosa politica di no-log infatti, questo servizio utilizza la più volte citata crittografia AES 256-bit, una vera fortezza in caso di tentativo di furto dei vostri dati.

Seppur leggermente inferiore a NordVPN o a Surfshark la velocità di navigazione è davvero molto buona. Ciò che manca viene compensato in maniera ottima grazie a una serie di server dedicati allo streaming: questi vi consentiranno di accedere a tutti i servizi più famosi, come Netflix o Disney+, grazie anche alla presenza in più di 90 paesi, Italia compresa. Ottimo il piano triennale, che consente di acquistare il pacchetto completo a 78€, ovvero 2€ al mese. Non manca l’applicazione per Android, davvero ben realizzata e funzionale.

Come scegliere una VPN su Android

Il primo punto da prendere in esame per scegliere una VPN su Android è sicuramente il livello di sicurezza offerto dal servizio. Tutti i provider che vi abbiamo presentato in questa guida se la cavano egregiamente su questo fronte, grazie alla crittografia AES e al fatto che non registrano i dati di navigazione. In secondo luogo, soprattutto se scaricate molti file, soprattutto tramite Torrent, è fondamentale che il servizio da voi scelto offra dei server ottimizzati per questo scopo, in maniera tale che la velocità di download sia costante e che non perdiate i dati se la connessione dovesse cadere. Infine, per gli amanti dello streaming, è necessario scegliere una VPN per Android che sia stata appositamente realizzata per questo motivo, così da sbloccare il maggior numero possibile di piattaforme.

VPN gratuite per Android: affidabilità e riferimenti

Solitamente tutte le VPN offrono un periodo di prova gratuito, che vi permette di provare il servizio e decidere poi se acquistare un abbonamento. Anche quelle che vi abbiamo presentato oggi seguono questa logica. Se state cercando una vera VPN gratuita per Android però, sono altri i servizi che vanno presi in considerazione. La prima cosa da sapere è che le VPN gratuite danno la possibilità agli utenti di accedere a dei servizi free limitati in alcune caratteristiche, come per esempio la banda mensile a disposizione. Questo particolare rende le VPN Android gratis perfette per un utilizzo saltuario, ma meno adatte se avete intenzione di scaricare file di grandi dimensioni o utilizzare lo streaming. Non fraintendeteci, le VPN free sono assolutamente affidabili, ma ciò che vi mettono a disposizione è una versione light del servizio a pagamento. Se ritenete che il vostro utilizzo tipico non si discosta molto da ciò che vi abbiamo detto, allora potete prendere in considerazione la possibilità di provare questi servizi:

Come configurare una VPN su Android

Vi state chiedendo come configurare una VPN su Android? A primo impatto potrebbe sembrare una procedura difficile, soprattutto per chi è alle prime armi. Per vostra fortuna non è affatto così. La maggior parte dei provider offre ormai un’applicazione Android per il proprio servizio e l’integrazione all’interno del sistema operativo si è notevolmente semplificata rispetto al passato. Dopo aver scaricato l’applicazione di vostro gradimento infatti, al primo avvio, vi verrà chiesto di dare i permessi al servizio per impostare una connessione VPN. Vi basterà premere il pulsante “OK” e il gioco è fatto. Come avete visto configurare una VPN su Android è davvero un gioco da ragazzi. Se volete sapere anche come installare una VPN sugli altri dispositivi, vi consigliamo di leggere la nostra guida dedicata.

Una VPN è legale?

Questo è un tema da sempre molto dibattuto fra gli utenti e che spesso non trova una risposta precisa a meno che non si conosca a fondo l’argomento. Nella maggior parte dei paesi del mondo utilizzare una VPN  non è affatto illegale e sono pochissime le nazioni che hanno dichiarato tale pratica parzialmente o totalmente fuori legge. Fra questi sono compresi Cina, Russia, Emirati Arabi Uniti, Iraq, Turchia, Bielorussia, Oman e Iran. In Italia e in Europa non ci sono limiti particolari all’utilizzo delle VPN. Ciò che potrebbe creare problemi è il tipo di usa che ne andrete a fare. Scaricare file tutelati dalla legge sui diritti d’autore per esempio, è un reato. Allo stesso modo, in alcuni casi, aggirare il geoblocking non viene visto di buon occhio dai fornitori dei servizi, che potrebbero limitare o eliminare il tuo account. Ad ogni modo, per rispondere alla domanda che ha aperto questo paragrafo, una VPN è legale a meno che l’utilizzo fattone non vada a infrangere altre leggi. In questo caso potreste passare dei guai seri.

…e per Netflix?

Stabilire quale sia la migliore VPN per Netflix su Android non è affatto semplice. Sono tantissimi infatti i servizi che offrono server dedicati allo streaming e che permettono di accedere al catalogo estero del gigante dell’intrattenimento. Le caratteristiche che non devono assolutamente mancare alla Virtual Private Network sono la stabilità della connessione e la velocità di rete. Senza questi due capisaldi infatti, potreste incorrere in frequenti fenomeni di buffering, che andrebbero a rovinare l’esperienza di utilizzo. Dopo un’attenta riflessione siamo arrivati alla conclusione che la migliore VPN per Netflix su Android è senza ombra di dubbio ExpressVPN. Questo provider permette infatti di accedere al catalogo di ben 19 paesi, mantenendo sempre un’ottima velocità e permettendo lo streaming in full HD o in 4K.

Riepilogo e conclusioni

Ora che siamo arrivati al termine di questa guida dedicata alle migliori VPN per Android, siamo sicuri che sarete molto più sereni riguardo all’utilizzo delle stesse sul vostro smartphone. Come vi abbiamo spiegato, l’attivazione di una Virtual Private Network è davvero molto semplice e richiede soltanto pochi clic. Inoltre, con le informazioni che vi abbiamo dato, sarete perfettamente in grado di scegliere il servizio che più si adatta al vostro utilizzo tipico. Tutto ciò che vi rimane da fare quindi è fare clic su uno dei link che vi abbiamo lasciato e godervi la navigazione in totale libertà e sicurezza. 

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Difendi la tua privacy online

Sono tante le fonti che raccolgono i dati degli utenti: smartphone, pc e assistenti da salotto; browser, email, social network, applicazioni di messaggistica. Ci sono però alcune accortezze che, se l’utente lo volesse, possono essere prese per limitare fortemente la quantità di dati che vengono inviati a terzi, appoggiandosi, per esempio, a servizi che non li raccolgono.

Usare DuckDuckGo come motore di ricerca

Il primo passo è quello di usare DuckDuckGo come motore di ricerca predefinito sia su desktop sia su smartphone. Sebbene il nome possa far sorridere, si tratta di una valida alternativa ai nomi più blasonati, fra cui Google e Bing. DuckDuckGo non raccoglie dati per l’utente: sebbene si sostenga anche tramite la pubblicità, gli spazi vengono venduti agli inserzionisti in base alla chiave di ricerca e non profilando i suoi utenti.

A novembre 2020 la società ha stimato che circa 80 milioni di persone nel mondo usano il suo servizio. È disponibile anche come browser su iOS e Android.

Per la navigazione superflua usare Firefox Focus

Firefox Focus è un browser molto semplice, disponibile per Android e iOS. Blocca automaticamente tutti gli elementi traccianti e una volta completata la navigazione, è sufficiente toccare la notifica per cancellare tutti i dati di navigazione. Ciò significa che vengono cancellati anche i cookie: per accedere nuovamente a un servizio o a una piattaforma, bisogna inserire nuovamente i dati d’accesso alla sessione di navigazione successiva. È possibile sbloccare i siti più visitati in modo da permettere la visualizzazione delle pubblicità.

Per accordi commerciali, il motore di ricerca predefinito di Firefox Focus è Google: si può impostare DuckDuckGo tramite le impostazioni.

Installare l’estensione Privacy Badger sul browser

L’Electronic Frontier Foundation è un’organizzazione internazionale non profit attiva nella tutela dei diritti digitali. Ha sviluppato un’estensione per Chrome, Firefox (anche su smartphone Android) e Opera: Privacy Badger. Tale estensione analizza i vari componenti di una pagina web e blocca quelli di terze parti che tracciano l’utente: non blocca tutte le pubblicità poiché, com’è spiegato sul sito ufficiale, non è il suo scopo. Privacy Badger serve a “prevenire invasioni non consensuali della privacy delle persone“.

Configurare le impostazioni per la privacy sui social network

Il modo migliore per far sì che i social network non raccolgano dati è non iscriversi. Tale constatazione, piuttosto ovvia, si scontra però con la realtà dei fatti: evitare del tutto i social network non è sempre fattibile né utile per motivo sia personali sia professionali. In tal caso, l’utente deve configurare a dovere le impostazioni della privacy di FacebookTwitterLinkedIn  ed  Instagram, per esempio, in modo che la raccolta dei dati sia perlomeno limitata a ciò che l’utente ha effettivamente scelto di condividere.

Difendi la tua privacy online

Da tali impostazioni può essere impostato chi può vedere i contenuti, per esempio, oppure la personalizzazione degli annunci che le piattaforme propongono. Tali annunci sono basati sull’attività dell’utente e tengono conto anche della navigazione web al di fuori del social network.

Bisogna poi considerare un uso accorto di queste piattaforme: limitare, per esempio, la pubblicazione di foto e video personali, specialmente se coinvolgono anche minorenni ed evitare se possibile l’uso della localizzazione.

Installare su smartphone e tablet solo le app davvero necessarie

La semplicità d’uso dei negozi digitali, come l’App Store di iOS e il Play Store di Android, hanno spinto tante persone a installare molte app solo per provarle. Tante di queste, però, richiedono la registrazione di un nuovo account e finché sono installate hanno accesso a varie sezioni del dispositivo, come la fotocamera, il microfono o la galleria di foto. L’ideale sarebbe installare le applicazioni mobile soltanto quando sono realmente necessarie.

In molti casi, inoltre, le versioni web sono più che sufficienti per avere un’esperienza completa. Il vantaggio, in questo caso, è il servizio non avrà accesso a molti dati che l’app nativa invece richiede. Basta navigare sul sito mobile per poter, per esempio, ordinare un pranzo oppure acquistare un prodotto online: l’interfaccia è spesso molto simile, se non identica, a quella dell’applicazione da scaricare.

Usare Signal per i messaggi

Signal è sicuramente l’applicazione di riferimento quando si parla di un servizio di messaggistica che rispetta la privacy. Ciò per un motivo semplice: non raccoglie dati. Ogni conversazione è crittografata end-to-end, il che significa che nessuno, nemmeno Signal stesso, può avere accesso alle chat.

I download di Signal sono drasticamente cresciuti dopo un tweet di Musk e le critiche a Facebook e WhatsApp

Nel 2016, per esempio, le autorità chiesero a Open Whisper Systems, la società dietro a Signal, le informazioni degli account associati a due numeri di telefono (sebbene solo uno dei due fosse effettivamente legato a un account Signal): la società rispose, ma non riuscì a fornire alcun dato poiché non aveva le informazioni che le autorità stavano cercando (come metodi di pagamento e indirizzo email). Tutto ciò che la società riuscì a fornire furono la data e l’ora dell’ultimo accesso e la data di creazione dell’account.

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Cavi pc, Connettori e Porte

I cavi del computer sono davvero tanti, con standard diversi, acronimi e termini spesso simili e spesso difficili da distinguere.Possiamo aver bisogno di un cavo USB tipo A, tipo B o tipo C, un cavo SATA oppure uno di quelli più recenti, DisplayPort o Thunderbolt.

Per distinguere i tipi di cavi di cui si può avere bisogno, vediamo in questa guida quali sono i principali, quali sono le differenze tra i cavi e le numerose porte o prese che un PC può avere.

Cavi USB

cavi USB sono ormai lo standard per collegare qualsiasi periferica portatile al computer.

È possibile utilizzare cavi USB per attaccare al computer i drive esterni, le penne e le chiavette usb, i lettori multimediali portatili, i modem internet, le fotocamere digitali e i telefonini cellulari.

Alle porte USB del computer si attaccano poi anche i normali accessori come mouse, tastiere, webcam, microfoni, stampanti, scanner ed anche alcune tipologie di altoparlanti.

Il cavo USB serve, in generale, a trasferire dati dalla periferica al computer o viceversa oppure anche tra due computer.

Le differenze tra le versioni dei cavi e porte USB, dalla più vecchia alla più recente, sono legate alla velocità del trasferimento dati e sono tutti compatibili con la versione precedente.

– USB 1.0 può trasmettere dati a velocità fino a 1,5 MB/s.

– USB 2.0 può trasmettere dati a velocità fino a 60 MB/s.

– USB 3.0 può trasmettere dati a velocità fino a 625 MB/s.

– USB 3.1 può trasmettere dati a velocità fino a 1,25 GB/s, il più comune oggi.

– USB 3.2 può trasmettere dati a velocità fino a 2,5 GB/s, ma solo quando si utilizza una connessione USB-C.

– USB 4.x è una specifica futura che trasmetterà i dati a velocità fino a 5 GB/s, solo con connessione USB-C.

Uscirà nel 2019 e sarà compatibile solo con USB 3.2 e USB 2.0.

Ci sono anche diverse forme per i cavi e le porte USB:

– Il tipo A supporta USB 1.0, USB 2.0, USB 3.0, USB 3.1.

– Il tipo B supporta USB 1.0, USB 2.0, USB 3.0, USB 3.1.

– Il tipo C (cioè USB-C ) supporta USB 3.1, USB 3.2, USB 4.x.

– Mini-USB supporta USB 2.0.

– Micro-USB supporta USB 2.0.

Il connettore USB-A è quello rettangolare grosso presente almeno da un lato in quasi tutti i cavi USB del computer, l’entrata delle porte USB standard.

L’altra estremità del cavo USB può essere la USB-B, il connettore quadrato comunemente utilizzato con stampanti, dischi rigidi esterni, dispositivi più grandi o connettori più piccoli che possiamo chiamare mini USB e Micro-USB, che sono comunemente usati con dispositivi portatili, come lettori multimediali, fotocamere digitali e telefoni cellulari.

USB-C è nettamente il connettore USB più comodo, visto che si può inserire in qualsiasi verso.

Importanti sono anche le prolunghe dei cavi USB, quelli che hanno il maschio da una parte e la femmina dall’altra.

Ci sono pure altri cavi USB (personalmente mai usati) che hanno la presa USB standard da un lato mentre dall’altro c’è un collegamento ad un’altra porta come la Ethernet (presa di rete) oppure il jack audio.

Se si compra un adattatore da un tipo USB a un altro, la velocità di trasferimento dei dati sarà limitata dalla connessione più lenta.

Cavi e connettori audio

Quando si parla di audio ci si può sbizzarrire perchè ci sono tantissimi tipi di cavi e soprattutto di convertitori che poi alla fine si riconducono tutti a due tipologie: 3.5 mm (1/8″) e 6.3 mm (1/4″).

jack audio

Il cavo più comune è il mini jack audio standard per le cuffie, altrimenti noto come connettore TRS o semplicemente cavo audio.

Praticamente tutti i computer, fissi o portatili, utilizzano la presa audio da 3,5 mm.

La maggior parte degli altoparlanti e dei microfoni sono in grado di connettersi al computer con questi cavi audio.

La porta microfono del computer è di solito rosa mentre quella degli altoparlanti, dove si inserisce il cavo audio stereo, è di colore verde.

cavo audio

Alcuni computer hanno ulteriori prese audio TSR che sono di colore nero, grigio e oro e significano, rispettivamente, altoparlanti anteriori, posteriori e centrale / subwoofer.

Sono i pc la cui scheda audio supporta impianti 5.1.

Una varietà del connettore TSR è quello più grande 6,3mm (1/4″) che è quello più grosso, utilizzato in apparecchiature di registrazione audio professionale, per amplificatori o microfoni (anche quelli ad karaoke) il quale può essere collegato ad un computer utilizzando un convertitore da 1/4″ a 1/8″.

audio digitale

– Negli ultimi anni tutti le televisioni, i lettori dvd e gli stereo hanno anche la presa audio ottica digitale.

Per ascoltare la musica oppure se si vuole vedere un film in DVD al pc, con audio ad alta qualità, si deve collegare il computer ad un lettore DVD, uno stereo o un impianto Home Teather Doby Surround con il connettore detto TOSLINK (o S/PDIF) connettore.

Questi sono cavi in fibra ottica e possono quindi trasmettere l’audio digitale attraverso la luce.

Alcuni portatili e apparecchiature audio hanno una presa mini-jack TOSLINK che si può utilizzare tramite un convertitore per la connessione ad una porta TOSLINK (Toshiba Link) standard.

Cavi video

– Il connettore video più antico dei monitor dei computer e i televisori ad alta definizione è il cavo VGA.

cavi vga

Un connettore VGA standard è quello da 15-pin ed è quello tipico e classico con cui si collegano i monitor ai computer.

Il cavo VGA si può anche usare per collegare il portatile a un televisore (quelli nuovi hanno tutti questa porta) o a un proiettore.

I convertitori consentono di connettere il monitor VGA ai computer più recenti che hanno solo l’uscita HDMI o DVI.

Una variante più piccola del VGA è il mini-VGA, presente su alcuni computer portatili vecchi.

Anche qui serve un convertitore per collegare un qualsiasi monitor VGA standard a una porta mini-VGA del computer portatile.

Il cavo VGA è un cavo di segnale video analogico,oggi superato dai cavi video digitali.

Ancora oggi, però, la porta VGA è presente sulla maggior parte delle schede video e monitor.

porta DVI

– La porta DVI è stata la concorrente della porta VGA, con segnale digitale.

Le connessioni DVI sono disponibili in tre tipi:

DVI-A può trasmettere segnali analogici, consentendo di retrocompatibilità con VGA (utile per monitor CRT e vecchi monitor LCD).

DVI-D può trasmettere segnali digitali più recenti.

DVI-I capace di inviare segnale analogico e digitale.

In alcuni casi, potrebbe essere necessario un cavo convertitore VGA-DVI o DVI-VGA.

DVI oggi in disuso, essendo stato sostituito da più moderni tipi di cavi come HDMI, DisplayPort e Thunderbolt.

La nuova generazione di laptop ultrapiatti come il MacBook Air ha dovuto fare delle varianti di questa presa con delle versioni rimpicciolite chiamate Mini-DVI e Micro-DVI.

Un cavo DVI dispone di 29 pin, anche se alcuni connettori possono avere meno pin a seconda della loro configurazione.

Il segnale video DVI è compatibile con quello HDMI, quindi, con un semplice convertitore si può fare in modo che un monitor DVI riceva input da un cavo HDMI.

Chiaramente ci sono anche adattatori da DVI a VGAin modo da collegare la nuova scheda grafica a un vecchio monitor che supporta solo la modalità VGA.

Cavi audio e video insieme

hdmi

– Cavi HDMI (High-Definition Multimedia Interface)

HDMI è lo standard per la trasmissione audio e video ad alta qualità attraverso un unico cavo.

Gli HDMI supportano una risoluzione massima di 4096 × 2160p (è solo HD 1920 × 1200) con un massimo di 8 canali di audio digitale e sono utilizzati per il collegamento di lettori Blu-Ray a un TV full HD.

Alcuni cavi HDMI possono essere lunghi fino a 5 metri e, quelli di qualità più alta, fino a 15 metri di lunghezza che può anche essere aumentata con degli amplificatori.

Le connessioni HDMI sono disponibili in cinque tipi:

– Il tipo A è il più popolare, con 19 piedini sulla testa maschio, compatibile con connessioni DVI-D a collegamento singolo.

– Il tipo B, più grande del tipo A, con 29 pin sul lato maschio, compatibile con le connessioni DVI-D dual-link, sono piuttosto rari da trovare.

– Tipo C (Mini HDMI) è un connettore a 19 pin spesso utilizzato con dispositivi portatili, come videocamere e fotocamere digitali.

– Tipo D (Micro HDMI) ha anche 19 pin e sembra simile un cavo Micro-USB, a volte incluso in smartphone e tablet.

– Il tipo E è molto più grande con un meccanismo di blocco, utilizzato principalmente per applicazioni automobilistiche.

HDMI è compatibile con la presa DVI tramite un convertitore che consente di guardare video su un dispositivo DVI usando il cavo HDMI anche se, in questo caso, ci vorrà un altro cavo per l’audio.

– DisplayPort

Display Port è un’interfaccia multimediale che trasmette segnali video e audio insieme, progettata per sostituire VGA e DVI, utilizzato principalmente per collegare computer ai monitor.

display port

Essi supportano una alta risoluzione video e fino a 8 canali di audio digitale.

Le tipologie di cavi e porte DisplaYPort sono:

RBR (bit rate ridotto): fino a 810 MB/s.

HBR (High Bit Rate): fino a 1.350 MB/s.

HBR2 (High Bit Rate 2): fino a 2.700 MB/s.

HBR3 (High Bit Rate 3): fino a 4.050 MB/s.

DisplayPort è compatibile con HDMI e USB tramite adattatori.

C’è anche la Mini DisplayPort, che è stato utilizzato principalmente nei dispositivi Apple precedenti rilasciati prima del 2011.

– Thunderbolt

I cavi Thunderbolt sono utilizzati principalmente dalla Apple per collegare i suoi dispositivi al computer.

I cavi Thunderbolt 1 e Thunderbolt 2 utilizzano lo stesso connettore del Mini DisplayPort e sono compatibili con le connessioni Mini DisplayPort.

I cavi Thunderbolt 3 utilizzano lo stesso connettore dell’USB-C e tutte le connessioni Thunderbolt 3 sono compatibili con le connessioni USB-C.

Cavi per collegare le unità disco (Hard disk o SSD)

esata

Mentre i cavi SATA sono usati internamente per collegare il disco rigido alla scheda madre del computer e quindi non si vedono, i  cavi eSATA sono progettati per gli hard disk esterni o dischi rigidi portatili, e può trasferire dati più velocemente rispetto al collegamento USB o FireWire.

Tuttavia, il cavo eSATA non trasmette energia come invece fa l’USB e quindi non riesce ad alimentare un disco rigido esterno portatile che non ha alimentatore autonomo.

Un cavo SATA standard può essere riconosciuto da due connettori, ciascuno con 7 pin e una tacca vuota.

– Il cavo IDE era usato prima dei cavi SATA per collegare i dischi alla scheda madre del computer.

Si presenta come un cavo largo che sembra un nastro, da 40 pin.

Cavi di rete

telefono

Tra i cavi di rete nominiamo il vecchio cavo del telefono RJ11, ancora usato in tutto il mondo per la connessione a Internet tramite modem, composto da 4 fili, con un connettore da quattro pin.

ethernet

Il cavo di rete universale invece si chiama cavo Ethernet che è lo standard per il networking cablato di tutto il mondo.

Il cavo Ethernet, altrimenti noto come RJ45, si basa su un doppino Cat5 ed è composto da 8 fili singoli.

Il connettore Ethernet ha 8 pin ed è molto simile ad una spina del telefono, più spessa e più ampia.

Altri Cavi

– Firewire o IEEE 1394 o anche noto con i nomi i.LINK e Lynx, è una alternativa alla presa USB e viene comunemente utilizzato per il collegamento di videocamere digitali e hard disk esterni ad un computer.

firewire

I cavi Firewire si possono anche usare per connettere pc in rete, senza un router ma personalmente non ci sono mai riuscito quando ho provato.

Il cavo FireWire è tipicamente da 6 pin nel relativo connettore, anche se c’è pure quello a 4 pin.

S-Video

– Cavi S-Video o Super Video sono quelli usati per il trasporto di dati analogici e sono usati per collegare lettori DVD, videocamere e vecchie console video al televisore.

I cavi S-Video sono molto utili a collegare i portatili ai televisori più vecchi, quelli senza presa VGA.

C’è la possibilità che il televisore supporti S-Video pur non avendo la presa per attaccarci il cavo.

In questi casi, ci vuole un convertitore Scart che abbia questa porta.

Gli standard dei connettori S-Video sono di forma rotonda e possono avere un numero variabile di pin, tra i 4 e i 9.

– RCA

RCA

I cavi connettori RCA sono rappresentati da un gruppo di 2 o 3 fili, che comprendono quasi sempre il video composito (colore giallo) e, sempre, i cavi audio stereo (rosso per il canale destro e bianco o nero per il canale audio sinistro).

A volte in questo fascio di cavi possono essercene altri per ulteriori canali audio e / o video.

Tra quelli video ci può essere il Video Component (video a componenti) che offre una migliore immagine rispetto al composito perché il segnale video viene suddiviso in diversi segnali, mentre, nel caso dei compositi, tutto viene trasferito mediante l’unica spina gialla.

I cavi RCA sono di solito utilizzati per collegare il lettore DVD, gli altoparlanti stereo, la fotocamera digitale e altri apparecchi audio / video al televisore.

È possibile attaccare un cavo RCA al computer tramite una scheda di acquisizione video cosi da poter trasferire video registrato da una videocamera analogica, nel vecchio hard disk del computer.

– Cavo Molex

Il Cavo Molex ha una presa di plastica con 4 buchi e sembra una spina.

Si tratta di un cavo interno al computer che dà energia a componenti interni come le luci LED interne o le ventole.

Salto il cavo Seriale che ormai non si usa più tranne in rari casi di hacking.

I cavi collegabili a un computer sono strettamente collegati ai cavi che si utilizzano per una televisione e infatti abbiamo visto in un altro articolo tutte le possibilità per collegare un pc portatile al televisore

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Formazione, Software

Fattura Elettronica: le novità dal 1 gennaio 2021

Il tutto ha inizio il 1 gennaio 2021 a seguito di un provvedimento diramato inizialmente nel febbraio 2020 e quindi modificato nel successivo mese di aprile. Le novità sono essenzialmente di tipo contabile, ma incidono sul tracciato XML finale e pertanto influiscono sulla natura digitale della fattura elettronica emessa: solo le fatture con la corretta codifica potranno essere accettate e gestite nel sistema di interscambio, dunque occorre immediatamente adeguarsi – in modo particolare per le fatture che ricadono nelle casistiche previste dall’Agenzia delle Entrate.

FATTURA ELETTRONICA: La consultazione per i privati

In particolare“, recita il documento ufficiale diramato dall’Agenzia delle Entrate, “recependo anche le istanze degli operatori e delle associazioni di categoria, sono stati modificati gli schemi e sono stati inseriti nuovi controlli per rendere più puntuali le codifiche “TipoDocumento” e “Natura” rispetto alla normativa fiscale“. Sebbene il nuovo tracciato sia obbligatorio a partire dal nuovo anno, il tutto era già utilizzabile fin dal mese di ottobre e pertanto ci sono stati tre mesi per adeguare il sistema all’interno di un trimestre di allineamento nel quale il Sistema di Interscambio già era predisposto all’accettazione del nuovo formato.

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Formazione

Come navigare veloci e senza filtri: i super DNS

Nella normale navigazione internet di tutti i giorni, può capitare che un sito funzionante nei giorni precedenti, non sia più raggiungibile. A meno che il sito in questione non abbia gravi problemi tecnici, può essere che questo non sia più raggiungibile in quanto bloccato a livello di DNS. Per i meno esperti, queste parole possono risultare incomprensibili, ma tutto invece si riconduce a un problema facilmente risolvibile in pochissimi minuti e con facili passaggi.

In questo articolo vi spiegheremo, con semplici parole, cosa sono i DNS e quali sono i migliori DNS da impostare sul proprio computer o modem/router, per navigare aggirando i blocchi imposti su alcuni siti.

Cosa sono i DNS?

I DNS sono dei sistemi informatici, che ogni giorno ci permettono facilmente di collegarci a un sito internet, tramite il proprio nome, esempio www.enjoysystem.it, invece di utilizzare, come succedeva in passato, una serie di 4 blocchi di numeri che costituisce l’indirizzo ip di un sito.

Potete capire quindi quanto i Dns hanno reso semplice la navigazione in internet, traducendo per noi un complicato numero da ricordare, in un semplice nome testuale.

DNS o meglio server DNS, sono in grado di effettuare questo tipo di conversione in tempo reale e di dare una risposta a tutti i dispositivi che richiedono l’accesso ad un sito o ad un servizio. L’utilizzo dei server DNS comuni, impostati dal nostro gestore, può essere soggetto a blocchi verso particolari siti, rendendo questi irraggiungibili anche se sono perfettamente operativi e funzionanti.

I DNS di norma vengono forniti dall’operatore di telefonia fissa che hai scelto e “diffusi” a tutti i dispositivi della tua rete tramite il modem/router, ma puoi in qualsiasi momento cambiarli e sfruttare servizi DNS alternativi senza blocchi o filtri ed in grado, in alcuni casi, di velocizzare il caricamento delle pagine Web.

Migliori DNS

Per configurare i server Dns sul nostro modem, router o computer, basta sostituire 2 stringhe di numeri, operazione che vi spiegheremo nel prossimo paragrafo. Prima però dovete conoscere quali sono i migliori DNS da impostare, ovvero:

DNS CloudFlare 

  • DNS Primario 1.1.1.1
  • DNS Secondario 1.0.0.1

DNS Google

  • DNS Primario: 8.8.8.8
  • DNS Secondario: 8.8.4.4

Potete scegliere i Dns di Cloudfare o di Google tranquillamente, per ottenere una connessione senza alcuna limitazione. Sarà sufficiente sostituire il vostro DNS primario e DNS secondario con un gruppo tra questi elencati. Detto questo ora vediamo come cambiare i DNS nei vari modi.

Come cambiare i DNS sul modem/router

Il metodo più efficace per cambiare i DNS per tutti i dispositivi che usi in casa è inserirne di nuovi dal tuo modem o router.

I router proprietari non sempre permettono questo tipo di cambiamento (per una questione di convenienza), ma se utilizzi un router di proprietà a parte puoi sempre fare questo tipo di operazione, ti basta aprire la schermata di configurazione del modem (aprendo il tuo browser e digitando 192.168.1.1 o 192.168.0.1), andare nelle impostazioni di Internet o DHCP e cercare la voce DNS, Server DNS o simili.

modificare dns router proprietario

I server DNS da inserire sono due: Primario e Secondario. Una volta inseriti quelli scelti come alternativa ti basterà confermare per navigare da subito accesso senza alcuna limitazione.

Come cambiare DNS su Windows

Se il tuo router non permette il cambio di DNS o vuoi cambiarli solo per un PC, puoi cambiare DNS in maniera selettiva sul tuo PC con Windows.

Per cambiare i DNS sarà sufficiente cercare nel menu Start, la voce “Pannello di Controllo“, poi cliccare su “Rete e Internet” e successivamente su “Centro connessioni di rete e condivisione” cliccare infine su “Modifica impostazioni scheda“.

modifica impostazioni scheda

Dalla finestra che si aprirà fai clic destro sul tipo di connessione utilizzata e clicca poi su Proprietà.

Nella nuova finestra che vedrai comparire seleziona la voce “Protocollo Internet versione 4 (TCP/IPv4)“, come indicato dalla freccia nell’immagine in basso e poi fai clic sul pulsante Proprietà.

protocollo internet tcp ipv4

Si aprirà la finestra dove configurare manualmente gli indirizzi IP e i DNS del PC. Per sbloccare le voci relative ai DNS ti basterà cliccare su “Utilizza i seguenti indirizzi server DNS“.https://933bdd373d1cdb40d408f884cd0fce2c.safeframe.googlesyndication.com/safeframe/1-0-37/html/container.html

modificare dns

Ora puoi inserire i server DNS scelti nei campi Server DNS preferito e Server DNS alternativo, che non sono altro che Server DNS primario e secondario.

Una volta cliccato su “OK“, il tuo computer utilizzerà i nuovi DNS per navigare.

Come cambiare DNS su macOS

Per cambiare DNS su macOS, cliccate su “Preferenze” e poi scegliete “Rete” o “Network” se avete impostato la lingua inglese.

Impostazioni di rete su macOS

Scegliete a questo punto l’interfaccia di rete che state utilizzando; se usate una connessione senza fili, l’interfaccia probabilmente si chiamerà “Wi-Fi

Interfaccia di rete su macOS

Cliccate ora su “Avanzate” in basso a destra e poi scegliete la scheda “DNS“. Se sono presenti, cancellate i vecchi server DNS impostati con il “-” e scegliete di aggiungerne nuovi usando la “+”. Inserite ora i server DNS che preferite.

Server dns su macOS
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Formazione

Piccoli grandi notebook

Dopo la presentazione e e l’accoglienza en­tusiastica al CES, ora disponibile il Le­novo ThinkPad X1 Fold, che il produttore presenta come primo PC pieghevole al mon­do.
Progettato all’insegna della portabilità e versatilità, ThinkPad X1 Fold è un dispositi­vo compatto e dal design innovativo, con il display pieghevole OLED che offre una sin­gola area di visualizzazione da 13,3″ oppu­re due schermi da 9,6″. L’elaborazione è af­fidata a un Intel Core con tecnologia ibri­da Intel Hybrid, un tipo di processori basa­ti sul packaging Foveros 3D di Intel e idea­to proprio per fattori di forma atipici e ultra­ leggeri.
ThinkPad X1 Fold ha infatti un peso inferiore ad un chilo e fornisce un’autono­mia di 8,5 ore. Le opzioni di connessione so­no aggiornate agli ultimi standard: USB-C, wi-fi 6, Bluetooth 5.1 e 4G/SG opzionale.

Lenovo ThinkPad X1 Nano e Fold: meglio leggerezza e potenza, o il primo  notebook pieghevole? | SmartWorld

Lenovo ha inoltre svelato il nuovo Thin­kPad X1 Nano. Con i suoi poco più di 900 grammi è il ThinkPad più leggero di sempre ed e anche il primo basato sulla piattaforma Intel Evo, potenziato da processori Intel Core di 11a generazione, che permettono di coniugare le prestazioni con la durata della batteria. II display da 13 pollici 2K con un rapporto d’aspetto di 16:10 e abbinato a quattro altoparlanti e altrettanti microfoni a 360 gradi che migliorano la qualità audio sia nell’intrattenimento sia nel­le videoconferenze. L’X1 Nano supporta anche Dolby Vision e Dolby Atmos. An­che qui la connettività e allo stato dell’ar­te, con wi-fi 6 e 5G opzionale.

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Formazione

La battaglia del cloud vale 257 miliardi di dollari. Nel 2022 dovrebbe sfiorare i 362 miliardi

«Cloud wars». Le guerre del cloud. Una battaglia tra i giganti hi-tech Usa: da
Amazon a Microsoft fino a Google. Ma che, da una parte, coinvolge gli stessi colossi cinesi come Alibaba; e, dall’altra, vede il tentativo dell’Europa di uscire dall’angolo.

La posta in palio è alta. Secondo Statista la il cloud computing “nuvola informatica” nel 2020 vale oltre 257 miliardi di dollari. Nel 2022, dovrebbe accelerare fino a 362 miliardi. Insomma: è corsa al cloud computing.
Il passaggio, quindi, diventa fondamentale. Anche perché, e qui è l’essenzialità della nuvola informatica, il business aziendale è sempre di più esternalizzato, perché le imprese vogliono tagliare i costi e non gestire in casa attività troppo complesse.

l’importanza dei data center

Sono fortezze inespugnabili, protette da muri di cemento armato e sistemi di sicurezza di ogni genere. Luoghi che gestiscono miliardi di informazioni, archivi digitali immensi a cui ogni giorno ci colleghiamo.
Di centri così, in giro per il mondo, ce ne sono migliaia. Interconnessi tra loro devono gestire le tonnellate di bit che ogni strumento digitale sforna ogni secondo: documenti, email, foto, video, siti, blog, messaggi, post su facebook, tweet, informazioni prodotte da computer, smartphone, tablet, sensori, bancomat, carte di credito, automobili, oggetti connessi alla rete.

Ogni 24 ore, in tutto il mondo, i cittadini della web generation producono 2,5 miliardi di gigabyte di dati digitali. Se venissero copiati su dischi dvd, se ne formerebbe una pila alta dalla terra alla luna. Tutti i giorni!

Per questo i colossi tecnologici se le suonano di santa ragione per conquistare fette di mercato sempre più grandi. Un esempio. Per dare l’idea del volume di questo mercato basti pensare che nell’era del Covid19 il sito numero uno di vendite online dell’Indonesia, Tokopedia, in un solo giorno ha registrato più vendite di quante ne abbia fatte nei suoi primi sei anni di attività. Per riuscirci ha dovuto appoggiarsi ai server di Google Alibaba.

Alibaba, azionista di Tokopedia, ha due data center in Indonesia, ma da sola non bastava, e seppure sia cinese ha dovuto dividere l’impresa con gli americani di Google che in Indonesia sono concorrenti sempre più temibili.

«Molti di questi sono mercati sono composti da centinaia di migliaia di piccole e medie aziende che non possono più rinunciare alle nuove tecnologie», ha affermato Neel Laungani, responsabile degli investimenti tecnologici per l’area asiatio-pacifica di Deutsche Bank.

Leggi anche Enjoy Cloud: la nostra offerta nel Cloud Computing

La nuvola europea? Un temporale

In Europa lo strapotere delle aziende americane è ancora una realtà nonostante si sia tentata la via di un consorzio a guida tedesca, il programma Gaia-X, poi rimasto soltanto teutonico grazie a un accordo tra Sap, Deutsche Telekom e Deutsche Bank. Come dar loro torto, le decisioni comunitarie sono troppo lunghe. Così nel vecchio continente il mercato vale circa 70 miliardi di dollari, così ripartiti: 15 in Germania, 12 in Francia e soltanto 2,2 soltanto in Italia. Nel febbraio 2019 il progetto Open Clouds for Research Environments, finanziato dall’UE, propose una gara per ampliare l’utilizzo di queste tecnologie, ma oltre ai tedeschi soltanto i francesi si preoccuparono dei risvolti di sicurezza causati dall’affidarsi esclusivamente agli specialisti americani. L’idea della Commissione guidata da Ursula von der Leyen sarebbe di creare una sorta di server dell’Unione Europea per evitare che tutti i nostri dati siano di fatto in mano ad Amazon, Apple, Facebook, Google, Microsoft, Netflix eccetera.

Oggi anche in Italia oltre la metà delle aziende che possono usare Cloud *(alcuni comparti come la Difesa e l’Aerospazio hanno regole differenti e devono mantenere i dati in casa) ne fanno ricorso anche in modalità cosiddetta ibrida, ovvero mantenendo parte delle informazioni fisicamente presso le sedi e altre su Cloud pubblici. I francesi non digeriscono Gaia-X perché già nel 2011 crearono, fallendo per mancanza di accordi tra le parti, il progetto Andromède e lo fecero utilizzando risorse pubbliche e private ma rigorosamente nazionali. Quindi non dimostrano fiducia nella possibilità di riuscirci delegando i tedeschi alla guida di un sistema strategico. La Russia, come per il settore Difesa tenta di infilarsi tra il dominio Usa e quello cinese, ma non per vendere tecnologia, soprattutto per dare sicurezza e autonomia cibernetica ai suoi cittadini dimostrando di non avere bisogno di nessuno.

Il motivo delle preoccupazioni di tutti per la gestione americana del Cloud sta nel fatto che questi sarebbero fisicamente su server localizzati in Europa, ma pur sempre gestiti da società americane che applicano leggi sulla privacy differenti da quelle europee. In tempi di guerre technologiche Usa-Cina, queste nuvole hanno quindi un’importanza enorme.

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