Se non usiamo un gestore di password online, come LastPass, oppure non utilizziamo il Gestore delle password di Google, che le archivia automaticamente, potremmo trovarci in situazioni problematiche.
E su Windows?
La situazione più comune è quella di un computer Windows protetto da una password locale invece di un PIN collegato all’account Microsoft. Tuttavia, specialmente sui computer meno recenti, potrebbe essere necessario resettare la password direttamente dal BIOS, se ci si dimentica quella locale. Anche se potrebbe sembrare complicato, esistono strumenti online e alcuni di essi offrono versioni di prova per testarne l’efficacia.
PassFab 4Winkey: La Soluzione per il Recupero delle Password di Windows
Se hai mai dimenticato la password per accedere al tuo computer con sistema operativo Windows, sai quanto possa essere stressante. Fortunatamente, esiste una soluzione affidabile e potente per risolvere questo problema: PassFab 4Winkey.
Recupero delle Password di Windows
Perdere o dimenticare la password di Windows può sembrare un incubo, ma con PassFab 4Winkey, puoi risolvere rapidamente questo problema. Questa potente utility è progettata per aiutarti a recuperare o reimpostare quella di accesso al tuo sistema operativo Windows.
Facile da Usare
La semplicità d’uso è una delle caratteristiche distintive di PassFab 4Winkey. Anche se non sei un esperto tecnico, sarai in grado di utilizzare questo software senza problemi. Il processo di recupero è guidato da un’interfaccia intuitiva che ti porta passo dopo passo attraverso il processo.
Una guida all’utilizzo
Abbiamo effettuato un test di PassFab 4Winkey. Inizialmente, abbiamo utilizzato la versione di prova e successivamente abbiamo optato per quella commerciale al costo di 20 euro. Il meccanismo è sorprendentemente diretto e veloce: dopo aver installato il software su un altro computer (che può anche essere un Mac), abbiamo collegato una chiavetta USB e seguito le istruzioni del software per creare un’unità Flash di ripristino. Quest’ultima sarebbe stata inserita nel computer del quale avevamo dimenticato la password, accedendo al menu delle impostazioni del BIOS.
A seconda del modello del computer in uso, l’accesso al BIOS potrebbe richiedere la pressione di tasti come Canc, F2 o F12. Comunque, è relativamente semplice identificare la combinazione giusta per il nostro PC mediante un rapido ricorso a un motore di ricerca. Una volta giunti a questo punto, abbiamo modificato l’ordine di avvio, collocando la chiavetta USB in prima posizione, e successivamente riavviato il computer. Dall’apertura della finestra che si sarebbe presentata, avremmo avuto la possibilità di reimpostare la password dell’amministratore locale di Windows, la password dell’ospite o addirittura quella di Microsoft. Una volta completate queste operazioni, avremmo rimosso la chiavetta USB e riavviato il PC.
Altre soluzioni?
Non va tuttavia dimenticato che un tool per il recupero delle password è disponibile gratuitamente da almeno dieci anni: ci riferiamo a Ophcrack, un software open source. Tuttavia, va notato che Ophcrack funziona solamente con versioni di Windows fino alla 7 e recupera le password tramite gli hash LM e NTLM, sfruttando le Rainbow Tables. È importante notare che il software raggiunge buoni risultati proprio perché i sistemi di codifica utilizzati da Microsoft non impiegano il “salting,” una tecnica impiegata, invece, da sistemi operativi come Linux e Mac, che li rende notevolmente più resistenti agli attacchi di forza bruta.
Già in passato abbiamo parlato del recupero password in questo articolo!
L’app per la comunicazione di Microsoft, Skype, si aggiorna e introduce una traduzione automatica dei testi e del parlato. Scopriamo come attivare questa funzione
Negli ultimi anni le piattaforme per la comunicazione si sono evolute enormemente, in particolare Teams, sulla quale Microsoft sta puntando moltissimo aggiornandola molto frequentemente con funzionalità basate sull’Intelligenza Artificiale. Parallelamente il colosso di Redmond non ha abbandonato lo sviluppo di un’altra soluzione di comunicazione che, pur avendo molti anni sulle spalle, è ancora apprezzata: Skype.
È perfettamente integrata in Windows ed è comoda soprattutto per gli utenti domestici, che non necessitano delle funzionalità evolute di Microsoft Teams. L’ultima novità introdotta in Skype è la traduzione automatica di messaggi di testo ma anche dell’audio.
Traduzione simultanea
Skype Translator è la nuova funzione integrata in Skype che semplifica la comunicazione fra persone che parlano differenti lingue. È infatti in grado di tradurre in tempo reale testi e audio. Per quanto riguarda la traduzione di testi, supporta 60 lingue, mentre il traduttore vocale è in grado di riconoscere altrettante lingue. Tuttavia, fornirà un output solo per 11 differenti idiomi, fra cui italiano, inglese, spagnolo, francese, tedesco, cinese (mandarino), portoghese (Brasile), arabo e russo.
Microsoft in ogni caso sta aggiornando di frequente gli idiomi supportati. Basti pensare che al lancio della funzione erano 45, ma se ne aggiungono altri 15. La funzionalità di traduzione è disponibile sia su desktop sia sull’app mobile, oltre che su Xbox e i dispositivi indossabili.
All’opera
Utilizzarla è semplicissimo e non richiede l’installazione di plug-in o altro: basta assicurarsi di avere installato l’ultima versione di Skype (disponibile qui o nello store di Microsoft) e attivarla dalle opzioni. A tal proposito, abbiamo realizzato una breve guida passo passo qui in basso. Una volta attivata, i messaggi di testo saranno automaticamente tradotti e sarà possibile visualizzare in ogni istante il testo iniziale facendo clic sulla scritta Mostra originale che appare sotto ogni messaggio. Per quanto riguarda l’audio, invece, si potranno scegliere due voci, una maschile e una femminile, e le conversazioni si tradurranno istantaneamente, con un piccolo ritardo che è più che accettabile.
Le traduzioni non sono perfette, soprattutto nel caso dell’audio, ma sono di buona qualità e possono consentire a due persone che non parlano una lingua comune di intrattenere una conversazione e capirsi senza problemi. Certo, la qualità della pronuncia fa la sua differenza, ma sarà possibile migliorare il riconoscimento attivando la funzione Contributo di clip vocali, nelle Impostazioni, sotto la voce Privacy. Facendolo, verranno inviate a Microsoft delle nostre clip vocali, che contribuiranno a migliorare il riconoscimento vocale e il servizio stesso. Va detto che non è obbligatorio farlo e se abbiamo particolari esigenze di privacy è meglio tenerla disabilitata.
Questo perché con Contributo di clip vocali verranno inviati ai server di Microsoft spezzoni delle nostre conversazioni, che saranno a disposizione del team dell’azienda, che avrà quindi modo di ascoltarle. Disabilitandola, l’audio verrà cancellato automaticamente alla fine di ogni chiamata.
Traduzioni vocali con la tua voce
Abbiamo detto che sono disponibili solamente due voci, una maschile e una femminile, per le traduzioni vocali in italiano. In realtà c’è una terza opzione. Mettendo la spunta, sempre da Impostazioni > Privacy, alla voce Truvoice AI, Skype utilizzerà la nostra voce per fornire la traduzione a chi sta dall’altra parte della “cornetta”. Il suo funzionamento è semplice: una volta attivata, Microsoft inizierà a raccogliere campioni della nostra voce a intervalli di alcuni secondi.
Questi serviranno per generare una firma vocale, sulla base della quale verrà generato l’audio. Valgono anche in questo caso le considerazioni che abbiamo fatto in precedenza sulla privacy e se trattiamo informazioni importanti e riservate, per esempio per le comunicazioni di lavoro, è saggio disabilitarla. Questo anche perché in alcuni Paesi la firma vocale è a tutti gli effetti considerata un dato biometrico, alla pari di impronte digitali e scansione del viso.
Trascrizioni: la funzione “segreta” di Word
A volte può capitare di dover sbobinare un’intervista, magari fatta in inglese, per doverla poi mettere su un documento di testo da utilizzare successivamente. Un lavoro lungo e laborioso, ma che è possibile velocizzare enormemente usando semplicemente la versione online di Word. Apriamo un documento Word dal sito www.office.com e clicchiamo sull’icona a forma di microfono. Selezioniamo la voce Trascrivi e carichiamo il nostro file audio.
Vanno bene anche i filmati, anche se il loro caricamento sarà un po’ più lungo rispetto a quello delle semplici clip. Non ci resta che attendere qualche minuto, il tempo impiegato dai server di Microsoft per elaborare il file che abbiamo caricato per poi ritrovarci la trascrizione già pronta sul documento aperto. Non sarà perfetta, ma è un’ottima base di partenza.
Aspetto gradevole e grandi benefici: l’Ergo K860 di Logitech è un modello ergonomico wireless con impostazione split che soddisfa le esigenze di chi è costretto a digitare a lungo.
Quella delle tastiere ergonomiche è una nicchia di mercato che sopravvive da decenni. Chi si trova a dover scrivere a lungo, infatti, si accorge spesso di come l’impostazione tradizionale delle tastiere offra vantaggi da molti punti di vista. Ma certamente non è ideale se si analizza l’ergonomia generale e, più nello specifico, la postura delle mani, dei polsi e degli avambracci.
Gli angoli a cui si è costretti, infatti, sono innaturali e causano un affaticamento delle articolazioni, che ha ricadute negative più ampie sulla salute. Naturalmente, l’impatto di questi difetti dipende dall’intensità dell’uso della tastiera. Chi scrive a lungo, per molte ore ogni giorno, beneficerà sicuramente di una periferica di tipo ergonomico, mentre chi utilizza la tastiera soltanto saltuariamente non avrà bisogno di uno strumento di input così evoluto (e in proporzione così costoso).
Grande protagonista del settore è sempre stata Microsoft. Con la sua lunga genealogia di tastiere Natural, ha contribuito a definire l’aspetto e le caratteristiche di questa tipologia di tastiere. Quasi sempre, infatti, le tastiere realmente ergonomiche sono spezzate, ossia dividono i tasti in due blocchi distinti, orientati verso l’esterno e sollevati verso il centro. Questo consente alle due mani di mantenere una posizione più naturale, con un angolo meno accentuato sia tra il polso e l’avambraccio, sia tra il palmo e il piano orizzontale.
Dopo molti anni di presidio quasi esclusivo di questo segmento, Microsoft sembra aver perso interesse nello sviluppo di nuove tastiere ergonomiche. Gli ultimi modelli presentati dall’azienda di Redmond sono la Surface Ergonomic Keyboard, un’ottima tastiera Bluetooth che risale ormai al 2016 e non è mai stata distribuita nel nostro Paese (non è quindi acquistabile con layout italiano). C’è poi più recente Microsoft Ergonomic Keyboard, del 2019, un modello cablato erede della tradizionale Natural 4000, anch’esso indisponibile per il mercato italiano.
Raccogliere l’eredità
Per fortuna, il disinteresse di Microsoft è stato compensato da Logitech. Dopo molti anni ha finalmente realizzato un modello ergonomico con caratteristiche di alto livello, che si abbina perfettamente con le altre periferiche di input ergonomiche (mouse e trackball) prodotte dall’azienda di origine svizzera. Il suo nome è ErgoK860 ed è l’oggetto di questa prova. Si tratta di una tastiera wireless di tipo esteso, che comprende quindi anche il tastierino numerico e segue la classica impostazione split resa famosa dalla serie Natural di Microsoft. Il corpo della periferica è costituito da un pezzo unico, e quindi l’angolo tra le due metà non è regolabile. La superficie della tastiera è curvata, con il punto più alto che si trova proprio nello spazio tra le due metà, dando alla periferica un aspetto molto gradevole e soprattutto garantendo un’ottima ergonomia.
Ergo K860: Poggia polsi da sogno
Nella parte anteriore della K860 si trova un ampio poggia polsi, realizzato con due strati di materiale morbido e una finitura in tessuto grigio mélange. Questo elemento è particolarmente ben riuscito. Il sostegno offerto ai polsi è buono ma la scelta di materiali morbidi aumenta il confort, mentre la finitura garantisce una traspirazione sufficiente anche nelle giornate più calde. Il risultato è migliore rispetto alla finitura in simil pelle o alcantara degli ultimi prodotti Microsoft, ma la costruzione lascia comunque qualche timore per il lungo periodo. La tastiera è realizzata in un unico pezzo, quindi, il poggia polsi non può essere sganciato e sostituito. Inoltre, la finitura non è del tutto impermeabile e potrebbe assorbire lo sporco con l’andare del tempo.
I tasti hanno una corsa ridotta e un profilo molto basso e questa scelta rende l’aspetto della tastiera più moderno, ma non ha ricadute negative sulla sensazione tattile durante la scrittura. Certo, il feeling non è paragonabile a quello garantito da una tastiera meccanica, ma i tasti rispondono comunque in modo piacevole e sono ben controllabili. Ottima è anche la rumorosità, che rimane contenuta entro livelli assolutamente tollerabili.
Logitech Ergo K860
Chi è abituato a una tastiera Natural di Microsoft avvertirà, inizialmente, un leggero disagio. Se l’impostazione è infatti analoga, la distribuzione dei tasti cambia abbastanza da non permettere di mettere subito a frutto la memoria muscolare. In ogni caso, basta in genere un paio di giorni per prendere le misure al nuovo layout. Anche se si proviene da una periferica di tipo tradizionale, l’impostazione “estrema” di questa tastiera non deve far paura. Sarà sicuramente necessario un periodo di adattamento, ma l’impostazione più rilassata delle articolazioni è avvertibile quasi subito e stimola a prendere confidenza con la nuova impostazione. Non solo: la suddivisione netta tra i tasti destinati alla mano sinistra e quelli raggiungibili dalla mano destra invoglia (o addirittura obbliga) a mantenere le mani sulla tastiera in modo appropriato, con la conseguenza di migliorare la velocità e la precisione della digitazione.
Autonomia di 2 anni
Come abbiamo già accennato, la Ergo K860 “costringe” l’utente ad assumere una posizione ergonomica, a causa della particolare conformazione e orientamento dei tasti. L’unica regolazione disponibile è quella dell’inclinazione complessiva della tastiera, tramite due piedini estraibili che si trovano nella faccia inferiore. Contrariamente a quanto ci si potrebbe attendere, questi piedini non sono però collocati verso il fondo della tastiera. Al contrario si trovano vicini al bordo anteriore: la loro azione è quindi quella di sollevare il fronte della tastiera (con due livelli di intervento), reclinandola ancor più rispetto alla posizione piatta. Questa scelta può sembrare controintuitiva, ma in realtà ha un impatto positivo sull’angolo tra i polsi e gli avambracci. Specialmente se il tavolo su cui è poggiata la tastiera non si trova all’altezza ideale per garantire una postura perfetta.
Nella parte inferiore della tastiera si trova anche uno sportellino dietro cui sono alloggiate le batterie: due pile AAA garantiscono un’autonomia che può raggiungere i due anni. Nello stesso vano trova posto anche il ricevitore Unifying, per il collegamento con computer e dispositivi che non supportano direttamente lo standard Bluetooth.
Layout e impostazioni Ergo K860
La Ergo K860 è una tastiera estesa, che include un tastierino numerico e comprende la sesta fila di tasti lungo il margine superiore. La loro funzione è duplice. Possono infatti essere utilizzati come tasti funzione (da F1 a F12), oppure inviare comandi evoluti, come per esempio il controllo della riproduzione multimediale, la variazione del volume o la modifica della luminosità dello schermo.
Per passare da una modalità all’altra bisogna premere un tasto di selezione dedicato, oppure sfruttare la combinazione con il tasto fn, che si trova in basso a destra tra Ctrl e Alt. In modo simile a quanto accade spesso nelle tastiere dei notebook. Per inviare il comando Mute, per esempio, bisogna premere la combinazione fn+F10, oppure cambiare la funzione principale della fila di tasti superiore alternando tra tasti multimediali e tasti F. È sicuramente degna di menzione la scelta di inserire la doppia serigrafia per Mac e Windows sui tasti Alt e Start. Un piccolo dettaglio, che però può evitare molti mal di testa a chi deve spostarsi spesso tra i sistemi operativi Apple e Microsoft.
La fila di tasti superiore si estende oltre la tastiera principale e supera quindi i tradizionali tasti funzione. Nella parte destra si trovano alcuni elementi molto interessanti, capaci di estendere le capacità di questa periferica. Così come alcuni dei più recenti mouse di Logitech, infatti, anche la ErgoK860 è in grado di gestire la connessione con tre diversi sistemi. Basta selezionare lo slot attivo tramite i pulsanti Easy Switch 1, 2 o 3 ed effettuare il pairing come di consueto. Una volta stabilita la connessione, per passare da un dispositivo all’altro basterà selezionare il device desiderato: dopo pochi istanti, la comunicazione sarà ripristinata automaticamente.
Switch rapido
La tastiera supporta sia la connessione Bluetooth Low Energy, sia i ricevitori Logitech Unifying. Può essere quindi utilizzata con un’ampia varietà di dispositivi: computer, certamente, ma anche tablet, smartphone e set top box. Proprio per questo motivo è preziosa la funzione di switch rapido. La tastiera può rimanere collegata in prevalenza con un computer, ma in caso di necessità basta premere un tasto per poterla utilizzare con un box Android, un server o un altro laptop.
Il supporto per i ricevitori Unifying estende la compatibilità anche dove non è disponibile la connessione Bluetooth. Basta utilizzare il ricevitore Unifying incluso nella confezione oppure acquistarne uno nuovo (costa 13,49 euro di listino, ma spesso si trova a prezzi più bassi sulle principali piattaforme di commercio elettronico) per collegare alla tastiera qualsiasi dispositivo con una porta Usb (a patto, naturalmente, che supporti l’input tramite tastiera).
Hardware e software
Alcuni tasti (i tre easy switch e il Blocco maiusc) sono corredati da minuscoli led bianchi, che rimangono attivi soltanto per il tempo strettamente necessario per segnalare il loro stato (al fine di preservare la batteria). Non è invece disponibile la retroilluminazione dei tasti, probabilmente l’unica reale limitazione di questa periferica. Un altro elemento interessante è il tasto di blocco, che si trova nell’angolo superiore destro della tastiera. Infatti basta premere questo tasto per bloccare il computer e mostrare la schermata di autenticazione, evitando che qualche malintenzionato possa interagire con il sistema mentre ci si trova lontano dal computer.
Si può ottenere lo stesso risultato anche con la scorciatoia da tastiera Windows+L, ma la presenza di un tasto dedicato (collocato tra l’altro in una posizione strategica) semplifica sicuramente l’accesso. La tastiera utilizza i protocolli standard Bluetooth oppure Usb, e non necessita quindi di un software di gestione specifico. Vale sicuramente la pena di installare l’utility Logitech Options almeno sul computer principale, perché l’integrazione tra hardware e software sblocca alcune possibilità interessanti. Innanzitutto, il tool invia un feedback visivo in seguito alla pressione di alcuni tasti (per esempio il Blocco maiusc); inoltre, consente di modificare diverse impostazioni.
Ergo K860: flessibilità senza limiti
Si possono, per esempio, disattivare alcuni tasti (come il Blocco maiuscolo, il Blocco scorrimento o il Blocco del tastierino numerico), ma soprattutto si possono personalizzare le azioni collegate all’intera fila dei tasti funzione. Questo può avvenire globalmente oppure per singola applicazione, offrendo agli utenti più evoluti un’eccellente flessibilità.
Conclusioni
La Ergo K860 è una delle tastiere ergonomiche migliori e più evolute tra quelle disponibili per il mercato italiano. L’ergonomia è ottima e la dotazione di funzioni è molto ricca: notevoli sono le opzioni di personalizzazione e il supporto di tre dispositivi con tasti di cambio rapido. Rimane qualche dubbio sulla durevolezza del poggia polsi e si sente l’assenza della retroilluminazione.
Non c’è niente di peggio che dare un foglio Excel in mano a colleghi o amici e vederlo tornare stravolto. Per fortuna possiamo proteggerlo con una password.
Lavorando spesso con Microsoft Excel sicuramente avremo anche documenti importanti, su cui abbiamo investito molto tempo per sistemare le formattazioni, l’aspetto e i dati contenuti all’interno. Se questo è un documento in qualche modo ”circolante”, ci sarà già capitato di vederlo tornare indietro ”massacrato” da qualcuno che ha provato a fare modifiche con scarso successo.
Se queste situazioni non ci sono nuove, la soluzione è facile e veloce: proteggere il file Excel, magari utilizzando una password. Fortunatamente per poterlo fare non è necessario scaricare nuovi applicativi ma basta sfruttare correttamente un preciso strumento incluso nel foglio di calcolo.
Microsoft Excel include un sistema di protezione dedicato a tutti quelli che vogliono mettere al sicuro da mani troppo intraprendenti i file e i dati. Questo sistema ha il notevole vantaggio di essere ampiamente personalizzabile in base alle esigenze dell’utente. Ma soprattutto hail vantaggio di essere una funzionalità di base del pacchetto Office. Grazie a questa protezione è possibile scegliere agilmente se bloccare l’intero documento con una password o impedire soltanto la modifica.
Un’altra interessante caratteristica è la sua capacità di includere esclusivamente un foglio di lavoro invece che un altro, lasciando ampio spazio di manovra al proprietario del file per scegliere cosa può venir modificato da un utente esterno o meno.
Questa caratteristica è condivisa con tutte le applicazioni principali della suite Office ma soltanto in Excel raggiunge tali livelli di personalizzazione. Le opzioni messe a disposizione dell’utente sono tali da permettere la generazione di diverse versioni del documento, ognuna con la possibilità di modificare un singolo parametro.
Il pacchetto Office, a partire dalla sua versione 2016, utilizza un algoritmo crittografico AES a 256 bit per proteggere i file attraverso le password. Questo non significa che si tratti di un tipo di protezione ”ad alta sicurezza” (in fondo anche la password viaggia con il documento stesso), ma è più che sufficiente, nella normale vita da ufficio o casalinga, per segnalare agli altri utenti più “curiosi” che preferiamo che il file non sia modificato.
La procedura per proteggere un file Excel attraverso l’utilizzo del la crittografia e lo sblocco del file con una password è molto importante da conoscere se si utilizza Excel a un certo livello.
Questa funzione, infatti, non è tanto dedicata ai singoli utenti quanto alle organizzazioni o alle aziende che utilizzano Excel come strumento per l’elaborazione dei dati. La password verrà richiesta all’utente nel momento stesso in cui tenterà di aprire il file, sia con Excel che con un simile programma per la produzione e gestione dei fogli elettronici.
Il modo migliore per poter assicurare un alto livello di sicurezza a un file protetto da password è l’utilizzo di una chiave d’accesso robusta. Una password robusta si intende un codice alfanumerico di minimo 8 caratteri dove sono presenti lettere maiuscole, minuscole, numeri e caratteri speciali (come _, $, !, per esempio) senza alcun tipo di associazione a parole realmente esistenti. Per assicurarsi che il file protetto sia quello originale è possibile anche usare a proprio vantaggio un’altra delle funzioni di protezioni, ovvero una firma digitale. Questa firma, applicabile con un procedimento molto simile alla password, serve a garantire l’integrità della cartella di lavoro.
Windows 11 include strumenti e funzioni nascoste che potrebbero far gola a chi vuole sfruttare al massimo il nuovo sistema operativo di casa Microsoft.
Il nuovo sistema operativo di casa Microsoft, reso disponibile dal colosso di Redmond lo scorso ottobre, presenta delle novità e delle funzioni tutte da scoprire. Dopo diversi dubbi relativi ai requisiti minimi necessari per poter utilizzare correttamente il sistema operativo, tra TPM e tipologie di firmware UEFI, sempre più attenzione sta venendo data alle nuove funzioni incluse nel pacchetto.
Le caratteristiche più sbandierate da Microsoft durante il periodo di lancio sono state principalmente di carattere visivo. Windows 11 è infatti dotato di un interfaccia utente decisamente rinnovata, più vicina al design fluido di scuola Apple tra angoli e ombre smussate. Questo non significa che il resto del sistema operativo sia stato lasciato uguale a se stesso ma, anzi, diverse sono state le innovazioni e vari sono stati i nuovi strumenti consegnati all’utente.
Per questo motivo cerchiamo di scoprirne insieme quattro decisamente interessanti tra quelli presenti in Windows 11.
Fare ordine scuotendo finestre
Tra le nuove funzioni ne troviamo una perfetta per chiunque utilizzi il sistema operativo su un computer dotato di schermo con comandi touch. Attivando un interruttore nascosto sarà possibile fare ordine a schermo semplicemente scuotendo una delle finestre attive, andando a nascondere tutte le altre.
Questa funzione è particolarmente indicata per tutti quei computer dotati di comandi touch poiché permette di ripristinare l’ordine a schermo senza sfruttare le scorciatoie da tastiera. Attivare questa funzione chiede all’utente di andare all’interno di una sezione delle Impostazioni e portare su On (acceso) un interruttore. Apriamo quindi Impostazioni dal menu Start.
Aprire il menu start secondario
Tutti conosciamo a menadito il funzionamento del menu Start: è letteralmente uno degli elementi più famosi di tutto quanto l’ecosistema Windows.
In Windows 11 questo menu è stato rivoluzionato dagli ingegneri di Microsoft e ora mostra all’utente un minor numero di opzioni in maniera più ordinata. Questo chiaramente ha fatto storcere non poco il naso ai puristi dei sistemi operativi Microsoft. Il nuovo menu nasconde troppe delle funzioni classiche che nelle vecchie versioni di Windows rendevano veloce e indolore l’accesso ai meccanismi interni del sistema operativo.
Fortunatamente non tutto è perduto perché è possibile utilizzare un menu secondario dotato di diversi collegamenti diretti alle funzioni appena citate. Accedere a questo menu secondario è super facile: basta fare clic con il tasto destro del mouse sopra l’icona di Start nel la barra del le applicazioni usare la scorciatoia Win + x. Così facendo sarà possibile ottenere l’accesso a una serie di collegamenti diretti a funzioni come Gestione disco, Gestione computer, Windows PowerShell, Visualizzatore eventi, Gestione dispositivi e così via.
Guadagnare rapidamente spazio su disco
Tenere installate applicazioni che non si utilizzano è il modo perfetto per andare a rallentare progressivamente le prestazioni del computer su cui è installato Windows. Il nuovo sistema operativo di Microsoft, fortunatamente, ha uno strumento integrato al suo interno che permette di ottimizzare lo spazio su disco andando a mostrare una selezione di file e applicazioni che sarebbe meglio eliminare per guadagnare punti in termini di prestazioni.
In passato Windows 10 e le altre edizioni del sistema operativo erano in grado di mostrare a schermo come era suddiviso lo spazio del disco rigido, mentre lo strumento per cancellare file e applicazioni poco utili era contenuto altrove (il buon vecchio Pulizia disco). Windows 11 include tutto quanto all’interno della stessa schermata, per la massima comodità possibile in termini di azioni. Questo strumento è chiamato Consigli per la pulizia e si trova all’interno delle Impostazioni.
Dopo averle aperte è necessario fare clic su Sistema e poi su Archiviazione. Qui ci verrà mostrato come è suddiviso lo spazio del disco rigido dove è presente il sistema operativo. Le suddivisioni riguardano le applicazioni, i file, i file temporanei e così via. Nella parte bassa dello schermo, sotto la categoria Gestione archiviazione, è necessario fare clic su Consigli per la pulizia. A questo punto a schermo comparirà una procedura guidata dove ci verrà spiegato cosa è possibile cancellare e quanto spazio si guadagnerà di volta in volta. Una volta scelte le categorie da pulire basterà fare clic su OK per terminare il procedimento.
Ridurre le notifiche
Al giorno d’oggi se si lavora con il computer è facile ricevere una tempesta di notifiche e informazioni spesso non richieste. Concentrarsi in questi casi diventa particolarmente difficile e, pertanto, è bene sapere che Windows 11 include diverse personalizzazioni e strumenti per la gestione delle notifiche. Uno di questi, forse il più interessante in assoluto, è chiamato Assistente notifiche. Il suo compito è di aiutare l’utente a mantenere la concentrazione, nascondendo o mostrando notifiche specifiche.
Per poter attivare questo strumento è necessario aprire le Impostazioni e fare clic, dalla schermata principale, su Assistente notifiche. Qui sarà possibile scegliere se disabilitare completamente le notifiche, lasciare attive soltanto quelle prioritarie (il cui stato è gestito da una lista personalizzabile) o visualizzare soltanto le sveglie.
In arrivo nuove funzioni per quanto riguarda l’erede di Explorer, Microsoft Edge, browser di casa Microsoft.
Il team del colosso di Redmond è al lavoro per introdurre sempre nuove funzionalità utili a facilitare la realizzazione delle attività lavorative (e non solo) degli utenti sul browser di Microsoft Edge.
Secondo il colosso di Redmond, l’obiettivo principale è quello di aiutare gli utenti a utilizzare sempre più il browser Edge utilizzando nuovi tool smart e intelligenti.
Una volta che hanno effettuato l’iscrizione al cloud di Microsoft 365, in maniera da rendere meno complicato passare da un’app all’altra.
Dopo aver visto l’implementazione di alcune feature e ritocchi grafici, gli sviluppatori stanno introducendo e testando nuove funzionalità nel canale Beta di Microsoft Edge.
1) Novità: gestione automatica dei profili
La prima novità riguarda maggiormente la gestione automatica dei profili di alcune applicazioni per renderle più lineari e semplici una volta che si avvia l’app.
Aperto il link da Outlook che indirizzava una riunione di Teams, Edge aprirà in maniera automatica il profilo senza che l’utente debba inserire la password.
2) Novità: link condivisi
Invece, per quanto riguarda la seconda novità, la funzione chiamata “Link Condivisi” permette di accedere a qualsiasi link condivisi attraverso il proprio account di Microsoft 365, ordinandoli in base per data, mittente e app.
Edge aprirà una finestra posizionata a destra dove comparirà il nome del mittente e dell’app con l’anteprima del messaggio testuale.
3) Novità: pagina iniziale
La terza e ultima novità riguarda la pagina iniziale del browser dove mostrerà tutti i siti e i documenti più importanti del nostro lavoro. Inoltre, non mancherà uno strumento di scrittura che permetterà di correggere automaticamente qualsiasi tipo di errore.
Come aggiornare Microsoft Edge
Per aggiornare in maniera manuale il browser all’ultima versione, bisognerà:
cliccare sul menù (…) posizionato in alto a destra
scegliere la voce Impostazioni
cliccare sulla voce Informazioni su Microsoft Edge
controllare se è disponibile l’aggiornamento
Inoltre, potete seguire la roadmap ufficiale di tutte le novità che verranno implementate dal team degli sviluppatori di Microsoft.
Thunderbird e Outlook: due email client a confronto. Quando parliamo di posta elettronica ci riferiamo a quello che è il centro della nostra vita, professionale ma non solo.
Quando parliamo di posta elettronica ci riferiamo a quello che è il centro della nostra vita, professionale ma non solo. La nostra amministrazione personale, le comunicazioni con i clienti, i fornitori di servizi, le banche, gli acquisti online: tutto ruota attorno alla posta elettronica. È importante quindi potersi avvalere di un email-client che sia efficiente e facile da usare. Come fare per orientarsi in questa scelta?
Due sono i provider tra cui gli user sono spesso indecisi, ovvero Thunderbird e Outlook. Conoscere quali sono i vantaggi e gli svantaggi di ognuno è importante per valutare quale email client fa più al nostro caso. Per gli utenti Thunderbird, serve anche per capire se conviene passare da Thunderbird a Outlook; un passaggio che, anche se semplice, deve sempre avere una sua convenienza. Cerchiamo di capire insieme pregi e difetti quindi di questi due operatori.
Mozilla vs Microsoft
La prima caratteristica che abbiamo notato e che è comune ad entrambi i provider, è che nessuno dei due è un cloud.
Questa è una notizia che piacerà agli amanti della posta elettronica old school!
Al di là di questa caratteristica, ci sono però diverse differenze che vanno sottolineate e che derivano principalmente dal fatto che Thunderbird nasce da Mozilla, mentre Outlook è legato a Microsoft.
Mozilla è da sempre considerato un’ottima alternativa, quando però il sistema principale non può essere utilizzato.
L’aspetto della sicurezza è senz’altro tra i primi a dover essere analizzato, e da questo punto di vista, anche se Thunderbird si difende bene, Outlook ha la meglio: la sua capacità di filtrare messaggi spam, virus, malware, phishing e altri elementi dannosi è superiore alla media.
L’esigenza di tenere al sicuro il tuo pc o il tuo dispositivo mobile è quindi pienamente soddisfatta con Outlook.
Per quanto riguarda l’interagibilità, entrambi sono provider che soddisfano i propri user: la grafica è chiara su entrambi, le varie funzioni possono essere trovate facilmente, ma Outlook ha – anche in questo caso – una marcia in più, data dalla possibilità di installare l’App.
In questo modo, senza dover passare per la pagina principale di Internet, puoi comodamente inviare e ricevere email avvalendoti dell’applicazione.
Il vero punto di forza di Outlook comunque, rimane il suo legame con Office.
Un punto di forza che non è sostituibile, vista l’importanza di avere un client di posta collegato con il programma per documenti più utilizzato in tutto il mondo.
Compatibilità e funzionalità
Avere una grafica omogenea tra email e documenti, poter contare su un’interazione fluida tra messaggi e file ti porta su un altro livello.
Outlook tra l’altro è già inserito nel pacchetto Office ma rimane perfettamente compatibile anche con i dispositivi Apple.
Dalla nostra analisi è evidente quindi come, tra i due provider, Outlook possa essere considerato più interessante, non solo dal punto di vista della sicurezza ma anche da quello della funzionalità.
Semplicità di utilizzo e grafica accattivante
Un altro aspetto fondamentale da valutare quando si sceglie un client di posta elettronica è la compatibilità, oltre alla facilità di utilizzo (essendo software che vanno utilizzati svariate volte al giorno, se non costantemente). MS Outlook è compatibile sia con Windows che con Apple, ed è importante: si sa, i computer non durano una vita e vogliamo sentirci liberi di scegliere il PC che più ci piace, senza dover pensare alla compatibilità del client di posta elettronica.
Anche l’interfaccia di Outlook ci ha lasciati decisamente soddisfatti: è moderna, innovativa, intuitiva da usare. Rispetto ad essa, la grafica di Mozilla rimane un po’ più datata. Un altro inconveniente di Thunderbird è che l’interfaccia diventa più complicata man mano che cresce il numero di email, rendendo tutto il sistema più farraginoso.
Anche i componenti aggiuntivi possono creare qualche piccolo intoppo perché, se possono essere installati senza problemi, vanno però costantemente aggiornati. E gli aggiornamenti a volte creano un rallentamento al nostro utilizzo del computer o della posta elettronica.
A questo punto la scelta tra i due sistemi viene da sé: converti i tuoi file .mbox in .pst senza il rischio di perdere dati, e inizia a massimizzare l’utilità della tua posta elettronica!
Il pacchetto Office: la carta vincente di Outlook
La prima caratteristica che ci salta all’occhio quando pensiamo ad Outlook, è la sua integrazione nel pacchetto Office e con il sistema Windows. In termini pratici, vuol dire la possibilità di interagire al 100% con i programmi word, pdf, excel (per nominare solo i principali), risparmiando tempo e fatica rispetto ad altri client di posta elettronica. Considerando che l’account delle email viene molto utilizzato per inviare documenti, fatture, preventivi, la comodità è veramente al massimo. Basti pensare alla possibilità di poter fare copia e incolla mantenendo lo stesso format. Un gran bell’aiuto nella comunicazione con il destinatario del messaggio, anche dal punto di vista della precisione e della forma.
La gestione della posta indesiderata e della posta eliminata
Sia Outlook che Mozilla Thunderbird garantiscono un buon livello di filtro per la posta indesiderata, o spam. A parere degli utenti tuttavia, il filtro di Outlook sembra ancora più efficace nel tenere a bada tutta la marea di messaggi indesiderati che purtroppo arrivano ogni giorno nel nostro account. Inoltre ricordiamo che alcuni possono contenere anche dei virus alquanto sgraditi.
Le differenze principali tra i due provider si avvertono soprattutto con le ultime versioni di Outlook. Quest’ultimo infatti ha migliorato un aspetto che poteva creare dei rallentamenti nella gestione della propria posta, ovvero l’eliminazione dei messaggi. Oggi la posta eliminata va direttamente nella cartella “cestino”, mentre prima rimaneva solamente indicata come posta eliminata.
Considerazioni finali
Dopo aver sperimentato entrambi i provider, abbiamo notato anche altre caratteristiche di Outlook che abbiamo apprezzato molto, come la possibilità di creare delle cartelle di posta elettronica, di avere più indirizzi email sotto un unico profilo e di potersi avvalere di indirizzi condivisi. Da ultimo, ma non per importanza, c’è anche la costante presenza degli aggiornamenti: la tecnologia è un settore in continua evoluzione, e avere la possibilità di avere un provider di posta sempre aggiornato è fondamentale per non ritrovarsi a doverlo cambiare nel giro di pochi mesi.
Microsoft ha iniziato a forzare l’aggiornamento del tool Controllo integrità PC per il passaggio a Windows 11, tramite Windows Update, sui dispositivi con Windows 10.
Il tool PC Health Check (Controllo integrità PC in italiano) serve per verificare il rispetto dei requisiti hardware minimi e quindi la possibilità di installare Windows 11. Da qualche giorno, Microsoft ha iniziato a distribuire il tool tramite Windows Update, forzando il download sui dispositivi con Windows 10.
Controllo integrità forzato su Windows 10
Il Controllo integrità viene scaricato e installato automaticamente quando l’utente verifica la disponibilità di aggiornamenti su Windows Update. Il tool viene indicato con KB5005463 nella sezione “Altri aggiornamenti” della pagina “Visualizza aggiornamenti installati“. I file necessari sono copiati nella directory PCHealthCheck in C:\Windows\Programmi e viene aggiunto un collegamento nel menu Start.
Microsoft scrive che il tool può essere disinstallato da Impostazioni > App > App e funzionalità o dal vecchio Pannello di controllo. Alcuni utenti hanno tuttavia segnalato che il Controllo integrità PC viene nuovamente scaricato e installato insieme ai successivi aggiornamenti, in quanto nel registro di sistema non viene creata la chiave HKEY_LOCAL_MACHINE\SOFTWARE\Microsoft\PCHC. Se invece esiste e il valore della DWORD PreviousUninstall è impostato a 1, il tool non verrà più scaricato.
Store Windows 11
L’azienda di Redmond ha comunicato inoltre che il nuovo Windows Store di Windows 11 è disponibile anche su Windows 10 per gli iscritti al canale Release Preview del programma Insider. Probabilmente sarà disponibile per tutti con Windows 10 21H2. Il Windows Subsystem for Android rimarrà invece un’esclusiva del nuovo sistema operativo.
Exciting news today, the new #MicrosoftStore (modern design, support for win32 apps, Disney+ movies and way more) is now available to Windows 10 Insiders! pic.twitter.com/O9zSZ8pudp
Gli iscritti al canale Dev del programma Insider di Windows 11 possono invece scaricare la build 22489 che include diverse novità, tra cui la nuova pagina che permette di accedere alle impostazioni dell’account Microsoft.
Passwordless: che cos’è e come cambia il futuro dell’autenticazione da PC e Mobile da parte di Microsoft.
L’utilizzo di password per l’accesso a un sistema o un servizio è una prassi consolidata. Purtoppo non sempre l’utilizzo di questo sistema offre agli utenti una buona esperienza d’uso. Per essere sicura una password deve essere sufficientemente forte, quindi possibilmente non una parola presente nel vocabolario e composta da lettere, numeri e caratteri speciali. La password diventa così difficile da memorizzare e, proprio perché complessa, si preferisce utilizzarne una per svariati servizi: il ragionamento che l’utente medio fa è più o meno questo “scelgo una password sicura, la memorizzo e uso sempre quella”.
Il futuro però può essere senza password e il futuro, secondo Microsoft, può iniziare fin da oggi. Il gruppo di Redmond, infatti, intende dare il via a quella che ha le sembianze di un vero e proprio cambio di paradigma per gli utenti. Aiutandoli a gestire le password in modo più sicuro attraverso un tool appositamente sviluppato.
Il futuro è passwordless con authenticator o smartcard
Se la password è troppo complessa, facilmente ce la si dimentica. Quando invece non è sufficientemente complessa, facilmente può essere identificata. Se è frutto di una formula apparentemente complessa, il più delle volte può essere interpretata. Come uscirne?
L’autenticazione passwordless si basa fondamentalmente sul possesso di due elementi, uno pubblico e uno privato, per il buon esito del processo. La parte pubblica risiede sui sistemi che rendono disponibile il servizio al quale ci si vuole autenticare ed è fornita in fase di registrazione; può essere banalmente lo username, oppure un altro identificativo fornito in modalità sicura all’utente dal gestore stesso.
Il processo di autenticazione, ovvero le operazioni che l’utente dovrà effettuare, può essere così esemplificato: inserire la componente pubblica nella pagina web del servizio al quale ci si deve autenticare e completare la procedura fornendo al servizio remoto la componente privata ad esempio tramite lo smartphone personale sul quale si riceverà una notifica e una richiesta di conferma per portare a termine l’autenticazione. Ma gli esempi potrebbero essere parecchi, come la generazione tramite app di un codice temporaneo da inserire sulla pagina web contestualmente alla componente pubblica. Oppure all’inserimento in un lettore dedicato di una smartcard.
Microsoft consiglia questi semplici passaggi per passare ad un livello nuovo di sicurezza:
Visitare il proprio Microsoft account, scegliere le opzioni di sicurezza avanzate e, sotto “Opzioni di sicurezza addizionali”, attivare “Passwordless account”.
Se compare questo messaggio il passaggio è compiuto:
Vantaggi
In uno scenario simile si concretizza una situazione in cui anche un eventuale violazione di sistema non mette nelle mani di malintenzionati le credenziali di accesso degli utenti. Al tempo stesso l’utente è sgravato dal compito di gestire in modo mnemonico le password.
Per le organizzazioni i vantaggi sono molteplici, infatti, il carico di lavoro dovuto alla gestione delle problematiche legate al furto/smarrimento di password è sensibilmente ridotto . Inoltre, anche gli utenti stessi hanno benefici in termini di produttività adottando una soluzione passwordless: l’accesso ai servizi sarà estremamente più semplice non richiedendo sforzi mnemonici ma il semplice possesso del proprio smartphone o altro dispositivo hardware selezionato dall’ IT aziendale.
Anche Microsoft investe nel mondo passwordless
Le tecnologie passwordless offrono vantaggi a ogni fascia di utenti coinvolti nel processo: per l’utente finale il tutto si traduce in un accesso sicuro e semplificato ai servizi online mentre le organizzazioni potranno disporre di queste soluzioni software rese disponibili da partner affidabili.
Per essere considerata una valida alternativa, una soluzione passwordless deve essere implementata in modo opportuno: deve apparire all’utente come un’alternativa più semplice e capace di identificarlo ad esempio attraverso il solo smartphone personale. Infatti, anche Microsoft sta affinando sistemi di autenticazione passwordless su diversi fronti. A iniziare da Windows 10 dove ha integrato tecnologie in grado di supportare le più recenti soluzioni passwordless, mettendo a disposizione dell’utente anche app dedicate da installare sul proprio smartphone. Inoltre, questo genere di soluzioni è in grado di sfruttare le potenzialità offerte dalla piattaforma TPM per la corretta gestione della crittografia a cui sottoporre dati e informazioni.
Questo processo inizia su Edge e Microsoft 365, ma in futuro sarà esteso anche alle altre proprietà del gruppo. Un passo avanti con il quale Microsoft ritiene si possa davvero alzare il livello medio di sicurezza dei singoli account, migliorando al tempo stesso l’esperienza degli utenti con le proprie credenziali di accesso.
Microsoft Teams è uno spazio di lavoro via chat concepito con in mente Office 365, e come suo complemento per la gestione del flusso di lavoro di aziende e organizzazioni. Annunciato alla fine del 2016, e poi lanciato ufficialmente nel Marzo 2017, comprende una suite di comunicazione completa, integrando chat testuale, riunioni video virtuali, storage su cloud e integrazione con applicativi di terze parti.
Inizialmente una semplice evoluzione di Skype for Business, è diventato un punto nevralgico dell’offerta della compagnia di Redmond per aziende ed organizzazioni di ogni composizione. È possibile considerare Microsoft Teams come la piattaforma di lavorocondiviso, creata da Microsoft e omologa per molti aspetti a quella di Google, denominata G Suite.
Ecco una breve guida all’uso di Microsoft Teams e allo sfruttamento delle sue potenzialità.
Come si usa
Come funziona Team, esattamente? Molte persone sono confuse dal suo funzionamento, in quanto non riescono a comprendere il modo in cui la piattaforma ed i servizi offerti da Microsoft Teams possano aiutare piccoli gruppi aziendali o grandi compagnie a migliorare la produttività.
Con Teams è possibile interagire in più persone sugli stessi file di lavoro, grazie all’integrazione con strumenti di lavoro Office tra cui anche Microsoft 365.
Se volete sapere come usare Microsoft Teams al meglio, sappiate che la sua forza risiede nella sua versatilità e le sue spiccate funzioni dedicate alla collaborazione e alla comunicazione. Si possono gestire ed integrare vari team all’interno di una stessa realtà aziendale, separati ma all’occorrenza capaci di collaborare insieme.
Per iniziare, collegati al sito dedicato a Microsoft Teams e clicca sui pulsanti “Scarica per il desktop” e “Scarica Teams“. Dopo qualche secondo, inizierà il download del file eseguibile per installare Teams (Teams_windows_x64.exe).
Al termine potrai avviare l’installazione di client di Teams con un doppio clic sul file in questione.
Il processo d’installazione di Teams inizia dopo che clicchi sul tasto “Esegui” ed è la stessa schermata di installazione del software che ti propone di effettuare l’accesso al tuo “account Microsoft” (quello da usare in Microsoft Teams). Inserisci, quindi, l’Indirizzo di accesso nel campo apposito, clicca sul pulsante “Accedi”, immetti anche la Password nell’apposito box e clicca, infine, sul pulsante “Accedi”.
Dato che è la prima volta che avvii Microsoft Teams dal tuo PC, l’installazione stessa ti notificherà la necessità di iscriverti a Teams, premendo il pulsante “Iscriviti a Teams“.
Una volta cliccato su quest’ultimo, chiudi la finestra e attendi l’apertura della pagina di iscrizione, da cui puoi cliccare sul pulsante viola “Iscriviti gratis“.
Per proseguire, inserisci ancora una volta il tuo indirizzo email e rispondi alla domanda Come si vuole usare Teams?. Nel caso scegliessi “Per il lavoro“, dovrai inserire le tue informazioni personali come amministratore, quindi “Nome, Cognome, Nome azienda e Paese o area geografica“.
La scelta “Per la scuola” richiede invece l’inserimento dell’indirizzo email in modo tale da iscriversi a “Office 365 Education“. Ovviamente, c’è anche la possibilità di iscriversi “Per amici e parenti” per un uso personale e gratuito.
Completata l’iscrizione apri il client di Microsoft Teams. Lo stesso programma riconoscerà l’associazione o l’azienda con cui sei iscritto a Teams. Nel caso ne avessi più d’una, potrai cambiarla tramite l’apposito menu a tendina e confermarla, cliccando sul tasto “Continua” collocato al centro.
A questo punto, la prima finestra che si apre ti avverte della creazione di un “link di collegamento” al tuo team, che puoi condividere con le persone con cui vuoi collaborare.
Clicca, dunque, sulla voce “Copia collegamento“, per poter incollare il link in questione e condividerlo con chi vuoi; dopodiché clicca sul tasto “OK“.
Bene, così facendo sei dentro il programma Microsoft Teams. La parte sinistra della schermata ti mostra il menu Team, il quale mostra il o i team di cui fai parte. In questa schermata, subito sotto la voce “Generale2, c’è un sottomenu del team, ovvero un canale: quest’ultimo può essere tematico, dedicato a un gruppo più specifico di collaboratori.
Per avviare una conversazione con il team, ti basta scrivere qualcosa nella barra bianca sotto con la scritta “Avvia una nuova conversazione“, mentre se intendi indirizzare un messaggio a una specifica persona puoi usare la formula “@nomeutente“.
Prima di fare questo però, potresti avere la necessità di aggiungere persone al tuo team. Questa operazione è fattibile cliccando sul pulsante “Aggiungi altre persone” posto nella parte centrale della schermata.
Il pulsante accanto, “Crea altri canali“, serve invece per aggiungere dei canali di conversazione a quello Generale già esistente.
Dal menu delle schede in alto puoi passare dal tab “Post” a quello “File2, utile per visualizzare l’elenco dei file del team, oppure a quello “Wiki” dove invece si condividono guide e nozioni importanti al gruppo.
Successivamente, c’è il menu “Chat” che viene popolato dalle conversazioni private o di gruppo alle quali si è preso parte. Anche qui è presente una funzione di “filtro“, più quella per “invitare persone2 (posta in basso), utile per creare nuove conversazioni.
Riunioni
Il menu successivo si chiama “Riunione” ed è utile nel caso volessi creare una Riunione immediata, oppure accedere allo strumento “Pianifica una riunione2. Con la prima scelta il programma ti chiede di inserire i nomi dei partecipanti, con la seconda, oltre ai nomi devi anche inserire data e orario.
Il terzultimo menu a sinistra è quello “Chiamate“, da cui puoi importare i contatti Skype,fare una chiamata tramite l’opzione “Composizione veloce“, sfogliare la lista dei tuoi “Contatti“, la “Cronologia” delle chiamate e ascoltare la “Segreteria” delle chiamate perse.
Per aggiungere un nuovo contatto da chiamare, clicca sulla voce “Contatti” e poi sul tasto “Aggiungi contatti“, al centro.
Esiste quindi sia la possibilità di comunicare personalmente con i membri del team, attraverso la chat privata singola o di gruppo. Cioè poter parlare all’intero gruppo di lavoro attraverso i post dei canali.
All’inizio sembra che tutta l’organizzazione sia confusionaria, ma la verticalità di Microsoft Teams è a tutto vantaggio di chi esige un controllo capillare sul flusso di lavoro. Il programma punta ad una efficiente comunicazione con tutti i membri dello staff che lavorano su di un obbiettivo comune.
App disponibile per tutte le piattaforme desktop (Windows/Mac/Linux) e mobile (Android/iPhone/iPad)
Versione web accessibile tramite browser
Organizzazione riunioni fino ad un massimo di 10.000 persone
Riunioni sicure con audio, video e condivisione schermo di alta qualità
Storage condiviso tra i membri del team
L’ultimo menu che puoi vedere, distaccato rispetto a quelli che ti ho descritto prima, è chiamato “App“. Si tratta di vere e proprie applicazioni da integrare in Microsoft Teams. Ce ne sono tra le più svariate, come YouTube, Wikipedia, Zoom e tantissime altre ancora.
Per facilitarti la ricerca delle applicazioni di tuo interesse, ti suggerisco di cliccare sulla barra “Cerca tutte” e digitarne il nome, oppure puoi aiutarti cliccando sulle “categorie” poste più sotto la barra di ricerca.
Questo è quanto puoi fare su Microsoft Teams, ma non è ancora tutto.
Infatti, è possibile regolare le impostazioni personali del profilo, come il proprio stato, il messaggio di stato e altre preferenze d’uso.
Per farlo, clicca da qualsiasi schermata sull’icona raffigurante un omino con un pallino verde accanto. Qui tramite il menu tendina che si apre, esprimi le tue preferenze. Oppure effettua un controllo degli aggiornamenti, così da assicurarti di usare sempre l’ultima versione di Teams.
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