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Applicazioni, Consulenza

Remote desktop, controlla da remoto il tuo pc!

Impostazioni, guida e trucchi su come utilizzare la funzione Remote Desktop su Windows 11 per controllarlo ovunque tu sia

Accedere al tuo PC da remoto è diventato semplice con l’introduzione di Remote Desktop in Windows 11 Pro. Hai mai avuto bisogno di un file importante sul tuo computer di casa mentre eri fuori sede?

O forse dovevi risolvere un problema tecnico per un amico o un familiare, ma non potevi andare di persona? Non preoccuparti! In questa guida, ti mostreremo passo dopo passo come utilizzare questa funzione, sia nella versione Pro che nella versione Home di Windows 11.

Windows 11 Pro

Se stai utilizzando un PC con Windows 11 Pro, hai la possibilità di accedere remotamente a un altro computer grazie alla funzione integrata di Remote Desktop.

Per farlo, devi solo configurare le impostazioni tramite l’app dedicata. Inizialmente, dovrai preparare il sistema per una sessione di desktop remoto e poi potrai accedere al computer da un altro PC, ovunque tu sia nel mondo.

Configura il Pc

Hai bisogno di abilitare la funzionalità Remote Desktop poiché non è attiva per impostazione predefinita. Ecco i passaggi corretti da seguire:

  1. Apri l’app Impostazioni di Windows 11.
  2. Seleziona Sistema e clicca su Remote Desktop.
  3. Accanto alla voce Remote Desktop, sposta la levetta da sinistra a destra per attivare questa funzione.
  4. Una volta visualizzata la schermata successiva, conferma cliccando sul pulsante appropriato.
windows 11 remote desktop

Connettersi in sicurezza

Di default, l’accesso a una sessione remota avviene tramite l’account amministratore di Windows. Tuttavia, puoi modificare questa impostazione accedendo alla sezione Remote Desktop Users.

Qui, clicca su Aggiungi per inserire un nuovo utente e il gioco è fatto. Inoltre, ti consigliamo di attivare l’opzione per richiedere ai dispositivi di utilizzare l’autenticazione a livello di rete per connettersi, così da prevenire connessioni non autorizzate al desktop remoto.

L’app di Microsoft

Dopo aver completato la configurazione iniziale del computer da controllare a distanza, spostati sul PC che controllerà la prima postazione e scarica gratuitamente l’app Remote Desktop Microsoft dal Microsoft Store . Puoi anche trovare l’app per iPhone sull’App Store e per smartphone Android su Google Play Store. Una volta installata l’app, aprila e segui i passaggi descritti di seguito.

Remote desktop

Nella schermata iniziale dell’app Desktop remoto, seleziona ‘Aggiungi’ e poi ‘PC’. Inserisci il nome o l’indirizzo IP del computer da controllare.

Remote desktop
Remote desktop
Remote desktop

Aggiungi un account utente, se necessario, e fai clic su ‘Salva’ per memorizzare le informazioni. Infine, per connetterti al computer selezionato, fai clic su ‘Inizia’ o aggiungi il collegamento al menu Start.

Versioni precedenti di Windows

All’inizio abbiamo chiarito che la funzionalità Remote Desktop non è disponibile su Windows 11 Home. Per utilizzarla, hai due opzioni: effettuare l’upgrade alla versione Pro o utilizzare Chrome Remote Desktop.

Quest’ultimo consente di accedere al PC da remoto, purché sia installato un browser Internet basato su Chromium, il progetto open source da cui è nato Google Chrome e altri.

Chrome Remote Desktop

Per configurare l’accesso remoto tramite il browser Chrome, segui questi passaggi:

Remote desktop chrome
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  1. Avvia Google Chrome e visita https://remotedesktop.google.com. Se non lo hai già fatto, effettua l’accesso al tuo account Google. Successivamente, fai clic sul pulsante ‘Accedi al mio computer’ per attivare la funzione di accesso remoto (fig 1).
  2. Di default, l’opzione selezionata è “Accesso remoto“. Ora, nella sezione “Configura l’accesso remoto“, clicca sul pulsante di download per avviare la configurazione (fig 2).
  3. Sarai reindirizzato alla pagina di Chrome Remote Desktop nel Chrome Web Store: per scaricare l’estensione, è sufficiente un clic su “Aggiungi” (fig 3).
  4. Torna alla schermata principale di Chrome Remote Desktop, pigia di nuovo sul pulsante di Download per scaricare stavolta l’app, dopodiché procedi con l’installazione (fig 4).
  5. Dopo aver installato il programma, torna al sito indicato nel punto 1. Nella schermata “Scegli un nome”, inserisci un nome per il computer da controllare e poi clicca su “Avanti per continuare.”
  6. Nella successiva schermata “Scegli un PIN“, scegli un codice PIN di almeno 6 cifre che fungerà da password per la connessione al tuo computer da remoto. Una volta fatto ciò, premi il pulsante “Avvia“.
  7. Se hai seguito tutte le istruzioni, dovresti vedere comparire la schermata n 7.
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Accedi con Chrome Remote Desktop

Ora sei pronto per accedere al tuo PC da qualsiasi altro browser connesso a Internet. Tutto ciò che devi fare è aprire il browser Chrome sul dispositivo scelto. Si nota che per realizzare l’articolo è stato utilizzato un iPhone 12 Pro Max aggiornato all’ultima versione di iOS. Ecco i passaggi da seguire per accedere al PC tramite browser:

  1. Apri Google Chrome, visita https://remotedesktop.google.com e tocca su “Accedi al mio computer”. Nella nuova schermata, seleziona il tuo computer precedentemente salvato.
  2. Ora inserisci il PIN e decidi se vuoi memorizzarlo sul dispositivo o meno. Successivamente, premi il pulsante della freccia per completare la connessione (fig 8).
  3. Dopo alcuni istanti, vedrai comparire sul tuo PC il messaggio di conferma: ‘Il tuo desktop è attualmente condiviso con [tua email].
  4. Se stai usando un dispositivo mobile, sullo schermo del dispositivo da cui sei connesso in remoto vedrai la schermata del tuo PC. Puoi spostare il cursore del mouse trascinando semplicemente il dito sul display.
  5. Puoi interrompere l’accesso remoto dal PC condiviso cliccando sul pulsante “Interrompi condivisione”.
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    Formazione, Sicurezza informatica, Software

    Password dimenticata? Ecco come recuperarla

    La Necessità di un Gestore di Password

    Se non usiamo un gestore di password online, come LastPass, oppure non utilizziamo il Gestore delle password di Google, che le archivia automaticamente, potremmo trovarci in situazioni problematiche.

    E su Windows?

    La situazione più comune è quella di un computer Windows protetto da una password locale invece di un PIN collegato all’account Microsoft. Tuttavia, specialmente sui computer meno recenti, potrebbe essere necessario resettare la password direttamente dal BIOS, se ci si dimentica quella locale. Anche se potrebbe sembrare complicato, esistono strumenti online e alcuni di essi offrono versioni di prova per testarne l’efficacia.

    PassFab 4Winkey: La Soluzione per il Recupero delle Password di Windows

    Se hai mai dimenticato la password per accedere al tuo computer con sistema operativo Windows, sai quanto possa essere stressante. Fortunatamente, esiste una soluzione affidabile e potente per risolvere questo problema: PassFab 4Winkey.

    Recupero delle Password di Windows

    Perdere o dimenticare la password di Windows può sembrare un incubo, ma con PassFab 4Winkey, puoi risolvere rapidamente questo problema. Questa potente utility è progettata per aiutarti a recuperare o reimpostare quella di accesso al tuo sistema operativo Windows.

    Facile da Usare

    La semplicità d’uso è una delle caratteristiche distintive di PassFab 4Winkey. Anche se non sei un esperto tecnico, sarai in grado di utilizzare questo software senza problemi. Il processo di recupero è guidato da un’interfaccia intuitiva che ti porta passo dopo passo attraverso il processo.

    Una guida all’utilizzo

    Abbiamo effettuato un test di PassFab 4Winkey. Inizialmente, abbiamo utilizzato la versione di prova e successivamente abbiamo optato per quella commerciale al costo di 20 euro. Il meccanismo è sorprendentemente diretto e veloce: dopo aver installato il software su un altro computer (che può anche essere un Mac), abbiamo collegato una chiavetta USB e seguito le istruzioni del software per creare un’unità Flash di ripristino. Quest’ultima sarebbe stata inserita nel computer del quale avevamo dimenticato la password, accedendo al menu delle impostazioni del BIOS.

    Immagine che mostra la schermata iniziale di PassFab 4WinKey

    Qui trovi la guida completa

    A seconda del modello del computer in uso, l’accesso al BIOS potrebbe richiedere la pressione di tasti come Canc, F2 o F12. Comunque, è relativamente semplice identificare la combinazione giusta per il nostro PC mediante un rapido ricorso a un motore di ricerca. Una volta giunti a questo punto, abbiamo modificato l’ordine di avvio, collocando la chiavetta USB in prima posizione, e successivamente riavviato il computer. Dall’apertura della finestra che si sarebbe presentata, avremmo avuto la possibilità di reimpostare la password dell’amministratore locale di Windows, la password dell’ospite o addirittura quella di Microsoft. Una volta completate queste operazioni, avremmo rimosso la chiavetta USB e riavviato il PC.

    Altre soluzioni?

    Non va tuttavia dimenticato che un tool per il recupero delle password è disponibile gratuitamente da almeno dieci anni: ci riferiamo a Ophcrack, un software open source. Tuttavia, va notato che Ophcrack funziona solamente con versioni di Windows fino alla 7 e recupera le password tramite gli hash LM e NTLM, sfruttando le Rainbow Tables. È importante notare che il software raggiunge buoni risultati proprio perché i sistemi di codifica utilizzati da Microsoft non impiegano il “salting,” una tecnica impiegata, invece, da sistemi operativi come Linux e Mac, che li rende notevolmente più resistenti agli attacchi di forza bruta.

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      Già in passato abbiamo parlato del recupero password in questo articolo!

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      Software

      Skype, il supertraduttore

      L’app per la comunicazione di Microsoft, Skype, si aggiorna e introduce una traduzione automatica dei testi e del parlato. Scopriamo come attivare questa funzione

      Negli ultimi anni le piattaforme per la comunicazione si sono evolute enormemente, in particolare Teams, sulla quale Microsoft sta puntando moltissimo aggiornandola molto frequentemente con funzionalità basate sull’Intelligenza Artificiale. Parallelamente il colosso di Redmond non ha abbandonato lo sviluppo di un’altra soluzione di comunicazione che, pur avendo molti anni sulle spalle, è ancora apprezzata: Skype.

      È perfettamente integrata in Windows ed è comoda soprattutto per gli utenti domestici, che non necessitano delle funzionalità evolute di Microsoft Teams. L’ultima novità introdotta in Skype è la traduzione automatica di messaggi di testo ma anche dell’audio.

      Traduzione simultanea

      Skype Translator è la nuova funzione integrata in Skype che semplifica la comunicazione fra persone che parlano differenti lingue. È infatti in grado di tradurre in tempo reale testi e audio. Per quanto riguarda la traduzione di testi, supporta 60 lingue, mentre il traduttore vocale è in grado di riconoscere altrettante lingue. Tuttavia, fornirà un output solo per 11 differenti idiomi, fra cui italiano, inglese, spagnolo, francese, tedesco, cinese (mandarino), portoghese (Brasile), arabo e russo.

      skype
      Richiesta d’attivazione. Per funzionare, tutti i partecipanti alla
      conversazione devono abilitare la traduzione automatica. Per farlo
      bisogna cliccare sull’ingranaggio a fianco del nome del nostro
      interlocutore e inviargli la richiesta di traduzione con la corrispondente
      voce presente nel menu che appare. L’interlocutore dovrà accettare.

      Microsoft in ogni caso sta aggiornando di frequente gli idiomi supportati. Basti pensare che al lancio della funzione erano 45, ma se ne aggiungono altri 15. La funzionalità di traduzione è disponibile sia su desktop sia sull’app mobile, oltre che su Xbox e i dispositivi indossabili.

      All’opera

      Utilizzarla è semplicissimo e non richiede l’installazione di plug-in o altro: basta assicurarsi di avere installato l’ultima versione di Skype (disponibile qui o nello store di Microsoft) e attivarla dalle opzioni. A tal proposito, abbiamo realizzato una breve guida passo passo qui in basso. Una volta attivata, i messaggi di testo saranno automaticamente tradotti e sarà possibile visualizzare in ogni istante il testo iniziale facendo clic sulla scritta Mostra originale che appare sotto ogni messaggio. Per quanto riguarda l’audio, invece, si potranno scegliere due voci, una maschile e una femminile, e le conversazioni si tradurranno istantaneamente, con un piccolo ritardo che è più che accettabile.

      Le traduzioni non sono perfette, soprattutto nel caso dell’audio, ma sono di buona qualità e possono consentire a due persone che non parlano una lingua comune di intrattenere una conversazione e capirsi senza problemi. Certo, la qualità della pronuncia fa la sua differenza, ma sarà possibile migliorare il riconoscimento attivando la funzione Contributo di clip vocali, nelle Impostazioni, sotto la voce Privacy. Facendolo, verranno inviate a Microsoft delle nostre clip vocali, che contribuiranno a migliorare il riconoscimento vocale e il servizio stesso. Va detto che non è obbligatorio farlo e se abbiamo particolari esigenze di privacy è meglio tenerla disabilitata.

      Questo perché con Contributo di clip vocali verranno inviati ai server di Microsoft spezzoni delle nostre conversazioni, che saranno a disposizione del team dell’azienda, che avrà quindi modo di ascoltarle. Disabilitandola, l’audio verrà cancellato automaticamente alla fine di ogni chiamata.

      Traduzioni vocali con la tua voce

      Abbiamo detto che sono disponibili solamente due voci, una maschile e una femminile, per le traduzioni vocali in italiano. In realtà c’è una terza opzione. Mettendo la spunta, sempre da Impostazioni > Privacy, alla voce Truvoice AI, Skype utilizzerà la nostra voce per fornire la traduzione a chi sta dall’altra parte della “cornetta”. Il suo funzionamento è semplice: una volta attivata, Microsoft inizierà a raccogliere campioni della nostra voce a intervalli di alcuni secondi.

      traduzione

      Questi serviranno per generare una firma vocale, sulla base della quale verrà generato l’audio. Valgono anche in questo caso le considerazioni che abbiamo fatto in precedenza sulla privacy e se trattiamo informazioni importanti e riservate, per esempio per le comunicazioni di lavoro, è saggio disabilitarla. Questo anche perché in alcuni Paesi la firma vocale è a tutti gli effetti considerata un dato biometrico, alla pari di impronte digitali e scansione del viso.

      Trascrizioni: la funzione “segreta” di Word

      A volte può capitare di dover sbobinare un’intervista, magari fatta in inglese, per doverla poi mettere su un documento di testo da utilizzare successivamente. Un lavoro lungo e laborioso, ma che è possibile velocizzare enormemente usando semplicemente la versione online di Word. Apriamo un documento Word dal sito www.office.com e clicchiamo sull’icona a forma di microfono. Selezioniamo la voce Trascrivi e carichiamo il nostro file audio.

      Vanno bene anche i filmati, anche se il loro caricamento sarà un po’ più lungo rispetto a quello delle semplici clip. Non ci resta che attendere qualche minuto, il tempo impiegato dai server di Microsoft per elaborare il file che abbiamo caricato per poi ritrovarci la trascrizione già pronta sul documento aperto. Non sarà perfetta, ma è un’ottima base di partenza.

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        Hardware

        La tastiera che migliora la vita

        Aspetto gradevole e grandi benefici: l’Ergo K860 di Logitech è un modello ergonomico wireless con impostazione split che soddisfa le esigenze di chi è costretto a digitare a lungo.

        Quella delle tastiere ergonomiche è una nicchia di mercato che sopravvive da decenni. Chi si trova a dover scrivere a lungo, infatti, si accorge spesso di come l’impostazione tradizionale delle tastiere offra vantaggi da molti punti di vista. Ma certamente non è ideale se si analizza l’ergonomia generale e, più nello specifico, la postura delle mani, dei polsi e degli avambracci.

        Gli angoli a cui si è costretti, infatti, sono innaturali e causano un affaticamento delle articolazioni, che ha ricadute negative più ampie sulla salute. Naturalmente, l’impatto di questi difetti dipende dall’intensità dell’uso della tastiera. Chi scrive a lungo, per molte ore ogni giorno, beneficerà sicuramente di una periferica di tipo ergonomico, mentre chi utilizza la tastiera soltanto saltuariamente non avrà bisogno di uno strumento di input così evoluto (e in proporzione così costoso).

        Indice

        Natural di Microsoft

        Grande protagonista del settore è sempre stata Microsoft. Con la sua lunga genealogia di tastiere Natural, ha contribuito a definire l’aspetto e le caratteristiche di questa tipologia di tastiere. Quasi sempre, infatti, le tastiere realmente ergonomiche sono spezzate, ossia dividono i tasti in due blocchi distinti, orientati verso l’esterno e sollevati verso il centro. Questo consente alle due mani di mantenere una posizione più naturale, con un angolo meno accentuato sia tra il polso e l’avambraccio, sia tra il palmo e il piano orizzontale.

        Dopo molti anni di presidio quasi esclusivo di questo segmento, Microsoft sembra aver perso interesse nello sviluppo di nuove tastiere ergonomiche. Gli ultimi modelli presentati dall’azienda di Redmond sono la Surface Ergonomic Keyboard, un’ottima tastiera Bluetooth che risale ormai al 2016 e non è mai stata distribuita nel nostro Paese (non è quindi acquistabile con layout italiano). C’è poi più recente Microsoft Ergonomic Keyboard, del 2019, un modello cablato erede della tradizionale Natural 4000, anch’esso indisponibile per il mercato italiano.

        Raccogliere l’eredità

        Per fortuna, il disinteresse di Microsoft è stato compensato da Logitech. Dopo molti anni ha finalmente realizzato un modello ergonomico con caratteristiche di alto livello, che si abbina perfettamente con le altre periferiche di input ergonomiche (mouse e trackball) prodotte dall’azienda di origine svizzera. Il suo nome è ErgoK860 ed è l’oggetto di questa prova. Si tratta di una tastiera wireless di tipo esteso, che comprende quindi anche il tastierino numerico e segue la classica impostazione split resa famosa dalla serie Natural di Microsoft. Il corpo della periferica è costituito da un pezzo unico, e quindi l’angolo tra le due metà non è regolabile. La superficie della tastiera è curvata, con il punto più alto che si trova proprio nello spazio tra le due metà, dando alla periferica un aspetto molto gradevole e soprattutto garantendo un’ottima ergonomia.

        Ergo K860
        Logitech Options propone un tutorial di benvenuto che illustra brevemente le principali funzioni della tastiera e le relative opzioni di configurazione.

        Ergo K860: Poggia polsi da sogno

        Nella parte anteriore della K860 si trova un ampio poggia polsi, realizzato con due strati di materiale morbido e una finitura in tessuto grigio mélange. Questo elemento è particolarmente ben riuscito. Il sostegno offerto ai polsi è buono ma la scelta di materiali morbidi aumenta il confort, mentre la finitura garantisce una traspirazione sufficiente anche nelle giornate più calde. Il risultato è migliore rispetto alla finitura in simil pelle o alcantara degli ultimi prodotti Microsoft, ma la costruzione lascia comunque qualche timore per il lungo periodo. La tastiera è realizzata in un unico pezzo, quindi, il poggia polsi non può essere sganciato e sostituito. Inoltre, la finitura non è del tutto impermeabile e potrebbe assorbire lo sporco con l’andare del tempo.

        logitech Ergo K860

        I tasti hanno una corsa ridotta e un profilo molto basso e questa scelta rende l’aspetto della tastiera più moderno, ma non ha ricadute negative sulla sensazione tattile durante la scrittura. Certo, il feeling non è paragonabile a quello garantito da una tastiera meccanica, ma i tasti rispondono comunque in modo piacevole e sono ben controllabili. Ottima è anche la rumorosità, che rimane contenuta entro livelli assolutamente tollerabili.

        Logitech Ergo K860

        Chi è abituato a una tastiera Natural di Microsoft avvertirà, inizialmente, un leggero disagio. Se l’impostazione è infatti analoga, la distribuzione dei tasti cambia abbastanza da non permettere di mettere subito a frutto la memoria muscolare. In ogni caso, basta in genere un paio di giorni per prendere le misure al nuovo layout. Anche se si proviene da una periferica di tipo tradizionale, l’impostazione “estrema” di questa tastiera non deve far paura. Sarà sicuramente necessario un periodo di adattamento, ma l’impostazione più rilassata delle articolazioni è avvertibile quasi subito e stimola a prendere confidenza con la nuova impostazione. Non solo: la suddivisione netta tra i tasti destinati alla mano sinistra e quelli raggiungibili dalla mano destra invoglia (o addirittura obbliga) a mantenere le mani sulla tastiera in modo appropriato, con la conseguenza di migliorare la velocità e la precisione della digitazione.

        Ergo K860
        Il profilo della tastiera mostra una curvatura molto accentuata, che ha il suo culmine nella zona vuota tra i due gruppi di tasti principali. Questa linea consente una posizione più naturale delle mani.

        Autonomia di 2 anni

        Come abbiamo già accennato, la Ergo K860 “costringe” l’utente ad assumere una posizione ergonomica, a causa della particolare conformazione e orientamento dei tasti. L’unica regolazione disponibile è quella dell’inclinazione complessiva della tastiera, tramite due piedini estraibili che si trovano nella faccia inferiore. Contrariamente a quanto ci si potrebbe attendere, questi piedini non sono però collocati verso il fondo della tastiera. Al contrario si trovano vicini al bordo anteriore: la loro azione è quindi quella di sollevare il fronte della tastiera (con due livelli di intervento), reclinandola ancor più rispetto alla posizione piatta. Questa scelta può sembrare controintuitiva, ma in realtà ha un impatto positivo sull’angolo tra i polsi e gli avambracci. Specialmente se il tavolo su cui è poggiata la tastiera non si trova all’altezza ideale per garantire una postura perfetta.

        Nella parte inferiore della tastiera si trova anche uno sportellino dietro cui sono alloggiate le batterie: due pile AAA garantiscono un’autonomia che può raggiungere i due anni. Nello stesso vano trova posto anche il ricevitore Unifying, per il collegamento con computer e dispositivi che non supportano direttamente lo standard Bluetooth.

        Layout e impostazioni Ergo K860

        La Ergo K860 è una tastiera estesa, che include un tastierino numerico e comprende la sesta fila di tasti lungo il margine superiore. La loro funzione è duplice. Possono infatti essere utilizzati come tasti funzione (da F1 a F12), oppure inviare comandi evoluti, come per esempio il controllo della riproduzione multimediale, la variazione del volume o la modifica della luminosità dello schermo.

        Per passare da una modalità all’altra bisogna premere un tasto di selezione dedicato, oppure sfruttare la combinazione con il tasto fn, che si trova in basso a destra tra Ctrl e Alt. In modo simile a quanto accade spesso nelle tastiere dei notebook. Per inviare il comando Mute, per esempio, bisogna premere la combinazione fn+F10, oppure cambiare la funzione principale della fila di tasti superiore alternando tra tasti multimediali e tasti F. È sicuramente degna di menzione la scelta di inserire la doppia serigrafia per Mac e Windows sui tasti Alt e Start. Un piccolo dettaglio, che però può evitare molti mal di testa a chi deve spostarsi spesso tra i sistemi operativi Apple e Microsoft.

        Ergo K860

        La fila di tasti superiore si estende oltre la tastiera principale e supera quindi i tradizionali tasti funzione. Nella parte destra si trovano alcuni elementi molto interessanti, capaci di estendere le capacità di questa periferica. Così come alcuni dei più recenti mouse di Logitech, infatti, anche la ErgoK860 è in grado di gestire la connessione con tre diversi sistemi. Basta selezionare lo slot attivo tramite i pulsanti Easy Switch 1, 2 o 3 ed effettuare il pairing come di consueto. Una volta stabilita la connessione, per passare da un dispositivo all’altro basterà selezionare il device desiderato: dopo pochi istanti, la comunicazione sarà ripristinata automaticamente.

        Switch rapido

        La tastiera supporta sia la connessione Bluetooth Low Energy, sia i ricevitori Logitech Unifying. Può essere quindi utilizzata con un’ampia varietà di dispositivi: computer, certamente, ma anche tablet, smartphone e set top box. Proprio per questo motivo è preziosa la funzione di switch rapido. La tastiera può rimanere collegata in prevalenza con un computer, ma in caso di necessità basta premere un tasto per poterla utilizzare con un box Android, un server o un altro laptop.

        Il supporto per i ricevitori Unifying estende la compatibilità anche dove non è disponibile la connessione Bluetooth. Basta utilizzare il ricevitore Unifying incluso nella confezione oppure acquistarne uno nuovo (costa 13,49 euro di listino, ma spesso si trova a prezzi più bassi sulle principali piattaforme di commercio elettronico) per collegare alla tastiera qualsiasi dispositivo con una porta Usb (a patto, naturalmente, che supporti l’input tramite tastiera).

        Hardware e software

        Alcuni tasti (i tre easy switch e il Blocco maiusc) sono corredati da minuscoli led bianchi, che rimangono attivi soltanto per il tempo strettamente necessario per segnalare il loro stato (al fine di preservare la batteria). Non è invece disponibile la retroilluminazione dei tasti, probabilmente l’unica reale limitazione di questa periferica. Un altro elemento interessante è il tasto di blocco, che si trova nell’angolo superiore destro della tastiera. Infatti basta premere questo tasto per bloccare il computer e mostrare la schermata di autenticazione, evitando che qualche malintenzionato possa interagire con il sistema mentre ci si trova lontano dal computer.

        autonomia 2 anni
        La Ergo K860 promette due anni di autonomia con un paio di batterie stilo AAA. Dietro lo stesso sportellino si trova anche un alloggiamento per riporre il ricevitore Unifying.

        Si può ottenere lo stesso risultato anche con la scorciatoia da tastiera Windows+L, ma la presenza di un tasto dedicato (collocato tra l’altro in una posizione strategica) semplifica sicuramente l’accesso. La tastiera utilizza i protocolli standard Bluetooth oppure Usb, e non necessita quindi di un software di gestione specifico. Vale sicuramente la pena di installare l’utility Logitech Options almeno sul computer principale, perché l’integrazione tra hardware e software sblocca alcune possibilità interessanti. Innanzitutto, il tool invia un feedback visivo in seguito alla pressione di alcuni tasti (per esempio il Blocco maiusc); inoltre, consente di modificare diverse impostazioni.

        Ergo K860: flessibilità senza limiti

        Si possono, per esempio, disattivare alcuni tasti (come il Blocco maiuscolo, il Blocco scorrimento o il Blocco del tastierino numerico), ma soprattutto si possono personalizzare le azioni collegate all’intera fila dei tasti funzione. Questo può avvenire globalmente oppure per singola applicazione, offrendo agli utenti più evoluti un’eccellente flessibilità.

        Conclusioni

        La Ergo K860 è una delle tastiere ergonomiche migliori e più evolute tra quelle disponibili per il mercato italiano. L’ergonomia è ottima e la dotazione di funzioni è molto ricca: notevoli sono le opzioni di personalizzazione e il supporto di tre dispositivi con tasti di cambio rapido. Rimane qualche dubbio sulla durevolezza del poggia polsi e si sente l’assenza della retroilluminazione.

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        Excel: giù le mani dalle nostre tabelle

        Non c’è niente di peggio che dare un foglio Excel in mano a colleghi o amici e vederlo tornare stravolto. Per fortuna possiamo proteggerlo con una password.

        Lavorando spesso con Microsoft Excel sicuramente avremo anche documenti importan­ti, su cui abbiamo investito molto tempo per sistemare le formattazioni, l’aspetto e i dati contenuti all’interno. Se questo è un documento in qualche modo ”circolante”, ci sarà già capitato di veder­lo tornare indietro ”massa­crato” da qualcuno che ha provato a fare modifiche con scarso successo.

        Se queste situazioni non ci sono nuove, la soluzione è facile e veloce: proteggere il file Excel, maga­ri utilizzando una password. Fortunatamente per poterlo fare non è necessario scari­care nuovi applicativi ma ba­sta sfruttare correttamente un preciso strumento inclu­so nel foglio di calcolo.

        Indice

        Protezione comoda

        Microsoft Excel include un sistema di protezione dedi­cato a tutti quelli che voglio­no mettere al sicuro da mani troppo intraprendenti i file e i dati. Questo sistema ha il notevole vantaggio di esse­re ampiamente personaliz­zabile in base alle esigenze dell’utente. Ma soprattutto hail vantaggio di essere una funzionalità di base del pacchetto Office. Grazie a questa protezione è possibile scegliere agilmen­te se bloccare l’intero documento con una password o impedire soltanto la modifi­ca.

        Excel proteggi tabelle

        Un’altra interessante ca­ratteristica è la sua capacità di includere esclusivamente un foglio di lavoro invece che un altro, lasciando ampio spazio di manovra al proprie­tario del file per scegliere cosa può venir modificato da un utente esterno o meno.

        excel proteggi password

        Questa caratteristica è con­divisa con tutte le applica­zioni principali della suite Office ma soltanto in Excel raggiunge tali livelli di perso­nalizzazione. Le opzioni mes­se a disposizione dell’utente sono tali da permettere la ge­nerazione di diverse versioni del documento, ognuna con la possibilità di modificare un singolo parametro.

        Il pac­chetto Office, a partire dalla sua versione 2016, utilizza un algoritmo crittografico AES a 256 bit per proteggere i file attraverso le password. Questo non significa che si tratti di un tipo di protezione ”ad alta sicurezza” (in fondo anche la password viaggia con il documento stesso), ma è più che sufficiente, nel­la normale vita da ufficio o casalinga, per segnalare agli altri utenti più “curiosi” che preferiamo che il file non sia modificato.

        Perché farlo?

        La procedura per proteggere un file Excel attraverso l’u­tilizzo del la crittografia e lo sblocco del file con una pas­sword è molto importante da conoscere se si utilizza Excel a un certo livello.

        Questa funzione, infatti, non è tanto dedicata ai singoli utenti quanto alle organizza­zioni o alle aziende che utiliz­zano Excel come strumento per l’elaborazione dei dati. La password verrà richiesta all’utente nel momento stes­so in cui tenterà di aprire il file, sia con Excel che con un simile programma per la produzione e gestione dei fogli elettronici.

        Il modo migliore per poter assicurare un alto livello di sicurezza a un file protetto da password è l’utilizzo di una chiave d’accesso robu­sta. Una password robusta si intende un codice alfanu­merico di minimo 8 carat­teri dove sono presenti let­tere maiuscole, minuscole, numeri e caratteri speciali (come _, $, !, per esempio) senza alcun tipo di associa­zione a parole realmente esi­stenti. Per assicurarsi che il file protetto sia quello origi­nale è possibile anche usare a proprio vantaggio un’altra delle funzioni di protezioni, ovvero una firma digitale. Questa firma, applicabile con un procedimento molto simile alla password, serve a garantire l’integrità della cartella di lavoro.

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        Windows 11: funzioni nascoste

        Windows 11 include strumenti e funzioni nascoste che potrebbero far gola a chi vuole sfruttare al massimo il nuovo sistema operativo di casa Microsoft.

        Il nuovo sistema operativo di casa Microsoft, reso disponibile dal colosso di Redmond lo scorso ottobre, presenta delle novità e delle funzioni tutte da scoprire. Dopo diversi dubbi relativi ai requisiti minimi necessari per poter utilizzare correttamente il sistema operativo, tra TPM e tipologie di firmware UEFI, sempre più attenzione sta venendo data alle nuove funzioni incluse nel pacchetto.

        Le caratteristiche più sbandierate da Microsoft durante il periodo di lancio sono state principalmente di carattere visivo. Windows 11 è infatti dota­to di un interfaccia utente decisamente rinnovata, più vicina al design fluido di scuola Apple tra angoli e ombre smussate. Questo non significa che il resto del sistema operativo sia stato lasciato uguale a se stesso ma, anzi, diverse sono state le innovazioni e vari sono stati i nuovi strumenti consegnati all’utente.

        Per questo motivo cerchiamo di scoprirne insieme quattro decisamente interessanti tra quelli presenti in Windows 11.

        Fare ordine scuotendo finestre

        Tra le nuove funzioni ne troviamo una perfetta per chiunque utilizzi il sistema operativo su un computer dotato di schermo con comandi touch. Attivando un interruttore nascosto sarà possibile fare ordine a schermo semplicemente scuotendo una delle finestre attive, andando a nascondere tutte le altre.

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        Fare ordine scuotendo finestre

        Questa funzione è partico­larmente indicata per tutti quei computer dotati di co­mandi touch poiché permet­te di ripristinare l’ordine a schermo senza sfruttare le scorciatoie da tastiera. Attivare questa funzione chiede all’utente di andare all’interno di una sezione delle Impostazioni e porta­re su On (acceso) un inter­ruttore. Apriamo quindi Im­postazioni dal menu Start.

        Aprire il menu start secondario

        Tutti conosciamo a menadito il funzionamento del menu Start: è letteral­mente uno degli elementi più famosi di tutto quanto l’ecosistema Windows.

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        Aprire il menu start secondario

        In Windows 11 questo menu è stato rivoluzionato dagli in­gegneri di Microsoft e ora mostra all’utente un minor numero di opzioni in maniera più ordinata. Questo chiara­mente ha fatto storcere non poco il naso ai puristi dei si­stemi operativi Microsoft. Il nuovo menu nasconde trop­pe delle funzioni classiche che nelle vecchie versioni di Windows rendevano veloce e indolore l’accesso ai mec­canismi interni del sistema operativo.

        Fortunatamente non tutto è perduto perché è possibile utilizzare un menu secondario dotato di diversi collegamenti diretti alle fun­zioni appena citate. Accede­re a questo menu seconda­rio è super facile: basta fare clic con il tasto destro del mouse sopra l’icona di Start nel la barra del le applicazioni usare la scorciatoia Win + x. Così facendo sarà possibi­le ottenere l’accesso a una serie di collegamenti diretti a funzioni come Gestione disco, Gestione compu­ter, Windows PowerShell, Visualizzatore eventi, Ge­stione dispositivi e così via.

        Guadagnare rapidamente spazio su disco

        Tenere installate applicazio­ni che non si utilizzano è il modo perfetto per andare a rallentare progressivamente le prestazioni del computer su cui è installato Windows. Il nuovo sistema operativo di Microsoft, fortunatamente, ha uno strumento integrato al suo interno che permette di ottimizzare lo spazio su disco andando a mostrare una selezione di file e appli­cazioni che sarebbe meglio eliminare per guadagnare punti in termini di prestazio­ni.

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        Guadagnare rapidamente spazio su disco

        In passato Windows 10 e le altre edizioni del sistema operativo erano in grado di mostrare a schermo come era suddiviso lo spazio del disco rigido, mentre lo stru­mento per cancellare file e applicazioni poco utili era contenuto altrove (il buon vecchio Pulizia disco). Win­dows 11 include tutto quan­to all’interno della stessa schermata, per la massima comodità possibile in termi­ni di azioni. Questo strumen­to è chiamato Consigli per la pulizia e si trova all’inter­no delle Impostazioni.

        Dopo averle aperte è necessario fare clic su Sistema e poi su Archiviazione. Qui ci verrà mostrato come è suddiviso lo spazio del disco rigido dove è presente il sistema operativo. Le suddivisioni riguardano le applicazioni, i file, i file temporanei e così via. Nella parte bassa dello schermo, sotto la categoria Gestione archiviazione, è necessario fare clic su Con­sigli per la pulizia. A questo punto a schermo comparirà una procedura guidata dove ci verrà spiegato cosa è pos­sibile cancellare e quanto spazio si guadagnerà di volta in volta. Una volta scelte le categorie da pulire baste­rà fare clic su OK per termi­nare il procedimento.

        Ridurre le notifiche

        Al giorno d’oggi se si lavora con il compu­ter è facile ricevere una tempesta di notifiche e informa­zioni spesso non richieste. Concentrarsi in questi casi diventa particolarmente difficile e, pertanto, è bene sapere che Windows 11 in­clude diverse personalizza­zioni e strumenti per la ge­stione delle notifiche. Uno di questi, forse il più interessante in assoluto, è chiamato Assistente notifiche. Il suo compito è di aiutare l’utente a mantenere la concentrazione, nascon­dendo o mostrando notifiche specifiche.

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        Ridurre le notifiche

        Per poter attivare questo strumento è necessario aprire le Im­postazioni e fare clic, dalla schermata principale, su As­sistente notifiche. Qui sarà possibile scegliere se disa­bilitare completamente le notifiche, lasciare attive soltanto quelle prioritarie (il cui stato è gestito da una lista personalizzabile) o visualiz­zare soltanto le sveglie.

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        Microsoft Edge: in arrivo nuove funzioni

        In arrivo nuove funzioni per quanto riguarda l’erede di Explorer, Microsoft Edge, browser di casa Microsoft.

        Il team del colosso di Redmond è al lavoro per introdurre sempre nuove funzionalità utili a facilitare la realizzazione delle attività lavorative (e non solo) degli utenti sul browser di Microsoft Edge.

        Secondo il colosso di Redmond, l’obiettivo principale è quello di aiutare gli utenti a utilizzare sempre più il browser Edge utilizzando nuovi tool smart e intelligenti.

        Una volta che hanno effettuato l’iscrizione al cloud di Microsoft 365, in maniera da rendere meno complicato passare da un’app all’altra.

        Dopo aver visto l’implementazione di alcune feature e ritocchi grafici, gli sviluppatori stanno introducendo e testando nuove funzionalità nel canale Beta di Microsoft Edge.

        1) Novità: gestione automatica dei profili

        La prima novità riguarda maggiormente la gestione automatica dei profili di alcune applicazioni per renderle più lineari e semplici una volta che si avvia l’app.

        Aperto il link da Outlook che indirizzava una riunione di Teams, Edge aprirà in maniera automatica il profilo senza che l’utente debba inserire la password.

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        In arrivo nuove funzioni per Edge.

        2) Novità: link condivisi

        Invece, per quanto riguarda la seconda novità, la funzione chiamata “Link Condivisi” permette di accedere a qualsiasi link condivisi attraverso il proprio account di Microsoft 365, ordinandoli in base per data, mittente e app.

        Edge aprirà una finestra posizionata a destra dove comparirà il nome del mittente e dell’app con l’anteprima del messaggio testuale.

        3) Novità: pagina iniziale

        La terza e ultima novità riguarda la pagina iniziale del browser dove mostrerà tutti i siti e i documenti più importanti del nostro lavoro. Inoltre, non mancherà uno strumento di scrittura che permetterà di correggere automaticamente qualsiasi tipo di errore.

        Come aggiornare Microsoft Edge

        Per aggiornare in maniera manuale il browser all’ultima versione, bisognerà:

        • cliccare sul menù (…) posizionato in alto a destra
        • scegliere la voce Impostazioni
        • cliccare sulla voce Informazioni su Microsoft Edge
        • controllare se è disponibile l’aggiornamento

        Inoltre, potete seguire la roadmap ufficiale di tutte le novità che verranno implementate dal team degli sviluppatori di Microsoft.

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        Thunderbird o Outlook?

        Thunderbird e Outlook: due email client a confronto. Quando parliamo di posta elettronica ci riferiamo a quello che è il centro della nostra vita, professionale ma non solo.

        Quando parliamo di posta elettronica ci riferiamo a quello che è il centro della nostra vita, professionale ma non solo. La nostra amministrazione personale, le comunicazioni con i clienti, i fornitori di servizi, le banche, gli acquisti online: tutto ruota attorno alla posta elettronica. È importante quindi potersi avvalere di un email-client che sia efficiente e facile da usare. Come fare per orientarsi in questa scelta?

        Due sono i provider tra cui gli user sono spesso indecisi, ovvero Thunderbird e Outlook. Conoscere quali sono i vantaggi e gli svantaggi di ognuno è importante per valutare quale email client fa più al nostro caso. Per gli utenti Thunderbird, serve anche per capire se conviene passare da Thunderbird a Outlook; un passaggio che, anche se semplice, deve sempre avere una sua convenienza. Cerchiamo di capire insieme pregi e difetti quindi di questi due operatori.

        Mozilla vs Microsoft

        La prima caratteristica che abbiamo notato e che è comune ad entrambi i provider, è che nessuno dei due è un cloud.

        Questa è una notizia che piacerà agli amanti della posta elettronica old school!

        Al di là di questa caratteristica, ci sono però diverse differenze che vanno sottolineate e che derivano principalmente dal fatto che Thunderbird nasce da Mozilla, mentre Outlook è legato a Microsoft.

        Mozilla è da sempre considerato un’ottima alternativa, quando però il sistema principale non può essere utilizzato.

        L’aspetto della sicurezza è senz’altro tra i primi a dover essere analizzato, e da questo punto di vista, anche se Thunderbird si difende bene, Outlook ha la meglio: la sua capacità di filtrare messaggi spam, virus, malware, phishing e altri elementi dannosi è superiore alla media.

        mozilla vs microsoft

        L’esigenza di tenere al sicuro il tuo pc o il tuo dispositivo mobile è quindi pienamente soddisfatta con Outlook.

        Per quanto riguarda l’interagibilità, entrambi sono provider che soddisfano i propri user: la grafica è chiara su entrambi, le varie funzioni possono essere trovate facilmente, ma Outlook ha – anche in questo caso – una marcia in più, data dalla possibilità di installare l’App.

        In questo modo, senza dover passare per la pagina principale di Internet, puoi comodamente inviare e ricevere email avvalendoti dell’applicazione.

        Il vero punto di forza di Outlook comunque, rimane il suo legame con Office.

        Un punto di forza che non è sostituibile, vista l’importanza di avere un client di posta collegato con il programma per documenti più utilizzato in tutto il mondo.

        Compatibilità e funzionalità

        Avere una grafica omogenea tra email e documenti, poter contare su un’interazione fluida tra messaggi e file ti porta su un altro livello.

        Outlook tra l’altro è già inserito nel pacchetto Office ma rimane perfettamente compatibile anche con i dispositivi Apple.

        Dalla nostra analisi è evidente quindi come, tra i due provider, Outlook possa essere considerato più interessante, non solo dal punto di vista della sicurezza ma anche da quello della funzionalità.

        Semplicità di utilizzo e grafica accattivante

        Un altro aspetto fondamentale da valutare quando si sceglie un client di posta elettronica è la compatibilità, oltre alla facilità di utilizzo (essendo software che vanno utilizzati svariate volte al giorno, se non costantemente). MS Outlook è compatibile sia con Windows che con Apple, ed è importante: si sa, i computer non durano una vita e vogliamo sentirci liberi di scegliere il PC che più ci piace, senza dover pensare alla compatibilità del client di posta elettronica.

        grafica e-mail

        Anche l’interfaccia di Outlook ci ha lasciati decisamente soddisfatti: è moderna, innovativa, intuitiva da usare. Rispetto ad essa, la grafica di Mozilla rimane un po’ più datata. Un altro inconveniente di Thunderbird è che l’interfaccia diventa più complicata man mano che cresce il numero di email, rendendo tutto il sistema più farraginoso.

        Anche i componenti aggiuntivi possono creare qualche piccolo intoppo perché, se possono essere installati senza problemi, vanno però costantemente aggiornati. E gli aggiornamenti a volte creano un rallentamento al nostro utilizzo del computer o della posta elettronica.

        A questo punto la scelta tra i due sistemi viene da sé: converti i tuoi file .mbox in .pst senza il rischio di perdere dati, e inizia a massimizzare l’utilità della tua posta elettronica!

        Il pacchetto Office: la carta vincente di Outlook

        La prima caratteristica che ci salta all’occhio quando pensiamo ad Outlook, è la sua integrazione nel pacchetto Office e con il sistema Windows. In termini pratici, vuol dire la possibilità di interagire al 100% con i programmi word, pdf, excel (per nominare solo i principali), risparmiando tempo e fatica rispetto ad altri client di posta elettronica. Considerando che l’account delle email viene molto utilizzato per inviare documenti, fatture, preventivi, la comodità è veramente al massimo. Basti pensare alla possibilità di poter fare copia e incolla mantenendo lo stesso format. Un gran bell’aiuto nella comunicazione con il destinatario del messaggio, anche dal punto di vista della precisione e della forma.

        La gestione della posta indesiderata e della posta eliminata

        Sia Outlook che Mozilla Thunderbird garantiscono un buon livello di filtro per la posta indesiderata, o spam. A parere degli utenti tuttavia, il filtro di Outlook sembra ancora più efficace nel tenere a bada tutta la marea di messaggi indesiderati che purtroppo arrivano ogni giorno nel nostro account. Inoltre ricordiamo che alcuni possono contenere anche dei virus alquanto sgraditi.

        Le differenze principali tra i due provider si avvertono soprattutto con le ultime versioni di Outlook. Quest’ultimo infatti ha migliorato un aspetto che poteva creare dei rallentamenti nella gestione della propria posta, ovvero l’eliminazione dei messaggi. Oggi la posta eliminata va direttamente nella cartella “cestino”, mentre prima rimaneva solamente indicata come posta eliminata.

        spam

        Considerazioni finali

        Dopo aver sperimentato entrambi i provider, abbiamo notato anche altre caratteristiche di Outlook che abbiamo apprezzato molto, come la possibilità di creare delle cartelle di posta elettronica, di avere più indirizzi email sotto un unico profilo e di potersi avvalere di indirizzi condivisi. Da ultimo, ma non per importanza, c’è anche la costante presenza degli aggiornamenti: la tecnologia è un settore in continua evoluzione, e avere la possibilità di avere un provider di posta sempre aggiornato è fondamentale per non ritrovarsi a doverlo cambiare nel giro di pochi mesi.

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        Windows 10: Microsoft forza il controllo integrità

        Microsoft ha iniziato a forzare l’aggiornamento del tool Controllo integrità PC per il passaggio a Windows 11, tramite Windows Update, sui dispositivi con Windows 10.

        Il tool PC Health Check (Controllo integrità PC in italiano) serve per verificare il rispetto dei requisiti hardware minimi e quindi la possibilità di installare Windows 11. Da qualche giorno, Microsoft ha iniziato a distribuire il tool tramite Windows Update, forzando il download sui dispositivi con Windows 10.

        Controllo integrità forzato su Windows 10

        Il Controllo integrità viene scaricato e installato automaticamente quando l’utente verifica la disponibilità di aggiornamenti su Windows Update. Il tool viene indicato con KB5005463 nella sezione “Altri aggiornamenti” della pagina “Visualizza aggiornamenti installati“. I file necessari sono copiati nella directory PCHealthCheck in C:\Windows\Programmi e viene aggiunto un collegamento nel menu Start.

        Windows 10: Microsoft forza il controllo integrità

        Microsoft scrive che il tool può essere disinstallato da Impostazioni > App > App e funzionalità o dal vecchio Pannello di controllo. Alcuni utenti hanno tuttavia segnalato che il Controllo integrità PC viene nuovamente scaricato e installato insieme ai successivi aggiornamenti, in quanto nel registro di sistema non viene creata la chiave HKEY_LOCAL_MACHINE\SOFTWARE\Microsoft\PCHC. Se invece esiste e il valore della DWORD PreviousUninstall è impostato a 1, il tool non verrà più scaricato.

        Store Windows 11

        L’azienda di Redmond ha comunicato inoltre che il nuovo Windows Store di Windows 11 è disponibile anche su Windows 10 per gli iscritti al canale Release Preview del programma Insider. Probabilmente sarà disponibile per tutti con Windows 10 21H2. Il Windows Subsystem for Android rimarrà invece un’esclusiva del nuovo sistema operativo.

        Gli iscritti al canale Dev del programma Insider di Windows 11 possono invece scaricare la build 22489 che include diverse novità, tra cui la nuova pagina che permette di accedere alle impostazioni dell’account Microsoft.

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        Passwordless: ecco il futuro di Microsoft

        Passwordless: che cos’è e come cambia il futuro dell’autenticazione da PC e Mobile da parte di Microsoft.

        L’utilizzo di password per l’accesso a un sistema o un servizio è una prassi consolidata. Purtoppo non sempre l’utilizzo di questo sistema offre agli utenti una buona esperienza d’uso. Per essere sicura una password deve essere sufficientemente forte, quindi possibilmente non una parola presente nel vocabolario e composta da lettere, numeri e caratteri speciali. La password diventa così difficile da memorizzare e, proprio perché complessa, si preferisce utilizzarne una per svariati servizi: il ragionamento che l’utente medio  fa è più o meno questo “scelgo una password sicura, la memorizzo e uso sempre quella”.

        Il futuro però può essere senza password e il futuro, secondo Microsoft, può iniziare fin da oggi. Il gruppo di Redmond, infatti, intende dare il via a quella che ha le sembianze di un vero e proprio cambio di paradigma per gli utenti. Aiutandoli a gestire le password in modo più sicuro attraverso un tool appositamente sviluppato.

        Il futuro è passwordless con authenticator o smartcard

        Se la password è troppo complessa, facilmente ce la si dimentica. Quando invece non è sufficientemente complessa, facilmente può essere identificata. Se è frutto di una formula apparentemente complessa, il più delle volte può essere interpretata. Come uscirne?

        L’autenticazione passwordless si basa fondamentalmente sul possesso di due elementi, uno pubblico e uno privato, per il buon esito del processo. La parte pubblica risiede sui sistemi che rendono disponibile il servizio al quale ci si vuole autenticare ed è fornita in fase di registrazione; può essere banalmente lo username, oppure un altro identificativo fornito in modalità sicura all’utente dal gestore stesso.

        Il processo di autenticazione, ovvero le operazioni che l’utente dovrà effettuare, può essere così esemplificato: inserire la componente pubblica nella pagina web del servizio al quale ci si deve autenticare e completare la procedura fornendo al servizio remoto la componente privata ad esempio tramite lo smartphone personale sul quale si riceverà una notifica e una richiesta di conferma per portare a termine l’autenticazione. Ma gli esempi potrebbero essere parecchi, come la generazione tramite app di un codice temporaneo da inserire sulla pagina web contestualmente alla componente pubblica. Oppure all’inserimento in un lettore dedicato di una smartcard.

        Microsoft consiglia questi semplici passaggi per passare ad un livello nuovo di sicurezza:

        1. collegare il proprio account Microsoft all’app Microsoft Authenticator
        2. Visitare il proprio Microsoft account, scegliere le opzioni di sicurezza avanzate e, sotto “Opzioni di sicurezza addizionali”, attivare “Passwordless account”.

        Se compare questo messaggio il passaggio è compiuto:

        Passwordless: ecco il futuro di Microsoft

        Vantaggi

        In uno scenario simile si concretizza una situazione in cui anche un eventuale violazione di sistema non mette nelle mani di malintenzionati le credenziali di accesso degli utenti. Al tempo stesso l’utente è sgravato dal compito di gestire in modo mnemonico le password.

        Per le organizzazioni i vantaggi sono molteplici, infatti, il carico di lavoro dovuto alla gestione delle problematiche legate al furto/smarrimento di password è sensibilmente ridotto . Inoltre, anche gli utenti stessi hanno benefici in termini di produttività adottando una soluzione passwordless: l’accesso ai servizi sarà estremamente più semplice non richiedendo sforzi mnemonici ma il semplice possesso del proprio smartphone o altro dispositivo hardware selezionato dall’ IT aziendale.

        Anche Microsoft investe nel mondo passwordless

        Le tecnologie passwordless offrono vantaggi a ogni fascia di utenti coinvolti nel processo: per l’utente finale il tutto si traduce in un accesso sicuro e semplificato  ai servizi online mentre le organizzazioni potranno disporre di queste soluzioni software rese disponibili  da partner affidabili.

        Per essere considerata una valida alternativa, una soluzione passwordless deve essere implementata in modo opportuno: deve apparire all’utente come un’alternativa più semplice e capace di identificarlo ad esempio attraverso il solo smartphone personale. Infatti, anche Microsoft sta affinando sistemi di autenticazione passwordless su diversi fronti. A iniziare da Windows 10 dove ha integrato tecnologie in grado di supportare le più recenti soluzioni passwordless, mettendo a disposizione dell’utente anche app dedicate da installare sul proprio smartphone. Inoltre, questo genere di soluzioni è in grado di sfruttare le potenzialità offerte dalla piattaforma TPM per la corretta gestione della crittografia a cui sottoporre dati e informazioni.

        Questo processo inizia su Edge e Microsoft 365, ma in futuro sarà esteso anche alle altre proprietà del gruppo. Un passo avanti con il quale Microsoft ritiene si possa davvero alzare il livello medio di sicurezza dei singoli account, migliorando al tempo stesso l’esperienza degli utenti con le proprie credenziali di accesso.

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