Ecco le speciali app che eliminano le imperfezioni vocali di chi canta (autotune), rendendo tutti intonati.
Prima di diventare una potenziale hit di successo, una canzone attraversa varie fasi, dalla scrittura e stesura del testo alla registrazione del canto su una qualsiasi base musicale. E se possiamo dire che il testo è importante, la voce è fondamentale, soprattutto per trasmettere agli altri il messaggio desiderato con una certa efficacia. Negli ultimi anni, con l’esplosione della musica trap tra giovani e giovanissimi, è aumentato in maniera esponenziale l’uso dell’ autotune, un software che consente di eliminare le eventuali imperfezioni vocali di chi canta e correggerne la “stonatura”. In questo articolo abbiamo quindi deciso di raccogliere le migliori app disponibili su smartphone Android, iPhone e iPad.
Come spesso accade, a una domanda crescente corrisponde un’altrettanta adeguata offerta: ecco perché oggi possiamo trovare tantissime app per autotune su smartphone e tablet, a prescindere dal sistema operativo utilizzato, sia esso Android o iOS. Nella maggior parte dei casi le app per autotune sono gratuite o comunque a prezzi abbordabili e offrono concretamente un aiuto a chiunque voglia correggere la propria intonazione servendosi di un mezzo molto popolare e di largo utilizzo tra i cantanti della nuova generazione. Andiamo a vedere nel dettaglio le 6 migliori app per autotune che abbiamo selezionato tra le tante offerte presenti sugli store online per i dispositivi mobili.
Il sito ufficiale è raggiungibile da questo link. Voloco risulta tra le app più popolari per autotune, come testimoniano gli oltre 50 milioni di download su Android e iOS. Include inoltre un editor audio e un registratore vocale che consentono di migliorare la registrazione di tracce, voci fuori campo e demo, modificare in tutto e per tutto qualsiasi audio. In più permette di eliminare eventuali rumori di fondo e, ovviamente, correggere il tono della voce, in modo da conservare una perfetta armonia tra canto e traccia musicale.
Per sbloccare tutte le funzioni e rimuovere i limiti della versione gratuita, è necessario sottoscrivere l’abbonamento mensile o annuale al costo rispettivamente di 7,99 euro al mese o 44,99 euro all’anno. Scegliendo la fatturazione annuale, possiamo usufruire di una prova gratuita della durata di sette giorni durante la quale si può testare la versione completa dell’applicazione.
Il sito ufficiale è raggiungibile da questo link. StarMaker, con più di 50 milioni di utenti attivi nel mondo, è tra le più celebri piattaforme di social music disponibili su Google Play Store e App Store. Consente tra l’altro, di registrare i brani personali con diversi effetti vocali, come Party, Warm, Vinyl, Affascinante e Distant.
Disponibile anche la funzionalità attraverso cui è possibile correggere l’intonazione musicale. Possiamo usufruire della versione gratuita, ma per accedere a funzionalità extra (come il salvataggio delle registrazioni del karaoke) include acquisti in app a partire da 1,09 euro fino a un massimo di 109,99 euro.
Possiamo scaricarlo da qui. AutoRap by Smule è un’altra app per autotune con oltre 10 milioni di download soltanto sui device Android. Il suo motto è: “Se puoi parlare puoi rappare”. Ci sono al suo interno diverse modalità, tra cui modalità Rap: l’utilizzatore dell’app non deve fare altro che cantare seguendo il suo stile e il suo ritmo, sarà poi il software a sistemare e correggere in automatico i versi con il brano scelto in partenza.
In più, ogni settimana sono disponibili nuovi brani di artisti del calibro di Drake, Eminem, Lil Wayne, Nicki Minaj, BOB, Snoop Dogg, T-Pain e tanti altri ancora. Come per le applicazioni spiegate in precedenza, anche AutoRap by Smule prevede acquisti in-app a partire da 1,99 euro, che consentono di usufruire dell’esperienza completa da parte dei rapper più talentuosi.
Questo il link per scaricarlo https://rapfame.app/. Rap Fame è un’a popolare app’app popolare per Android e iOS adatta sia per gli amatori alle prime armi e sia per chi ha già esperienza e vorrebbe un aiuto per migliorare alcune tracce.
Gli artisti più bravi, o meglio più seguiti della community, possono finire con buona probabilità nella radio ufficiale dell’app, così da accrescere la propria popolarità con un vastissimo pubblico. L’unica pecca è che per usare l’effetto Autotune è necessario sottoscrivere l’abbonamento Premium al costo di 29,99 euro all’anno. Se volete testare l’app gratuitamente avete tre giorni a disposizione, così da considerare se l’app faccia davvero al caso vostro prima di considerarne l’acquisto.
Raggiungete il sito da qui. VocaLive è un’app per autotune disponibile solo per dispositivi iOS che offre fino a 12 effetti vocali professionali (due inclusi nella versione gratuita) e 55 preset. Con questa applicazione, sviluppata da IK Multimedia, è possibile cantare sopra un qualsiasi brano incluso nella libreria di iTunes Music e usare un registratore a due tracce. In più c’è il supporto a Core MIDI, Core Audio, Inter-App Audio e Audiobus. Anche in questo caso, l’ effetto autotune è disponibile mediante acquisto in-app al prezzo di 5,99 euro. Molto poco economica la funzione del registratore, al costo di 19,99 euro.
Per quest’app andate su https://www.ikmultimedia.com/products/vocaliveios/. Completiamo la lista delle migliori app per autotune con Voice Synth. Rispetto alle app precedenti, è l’unica disponibile esclusivamente a pagamento. In questo caso però, ne vale decisamente la pena: oltre all’ effetto autotune, sono presenti 250 preset ed effetti multipli integrati, più la possibilità di suonare strumenti musicali tramite la propria voce (funzionalità Play-By-Voice).
Abbiamo la possibilità di salvare ogni nuova traccia come file audio e preset, senza contare la compatibilità con MIDI, Audio Units e Inter-App Audio. Disponibile esclusivamente su App Store, Voice Synth costa 14,99 euro. Tra tutte quelle presentate in questa guida, è senz’altro la numero uno.
Scopriamo chi è Satoshi Nakamoto, l’ideatore di Bitcoin, uno degli uomini più ricchi del mondo
Ormai, già da qualche tempo Bitcoin, criptovalute, blockchain sono parole sulla bocca di tutti. Alcuni ne parlano con cognizione di causa. Molti invece ripetono a pappagallo quello che hanno trovato in rete o hanno sentito da un amico, magari tra l’altro ben poco informato.
C’è chi li considera un fenomeno passeggero e chi, invece, il primo passo di un cambiamento epocale. Su una cosa, però, sono tutti d’accordo: non si ha idea di chi, o cosa, si nasconda dietro al nome “Satoshi Nakamoto”, formalmente l’ideatore di Bitcoin nonché una delle persone più ricche del pianeta, che potenzialmente è anche in grado di condizionarne per sempre gli equilibri.
Nessuno sa chi sia davvero, ma tutti sanno cosa ha fatto: Satoshi Nakamoto è l’inventore del Bitcoin e del suo protocollo. Ha pubblicato un documento che spiegava il funzionamento della criptovaluta nel novembre 2008. Ha lanciato la prima versione del software Bitcoin nel 2009 ed è poi scomparso dalla scena a fine 2010. Sebbene dal nome possa sembrare giapponese, è bene non giudicare mai dalle apparenze. “Satoshi” significa “intelligente, saggio”. “Naka” può significare “interno, relazione”. “Moto” indica invece “origine”, o “creazione”.
Sono tutte caratteristiche che qualificano una persona che ha creato un movimento su un algoritmo alquanto ingegnoso. Ma ogni parola può avere diversi significati e il mistero dell’identità di Satoshi Nakamoto sembra destinato a rimanere tale.
A Satoshi Nakamoto è anche colui che per primo ha utilizzato il sistema blockchain. All’interno del processo, Nakamoto è stato il primo a risolvere il problema della doppia spesa per la valuta digitale. All’interno del network del Bitcoin, Satoshi Nakamoto è stato attivo almeno fino a dicembre 2010.
Secondo gli ultimi dati del 2022, si pensa che Satoshi Nakamoto possieda tra i 750 mila e un milione di Bitcoin, per un valore stimato di circa 19,1 miliardi di dollari secondo la quotazione al 30 giugno 2022.
Nell’ottobre del 2008, in uno dei momenti più bui dei mercati azionari, Nakamoto ha pubblicato un articolo su The Cryptography Mailing list per il sito metzdowd.com. dove per la prima volta descriveva una valuta digitale. Il sistema di pagamento elettronico peer-to-peer ideato ha preso subito il nome di Bitcoin. Nel gennaio 2009, Nakamoto ha lanciato il primo software che ha dato inizio al network e ha creato le prime unità della criptovaluta Bitcoin. Satoshi Nakamoto ha lanciato la versione 0.1 del software Bitcoin su Sourceforge il 9 gennaio 2009.
La scrittura del software, secondo lo stesso Nakamoto ha avuto inizio nel 2007. L’inventore di Bitcoin sapeva bene che per la modalità di funzionamento avrebbe dovuto essere in grado di supportare un’ampia gamma di tipologie di transazioni. La soluzione implementata ha permesso ai codici specializzati e ai campi dati di utilizzare uno script predicativo fin dall’inizio.
Nakamoto ha creato un sito web con dominio bitcoin.org e ha continuato a collaborare con altri sviluppatori sul software Bitcoin fino alla metà del 2010. Da quel momento in poi ha ceduto il controllo del codice sorgente e delle chiavi del network a Gavin Andresen, e ha trasferito diversi domini correlati a favore di vari membri importanti della community del Bitcoin. In poche parole, ha dato fine al suo coinvolgimento nel progetto. Fino a poco prima del suo passaggio di consegne, Nakamoto ha compiuto tutte le modifiche al codice sorgente da solo.
Le voci circolanti all’interno del settore delle criptovalute affermano che Nakamoto è un uomo che vive in Giappone, nato il 5 aprile del 1975. Ad ogni modo, la ricerca della vera identità di Nakamoto si è concentrata principalmente su un certo numero di esperti di crittografia e di informatica non di origine giapponese, ma europea o statunitense.
Nel corso del tempo, Nakamoto non ha fatto trapelare quasi nessuna informazione personale, stando attento a non far scoprire la sua identità. Solo nel 2012, sul suo profilo della P2P Foundation ha dichiarato di essere un maschio di 37 anni che viveva in Giappone, ma alcuni ipotizzano non sia davvero giapponese per il suo uso perfetto dell’inglese. Secondo un’analisi fatta dal programmatore svizzero Stefan Thomas, esaminando gli orari di pubblicazione di ogni post del forum del network firmato Nakamoto (più di 500), risulta la quasi totale assenza di post tra le ore 5 e le ore 11 della mattina (orario di Greenwich), suggerendo che Nakamoto dormisse durante quella fascia oraria.
Se Nakamoto è un singolo individuo con abitudini di sonno convenzionali, si può dedurre che risiede in un’area con un fuso orario UTC-05: 00 o UTC-06: 00. Ne consegue che l’area di pubblicazione dei post include parte degli Stati Uniti e del Nord America, alcune parti dell’America centrale, dei Caraibi e del Sud America.
Uno dei sospettati è Michael Clear, uno studente di crittografia laureato presso il Trinity College di Dublino, secondo Joshua Davis del New Yorker. Analizzando 80.000 parole è arrivato a questa conclusione, grazie ad alcuni indizi di natura linguistica. L’altro sospettato è invece il sociologo finlandese specializzato in economia e ex sviluppatore di videogame Vili Lehdonvirta. Tuttavia entrambi hanno negato di essere il fondatore di Bitcoin.
Addirittura c’è chi crede, come Adam Penenberg della FastCompany, che ci siano invece tre persone dietro allo pseudonimo di Satoshi Nakamoto: Neal King, Vladimir Oksman e Charles Bry. Penenberg sospetta che i tre abbiano lavorato in Team, ed ha analizzato le frasi del primo documento esplicativo sul Bitcoin, redatto da Nakamoto, su Google. Tutto questo per vedere se tali frasi fossero state utilizzate altrove. Nella fattispecie ha analizzato le parole «computationally impractical to reverse», scoprendo che era stata utilizzata all’interno di una domanda di brevetto inoltrata da questi tre personaggi
Il nome di dominio bitcoin.org utilizzato originariamente da Satoshi per pubblicare il suo primo documento risulta registrato tre giorni dopo la presentazione della domanda di brevetto in Finlandia, dove uno degli autori del brevetto era stato sei mesi prima che il dominio fosse registrato. Ovviamente tutti negano. Michael Clear ha smentito pubblicamente di essere Satoshi in occasione del Web Summit del 2013.
Tuttavia la teoria di Penenberg sembra non reggere poiché il dominio bitcoin.org è stato registrato il 18 agosto 2008. Tra l’altro utilizzando un servizio di registrazione anonimo giapponese tramite un ISP giapponese. La registrazione del sito è stata trasferita in Finlandia solo il 18 maggio 2011 facendo cadere l’ipotesi di Penenberg. Altri pensano che sia Martii Malmi, uno sviluppatore che vive in Finlandia coinvolto nel network del Bitcoin sin dall’inizio e che ha sviluppato l’interfaccia utente.
Il mistero dell’identità di Satoshi Nakamoto col tempo non si è affatto placato. Tanto che i produttori di Arte.Tv ne hanno fatto una docuserie di sei puntate, raccogliendo elementi e prove esistenti. Chiunque siano i sospettati, secondo gli autori della serie, Nakamoto faceva parte dei Cypherpunk. Per chi non lo sapeppe è un gruppo di attivisti dell’area di San Francisco, che dal 1993 ha iniziato a promuovere la crittografia per garantire la privacy.
Per decenni il gruppo, tra i cui esponenti spiccano Nick Szabo, Hal Finney, Adam Back e Wei Dai, lavora al progetto blockchain e alla creazione valute peer-to-peer, approfittando della sfiducia verso il sistema finanziario tradizionale dopo la crisi dei mutui subprime e il fallimento di Lehman Brothers.
Secondo alcuni dietro a Satoshi potrebbe esserci proprio Hal Finney, crittografo scomparso prematuramente nel 2014. Molti gli indizi ad avvalorare la tesi: è sua la prima transazione Bitcoin di sempre e la sparizione di Nakamoto nel 2010 coincide con il ritiro di Finney a causa della malattia. Tra gli altri sospettati c’è Nick Szabo: fu lui a inventare il Bit Gold, la criptovaluta che ha poi ispirato il Bitcoin (sebbene nel white paper non ve ne sia traccia). Un altro indizio che fa puntare il dito su Szabo è la similarità del suo stile di scrittura con quello degli scritti di Nakamoto, in primis la presenza di due spazi all’inizio di ogni frase.
Nel 2016 è il turno dell’imprenditore informatico Craig Steven Wright che ha tentato di convincere i media di essere lui il creatore dei Bitcoin. Per dimostrarlo, Wright ha firmato un messaggio con la chiave di crittografia privata associata alla prima transazione in Bitcoin. Questa prova gli è valsa l’assegnazione di 1,1 milioni dei primi Bitcoin a conclusione di un processo che lo vedeva coinvolto nell’eredità di un suo ex-collaboratore, David Kleiman, con cui avrebbe creato Bitcoin. Ma non è stata considerata una prova sufficiente per dimostrare che Nakamoto fosse davvero lui.
Ecco una soluzione comoda per avere Whatsapp sul proprio tablet
Sia che si tratti di lavoro o che si tratti di comunicazioni private ormai siamo un po’ tutti dipendenti da Whatsapp. Per questo c’è la possibilità di condividere lo stesso account su tutti i nostri dispositivi. Possiamo ad esempio sfruttare l’accesso Web su Windows, anche grazie all’ottimo Ferdium. Esiste una soluzione simile anche per usare Whatsapp su un tablet Android? Scopriamolo!
La gestione di un account Whatsapp su dispositivi multipli, come ad esempio tablet, è sempre stata problematica. Il servizio, in una prima fase è riuscito a trovare delle soluzioni ma con molti limiti. Addirittura se ben ricordiamo l’accesso era possibile soltanto da un unico device, quello in cui era inserita la scheda Sim legata al numero telefonico con cui ci si era registrati.
Nel corso degli anni, ma sempre con un certo ritardo rispetto a tutti i concorrenti, gli sviluppatori hanno aggiunto anche uno strumento che consente l’accesso via Web. Una funzione però piuttosto limitata. Ad essere sinceri, spesso (specialmente nei primi tempi) questa funzione ha denunciato problemi di stabilità ed efficacia. Erano difatti frequenti disconnessioni e la periodica necessità di effettuare una nuova autenticazione per accedere ai propri messaggi. Solo di recente è stato lanciato anche un client per i sistemi operativi desktop di tipo “nativo” tipo Windows. Questo in realtà offre poco più di un contenitore per il servizio basato sul Web, ma fino a oggi rimangono ancora assenze significative nella dotazione di funzioni.
La lentezza nell’evoluzione di Whatsapp è stata uno dei fattori che hanno contribuito al successo di alcune piattaforme alternative, in particolare Telegram. Questo concorrente, infatti, ha mostrato una carica di innovazione di gran lunga superiore, arrivando a offrire ormai da molti anni tutte le funzioni che, con estrema lentezza, Whatsapp sta iniziando a implementare soltanto adesso. le soluzioni integrate per i servizi di messaggistica istantanea in ambiente mobile sono piuttosto rare. Il progetto più interessante sembra essere Beeper, ma attualmente l’accesso al servizio è su invito e le app mobile sono ancora in corso di sviluppo.
Progetto interessante che si pone l’obiettivo di unificare tutti i servizi di messaggistica in un’unica interfaccia.
La versione iOS è in fase beta e l’unico modo per scaricarla è solamente tramite Testflight. Cioè gli utenti che sono stati invitati riceveranno una mail con un link per testare l’app, mentre quella Android è stata pubblicata ufficialmente sul Play Store ma richiede comunque un invito per l’iscrizione al servizio. Se però l’esigenza è soltanto quella di accedere a Whatsapp con il tablet, si può sfruttare una novità introdotta finalmente – dagli sviluppatori con l’aggiornamento di novembre.
La funzione che ha ottenuto la massima attenzione da parte della stampa e degli utenti è sicuramente la possibilità di inviare messaggi a sé stessi. Una modalità d’uso che molti utenti sfruttano per salvare note e appunti, inoltrare informazioni provenienti da altre chat e per scopi simili. Per sfruttare questa funzione è sufficiente creare una nuova chat e selezionare come destinatario il proprio contatto (basta cercare tu nell’elenco), oppure inoltrargli un messaggio proveniente da un’altra chat. Ma ancora più interessante (per i possessori di un tablet Android) è la seconda novità dell’update di novembre: gli sviluppatori stanno infatti lavorando anche alla versione tablet dell’app.
L’app per smartphone può infatti mostrare un alert che informa della nuova funzione. Inoltre alcuni utenti della versione beta hanno potuto visualizzare anche una schermata di presentazione. Per provare l’ultima release di Whatsapp tramite i canali ufficiali bisogna iscriversi al programma beta del servizio, attraverso questo collegamento. Il numero di beta tester è però a numero chiuso e quasi sempre sarà impossibile inviare una nuova richiesta. Si può però ovviare al problema scaricando e installando l’ultima beta da un repository alternativo, come per esempio APKMirror. Basta raggiungere l’indirizzo e scaricare il pacchetto APK della versione beta più recente.
Alcuni aggiornamenti relativi a Windows 11 possono creare problemi al nostro computer e farlo andare in crash, vediamo quali.
Alcuni possessori di computer Lenovo, si sono lamentati del fatto che da dopo l’installazione di alcuni aggiornamenti in Windows 11, il computer cominciasse a fare le bizze. Nello specifico il pc andava in crash, un problema abbastanza grave.
Di fatto il computer va in blu screen ogni pochi minuti, indipendentemente da quello che si sta facendo, rendendo di fatto impossibile svolgere il proprio lavoro. Anche aggiornando tutti i driver, rimuovendo qualsiasi periferica USB, il problema sembra non risolversi. Perché?
Una periferica che da problemi
Il problema è abbastanza frequente su alcuni notebook di Lenovo ed è dovuto a un driver particolare: l’Intel Management Firmware. L’Intel Management Engine serve in ambito aziendale a favorire le operazioni di gestione dei singoli pc da remoto; è un componente incluso in ogni chipset Intel recente, e in ambito Windows per poter utilizzare questa tecnologia occorre installare un driver apposito, fornito a corredo della scheda madre insieme agli altri driver.
Questo driver tende infatti a mandare il computer in crash molto frequentemente rendendolo inutilizzabile. Per nostra fortuna esiste però una soluzione, anche abbastanza semplice per ovviare a questa situazione di disagio. Bisogna andare su Gestione Dispositivi digitando sulla barra della ricerca e a questo punto appariranno tutte le periferiche connesse al nostro pc (vedi figura), anche quelle più “sconosciute”. Cerchiamo la voce Intel Management Engine, che dovrebbe essere evidenziata da un punto esclamativo, proprio a indicarci che presenta delle problematiche da risolvere.
Periferica malfunzionante. Basta disabilitare l’Intel Management Engine Firmware per evitare i ripetuti crash dei notebook Lenovo con i recenti aggiornamenti di Windows 11.
Selezioniamo questa periferica, clicchiamoci sopra con il tasto destro e disabilitiamola. Successivamente, disinstalliamola. Riavviamo il computer e a questo punto dovrebbe funzionare tutto come prima e i crash saranno eliminati.
PowerToys è stato recentemente aggiornato con un nuovo, utilissimo, strumento: file locksmith. Ci può aiutare a capire quali file sono usati in ogni istante, a individuare cause di rallentamenti, a cancellare file bloccati
Sicuramente è capitato a tutti noi di non riuscire almeno una volta a cancellare un qualsiasi file usato da un’app. Pur provando a chiuderlo in vari modi e a chiudere tutte le app, il file appariva sempre come “in uso”. Il nuovo strumento File Locksmith ci mostrerà tutti i processi che accedono a un determinato file in modo che tu possa terminarli e riprendere il controllo. Sì possono scansionare sia un singolo file o tutti quelli che sono presenti in una cartella. Basta fare clic su End Process, quindi successivamente puoi chiudere le applicazioni e i processi che ci impediscono di accedere e modificare il file.
Queste informazioni inoltre saranno utili anche per capire se ci sono problemi di prestazioni, ad esempio quando il tuo computer si spegne molto lentamente. Questo è spesso correlato ad alcuni processi che salvano e chiudono dei file in background: l’utilizzo di File Locksmith ci aiuterà ad identificarli. Peccato per la traduzione italiana dello strumento che lascia a desiderare: Fabbro File…non è delle migliori.
Come funziona “Fabbro File”
Innanzitutto quello che dobbiamo fare è scaricare il tool Power Toys.
Scarichiamolo dal Microsoft PowerToys dal Windows Store. Se lo abbiamo già installato, assicuriamoci che l’applicazione sia aggiornata: File Locksmith è infatti stato introdotto a novembre all’interno di PowerToys 0.64.0.
Verifichiamo che sia attivo aprendo PowerToys e andando nella tab Fabbro File. Clicchiamo eventualmente su Altre informazioni su Fabbro File per scoprire di più su questo nuovo componente dei PowerToys.
Selezioniamo un file o un cartella e clicchiamo con il tasto destro. Selezioniamo ora la voce Che cosa sta usando questo file? Se non è presente, clicchiamo su Mostra altre opzioni per mostrarla.
Apparirà una lista di tutte le applicazioni che usano il file (o i file, se più di uno) selezionato. Cliccando su Termina attività potremo chiuderla direttamente dall’app, senza passare per il classico Gestione attività.
Intelligenza Artificiale, realtà virtuale, crescita personale e social innovativi risultano ai primi posti nelle classifiche delle migliori app del 2022, secondo il giudizio degli esperti di Google e Apple e una statistica sul gradimento degli utenti
Anche quest’anno, nei primi giorni di dicembre Google e Apple hanno reso note le classifiche relative alle migliori app dell’anno che si è appena concluso. Come consuetudine è stato Tim Cook, CEO di Cupertino, a consegnare l’App Store Award 2022 ai 16 sviluppatori che si sono distinti “per offrire prospettive fresche, significative e genuine”. Anche a Google hanno comunicato i nomi dei vincitori del loro Best of Play 2022, scelti sia da una giuria di addetti ai lavori che dal gradimento degli stessi utenti.
In assoluto quest’anno hanno avuto successo le app che sfruttano l’Intelligenza Artificiale ed elaborano le richieste direttamente sui loro server e non sul dispositivo dell’utente. I due migliori esempi sono quelli di Dream by WOMBO, un’app che permette di realizzare immagini di ogni tipo utilizzando parole chiave o anche frasi complesse, e Plant Parent – Guida alla Cura, un’app che riesce a identificare dal proprio database non solo la pianta, ma anche eventuali malattie che la interessano.
L’app social che nel 2022 ha riscosso il maggior successo sia dagli utenti Apple che da quelli Android è BeReal. Your friends for real, che come indica il nome non prevede l’utilizzo di filtri di bellezza nelle immagini che vengono pubblicate. Non solo, ma obbliga a pubblicare una propria immagine se si vogliono vedere quelle degli altri, in modo da rendere il social più partecipato.
Tra le app del 2022 per la crescita e il benessere personale, che purtroppo sono tutte in inglese, sono state premiate Breathwrk, che mostra come una respirazione corretta faccia stare meglio, e Recover Athletics che aiuta a individuare e gestire al meglio gli infortuni di chi pratica sport. I giochi più premiati invece sono gli strategici di guerra come Apex Legends Mobile, con cui è possibile giocare insieme ai propri amici, ma che richiedono dei dispositivi di fascia alta per divertirsi al massimo.
Realizza fantastiche opere d’arte usando l’Intelligenza Artificiale: basta inserire lo stile e alcune parole chiave.
L’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale per realizzare opere d’arte è in continua crescita. E non per niente la migliore app dell’anno secondo gli esperti di Google è proprio un’app in grado di generare immagini come Dream by WOMBO. A differenza di altre app simili, che sono utilizzabili solo a pagamento, questa consente di ottenere ottimi risultati anche nella versione gratuita, pur con una limitazione degli stili disponibili. Il suo funzionamento è semplice. Popo averla installata e avere fornito i permessi richiesti, potremo prima di tutto dare un’occhiata alle opere d’arte realizzate da altri utenti dell’app che poi hanno deciso di condividerle.
Quindi basterà fare un tap sul pulsante per creare la nostra. Nella casella superiore dovremo inserire alcune parole chiave, poi scegliere uno stile tra quelli disponibili e infine, solo se vogliamo, inserire una nostra immagine da modificare. Noi abbiamo inserito come parola chiave “Clown”, scelto lo stile Bad Trip e caricato una nostra foto. Potete vedere qui a fianco il risultato che potrà comunque essere modificato e poi condiviso. La versione a pagamento dell’app costa 5,49 € al mese e permette di utilizzare tutti gli stili disponibili e ottenere quattro risultati alla fine di ogni ricerca.
Oltre a riconoscere la pianta inquadrata, individua eventuali malattie e offre indicazioni per la cura
Sappiamo già che app come Plant Net sono in grado di riconoscere fiori e piante di ogni tipo semplicemente inquadrandole con la fotocamera dello smartphone. Ora però Plant Parent – Guida alla Cura si spinge oltre il riconoscimento del tipo di pianta. In pratica permette, tra le altre cose, anche di individuare eventuali problemi di salute delle foglie o dei fiori inquadrati. Offrendo difatti anche consigli per la cura. Si tratta chiaramente di un’app adatta per le piante che teniamo in casa e che riesce spesso a individuare il problema. Plant Parent è completamente in italiano e presenta anche una sezione completa sui problemi comuni delle piante, delle loro foglie e dei fiori.
È anche possibile inserire il nome della pianta in modo da ottenere le indicazioni su cura, innaffiatura e concimazione con tanto di controllo del livello di luce. La funzione più gettonata è naturalmente quella che prevede di fotografare una pianta che non sta bene in modo da visualizzare eventuali consigli su misura. Anche in questo caso oltre alla versione gratuita è presente quella a pagamento, sicuramente più completa che però costa 7 € al mese. È possibile comunque effettuare una prova gratuita di una settimana, ricordandoci naturalmente di sospenderla prima del termine.
Partendo dalla fotografia del nostro cane o del gatto realizza un video in cui si vede l’animale mentre canta
L’Intelligenza Artificiale continua a farla da padrone tra le app del 2022 come dimostra PetStar: My Dog & Cat Sings. Si tratta di un’app assolutamente divertente. In pratica, partendo da una fotografia in cui è possibile vedere la bocca, gli occhi e le orecchie del nostro amico peloso, realizza un video in cui l’animale sembra cantare aprendo la bocca e muovendo occhi e orecchie al ritmo delle più famose musiche, natalizie e non solo. Una volta scattata la foto o caricata dallo smartphone l’immagine che ci interessa, che deve mostrare chiaramente il muso dell’animale, ci verrà chiesto di sistemare due pallini in corrispondenza degli occhi e due triangoli al posto delle orecchie.
Quindi non ci resterà che tracciare i contorni della bocca e del naso ed eventualmente inserire alcuni accessori come collarini o campanellini. Per ogni aggiunta potremo vedere un’anteprima dell’effetto e alla fine non ci resterà che passare alla scelta del brano musicale da abbinare. Questi li potremo scegliere tra una ventina di brani disponibili gratuitamente. Scelta la canzone, il video verrà elaborato online e potremo decidere se condividerlo con gli amici o cancellarlo. La versione Premium per 40 € l’anno consente di salvare una copia anche sullo smartphone e di scegliere tra un maggior numero di brani quello che preferiamo.
Il social più nuovo del 2022 ci chiede di scattare una foto al giorno mostrando dove ci troviamo senza filtri e ritocchi
Oltre alle app scelte dalla giuria di addetti ai lavori, ci sono quelle selezionate dagli utenti e per il 2022 la più votata è Be-Real. Your friends for real. Il successo di quest’app social decisamente insolita si può constatare anche dalla crescita di oltre il 400% degli utenti in pochi mesi, che ha portato il numero a superare i 10 milioni in meno di due anni, al punto che molti definiscono ormai BeReal come il social della generazione Z. Come accade su Instagram, anche in questo caso si tratta di pubblicare una propria fotografia, solo che BeReal chiede di scattarla entro due minuti da quando si riceve la notifica e non è possibile inserire filtri per migliorarla.
Su BeReal, a differenza degli altri social, non è possibile limitarsi a osservare gli altri, ma si deve partecipare attivamente alla vita dell’app. Infatti non potremo vedere le foto dei nostri contatti finché non avremo pubblicato la nostra. Come indica chiaramente il nome dell’app, si tratta di fare vedere alle altre persone esattamente come conduciamo la nostra vita, senza abbellimenti e con il nostro selfie che verrà inserito contemporaneamente alla foto principale e che apparirà in un piccolo riquadro. Potremo decidere di pubblicare il nostro BeReal in ritardo, ma questo verrà comunque evidenziato dall’app.
Costruisci la tua musica creando ritmi, effetti creativi, loop e campioni con i pacchetti di suoni royalty-free
Non occorre essere dei musicisti esperti e avere a disposizione uno studio di registrazione per realizzare brani musicali di ottimo livello. Basta un’app come BandLab – Music Making Studio che è un vero mix editor a 16 tracce in grado di permettere a chiunque di registrare, modificare e remixare la propria musica: dal dubstep all’hip-hop, house, rock, rap creando ritmi, aggiungendo effetti creativi, usando loop e campioni dei pacchetti di suoni disponibili attraverso una licenza gratuita libera da diritti.
Avremo a disposizione oltre 300 strumenti MIDI virtuali e più di 180 preset di effetti per voce, chitarra e basso, oltre a un looper e a un sistema di mastering per preparare le tracce per la distribuzione del nostro brano musicale, che poi potremo condividere con gli amici o all’interno della community dell’app. La funzione SongStarter proporrà poi brani musicali casuali che potremo personalizzare utilizzando tutti gli strumenti disponibili. La grafica dell’app è molto chiara e consente di modificare effetti e sonorità con pochi tap. Se poi abbiamo a disposizione uno strumento MIDI oppure anche un microfono esterno, li potremo collegare per comporre in maniera più completa i nostri brani musicali preferiti.
Combina i differenti colori proposti dall’app in modo da ottenere la tinta il più possibile simile a quella richiesta
Capita spesso che le idee di maggior successo siano anche quelle più semplici. È sicuramente questo il caso di Color Match, l’app che ha avuto il riconoscimento nel 2022 di migliore gioco da parte degli utenti Apple. Si tratta in pratica di miscelare più colori fino a quando non si otterrà quello richiesto. Dopo ciascun mix è possibile visualizzare la percentuale di successo e quando questa sarà superiore al 90% si potrà passare al livello successivo.
Detta così sembra un’idea simpatica ma anche banale. In realtà gli sviluppatori dell’app l’hanno arricchita notevolmente permettendo di ricevere ricompense per i lavori meglio riusciti con cui acquistare accessori come nuovi pennelli o nuovi colori.
Una volta superata una sezione si passa a quella successiva, all’interno di una specie di città composta da differenti sezioni, dalla fattoria ai giardini e con aree tematiche legate alla cucina o all’elettronica. Purtroppo durante tutto il gioco ci sono moltissimi inserti di video pubblicitari lunghi 30 secondi che sono fastidiosi e che è possibile eliminare pagando una volta sola 2,99 €. Allo stesso modo è possibile acquistare pennelli speciali e nuovi tipi di pitture spendendo fino a 5 €. Il concetto è interessante anche se alla fine risulta un po’ ripetitivo.
La pratica eSIM da scaricare e installare come se fosse, un’app
Le cosiddette eSIM sono disponibili da tempo. Ma come spesso accade nel mondo della tecnologia, sono le aziende che decretano o meno il successo di uno standard. Apple ha introdotto le eSIM come opzione secondaria nei modelli dii iPad Wi-Fi + Cellular e poi negli iPhone a partire dalla serie XS, e altre aziende l’hanno timidamente seguita. La vera sorpresa è però arrivata durante la presentazione dei nuovi iPhone 14. Quando il marchio californiano ha annunciato che dal 2022 (al momento solo negli Stati Uniti), i nuovi modelli iPhone sono disponibili solo con le eSIM. Solitamente, quando Apple scende in campo con una mossa così importante c’è da aspettarsi che nel giro di qualche mese la stessa soluzione verrà riproposta con diverse tempistiche nel resto del mondo.
Con il successo di vendite che gli iPhone ottengono a ogni nuovo modello, Apple può influenzare il mercato e di fatto sdoganare una volta per tutte le eSIM. Costringendo difatti i gestori di telefonia a promuovere seriamente questa tecnologia. Benché siano ormai molti i dispositivi ad adottare una soluzione ibrida (SIM + eSIM), lo standard è stato accolto in maniera molto tiepida dagli operatori. Forse timorosi che le eSIM possano rendere troppo facile per gli utenti cambiare operatore seguendo le tariffe più favorevoli. Il tutto senza bisogno di recarsi in un centro specializzato a firmare un contratto e a ottenere una scheda con un chip da installare nello smartphone.
Dalla nascita della telefonia GSM fino ad arrivare al SG, i telefonini usano le schede chiamate SIM costituite da chip elettronico. SIM è l’acronimo di “subscriber identification module”, un certificato digitale che serve per autenticare sulla rete l’apparecchio telefonico. Nate come schede con dimensioni di una carta di credito, le SIM fisiche sono diventate più piccole con il passare degli anni, fino ad arrivare alle minuscole nano-SIM utilizzate dalla maggior parte degli smartphone di oggi.
Le eSIM sfruttano un chip con dimensioni ancora più ridotte che è perfettamente integrato nel dispositivo, e di conseguenza non ha bisogno di uno slot fisico. Questa soluzione rappresenta un grande vantaggio per i costruttori che, oltre a ridurre i costi, guadagnano spazio per nuovi componenti e batterie più grandi. Inoltre, la rimozione dell’alloggiamento per la SIM garantisce una maggiore resistenza all’acqua e alla polvere.
Per noi utenti i vantaggi delle eSIM sono considerevoli. Oltre a poter cambiare gestore telefonico in un attimo, sulle eSIM si possono caricare i dati di più operatori (alcune ne supportano fino a 5O), anche se ovviamente ne possiamo attivare contemporaneamente solo uno o due. Prima di Apple, i tentativi di vendere smartphone con la sola eSIM hanno ottenuto uno scarso successo, ma l’azienda californiana potrebbe riuscire dove altri hanno fallito. I grandi numeri e il potere per farlo sicuramente non le mancano.
La realtà, anche se è difficile accorgersene, è che sempre più dispositivi hanno l’esigenza di usare questo standard. Pensiamo solo agli smartwatch con connessione cellulare, dispositivi che non hanno spazio sufficiente per alloggiare una SIM fisica. Consideriamo poi i tablet e i computer portatili dedicati ai professionisti che viaggiano spesso. Con una eSIM sono sufficienti pochi minuti per attivare una connessione flat per lavorare senza intoppi nel Paese in cui si trovano.
Quello che risulta ormai evidente è che nei prossimi anni troveremo i chip per le eSIM non solo negli smartphone, ma anche in dispositivo come frigoriferi, lavatrici e accessori. domatici che in questo modo non avranno più bisogno dell’accesso a una rete Wi-Fil per la connessione alla rete.
La ricerca tecnologica non si ferma e la miniaturizzazione si fa sempre più spinta. Se oggi per gestire una eSIM è richiesta la presenza di un chip dieci volte più piccolo di una nano-SIM, all’orizzonte spuntano già le iSIM, acronimo di Integrateci SIM, che saranno inserite direttamente nelle CPU. Il noto produttore Qualcomm le ha annunciate e rese disponibili in alcune versioni dei SoC Snapdragon 888. Secondo gli esperti d,el settore tra i vantaggi resi possibili dalle iSIM ci sarà una maggiore sicurezza e la possibilità di gestire protocolli accessori, come gli ID elettronici e i prof ili bancari.
Infine, è possibile lavorare a cose come presentazioni e promemoria condividendoli in Messaggi e avviando un gruppo di lavoro, in stile Slack, la famosa chat lavorativa. Si creano quindi dei thread di discussione in cui i partecipanti possono commentare gli aggiornamenti ai progetti condivisi.
Al contrario di quello che pensano in molti, la lettera “e” che precede il nome SIM non sta per electronic, ma per embedded, termine inglese che significa integrato nel dispositivo. Si tratta in pratica di un chip presente all’interno dello smartphone, del tablet o dello smartwatch che può essere programmato per adattarsi al profilo degli operatori che supportano questa tecnologia. Le eSIM hanno le stesse caratteristiche tecniche di quelle fisiche. Sono dotate di codice univoco di riconoscimento ICCD e per maggiore sicurezza permettono di utilizzare i codici di blocco PIN e PUK. In Italia le eSIM sono disponibili dal 2019, ma è relativamente recente la scelta di alcuni operatori come TIM, Vodafone e WindTre che finalmente hanno presentato le loro offerte commerciali. Da pochi mesi anche gli operatori virtuali come Very Mobile e Spusu sono entrati in campo con proposte particolarmente interessanti per chi desidera passare alle eSIM.
TIM One number è la soluzione per “agganciare” il numero telefonico TIM sull’ eSIM di un Apple Watch Cellular.
Facciamo però attenzione al nostro dispositivo, perché le soluzioni che si possono adottare sono differenti. Per esempio, per gli smartwatch è solitamente richiesta una eSIM che consente la duplicazione del numero di telefono dello smartphone a cui l’orologio è abbinato. Per gli smartphone invece occorre verificare attentamente che il dispositivo sia compatibile e che l’operatore che abbiamo scelto lo supporti. Alcuni smartphone ibridi funzionano con la sola eSIM, altri vogliono una SIM fisica prima di potere aggiungere l’eSIM. Per esempio, gli iPhone compatibili con le eSIM partono dai modelli XS, XS Max, XR e successivi. Gli smartphone Apple permettono di configurare numerosi profili sul chip integrato della eSIM e di utilizzare due numeri di telefono attivi allo stesso tempo.
Una volta che abbiamo stabilito che il nostro dispositivo è compatibile con l’eSIM richiediamone una all’operatore che abbiamo scelto. Riceveremo un QR Code con tutti i dati relativi al nostro contratto, non dovremo fare altro che inquadrarlo con la fotocamera dello smartphone e attivare la registrazione in rete. Sarà naturalmente necessario avere una connessione Wi-Fi o dati attiva.
Se per un qualsiasi motivo non riusciamo a scansire il QR Code con la fotocamera, è possibile inserire manualmente il codice associato che ci è stato fornito. Infine, con alcuni operatori il codice QR non è necessario e l’operazione è ancora più semplice.
Solitamente l’attivazione di una eSIM costa come quella di una vecchia SIM fisica, circa 10 €. Tuttavia vengono solitamente abbinate le offerte già proposte con i piani normali, ma questo ovviamente dipende dall’ operatore. Nonostante le offerte siano disponibili in gran numero, trovare informazioni sui siti ufficiali è piuttosto complicato e le pagine dedicate alle eSIM risultano piuttosto ”nascoste” rispetto a quelle dedicate alle SIM fisiche. WindTre consiglia di recarsi in un negozio per acquistare l ‘eSIM. Il sito ufficiale di TIM è ricco di informazioni che ci spiegano cos’è la tecnologia eSIM ma l’unica offerta in bella evidenza è “One Number” per usare il numero telefonico TIM in abbinamento con l’Apple Watch.
Per Vodafone la situazione non è diversa da quella sperimentata con TIM. L’unico operatore che offre una proposta chiara e ben visibile per le eSIM è VeryMobile, che propone anche l’attivazione diretta del servizio dal sito ufficiale. Per chi desidera conoscere in dettaglio le proposte degli operatori la soluzione migliore è quella di fare una ricerca sul web oppure recarsi su un sito specializzato come SOStariffe. Quest’ultimo mette in evidenza le offerte più importanti degli operatori nostrani. Le troviamo in questa pagina ma teniamo però conto che le proposte cambiano frequentemente e che quando leggeremo queste pagine probabilmente saranno già state aggiornate.
Che siate riusciti a comprare il nuovo iPhone o che abbiate un modello relativamente recente, potete godervi tante nuove funzioni!
Sicuramente iOS 16 porta una serie importante di novità che vale la pena di scoprire non solo per chi ha comprato un iPhone nuovo, ma chiunque abbia un modello che lo supporti. Dalla possibilità di condividere esperienze attraverso Messaggi, alle funzioni potenziate di Full immersion, alla maggior sicurezza garantita dalle passkey, c’è qualcosa tutte le esigenze.
C’è l’importante novità di aggiungere i widget nella schermata di blocco. Questa possibilità rende possibile tenere sott’occhio, Senza nemmeno sbloccare il cellulare, una serie di informazioni utili: come vanno i titoli in borsa, che ora è nella città in cui si trova un vostro cliente straniero e molto altro. Se a questo abbiniamo la possibilità di creare più schermate di e di associarle alle Full immersion, è evidente che la personalizzazione è totale. Tuffiamoci quindi a scoprire le novità più utili e interessanti di iOS16!
1 Aggiornate iOS Apple corregge costantemente errori e falle di sicurezza, quindi non appena arriva il nuovo telefono è meglio aggiornare subito.
2 La salute prima di tutto Aprite l’app Salute, fate tap sull’icona del vostro profilo in alto a destra e toccate Dettagli salute per modificare i dati essenziali in caso di emergenze.
3 Assicurazione e cover Un iPhone costa e ha senso sottoscrivere AppleCare che protegge in caso di danni. È anche bene comprare subito una cover robusta!
4 Occhi riposati Se lo sfondo scuro vi riposa gli occhi meglio, attivatelo in Impostazioni > Schermo e luminosità > Scuro, come abbiamo fatto noi per questa foto.
5 Calendari e mail Non sempre ci si ricorda di allineare queste informazioni e invece è fondamentale farlo: importare account da Google è un attimo.
6 Modalità a una mano Da Impostazioni > Accessibilità >Tocco, attivate Accesso facilitato. La parte superiore dello schermo è ora più facile da raggiungere con una sola mano!
7 Il tap sul retro Aprite Impostazioni > Accessibilità >Tocco > Tocco posteriore. Selezionate un’azione da associarvi per richiamarla semplicemente toccando il retro.
8 Raggruppare le app Dividete le app in schermate in base al genere o raggruppatele in cartelle: è il più grosso favore che possiate farvi per usare l’iPhone al meglio!
9 Feedback aptico Per avvertire sottili vibrazioni quando scrivete, andate in Impostazioni Suoni e feedback aptico > Feedback tastiera e attivate Feedback aptico.
Il vostro telefono è anche il vostro ufficio, spesso, quindi risulta fondamentale che vi metta In condizioni ideali per comunicare. In iOS 16, la funzione di ricerca propone risultati più precisi, anche prima che iniziate a compilare il campo di ricerca.
Inoltre Mail beneficia degli stessi upgrade di Ventura: ora è possibile annullare l’invio di una email e mandarla in un momento successivo, una funzione che francamente mancava in maniera piuttosto colpevole da parte di Apple.
L’ applicazione Messaggi riceve interessanti aggiornamenti. Il primo riguarda Il testo: ora è possibile modificare un messaggio appena Inviato, oppure annullare del tutto l’Invio. Inoltre ora SharePlay è disponibile da Messaggi. È quindi possibile, per esempio, vedere un film con amici e chattare mentre lo si guarda. Se uno degli utenti mette in pausa, il video di tutti i partecipanti si ferma, in modo da tenere allineato il punto di visione per tutti quelli che guardano.
Con la nuova funzione di condivisione SharePlay via Messaggi, vedere un film con amici diventa molto divertente!
Infine, è possibile lavorare a cose come presentazioni e promemoria condividendoli in Messaggi e avviando un gruppo di lavoro, in stile Slack, la famosa chat lavorativa. Si creano quindi dei thread di discussione in cui i partecipanti possono commentare gli aggiornamenti ai progetti condivisi.
Uno dei grandi vantaggi che offre iOS è la possibilità di dettare testi mentre state facendo altro. In iOS 16, Apple ha introdotto un miglioramento a questa funzione che permette di integrare dettatura e tastiera: in pratica potete passare dalla tastiera virtuale alla voce senza soluzione di continuità.
Mentre dettate potete usare il cursore per posizionarlo dove serve fare modifiche e continuare a dettare.
1 Scorporare i soggetti Sui modelli dall’iPhone XR in poi e iPhone SE dalla 2a generazione in poi è possibile ritagliare un soggetto senza fare alcuna fatica. Aprite quindi una foto.
2 Ritagliare un gatto Tenete premuto sul soggetto e vedrete che verrà ritagliato. Per assicurarvene potete spostarlo col dito sullo schermo.
3 Condividere l’oggetto A questo punto avete un elemento che potete usare come volete, incluso come avatar o per inviarlo ad amici tramite qualsiasi chat.
Dynamic lsland è una delle novità più significative, almeno dal punto di vista concettuale. I pixel del display dell’iPhone intorno a quella che Apple chiama “isola dinamica” si fondono in un’unica area a forma di pillola che cambia dimensione e forma per accogliere vari tipi di informazioni.
La Dynamic lsland offre parecchie funzioni e generalmente è molto utile per notare modifiche allo stato del telefono, come la modalità silenziosa
Questa funzionalità per ora è limitata all’iPhone 14 Pro e all’iPhone 14 Pro Max, mentre i modelli standard dell’iPhone 14 continuano a offrire lo stesso notch dell’iPhone 13. Dynamic lsland viene utilizzata per fornire informazioni all’utente in modo nuovo e più immediato e nel box qui a destra trovate un elenco parziale delle attività coinvolte.
Se arriva una telefonata, vedete le informazioni relative
Oltre a ricevere informazioni, potete anche interagire con alcuni tipi di contenuti visualizzati in quest’area. Per esempio, se la Dynamic lsland sta mostrando qualcosa relativo all’attività in background di un’ app, la si può toccare per passare direttamente all’app associata.
Stato di carica e durata della batteria dell’iPhone Stato di connessione degli AirPod e durata della batteria Avvisi di batteria scarica Conferma delle transazioni Apple Pay Interazioni NFC Sblocco con Face ID Indicatori di privacy quando il microfono o la fotocamera sono in uso Chiamate in arrivo e loro durata Timer attivi Cambiamento della modalità Full immersion Attivazione o disattivazione della modalità silenziosa.
1 Preparare il viaggio Ora è possibile (finalmente!) inserire più di una sosta in un viaggio. Anzitutto preparate il viaggio scegliendo la destinazione e il mezzo di trasporto.
2 Aggiungere una sosta Ora nella finestra delle Indicazioni potete vedere un’aggiunta al percorso: Aggiungi sosta. Premete su questa voce e scegliete una nuova sosta.
3 Ritoccare il percorso Se volete a questo punto potete riposizionare le soste per passare prima da un punto piuttosto che da un altro. Fate poi partire l’itinerario con Vai.
Una sicurezza in più che tutti speriamo di non dover mai usare. Speriamo sempre che non ci capiti mai nulla ma gli incidenti esistono ed essere preparati è sicuramente il miglior modo per affrontarli se dovesse essere il caso. Con iOS 16. l’iPhone 14 può rilevare un incidente stradale grave e nel caso visualizzerà un avviso prima di chiamare automaticamente i soccorsi dopo 20 secondi.
Avete questo tempo per bloccare la chiamata a schermo prima della sua esecuzione, Se non siete in grado di parlare, l’iPhone riproduce un messaggio audio per i servizi di emergenza, dando anche coordinate di latitudine e longitudine con un raggio di ricerca approssimativo.
La funzione di rilevamento degli incidenti è attivata in maniera predefinita. Perché l’iPhone possa avvisare i vostri familiari e condividere i vostri dati sanitari con i soccorritori dovete però impostare la funzione Cartella clinica e aggiungere i contatti di emergenza nell’app Salute. Potete anche condividere la vostra posizione con le persone scelte, attivando la localizzazione per SOS emergenze.
Andate in Impostazioni > Privacy e sicurezza > Localizzazione Servizi di sistema e verificate che l’opzione Emergenze e SOS sia attiva. Per disattivare invece la funzione, in Impostazioni premete SOS emergenze e disattivate l’opzione per la chiamata dopo un grave incidente.
Se avete effettivamente un incidente e siete in grado di interagire con l’iPhone, basta scorrere Chiamata di emergenza a schermo. Se invece non serve aiuto, premete su Annulla. Nel caso non possiate interagire, dopo 10 secondi l’iPhone emette suoni per attirare la vostra attenzione: se non fermate entro 10 secondi, parte la chiamata ai soccorsi.
La funzione di rilevamento degli incidenti è attiva di default, ma dovete mettere i vostri dati sanitari e i contatti di emergenza
Se non interagite, l’iPhone emette dei suoni e se non lo fermate chiama i soccorsi
Potete comunque sempre in ogni momento interrompere la riproduzione acustica e tutte le altri parti della routine che includono la lettura del messaggio di emergenza.
E ovviamente speriamo che non vi serva mai tutto questo!
1 Organizzare le pagine Potete raggruppare le pagine in gruppi gestibili e condivisibili. Aprite la schermata dei pannelli col pulsante in basso a destra
2 Partire da zero Scegliete quindi Nuovo gruppo di pannelli vuoto e dategli un nome. Ora se aprite nuovi pannelli vengono aggiunti al gruppo. Se invece volete partire da pannelli aperti, vedete il punto 3.
3 Aggiungere pagine Se avete più pannelli già aperti premete su Nuovo gruppo con questi pannelli per crearlo da essi. Oppure toccate l’anteprima di un pannello e scegliete Sposta in un gruppo di pannelli.
4 Aprire il gruppo di pannelli Una volta creato il vostro gruppo, per vedere tutte le pagine, o pannelli, assegnatigli selezionatene il nome dal menu in basso. Otterrete l’anteprima di tutti i pannelli di pertinenza.
5 Gestire il gruppo di pannelli Ora potete iniziare a disporre del vostro nuovo gruppo come volete. Dopo averlo selezionato, toccate il suo nome in basso nella pagina dei pannelli, poi Modifica e infine la sua icona di modifica.
6 Condividere in chat Potete anche condividere il vostro gruppo in chat. Premete su Condividi e poi su Messaggi: si aprirà una finestra per un Nuovo messaggio con il link già incollato.
iOS 16 cambia tutto a partire da quando non avete ancora aperto l’iPhone…
Una delle modifiche più evidenti, se non forse quella più ovvia, dell’ultimo OS Apple per iPhone è quella relativa alla schermata di blocco. In iOS 16, infatti, potete veramente creare una schermata di blocco estremamente utile e molto personalizzata in pochissimo tempo. In queste due pagine vedrete quindi come cambiare stile grafico, come legarlo persino alla modalità Full immersion ma soprattutto potrete usare i widget, che vi permettono di avere anche nella schermata di blocco informazioni pratiche.
Considerando poi che l’iPhone 14 Pro ha il display “always on”, si tratta di una novità ancora più interessante. Con i widget infatti potete mettere informazioni come lo stato della batteria, i compleanni degli amici, la prossima sveglia, le notizie più importanti e molto altro direttamente sotto l’orologio (o sopra, per alcuni widget).
La creazione e la modifica delle modalità di Full immersion è molto più semplice in iOS 16 e se ne avete già una, potete collegarla a una specifica schermata di blocco.
Per farlo, basta toccare e tenere premuto sulla schermata di blocco, scorrere lateralmente per scegliere una di quelle personalizzate e toccare Full immersion. Se scegliete una di quelle di Apple e non l’avete ancora configurata, vi apparirà un banner che vi inviterà a personalizzare le impostazioni.
Apple ha puntato evidentemente molto sulla schermata di blocco, probabilmente, come anticipato, anche perché i nuovi iPhone 14 Pro hanno la modalità per lo schermo sempre acceso. Non solo ora potete personalizzare la schermata di blocco come volete ma anche semplicemente ruotare fra le varie schermate che avete creato dal menu principale di modifica della schermata di blocco. Così potete preparare tutti gli sfondi che volete e conservarli per l’occasione giusta.
1 Scegliere il widget Inizialmente avete una “tela vuota” su cui potete mettere quello che volete. Cunico limite è il numero di widget che potete aggiungere, che dipende in larga parte dalle dimensioni dei widget stessi: alcuni infatti occupano più di uno spazio mentre altri riempiono un solo posto.
2 Aggiungere i migliori Per aggiungere un widget non dovete fare altro che selezionarlo. Come vedete avete accesso a livello della batteria, informazioni dai social, eventi dal calendario e altro ancora. Sicuramente col passare del tempo ne vedremo molti altri.
3 Gestire l’area superiore I widget possono essere aggiunti anche all’area proprio sopra l’orologio, quella relativa alla data. Lo spazio è ridotto, quindi non si può essere troppo stravaganti, ma è sicuramente utile poter integrare informazioni come l’ora dell’alba e del tramonto.
1 Per iniziare, toccate la schermata di blocco, tenete premuto, scorrete a destra e toccate Aggiungi nuovo. Da qui è possibile selezionare uno dei nuovi stili di sfondo.
2 La cosa più semplice è usare uno sfondo predefinito: in quello astronomico potete vedere la Terra centrata sul punto in cui siete al momento.
3 Uno dei miglioramenti più significativi è il ritaglio delle immagini: scegliete Foto e selezionate una di quelle consigliate per vederla “bucare” lo schermo.
4 Se non sapete decidere che foto usare, scegliete l’opzione Foto casuali: sarà l’iPhone a preselezionare le immagini che meglio funzionano per lo scopo.
5 La schermata di blocco è ora anche molto utile. Per esempio potete scegliere lo sfondo Meteo, che visualizzerà il tempo ovunque siate.
6 Se le foto non vi piacciono, potete scegliere un colore e lasciare che l’iPhone lo sfumi per voi, con un certo grado di personalizzazione.
7 Naturalmente tutti gli sfondi sono compatibili con qualsiasi widget. Gli unici limiti sono quelli relativi a quanti potete metterne in un’area.
8 Stanchi schermata? di una Nessun problema: tenete premuto su di essa, spostatela verso l’alto e vedrete comparire il pulsante di eliminazione.
Apple ha avviato il suo percorso verso un mondo senza password implementando le passkey. Sono credenziali Che evitano problemi di phishing e fughe di dati e che utilizzano semplicemente Touch ID o Face ID per la verifica biometrica, Con il portachiavi iCloud è possibile sincronizzarle su tutti i dispositivi Apple con crittografia end-to-end. Le passkey funzionano nelle app e sul Web e potrete accedere anche su dispositivi non Apple utilizzando l’iPhone quando i siti saranno stati aggiornati per tarlo.
Se avete un nucleo familiare che usa dispositivi Apple, con iOS 16 è molto più semplice condividere tutto ma è ancora più facile gestire l’accesso per i bambini. Potete creare account autorizzando solo i contenuti adatti alla loro età e impostando un tempo massimo di utilizzo.
La configurazione iniziale dei controlli parentali è facile e la checklist che vi aiuta a tenerli aggiornati è eccellente!
Peraltro se acquistate un nuovo dispositivo, con la funzione Inizia subito potete automaticamente configurarlo con i controlli parentali attivi. Infine potete tenere sott’occhio sempre la situazione di controllo degli accessi usando la checklist predefinita: vi verrà ricordato, per esempio, di aggiornare le impostazioni man mano che i bambini crescono, di attivare la condivisione della posizione odi condividere con tutti il vostro abbonamento iCloud+.
Come abbiamo visto sul numero scorso per Ventura, Apple ha reso la modalità Full immersion più semplice da usare. Anche in iOS è ora possibile scegliere le app e le persone che possono mandare notifiche e quelle da silenziare.
Potete filtrare app come Calendario e Messaggi per evitare le distrazioni oppure di vedere le mail di lavoro mentre siete in una Full immrersion personale.
1 Cambio di filosofia Gli iPhone sono generalmente sempre stati in “modalità sviluppatore” in maniera predefinita, cioè ci si poteva caricare app compilate privatamente senza particolari permessi lato dispositivo. Con iOS 16 le cose cambiano, quindi ecco come comportarsi.
2 Attivare l’opzione Siccome questo potrebbe essere il primo vero passo di Apple verso l’apertura ad app store di terze parti, conviene sapere come prepararsi. Andate quindi nella schermata Impostazioni > Privacy e sicurezza e abilitate Modalità sviluppatore.
3 Dare conferma Vi verrà chiesto di riavviare e al termine del riavvio dovrete dare conferma. Ovviamente non installate mai app che arrivino da fonti non fidate, anche se l’ecosistema Apple lo rende difficile. E come per ogni funzione di questo tipo, usatela con cautela!
Chat GPT è un nuovo strumento di OpenAI che mira a rendere l’interazione con i sistemi di intelligenza artificiale più naturale e intuitiva
L’intelligenza artificiale conversazionale ha fatto molta strada negli ultimi anni, con numerosi modelli e piattaforme sviluppati per consentire alle macchine di comprendere e rispondere agli input del linguaggio naturale. Tra questi c’è Chat GPT, acronimo di Generative Pretrained Transformer: uno strumento di elaborazione del linguaggio naturale(o Natural Language Processing) potente e versatile che utilizza algoritmi avanzati di apprendimento automatico per generare risposte simili a quelle umane all’interno di un discorso.
Realizzata da OpenAI (organizzazione no profit per la ricerca sull’intelligenza artificiale) con l’obiettivo di ottimizzare la conversazione e facilitare l’utilizzo da parte degli utenti. Questa tecnologia ha il potenziale per migliorare notevolmente il modo in cui interagiamo con le macchine in una vasta gamma di applicazioni, dal servizio clienti alla traduzione linguistica fino alla scrittura creativa.
La Chat GPT è stata creata per aiutare gli utenti a interagire in modo più semplice e fluido con GPT-3, il terzo modello di Generative Pre-Training (GPT) di OpenAI rilasciato nel 2020. Si tratta di un modello di linguaggio basato su trasformatori che utilizza il deep learning per produrre testi simili a quelli umani. Consente quindi di gestire diverse attività come la risposta a domande e la traduzione automatica.
Per capire come funziona Chat GPT, è utile comprendere la tecnologia alla base dell’elaborazione del linguaggio naturale. Il Natural Language Processing (NLP) è una branca dell’intelligenza artificiale che si concentra sull’interazione tra computer e linguaggio umano. In particolar modo riguarda la programmazione dei computer per elaborare e analizzare le lingue naturali.
La tecnologia NLP consente alla Chat GPT di comprendere i modelli e le sfumature del linguaggio umano. Tutto questo è essenziale per generare risposte pertinenti e coerenti. Ciò è possibile grazie all’uso di algoritmi di machine learning, che vengono addestrati su una grande quantità di dati di testo.
Uno dei principali vantaggi della Chat GPT è la sua capacità di “imparare” dalle conversazioni che ha con gli utenti. In questo modo, il sistema è in grado di adattarsi ai diversi stili di interazione e di offrire risposte sempre più personalizzate.
A cosa serve
Nel servizio clienti, la chat GPT può essere utilizzata per gestire le domande comuni e fornire risposte rapide e accurate così da migliorare l’esperienza del cliente e ridurre il carico di lavoro degli operatori.
Nella traduzione linguistica, può aiutare a tradurre il testo da una lingua all’altra, abilitando una comunicazione più fluida tra persone che parlano lingue diverse. Nella scrittura creativa, la Chat GPT può aiutare gli scrittori ad esplorare nuove idee ed espandere la propria creatività.
Ancora, la Chat GPT può essere utilizzata per migliorare gli assistenti personali virtuali. Con Chat GPT, i chatbot potrebbero diventare più conversazionali e maggiormente in grado di assistere gli utenti con una vasta gamma di attività come la pianificazione, la formulazione di raccomandazioni e la fornitura di informazioni.
Un altro campo in cui può avere un impatto significativo è quello dell’istruzione, dove può essere utilizzata per creare esperienze di apprendimento interattive. Fornendo un feedback personalizzato e in tempo reale agli studenti, Chat GPT può migliorare i risultati dell’apprendimento e rendere l’istruzione più efficace e accessibile a una più ampia gamma di persone.
La Chat GPT può essere utilizzata per condurre sondaggi su un gran numero di persone in modo rapido ed efficiente come per analizzare il sentiment di grandi quantità di dati di testo, come i post sui social media, per identificare tendenze e modelli nell’opinione pubblica.
Man mano che la tecnologia continua a migliorare, diventerà ancora più efficace nella simulazione della conversazione umana, il che la renderà uno strumento prezioso per aziende e organizzazioni.
Limiti e sfide
Sebbene offra molti vantaggi, ha anche i suoi limiti e le sue sfide. È importante esserne consapevoli e utilizzare la chat GPT in modo responsabile ed etico.
Anche se la Chat GPT viene addestrata su una grande quantità di dati di testo, può avere difficoltà a comprendere il contesto di una conversazione o le sfumature del linguaggio umano. Ciò può portare a risposte imprecise o irrilevanti.
A volte i dati possono contenere distorsioni che si riflettono nelle risposte generate dalla Chat GPT. Questo può essere particolarmente problematico quando si tratta di argomenti delicati come la razza, il genere o la politica. E visto che sempre questi dati possono contenere informazioni sensibili, ciò solleva preoccupazioni sulla privacy e sull’uso etico di questa tecnologia.
Inoltre, la chat GPT è più efficace nel fornire risposte specifiche basate sui fatti piuttosto che nel gestire domande a risposta aperta o concetti astratti. Ciò può limitare la sua utilità in determinate situazioni, come la scrittura creativa o il supporto emotivo.
Come usare gratis la Chat GPT
OpenAI, la società dietro la Chat GPT, offre un programma beta che consente a sviluppatori e ricercatori di accedere e utilizzare questa tecnologia gratuitamente. Basta registrare un account sul sito web (https://chat.openai.com/auth/login) e richiedere l’accesso al programma beta compilando un modulo.
Visto che è limitato e concesso su base continuativa, potrebbe essere necessario un po’ di tempo per l’approvazione. Ottenuta l’approvazione, si avrà accesso all’API GPT-3 di OpenAI, che consente di integrare la chat GPT nelle applicazioni.
L’API GPT-3 è gratuita, ma richiede una carta di credito per l’autenticazione. Il programma di OpenAI include l’accesso anche a una serie di altre risorse e strumenti, come tutorial e codice di esempio, che possono aiutare a conoscere le funzionalità della Chat GPT ed esplorare diverse applicazioni e usi della tecnologia.
L’obiettivo di OpenAI è quello di rendere i sistemi di intelligenza artificiale più facili e piacevoli da utilizzare tanto quanto più sicuri e affidabili grazie al feedback degli utenti.
Gli assistenti vocali possono essere molto utili, soprattutto se abbiamo una casa intelligente, ma nascondono anche numerose funzionalità divertenti, come la modalità super. Per attivarla dobbiamo usare il comando Alexa, su su giù giù sinistra destra sinistra destra A B. Il nostro speaker intelligente risponderà con la riproduzione di un motivo musicale e poi la frase “modalità Super Alexa attivata. Avvio dei reattori, online. Abilitazione dei sistemi avanzati. online. Apertura delle ali. Errore. Ali mancanti” e poi successivamente un motivetto musicale.
Tutto qui? Sì. ma gli appassionati di lungo corso non potranno non avere notato che l’istruzione da utilizzare non è altro che il celebre Konami Code. un trucco che fin dagli anni ’80 permette di ottenere bonus e potenziamenti nei giochi della celebre casa produttrice e non solo.
Selezioniamo il testo come dei campioni
Selezionare il testo è una di quelle attività che tutti noi facciamo, almeno occasionalmente, usando il computer. Il modo più semplice. che in linea di principio usiamo tutti. è quello di fare clic sul testo e trascinare il puntatore del mouse. Tuttavia c’è un sistema più rapido ed efficace per selezionare intere parole o interi paragrafi in modo più veloce. Per selezionare una intera parola. dobbiamo semplicemente fare doppio clic su un punto qualsiasi della parola stessa.
Più curioso ancora, il sistema che permette di selezionare un intero paragrafo. Per farlo, infatti, possiamo fare un triplo clic, cioè tre clic rapidi in sequenza con il tasto sinistro del mouse. Questo trucco ha un altro risvolto ancora più interessante: funziona con tutti i principali browser e i programmi di videoscrittura.
Cambiamo lo sfondo della nostra Gmail
I prodotti Google sono noti per avere moltissime funzionalità “nascoste” o comunque poco utilizzate che di tanto in tanto possiamo cogliere per aggiungere un po’ di pepe, o di personalizzazione. alla nostra esperienza. La possibilità di cambiare lo sfondo di Gmail è una di queste. Da quando Google ha rivisto le impostazioni, mettendone alcune in evidenza, farlo è diventato ancora più semplice.
Infatti dobbiamo solo aprire Impostazioni usando l’icona a ingranaggio presente in alto a destra. Nella colonna delle opzioni, scorriamo fino a trovare la voce Tema e scegliamo Visualizza tutti. Nella finestra che si apre potremo scegliere fra i temi precostituiti, un colore di sfondo, oppure anche un’immagine fra le nostre, caricate su Google Drive oppure dal nostro computer.
Raggruppiamo le app in Start di Windows 11
Windows 11 ha innovato molte cose, non tutte le novità però hanno avuto la stessa accoglienza da parte degli utenti. Fra le più controverse senza dubbio c’è il nuovo menu Start. a partire dalla posizione. fino alla gestione dello spazio dedicato ai programmi app, come Microsoft stessa tende a chiamarli sempre più spesso). Una funzionalità comoda ma decisamente sottovalutata è quella che permette di raggruppare le applicazioni in “cartelle”, in modo da poterne avere un maggior numero a portata di clic.
Il meccanismo da utilizzare è del tutto analogo a quello della maggior parte degli smartphone. Dobbiamo solo prendere l’icona di un’applicazione e trascinarla sopra un’altra per creare automaticamente una cartella, a cui poi aggiungerne ancora.
Google rivoluziona il modo di imparare
Il tempo è sempre poco, specialmente per chi ha progetti per la propria attività la carriera persi tra moltissime altre cose da fare e incombenze varie. Google Primer, www.yourprimer.com, ha tutti i numeri per cambiare il modo di imparare per chi è impegnato. Purtroppo al momento l’app è solo in inglese, ed ecco perché si trova fra i trucchi invece di avere un proprio articolo, ma propone un modo nuovo e interessante di imparare, attraverso quelle che vengono chiamate Bite-sized lessons, ovvero lezioni in pillole.
Il principio alla base è intrigante: anche il più impegnato di noi, durante la giornata, prende in mano lo smartphone diverse volte per distrarsi o fare una piccola pausa. Dedicando cinque o dieci minuti al giorno, quindi, cioè una o due di queste piccole pause, alle mini-lezioni presenti in Primer, è possibile imparare nuove abilità e informazioni utili per il nostro business o la carriera.
Monitoriamo le prestazioni del PC
Sfortunatamente in Windows 11 lo strumento per tenere sotto controllo il comportamento della macchina, Performance Monitor, è sempre più “nascosto” fra le pieghe delle nuove opzioni e del sistema operativo. Tuttavia questo tool rappresenta un buon modo per controllare l’uso delle risorse nel tempo, soprattutto se abbiamo tempo e modo di personalizzarlo un po’. Prima di tutto, però, bisogna trovare il modo di aprirlo, dal momento che non è più reperibile nemmeno con una ricerca dal menu Start.
Tra le funzioni utili ci viene comunque in aiuto la buona vecchia finestra di esecuzione, che possiamo aprire con la combinazione di tasti Windows + R. Nella casella di testo digitiamo perfmon (non serve indicare nemmeno l’estensione .exe) e facciamo clic su OK. La finestra che si apre inizialmente permetterà di controllare solo l’occupazione del processore, ma facendo clic sull’icona a forma di + in alto, potremo aggiungere tantissime altre voci.
Questo sito consente l'invio di Cookie di terze parti al fine di migliorare la navigazione offrendo servizi correlati. Premendo il tasto "Accetta" Cookie accetti l'utilizzo dei cookie. Per ulteriori informazioni su come questo portale utilizza i Cookie puoi selezionare il tasto Leggi di più. Puoi modificare il consenso premendo il tasto Impostazioni.
Questo sito Web utilizza i cookie per migliorare la tua esperienza durante la navigazione nel sito Web. Di questi, i cookie classificati come necessari vengono memorizzati nel browser in quanto sono essenziali per il funzionamento delle funzionalità di base del sito Web. Utilizziamo anche cookie di terze parti che ci aiutano ad analizzare e capire come utilizzi questo sito web. Questi cookie verranno memorizzati nel tuo browser solo con il tuo consenso. Hai anche la possibilità di disattivare questi cookie. Ma la disattivazione di alcuni di questi cookie potrebbe influire sulla tua esperienza di navigazione.
I cookie necessari sono assolutamente essenziali per il corretto funzionamento del sito web. Questa categoria include solo i cookie che garantiscono funzionalità di base e caratteristiche di sicurezza del sito web. Questi cookie non memorizzano alcuna informazione personale.
Cookie
Durata
Descrizione
__hssrc
sessione
This cookie is set by Hubspot whenever it changes the session cookie. The __hssrc cookie set to 1 indicates that the user has restarted the browser, and if the cookie does not exist, it is assumed to be a new session.
_GRECAPTCHA
6 mesi
This cookie is set by the Google recaptcha service to identify bots to protect the website against malicious spam attacks.
cookielawinfo-checkbox-advertisement
1 anno
Set by the GDPR Cookie Consent plugin, this cookie is used to record the user consent for the cookies in the "Advertisement" category .
cookielawinfo-checkbox-analytics
11 mesi
This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Analytics".
cookielawinfo-checkbox-functional
11 mesi
The cookie is set by the GDPR Cookie Consent plugin to record the user consent for the cookies in the category "Functional".
cookielawinfo-checkbox-necessary
11 mesi
This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookies is used to store the user consent for the cookies in the category "Necessary".
cookielawinfo-checkbox-non-necessary
11 mesi
Set by the GDPR Cookie Consent plugin, this cookie is used to record the user consent for the cookies in the "Non-necessary" category .
cookielawinfo-checkbox-others
11 mesi
Set by the GDPR Cookie Consent plugin, this cookie is used to store the user consent for cookies in the category "Others".
cookielawinfo-checkbox-performance
11 mesi
This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Performance".
Qualsiasi cookie che potrebbe non essere particolarmente necessario per il funzionamento del sito Web e viene utilizzato specificamente per raccogliere dati personali dell'utente tramite analisi, pubblicità, altri contenuti incorporati sono definiti come cookie non necessari. È obbligatorio ottenere il consenso dell'utente prima di eseguire questi cookie sul tuo sito web.
Functional cookies help to perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collect feedbacks, and other third-party features.
Cookie
Durata
Descrizione
__cf_bm
30 minuti
This cookie, set by Cloudflare, is used to support Cloudflare Bot Management.
__hssc
sessione
HubSpot sets this cookie to keep track of sessions and to determine if HubSpot should increment the session number and timestamps in the __hstc cookie.
Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.
Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.
Cookie
Durata
Descrizione
__hstc
sessione
This is the main cookie set by Hubspot, for tracking visitors. It contains the domain, initial timestamp (first visit), last timestamp (last visit), current timestamp (this visit), and session number (increments for each subsequent session).
_ga
2 anni
The _ga cookie, installed by Google Analytics, calculates visitor, session and campaign data and also keeps track of site usage for the site's analytics report. The cookie stores information anonymously and assigns a randomly generated number to recognize unique visitors.
_ga_78N9WP2E3X
2 anni
This cookie is installed by Google Analytics
CONSENT
2 anni
YouTube sets this cookie via embedded youtube-videos and registers anonymous statistical data.
hubspotutk
sessione
HubSpot sets this cookie to keep track of the visitors to the website. This cookie is passed to HubSpot on form submission and used when deduplicating contacts.
Advertisement cookies are used to provide visitors with relevant ads and marketing campaigns. These cookies track visitors across websites and collect information to provide customized ads.
Cookie
Durata
Descrizione
VISITOR_INFO1_LIVE
6 mesi
A cookie set by YouTube to measure bandwidth that determines whether the user gets the new or old player interface.
YSC
sessione
YSC cookie is set by Youtube and is used to track the views of embedded videos on Youtube pages.
yt.innertube::requests
Mai
This cookie, set by YouTube, registers a unique ID to store data on what videos from YouTube the user has seen.