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Formazione

Videosorveglianza fai da te!

Ora che si è liberi di uscire, attenti a non lasciare incustodita la nostra abitazione. Ecco come scongiurare furti e registrare tutte le attività sospette con un sistema di videosorveglianza fai da te.

Possiedi un impianto di videosorveglianza basato su videocamere IP, e magari hai anche sottoscritto un abbonamento cloud per registrare e rivedere all’occorrenza i tuoi filmati? Oppure stai pensando di allestirne uno? Bene, sei nel posto giusto: ti spieghiamo come fare per realizzare un sistema potenzialmente autonomo che ti permetta non solo di centralizzare la gestione e il controllo delle IP Cam presenti nell’impianto, ma perfino di acquisire i filmati e archiviarli su un HDD, e senza dover ricorrere a servizi a pagamento.

Il tutto tramite un dispositivo chiamato NVR. Procediamo per gradi. Potendo scegliere, se stai per allestire un nuovo impianto, tuttavia, ti suggeriamo di acquistare IP Cam e NVR dello stesso produttore. A questo proposito esistono sul mercato kit completi che includono un numero variabile di telecamere, di tipo PoE o wireless, un NVR per l’acquisizione delle registrazioni e un disco fisso già preinstallato per l’archiviazione dei filmati.

Indice

  • Integrare un NVR in un impianto esistente

  • Un sistema che funziona senza pc

  • Kit di videosorveglianza: i nostri consigli

  • Installiamo il sistema di videosorveglianza

  • Una rete senza “buchi” per stare più tranquilli!

  • Registrare le attività sospette

  • Videosorveglianza anche quando non siamo in casa

  • Integrare un NVR in un impianto esistente

    In questi casi occorre preventivamente verificare che le videocamere installate siano compatibili ONVIF; l’acronimo sta per Open Network Video Interface Forum, e fa riferimento a un protocollo di comunicazione che permette l’interazione tra dispositivi di diversi produttori all’interno di un medesimo impianto.

    Per verificare la compatibilità ONVIF è sufficiente consultare il manuale d’uso o l’app fornita con i dispositivi. Ma che cosa si intende per NVR? NVR è un acronimo che sta per Network Video Recorder, e come abbiamo anticipato, non è altro che un registratore video di rete che ti permette di visualizzare e acquisire le sorgenti video provenienti dalle telecamere IP di un sistema di videosorveglianza. Normalmente l’NVR si collega al router principale di casa tramite un cavo Ethernet e non richiede necessariamente un computer o uno smartphone per poter funzionare: dispone, infatti, di un sistema operativo proprietario e può essere collegato direttamente a un monitor e gestito tramite periferiche come mouse e tastiera.

    Il modello che abbiamo scelto per la nostra prova è l’EZVIZ X5S-8W, un NVR che permette di supportare via Wi-Fi fino a 8 videocamere da 5MP. Questo NVR è fornito di mouse e si collega a monitor e Smart TV tramite la classica VGA o via HDMI. È dotato di doppia antenna e al suo interno è possibile installare un HDD con capacità fino a 8TB.

    Un sistema che funziona senza pc

    L’NVR è un dispositivo potenzialmente autonomo che non richiede l’utilizzo di un computer o software di terze parti per funzionare.

    nvr

    Kit di videosorveglianza: i nostri consigli

    Tre sistemi All-In-One per proteggere la tua casa da furti indesiderati.

    REOLINK RLK8-410B4-5MP

    Ecco un kit mediamente economico di tipo filare, ossia cablato, composto da 4 IP Camera da 5MP PoE (Power Over Ethernet) e un NVR con integrato un disco fisso della capacità di 2TB.

    reolink

    Il Reolink RLK8-410B4-5MP supporta fino a 8 canali di videosorveglianza, registrazione 24/7, visione notturna e rilevazione del movimento. Lo trovate qui.

    ANRAN K04W6732

    Per chi ama i sistemi all-in-one, inoltre, ecco un kit wireless che include 4 videocamere da 5MP e un NVR con schermo che non richiede nemmeno l’utilizzo di un monitor o una TV.

    anran

    Basta accenderlo, installare le videocamere e il gioco è fatto. Lo trovate qui.

    REIGY 3MP

    Questo kit completo e ben dimensionato, è progettato per la videosorveglianza di aree medio grandi. Include 8 videocamere da 3MP e anche un NVR Wi-Fi a 8 canali completo di hard disk integrato da 2TB.

    reigy

    Le Ip-Cam sono certificate IP66. Il sistema supporta la rilevazione del movimento, la visione notturna e anche l’audio unidirezionale per il monitoraggio ambientale tramite il microfono integrato nei dispositivi di ripresa. Lo trovate qui.

    Installiamo il sistema di videosorveglianza

    Vediamo in pochi semplici passi come inizializzare l’NVR EZVIZ X5S-8W e predisporlo alla rilevazione delle videocamere presenti nell’impianto.

    Accendiamo l’NVR e partiamo

    Una volta collegato l’NVR alla presa di corrente, l’uscita video a un monitor/TV, l’uscita Ethernet a una delle porte del router e dopo aver collegato il mouse in dotazione, accendiamo il nostro device e attendiamo una manciata di secondi. Dalla schermata iniziale selezioniamo Italiano e clicchiamo Apply.

    Risoluzione & password

    Regoliamo e confermiamo la risoluzione di visualizzazione adatta al nostro monitor cliccando Avanti, dopodiché impostiamo una password per l’accesso al sistema. Ora impostiamo le risposte alle domande di sicurezza per il recupero della password, digitandole negli appositi campi, dopodiché clicchiamo OK.

    videosorveglianza guida 1

    Impostiamo la rete Wi-Fi dell’NVR

    A questo punto inseriamo le credenziali della Rete Wi-Fi dell’NVR, sostituendo quelle preimpostate di default, digitando negli appositi campi l’identificativo di rete (SSID) e la password, dopodiché confermiamo nuovamente cliccando Sì e subito dopo Avanti per proseguire.

    Data & orario

    Lasciamo inalterate le impostazioni di rete rilevate e clicchiamo Avanti. Ora impostiamo il fuso orario, il formato della data, la data e l’ora di sistema cliccando negli appositi campi e inserendo i valori corrispondenti. Fatto questo, spuntiamo la casella Ora Legale e clicchiamo Avanti per proseguire.

    videosorveglianza video 2

    Rilevazione videocamere

    Clicchiamo il pulsante Ricerca per effettuare la scansione della Rete alla ricerca dei dispositivi compatibili (ricordiamo inoltre che le IP Camera collegate devono avere abilitato il protocollo ONVIF per essere rilevate dall’NVR). Attendiamo qualche minuto che la scansione abbia termine.

    Attivazione videocamere

    Una volta rilevate le videocamere, le selezioniamo spuntando le caselle corrispondenti, quindi spuntiamo la casella di controllo Flusso Adattivo e clicchiamo il pulsante Aggiungi Tutto. Pochi minuti e il sistema attiva le videocamere rilevate rendendole disponibili per la visualizzazione e la registrazione.

    Una rete senza “buchi” per stare più tranquilli!

    Durante l’installazione di un impianto di videosorveglianza possono emergere problematiche di copertura del Wi-Fi, che può rivelarsi insufficiente, causando così perdite nei flussi di dati provenienti dalle IP Camera. In questi casi, la soluzione migliore, soprattutto laddove si tratta di coprire edifici su più piani come case indipendenti e villette, è quella di dotarsi di un kit per l’installazione di una rete Wi-Fi Mesh.

    In cosa consiste? Una rete Mesh è strutturata a “nodi”. Il primo, quello principale, è collegato al router tramite un cavo Ethernet. I nodi secondari, invece, si collegano a quello principale in modalità wireless. Una rete Mesh può essere dimensionata integrando un numero variabile di nodi secondari da posizionare nei vari ambienti della casa, in modo da garantire una copertura di rete capillare e priva di zone d’ombra significative.

    Registrare le attività sospette

    Vediamo come procedere per installare un disco fisso nell’NVR, inizializzarlo e predisporre il tutto per registrare i filmati tramite le IP Camera presenti nell’impianto.

    Installiamo l’hard disk

    Utilizzando un cacciavite allentiamo le viti del coperchio dello chassis dell’NVR, quindi facendolo scorrere verso l’esterno lo rimuoviamo delicatamente. All’interno dell’NVR sono visibili il vano per l’installazione dell’hard disk, e due connettori SATA, uno per i dati e uno per l’alimentazione.

    installa hard disk videosorveglianza

    Posizioniamo il disco

    Adagiamo delicatamente il disco nell’NVR con le terminazioni rivolte verso i connettori e di conseguenza facciamo in modo di far coincidere i fori presenti sullo chassis dell’HDD con quelli della piastra dell’NVR.
    A questo punto blocchiamo il disco utilizzando le viti fornite in dotazione.

    Richiudiamo il tutto

    Colleghiamo i due connettori SATA di alimentazione e dati alle prese corrispondenti del disco che abbiamo inserito, quindi riposizioniamo il coperchio dello chassis. Avvitiamo fino a serrarne le viti e il gioco è fatto. Ora siamo pronti per inizializzare l’HDD e predisporlo al funzionamento.

    Accendiamo l’NVR e inizializziamo il disco

    All’accensione il sistema operativo dell’NVR rileva la presenza del disco che abbiamo installato.
    Un messaggio avverte che se procediamo con l’inizializzazione del disco, tutti i dati in esso contenuti vengono eliminati. Per inizializzare il disco e procedere clicchiamo Sì.

    inizializza videosorveglianza

    Abilitiamo la registrazione

    Senza entrare nel merito delle funzionalità di programmazione automatica/periodica che oramai tutti gli NVR di ultima generazione mettono a disposizione, per iniziare ad acquisire e salvare i filmati sul nostro hard disk basta cliccare, lato NVR, in corrispondenza delle IP Camera presenti nel sistema e abilitare la registrazione tramite l’apposito pulsante.

    Rivediamo le acquisizioni

    Una volta acquisiti, per riguardare i filmati andiamo nell’apposita sezione Playback accessibile dal menu principale. Da qui possiamo gestire tutte le registrazioni effettuate. Basta selezionare la videocamera di cui desideriamo vedere il filmato, cliccare sul giorno della registrazione, nel calendario visibile a destra, e attivare la riproduzione tramite l’apposito pulsante.

    Videosorveglianza anche quando non siamo in casa

    In dotazione con X5S-8W, EZ-VIZ fornisce un’applicazione proprietaria per terminali iOS e Android, che permette di gestire sia l’NVR che le videocamere a esso collegate. EZVIZ App è progettata specificamente per controllare via Internet il funzionamento del sistema e tenere sotto controllo l’area videosorvegliata quando si è fisicamente lontani.

    Una volta installata l’app sullo smartphone, occorre creare un proprio account personale, tramite una user e una password. Fatto questo è sufficiente associare l’app all’NVR scansionando il codice QR riportato sul dispositivo. Dopodiché è possibile visualizzare i dati funzionali dell’NVR associato e accedere alla visualizzazione in tempo reale di quanto ripreso dalle videocamere presenti nell’impianto, nonché riprodurre eventuali filmati residenti sull’NVR. Per salvaguardare la sicurezza, l’app supporta il sistema di verifica a due fattori e la criptazione dei filmati.

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Applicazioni

Come aggiungere canzoni nelle storie Instagram

Aggiungere le canzoni nelle storie di Instagram, il trucco da veri influencer per rendere il tuo account più cool.

Instagram è uno dei social network più apprezzati degli ultimi tempi e si può dire che ha preso il posto di Facebook, facendo breccia soprattutto nel pubblico più giovane.

In questa guida scopriremo tutti i modi per inserire della musica nelle Storie Instagram: un semplice trucco che è in grado di renderle ancora più coinvolgenti.

La musica non si compone solo della melodia, ma spesso sono i testi a fare la differenza. Sono i testi che possono aiutarci a esprimere meglio i nostri stati d’animo ed è con questo scopo che nasce l’adesivo Musica su Instagram che ci permette non solo di aggiungere le canzoni come sottofondo delle nostre Storie, ma anche di mostrarne il testo alla stregua di un vero e proprio “karaoke”.

Scopriamo insieme come fare.

In primo luogo si deve creare una nuova Storia.

Per farlo basta:

  • Avviare l’App Instagram.
  • In alto premere il tasto caratterizzato dal + per entrare nella schermata di creazione di un nuovo contenuto.
  • In basso premere Storia.

A questo punto si potrà scegliere se scattare una foto, o se tenere premuto il tasto di scatto per creare un video, o se importare una foto o un video prelevandolo dai nostri file multimediali.

Una volta scelto il contenuto, foto o video che sia, si può procedere all’inserimento del Widget dedicato alla musica.

Farlo è molto semplice, basta:

  • Premere in alto a destra l’icona raffigurante un volto sorridente a forma di sticker.
  • Fra le molte alternative proposte premere su Musica. Quindi scegliere una canzone dalla lista.

Quest’ultima è suddivisa in due sezioni: Per te, dove saranno elencati una serie di brani che l’app ci consiglia in base ai nostri gusti; Cerca, utile per trovare un brano specifico.

  • Per essere sicuri che la scelta sia corretta si può premere sull’icona tonda col triangolino posta accanto al nome del brano per ascoltarne un’anteprima.
  • Si può quindi procedere alla scelta dalla canzone da inserire nella Storia facendo tap sul titolo della canzone.
  • A questo punto si aprirà la schermata per scegliere la parte del brano musicale da inserire e se si vuole mostrare o meno il testo della canzone (e con quale layout).

Se ci serve solo la musica come sottofondo, possiamo utilizzare lo slider giallo e viola a fondo pagina per trovare la parte preferita del brano di nostro interesse, e scorrere fra le opzioni fino a mostrare il solo riquadro o la copertina.

Il widget musica è facilmente raggiungibile seguendo il percorso +/Stickers/Musica.

Una volta scelto dove collocare il widget si può completare la nostra Storia e pubblicarla premendo il tasto Fine.

Canzoni nelle storie

Inserire il testo delle canzoni

La procedura è analoga a quella che abbiamo visto nel paragrafo precedente, di cui si devono ripetere i sei passi.

A questo punto, nella schermata che si apre una volta fatto tap sull’icona Musica, si possono premere le icone in basso che ci consentono di scegliere l’animazione da dare alle parole.

Scelto lo stile di animazione, si può andare avanti e indietro nel testo della canzone tramite lo slider così da scegliere la parte di canzone di nostro gradimento.

Una volta selezionato tutto, si può finalizzare la Storia per pubblicarla premendo in alto sul tasto Fine.

Usare una canzone non presente nel widget Musica

Il widget Musica permette di utilizzare una varietà davvero sterminata di brani, ma può capitare che si abbia in mente una canzone specifica perfetta per un dato momento e che si voglia utilizzare per inserirla come sottofondo in una Storia.

In questo caso si può utilizzare un servizio di streaming musicale come Spotify, Deezer, Apple Music e YouTube Music, per avere in riproduzione il brano desiderato.

Quindi, mentre la musica è in riproduzione, si può procedere alla creazione della Video Storia, girando un video tramite la fotocamera del telefono, oppure girandolo direttamente dall’app tenendo premuto a lungo il tasto di scatto.

In questo modo, durante la ripresa del video sarà registrata anche la musica riprodotta dal servizio di streaming e si riuscirà a ottenere la propria musica preferita nelle Storie Instagram.

È consigliabile utilizzare questo metodo durante la registrazione di video in luoghi non troppo rumorosi per evitare che il chiasso sovrasti l’audio della canzone.

Musica in un Reel Instagram

Musica in un Reel Instagram

Oltre alle Storie esistono anche i Reel, ovvero dei brevi video aggiunti nelle ultime versioni dell’app Instagram con l’obiettivo di battere la concorrenza spietata di TikTok.

In questo paragrafo vedremo come inserire musica all’interno dei nostri Reel.

Come i muser di TikTok sanno bene, così come gli hashtag, anche le canzoni sono fondamentali per il successo di un contenuto.

Anche su Instagram la situazione è analoga. Andiamo quindi a scoprire la semplice procedura:

Per realizzare un Reel innanzitutto dobbiamo avviare l’app Instagram.

Quindi premere il tasto + per aggiungere un contenuto.

In basso premere su Reel.

Nella barra a sinistra fare tap sull’icona a forma di nota musicale.

Qui si potrà scegliere uno dei brani consigliati oppure utilizzare la barra di ricerca in alto.

Per controllare che il brano sia quello scelto da noi, possiamo fare tap sul tasto Play presente di fianco al nome per riprodurre una breve anteprima.

Individuato il brano d’interesse, tramite il comodo slider in basso, possiamo scegliere la parte di canzone da usare.

Infine si fa tap su Fine.

Terminata la procedura, a lato, al posto della nota musicale, comparirà la copertina del brano presente nel Reel. A questo punto siamo pronti per creare il nuovo coinvolgente video con sottofondo musicale.

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Applicazioni

Da smartphone a microfono pro

Da smartphone a microfono pro in poco tempo grazie all’app magica che trasforma il tuo cellulare in un dispositivo per la registrazione e la manipolazione audio.


La sempre più crescente versatilità d’utilizzo degli smartphone di ultima generazione, permette oggi di utilizzarli per gli impieghi più disparati.

Tra le tante possibilità funzionali di questi formidabili dispositivi, spicca quella d’impiegarli per la registrazione e la manipolazione audio.

La dotazione di microfoni integrati sempre più sensibili e la disponibilità di potenza computazionale e memoria interna in quantità, consentono infatti, nella stragrande maggioranza dei casi, anche di poter fare a meno di attrezzature dedicate.

Ecco come fare

Complice di questa vocazione tecnologica ad ampio spettro, la presenza nei vari Store di applicazioni specifiche e ben fatte che, gratuitamente o al costo di pochi euro, trasformano un telefono di recente fabbricazione in una sofisticata stazione di elaborazione e produzione audio.

Tra le tante app disponibili, la nostra scelta è ricaduta su Lexis Audio Editor, per la sua versatilità e la sua estrema facilità di utilizzo.

Lexis Audio Editor è compatibile sia con sistemi Google Android che Apple iOS.

Installiamo il tool per manipolare l’audio

Lexis Audio Editor

Colleghiamoci al Play Store dal nostro terminale Android, digitiamo Lexis Audio Editor.

Visualizzati i risultati, selezioniamo Lexis Audio Editor di PamSys, dopodiché clicchiamo Installa, quindi attendiamo il termine dello scaricamento e dell’installazione.

Autorizzazioni

consensi

Lanciamo l’app. Al primo avvio, Lexis Audio Editor richiede l’autorizzazione per accedere alle foto e ai contenuti multimediali presenti nel dispositivo.

Per proseguire clicchiamo Consenti. Alla richiesta successiva, ossia di consentire all’app la possibilità di registrare audio, clicchiamo nuovamente Consenti.

Interfaccia principale

Interfaccia principale

L’interfaccia di Lexis Audio Editor è organizzata in 3 aree principali.

In alto a sinistra sono visibili due vu meter che permettono di monitorare i livelli audio. Più a destra, invece, una serie di pulsanti permette di controllare le operazioni di trasporto, come play, stop, pausa e così via.

In basso, invece, troviamo l’area di visualizzazione della forma d’onda.

Regoliamo il bitrate di salvataggio

Regoliamo il bitrate di salvataggio

Clicchiamo i tre puntini visibili in alto nell’interfaccia. Selezioniamo l’ultima voce in basso Options/Help. Clicchiamo Options/Quality e scegliamo 320kb/s.

Selezioniamo la freccia in alto a sinistra per tornare alla schermata precedente. Clicchiamo nuovamente la freccia in alto a sinistra per tornare alla schermata principale.

Mono o stereo?

Mono o stereo

Clicchiamo i tre puntini visibili in alto nell’interfaccia. Selezioniamo Options/Help/Options. Scorriamo in basso fino a trovare Record stereo into a mono channel.

Per mantenere la registrazione in stereo deselezioniamo la casella di controllo omonima.

Per acquisire in mono selezioniamo la casella di controllo. Clicchiamo la freccia in alto a sinistra per tornare alla schermata precedente.

Inizio registrazione

registrazione

Puntiamo lo smartphone verso la sorgente audio da acquisire e premiamo Rec (pallino rosso).

Osserviamo il livello della sorgente tramite i Vu Meter a sinistra. Se è troppo basso scorriamo verso destra lo slider Rec Vol per aumentare il livello del segnale in ingresso.

Al termine della registrazione clicchiamo Stop (quadratino).

Fatto questo, Lexis Audio Editor visualizza la forma d’onda relativa all’audio acquisito.

Riascoltiamo e salviamo

registra e salva

Per riascoltare la registrazione premiamo Play. Se l’audio soddisfa le aspettative procediamo al salvataggio: clicchiamo il pulsante Save visibile in alto a destra.

Clicchiamo nello slot Name, assegniamo un nome al file e scegliamo Fine.

Clicchiamo nello slot Format, e selezioniamo un formato di salvataggio tra quelli disponibili. Infine completiamo con Save.

Dissolviamo in entrata

dissolvenza in entrata

Per evitare clic all’inizio e alla fine della registrazione applichiamo una dissolvenza in entrata.

Teniamo premuto il cursore visibile all’inizio della forma d’onda e trasciniamolo a destra per regolare il punto d’inizio della dissolvenza.

Teniamo premuto il cursore alla fine della forma d’onda e trasciniamolo a sinistra per regolare il punto di fine.

Clicchiamo i tre puntini in alto a destra. Selezioniamo Effects. Clicchiamo Fade In.

Dissolviamo in uscita e salviamo

Dissolvenza in uscita

Teniamo premuto il cursore visibile all’inizio della forma d’onda e trasciniamolo a destra per regolare il punto d’inizio della dissolvenza in uscita.

Teniamo premuto il cursore alla fine della forma d’onda e trasciniamolo a sinistra per regolare il punto di fine della dissolvenza. Clicchiamo i tre puntini in alto a destra.

Selezioniamo Effects. Clicchiamo Fade Out. Ascoltiamo il risultato.

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Social media

Waveful, il social network tutto italiano

Waveful vuole riunire in una sola app il meglio di Instagram, Facebook e TikTok e in più offre la possibilità, a chi pubblica più post, di monetizzare la sua presenza.

Mentre Mark Zucker­berg minaccia di to­glierci Facebook e Instagram se l’Unione Euro­pea non cambierà le proprie regole sul trasferimento dei dati (ma noi non ci crediamo per niente). Una coppia di fra­telli diciottenni lombardi ha messo in piedi un social net­work tutto italiano, con l’am­bizione di prendere il meglio dai social più diffusi. Nata nel 2020 come un modo origi­nale per divertirsi con i loro amici, l’app Waveful è cre­sciuta moltissimo nel 2021 superando i 100.000 down­load e iniziando a diffondersi in tutta Italia. Anche grazie al suo particolare sistema di affiliazione che consente a chi pubblica un gran nume­ro di post di ottenere fino al 50% dei guadagni.

Waveful è, in pratica, una piattafor­ma di contenuti multimediali che imita parte delle funzioni presenti su Instagram, Facebook e TikTok. In altre parole personalizzandole con una dose di giochi e sfide all’italiana. Il simbolo della piattaforma è l’immagine di un’onda, che non a caso in inglese si tra­duce Wave. Nella lingua di Albione Waveful indica il con­tenuto in acqua dell’onda che può crescere enormemente e trasformarsi in uno tsunami.

Indice

Facile e coinvolgente

Come tutti i social network, anche Waveful alla fine non è altro che una sequenza di post che contengono imma­gini, video, testi e volendo an­che solo audio. A differenza degli altri social, Waveful si di­stingue però per la possibili­tà di personalizzare il proprio profilo attraverso dei badge legati al numero dei Like, dei follower e delle visualizza­zioni. Un ‘altra particolarità è la presenza dei Super Like, cioè degli speciali Like che indicano un apprezzamento ancora maggiore per un de­terminato contenuto. I Super Like possono essere ottenuti acquistandoli nello stare o abbonandosi alla versione Premium dell’app e fornisco­no un vantaggio economico per chi Ii riceve. Un’altra ca­ratteristica unica di Waveful è la possibilità di ottenere l’account Creator per chi raggiunge almeno 1.000 vi­sualizzazioni sui suoi post.

I Creator avranno la possibilità di realizzare degli Tsunami, cioè delle comunità divise per categorie, all’interno del­le quali è possibile iscriversi e inserire contenuti legati a specifici settori. Ciascun utente può conversare via chat con le persone che se­gue. Nella prossima versio­ne dell’app è prevista la pos­sibilità di effettuare chat di gruppo anche all’interno dei singoli Tsunami. Oltre ai due fondatori, al momento lavorano su Waveful cinque per­sone, impegnate soprattutto nella gestione degli Tsunami. La speranza naturalmente è che nel 2022 continui la crescita dell’app agli stes­si ritmi del 2021. Anche se a questo punto l’anima italiana dell’app potrebbe iniziare a diventare stretta.

Come usarlo

1 Passo

Dopo avere scaricato l’app Wafeful dagli store di Android e iOS, dovre­mo per prima cosa registrarci inserendo i dati della nostra email oppure utilizzando il nostro account di Facebook o Instagram. Una volta con­fermata la registrazione, con­sigliamo di guardare come funziona l’app facendo clic sull’icona Home presente nel­la barra inferiore e scorrendo i vari post. Ci accorgeremo subito che la maggior parte di questi è costituita da immagi­ni e in qualche caso da brevi video divertenti. Meno fre­quentemente potremo vede­re post solo testuali o anche solo audio, in pratica simili ai vocali di WhatsApp. Nella par­te superiore di ciascun post, accanto all’icona dell’onda, potremo vedere la communi­ty (ovvero lo Tsunami) a cui appartiene.

Waveful post

Se l’argomento ci interessa, facendoci clic so­pra potremo visualizzare tutti i post appartenenti a quello Tsunami. A questo punto po­tremo iniziare a pubblicare il nostro primo post. Basta fare tap sul simbolo + in basso per aprire la finestra che ci farà scegliere il tipo di conte­nuto che ci interessa creare: fotografico, video, da un’im­magine già presente sullo smartphone oppure solo au­dio. Nel nostro caso abbiamo selezionato l’immagine di una bicicletta che avevamo sul te­lefono, abbiamo usato uno dei filtri disponibili e abbiamo in­serito due righe per la descri­zione.

Avremmo potuto inseri­re emoji e testi sull’immagine, esattamente come si può fare sugli altri social e soprattut­to avremmo potuto taggare, cioè collegare, il nostro post a uno Tsunami semplicemente cliccando sul simbolo dell’on­da. Infine facendo tap sul sim­bolo del cronometro è possi­bile impostare il tempo in cui sarà visibile, scegliendo tra 6, 12, 24, 48 ore. Se invece non selezioniamo nulla, il nostro post resterà visualizzato in modo permanente.

2 Passo

Per scoprire gli Tsuna­mi che stanno avendo maggior successo e sufficiente fare tap sull’icona della lente d’ingrandimento presente nella barra inferiore dell’app e selezionare quelli che ci interessano. Potremo così vedere un breve somma­rio e le regole di ciascun grup­po, che di solito riguardano il divieto di inserire contenuti violenti o sessualmente espli­citi.

Waveful tsunami

Per iscriversi al gruppo basta un tap su Unisciti e da questo momento potremo in­viare i nostri contenuti all’interno dello Tsunami. E consigliabile scegliere gli Tsunami più frequentati, in quanto per­mettono di diventare più facil­mente Creator.

3 Passo

Una volta raggiunte le 1.000 visualizzazioni, potremo chiedere di diventare Creator e quindi saremo in grado di realizzare degli Tsunami, cioè delle community personalizzate. E sicuramente questa la principale differenza rispetto ai classici social in cui solamente chi ha un bacino di follower e di vi­sualizzazioni di decine di mi­gliaia di utenti può ambire a monetizzare il proprio lavoro attraverso delle sponsorizza­zioni dirette.

Waveful creator

Con Waveful, in­vece, possono bastare anche solo un migliaio di visualizzazioni, ma occorre precisare che il movimento complessi­vo dei post di Wafeful è enor­memente inferiore rispetto a quello di Instagram e TikTok. La speranza degli sviluppato­ri e dei tanti Creator è che in questo 2022 si metta in moto un vero e proprio ”tsunami social” che porti un numero sempre maggiore di persone a pubblicare e a frequentare la piattaforma. Le premesse ci sono tutte, così come le possibilità di personalizzare i propri contenuti e interagi­re direttamente con gli altri utenti attraverso le chat, cosa non sempre possibile all’in­terno di altri social.

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Tech

Pixel Buds-A: gli auricolari di Google pensati per Android

I pixel Buds-A sono gli auricolari pensati per gli smartphone Android di casa Google. Questi auricolari sono economici e pratici. Potrebbero essere la versione Google degli AirPods, ma c’è ancora da migliorare.

I Pixel Buds-A sono gli auricolari true wireless proposti da Google agli amanti degli smartpho­ne Pixel. Per intenderci quelli prodotti e commer­cializzati direttamente dall’azienda di Mountain View e più in generale di quelli basati su sistema operativo Android. L’approccio è quin­di simile a quello adottato da Apple all’interno del proprio ecosistema.

Indice

Come sono fatti

I Pixel Buds-A si presentano con un design essenziale e funzionale, in perfetto stile Goo­gle. Le dimensioni compatte, la buona vestibilità e il peso ridotto – ciascun auricolare pesa circa 5 grammi – garan­tiscono un’esperienza d’uso confortevole.

Nella confezio­ne sono forniti cappucci in tre dimensioni – S, M, L – per adattare il dispositivo al pro­prio orecchio. I Pixel Buds-A non sono progettati per sigil­lare in modo completo il cana­le uditivo, tanto è vero che è presente un apposito foro che serve a mettere in equilibrio la pressione dell’aria all’interno e all’esterno dell’orecchio. La piccola scocca racchiude un driver da 12 mm, le batterie e il SoC che gestisce le funzioni audio e il collegamento Bluetooth con lo smartphone o il dispositi­vo che opera da sorgente audio. Questi auricolari true wireless supportano il protocollo Blue­tooth 5.0 ma non supportano connessioni a più dispositivi in simultanea. Ciò significa che per passare da un dispositivo a un altro è necessario eseguire ogni volta la procedura di ab­binamento.

pixel buds A

All’interno di cia­scun auricolare sono presenti due microfoni che servono sia per intercettare la propria voce mentre si telefona o si usano piattaforme di comuni­cazione – tipo Google Meet – e che supportano la tecnologia Adaptive Sound che approfon­diremo a breve. Le elevate sensibilità dei microfoni e gli algoritmi di analisi audio permettono di isolare in modo eccellente la voce anche in ambienti molto rumorosi.

Pur essendo mol­to compatti, i Pixel Buds-A prevedono due zone sensibili al tocco e configurabili attra­verso l’ app per gestire alcune delle funzioni principali degli auricolari: avvio e pausa della riproduzione audio, risposta e riaggancio delle chiamate vocali e invocazione dell’ As­sistente Google.



Design

ln quest’ultimo caso serve tenere premuto l’auricolare per l’intera durata della richiesta; in questo mo­do l’utente ha un maggiore controllo nel delimitare il te­sto che deve essere analizzato dall’algoritmo Google e ot­tenere così risultati migliori.

La custodia a pillola riprende lo stile di design introdotto anni fa da Apple con i primi AirPods. In questo caso le linee sono molto più curve e rispetto a molti altri prodotti manca il supporto alla ricarica wireless. Se da un lato la scelta di optare per la sola alimentazione via Usb-C può sembrare limitante, dall’altro tale scelta contribui­sce a contenere la complessità e i costi del prodotto.

Pixel Buds-A

Sul fron­tale della custodia è presente un unico led che indica se il prodotto è in ricarica e l’unico modo per conoscere l’autono­mia residua della custodia è quello di consultare l’app sullo smartphone. La batteria inte­grata negli auricolari garanti­sce un’autonomia di circa 5 ore di ascolto musicale – abbiamo misurato un valore simile du­rante le prove – e circa 2,5 ore di conversazione al telefono. La ricarica nella custodia è rapida e in circa 15 minuti si recuperano almeno 2,5 ore di autonomia per la musica. La custodia permette di ricaricare gli auricolari più di tre volte.

Adaptive Sound

I Pixel Buds-A non implemen­tano una tecnologia di ridu­zione attiva del rumore (ANC) ma utilizzano un approccio denominato Adaptive Sound – suono adattivo – abbinato all’isolamento passivo dai suoni e rumori dell’ambiente circostante. In pratica gli au­ricolari compensano il rumore esterno regolando il volume di riproduzione audio in modo sovrastarlo possibilmente con la medesima intensità. Il meccanismo automatico replica in sostanza ciò che facciamo abitualmente quando – ad esempio -alziamo il volume della musica quando siamo sul treno o sulla metropoli­tana e lo abbassiamo quando invece siamo in un luogo si­lenzioso e privo di disturbi.

pixel bud a adaptive sounds

I Pixel Buds-A fanno esatta­mente questo e la presenza di questa funzione è con molta probabilità il motivo per cui non è possibile regolare ma­nualmente il livello dell’au­dio dagli auricolari – dallo smartphone ovviamente sì. Questa soluzione è molto di­versa da quella più comune che sfrutta la combinazione dell’i­solamento passivo – ottenuto sigillando il condotto uditivo – e tecnologie attive di riduzio­ne del rumore (ANC). Queste ultime sfruttano i microfoni degli auricolari per generare un’onda acustica inversa che, sommata a quella del rumore reale, determina un’interferen­za di tipo distruttivo.

Il risulta­to è un abbattimento effettivo del rumore che raggiunge i timpani e ciò permette di man­tenere volumi di ascolto bassi anche in ambienti rumorosi. Al contrario l’approccio Adaptive Sound compete con il rumore esterno alzando il volume d’ a­scolto: il risultato in questo caso non è solo decisamente soggettivo – c’è chi il volume alto pro­prio non lo sopporta – ma anche molto dipendente dal tipo di segnale audio in riproduzione.

Qualità ottima

L’ Adaptive Sound funziona piuttosto bene con le chiama­te telefoniche. La voce di chi parla, infatti, riesce sempre a spiccare sopra il rumore di fondo e questo permette di mantenere la concentrazio­ne senza perdere il filo del discorso.

La tecnologia usata da Go­ogle ha una risposta rapida e questo permette di com­pensare bene anche rumo­ri di fondo che non han­no un volume costante. Il giudizio cambia in modo radicale quando consideria­mo l’ascolto di musica. In ambienti silenziosi o con un rumore di sottofondo costante le variazioni di volume appli­cate dall’algoritmo Adaptive Sound non disturbano.

pixel buds a qualità

In si­tuazioni con un sottofondo molto disomogeneo, la tecno­logia Adaptive Sound tende a rovinare la dinamica della traccia musicale: l’effetto, po­co piacevole in alcuni casi, è equivalente a quello di conti­nuare a ruotare la manopola del volume avanti e indietro. Il leggero ritardo nella rego­lazione del volume, che nel caso delle chiamate vocali è quasi impercettibile, si avver­te non poco nell’ascolto del­la musica. Per questi motivi consigliamo di disattivare la tecnologia Adaptive Sound durante l’ascolto di brani musicali.

Come suonano

I Pixel Buds-A sono pensati per essere versatili. Questo approccio garantisce una buona esperienza nelle più disparate condizioni di utiliz­zo ma significa anche che non esiste un campo d’uso in cui eccellono; attenzione ciò non significa che siano auricola­ri scadenti, ma indicano una scelta progettuale ben precisa: versatili e usabilità prima di tutto.

Come suonano pixel buds a

Ciò non significa nem­meno che la loro resa audio in campo musicale non sia vali­da. I Pixel Buds-A offrono due modalità d’uso corrisponden­ti a due risposte di frequenza diverse: una standard e una con funzione Bass Boost atti­vata. L’app di gestione degli auricolari non fornisce altri sistemi per regolare l’equalizzazione audio. L’impostazio­ne standard è caratterizzata da frequenze medie e basse con una presenza sottotono rispetto alle frequenze alte.

Questa impostazione sembra pensata appositamente per le chiamate vocali: le voci risul­tano brillanti e ben distaccate dal rumore di fondo. Attivan­do la modalità Bass Boost si ottiene una risposta più bilan­ciata e un un audio più pie­no. Il risultato è simile a una equalizzazione neutra e mai esagerata visto che i bassi e i medi standard partono da un livello limitato.

Come vanno

Abbiamo provato i Pixel Buds-A con un Google Pixel 4a – ora in Italia sono dispo­nibili i nuovi Pixel 6 – per poter sperimentare appieno l’esperienza d’uso immagi­nata da Google. Il processo di abbinamento con lo smartphone è sempli­cissimo: scaricate l’app dei Pixel Buds-A e aprite la cu­stodia con il Bluetooth dello
smartphone attivo; in pochi e semplici passi tutto viene configurato in automatico.

Adaptive Sound


L’integrazione con i servizi Google funziona molto bene e non poteva essere altrimenti: l’Assistente Google può esse­re invocato dagli auricolari e se utilizzate questa tecno­logia allora questi auricolari vi risulteranno molto utili e pratici. I Pixel Buds-A sono molto leggeri e possono essere indossati per lunghi periodi di tempo senza avvertire disagio. Purtroppo la vestibilità non è adatta a chi pratica sport intensi, ma con un po’ di cerotto adesivo è possibile fissarli alle orecchi e uscire a correre senza preoccupazioni.

Conclusioni

I Pixel Buds-A di Google aspirano a replicare l’esperienza d’uso degli Appie AirPods e, a dire il vero, non sono lontani dall’obiettivo. L’integrazione con Android è ottima così come il supporto all’Assistente Google. Diverso il discorso musicale: la tecnologia Adaptive Sound funziona, ma il risultato non è paragonabile a quello di un ANC puro.

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Consulenza, Formazione

Brave, il browser Web attento alla privacy

Brave, il browser Web attento alla privacy. Questo software indipendente promette una navigazione più veloce grazie al blocco dei cookie di tracciamento e degli annunci pubblicitari.

Progettare un nuovo browser rappresenta sicuramente una sfida tra le più ardue da accettare per chi sviluppa software. Occorre in primis puntare su caratteristiche che distinguano il nuovo programma e lo rendano unico; è il caso di Brave.

Questo browser open source nato nel 2016. Realizzato da Brave Software e basato su Chromium, il progetto open source sviluppato da Google da cui discendono anche Chrome, Mozilla Firefox e Opera.

Brave si distingue per una rigorosa attenzione alla protezione della privacy. Caratteristica che si riflette anzitutto nel blocco dei cookie di tracciamento e degli annunci pubblicitari.

A ciò si accompagna un’esperienza utente più che soddisfacente. Caratterizzata da una velocità di navigazione che è più elevata rispetto a quella di altri browser concorrenti.

Brave web

Dove scaricarlo

Per scaricare il browser basta accedere al sito www.brave.com e fare clic sul pulsante “Download Brave“, quindi lanciare la semplice procedura di installazione.

Come passo successivo, Brave propone all’utente l’importazione di preferiti e impostazioni provenienti dagli altri browser già installati sul sistema. Nello specifico, si può scegliere se importare la cronologia di navigazione, l’elenco di preferiti e segnalibri, le password salvate e le impostazioni attive per i motori di ricerca.

Completata questa fase, ci si può dedicare alla navigazione Web.

La comune matrice di provenienza rende Brave molto simile a Chrome, e ciò ne facilita l’utilizzo.

Ciò che colpisce dopo le prime sessioni di navigazione è la velocità di caricamento con cui vengono mostrati i siti cercati.

Il merito va alle funzioni di protezione presenti, definite all’interno della componente Shields. Difatti nella modalità standard (attiva in automatico) permette di bloccare indicatori, annunci e relativi tracciamenti, nonché cookie cross site.

Questa impostazione non solo riduce i tempi di caricamento delle pagine, agevolando quindi la navigabilità, ma migliora anche la protezione. Tutto questo grazie anche all’utilizzo di connessioni sicure mediante il protocollo Https.

Basta un click

Per capire meglio cosa accade, basta posizionarsi su una pagina Web caricata da Brave e fare clic sull’icona di Brave Shields presente accanto alla barra che ospita l’indirizzo della pagina.

Nella finestra che si apre si possono scoprire gli effetti dell’applicazione delle impostazioni predefinite e cosa cambia variandole.

Le statistiche permettono di sapere quanti indicatori e annunci, script e cookie cross site sono stati bloccati, se ci sono connessioni aggiornate a Https e se è stato bloccato o meno il tracciamento via finger Printing.

Come si può intuire, l’impostazione predefinita rappresenta la classica via di mezzo tra un approccio permissivo e uno invece più rigido e attento.

Si consiglia di mantenere poiché consente di proteggersi senza subire eccessive restrizioni.

Protezioni

Volendo comunque modificare le impostazioni predefinite, basta accedere al gruppo “Protezioni” della sezione “Impostazioni”. Si può anche modificare la visualizzazione in Shields evitando di far comparire sull’icona il numero di oggetti bloccati.

Sicurezza e Privacy

Altre impostazioni su cui operare interessano il gruppo “Sicurezza e privacy”, a partire dal completamento automatico di ricerca e Url, con la possibilità di decidere se inviare o meno al motore di ricerca predefinito alcune ricerche dalla barra degli indirizzi e dalla casella di ricerca, nonché alcuni cookie.

Nello stesso gruppo si possono gestire la cancellazione dei dati di navigazione, il comportamento da intraprendere in relazione ai cookie, con possibilità di adottare strategie personalizzate abilitando eventuali siti che possono essere invece esentati dal blocco, e poi ancora le impostazioni di navigazione sicura, per proteggere da siti non sicuri già noti o per avvisare l’utente quando sta per aprire siti che non supportano il protocollo Https.

Blocco dei social media

Un’altro gruppo delle impostazioni è “Blocco dei social media”, dove si può decidere se permettere il pulsante di accesso Google su siti di terze parti, gli accessi a Facebook, post e tweet incorporati e i post integrati di Linkedin.

InterPlanetary File System

 Brave Web InterPlanetary File System

Più complessa è l’area Ipfs, dove si gestiscono gli aspetti di privacy del nodo locale e del gateway del protocollo di comunicazione InterPlanetary File System (Ipfs), in sostanza una rete peer-to-peer per l’archiviazione e la condivisione di dati in un file system distribuito.

La logica adoperata in questo caso è quella di uno spazio di archiviazione associativo, nel quale ogni file viene identificato in modo univoco e dove tutti i dispositivi di calcolo sono connessi tra loro.

È quindi un sistema distribuito alternativo a quello centralizzato basato sul protocollo Http, in cui accedere a un contenuto significa raggiungere uno specifico server.

Brave è il primo browser con supporto nativo Ipfs, poiché consente a ciascun suo utente di installare e avviare un nuovo nodo da utilizzare per connettersi ad altri nodi sulla rete Ipfs, allo scopo non solo di raggiungere risorse appartenenti alla rete, ma di erogare a sua volta contenuti distribuiti.

Questa impostazione porta con sé alcuni vantaggi, a partire da una velocità di navigazione più elevata, poiché i contenuti più cercati sono custoditi in nodi che si trovano più vicino e quindi più facilmente raggiungibili, con costi più bassi rispetto a un hosting tradizionale.

Ci sono però altri aspetti da tenere in conto, primo fra tutti il fatto che, scegliendo di attivare il protocollo Ipfs, si decide indirettamente di venir censiti sull’apposita tabella Dht Distributed Hash Table con uno specifico identificativo PeerID associato al proprio indirizzo Ip.

Questo rappresenta senz’altro un limite ai fini del mantenimento della privacy.

Estensioni

La homepage di Brave si caratterizza per uno sfondo con foto che funge da dashboard, rivelando le principali informazioni statistiche sull’attività registrata dal browser nel corso del suo utilizzo.

In alto a sinistra sono riportati il totale di indicatori e annunci bloccati, nonché i risparmi in termini di banda e tempo: ovviamente si tratta di informazioni che iniziano ad avere senso man mano che l’utilizzo di Brave cresce.

Più in basso, troviamo le icone dei siti più visitati o di quelli visitati di recente, integrabili con altre voci secondo le preferenze dell’utente.

Troviamo le news, personalizzabili in base a un sistema di preferenze che offre tante alternative spaziando per tipologia di fonti.

Nella homepage troviamo la cronologia di navigazione, per Ricompensee Criptovalute e per Brave Talk, la sezione che permette di avviare videochiamate private invitando amici.

Consente di effettuare chiamate con un numero massimo di quattro partecipanti.

La comune matrice Chromium rende Brave capace di installare le estensioni di Chrome.

Quelle già disponibili all’interno delle “Impostazioni” comprendono Hangouts, Media Router e Widevine.

È garantito anche il supporto del software open source Tor per la navigazione privata; utilizzando questa tecnologia, la connessione non avviene direttamente al sito Web.

In questo modo viene garantito un buon livello di sicurezza e privacy, a fronte tuttavia di una maggiore lentezza nelle sessioni di navigazione.

Brave Wallet

Brave Wallet

Esiste un portafoglio di criptovalute, chiamato Brave Wallet, il cui scopo è memorizzare, gestire e scambiare varie tipologie di moneta virtuale.

Il wallet è accessibile direttamente dalla sezione “Portafoglio” del browser.

Numerose sono le divise supportate, che possono essere aggiunte al portafoglio dopo aver creato una propria utenza, con la possibilità di operare mediante acquisto, invio e swap, oltre a tener traccia in tempo reale del saldo.

Rewards

Rewards

L’utente può incrementare il proprio salvadanaio fatto di Bat, visualizzando i banner pubblicitari e facendo sì che una parte dei guadagni sia riconosciuta anche a chi ha creato contenuti ritenuti di interesse.

Essi possono essere utilizzati per acquistare criptovalute, e tutto avviene senza che Brave raccolga i dati personali degli utenti né la cronologia di navigazione.

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Formazione, Social media

Aggiornamento WhatsApp: nuova funzione

WhatsApp, nuova ‘funzione’ mai vista prima: l’aggiornamento è spettacolare

Gli sviluppatori di WhatsApp sono sempre al lavoro per migliorare l’app di messaggistica con nuovi aggiornamenti e nuove funzioni, anche per quanto riguarda la versione desktop. A tal proposito, gli esperti di WABetaInfo hanno scoperto un nuovo aggiornamento in arrivo. Scopriamo di cosa si tratta nel dettaglio.

Reazioni in arrivo

L’aggiornamento di cui parleremo riguarda il client desktop e al momento la nuova funzione è esistente solo in versione WhatsApp beta, la 2.2208.1, per i dovuti test del caso. La funzione che stupisce più di tutte riguarda la possibilità di aggiungere una reazione ai messaggi.

Al momento, non è ancora chiaro quando la nuova funzione su WhatsApp verrà effettivamente implementata, in quanto l’aggiornamento è ancora in via di sviluppo, ma inizialmente si pensava fosse destinata ad essere fruibile soltanto da smartphone, mentre adesso pare che il tutto arriverà pure su desktop.

Dettagli

Aggiornamento WhatsApp

Come si può vedere dall’immagine, Whatsapp ha tutta l’intenzione di introdurre un’opzione dedicata con il nome di ‘reagisci al messaggio’ che sarà presente con il prossimo aggiornamento all’interno del menu messaggi. In pratica, accanto ai messaggi in chat viene mostrato un piccolo pulsante con l’icona di un emoji che una volta cliccato fa comparire un menu con le varie reazioni tra cui poter scegliere. Il pulsante non è sempre visibile, ma si palesa solo quando il puntatore del mouse si trova vicino a un messaggio.

Le reazioni ai messaggi si possono selezionare tramite il menu a tendina che può essere richiamato facendo clic sul tasto con la freccia rivolta verso il basso posto in corrispondenza di ciascun messaggio e selezionando la voce apposita dal menu che si apre. Attualmente, però, la selezione della reazione a un messaggio non funziona e il pulsante non apre nessuna finestra di selezione, ma è molto probabile che l’attivazione avverrà in seguito all’introduzione su mobile.

Al momento resta più immediato utilizzare il pulsante accanto al messaggio per aggiungere una reazione al messaggio, ma gli sviluppatori hanno deciso di inserire questa nuovissima alternativa. La possibilità stessa stessa di reagire ai messaggi è in fase di sviluppo su dispositivi AndroidiOSweb e desktop.

Altre novità

Novità importanti anche sul fronte Android, con il team di tecnici che sta lavorando oltre alle reazioni ai messaggi, anche alla possibilità di mettere in pausa la registrazione di un audio in chat. Nella nuova interfaccia, al centro ci sarà in play/stop, a sinistra la possibilità di eliminarlo e a destra l’invio al destinatario.

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Formazione

Come amplificare le cuffie

Segui questa guida su come amplificare le cuffie e ti assicuro che riuscirai ad alzare un bel po’ il volume delle tue canzoni preferite.


Indice

Amplificare le cuffie su Android

aumento volume

Per regolare il volume di sistema, vai su Impostazioni di Android, seleziona Suoni e vibrazione e successivamente Volume, quindi porta al massimo l’indicatore Multimedia.

Su alcuni smartphone, come quelli prodotti da Huawei, il pannello di configurazione dell’audio potrebbe presentare anche un’opzione per attivare l’effetto SWS (Super Wide Suond) e rendere più “avvolgente” l’audio riprodotto dagli auricolari.

Se hai uno smartphone Samsung più in basso troverai l’opzione Qualità audio ed effetti.

Al suo interno potrai attivare la funzione Dolby Atmos e Dolby Atmos per i giochi premendo sugli interruttori accanto alle due voci.

Subito sotto troverai anche l’Equalizzatore.

Altri modelli di smartphone, invece, come quelli di Xiaomi, offrono impostazioni dedicate alla riproduzione multimediale, con la possibilità di regolare in maniera precisa l’equalizzatore del suono.

Vai in Impostazioni > Impostazioni Aggiuntive > Cuffie & Effetti Audio, sposta su Attivo l’interruttore relativo all’opzione di Ottimizzazione Mi Sound, seleziona il tipo di cuffie e fai clicca Equalizzatore.

volume Android

Amplificare l’audio attraverso le App

Se il tuo modello di smartphone (o di tablet) non offre un equalizzatore integrato, ti cohnsiglio alcune app.

Una delle più popolari disponibili sul Play Store è Equalizer FX.

Questa app è molto intuitiva: dopo aver installato l’app sul tuo smartphone o tablet, avviala, clicca su No, see ads that are less relevant e Agree per evitare un tracciamento pubblicitario invasivo, sposta su ON la levetta relativa all’equalizzatore e usa gli indicatori in basso per regolare il suono come più preferisci.

Nel menu Effetti sono disponibili delle funzioni, come Loudness EnhancerBass Boost e Virtualizzazione, che consentono, di amplificare il volume delle cuffie, enfatizzare i bassi e applicare l’effetto surround virtuale al suono riprodotto dal dispositivo.

Nel menu Profili, invece, ci sono dei preset per ottimizzare il suono in base a vari generi musicali.

volume Android

Infine, ti segnalo che alcune applicazioni per lo streaming e la riproduzione musicale offrono un equalizzatore integrato, il quale permette di migliorare il suono e amplificare il volume delle cuffie.

Ad esempio, non tutti sanno che Spotify offre un equalizzatore, al quale si può accedere cliccando sull’icona dell’ingranaggio posta in alto a destra nella schermata Home dell’app e poi selezionando la voce Equalizzatore dal menu che viene visualizzato.

Amplificare le cuffie su iOS

volume iPhone

Se hai un iPhone o un iPad, puoi amplificare il volume delle cuffie agendo sulle impostazioni e sull’equalizzatore di sistema.

In alternativa, puoi scaricare un player di terze parti con equalizzatore integrato e usare quello per ascoltare la musica.

Purtroppo non ci sono equalizzatore “universali” come su Android, in quanto iOS non consente alle app di terze parti di modificare l’equalizzazione dei suoni al livello del sistema.

Per regolare il volume delle cuffie in iOS, premi i tasti Volume + e Volume – e sullo schermo ti mostrerà il livello del volume.

In alternativa, richiama il control center di iOS effettuando uno swipe dalla parte bassa dello schermo verso l’alto e regola la barra con l’icona dell’altoparlante all’interno.

Per attivare e utilizzare l’equalizzatore di sistema, invece, apri le Impostazioni e vai prima su Musica e poi su EQ.

Metti la spunta sul profilo di suono che intendi utilizzare (es. Amplificazione alti o Amplificazione bassi) e il gioco è fatto.

Nel menu delle impostazioni relativo alla Musica è disponibile Limite volume che, se attiva, non permette di spingere al massimo il volume delle cuffie.

Selezionala e assicurati che la funzione Limite volume UE sia disattivata e, se necessario, porta al massimo l’indicatore del volume collocato in alto.

Un’ultima opzione che potrebbe interessarti attivare è Verifica volume.

Renderà il volume delle varie canzoni che ascolti più simile tra di loro, evitando canzoni dal volume alto al più basso.

Di fatto “normalizza” il volume evitando gli estremi.

verifica volume

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Da file PDF a Word in un attimo

Da file PDF a Word in un attimo. Hai necessità di trasformare un file pdf in Word ma non sai come fare? Non preoccuparti, ho io la soluzione.

Microsoft Word (Windows/macOS)

Il primo strumento che ti consiglio di adoperare per trasformare PDF in Word è proprio Word, funzionate sia su Windows che su macOS e parte integrante del pacchetto Office.

Per prima cosa bisogna avviare il programma, fai clic sul menu File in alto a sinistra, seleziona la voce Apri da quest’ultimo e apri il file PDF di tuo interesse.

Successivamente, fai clic sul pulsante OK, clicca nuovamente sul menu File, seleziona l’opzione Salva con nome da quest’ultimo e salva il documento scegliendo il formato DOC oppure DOCX.

Adobe Acrobat DC (Windows/macOS)

Adobe Acrobat D

Un altro metodo è Word Adoble. Collegati al sito Web del programma e fai clic sul pulsante Scarica Acrobat Reader.

A download ultimato, se stai usando Windows, apri il file .exe ottenuto e clicca sul pulsante  nella finestra mostrata sul desktop.

In seguito, attendi che il download dei componenti necessari per far funzionare il programma venga portato a termine, dopodiché premi sul pulsante Termina.

Se stai usando macOS, invece, apri il pacchetto .dmg ottenuto e fai doppio clic sul file .pkg presente nella finestra che compare.

In seguito, premi sul pulsante Continua per due volte di fila, immetti la password di amministrazione del Mac, fai clic sul pulsante Installa software e concludi il setup premendo sul pulsante Chiudi.

Una volta che visualizzi la finestra di Acrobat Reader DC sullo schermo, decidi se rendere il software il lettore predefinito per i PDF o meno, fai clic sul menu File in alto a sinistra, seleziona la voce Apri da quest’ultimo e indica il PDF da convertire in file Word.

Dopo aver aperto il PDF, seleziona la scheda Strumenti situata in alto, fai clic su Apri posto sotto la dicitura Esporta PDF, seleziona l’opzione Documento Microsoft Word (docx) oppure quella Documento Microsoft Word 97-2003 (doc) che trovi nel menu a tendina “Converti in” e premi sul tasto Esporta in Word.

Doxillion Document Converter (Windows/macOS)

Doxillion Document Converter

Per scaricare Doxillion Document Converter sul tuo computer, visita il relativo sito Internet e fai clic sul collegamento Scarica Doxillion convertitore di PDF e documenti per Windows/mac OS X presente in alto.

Se stai usando Windows, apri il file .exe ottenuto e, nella finestra che ti viene mostrata sul desktop, clicca , seleziona Accetto le condizioni di licenza, premi Avanti.

Se stai usando macOS e desideri trasformare PDF in Word Mac, estrai l’archivio .zip ottenuto, apri il pacchetto .dmg che si trova al suo interno e, clicca Accetto.

Trascina l’icona del programma nella cartella Applicazioni del Mac, fai clic destro sopra e seleziona Apri per due volte, per avviare il software andando ad aggirare le limitazioni imposte da Apple verso gli sviluppatori non certificata.

Ora che vedi la finestra di Doxillion Document Converter, clicca Aggiungi file che si trova in alto a sinistra e seleziona i file PDF da convertire.

Se hai necessità, puoi aggiungere anche un’intera cartella di file premendo sul pulsante Aggiungi cartella.

Dopo di che, seleziona Formato di output scegli tra .doc oppure .docx, clicca Impostazioni documento per apportare eventuali regolazioni al file finale e avvia la conversione cliccando Converti in basso a destra.

Per impostazione predefinita, i file di output vengono salvati nella stessa posizione dei file d’origine.

Per modificare questo comportamento, prima di avviare la conversione clicca Sfoglia cartella di output che trovi accanto alla dicitura Cartella di output e indica la posizione di destinazione.

Trasformare PDF in Word online

Online2PDF

Online2PDF

Il primo servizio online che ti consiglio di usare per trasformare PDF in Word agendo da Web è Online2PDF.

Si tratta di un eccellente soluzione online dedicata in maniera specifica alla modifica e alla conversione dei file in formato PDF.

È totalmente gratis, ma presenta delle restrizioni relative all’upload: non è possibile trattare più di 20 documenti in simultanea e non si può effettuare l’upload di file più grandi di 100 MB, 150 MB per gli upload multipli.

Inoltre, tutela la privacy degli utenti cancellando i file dai server dai suoi server dopo poche ore dall’upload.

Per usare Online2PDF, provvedi innanzitutto a collegarti alla home page del servizio, dopodiché premi Seleziona i file e seleziona i PDF interessati o li trascini.

Espandi il menu a tendina Converti in che si trova in basso e scegli, il formato Word 2007-2019 (.docx) oppure Word 2003 o precedenti (.doc).

Decidi poi se vuoi trasformare PDF in Word editabile gratis o meno tramite il menu a tendina dedicato alla funzione OCR che vedi comparire.

Se lo abiliti, puoi intervenire soltanto sulle prime 20 pagine del documento, devi selezionare anche la lingua e puoi decidere se attivare anche l’OCR avanzato.

In caso contrario, puoi agire sulle prime 100 pagine del file e devi spuntare la casella accanto alla voce Inserire pagine come immagini.

Per concludere, clicca Converti e attendi che la procedura venga portata a termine.

Il file sarà automaticamente scaricato sul tuo PC nella cartella predefinita del browser per i download.

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Comodità con Logitech Pebble, mouse wireless

Comodità con Logitech Pebble con un design ultra slim. Semplicissimo eppure efficiente ai massimi livelli Non ne riuscirai a farne a meno.

Logitech Pebble: il mouse wireless

Se sei mancino non ti preoccupare è ambidestro. Non fa rumore, ogni click è silenzioso ai massimi livelli e lo utilizzi praticamente ovunque senza mai dare fastidio.

Grazie alla sua doppia connettività, lo puoi collegare a qualunque dispositivo sfruttando il micro ricevitore USB o il Bluetooth. Se nella scatola non lo trovi, non preoccuparti, ti basta sollevare la scocca superiore che è magnetica per trovare sia il ricevitore che la batteria.

Veloce, sensazionale, design stupendo. Ti mette a disposizione la rotellina di scorrimento, il tasto destro e quello sinistro.

Lo puoi utilizzare persino su sistemi Android e iOS così lo sfrutti ai massimi livelli.

mouse

Lo puoi trovare di diverse colorazioni:

  • nero
  • rosa
  • bianco
  • verde
  • azzurro

Puoi acquistarlo qui a 15,99 € da Unieuro, clicca qui.

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