Tag: sicurezza informatica

contattaci enjoysystem
Consulenza, Formazione

Assistenza informatica: guida completa alla scelta dei migliori servizi

Cosa è l’assistenza informatica e perché è importante

L’assistenza informatica è un servizio essenziale per aziende e individui che dipendono dalla tecnologia per il loro lavoro e la loro vita quotidiana. Questa forma di supporto tecnico può includere la risoluzione di problemi hardware e software, la manutenzione preventiva dei sistemi, l’installazione di nuove applicazioni e molto altro ancora. Un servizio di assistenza informatica affidabile e competente può fare la differenza tra il successo e il fallimento di un’organizzazione, evitando costosi fermi macchina, perdita di dati e interruzioni del lavoro.

Nelle società moderne, la dipendenza dalla tecnologia è sempre più marcata. Aziende di ogni dimensione, professionisti e persino utenti domestici hanno bisogno di un aiuto specializzato per mantenere i loro sistemi informatici efficienti e sicuri. Avere accesso a un team di esperti IT a cui rivolgersi quando sorgono problemi può essere cruciale per la produttività e la continuità aziendale.

Inoltre, l’assistenza informatica può anche aiutare a prevenire problemi futuri, attraverso la manutenzione regolare, gli aggiornamenti di sicurezza e la consulenza su come sfruttare al meglio le tecnologie a disposizione. Questo può portare a una riduzione dei costi a lungo termine e a una maggiore tranquillità per chi utilizza i sistemi informatici.

I vantaggi di scegliere un servizio di assistenza informatica professionale

Scegliere un servizio di assistenza informatica professionale può offrire numerosi benefici, tra cui:

  1. Risoluzione rapida dei problemi: Un team di esperti IT può individuare e risolvere rapidamente i guasti hardware e software, minimizzando i tempi di inattività.
  2. Maggiore efficienza operativa: Un’assistenza informatica efficiente contribuisce a mantenere i sistemi aziendali funzionanti e aggiornati, aumentando la produttività del personale.
  3. Maggiore sicurezza informatica: I professionisti IT possono implementare misure di sicurezza adeguate, proteggendo i dati e i sistemi da minacce come virus, malware e attacchi hacker.
  4. Consulenza e supporto specializzato: Gli esperti IT possono fornire preziosi consigli e suggerimenti su come sfruttare al meglio la tecnologia per raggiungere gli obiettivi aziendali.
  5. Riduzione dei costi a lungo termine: Prevenire problemi e guasti attraverso una manutenzione regolare può portare a un risparmio significativo rispetto agli interventi d’emergenza.
  6. Maggiore tranquillità: Avere un team di assistenza informatica affidabile e competente a cui rivolgersi quando necessario consente di concentrarsi sulle attività principali, senza preoccuparsi dei problemi tecnologici.

Statistiche sull’assistenza informatica e il feedback dei clienti

Secondo uno studio recente, oltre il 70% delle aziende italiane utilizza regolarmente servizi di assistenza informatica per mantenere efficienti i propri sistemi IT. Inoltre, il 65% dei clienti che hanno usufruito di tali servizi ha dichiarato di essere molto soddisfatto della qualità dell’assistenza ricevuta.

assistenza informatica

Tra i principali vantaggi evidenziati dai clienti, spiccano:

  • Tempi di risposta rapidi e risoluzione tempestiva dei problemi (82% dei clienti)
  • Competenza e professionalità del personale di assistenza (78% dei clienti)
  • Capacità di fornire soluzioni innovative e personalizzate (71% dei clienti)
  • Miglioramento dell’efficienza operativa e della produttività (68% dei clienti)
  • Riduzione dei costi IT a lungo termine (64% dei clienti)

Questi dati dimostrano chiaramente l’importanza di scegliere un servizio di assistenza informatica di qualità per ottenere i massimi benefici in termini di produttività, sicurezza e risparmio.

Come scegliere il miglior servizio di assistenza informatica per le tue esigenze

Quando si tratta di scegliere un servizio di assistenza informatica, è importante valutare attentamente diverse opzioni per trovare la soluzione più adatta alle proprie esigenze. Ecco alcuni fattori chiave da considerare:

  1. Esperienza e competenze del team: Verifica la formazione e l’esperienza del personale di assistenza, assicurandoti che siano in grado di gestire problemi di diversa complessità.
  2. Gamma di servizi offerti: Valuta se il fornitore può fornire un’ampia gamma di servizi, come supporto remoto, manutenzione preventiva, consulenza strategica e formazione del personale.
  3. Tempi di risposta e disponibilità: Verifica i tempi di risposta e la disponibilità del servizio di assistenza, in modo da garantire un supporto tempestivo in caso di emergenze.
  4. Flessibilità e personalizzazione: Accertati che il fornitore sia in grado di adattare i suoi servizi alle tue esigenze specifiche e di offrirti soluzioni su misura.
  5. Reputazione e referenze: Chiedi referenze ad altri clienti e leggi le recensioni online per valutare l’affidabilità e la qualità del servizio offerto.
  6. Sicurezza e conformità normativa: Assicurati che il fornitore rispetti gli standard di sicurezza e di protezione dei dati richiesti dal tuo settore.

Prendere in considerazione attentamente questi fattori ti aiuterà a individuare il miglior servizio di assistenza informatica per la tua azienda o per le tue esigenze personali.

Valutare i costi dell’assistenza informatica e trovare la soluzione migliore per il tuo budget

I costi dell’assistenza informatica possono variare notevolmente in base ai servizi richiesti, alla dimensione dell’azienda e alla complessità dei sistemi IT. Alcuni dei principali fattori che influenzano i costi includono:

  • Tipologia di servizi (supporto remoto, on-site, manutenzione preventiva, ecc.)
  • Numero di utenti o dispositivi da assistere
  • Livello di competenza e specializzazione del personale di assistenza
  • Eventuali costi di installazione, configurazione o aggiornamento di hardware e software
  • Frequenza e durata degli interventi richiesti

Per trovare la soluzione più conveniente per il tuo budget, ti consigliamo di:

  1. Definire le tue esigenze: Identifica chiaramente i servizi di cui hai bisogno, in modo da poter confrontare le offerte in modo più efficace.
  2. Richiedi preventivi dettagliati: Chiedi ai fornitori di assistenza informatica di fornire preventivi completi, inclusi i costi di manodopera, materiali e eventuali abbonamenti o servizi aggiuntivi.
  3. Confronta le opzioni: Valuta attentamente i preventivi ricevuti, tenendo conto non solo dei costi, ma anche della qualità dei servizi offerti e della reputazione dei fornitori.
  4. Negozia le condizioni: Non esitare a negoziare con i fornitori per ottenere condizioni più vantaggiose, come sconti, pacchetti personalizzati o servizi aggiuntivi inclusi.
  5. Considera soluzioni su misura: In alcuni casi, potrebbe essere più conveniente sviluppare un servizio di assistenza informatica interno o affidarsi a un fornitore specializzato in base alle tue esigenze specifiche.

Seguendo questi passaggi, sarai in grado di trovare il miglior servizio di assistenza informatica che si adatta perfettamente al tuo budget e alle tue necessità.

Servizi di consulenza informatica e consulenza ICT: cosa offrono e come possono aiutarti

Oltre ai servizi di assistenza informatica, molte aziende offrono anche servizi di consulenza informatica e consulenza ICT (Information and Communication Technology). Questi servizi possono essere estremamente utili per le aziende che desiderano ottenere il massimo dalla loro tecnologia e migliorare l’efficienza operativa.

La consulenza informatica tipicamente include:

  • Analisi dei processi aziendali: Valutazione dei flussi di lavoro e dei processi per identificare aree di miglioramento.
  • Pianificazione strategica IT: Sviluppo di una roadmap tecnologica allineata agli obiettivi di business.
  • Selezione e implementazione di soluzioni software: Assistenza nella scelta e nell’implementazione di applicazioni gestionali, CRM, ERP, ecc.
  • Ottimizzazione delle infrastrutture IT: Consulenza per migliorare l’efficienza e la scalabilità delle reti e dei sistemi IT.
  • Formazione e sviluppo delle competenze: Corsi e programmi di formazione per il personale su nuove tecnologie e best practice.

La consulenza ICT, invece, si concentra maggiormente sugli aspetti di comunicazione e collaborazione, offrendo servizi come:

  • Progettazione di soluzioni di comunicazione unificata: Implementazione di sistemi per migliorare la collaborazione e la produttività del team.
  • Sviluppo di strategie di digitalizzazione: Consulenza per la trasformazione digitale dell’azienda.
  • Analisi e ottimizzazione dei flussi di informazione: Miglioramento dei processi di condivisione e gestione dei dati.
  • Consulenza sulla sicurezza informatica: Valutazione dei rischi e implementazione di misure di protezione adeguate.
assistenza informatica

Sfruttando questi servizi di consulenza, le aziende possono ottenere un vantaggio competitivo, migliorando l’efficienza, la produttività e la sicurezza dei propri sistemi IT.

Corsi e formazione per sviluppare competenze informatiche di base

Oltre ai servizi di assistenza informatica professionale, molte aziende offrono anche corsi e programmi di formazione per aiutare i propri dipendenti a sviluppare competenze informatiche di base. Queste iniziative possono essere particolarmente utili per:

  • Migliorare l’efficienza operativa: Fornendo ai dipendenti le conoscenze necessarie per utilizzare in modo più efficace gli strumenti IT aziendali.
  • Aumentare l’autonomia del personale: Permettendo ai dipendenti di risolvere autonomamente problemi semplici e di sfruttare al meglio le funzionalità dei software.
  • Ridurre la dipendenza dai servizi di assistenza: Riducendo il numero di richieste di supporto per problemi di base, permettendo ai tecnici di concentrarsi su attività più complesse.
  • Favorire l’adozione di nuove tecnologie: Facilitando l’apprendimento e l’utilizzo di nuove applicazioni e soluzioni IT introdotte in azienda.
  • Migliorare la motivazione e l’engagement del personale: Offrendo opportunità di sviluppo delle competenze e di crescita professionale.

I corsi di formazione possono coprire una vasta gamma di argomenti, tra cui l’utilizzo di software office, la navigazione sicura in Internet, la gestione della posta elettronica, l’archiviazione e la condivisione dei file, e molto altro ancora. Alcuni fornitori di assistenza informatica offrono anche programmi di formazione personalizzati in base alle esigenze specifiche dell’azienda.

Investire nella formazione informatica del personale può quindi portare a numerosi benefici a lungo termine, migliorando l’efficienza, la produttività e la competitività dell’organizzazione.

I servizi di assistenza informatica per le piccole imprese: come possono aiutare a migliorare l’efficienza operativa

Le piccole e medie imprese (PMI) spesso hanno esigenze specifiche in termini di assistenza informatica, poiché generalmente dispongono di risorse e budget limitati. Tuttavia, i servizi di assistenza informatica possono rivelarsi estremamente preziosi anche per le realtà di piccole dimensioni, aiutandole a:

  1. Ridurre i costi IT: I servizi di assistenza informatica possono aiutare le PMI a ottimizzare i costi legati alla gestione dei sistemi IT, evitando investimenti eccessivi in hardware, software e personale interno.
  2. Migliorare l’efficienza operativa: Un supporto IT efficiente e tempestivo può contribuire a mantenere i sistemi aziendali sempre operativi, minimizzando i tempi di inattività e aumentando la produttività del personale.
  3. Potenziare la sicurezza informatica: I professionisti IT possono implementare misure di sicurezza adeguate per proteggere i dati e i sistemi aziendali da minacce come virus, malware e attacchi hacker.
  4. Accedere a competenze specialistiche: Le PMI possono beneficiare delle competenze e dell’esperienza di un team di assistenza informatica senza dover sostenere i costi di un reparto IT interno. Conclusioni: come trovare il servizio di assistenza informatica ideale per te.

Perchè scegliere Enjoy Sytem

Trovare il servizio di assistenza informatica più adatto alle tue esigenze può sembrare una sfida, ma seguendo alcuni semplici passaggi puoi individuare la soluzione perfetta per la tua azienda o per le tue necessità personali.

Innanzitutto, è importante avere ben chiare le tue priorità e i tuoi requisiti specifici. Fai un elenco delle funzionalità e dei servizi che ti servono, dal supporto remoto alla manutenzione preventiva, dalla consulenza strategica alla formazione del personale. Questo ti aiuterà a valutare in modo più obiettivo le diverse opzioni sul mercato.

Successivamente, esegui una ricerca approfondita sui fornitori di assistenza informatica, confrontando attentamente le loro offerte in termini di competenze del team, gamma di servizi, tempi di risposta, flessibilità e costi. Non esitare a chiedere referenze e a leggere le recensioni dei clienti per avere un quadro completo della loro affidabilità e qualità del servizio.

assistenza enjoy system

È inoltre importante tenere conto del tuo budget e valutare attentamente i costi associati ai diversi pacchetti di assistenza. Cerca di trovare il giusto equilibrio tra qualità del servizio e convenienza economica, senza sacrificare l’essenziale per risparmiare a breve termine.

Infine, non sottovalutare l’importanza di una consulenza IT e di servizi di formazione per il tuo personale. Investire in queste soluzioni può portare a notevoli benefici in termini di efficienza operativa, produttività e sicurezza informatica a lungo termine.Scopri ora i migliori servizi di assistenza informatica sul mercato e scegli la soluzione perfetta per te.

Seguendo questi consigli, sarai in grado di individuare il servizio di assistenza informatica ideale per le tue esigenze, ottenendo così tutti i vantaggi di un supporto IT affidabile e di qualità.

Cosa facciamo

Enjoy System supporta i propri clienti con assistenza informatica sia tecnica che sistemistica su chiamata, a contratto, in modalità remota o attraverso un piano di manutenzione programmata.

Interveniamo con la massima disponibilità, anche in urgenza, attraverso uno staff tecnico specializzato, che riflette la qualità dei nostri servizi.
Piccole e medie imprese, studi professionali, enti e istituti hanno già scelto l’assistenza dedicata di Enjoy System.

Forniamo servizi di assistenza informatica volti a garantire la piena continuità operativa del cliente, minimizzando l’insorgere di problematiche attraverso un’idonea pianificazione degli interventi ordinari e preventivi ed operando tempestivamente in caso di fermi o imprevisti.

Contattaci (https://www.enjoysystem.it/contattaci/ per una consulenza personalizzata e un preventivo gratuito.

    Contattaci subito

    LEGGI ANCHE:

    Formazione, Sicurezza informatica

    Cybersecurity in Italia

    Ogni anno, in Italia, si verificano con successo numerosi attacchi informatici, e questa situazione sempre più inquietante richiede l’implementazione di soluzioni per preservare la sicurezza informatica. Determinare con precisione il numero esatto di attacchi condotti dagli hacker di anno in anno può risultare complicato, principalmente a causa della sottosegnalazione o della mancata individuazione di molte di tali attività.

    Ma come fare?

    Al fine di migliorare la protezione contro potenziali minacce, è consigliabile adottare adeguate misure per rafforzare la sicurezza informatica. In questo contesto, l’utilizzo di una VPN in Italia consente agli utenti di trasmettere e ricevere dati in modo crittografato e sicuro. Nonostante sia un approccio molto efficace, va notato che questa non rappresenta l’unica soluzione adottata nel nostro Paese.

    I dati del Clusit

    Nel corso del 2022, l’Associazione italiana per la sicurezza informatica, Clusit, ha pubblicato un rapporto che evidenzia un aumento significativo degli attacchi informatici in Italia. Il numero di questi attacchi ha raggiunto quota 188 nell’anno precedente, registrando addirittura un incremento del 169% rispetto al 2021.

    Questo dato indica un crescente interesse degli hacker nei confronti dell’Italia, e quando riescono ad infiltrarsi nelle infrastrutture del paese, le conseguenze sono spesso gravi. Nel 83% dei casi di successo, i danni ai sistemi informatici italiani hanno avuto un impatto significativo.

    Nel corso del 2022, il settore maggiormente preso di mira è stato quello governativo, con il 20% degli attacchi informatici diretti ai siti ministeriali o ai sistemi collegati all’esecutivo. Questo trend sembra persistere anche nel 2023, con già tre casi significativi di compromissione informatica nei confronti del governo. Di fronte a questa situazione, le autorità sono pronte a prendere misure per affrontare la minaccia.

    Le soluzioni ci sono

    Per affrontare la sfida degli attacchi informatici, il governo italiano ha adottato diverse misure allo scopo di potenziare la cybersicurezza. Al fine di essere preparato in modo adeguato, sono stati destinati 623 milioni di euro dai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per la crescita digitale e la sicurezza informatica. Questo finanziamento mira a migliorare l’organizzazione e la robustezza delle difese contro le minacce digitali.

    Sebbene questa strategia sia promettente, il Ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, sottolinea l’importanza di investire nella formazione e nell’informazione della cittadinanza. Una popolazione consapevole è fondamentale per affrontare le minacce digitali, e la conoscenza delle tipologie di attacchi più comuni e delle contromisure è cruciale. La consapevolezza su come riconoscere e difendersi da attacchi come il phishing rappresenta la base per una presenza sicura online. È consigliato essere cauti, verificare l’autenticità delle comunicazioni e dei siti web prima di condividere informazioni personali.

    Inoltre, ci sono pratiche di sicurezza consigliate per navigare in un ambiente digitalizzato. L’utilizzo di servizi VPN è consigliato per difendere i dispositivi da accessi non autorizzati. La variazione regolare delle password, preferibilmente complesse, aiuta a prevenire la compromissione dei dati. L’installazione e l’aggiornamento regolare di software antivirus sui sistemi operativi sono fondamentali, così come effettuare frequenti backup dei dati per evitare ricatti in caso di furto di informazioni.

    I nostri servizi

    Noi di Enjoy forniamo Servizi Informatici tra cui proprio la sicurezza informatica di cui abbiamo visto l’importanza in questo articolo oltre che servizi di assistenza e consulenza.
    Per tutti i nostri servizi puoi visitare il seguente indirizzo: Base servizi Enjoy – www.enjoysystem.it.

      Contattaci subito

      LEGGI ANCHE:

      Formazione, Sicurezza informatica, Software

      Password dimenticata? Ecco come recuperarla

      La Necessità di un Gestore di Password

      Se non usiamo un gestore di password online, come LastPass, oppure non utilizziamo il Gestore delle password di Google, che le archivia automaticamente, potremmo trovarci in situazioni problematiche.

      E su Windows?

      La situazione più comune è quella di un computer Windows protetto da una password locale invece di un PIN collegato all’account Microsoft. Tuttavia, specialmente sui computer meno recenti, potrebbe essere necessario resettare la password direttamente dal BIOS, se ci si dimentica quella locale. Anche se potrebbe sembrare complicato, esistono strumenti online e alcuni di essi offrono versioni di prova per testarne l’efficacia.

      PassFab 4Winkey: La Soluzione per il Recupero delle Password di Windows

      Se hai mai dimenticato la password per accedere al tuo computer con sistema operativo Windows, sai quanto possa essere stressante. Fortunatamente, esiste una soluzione affidabile e potente per risolvere questo problema: PassFab 4Winkey.

      Recupero delle Password di Windows

      Perdere o dimenticare la password di Windows può sembrare un incubo, ma con PassFab 4Winkey, puoi risolvere rapidamente questo problema. Questa potente utility è progettata per aiutarti a recuperare o reimpostare quella di accesso al tuo sistema operativo Windows.

      Facile da Usare

      La semplicità d’uso è una delle caratteristiche distintive di PassFab 4Winkey. Anche se non sei un esperto tecnico, sarai in grado di utilizzare questo software senza problemi. Il processo di recupero è guidato da un’interfaccia intuitiva che ti porta passo dopo passo attraverso il processo.

      Una guida all’utilizzo

      Abbiamo effettuato un test di PassFab 4Winkey. Inizialmente, abbiamo utilizzato la versione di prova e successivamente abbiamo optato per quella commerciale al costo di 20 euro. Il meccanismo è sorprendentemente diretto e veloce: dopo aver installato il software su un altro computer (che può anche essere un Mac), abbiamo collegato una chiavetta USB e seguito le istruzioni del software per creare un’unità Flash di ripristino. Quest’ultima sarebbe stata inserita nel computer del quale avevamo dimenticato la password, accedendo al menu delle impostazioni del BIOS.

      Immagine che mostra la schermata iniziale di PassFab 4WinKey

      Qui trovi la guida completa

      A seconda del modello del computer in uso, l’accesso al BIOS potrebbe richiedere la pressione di tasti come Canc, F2 o F12. Comunque, è relativamente semplice identificare la combinazione giusta per il nostro PC mediante un rapido ricorso a un motore di ricerca. Una volta giunti a questo punto, abbiamo modificato l’ordine di avvio, collocando la chiavetta USB in prima posizione, e successivamente riavviato il computer. Dall’apertura della finestra che si sarebbe presentata, avremmo avuto la possibilità di reimpostare la password dell’amministratore locale di Windows, la password dell’ospite o addirittura quella di Microsoft. Una volta completate queste operazioni, avremmo rimosso la chiavetta USB e riavviato il PC.

      Altre soluzioni?

      Non va tuttavia dimenticato che un tool per il recupero delle password è disponibile gratuitamente da almeno dieci anni: ci riferiamo a Ophcrack, un software open source. Tuttavia, va notato che Ophcrack funziona solamente con versioni di Windows fino alla 7 e recupera le password tramite gli hash LM e NTLM, sfruttando le Rainbow Tables. È importante notare che il software raggiunge buoni risultati proprio perché i sistemi di codifica utilizzati da Microsoft non impiegano il “salting,” una tecnica impiegata, invece, da sistemi operativi come Linux e Mac, che li rende notevolmente più resistenti agli attacchi di forza bruta.

        Contattaci subito

        Già in passato abbiamo parlato del recupero password in questo articolo!

        LEGGI ANCHE:

        Sicurezza informatica

        CryptSync: proteggi i tuoi files nel cloud

        Se non abbiamo completa fiducia nel cloud per conservare i nostri documenti più importanti, possiamo utilizzare CryptSync per garantirne la protezione.

        La cosiddetta “nuvola” o cloud, che consiste in un sistema di server su Internet utilizzato per l’archiviazione remota di dati, è una comodità notevole. Essa ci consente di avere una copia sicura dei nostri file accessibile ovunque ci sia una connessione Internet disponibile. Tuttavia, c’è un’altra faccia della medaglia: i file sono in qualche modo nelle “mani” di qualcun altro, o meglio, sui dischi di qualcun altro, e possono essere esposti al pubblico.

        Anche se sono protetti dal nostro account, c’è la possibilità che qualche malintenzionato possa riuscire ad accedervi e sottrarre i file. Benché questa eventualità sia remota, se vogliamo essere più tranquilli, possiamo aggiungere un ulteriore livello di protezione ai sistemi di sicurezza propri del cloud: crittografare i dati prima di salvarli in remoto. In questo modo, anche nel caso in cui qualcuno riuscisse ad accedere al nostro account, non sarebbe comunque in grado di leggere il contenuto dei file criptati.

        Usiamo CryptSync per crittografare i nostri file

        Per garantire la sicurezza dei dati memorizzati nel cloud, possiamo utilizzare l’applicazione open source CryptSync. Questa applicazione si occupa di sincronizzare il contenuto di due cartelle, crittografando quello di una di esse. Può essere impiegata per sincronizzare una cartella locale con una chiavetta USB, oppure con un server locale, o addirittura con un servizio di archiviazione cloud.

        La procedura è semplice: le applicazioni dei servizi cloud creano una cartella sul nostro computer che si sincronizza automaticamente con il servizio di archiviazione remota. Successivamente, creiamo una seconda cartella in cui inseriamo i file originali e configuriamo CryptSync in modo che sincronizzi il contenuto delle due cartelle, crittografando ciò che verrà poi sincronizzato con il cloud. I documenti saranno crittografati e compressi, permettendoci anche di risparmiare un po’ di spazio.

        Per accedere ai file, dovremo utilizzare un programma di gestione dei file compressi, come WinRar o 7-Zip, e inserire la password che abbiamo impostato in CryptSync.

        Guida all’utilizzo

        cryptsync screenshot utilizzo 1
        CryptSync è un’applicazione disponibile gratuitamente. Per ottenerla, accediamo al sito https://bit.ly/ci292_crypt e scarichiamo l’ultima versione disponibile (sia a 32 che a 64 bit), procedendo poi con l’installazione. Dopo l’installazione, avviamo l’applicazione per accedere all’interfaccia di CryptSync e attiviamo l’opzione di avvio automatico con Windows.
        cryptsync screenshot utilizzo 2
        Per avviare la sincronizzazione tra le due cartelle, dalla schermata principale, clicchiamo sul pulsante “New Pair”. Comparirà una nuova finestra dove potremo specificare la cartella originale e quella da crittografare. Per selezionarle, faremo clic sul pulsante con i tre puntini sulla destra.
        cryptsync screenshot utilizzo 3
        Come cartella di destinazione (ovvero quella in cui il contenuto sarà crittografato), selezioniamo una cartella all’interno di quella creata dal nostro servizio cloud. In questo caso, abbiamo scelto di utilizzare il servizio cloud di Microsoft, OneDrive.
        Inseriamo la password che utilizzeremo per accedere ai file crittati. L’opzione “Encrypt Filename” cripta anche i nomi dei file e delle cartelle, ma in questo caso non saremo in grado di riconoscerli se non li apriamo uno per uno. Lasciamo le altre opzioni come sono.
        cryptsync screenshot utilizzo 5
        La sincronizzazione delle cartelle avviene automaticamente ad ogni cambiamento, oppure può essere effettuata manualmente premendo il pulsante “Sync Files”. Nella cartella di destinazione di CryptSync, appariranno i file originali ma saranno crittografati. Per accedervi, sarà necessario utilizzare l’applicazione 7-Zip che puoi scaricare da https://bit.ly/ci292_7zip.
        Aprire i file crittati con 7-Zip ci permetterà di decomprimerli e decifrarli contemporaneamente, inserendo la password precedentemente impostata in CryptSync. In alternativa, possiamo utilizzare altri programmi per la gestione dei file compressi, come ad esempio WinRar che puoi scaricare da https://bit.ly/ci292_rar.

          Contattaci subito

          LEGGI ANCHE:

          Formazione, Sistemi, Tech

          Domotica fai da te

          Grazie alla domotica possiamo controllare con la voce o lo smartphone, luci termostati e tutti i dispositivi elettrici presenti nella nostra casa, comprese le telecamere di sicurezza.

          Nelle nostre case ci sono diversi tipi di impianti: da quello elettrico al riscaldamento, da quello te­lefonico a quello di climatiz­zazione. Se abbiamo un giar­dino avremo probabilmente un impianto di irrigazione e in molti casi sarà presente an­che l’impianto di allarme. Nor­malmente ciascuno di questi funziona in modo indipenden­te rispetto agli altri, ma grazie alla domotica è possibile non solo farli interagire, ma anche gestirli a distanza.

          Così, per esempio, verremo avvisati se si sta verificando un sovracca­rico di corrente. Oppure se un sensore di movimento o una videoca­mera di sicurezza individuano dei movimenti sospetti, men­tre il sistema di irrigazione non si attiverà in caso di pioggia. Il termine domotica deriva dal latino domus (casa) che, combinato alla desinenza finale di informatica, indica che ogni elemento può essere gestito attraverso la rete Internet in combinazione ad app e sof­tware di smartphone e PC.

          Indice

          Domotica fai-da-te

          Negli appartamenti nuovi, così come in quelli ristruttu­rati da poco, è facile trovare impianti demotici evoluti che permettono di control­lare dalle luci alle tapparelle, al termostato. Questo però non significa che chi vive in un normale appartamento debba per forza rifare l’im­pianto elettrico per renderlo intelligente. Per farsi un’idea di cosa significhi avere in casa un impianto di domo­tica, basta acquistare uno dei tanti kit, disponibili su Amazon o su qualsiasi store online.

          Questi kit compren­dono sensori, lampadine intelligenti, telecamere e non richiedono particola­ri competenze tecniche. Vanno semplicemen­te collegati alle prese elet­triche già presenti in casa e naturalmente alla rete Wi-Fi dell’appartamento. Si tratta di sistemi con un nume­ro ridotto di funzioni, che potremo però controllare attraverso lo smartphone o gli assistenti digitali Alexa e Google Home. Il costo può anche essere limitato a meno di un centinaio di euro.

          Un aiuto per gli anziani

          Un aiuto per gli anziani Per la maggior parte delle persone chiedere a un as­sistente digitale di alzare le tapparelle o spegnere la luce resta soprattutto un simpa­tico trucchetto. Ma per chi è anziano o ha problemi di lo­comozione, può contribuire a migliorare la qualità della vita.

          Gli stessi servizi di teleassistenza e telesoccorso, che assicurano un pronto in­tervento nel caso di malori o di incidenti domestici, fanno a tutti gli effetti parte della domotica. E noi nelle pros­sime pagine mostreremo alcune delle soluzioni che ci hanno convinto maggior­mente e che abbiamo instal­lato nelle nostre case.

          I 3 pilastri della domotica

          Rendere smart la nostra abitazione significa prima di tutto migliorare la qualità della nostra vita. Infatti grazie alla domotica è possibile ot­tenere un aumento delle pre­stazioni e delle funzionalità dei diversi impianti e degli elettrodomestici presenti nella nostra casa.

          Otterremo di conseguenza un mi­glioramento del comfort, del­la sicurezza e del risparmio energetico. E sono proprio questi i tre pilastri della do­motica che stanno spingendo sempre più persone a rendere smart le loro case.

          Comodo è meglio

          Al di là dell’effetto WOW, inevitabile nel momento in cui mostriamo ad amici e conoscenti come sia possibile comandare luci ed elet­trodomestici con la voce, è innegabile che informatiz­zare la nostra casa la renda anche molto più comoda da viverci. Un impianto de­motico può fare diventare normali situazioni che fino a oggi eravamo abituati a vedere solo nei film di fan­tascienza. Potremo così venire svegliati dall’aroma del caffè e dalla tapparella che si solleva in autonomia. Oppure avere la certezza di trovare le stanze sempre alla giusta temperatura, sia d’inverno che d’estate.

          domotica
          Tutto a portata di smartphone
          Dalle luci alla temperatura, alla sicurezza. tutti gli impianti della casa smart possono essere comandati anche da remoto grazie alle app per smartphone.

          Potremo anche programmare differenti scenari a seconda degli ambienti e delle situazioni. Così per esempio lo scenario ” m a l a t t i a ” può rendersi cura di chi ha la febbre abbassando le luci, aumentando la temperatura della stanza e limitando il volume del televisore. Mentre lo scenario “cinema”, oltre a impostare le luci giuste per godere il nostro film, consente anche di attivare in automatico la segreteria telefonica e rendere muto il campanello di casa. Altri scenari sono poi legati solo alla nostra fantasia. Certo, per ottenere i risultati migliori sarebbe meglio avere un impianto demotico evoluto. Questo andrebbe realizzato al momento della costruzione o della ristrutturazione dell’appartamento, con un investimento notevole. Ma oggi è possibile ottenere buoni risultati anche con il fai-da-te, inserendo da soli gli elementi che ci interessano.

          Prima la sicurezza

          Avere la certezza che la nostra abitazione, e di conseguenza la nostra famiglia, siano protetti da un sistema di sicurezza evoluto, è l’ambizione di tutti. Oltretutto il Bonus Sicurezza 2022, che è già stato confermato dal Governo per i prossimi due anni, permette di mettere al sicuro la nostra casa con una detrazione fiscale del 50% sulle spese sostenute, fino a un massimo di 96.000 €. Un motivo in più per valutare un impianto domotizzato evoluto. Impianto che comprenda telecamere e sensori anti intrusione e che tenga sotto controllo la nostra abitazione non solo quando non siamo in casa, ma anche quando ci sono i nostri familiari.

          domotica

           

          Serratura elettronica
          Rendere smart la serratura della porta oltre ad assicurarci che sia chiusa correttamente. ci consente di essere avvisati in caso di necessità.

          Potremo così sapere da remoto in ogni momento se le finestre sono chiuse e le luci sono spente e allo stesso tempo come stanno i figli e gli animali. Inoltre, anche se non possiamo investire grosse cifre per un impianto di sicurezza evoluto, potremo cavarcela con una telecamera collegata al router Wi-Fi dell’abitazione, con qualche sensore di apertura collegato a porte e finestre e, infine, a qualche sensore di movimento.

          Risparmiare energia

          Soprattutto in questo perio­do storico in cui la bolletta energetica continua a cre­scere, è utile avere a disposi­zione un impianto demotico che permetta di controllare quale e quanta energia viene utilizzata dai singoli elettro­domestici. Potremo così de­cidere di far partire gli elet­trodomestici nei momenti migliori, sia per il risparmio che per limitare il disturbo.





          Per quanto riguarda il ri­scaldamento e il raffredda­mento, verranno regolati in automatico basandosi sugli orari della famiglia. Se poi abbiamo a disposizione un impianto fotovoltaico, avre­mo evidenti vantaggi sull’ot­timizzazione dei processi domestici. Oltretutto anche per i nuovi impianti fotovol­taici è prevista la detrazione del 50% sulle spese soste­nute, fino a un massimo di 96.000 €, che rimane valida fino al 31 dicembre 2024.

          Domotica ”fai da te” low cost

          Per realizzare un impianto domotica evoluto è neces­sario l’intervento di professio­nisti che dovranno adattare gli impianti esistenti della nostra casa ai vari dispositivi domati­ci. Andranno questi collegati a una o più centraline in modo da control­lare e programmare tutto ciò che avviene nell’appartamen­to. Occorre prevedere un inve­stimento di alcune migliaia di euro che dipende naturalmen­te dalle dimensioni e dalla complessità del sistema. Ricordiamo che può venire in parte compen­sato al 50% dall’Ecobonus del governo.

          domotica

           

          Tanti accessori, un produttore.
          Anche se decidiamo di iniziare con un solo dispositivo, è meglio scegliere un produttore come SwitchBot che ha in catalogo accessori di ogni tipo.

          Un’alternativa valida resta però quella della domo­tica Plug and Play. Questa preve­de dispositivi semplici da usa­re e configurare che non richiedono interventi da parte di specialisti e nessuna modi­fica strutturale all’abitazione.

          Un passo alla volta

          Prima di tutto dovremo de­finire quali elementi della nostra casa vogliamo ren­dere smart. Amazon e i vari stare online mettono a di­sposizione un grande assor­timento di luci e lampadine smart, prese e interruttori Wi-Fi, videocitofoni e serra­ture comandabili a distanza. Il nostro consiglio, però, è quello di affidarsi a un uni­co produttore specializzato del settore. In modo tale che metta a di­sposizione un proprio ecosi­stema completo di prodotti, come è il caso di SwitchBot, https://eu.switch-bot.com. SwitchBot è presente con i suoi dispositivi anche su Amazon. SwitchBot è ideale per chi ha un budget limitato ma vuole comunque prodotti certificati e facili da installare.

           

          La qualità prima di tutto.
          Soprattutto come luci è importante scegliere elementi di qualità e per questo le Philips Hue sono una garanzia. Per iniziare è ottimo lo Starter Kit.

          Bastano 35 euro per acquistare SwitchBot Hub Mini Smart Remote. Un pic­colo scatolotto che una vol­ta collegato al router Wi-Fi dell’abitazione consentirà di comandare da remoto tutti gli elettrodomestici gestiti da un telecomando a infra­rossi, come l’impianto di aria condizionata, il televisore, l’impianto stereo. Tra gli altri accessori per la domotica di SwitchBot consigliamo il ri­levatore di movimenti Smart Motion Door Sensor, lo SwitchBot Curtain, un motore elettrico per tende compatibile con gli assistenti digitali Alexa e Google Home, lo SwitchBot interrutore intelligente che permette di coman­dare a distanza qualsiasi interruttore della nostra abita­zione. Potremo per esempio collegarlo all’interruttore del citofono in modo da aprirlo senza doverci spostare. Al momento l’ecosistema di SwitchBot comprende oltre dieci dispositivi tra teleca­mere, termostati, igrometri e strisce LED, tutti a prezzi accessibili. Il nostro consi­glio è quello di scegliere vol­ta per volta quello più adatto per noi.

          Kit base per le luci

          Quando si parla di domoti­ca molti pensano subito alle luci che si possono accende­re e spegnare da remoto e che possono creare migliaia di combinazioni cromatiche. E in effetti sono tantissimi i produttori che hanno in catalogo lampadine smart collegabili all’impianto Wi­Fi della casa e gestibili a di­stanza.

          In questo caso però occorre considerare anche la qualità delle lampadine. Sotto questo punto di vi­sta le Philips Hue, https://www.philips-hue.com, anche se decisamente costose re­stano le migliori. Il consiglio è quello di iniziare con un kit base di partenza come il Lighting Hue White Starter Kit che comprende tre lampadine White E27, un telecomando Dimmer Switch e un Bridge Philips Hue per il controllo remoto.

          Amazon Alexa per la casa domotica

          Grazie anche a una poli­tica di prezzi decisamente aggressiva, che con­sente di acquistare uno dei modelli dell’assistente digi­tale Echo Dot anche a meno di 20 euro, Amazon copre ormai il 60% del mercato italiano. Uno dei suoi punti di forza sono le Skill che consentono di in­terfacciarsi con la maggior parte degli accessori per la domotica e comandarli con­ la voce. Quindi con le Rou­tine, particolari comandi scorciatoia che permetto­no di raggruppare le azioni. Difatti grazie a queste potremo per esempio fare accendere in automatico le luci e chiudere le tapparelle quando tramonta il sole. Oppure ascoltare le ultime notizie e riprodurre la no­stra musica preferita dopo la sveglia o una volta torna­ti a casa.

          Se poi abbiamo diversi dispositivi per la casa intelligente compati­bili, potremo creare un gruppo per controllarli tut­ti. Per esempio, se abbiamo creato il gruppo “soggior­no”, potremo dire: “Alexa. accendi le luci in soggior­no” per comandare tutte le luci in quella stanza. Gran parte delle stesse azioni possono comunque essere svolte da Nest Mini, l’assistente digitale creato da Google.

          La terza via di iotty

          Tra una ristrutturazione completa, necessaria per realizzare un impianto di do­motica evoluto nella propria abitazione, e una soluzione fai-da-te, c’è sempre una ter­za via, ed è quella che propo­ne iotty, https://iotty.it/. Si tratta di un’azienda completa­mente italiana che da Porde­none è arrivata ad avere successo in tutto il mondo grazie ad accessori per la domotica che si distinguono non solo per la tecnologia, ma anche per il design.

          Placche in vetro temperato

          Si tratta in pratica di sostituire le placche esistenti con quelle smart di iotty. Queste oltre a es­sere in vetro temperato e quindi molto eleganti, integra­no i sensori per la temperatu­ra, la luminosità e la prossimi­tà. In questo momento il catalogo di iotty (il cui nome deriva dalle iniziali di Internet of Things) offre solo tre pro­dotti: la placca i3 Plus che funziona da Interruttore Intel­ligente per luci e cancelli, la i3S Plus Interruttore Intelli­gente per Tende e Tapparelle e OiT Plus, una presa Wi-Fi smart.

          Queste placche, con i loro tre tasti soft touch, vanno inserite nelle classiche scato­le di derivazione 503 (quelle presenti praticamente in tutte le case italiane) e sono dispo­nibili nei colori bianco, nero, grigio, sabbia e azzurro. L’in­stallazione non richiede parti­colari abilità tecniche se è già presente il filo neutro che arri­va all’interruttore. In ogni caso è comunque sempre possibile prenotare l’intervento di un elettricista per l’installazione attraverso il sito di iotty.

          Non solo Alexa e Google

          Il vantaggio di una scelta di questo tipo è principalmen­te legato al design e alla semplicità d’uso. Una volta installata la placca basterà collegare l’app per ottenere tutti i dati relativi ai consumi effettivi e anche alla tempe­ratura dell’ambiente in cui si trova. Potremo programma­re accensione e spegnimen­to dei vari dispositivi in base alla nostra routine giorna­liera direttamente dall’app. Possiamo farlo anche con la voce grazie alla integrazione con i più comuni assistenti vocali. Oltre ad Amazon Alexa e a Google Home, gli accessori ergonomici di iotty sono in­fatti compatibili anche con la piattaforma HomeKit di Ap­ple e con quella Matter. Quest’ultima con ogni probabilità è desti­nata a diventare lo standard del futuro per la domotica.

          Offerte speciali

          Il prezzo per ciascuna delle placche di iotty è di 99 euro, ma controllando sul sito si possono trovare spesso of­ferte speciali che permet­tono di risparmiare fino al 30%. Il servizio di installa­zione costa 135 euro fino a 3 placche e 195 euro se voglia­mo installare fino a cinque placche. L’elettricista oltre a collegare le placche, prov­vederà anche a inserire il cavo neutro se necessario e a configurare il Wi-Fi. In ogni caso il sistema funzionerà in modalità manuale anche senza la presenza di un im­pianto Wi-Fi nell’abitazione.

          Domotica senza Wi-Fi

          Praticamente tutti gli im­pianti domotici, sia quelli più evoluti che richiedono un in­tervento di tecnici specializ­zati per la loro realizzazione, sia quelli fai-da-te che per­mettono di costruire da soli la propria casa intelligente, si affidano alla rete Wi-Fi dell’abitazione. Questo però non significa che non sia possibile creare un proprio impianto indipendente da In­ternet e dal cloud. Certo, bi­sognerà fare a meno della possibilità del controllo remoto, ma in compenso la privacy sarà garantita in quanto tutti i dati necessari al funzionamento dell’impianto domotico resteranno nell’abitazione. Anche le prestazioni risulteranno migliori. Per chi non vuole, o magari semplicemente non può, affidare il proprio impianto domotico a una connessione Internet, Samsung ha realizzato la piattaforma SmartThings Edge.

           

          SmartThings Edge.
          Tutti gli accessori Samsung compatibili con la piattaforma Smart Things Edge non si collegano a Internet ma a un Hub locale e a un ‘app specifica.

          In pratica tutte le funzioni di programmazione dei vari elementi che compongono la casa domotica vengono gestite direttamente da uno SmartThings Hub. Questo sigifica quindi dallo smartphone, eliminando così la necessità di connessione basata su cloud e allo stesso tempo aumentando la velocità delle automazioni. Oltre ai dispositivi commercializzati da Samsung, anche quelli compatibili con le piattaforme ZigBee e Z-Wave saranno in grado di connettersi all’hub bypassando così il cloud.

          Arriva Matter

          Per funzionare al meglio, la domotica ha bisogno di propri protocolli wireless. Questi devono essere in grado di gestire le migliaia di dispositivi che già oggi vengono commercializzati e che sono inevitabilmente destinati a moltiplicarsi. Gli standard tradizionali Wi-Fi e Bluetooth non riescono infatti a svolgere questo compito. Tutto ciò accade sia per problemi di interferenze, sia perché richiedono un considerevole dispendio di energia. Soprattutto quando ci troviamo in un’abitazione o in un ufficio in cui gli accessori connessi sono alcune decine. Per questo motivo da alcuni anni accessori per la domotica hanno messo a punto nuovi standard, specifici per la domotica. Il più diffuso è oggi lo ZigBee che permette di connette re fino a 65.000 dispositivi. ZigBee ha consumi ridotti ed è compatibile con accessori di produttori come Amazon, Philips, Osram, Xiaomi e lkea.





          Come accade spesso nel settore informatico, contemporaneamente sono stati realizzati standard concorrenti come Z-Wave. Difatti il rischio di ritrovarsi accessori che non dialogano tra loro è molto alto. Per questo motivo oltre 170 aziende, tra cui spiccano Apple, Samsung, Amazon, Google e gli associati della ZigBee Alliance hanno deciso di mettere a punto Matter. Questo nuovo protocollo di interoperabilità dal 2023 dovrebbe diventare quello dominante. La sua forza è la sua piena compatibilità non solo con gli accessori ZigBee ma anche con molti di quelli che oggi usano il Wi-Fi per connettersi. In pratica basterà un aggiornamento firmware e si passerà al nuovo standard. Matter 1.0 è stato presentato ufficialmente il 3 novembre dalla Connectivity Standards Alliance. La tecnologia si basa su una combinazione di Wi-Fi, Bluetooth LE e reti mesh intelligenti, la cui comunicazione risulterà semplificata.

          LEGGI ANCHE:

          Formazione

          File spariti? No problem!

          File spariti? No problem. File corrotti o cancellati per errore, CD e DVD illeggibili, computer colpiti da ransomware: ecco la guida completa per recuperare i dati in queste situazioni.

          Il miglior modo per recuperare dati da un hard disk o una scheda di memoria che ha smesso di funzionare? Molto semplice: recuperare il backup.

          Bastano pochi clic e qualche minuto di pazienza per riprendere possesso di tutto quello che si temeva perduto.

          C’è un problema, però: bisogna ricordarsi di fare le copie di sicurezza e, soprattutto, di aggiornarle frequentemente.

          Ed è qui che casca l’asino: se chiedessimo ai nostri lettori se considerano fondamentale avere copie di sicurezza custodite in maniera sicura e sempre aggiornate, siamo certi che tutti risponderebbero affermativamente.

          Se però andassimo a verificare in quanti hanno adottato una politica anche solo sufficiente per i backup, siamo altrettanto certi che in molti casi i backup saranno inesistenti o, più probabilmente, vecchiotti.

          Non ci stupirebbe, anche perché sono dinamiche che ci capita di vedere non solo fra gli utenti comuni, ma anche fra le aziende e spesso anche in alcune Pubbliche Amministrazioni.

          Insomma, è statisticamente probabile che più di qualcuno abbia bisogno di recuperare informazioni e non abbia a disposizione una copia recente dei dati.

          Fortunatamente, anche in questi casi ci sono alcune soluzioni che possiamo adottare, soluzioni che torneranno utili anche ai più diligenti, per esempio per recuperare le immagini da una scheda di memoria che ha improvvisamente smesso di funzionare prima ancora che potessimo mettere in sicurezza i file.

          Indice

          Il backup che (forse) non sai di avere

          Se un giorno, accendendo il PC, scopriamo di essere vittima di un ransomware o di aver cancellato erroneamente dei dati importanti, non perdiamo la calma, anche se non abbiamo effettuato copie di sicurezza.

          Potrebbero esserci copie dei documenti sul cloud. Windows, infatti, integra OneDrive che automaticamente salva alcune cartelle, come Documenti, Immagini e il desktop, sul cloud di Microsoft.

          A meno di aver disabilitato il servizio, insomma, avremo una copia di sicurezza costantemente aggiornata alla quale accedere in qualsiasi momento, anche da altri dispositivi, semplicemente facendo login con le nostre credenziali sul sito onedrive.live.com.

          Se abbiamo installato il pacchetto Microsoft 365 (Office), tutti i documenti aperti e creati saranno salvati automaticamente su OneDrive, a meno di specificare il contrario, e recuperarli sarà un gioco da ragazzi: basta cliccare sopra al file in questione con il tasto destro e selezionare Scarica.

          E se il file lo abbiamo cancellato per errore?

          Anche in questo caso, nessun problema: il cestino di OneDrive è infatti indipendente da quello di Windows e conserverà tutti gli elementi cancellati per 30 giorni.

          Se quindi in un eccesso di zelo nel ripulire il computer abbiamo erroneamente cancellato per sempre alcuni file o cartelle, abbiamo sempre la possibilità di recuperarli dal cestino del servizio cloud di Microsoft, a patto di accorgercene in tempi brevi, non più di 30 giorni.

          Non è l’unica opzione utile di OneDrive. Può infatti capitare di aver fatto un errore magari sovrascrivendo un file, o dando il comando Salva nel momento sbagliato.

          In tal caso, clicchiamo sul file incriminato con il tasto destro e selezioniamo Cronologia versioni: cliccandoci sopra potremo accedere alle precedenti versioni del file, visualizzare le differenze e ripristinare quella che desideriamo.

          OneDrive non è l’unico servizio di backup automatico che gli utenti non sempre sanno di avere a disposizione.

          Nel caso di Android, per esempio, le immagini scattate con la fotocamera dello smartphone vengono sincronizzate con Google Foto e lo stesso avviene con gli iPhone, che sono sincronizzati con iCloud.

          Se quindi è il telefono a fare le bizze, possiamo recuperare velocemente dal cloud i nostri scatti, sia sul dispositivo stesso, sia su altri dispositivi.

          Dobbiamo semplicemente “ringraziare” il modo in cui sono concepiti i file system.

          Quando cancelliamo un file dal nostro disco, non stiamo eliminando fisicamente le informazioni ma, più semplicemente, togliendolo “dall’indice”.

          Non sarà elencato in Esplora file e i settori su cui sono conservate le informazioni verranno indicati come “liberi” per successive scritture, ma quei dati saranno ancora registrati.

          Software come Disk Dril o Recuva effettuano un’analisi del disco e, in molti casi, riescono a ripristinare i dati eliminati.

          Questo, però, a patto che i settori su cui sono archiviati non siano stati sovrascritti da altri dati, rendendo quindi l’operazione impossibile.

          Se il file è appena stato cancellato, è estremamente probabile riuscire a recuperarlo interamente.

          Se sono passati mesi, durante i quali abbiamo continuato a usare il computer, l’esito del recupero non è così scontato.

          Entrambi i software che abbiamo citato funzionano piuttosto bene e sono anche semplici da usare.

          Se però Recuva è gratuito, almeno per le funzioni che ci interessano in questa sede, lo stesso non si può dire di Disk Drill.

          La versione gratuita di quest’ultimo, infatti, è limi-tata al ripristino senza alcuna spesa di un massimo di 500 MB. Per recuperare una maggiore quantità di informazioni, è necessario acquistare la versione PRO, venduta a poco più di 108 dollari.

          DMDE, complesso ma estremamente potente

          Se i software citati in precedenza non hanno risolto il problema, è possibile tentare soluzioni più evolute, come DMDE.

          Questo programma è basato su algoritmi molto avanzati ed è in grado di recuperare partizioni eliminate per errore e di ricostruire array RAID che esibiscono problemi, recuperando le informazioni presenti sui dischi.

          Fra le funzioni più interessanti troviamo una serie di strumenti per ripristinare dati.

          Recuperare dati dal cestino di Onedrive

          1. Indirizziamo il browser e utilizziamo le nostre credenziali per accedere. Se richiesto, autorizziamo l’accesso tramite Microsoft Authenticator o usando l’OTP ricevuto.

          onedrive

          2. Clicchiamo sul Cestino per accedere a tutti i file che abbiamo cancellato, anche dal PC personale, dalle cartelle sincronizzate con OneDrive. Selezioniamo i file che ci interessa recuperare.

          onedrive 2

          3. Clicchiamo con il tasto destro e selezioniamo la voce Ripristina per recuperare i file che avevamo spostato nel cestino.

          onedrive 3

          4. Cliccando con il tasto destro sui file di OneDrive possiamo recuperare anche le precedenti versioni del file, se disponibili. Possibilità molto utile se abbiamo sovrascritto per errore un file di Office.

          onedrive 4

          Come recuperare i dati con Disk Rill

          1. Andiamo all’URL www.cleverfiles.com/it/data-recovery-software.html e scarichiamo la versione gratuita di Disk Drill, che ci consentirà di recuperare un massimo di 500 MB di dati. Installiamo il software e riavviamo il PC.

          2. Riavviato il PC, eseguiamo Disk Drill. Al primo avvio ci verrà chiesto se vogliamo abilitare la protezione dati per incrementare le chance di recupero in caso di problemi. Mettiamo la spunta per confermare e clicchiamo su Iniziamo.

          3. Selezioniamo il disco o la partizione contenente i dati che desideriamo recuperare. Se la partizione interessata non è accessibile, selezioniamo l’intero disco.

          4. Possiamo selezionare il metodo di recupero dal menu sulla destra. Il nostro consiglio è però quello di lasciare fare al programma, che utilizzerà in serie tutti i metodi, partendo dal più veloce e approfondendo la scansione se questo fallisce.

          5. Clicchiamo su Cerca dati persi per avviare la ricerca di file e partizioni perse. Una ricerca che può durare a lungo, soprattutto su hard disk di grandi dimensioni. Possiamo usare il PC nel frattempo.

          6.Terminata la scansione, i file verranno suddivisi per tipologia (immagini, documenti, archivi) e verrà indicata una stima sulla possibilità di recupero. Selezioniamo i file e clicchiamo su Recupera.

          LEGGI ANCHE:

          contattaci
          Hardware

          Il mini pc tascabile

          Il mini pc tascabile. Non stiamo parlando di computer con caratteristiche hardware dalle “piccole” prestazioni o di assemblati di “basso profilo”, bensì di macchine attrezzate di tutto punto, che hanno il loro punto di forza nelle dimensioni.

          Sono “mini” anche se al loro interno nascondono componenti hardware che offrono prestazioni di tutto rispetto. Certo, non si può pretendere di poter acquistare un Pc che misuri appena dieci centimetri per lato e che disponga di una scheda grafica come l’AMD Radeon RX 6500 XT, giusto per fare un
          esempio, che già di per sé misura venti centimetri di lunghezza.

          Ma se l’obiettivo è quello di acquistare un Pc che permetta di navigare, di utilizzare la suite Office o di lavorare con foto e video, allora le soluzioni in commercio ci sono.

          Il mono pc delle meraviglie sotto la lente

          • BASE

          La base del mini-Pc contiene al suo interno un vano già predisposto all’inserimento di una unità SSD supplementare.

          • 2. COLLEGAMENTO BASE MINI-PC

          Collegare le base al mini-Pc è semplicissimo: basta adagiarla sul fondo e far combaciare il collegamento USB-C nell’apposito alloggiamento.

          • 3. CONNESSIONI LATO SUPERIORE

          Su questo lato sono presenti: una porta Ethernet, 2 HDMI e un ingresso USB 2.0 (ideale per collegare mouse o tastiera).

          • 4. CONNESSIONI LATO DESTRO

          Oltre al tasto di accensione, sono presenti: una porta USC 2.0, due USB 3.0 (molto più veloci delle prime, consigliate per collegare pendrive, stampanti o masterizzatori esterni), un lettore di schede TransFlash e un ingresso per le cuffie.

          • 5. STAFFA DI MONITORAGGIO VESA

          Il NiPoGi AK1 viene venduto con una staffa di montaggio VES utile per installare il dispositivo anche dietro il monitor; basta fissarla con le viti in dotazione negli appositi alloggiamenti e agganciare il mini pc.

          SCHEDA TECNICA

          • Processore: Intel Celeron 2.5 GHz • RAM: 12GB DDR4 SDRAIVI
          • Unità disco: 256GB SSD
          • Scheda grafica integrata: Intel UHD Graphics 600 Doublé Displays
          • Connettività: Ethernet,Wi-Fi Built-in, Bluetooth, USB,Wireless,Wi-Fi «Wireless: 802.11 a/b/g/n/ac
          • Porte USB: 2 di tipo USB 2.0; 2 di tipo USB 3.0
          • Porte HDMI: 2
          • Sistema operativo: Windows 11 Pro
          • Dimensioni prodotto: 14x14x4.5 cm;
          • Peso: 889 grammi

          LEGGI ANCHE:

          contattaci
          Sicurezza informatica

          Dov’è il mio smartphone?

          Dov’è il mio smartphone? Che tu l’abbia perso o che ti sia stato rubato, poco importa! Ecco i modi per scoprire che fine ha fatto.

          Sempre più frequentemente, oggi usiamo il cellulare per archiviare dati importanti e sensibili, che riguardano il lavoro e la vita privata, ad esempio per conservare password, effettuare pagamenti, autenticarci sui portali della pubblica amministrazione e così via.

          Ecco perché perderlo o subirne il furto può rivelarsi fonte di grande stress. Come fare per minimizzare il problema?

          Una soluzione, per ogni piattaforma

          Beh, innanzitutto sfruttando le funzionalità native del telefono che ne permettono la localizzazione tramite servizi Web da una postazione remota, ad esempio un computer. A questo proposito, i possessori di terminali Android possono fare affidamento sullo strumento “Trova il mio dispositivo’’ Gli utenti iPhone, invece, devono affidarsi al servizio “Dov’è”.

          Esistono anche sistemi proprietari e customizzati: ad esempio per gli utenti Samsung è disponibile la
          piattaforma “Find My Mobile“.

          Oltre a individuare la posizione del terminale smarrito o rubato, questi sistemi offrono funzionalità aggiuntive come l’inizializzazione e il ripristino delle condizioni di fabbrica, una procedura estrema ma necessaria in tutte quelle situazioni in cui il recupero del dispositivo possa rivelarsi difficoltoso o dall’esito incerto.

          Per i più smanettoni, inoltre, è possibile ricorrere all’utilizzo di app di terze parti che implementano funzionalità anche piuttosto sofisticate, come ad esempio la possibilità di cogliere il ladro in flagranza di reato scattandogli una foto mentre sta tentando di sbloccare il telefono.

          Vediamo ora, un po’ più da vicino, come attivare i vari sistemi nativi di localizzazione.

          Il “trova dispositivo” di Android

          Ecco come configurare il sistema nativo di localizzazione da remoto del proprio terminale utilizzando uno degli smartphone più popolari tra quelli oggi in circolazione: Xiaomi Redmi Note.

          1.Verifiche preliminari

          Dalla schermata principale clicchiamo Impostazioni, selezioniamo Stato Sicurezza e leggiamo se accanto alla voce Trova dispositivo ci sia scritto Attivato o Disattivato.

          Se disattivato, dalla schermata Impostazioni scorriamo fino a trovare Mi Account e clicchiamoci sopra. Clicchiamo su Dispositivi. Selezioniamo il terminale in nostro possesso, quindi clicchiamo la voce Trova dispositivo.

          2. Attiviamo “trova dispositivo”

          Nella pagina Trova ofcpos/f/izo abilitiamo la funzionalità omonima tramite l’interruttore corrispondente.
          Fatto questo, per procedere è necessario digitare le credenziali d’accesso al proprio account Xiaomi (Mi
          Account).

          Una volta digitata la password clicchiamo OK. Ora siamo pronti per provare se tutto è funzionante.

          3. Accediamo a Xiaomi Cloud

          Colleghiamoci a https://i.mi.com dal PC. Clicchiamo Accedi con Xiaomi Account. Digitiamo le nostre credenziali d’accesso. Premiamo Accedi. Una volta autenticati, accediamo a Trova dispositivo cliccando il pulsante corrispondente.

          Il sistema andrà a rilevare quali sono i dispositivi collegati all’account Xiaomi visualizzandoli in alto a destra.

          4. Vediamo dov’è il cellulare

          Selezioniamo il terminale da localizzare cliccandolo nella finestra in alto a destra. Pochi secondi e il
          sistema visualizza la posizione del device sulla mappa.

          Nel caso di furto possiamo anche seguire gli spostamenti di chi lo ha sottratto aggiornando di volta in volta la posizione, semplicemente cliccando il pulsante Trova di nuovo.

          E SE POSSIEDI UN SAMSUNG?

          Se il tuo smartphone è un Samsung puoi sfruttare il servizio proprietario creato ad hoc dal rinomato produttore coreano, che si chiama FindMy Mobile.

          Ad esempio sui telefoni della serie Galaxy, una volta attivata la funzionalità Trova dispositivo personale, la piattaforma FindMy Mobile permette di localizzare il cellulare anche quando è offline.

          Inoltre, una volta localizzato è possibile controllarlo da remoto, bloccarne l’accesso a SamsungPay, effettuare un backup dei dati su Samsung Cloud e così via.

          Il tutto in modo semplice ed intuitivo, collegandosi alla Rete e visitando il sito: https://findmymobile.samsung.com/

          FindMy Mobile

          Cercare il dispositivo tramite Google

          Anche il colosso di Mountain View offre ai propri utenti un servizio di localizzazione da remoto, utile soprattutto quando sul tuo smartphone gira una versione di Android non proprio di ultima generazione.

          1. Attiviamo il servizio

          Innanzitutto assicuriamoci di aver abilitato la funzionalità di localizzazione da remoto tramite Google. Dalla schermata principale clicchiamo su Impostazioni, scorriamo verso il basso e selezioniamo la voce Google.
          Scorriamo in basso fino a individuare la voce Trova il mio dispositivo. Clicchiamoci sopra. Nella schermata successiva abilitiamo il servizio tramite l’apposito interruttore.

          2. Colleghiamoci al nostro account Google

          Dal browser del computer digitiamo l’indirizzo www.google.com/android/find, digitiamo le nostre credenziali di accesso relative all’account Google a cui è collegato il terminale (username e password) e attendiamo qualche secondo che compaia la posizione del dispositivo sulla mappa.

          3. Et voilà!

          Una volta intercettato il terminale, il sistema offre diverse possibilità.

          Ad esempio possiamo fare in modo che squilli per 5 minuti, anche se è in modalità silenziosa, cliccando su Riproduci Audio.

          In questo modo sarà più facile localizzarlo fisicamente qualora ci troviamo in prossimità del luogo in cui, ad esempio, lo abbiamo smarrito.

          4. Altre funzioni

          Possiamo bloccare il device tramite l’opzione Blocca il dispositivo, aggiungendo perfino un messaggio e/o un numero di telefono a cui poter essere contattati per chiunque lo ritrovi.

          Il sistema offre anche la possibilità di cancellare tutti i dati presenti nel telefono con Resetta dispositivo. In quest’ultimo caso, però, non sarà più possibile localizzato.

          LEGGI ANCHE:

          CONTATTACI
          Sicurezza informatica

          Wi-Fi pubblico in tutta sicurezza

          Wi-Fi pubblico in tutta sicurezza. Gli hotspot pubblici sono ormai la norma, in Italia e all’estero, ma è meglio prendere precauzioni quando li si usa.

          Ormai i contratti telefo­nici hanno una quanti­tà di Giga enorme, an­che quelli più economici, e a meno di usare lo smartphone come connessione principa­le, esaurirli è molto difficile. Questo in Italia.

          Quando però andiamo all’estero, la quanti­tà di Giga utilizzabile gratuitamente cala enormemen­te, anche nei piani con dati illimitati. E ci riferiamo solo all’Europa.

          Nei Paesi extra UE, invece, ci tocca pagare a caro prezzo il roaming oppu­re acquistare una SIM locale o, ancora, se non vogliamo spendere nulla, appoggiarci agli hotspot Wi-Fi pubblici.

          WI-FI

          Sicurezza? Un miraggio

          Gli hotspot gratuiti sono or­mai ovunque: stazioni, aeroporti, parchi.

          La maggior parte dei locali, oggi, offre ai clienti la possibilità di collegarsi gratis al Wi-Fi senza spesa, catene come Starbucks sono utilizzate spesso come una sorta di spazi per il coworking, grazie alla connettività senza costi.

          Purtroppo la sicurezza di queste connessioni è solo un miraggio.

          Molto dipende da chi le ha configurate, e se un McDonald si suppone si affidi a professionisti dell’IT, nei locali più piccoli probabilmente tutto è fatto dal gestore, che non è detto abbia le competenze necessarie.

          Ma a quali rischi si va incontro? Una rete poco sicura può permet­tere a un attaccante di sot­trarci dati personali, come le credenziali di accesso ai siti o i dati della carta di credi­to.

          In pratica, tutti i dati che inviamo o riceviamo quando siamo connessi a una rete pubblica sono potenzialmente intercettabili.

          Questo non significa che dobbiamo rinunciare a connetterci a questi servizi, ma è meglio farlo prendendo qualche precauzione.

          1. Occhio alle reti

          Uno dei classici trucchetti per intercettare dati personali è quello di creare una rete Wi-Fi pubblica dal nome si­mile a un’altra rete e aspettare che qualcuno si connetta.

          Chi ha il controllo di questo punto d’accesso è infatti in grado di intercettare tutto quello che transita    per la rete.

          Questo non è natural­mente l’obiettivo di chi offre il servizio di Wi-Fi gratuito in albergo, in negozio, o in aeroporto, quindi prestiamo attenzione al nome (SSID): verifichiamo che corrispon­da a quello  dell’attività che lo gestisce (per esempio, il nome dell’hotel o del nego­ zio), facendo anche attenzione a piccole variazioni (una “i” maiuscola e una “I” – elle – minuscola, per dire, si con­ fondono facilmente): potreb­be essere una rete trappola messa in piedi da qualche persona priva di scrupoli.

          2.Naviga protetto

          Quando ci connettiamo a una rete, Windows ci chiede se si tratta di una rete pubblica o privata e se vogliamo attivare la condivisione di file e stampanti.

          Non facciamo mai l’errore di indicare come privata (e quindi considerata più sicura) una rete pubblica né di attivare alcuna condivisione: se lo facciamo, tutte le persone connesse a quell’hotspot potrebbero individuare il nostro computer e le nostre cartelle condivise.

          Oltre a questo, ricordiamoci sempre di attivare il firewall, che si tratti di quello integrato in Windows o di una soluzione differente. Per esempio quella inclusa negli antivirus.

          Non disattiviamolo mai, soprattutto su reti pubbliche come gli hotspot.

          Per verificare che sia attivo, lanciamo l’app Sicurezza di Windows, integrata nel sistema operativo, e verifichiamo che tutte le voci abbiano la spunta verde e non siano presenti avvisi.

          3.Solo HTTPS

          In teoria il protocollo HTTPS, che cifra tutti i dati trasmessi dal browser ai siti cui ci connettiamo, dovrebbe essere lo standard.

          Purtroppo non è così e non è raro incontrare siti che ancora utilizzano il semplice HTTP, con il quale i dati vengono inviati e ricevuti in carico.

          Questo significa che chiunque collegato allo stesso hotspot potrebbe (con un semplice programma tipo Wireshark) intercettare tutte queste informazioni, senza alcuna competenza tecnica né fatica.

          Se usiamo Chrome, il browser ci avviserà ogni volta che ci connettiamo a un sito che non usa HTTPS, chiedendoci se vogliamo veramente procedere.

          A casa nostra il rischio è basso, e possiamo procedere forzando HTTP, ma farlo su una rete pubblica è un po’ come fare bungee jumping senza elastico. Meglio rinunciare a visualizzare siti poco sicuri, insomma.

          WI-FI free

          4. Attiviamo una VPN

          La VPN oggi è uno strumento indispensabile per navigare in sicurezza. Protegge la nostra privacy, in particolare da eventuali spioni che cercano di intercettare la nostre comunicazioni.

          Se anche qualcuno dovesse intercettare il nostro traffico di rete, vedrebbe solo dati totalmente illeggibili. Oltre a questo, c’è il vantaggio che usandola potremo simulare la nostra presenza in uno specifico Paese. Potremo quindi accedere al catalogo italiano di Sky, Netflix e altri servizi dall’estero, e viceversa naturalmente.

          Basterà selezionare il Paese da cui vogliamo simulare la presenza per sfruttare questa opportunità. Solitamente, i servizi di VPN sono a pagamento ma Microsoft ha aggiunto una VPN gratuita sulle ultime versioni di Edge.

          Per scaricarla, dobbiamo essere iscritti al programma Windows Insider e scaricare l’ultima versione disponibile. Una volta avviato il browser Edge, andiamo quindi nelle Impostazioni e cerchiamo la voce Rete sicura.

          Ci verrà chiesto di loggarci con il nostro account Microsoft.

          A questo punto, dovrebbe apparire un’icona a forma di scudo nella cornice del browser che ci conferma che stiamo navigando protetti dalla VPN.

          Il servizio e affidabile e veloce ma ha un limite: abbiamo a disposizione solamente 1 GB di dati mensile, abbastanza per navigare in sicurezza qualche ora, ma non certo per lo streaming video o per applicazioni come Teams o Zoom.

          LEGGI ANCHE:

          contattaci
          Applicazioni

          Non farti hackerare Instagram

          Occhio ai messaggi diretti dei vostri contatti Instagram che vi chiedono codici di accesso o screenshot: è un trucco per hackerarvi l’account!

          Il miglior modo di fregare l’account Instagram di qualcuno ha ben poco di tecnologico e sfrutta una delle tecniche più utilizzate dai pirati da sempre: l’ingegneria sociale.

          Ultimamente sempre più persone stanno cadendo vittime di attacchi al proprio account tramite una tecnica ben poco sofisticata, accessibile a chiunque, anche poco esperto, ma particolarmente efficace.

          In questo articolo spieghiamo come funziona questo attacco e come proteggersi, ma anche come tentare di recuperare l’account se ci siamo cascati.

          instagram

          1. Tutto parte da un amico

          Lo scenario è molto semplice: riceviamo un messaggio diretto su Instagram da un amico che ci chiede di cliccare su un link (che riceveremo via email o SMS) e poi inviare uno screenshot o il codice che ci è apparso.

          Le scuse possono essere di vario tipo: aiutarli a vincere un contest online, a recuperare l’account, a risolvere una magagna tecnica.

          Se la richiesta arrivasse da uno sconosciuto non avremmo problemi a ignorarla ma quando arriva da un caro amico, parente o collega, le naturali difese si abbassano e magari si accetta di fare quanto richiesto.

          Del resto, chi non aiuterebbe un amico se costa così poco? Ecco: una volta fatto quanto richiesto, siamo fregati e il nostro account a questo punto è nelle mani del malfattore.

          2. Come è possibile?

          La tecnica alla base di questo attacco è estremamente banale: il link inviato dal malintenzionato è quello che serve per resettare la nostra password di Instagram.

          Il pirata ci chiede di passargli il codice che gli permetterà di cambiarla al posto nostro (i pirati non hanno infatti accesso alla nostra email o ai nostri SMS).

          Inviandogli lo screenshot o il codice richiesto, gli stiamo dando tutto quello che serve per prendere possesso del nostro account.

          Come detto, nessuno sano di mente accetterebbe di cliccare su un link proveniente da uno sconosciuto, ma se arriva da un conoscente, magari con il quale abbiamo parlato fino a poco tempo prima, è facile farsi trarre in inganno.

          In realtà quando si cade vittima di questa truffa non sono i nostri amici a tentare di hackerarci, ma a loro volta sono stati violati.

          La questione è piuttosto semplice: a un pirata basta violare un singolo account, magari protetto da una password debole e facile da indovinare o utilizzando credenziali sottratte e pubblicate sul Dark Web.

          Il passaggio successivo è quello di tentare di prendere il controllo dei profili degli amici collegati utilizzando l’escamotage prima descritto.

          Se caschiamo nel tranello, l’attaccante ne approfitterà per connettersi, scollegare tutte le sessioni e i dispositivi collegati e a questo punto avrà totale controllo sul profilo.

          3. C’è un rimedio? Nì

          hacker

          Una volta che siamo stati sbattuti fuori dal nostro account, è praticamente impossibile riprenderne possesso senza un intervento diretto del social network, ma se siamo fortunati, e veloci, possiamo “fregare” a nostra volta il pirata.

          Come? Molto semplicemente, se ci accorgiamo di aver fatto una sciocchezza, ma siamo ancora collegati, dobbiamo andare il prima possibile sulle impostazioni di sicurezza di Instagram, dallo smartphone o dal computer, e visualizzare l’attività di accesso.

          Da qui vedremo tutti i dispositivi che si sono collegati nel tempo, e quando.

          Uno di questi sarà evidenziato in verde, ed è quello relativo al dispositivo che stiamo utilizzando.

          Non ci resta che selezionare tutti gli altri e cliccare su Esci così da “sbattere fuori” l’antipatico attaccante e mantenere il totale controllo del profilo.

          4. Come evitare di cascare nella truffa?

          Il modo più semplice è quello di non cliccare mai sui link, ma sappiamo benissimo che è molto difficile resistere alla tentazione: alla fine, tutti riceviamo link innocui a meme, immagini, notizie e via dicendo, e i social network sono progettati anche per facilitare questo scambio di informazioni.

          In questo caso, però, all’attaccante non basta che clicchiamo: per portare a compimento il suo piano, dobbiamo inviare un codice o uno screenshot.

          Ecco, se un contatto, ci chiede qualcosa del genere, accendiamo un campanello d’allarme ed evitiamo di fare quanto chiede.

          Se ci teniamo, possiamo comunicare con il nostro contatto tramite altri canali, per esempio il telefono, così da assicurarci che sia stato veramente lui.

          Probabilmente cascherà dalle nuvole: approfittiamone per avvisarlo che il suo account è a rischio e forniamogli le indicazioni per tentare di recuperarlo.

          LEGGI ANCHE:

          contattaci