Tag: azienda

Formazione, Software

Portale web o sito?

Un portale web è una piattaforma online che funge da punto di accesso unificato a una vasta gamma di servizi, informazioni e risorse.

Ma quindi che differenza c’è con un sito web? C’è una differenza significativa tra un sito e un portale web, anche i professionisti del settore spesso fanno confusione su questo concetto, ma è fondamentale comprenderlo chiaramente.

Avevamo parlato in un precedente articolo di come la nostra azienda sia specializzata nel creare software gestionali. Devo darti una notizia, siamo anche specializzati in creazioni di portali web!

Oggi, grazie a Google e alla semplice digitazione di un URL, siamo abituati a trovare tutto ciò di cui abbiamo bisogno navigando tra migliaia di pagine web. Tuttavia, c’è ancora molta confusione sui termini “website”, “sito web” e “portale web”, che vengono erroneamente considerati sinonimi nonostante siano parole d’uso quotidiano.

Cos’è un Sito Web?

Il sito web è molto più conosciuto e diffuso rispetto al portale web. Si compone di varie pagine web accessibili tramite un URL unico e ospitate su un dominio singolo. Rispetto al portale web, i contenuti del sito web sono accessibili a tutti gli utenti, senza la necessità di effettuare il login e senza alcuna personalizzazione basata sulle caratteristiche dell’utente.

Il sito web ha obiettivi diversi rispetto al portale, ad esempio:

  • Raccolta di contenuti che l’utente può scaricare tramite download, come avviene nei siti che forniscono dizionari, enciclopedie online, siti sportivi, siti di musica e film, e molti altri ancora.
  • Diffusione di informazioni di vario genere, che possono essere personali, commerciali o informative, come avviene nei siti di news, siti personali e aziendali.

I siti web possono essere classificati in diverse tipologie, tra cui i siti statici, i siti dinamici e i blog. I siti statici consistono in poche pagine informative e leggere, simili a un biglietto da visita online per individui o aziende. Al contrario, i siti dinamici sono più complessi e interattivi, offrendo contenuti sempre aggiornati e favorendo un coinvolgimento più diretto con i potenziali clienti.

Creare un portale web completo rappresenta l’unico modo per far crescere la tua azienda e ottenere vantaggi competitivi ed economici. Questo portale deve offrire informazioni e contenuti personalizzati ai diversi stakeholder aziendali, come clienti, partner, fornitori e dipendenti.

Cos’è un Portale Web?

Un portale web è uno spazio online riservato a un pubblico ristretto, che richiede agli utenti di effettuare l’accesso tramite nome utente e password, a differenza di un sito web. Contiene una vasta quantità di contenuti e informazioni studiati per utenti ben precisi, come i portali statali, governativi, aziendali, e-commerce, sanitari e educativi.

Inoltre, offre un punto d’accesso unificato per dipendenti, clienti e fornitori di un’azienda, fornendo informazioni personalizzate a ciascuna categoria di utenti. Un portale web rappresenta anche una soluzione ideale per migliorare la comunicazione interna all’azienda, condividere informazioni e ottimizzare l’interazione con clienti e fornitori.

portale web enjoy system

È possibile accedere ai contenuti non solo dal dispositivo desktop aziendale, ma anche da smartphone e tablet, in ogni momento e da ogni luogo, grazie al portale web. Tra i vantaggi che può offrirti, vi è un controllo maggiore dei processi quotidiani e l’automatizzazione delle attività.

portale enjoy

Ti consigliamo di implementare un portale web aziendale anche se devi richiedere contributi esterni, gestire più rivenditori o fornitori, vuoi aumentare la visibilità delle informazioni o cerchi una soluzione IT scalabile. Oggi la maggior parte delle aziende ha sviluppato un portale web personalizzato, soprattutto se i dipendenti si trovano in più sedi diverse o si desidera migliorare la comunicazione tra l’azienda e i fornitori, ma non solo.

C’è differenza quindi tra un portale web e un sito?

Un tempo, la principale differenza tra portale e sito web era che il portale richiedeva il login per l’accesso, mentre i contenuti del sito erano gestiti manualmente tramite codice HTML o PHP. Questa distinzione è stata ridotta dall’introduzione dei CMS, che offrono piattaforme per gestire siti web di tutte le dimensioni.

I programmatori e gli sviluppatori, incaricati dell’implementazione di un portale web aziendale, devono tenere conto di vari aspetti, tra cui design, piattaforma e stabilità. A differenza dei siti web, il portale web è progettato per offrire un’esperienza digitale completa, con un’interfaccia user-friendly compatibile con diversi dispositivi. Inoltre, è fondamentale garantire la sicurezza dei dati e delle informazioni, nonché prestazioni ottimali in termini di caching, ottimizzazione dei contenuti multimediali, gestione dei cookie e SEO.

I benefici che un portale può portare alla tua azienda includono una maggiore soddisfazione degli utenti, un accesso migliorato alle informazioni principali e la capacità di ottenere dati statistici sui login degli utenti. Inoltre, l’implementazione di un portale può portare a un ritorno economico notevole grazie alla scelta di una soluzione IT scalabile, migliorare i processi decisionali e rafforzare la comunicazione interna ed esterna con clienti e fornitori.

Conclusioni

Il portale web, a differenza del sito web, racchiude più servizi in un’unica struttura accessibile tramite un login personalizzato, rivolgendosi a un gruppo ristretto di utenti. Invece, il sito web raccoglie i contenuti in una serie di pagine web disponibili a un pubblico indifferenziato, senza personalizzazioni.

Se voi affidarti a professionisti del settore per crare un tuo portale, Enjoy System è quello che fa per te!

    Contattaci subito

    LEGGI ANCHE:

    Formazione, Internet, Sicurezza informatica, Sistemi

    Vulnerability Assessment e Penetration Test

    Vediamo le differenze che passano tra un Penetration Test e un Vulnerability Assessment, e quali sono le analogie. Entrambi rientrano nel grande tema della cybersecurity, eppure, nonostante i punti in comune, gli obiettivi e le modalità sono diversi.

    Penetration Test e Vulnerability Assessment: due aspetti della cybersecurity


    Molti specialisti IT conoscono già i termini Vulnerability Assessment e Penetration Test, temi entrambi già affrontati.

    Eppure, anche nel mondo IT, esiste ancora molta confusione tra le due attività.

    Nel seguente post cercheremo quindi di spiegarvi le differenze principali tra Vulnerability Assessment e Penetration Test (chiamato anche Pen Test), quali sono i vantaggi e i benefici che comportano per un’azienda. Inoltre vedremo perché sono entrambi fondamentali per garantire la sicurezza dei sistemi informatici.

    Iniziamo con una breve definizione che già circoscrive in sintesi le differenze tra Penetration Test e Vulnerability Assessment.

    Vulnerability Assessment

    Il Vulnerability Assessment è un vero e proprio check-up dei sistemi informatici. Una sorta di scanning che mira a far emergere possibili vulnerabilità dell’infrastruttura e della rete IT.

    Con il Pen Test, invece, si conosce già l’obiettivo potenzialmente vulnerabile da andare a colpire. Si tratta perciò di una simulazione di attacco verso quel determinato obiettivo.

    Vulnerability Assessment e penetration test

    Lo scopo del Vulnerability Assessment è quindi quello di identificare quali parti del sistema risultano deboli a livello di sicurezza.

    Penetration Test

    Il Penetration Test, invece, è una dimostrazione pratica dell’esistenza e delle conseguenze di una particolare vulnerabilità.

    Punti di incontro nell’ambito della cybersecurity

    Ora che abbiamo sintetizzato in cosa differisce un Penetration Test da una scansione delle vulnerabilità, andiamo ad approfondire l’argomento per delineare ulteriori elementi distintivi e i punti di incontro.

    Un’attività di Vulnerability Assessment si conclude normalmente con un report che elenca i possibili punti deboli di un sistema difensivo. Il report dovrebbe quindi riportare:

    • le vulnerabilità rilevate
    • la gravità delle vulnerabilità sulla base delle esigenze e delle criticità specifiche dell’azienda

    Da un lato è importante comprendere che un solo VA non basta a un’azienda per garantire la sicurezza dei suoi sistemi informatici. Il VA può essere paragonato a un esame del sangue: se si rilevano anomalie, è importante procedere con una cura (quindi un Remediation Plan) e ripetere gli esami per verificare l’efficacia della cura stessa.

    Dall’altro dev’essere chiaro che i risultati che un Vulnerability Assessment fa emergere non sono di per sé verificati. Alcuni di questi, perciò, potrebbero equivalere a dei falsi positivi.

    Il Penetration Test, come già accennato, ha già valutato specifici obiettivi o scenari di attacco. Lo scopo è quello di testare l’efficacia delle difese che un hacker potrebbe voler bypassare: un Pen Tester è quindi una sorta di “hacker buono” che esegue un attacco a scopo dimostrativo, per verificare che una vulnerabilità sia effettivamente autentica e quali conseguenze comporta.

    Cybersecurity: cosa scegliere per la propria azienda?

    Ecco cosa deve considerare un’azienda nel decidere se eseguire un’attività di Penetration Test e/o di Vulnerability Assessment

    Ampiezza e profondità

    Penetration Test e Vulnerability Assessment si differenziano per la copertura della vulnerabilità: il primo ha un approccio alla profondità perché mira proprio ad approfondire una vulnerabilità specifica. Il secondo, invece, mira a scoprire quanti più possibili punti di vulnerabilità attraverso un metodo, quindi, orientato all’ampiezza.

    Automazione

    Un’altra differenza tra Vulnerability Assessment e Penetration Test è dovuta agli strumenti e alle modalità con cui vengono eseguiti. Il Vulnerability Assessment è un’attività sostanzialmente automatizzata, mentre il Pen Test combina automazione e tecniche manuali, proprio per il suo mirare a un obiettivo specifico: l’abilità del Penetration Tester risulta infatti fondamentale per l’esito del test stesso.

    Rischio

    Abbiamo detto che il Vulnerability Assessment è una scansione dei sistemi finalizzata a rilevarne i possibili punti deboli. Di per sé, quindi, non implica nessun rischio per l’azienda.
    Il Pen Test, al contrario, in quanto simulazione di attacco, potrebbe colpire la funzionalità dei sistemi: questo tipo di attività si addice perciò maggiormente alle aziende più “mature” a livello di sicurezza informatica, quindi quando si ritiene che le difese del bersaglio siano forti.

    La valutazione della vulnerabilità, d’altra parte, è particolarmente adatta in situazioni in cui sono noti problemi di sicurezza o quando un’organizzazione sta iniziando a impostare la sua strategia di protezione. A ogni modo, il Vulnerability Assessment è una metodologia ideale per le tutte le aziende, in quanto è essenziale mantenere il proprio livello di sicurezza alto.

    Frequenza

    Proprio per la natura dei rispettivi obiettivi, la frequenza con la quale eseguire le attività di Vulnerability Assessment e di Penetration Test non sono le medesime. La scansione delle vulnerabilità è un’attività che va ripetuta nel tempo con cadenza regolare, idealmente una volta al mese, per verificare lo stato di salute dei nostri sistemi di sicurezza.
    Il Penetration Test, al contrario, è qualcosa che si svolge ad hoc, sulla base di particolari esigenze.

    Conclusioni

    Arrivati a questo punto, quindi, cosa deve scegliere un’azienda per aumentare il livello di sicurezza dei sistemi? La risposta è semplice: entrambi.

    Sia il Vulnerability Assessment sia il Penetration Test, infatti, devono essere inseriti in una politica più ampia di sicurezza aziendale. Da soli, infatti, non bastano: nelle aziende deve instaurarsi una vera e propria cultura della sicurezza, che si traduca in un progetto integrato, nel quale comprendere attività di prevenzione delle minacce come il Vulnerability Assessment e il Penetration Test.

    contattaci
    Consulenza, Digitalizzazione, Internet, Sistemi

    Che cosa è la digitalizzazione

    La digitalizzazione aziendale è una delle tante sfide imposte dall’attuale periodo storico. Nonostante la tecnologia sia diventata parte integrante della nostra esistenza, molte aziende faticano a inserirla nei propri processi in modo sicuro e costante. Questo succede soprattutto nelle imprese vecchio stampo che, oltre ad acquisire figure professionali e strumenti adatti, devono operare un profondo cambio di mentalità.
    D’altronde, digitalizzare non significa esclusivamente inviare un’e-mail al posto di una lettera commerciale. Vuol dire adattare tutti i processi aziendali alle esigenze imposte dall’era digitale, dove velocità d’esecuzione ed efficienza rivestono ruoli cruciali.

    Questa operazione si rivela importante soprattutto per le piccole e medie aziende che devono muoversi in un mercato sempre più competitivo e caratterizzato da cambiamenti continui. I consumatori pretendono risultati ottimi in tempi brevissimi e se un’azienda non è in grado di offrire tutto questo, fatica a rimanere a galla. Fortunatamente negli ultimi anni molti imprenditori italiani hanno compreso l’importanza della digitalizzazione. Ciò si deve anche alle agevolazioni statali pensate per chi vuole operare la cosiddetta digital transformation. Sapere cos’è la digitalizzazione, conoscerne i vantaggi e le agevolazioni a disposizione delle aziende è il primo passo per operare un cambiamento efficace

    Che cosa è la digitalizzazione?

    Molti imprenditori si illudono che digitalizzare la propria attività significhi semplicemente convertire i documenti cartacei in file elettronici da conservare dentro il computer. In realtà la digitalizzazione è un percorso complesso, che richiede un cambio di mentalità e di organizzazione aziendale soprattutto da parte delle imprese con molti anni di attività sulle spalle. Far capire al management che per restare competitivi in un mondo globalizzato le strategie dei primi anni 2000 non sono più efficienti è la parte più difficile. Molto vedono il processo di digitalizzazione come una spesa superflua e non come un investimento ad alto rendimento. L’obiettivo è sfruttare le opportunità offerte dalla tecnologia in modo da aumentare le performance.

    Digitalizzazione delle imprese

    Occorre rivedere completamente strategia e processi produttivi.
    Il primo passo è operare una riorganizzazione, introducendo o formando professionisti con competenze digitali.
    Il secondo passo che facilita la digitalizzazione nelle imprese è l’introduzione di tecnologie capaci di rendere i processi aziendali più fluidi, efficienti e veloci. Non basta avere un computer, creare un indirizzo di posta elettronica oppure usare uno smartphone per sentirsi digitali.

    Una delle tante sfide lanciate dalla trasformazione digitale è quella di eliminare la carta dagli uffici. In quest’ottica, i documenti vengono creati, elaborati e archiviati all’interno di computer e con l’aiuto di altri dispositivi elettronici. Non serve più avere registri cartacei, fogli, faldoni, cartelle e quant’altro. Al loro posto compaiono file, cartelle elettroniche, software gestionali, terminali e quant’altro.

    digitalizzazione

    Accanto alla creazione e l’archivio di documenti, l’azienda deve pensare ad un nuovo modo di comunicare e condividere informazioni e documenti. Al posto dell’enorme armadio poggiato alla parete dell’ufficio principale, appare quindi una rete aziendale dove i documenti sono facilmente accessibili e condivisibili dai singoli computer dei dipendenti.

    Insomma, per capire a colpo d’occhio se un’impresa è coinvolta in un processo di digital transformation basta guardare le scrivanie del personale: se non è presente neanche un faldone e tutto è gestito tramite computer, allora sicuramente si è a buon punto.

    Digitalizzazione: quali sono i vantaggi?

    Come abbiamo accennato, la digitalizzazione è un processo fondamentale per le piccole e medie imprese, che devono lottare ancora più duramente per imporsi sul mercato. Le loro risorse sono minori rispetto a quelle di una grande azienda: occorre gestire capitali in modo più attento e consapevole.

    La digitalizzazione si rivela quindi una scelta necessaria, capace di apportare tanti vantaggi in un’azienda. Innanzitutto, l’eliminazione della carta è una scelta sostenibile e permette di avere un risparmio in termini di spazio: tutto viene conservato e gestito tramite un computer poggiato sulla scrivania, senza archivi e armadi dove magari regna il caos.

    Infine, dopo aver definito e assimilato le nuove competenze e gli strumenti digitali, ecco che i tempi necessari per raggiungere un risultato si riducono sensibilmente. Questo è sicuramente il vantaggio competitivo più importante che convincerà definitivamente anche gli imprenditori più incerti. D’altronde il tempo è denaro, quindi meglio sfruttarlo al meglio e introdurre fin da subito la trasformazione digitale in azienda.

    Come digitalizzare l’azienda: le agevolazioni

    Avviare un processo di digitalizzazione dell’azienda ha un costo, che in alcuni casi può rivelarsi anche piuttosto elevato. Per questo motivo il Ministero dello Sviluppo Economico ha varato una misura economica che aiuti le imprese. L’agevolazione prende il nome di “Voucher per consulenza in innovazione” e prevede un supporto finanziario per le imprese che chiedono aiuto a un Innovation manager per rivoluzionare l’organizzazione e la struttura dell’azienda.

    Il MiSE ha anche creato un albo degli Innovation Manager dove le PMI possono scegliere il consulente che meglio si adatta alle proprie necessità. Il Voucher prevede che l’Innovation Manager lavori con l’azienda per un periodo di almeno nove mesi. Le risorse stanziate superano i 90 milioni di euro e per il 2020 e 2021 sono previsti ulteriori fondi.

    Il “Voucher per consulenza in innovazione” non è l’unico strumento che le aziende possono utilizzare per avviare il processo di trasformazione digitale. Il MiSE, Ministero dello Sviluppo Economico, mette a disposizione anche fondi per l’acquisto di macchinari intelligenti, mentre le singole Regioni hanno avviato programmi di accompagnamento con fondi dedicati. Il processo di digitalizzazione è ineluttabile e non può essere rimandato: il rischio è di diventare obsoleti e perdere quote di mercato.

    contattaci
    GDPR

    WhatsApp per le comunicazioni aziendali: quali rischi si corrono?

    È sicuramente una soluzione comoda quella di usare WhatsApp per le comunicazioni aziendali e, magari, scambiare informazioni e documenti. Quali sono ormai le aziende che non hanno il loro gruppo WhatsApp, usato per comunicare di tutto tra tutti i dipendenti. Dai turni di lavoro alle indicazioni su come realizzare un nuovo progetto fino ad arrivare, ovviamente, ai documenti. Certamente i più pensano che, trattandosi di messaggi interni ad un gruppo di colleghi e magari indispensabili per la produzione, il tutto sia giustificato e non richieda alcuna accortezza se non la riservatezza degli utenti. Ma l’uso di WhatsApp per le comunicazioni aziendali non è esente da rischi: vediamo quali tra i più comuni si corrono.

    Niente di più sbagliato

    WhatsApp per le comunicazioni aziendali: quali rischi si corrono?

    Notizie di stampa riferiscono di un’indagine che ha evidenziato come oltre il 70% dei dipendenti utilizzi questo sistema, al di là dei gruppi, per inviare dati, documenti, notizie sensibili e ogni altro tipo di informazione relativo all’attività aziendale. Ovviamente in pochissimi si rendono conto che, nella quasi totalità dei casi, viene utilizzato uno strumento non fornito dall’azienda e veicolare informazioni e documenti con queste modalità potrebbe già costituire una violazione del GDPR. Basta infatti chiedersi se l’azienda abbia autorizzato ogni dipendente, previo percorso formativo, a usare il proprio cellulare e quello specifico mezzo di trasmissione delle informazioni. E accanto ai cellulari dobbiamo anche considerare i computer ed i portatili oltre alle piattaforme di videoconferenze, da Skype fino alla gettonatissima Zoom.

    Rischi di perdita dati e di contenuti che raddoppiano per le aziende che, difficilmente, possono controllare i loro dipendenti non solo fuori dall’orario di lavoro, ma anche nelle proprie abitazioni. Di conseguenza gli stessi apparati sono usati anche da moglie e figli, magari per vedere video, collegarsi a siti non sicuri o aprire mail inattendibili.

    Data breach

    Vi sono inoltre altri rischi che sarebbe opportuno evitare come, ad esempio, quello che un documento possa transitare da un cellulare all’altro fino a diventare virale. Lo sa bene la Banca di Transilvania. Questa infatti è stata sanzionata per 100.000 euro dal Garante della Romania. Questo perché i dipendenti avevano prima fatto girare al loro interno e poi all’esterno, la lettera con la quale un cliente rispondeva in maniera ironica ad una richiesta di spiegazioni. Mancata adozione di misure organizzative e inefficienza della formazione.

    data breach

    Sicurezza dei dati aziendali

    Già prima della pandemia era emerso come gran parte dei data breach fosse imputabile ai dipendenti che, con comportamenti a dir poco leggeri, avevano messo a repentaglio la sicurezza dei dati aziendali. Addirittura in alcuni casi anche con autorizzazione più o meno implicita da parte del datore di lavoro ad utilizzare strumenti reperibili online e gratuitamente. Non valutando purtroppo tutti i connessi rischi e le immaginabili conseguenze. Quello della banca rumena è solo uno dei possibili esempi. Immaginiamo cosa potrebbe accadere se in una chat di colleghi venisse inviato un certificato medico con indicate particolari patologie. Oppure su un gruppo aziendale foto di un cliente in un momento di imbarazzo magari scattate a sua insaputa.

    Informativa sulla privacy

    Si tratta di un problema non da poco per le aziende che, magari pensando di risparmiare, utilizzano piattaforme che possono generare altri tipi di costi più che benefici. Ad esempio sanzioni da parte del garante e data breach che potrebbero anche imporre una completa revisione, con i conseguenti oneri, dell’intera politica privacy aziendale. L’uso dei sistemi di messaggistica e dei social, è uno degli aspetti da considerare al momento di predisporre la privacy policy come fattore di rischio.

    contattaci