La combinazione tra face-to-face e smart working sta caratterizzando molti ambienti di lavoro in seguito al termine del lockdown e alla riapertura delle attività. Con il rientro in ufficio, infatti, molte aziende sono chiamate ad affrontare una nuova realtà professionale resa possibile grazie alle nuove tecnologie e ai dispositivi mobile, risorse in grado di offrire innumerevoli vantaggi ma anche di generare possibili pericoli per la sicurezza delle informazioni aziendali.

L’importanza di proteggere questo genere di dati, quindi, diventa prioritario. Secondo Check Point, ad esempio, le aziende dovrebbero implementare una strategia di sicurezza informatica basata su alcuni pilastri basilari:

  • segmentare l’accesso alle informazioni, evitando un’eccessiva “libertà” di consultazione dei dati aziendali che rappresenta un rischio soprattutto se si considera l’accesso non centralizzato, ma attuato da diverse sedi e attraverso molteplici dispositivi;
  • proteggere i dispositivi mobile, tenendo conto del fatto che il lavoro a distanza comporta una situazione multi-dispositivo che impone misure di protezione contro qualsiasi minaccia informatica anche per i dispositivi portatili;
  • insegnare ai dipendenti a prevenire gli attacchi informatici, investendo nella formazione e facendo capire ai collaboratori che azioni quotidiane come l’apertura di un’e-mail o il click su un link possono favorire l’accesso di un cybercriminale;
  • utilizzare sistemi di comunicazione sicuri, ad esempio rendendo sicure le applicazioni di videoconferenza anche implementando un sistema di password per accedere alla riunione;
  • ottimizzare gli strumenti di sicurezza, tenendo conto di minacce informatiche di tipo Gen V ma anche di una nuova generazione di attacchi che si distinguono per essere sempre più sofisticati e in grado di evitare qualsiasi misura di sicurezza.
    (fonte PMI)

Strategia di sicurezza informatica per il ritorno al lavoro al termine del lockdown.

Internet

Il 5G al posto della fibra ottica in casa? Ecco perchè non è ancora il momento

Il coronavirus e la paventata (e poi sconfessata) correlazione con le reti mobili di quinta generazione, additate come possibile veicolo dell’epidemia, non c’entrano nulla. A spiegare perché la tecnologia 5G non possa essere considerata, almeno per il momento, una valida alternativa alle connessioni Internet a banda larga su rete fissa ci sono altre ragioni. E sono, come immaginabile, sia di natura squisitamente economica che di ordine tecnico. A dirlo l’ultimo studio in materia di SOStariffe.it, che ha comparato le migliori offerte attualmente disponibili per i servizi ultraveloci.

Copertura limitata e costi elevati

La connettività Adsl e in fibra ottica, questo l’assunto principale dell’indagine effettuata dal noto sito di comparazione, sono oggi considerate dai consumatori le tecnologie più affidabili e più a buon mercato per navigare online da casa. Pensare quindi di sostituire la rete fissa con un pacchetto voce/dati appoggiato al 5G (soluzione sulla carta interessante soprattutto per l’attivazione di una linea ex-novo) non è consigliabile, in linea generale e nel breve periodo per lo meno, per due ordini di motivi, la copertura limitata a poche città italiane delle nuove reti e i costi “proibitivi”.
Come si arriva a questa conclusione? Se guardiamo alle prestazioni che le nuove reti garantiranno rispetto alla classica Adsl non c’è partita: il 5G, che in Italia ha debuttato all’inizio dell’estate scorsa, assicura sulla carta una velocità di connessione con valori di picco fino a 20 Gbps (Gigabit per secondo), di fatto 20 volte superiore a quella garantita dalla tecnologia 4G e nell’ordine di tre volte maggiore rispetto alle prestazioni medie di una linea in fibra ottica. Tale vantaggio funzionale, però, è oggi appannaggio solo di chi abita a Milano, Torino, Bologna, Roma, Napoli e pochissimi altri capoluoghi. Ed è alla portata, soprattutto, di chi non ha particolari problemi di portafoglio, soprattutto se facciamo il confronto con le attuali offerte disponibili per i servizi 4G (pensiamo ai 7,99 euro mese per sempre, per 50 Gbyte di traffico e chiamate illimitate, di Iliad).

Vodafone e Tim, offerte a confronto

I primi operatori a scommettere commercialmente sul 5G in Italia sono stati nell’ordine Vodafone e TIM. Wind Tre e Fastweb, come si legge nella pagina dedicata alle offerte mobili di SOStariffe.it, hanno annunciato una collaborazione per la condivisione della nuova rete con l’intento di coprire il 90% della popolazione entro il 2026. Per il momento però non si sono ancora mosse con offerte dedicate ai servizi di quinta generazione e lo stesso dicasi per Iliad, di cui si attendono nei prossimi mesi le prime proposte.
Con Vodafone si va da un minimo di 14,99 euro al mese con il pacchetto “Shake it Easy” (60 Giga di traffico dati incluso) dedicata agli Under 30 fino a un massimo di 39,99 euro al mese, con la tariffa “Infinito Black Edition”. Nel mezzo ci sono due soluzioni “Red Unlimited” (Smart e Ultra), che prevedono un costo mensile di 18,99 e 24,99 euro per 30 ai 40 Giga di traffico dati rispettivamente (e chiamate e messaggi illimitati), e due tariffe “Infinito” (base e Gold Edition) proposte a 26,99 e 29,99 euro e comprendenti 12 mesi di abbonamento alle piattaforma di streaming Tidal o NowTv e Sky Sport Mix, con 1 o 2 Giga e 200 o 300 minuti di traffico incluso per le connessioni in roaming in Paesi Extra Ue.
Gli smartphone disponibili con queste offerte sono i Galaxy S10 5G e i Galaxy Note 10 + 5G di Samsung, il V50 5G di Lg e il Mi Mix3 5G di Xiaomi
In casa TIM, sono due al momento le soluzioni attivabili sia come clienti esistenti che come nuovi utenti e si tratta di Advance 5G e Advance 5G Top, entrambe con minuti e Sms illimitati verso tutti i numeri in Italia. Per la prima servono 29,99 euro al mese e si hanno a disposizione 50 Gigabyte di dati; per la seconda si sale a 49,99 euro con la possibilità di consumare fino a 100 Giga mensili. Per chi non è intenzionato a cambiare il piano tariffario già in essere ma desidera accedere ai servizi ultraveloci, esiste l’opzione 5G On da 10 euro al mese. Tre i modelli sui quali appoggiare le offerte di cui sopra, e cioè Galaxy S10 5G, Xiaomi Mi MIX 3 5G e Oppo Reno 5G.

I nuovi router mobili

In attesa di costi più abbordabili e di una copertura più estesa della popolazione e del territorio, il 5G dispone di un’arma “nascosta” con la quale tentare di sopravanzare le connessioni su rete fissa. Quale? I nuovi router mobili compatibili con le reti di quinta generazione, e quindi modem minuscoli da portare sempre con sé, che eliminano l’acquisto di una Sim dati aggiuntiva per la navigazione. Questi nuovi dispositivi, e in particolare quelli che supportano il protocollo WiFi 6, potrebbero a detta degli esperti di SOStariffe.it ridurre il gap tra la velocità di connessione linee fisse e quella garantita dai dispositivi mobili 5G.

Superato il limite tecnico delle capacità e quello della copertura, rimarrebbero però almeno due ostacoli sulla strada della diffusione in massa del 5G nelle case: la portata ridotta delle elevate frequenze su cui viaggia il segnale e la soglia massima di traffico dati accessibile ogni mese per evitare salassi in bolletta. Per questo le connessioni flat su tecnologia Adsl o fibra ottica, che trasportano in milioni di case le serie Tv o la musica in streaming e i giochi online, rimangono per il momento la soluzione “migliore”. Ma (forse) è solo una questione di tempo.

Fonte Il Sole 24 Ore

Internet, Sicurezza informatica

Nuovo record mondiale per la velocità di internet

Un gruppo di ricercatori australiani ha fatto registrare il nuovo record mondiale in download per una connessione ad internet in fibra ottica: 44,2 Terabit al secondo che, come osservato da The Independent, è tale da consentire il download di 1000 film in alta definizione in un solo secondo.

L’impresa è stata raggiunta da un team dell’università di Monash, Swinburne ed RMIT, i quali hanno utilizzato un chip ottico contenente centinaia di laser ad infrarossi per trasferire i dati attraverso l’infrastruttura di comunicazione già esistente.

Scendendo nei dettagli, leggiamo che i ricercatori hanno utilizzato un “solitone micritoneale” che da solo sostituisce gli 80 laser ad infrarossi utilizzati normalmente. Ciò vuol dire che la tecnologia di base è perfettamente compatibile con la rete in fibra ottica attualmente in commercio.

A rendere l’impresa ancora più eccezionale il fatto che il test non è stato effettuato esclusivamente in laboratorio, ma anche in condizioni reali, e nella ricerca pubblicata sulla rivista Nature Communications il team osserva che gli studiosi sono stati in grado di “eseguire il trasferimento di dati su 75 chilometri di fibra ottica standard utilizzando un’unica sorgente luminosa”.

Obiettivo finale dell’esperimento è “dimostrare la capacità delle fibre ottiche che sono già a disposizione”. Nel rapporto comunque viene osservato che una velocità di questo tipo sarà particolarmente utile per le operazioni in cloud, ai data center e nel mercato dell’internet of things.

Con la FASE 2 il rischio di attacchi informatici aumenterà.
I computer che fino a ieri erano nelle nostre case ritorneranno in azienda.
Cosa succede se i computer sono stati infettati durante il lockdown?
Come gestire correttamente il rientro in Azienda?

Abbiamo previsto un approccio strutturato attraverso 3 step:

1. #Sanificazione dei computer
2. #Bonifica dell’Infrastruttura
3. #Monitoraggio della rete informatica

In più diamo la possibilità alle aziende di poter partecipare a corsi di formazione gratuiti sulla sicurezza informatica grazie ai fondi interprofessionali

Se problemi non vuoi, chiama ENJOY!

#sicurezzainformatica #virus #corsidiformazione

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Con la “Fase 2” il rischio di attacchi informatici aumenterà.

Consulenza

AVM Fritz! Box, priorità alle videochiamate

Chi era abituato al telelavoro lo sapeva già, chi ha sperimentato lo Smart Working per la prima volta durante il lockdown lo ha presto capito.

La gestione della banda a disposizione presso l’abitazione implica una certa attenzione.

Il pericolo, infatti, è che lo svago dei figli possa sovrapporsi ad una riunione dei genitori, così come un download dei genitori potrebbe ostacolare una videolezione dei figli e via discorrendo. AVM ha una soluzione che, tra le pieghe delle opzioni dell’ecosistema Friz! Box (ed in particolare nella logica delle reti mesh), consente di gestire il tutto con un semplice automatismo.

AVM: priorità alle videochiamate

Come fare? Occorre fissare delle priorità. AVM ha previsto per il proprio ecosistema una serie di regole utili a stabilire quali dispositivi debbano avere priorità sugli altri e in quali condizioni. Qualora venga attivata una videochiamata si può dare priorità a quest’ultima , per fare in modo che le risorse di banda disponibili possano essere concentrate su chi ne ha più bisogno nell’immediatezza.

“Profili di accesso” — “Internet” — “Filtri”: si possono stabilire a priori le regole, così che durante una videochiamata gli altri dispositivi connessi entrino in una bolla di sospensione. Così facendo ogni videolezione, ogni videoconferenza, ogni riunione e ogni videochiamata avrà la giusta priorità all’interno della rete. La loro gestione avverrà in modo democratico sulla base delle esigenze immediate.