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Photodemon: rimozione di persone o cose dalle nostre foto

Con un programma semplice e gratuito come PhotoDemon 9.0 abbiamo tutti gli strumenti necessari per compiere l’operazione in un paio di minuti

Se non abbiamo molto tempo a disposizione per usare programmi di editing complessi o più semplicemente non vogliamo pagare alcuna licenza o abbonamento, in Rete possiamo trovare delle ottime alternative a sua maestà Photoshop di Adobe. Una delle più interessanti è rappresentata da PhotoDemon 9.0. Questo è un programma Open Source e gratuito che permette di modificare le foto in modo semplice e intuitivo.

L’editor, infatti, mette a disposizione una serie di funzionalità utili, supporta un buon numero di formati (RAW, PSD, GIF e altro) e non necessita di alcuna installazione (può essere avviato da una chiavetta USB). Tra le molteplici funzioni proposte da PhotoDemon 9.0 la più interessante è quella che permette di rimuovere da una foto un qualsiasi elemento in pochi istanti: l’Intelligenza Artificiale cancella automaticamente l’area selezionata sostituendo i pixel eliminati. Vi spieghiamo come fare.

Indice

Photodemon, modificare foto

Photodemon
1) Per utilizzare il programma dobbiamo semplicemente andare sul sito ufficiale (https://photodemon.org) e cliccare su PhotoDemon 9.0 (zip file, 14.3 mb) per scaricare il file che non necessita di alcuna installazione su Windows.
Photodemon
2) Per decomprimere il file PhotoDemon-9.0.zip dobbiamo fare clic destro su di esso e scegliere la voce Estrai tutto… Poi indichiamo in quale cartella estrarre PhotoDemon. Per far partire il programma basta cliccare sul file PhotoDemon.exe.

Scegli la lingua

Photodemon
3) Una volta avviato il programma troveremo una schermata che permette di selezionare la lingua (c’è l’italiano), decidere se avere un’interfaccia chiara o scura (compreso il tipo di colore) oppure icone monocromatiche o colorate.
Photodemon
4) Dopo aver effettuato le nostre scelte, possiamo finalmente iniziare a modificare le foto. Il programma propone un menu di avvio rapido (Nuova immagine, Apri immagine, Importa da appunti, Elaborazione in lotti).

Selezione l’oggetto da rimuovere

5) Per modificare una foto carichiamola con Apri immagine. Una volta caricata, per eliminare gli elementi inutili (nel nostro caso alcune persone) usiamo lo strumento Selezione ellittica (barra di sinistra, seconda icona della sezione seleziona).
6) Per attivare lo strumento possiamo premere il tasto S oltre che fare clic sull’apposito pulsante nella barra laterale di sinistra. Tenendo premuto il tasto sinistro del mouse possiamo allungare, allargare e spostare l’area selezionata a piacimento.

Riempiamo lo sfondo

7) Se l’immagine è piccola possiamo ingrandirla utilizzando la combinazione Ctrl + (Ctrl – per rimpicciolirla). Sulla barra in alto clicchiamo su Modifica e nel menu a tendina selezioniamo la funzione Riempimento sensibile al contenuto.
8) Le impostazioni di base permettono di ottenere dei buoni riscontri: per un risultato ottimale possiamo indicare le aree della foto dalle quali devono o non devono essere estratti i pixel. Con la combinazione Ctrl+Z possiamo ripristinare la foto originale.

Et voilà! Il gioco è fatto!

Per dare gli ultimi ritocchi all’area che ci interessa, clicchiamo con Ctrl+D per ripulirla e premendo C sulla tastiera scegliamo il Timbro clone. Sulla barra in alto selezioniamo la dimensione del pennello e il grado di opacità (va bene un 70%).
10) Premiamo Ctrl mentre clicchiamo sull’area che vogliamo clonare: con un altro clic completiamo l’operazione. Sulla barra in alto andiamo su Regolazioni e selezioniamo Migliora automaticamente: ora possiamo salvare la nostra foto.

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Tabelle di Excel in Word

Portare i dati di Excel in Word è tutto sommato semplice. Quello che è decisamente più impervio è scegliere il modo giusto di farlo, a seconda dei diversi bisogni. Scopriamo le diverse modalità possibili.

Inseriamo una tabella nei diversi modi

1 Questa guida ha soprattutto la finalità di mostrarci le differenze fra le varie opzioni, quindi nei prossimi passaggi lavoreremo in Word.

Il punto di partenza di Excel infatti è sempre lo stesso: copiamo la parte che ci interessa.

2 Come prima opzione, dal menu Incolla, scegliamo di incollare mantenendo la formattazione: come possiamo vedere già dall’anteprima, in questo caso la tabella sarà semplicemente inserita.

3 Se invece scegliamo Incolla speciale… avremo accesso a una serie di opzioni.

Un consiglio: per capire al meglio il meccanismo, facciamo le prove su documenti di Word diversi, in modo da non “sovrapporre” le impostazioni.

4 Questa è la schermata fondamentale. In tutti i passaggi successivi useremo l’opzione Foglio di lavoro di Microsoft Excel Oggetto, ma nel primo caso a destra scegliamo l’opzione Incolla.

Vedremo nuovamente la tabella inserita.

5 Facendo doppio clic sulla nostra tabella all’interno del documento di Word, come potremo vedere si aprirà una sorta di finestra “ibrida” in cui avremo accesso ai comandi principali di Excel.

6 Ripetiamo il passaggio al punto 4 e scegliamo Incolla collegamento.

Il modo più rapido per capire la differenza è fare clic sulla tabella con il tasto destro e scegliere Oggetto collegato, che ci permetterà di aprire o modificare il file in Excel.

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Nuove scorciatoie da tastiera

I tempi in cui ci chiedevamo a cosa servisse il tasto Windows sono lontani. Oggi le scorciatoie da tastiera che offre sono fra le più interessanti. Scopriamole insieme.

Niente dice “utente esperto” come la capacità di utilizzare le scorciatoie da tastiera.

Alcune, per esempio i classici Ctrl + C e Ctrl + V sono conosciute praticamente da tutti, mentre altre sono decisamente più esotiche, ma non meno necessarie, per esempio Ctrl + Tab per passare da una scheda aperta all’altra di un qualsiasi browser o, più in generale, di qualsiasi programma dotato di schede.

Le scorciatoie basate sul tasto Windows si sono fatte strada nel tempo.

Ai tempi del suo debutto il tasto Windows permetteva di aprire il menu Start e poco altro, ma oggi sono moltissime e alcune particolarmente utili.

Vediamone alcune, sia vecchi classici, sia alcune novità.

Usare meglio lo spazio

Passare da un punto all’altro dell’interfaccia di Windows in modo rapido è uno dei modi migliori per risparmiare tempo.

Windows + D permette di mostrare immediatamente il desktop (e poi ripristinare le finestre), mentre Windows + B permette di focalizzare la tray di sistema, dove poi potremo spostarci con le frecce.

Windows + T è una delle più interessanti, perché ci permette di focalizzare i programmi presenti nella barra delle applicazioni, dove potremo spostarci con le frecce della tastiera.

Windows + M è interessante perché permette di minimizzare tutte le finestre aperte, in modo permanente (quindi, non come Win + D che è reversibile).

Infine, una novità introdotta nell’aggiornamento 22H2 è Windows + Z che permette di aprire il menu degli snap per la finestra aperta e di scegliere un layout attraverso le frecce.

Windows a portata di tastiera

Oggi Windows ha numerosissime funzionalità integrate, dall’area di notifica ai Widget.

Ciascuna di queste ha la propria scorciatoia da tastiera, che permette di raggiungerle più facilmente.

Windows + A permette di aprire le Impostazioni Rapide, Windows + G ci porta nella Xbox Game Bar, mentre Windows + K permette di avviare la trasmissione su schermi wireless.

Windows + N apre il Centro Notifiche.

Se usiamo più schermi, sicuramente Windows + P ci servirà, dal momento che consente di cambiare le impostazioni di proiezione.

Curiosamente ci sono due scorciatoie gemelle, Windows + Q e Windows + S: entrambe aprono il nuovo menu di ricerca.

Windows + W evoca i Widget (o li chiude).

Se abbiamo bisogno di usare le impostazioni di accessibilità, possiamo usare Windows + U e non possiamo dimenticare la “regina” delle scorciatoie, Windows + I, che apre le Impostazioni di Windows.

Windows + H, infine, fa apparire la dettatura vocale.

Se abbiamo già l’aggiornamento 22H2 inoltre, Windows + Ctrl + L apre i sottotitoli automatici (che, purtroppo, non supportano ancora l’italiano).

Sotto al cofano

Naturalmente non mancano le scorciatoie che permettono di accedere anche a funzioni più dedicate a gestione e manutenzione del sistema.

Anche se in questo caso, per la verità, troviamo soprattutto scorciatoie storiche come Windows + E, che apre Esplora file, e Windows + R che apre la finestra Esegui.

Windows + L permette di bloccare lo schermo e infine Windows + X apre il menu Power User, che di fatto contiene l’accesso alle più importanti funzionalità avanzate.

IL “SUPER INCOLLA” È QUASI OBBLIGATORIO

Una delle scorciatoie più interessanti che esistono nelle ultime versioni di Windows è senza dubbio Windows + V.

Questa, infatti, permette di attivare la cronologia degli appunti. In pratica non saremo più limitati a incollare l’ultima cosa che abbiamo copiato, ma potremo scegliere da un elenco fra tutte quelle che abbiamo copiato a partire da quando abbiamo acceso il computer.

Si tratta di una funzione comodissima, già presente in Windows 10, che però deve essere attivata.

In pratica, la prima volta che premiamo questa scorciatoia, dovremo approvare alcune autorizzazioni aggiuntive prima di poterla utilizzare.

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Raccogliere dati dalle immagini

Una funzione già presente da tempo in Office Mobile sbarca finalmente anche in Excel per computer: la possibilità di acquisire e raccogliere direttamente i dati a partire dalle immagini. Ecco come funziona.

Le immagini, e soprattut­to le fotografie, stanno guadagnando sempre più importanza nel mondo dei computer e nelle nostre vite. Grazie anche agli smartpho­ne, oggi spesso ci troviamo a usare le fotografie anche al posto dei promemoria o degli appunti.

Fotografare una lo­candina, un volantino o una tabella è abbastanza comune e per questo gli sviluppatori di Excel hanno messo a pun­to già da tempo nella versione mobile del programma uno strumento in grado di acqui­sire dati dalle immagini. Oggi questo strumento arriva an­che in Excel per desktop, dove possiamo farne un uso leg­germente diverso ma non per questo meno efficace.

Indice

Quanto è utile?

Al momento lo strumento incluso in Excel per desktop non offre, come invece la con­troparte mobile, un processo per raddrizzare le immagini prima di cercare di leggere i dati, quindi l’idea di usarlo come pseudo-scanner non è proprio quella migliore. Tutta­via ci sono decine di possibili applicazioni. Immaginiamo per esempio, tutto il patrimo­nio di informazioni mal acqui­site presenti online, ma anche nei nostri dischi fissi.

File PDF acquisiti in modo errato, per esempio, ma anche informa­zioni che non abbiamo avuto modo di ottenere in formati diversi. Oppure fotografie di tabelle a cui abbiamo fatto un piccolo aggiustamento attraverso un programma di fotoritocco. Insomma ci sono ottimi margini per sfruttare questa funzionalità in molti modi diversi.

Un po’ di lavoro

Si tratta di una funzione ag­giunta da poco in Excel e, come sempre succede con le novità. è probabile che venga migliorata in futuro. Ma già oggi fa un ottimo lavoro. In questa prova la redazione ha deliberatamente usato un file di scarsissima qualità, che ha richiesto numerosi aggiusta­menti, ma nonostante questo il tempo richiesto per inserire i dati in una tabella è stato in­feriore a quello necessario per digitarli a mano.

Abbiamo già accennato più volte in queste pagine come questa sia preci­samente la filosofia dietro alle nuove funzioni dei prodotti Microsoft: farci risparmiare tempo, anche senza bisogno di raggiungere la perfezione. Nell’esempio il risparmio di tempo non è poi molto (la ta­bella è piuttosto piccola) ma immaginiamo cosa potrebbe succedere se, per esempio, avessimo la scansione di un vecchio foglio A4 pieno di ci­fre che aspetta da tempo che troviamo la voglia di riversarle in un foglio Excel.

Non la trovi? Forza l’aggiornamento

Una nota importante: la funzionalità per raccogliere dati dalle immagini è piuttosto nuova e, come sappiamo, anche Office risponde a un sistema di aggiornamenti che non è sempre chiarissimo. Se non la troviamo ancora, proviamo a forzare un aggiornamento di Office.

tabella dati

Acquisizione dati passo a passo

acquisizione dati
1. Per raccogliere dati da immagini dobbiamo spostarci nella scheda Dati. Qui, nella zona Recupera e trasforma dati, scegliamo la voce Da immagine e poi Immagine da file.
acquisizione dati 2
2. Nella finestra di Esplora file che si apre possiamo scegliere l’immagine da acquisire. Come possiamo vedere il sistema supporta tutti i formati più comuni.
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3. L’elaborazione richiede pochi secondi, poi si aprirà la scheda Dati da immagine: al di sopra troviamo l’immagine, al di sotto i dati che il sistema ha estratto.
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4. Facendo clic su Revisione, possiamo scorrere tutte le aree che richiedono attenzione, confrontarle ed eventualmente correggerle, per poi fare clic su Accetta.
5. Quando abbiamo finito con le correzioni, clicchiamo su Inserisci dati. La piccola finestra che si apre ci ricorda che è compito nostro assicurarci della loro validità. Per confermare facciamo clic sul secondo Inserisci dati.
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6. I dati vengono inseriti a partire dalla cella che era selezionata prima di avviare il processo. Come possiamo vedere il processo ha margini di miglioramento, ma la tabella ottenuta è decisamente fedele.
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App Spesa elettrica

App Spesa elettrica: calcola i tuoi consumi facilmente. La verifica dei consumi di luce e gas è importante tanto quanto la scelta della giusta offerta.

Risparmiare energia con un’app sembra quasi fantascienza, ma è possibile.

Esistono infatti numerose applicazioni gratuite che ci aiutano a monitorare i consumi e a valutare lo storico delle nostre abitudini e, di conseguenza, ci fanno capire come risparmiare.

Quali sono le app per il controllo del consumo di energia elettrica

Esistono diverse app, gratuite che aiutano a controllare i dati dei consumi. Non tutte, però, sono uguali: alcune richiedono un setup più complesso.

Più si approfondisce la sincronizzazione tra l’app e l’impianto elettrico, più i risultati che l’app ci fornisce sono completi.

Vediamo alcuni esempi di app per energia elettrica.

Energy Consumption Analyzer

Energy Consumption Analyzer, anche detta ECAS, è un’app disponibile per Android su Google Play che monitora i consumi di luce, gas e acqua.

L’interfaccia è semplice e intuitiva ed è disponibile in italiano.

Le letture possono essere codificate per colore e possono essere aggiunti commenti che aiutino a ricordare un dato anomalo.

Dopo aver inserito i nostri dati, che si possono facilmente dedurre dalle bollette o dall’app luce e gas del nostro fornitore, ECAS calcola il tasso medio di consumo per ora, giorno, settimana o mese, che formalizza in un grafico che evidenzia il tasso di consumo nel tempo.

Se, oltre ai dati di consumo, l’utente fornisce anche il costo medio della componente energia, Energy Consumption Analyzer è in grado di calcolare anche i costi dei singoli consumi.

Purtroppo per ora non è disponibile per iPhone e sistema operativo iOs.

Omnia Genius

Omnia Genius è un’App gratuita con la quale è possibile monitorare tutti i consumi di energia della casa.

È perfetta per chi ha reso intelligente la propria abitazione, in quanto è più facile leggere e gestire i consumi di una smart home rispetto a quelli di una casa tradizionale.

Attraverso Omnia Genius  è possibile monitorare da remoto e in tempo reale i consumi di luce e gas, sia da smartphone che da tablet.

Accedere in tempo reale ai consumi aumenta la consapevolezza delle proprie abitudini di consumo energetico e ci aiuta ad adottare uno stile di vita più sostenibile, a basso impatto, amico dell’ambiente e del nostro portafoglio.

Omnia Genius, inoltre, può monitorare gli impianti fotovoltaici di casa, aiutando l’utente a controllare quanta energia del sole viene utilizzata nei consumi domestici e quanta, invece, viene ceduta alla rete.

Elios4you

Un’altra app per il consumo di energia è Elios4you, dedicata proprio agli impianti fotovoltaici.

È gratuita, ma è utilizzabile solo in abbinamento con il dispositivo Elios4you, acquistabile a parte.

Un primo utilizzo senza dispositivo è comunque fruibile grazie all’opzione “Demo”.

Elios4you monitora gli impianti fotovoltaici residenziali con efficienza e facilità.

In un’unica app, sono disponibili i dati dell’autoconsumo, dell’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico, dell’energia scambiata (immessa o prelevata) con la rete e l’energia consumata dal cliente.

Il dispositivo addizionale non necessita di un’installazione particolare e può essere installato in autonomia dall’utente stesso.

MyWatt Plug

L’app di MyWatt Plug è un’ottima soluzione gratuita per chiunque abbia bisogno di gestire da remoto le prese elettriche e monitorarne i relativi consumi.

Applicare un misuratore a una presa elettrica, infatti, è il miglior modo per affinare la lettura dei consumi.

Ogni singola presa può accogliere uno o più elettrodomestici e il misuratore può rivelare quanta energia viene assorbita dal dispositivo, sia in funzione sia in standby.

MyWatt Plug funziona con i misuratori MyWatt e consente di gestire i dispositivi da remoto sia da smartphone che da tablet.

La gestione da remoto dei dispositivi permette all’utente di accendere, spegnere o programmare l’avvio e lo spegnimento di computer, lampade, televisione e altro ancora, solo grazie all’app.

Per quanto riguarda il consumo di energia elettrica, quest’app misura il dispendio energetico in tempo reale e gestisce uno storico delle ultime ore fino agli ultimi mesi.

Beeta Game

Quest’app, un po’ diversa dalle precedenti, è sviluppata in Italia e coniuga la gamification (cioè l’applicazione dei principi tipici del gioco a obiettivi non ludici) al risparmio in bolletta.

Grazie a una combinazione di missioni e punteggi (gli Honey Point), l’utente partecipa al gioco e viene inserito, in base ai propri risultati, in una classifica insieme agli utenti che utilizzano l’app.

Beeta Game ha l’obiettivo di aumentare la consapevolezza energetica, insegnando comportamenti virtuosi per risparmiare a casa e al lavoro nonostante non sia progettata specificamente per il controllo e la gestione dei consumi.

Gli utenti primi in classifica riceveranno un Beeta kit per il monitoraggio energetico.

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iPad 10: in anteprima

Il nuovo Ipad 10 in anteprima adotta il design dei modelli Air e Pro e sposta la fotocamera sul lato lungo. Ottime le prestazioni, il display Liquid Retina e l’USB-C, ma il prezzo sale e il posizionamento è diverso da quello del predecessore.

Design come quello degli iPad Air e degli iPad Pro, fotocamera frontale sul lato lungo, nuovi colori, USB-C, connettore smart per la tastiera, 5G sui modelli cellular, Wifi 6, display Liquid Retina: salvo un paio di compromessi, il nuovo iPad di 10 generazione, disponibile in Italia dal 26 ottobre, è tutto ciò che si poteva desiderare da un aggiornamento dell’iPad “di base”.

Ma c’è un grosso ma: l’iPad 10 non è più il modello “di base” della famiglia.

Costa di più (parte da 589€) e si insinua nella gamma a metà tra l’iPad Air e il suo predecessore.

Seppur relegato al ruolo di “iPad SE”, l’iPad di nona generazione rimane infatti disponibile e costa a sua volta un po’ di più.

Appare chiaro che per Apple le caratteristiche tecniche e il design ereditati dagli iPad Air e iPad Pro non si possono ancora associare a un dispositivo di fascia entry-level.

Lo spazio per questo collocamento c’era tutto: l’iPad 10 ora costa 200 euro in meno dell’iPad Air M1, 150 in più del modello di nona generazione e si adagia comodamente in mezzo ai due.

Dalla sua non ha soltanto le già citate caratteristiche degli iPad di fascia più alta, ma anche un paio di novità che qui abbiamo apprezzato moltissimo: la videocamera frontale sul lato lungo e la compatibilità con una nuova Magic Keyboard “due pezzi”, che offre una fantastica esperienza di scrittura.

Il display è un Liquid Retina da 10,9”: ha le stesse dimensioni di quello dell’iPad Air.

iPad 10: design e prestazioni

Se le differenze con l’iPad di nona generazione sono subito evidenti, per distinguere il nuovo iPad 10 da un iPad Air bisogna osservare i dettagli.

Design, dimensioni dello schermo, spessore, posizione delle griglie degli altoparlanti e dei tasti del volume sono quasi gli stessi.

Tra gli elementi distintivi esterni ci sono la fotocamera, la posizione del connettore tripolare per gli accessori, che finisce sul bordo lungo inferiore.

Diversi anche i colori: sono quattro (argento, rosa, blu e giallo), tutti accesi e quasi metallizzati, contro i colori pastello più smorzati dell’iPad Air.

Rispetto ad iPad 9, il nuovo iPad è più sottile, leggero e maneggevole nonostante lo schermo più grande.

Come avevamo già notato per l’iPad Air, tenerlo con una mano sola non stanca.

Siamo sempre più convinti che questo design, con bordi netti e cornici sottili, sia la quintessenza della tavoletta digitale e che Apple lo manterrà inalterato ancora per qualche anno. 

Meno drastico invece è l’aumento di prestazioni: hanno effettuato l’aggiornamento del chip dall’A13 Bionic all’A14 Bionic.

È lo stesso dell’iPad Air di 4a generazione e non a caso i benchmark dei due tablet sono sovrapponibili.

I miglioramenti rispetto all’A13 dell’iPad 9 si notano nelle operazioni multi-core (in particolare nell’esportazione dei video in 4K da iMovie e Lumafusion) e in quelle che sfruttano il neural engine, come l’applicazione di filtri e profili alle foto su Lightroom o su Pixelmator Photo.

La fotocamera si sposta

Una delle novità più interessanti dell’iPad 10 è il riposizionamento della fotocamera frontale dal lato corto al lato lungo superiore del tablet.

iPad 10 permette finalmente di “guardare” negli occhi chi ci sta parlando durante le videochiamate.

Osservando lo schermo si darà l’impressione di orientare lo sguardo nella direzione “giusta”, e non verso un punto imprecisato a destra o a sinistra dell’interlocutore come succede con tutti gli altri iPad.

Il confronto:

  • sopra, il lato lungo di iPad Air, con la basetta per Apple Pencil 2
  • sotto l’iPad 10: nello stesso punto si trova ora il modulo della selfie camera

La qualità video è ottima e l’angolo di campo da 122° dell’ottica da 12MP è compatibile con la funzione Center Stage.

Apple ha aggiornato anche la fotocamera posteriore, che ora è da 12MP, è compatibile con la funzione Smart HDR 3 e può girare video fino a 4K 60p.

Il modello di precedente generazione ha ancora un ottica da 8MP e la registrazione video è limitata al full HD (1080p).

È una differenza importante da tenere di conto al momento dell’acquisto. 

La fotocamera posteriore: iPad 10 può girare video in 4K fino a 60p.

Il compromesso dell’Apple Pencil

La posizione della fotocamera sul lato superiore ha però costretto Apple a un compromesso importante.

Il modulo dell’ottica selfie si trova nel punto in cui, su iPad Air e iPad Pro, trova spazio la basetta di connessione della Pencil di seconda generazione.

È uno dei motivi per cui questo iPad rimane compatibile con lo stilo più vecchio, quello con la presa Lightning: per caricarlo serve un adattatore da collegare al cavo USB-C.

Il nuovo adattatore da USB-C a Apple Pencil

La scelta di mantenere la Pencil di prima generazione ha generato parecchie critiche.

Oltre all’ impossibilità di posizionare il sistema di carica dello stilo sul lato lungo del tablet, ci sono anche ragioni di natura commerciale.

Apple ha preferito rimuovere un potenziale ostacolo all’upgrade per i possessori di iPad meno recenti, che non dovranno necessariamente aggiungere i 149€ della nuova Pencil al prezzo del dispositivo.

Nella pratica, la vecchia Pencil si dimostra ancora prestante.

Manca delle caratteristiche avanzate dello stilo di seconda generazione (come il doppio tocco per l’attivazione dei menu) ed è meno precisa, ma l’esperienza nella scrittura e nel disegno rimane una delle migliori sul mercato, anche se confrontata con stilo per tablet e PC della concorrenza più recenti e costosi.

Con l’adattatore da USB-C a Pencil Apple mette una pezza all’idiosincrasia di allegare un dispositivo Lightning a un tablet con connettore USB-C, ma allo stesso tempo risolve un problema annoso, e cioè il maldestro e inelegante collegamento diretto dello stilo alla porta Lightning dei vecchi iPad.

La ricarica e l’accoppiamento della Pencil con cavo e adattatore è molto più comoda e sensata.

Per il resto la presenza dell’USB-C è una mano santa che rende superflui tutti gli altri adattatori e “dongle”, semplificando il collegamento a unità di memoria esterna, lettori di schede SD, adattatori HDMI e così via.

È il grande vantaggio di questo connettore, che dovrebbe debuttare anche sugli iPhone 15 il prossimo anno. 

La Magic Keyboard Folio

Magic Keyboard Folio, l’idea di una custodia tastiera in due pezzi.

La parte posteriore dell’accessorio si aggancia con precisione al retro del tablet e si può aprire a “y” per inclinarlo durante la scrittura.

Il pezzo con la tastiera si aggancia con i magneti al lato inferiore, dove Apple ha riposizionato il connettore tripolare.

Il nuovo connettore per la custodia con tastiera Magic Keyboard Folio: ora si trova sul bordo lungo inferiore.

L’attacco è forte, sicuro e ben congegnato e la posizione dei tasti rispetto allo schermo è perfetta.

La soluzione a due pezzi permette inoltre di aprire l’iPad a 180° sul tavolo senza staccare la tastiera, una posizione insolita ma utile quando si lavora anche con la Pencil.

Il prezzo: la nuova Magic Keyboard Folio costa 300€.

Sono tantissimi per l’accessorio più importante di un dispositivo che parte da 589 euro, soprattutto considerate le numerose alternative meno costose offerte da altri marchi.

Come scegliere l’iPad giusto

L’iPad di decima generazione è un ottimo aggiornamento.

È perfetto per gli usi generalisti o per gli studenti, ma è adatto anche a chi voglia cimentarsi con la creatività digitale.

Le prestazioni sono ottime grazie al chip A14 Bionic e ci sono una serie di novità che lo fanno preferire al modello di nona generazione.

In particolare lo schermo Liquid Retina da 10.9”, la porta USB-C, la fotocamera da 12MP e la possibilità di girare filmati in 4K, oltre al nuovo design.

Il prezzo sale, ma 150€ valgono le funzionalità aggiuntive.

Se poi si confrontano caratteristiche e prestazioni con PC di pari fascia, a nostro parere l’iPad vince su tutta la linea.

iPad 10 con Magick Keyboard Folio

Per studenti e appassionati della creatività digitale l’iPad 10 è una scelta migliore anche rispetto all’iPad Air, per il quale bisogna invece sborsare almeno 200 euro in più.

La fotocamera frontale e posteriore sono le stesse, c’è il 5G sui modelli cellular, il display ha le stesse dimensioni.

La Pencil del nuovo iPad è quella di prima generazione, meno performante ma costa anche meno e si trova spesso in offerta.

Su iPad 10 c’è inoltre la fotocamera sul lato lungo, una novità da tenere assolutamente di conto se si fanno molte riunioni e videochiamate e il Bluetooth è la versione 5.2, contro la 5.0 dell’Air. 

La differenza la fa il chip, che sull’iPad Air è l’M1: per le applicazioni d’ufficio in single core la differenza non si fa sentire, mentre diventa evidente quando entra in gioco il media engine per l’elaborazione video-fotografica.

Se vi interessano molto il montaggio e il fotoritocco l’iPad Air rimane la scelta più adatta, altrimenti orientatevi senza remore su iPad 10.

iPad 10: cosa ci piace

  • Il nuovo design e le opzioni colore
  • La fotocamera sul lato lungo: la vorremmo su tutti gli iPad
  • La nuova Magic Keyboard Folio in due pezzi è un accessorio eccezionale per chi scrive molto

iPad 10: si poteva fare meglio

  • Considerato il prezzo (589 euro), 64GB come opzione base di memoria sono troppo pochi. 128GB sarebbe stato un taglio più adeguato. 
  • Il prezzo della Magic Keyboard Folio: 300 euro per la custodia con tastiera sono troppi per un tablet di questa fascia
  • La Pencil di prima generazione: va bene lo stesso, ma è chiaramente un compromesso da accettare se si acquista questo tablet.

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Luce e gas: meglio il mercato libero o il tutelato?

Quanto spenderebbe oggi uno studente, una famiglia e un anziano solo di luce e gas? Abbiamo simulato tre profili di consumo. Ecco cosa ne è uscito

Chi è ancora nel mercato tutelato, in piena tempesta dei prezzi dovrebbe passare o no al mercato libero? Magari ci fosse una risposta semplice e valida per tutti. Dalle simulazioni che abbiamo fatto, però, una certezza emerge: nel mercato libero le offerte più convenienti – almeno per ora – sono quelle a prezzo variabile. Ma in ogni caso il risparmio si aggira intorno al 3% per il gas e al 6% per la luce rispetto alla tutela. Meglio di nulla, ma certo non una svolta per l’economia familiare.

Dall’altra parte, sia per il gas che per la luce bloccare oggi un prezzo per uno-due anni significa pagare l’energia anche il triplo rispetto al prezzo di tutela. Insomma: la situazione è disperata? Non necessariamente. Per il nostro confronto abbiamo escluso le offerte dedicate solo a chi passa da un operatore all’altro (la voltura), privilegiando quelle che consentono anche la nuova attivazione del contatore. Ma in un mercato in cui la concorrenza è elevata, gli operatori confezionano spesso offerte accattivanti pur di strappare clientela agli altri. Passando da un’offerta del mercato libero a un’altra, infatti, i vantaggi potrebbero essere maggiori. Ma forte potrebbe essere anche la tentazione di tornare alla tutela.

Indice

Tariffe energia

Abbiamo estrapolato le tariffe dal Portale Offerte di Arera, lo strumento dell’autorità dell’energia dedicato al consumatore. Qui tutti i gestori possono caricare e aggiornare le proprie offerte. Le tariffe che indichiamo, selezionate tra il 28 e il 29 settembre per il gas e il 3 ottobre per la luce, sono comprensive di tutto: materia energia, trasporto e gestione del contatore, imposte e Iva. Non ci sono gli oneri di sistema, che il governo ha azzerato anche per il quarto trimestre 2022.

tariffe

Nello stilare le varie top 3 abbiamo eliminato tutte le offerte che, a volte, i gestori dedicano ai dipendenti o alcune tipologie di clienti – spesso molto convenienti – e laddove tra le prime tre offerte migliori ce ne erano due, o addirittura tre dello stesso gestore, abbiamo considerato solo la più bassa così da indicare anche operatori differenti. Gli operatori che offrono tariffe a prezzo fisso sono così pochi che spesso non siamo riusciti a indicarvi più di due offerte.

Studente a Roma

Vivere in zona San Lorenzo a Roma da non residente può costare caro. Un contratto di nuova attivazione per il gas prevede, nel migliore dei casi, 1423 euro l’anno. Questo per un’offerta a prezzo fisso (118 euro al mese) con Enel Energia. Tutt’altro discorso per il variabile. Dove la prima offerta, quella di A2A, è più conveniente della tutela seppure di 24 euro l’anno, ma anche Nuovenergie ed E-On – pur costando poco di più rispetto al mercato tutelato – offrono prezzi concorrenziali.
Per la luce, a prezzo fisso non c’è nulla che si attesti sotto al prezzo della tutela, anche l’offerta
di Coop si avvicina molto. Chi si orienta sul variabile invece può trovare qualcosa di più appetibile: tutte e tre le offerte sono al di sotto del prezzo annuale fissato dall’Arera, anche se di poco.

Famiglia a Milano

È inevitabile che una coppia con due o più figli consumi di più rispetto a un single e, in questo caso, sbagliare tariffa può fare grossi danni alle finanze familiari. Partendo dal gas, il miglior prezzo fisso è quello di Enel Energia con quasi 2.500 euro annui. Con Utilità e Hera Comm, che pure sono i numeri 2 e 3 della graduatoria, si sfonda il tetto dei 3500. Ancora una volta con le offerte a prezzo variabile i prezzi scendono in modo vistoso, anche se la convenienza rispetto alla tutela è molto limitata, con la sola A2A in grado di offrire un risparmio reale (46 euro in meno); Nuovenergie ed E-On, che completano il podio, superano i 1500.
Così come per il profilo-studente di Roma, gli operatori con una tariffa luce a prezzo fisso sono solo due. La proposta di Coop è inferiore di 11 euro alla tutela. Mentre quella di Hera Comm la supera di oltre Tutte e tre le offerte a prezzo variabile invece sono più convenienti, ma al massimo del 5%rispetto al prezzo Arera.

Anziano a Napoli

Vivere solo in una casa di residenza in cui si passa gran parte della giornata, soprattutto nei mesi autunnali e invernali: abbiamo considerato anche questo scenario. I consumi stimati sono leggermente più alti rispetto allo studente di Roma. In questo caso le offerte a prezzo fisso sono più alte rispetto alla tutela, ma non nelle percentuali in tripla cifra di Roma e Milano. Plt Puregreen è la più conveniente (+37% sulla tutela) e al terzo posto c’è Enel Energia (+67%). Anche stavolta il prezzo variabile è più basso, ma rispetto alla tutela solo A2A offre qualcosa di meglio (28 euro in meno l’anno) con Nuovenergie ed E-On più distanti, ma sempre entro i 1000 euro.
Passando alla luce, di offerta a prezzo fisso ne abbiamo trovata addirittura una sola, quella di Coop, che è di poco superiore alla tutela. Quanto al variabile, le prime tre offerte indicate dal Portale sono più convenienti, se ci si accontenta di risparmiare poche decine di euro l’anno.

Perché conviene il variabile?

Non può essere un caso, infatti non lo è. In questa fase gli operatori di energia stanno proponendo prezzi variabili molto più bassi rispetto a quelli fissi per un preciso motivo. “Le offerte a prezzo fisso oggi costano molto non solo per il costo della materia prima, che come sappiamo è elevato, ma anche perché in questo regime gli operatori devono tutelarsi dal rischio che il prezzo, per motivi oggi imprevedibili, salga ancora di più.

Luce e gas
Luce e gas

In quello scenario infatti i gestori dovrebbero acquistare l’energia a costi maggiori rispetto a quelli applicati al cliente” spiega Niccolò Carlieri, co-founder di Selectra Italia, un servizio di comparazione tariffe e assistenza ai consumatori che vogliono cambiare operatore.

Ma non è tutto: a incidere su queste tariffe monstre c’è anche il rischio di morosità. Per difendersi dal quale gli operatori applicano costi maggiori. Per i fornitori di energia, soprattutto i più piccoli, il prezzo fisso è quindi molto rischioso tanto che sono rimasti in pochi a offrirlo: secondo Carlieri, circa il 20% del totale.

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Formazione, Sicurezza informatica

Password smarrite? Ecco come recuperarle

Non ricordiamo più le credenziali di accesso a Facebook & Co? Non ricordiamo alcune delle nostre pass o le abbiamo smarrite? Niente paura! In questa guida pratica scopriamo come recuperarle in pochi clic.

Se abbiamo dimenticato la pass di accesso al nostro social prefe­rito stiamo tranquilli, perché
in queste pagine scopriremo come leggere le chiavi di acces­so che si celano sotto gli asterischi mostrati dal browser. Di solito in questa situazione si usa l’apposita funzione del browser per la visualizzazione delle pass memoriz­zate, ma servono un po’ di clic per muoversi tra i menu e arrivare a essa. In Firefox, per esempio, bisogna aprire il­ menu del browser (l’icona in alto a destra con le tre righe orizzontali), scegliere la voce Password.

Da qui si possono cercare, copiare e visualizzare le pass memorizzate dei vari siti. Inoltre, quante volte ci capita di iniziare a inserire una password in una pagina di login di un servizio (di solito le lettere che scriviamo vengono immediatamente sostituite da asterischi) e fermarci a metà chiedendoci ”ma l’ho scritta giusta?”. Per queste situazioni abbiamo scovato un’estensione per browser che si chiama Show/hide passwords) e fa praticamente la stessa cosa della voce Password dei browser (e che in realtà può essere usata dai malintenzionati che vogliono scoprire le password altrui …).

È disponibile sia per Firefox che per Chrome e non richiede particolari accorgimenti tecnici. Una volta che viene installato l’Add-On, mostra un’etichetta di fianco agli ”odiati” asterischi con la scritta Show/Hide. Basta cliccare su quest’ultima per scoprire la pass.

Indice

Il rovescio della medaglia

Qualche malintenzionato che ha accesso al PC, installando questo add-on nel giro di qual­che minuto potrebbe scovare le nostre chiavi di accesso, visto che non deve fare ma­novre contorte per individua­re le pass memorizzate.

Nello scrivere questo articolo abbiamo testato il softwa­re su diversi siti e ha svolto egregiamente il suo compito. Mettendolo alla prova su al­cuni blog multiutente, ‘il tool è stato in grado, di visualizzare addirittura le credenziali dei nostri, collaboratori. Già, al­tri utenti che, ignari, hanno inserito le loro pass sal­vandole nel browser. A noi è bastato cliccare su Show per visualizzare le loro credenzia­li. Quindi, facciamo attenzio­ne se siamo soliti collaborare con altri utenti sulla Rete e abbiamo l’abitudine di salvare le credenziali su Firefox o su Chrome.

La ”brutta” sorpre­sa è spesso dietro l’angolo e, a volte, nemmeno ci si rende conto di quanto possa essere semplice reperire uno stru­mento in grado di carpire le nostre credenziali. Ma ora, bando alle ciance e vediamo come utilizzarlo.

Installiamo il tool sul computer

Pass show hide
Il primo passo è quello di installare l’Add-on Show Hide Pas­sword. Ecco come farlo su Firefox. Avviamo il browser e sele­zioniamo il menu ad hamburger in alto a destra. Scorriamo le voci e clicchiamo, infine, su Componenti aggiuntivi e temi. Si aprirà a questo punto Ia schermata in cui cercare l’Add-On.
Pass show hide
Inseriamo il nome dell’Add-on nell’apposito box di ricerca Trova altri componenti aggiuntivi. Fatto ciò, clicchiamo sulla lente di ingrandimento. Dai risultati che appariranno, selezioniamo Show/hide passwords.
Pass show hide
Premiamo il pulsante azzurro Aggiungi a Firefox.
Pass show hide
Premiamo sul pulsante installa, non dobbiamo far altro che attendere la fine dell’installazione .
Riavviamo il browser e controlliamo che tutto sia andato a buon fine: dal menu ad hamburger clicchiamo su Componen­ti aggiuntivi e temi e verifichiamo che l’estensione sia presente.
Per scoprire una password con Show Hide Password, ba­sta recarsi nella schermata di login del servizio desidera­to, per esempio Facebook. Qui troveremo il pulsate Show. Cliccandolo, apparirà la chiave d’accesso. C’è anche il tasto Hide che serve per rinascondere ciò che è stato scoperto.

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Formazione

Copiare files col wifi

Copiare i files con il wifi grazie alla funzione chiamata “Condivisione di prossimità”, presente nelle versioni più recenti di Windows 10 e in Windows 11, ci permette di copiare dei file da un PC all’altro in modalità wireless.

Ogni volta che ci capita di avere la necessità di copiare un file da un computer all’altro siamo sempre costretti a utilizzare una chiavetta USB, un server esterno o la posta elettronica.

Fortunatamente, dalla versione 1803 di Windows 10 in poi, Microsoft ha reso disponibile la funzione Condivisione di prossimità (Condivisione nelle vicinanze in Windows 11) che ci consente di trasferire documenti, immagini, link Web e altri tipi di file dal proprio PC a qualsiasi altro computer che si trovi a portata della trasmissione wireless, che utilizza una combinazione di Bluetooth e Wi-Fi.

Quando decidiamo di condividere il file non dobbiamo far altro, dopo esserci accertati di avere la funzione attiva e disponibile, che selezionare il computer destinatario da un elenco di quelli a portata di connessione e avviare il trasferimento.

Ricordiamo che la funzione Condivisione di prossimità richiede necessariamente le interfacce Wi-Fi e quella Bluetooth.

Vediamo come fare:

1.Per prima cosa verifichiamo che la Condivisione di prossimità sia presente fra le opzioni disponibili nel Centro notifiche di Windows, sia nel computer sorgente che in quello destinatario.

Se non abbiamo il Bluetooth la funzione non sarà utilizzabile.

2.Se la Condivisione di prossimità non è presente, da Impostazioni, selezioniamo Sistema e quindi Esperienze condivise.

Verifichiamo che la funzione sia attiva ed eventualmente impostiamo le altre opzioni, come il percorso di salvataggio del file.

3.Per condividere un file dobbiamo solo fare clic sulla sua icona con il tasto destro del mouse e selezionare la voce Condivisione (a sinistra).

Ci apparirà un pannello (a destra) che ci mostrerà i computer nelle vicinanze a cui possiamo inviare il file.

4.Completiamo la condivisione del file selezionando il destinatario e avviando il trasferimento (a sinistra).

Sul PC destinatario apparirà la richiesta di conferma: per terminare chi riceve deve solo selezionare la voce Salva o quella Salva e apri (a destra).

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Formazione

File spariti? No problem!

File spariti? No problem. File corrotti o cancellati per errore, CD e DVD illeggibili, computer colpiti da ransomware: ecco la guida completa per recuperare i dati in queste situazioni.

Il miglior modo per recuperare dati da un hard disk o una scheda di memoria che ha smesso di funzionare? Molto semplice: recuperare il backup.

Bastano pochi clic e qualche minuto di pazienza per riprendere possesso di tutto quello che si temeva perduto.

C’è un problema, però: bisogna ricordarsi di fare le copie di sicurezza e, soprattutto, di aggiornarle frequentemente.

Ed è qui che casca l’asino: se chiedessimo ai nostri lettori se considerano fondamentale avere copie di sicurezza custodite in maniera sicura e sempre aggiornate, siamo certi che tutti risponderebbero affermativamente.

Se però andassimo a verificare in quanti hanno adottato una politica anche solo sufficiente per i backup, siamo altrettanto certi che in molti casi i backup saranno inesistenti o, più probabilmente, vecchiotti.

Non ci stupirebbe, anche perché sono dinamiche che ci capita di vedere non solo fra gli utenti comuni, ma anche fra le aziende e spesso anche in alcune Pubbliche Amministrazioni.

Insomma, è statisticamente probabile che più di qualcuno abbia bisogno di recuperare informazioni e non abbia a disposizione una copia recente dei dati.

Fortunatamente, anche in questi casi ci sono alcune soluzioni che possiamo adottare, soluzioni che torneranno utili anche ai più diligenti, per esempio per recuperare le immagini da una scheda di memoria che ha improvvisamente smesso di funzionare prima ancora che potessimo mettere in sicurezza i file.

Indice

Il backup che (forse) non sai di avere

Se un giorno, accendendo il PC, scopriamo di essere vittima di un ransomware o di aver cancellato erroneamente dei dati importanti, non perdiamo la calma, anche se non abbiamo effettuato copie di sicurezza.

Potrebbero esserci copie dei documenti sul cloud. Windows, infatti, integra OneDrive che automaticamente salva alcune cartelle, come Documenti, Immagini e il desktop, sul cloud di Microsoft.

A meno di aver disabilitato il servizio, insomma, avremo una copia di sicurezza costantemente aggiornata alla quale accedere in qualsiasi momento, anche da altri dispositivi, semplicemente facendo login con le nostre credenziali sul sito onedrive.live.com.

Se abbiamo installato il pacchetto Microsoft 365 (Office), tutti i documenti aperti e creati saranno salvati automaticamente su OneDrive, a meno di specificare il contrario, e recuperarli sarà un gioco da ragazzi: basta cliccare sopra al file in questione con il tasto destro e selezionare Scarica.

E se il file lo abbiamo cancellato per errore?

Anche in questo caso, nessun problema: il cestino di OneDrive è infatti indipendente da quello di Windows e conserverà tutti gli elementi cancellati per 30 giorni.

Se quindi in un eccesso di zelo nel ripulire il computer abbiamo erroneamente cancellato per sempre alcuni file o cartelle, abbiamo sempre la possibilità di recuperarli dal cestino del servizio cloud di Microsoft, a patto di accorgercene in tempi brevi, non più di 30 giorni.

Non è l’unica opzione utile di OneDrive. Può infatti capitare di aver fatto un errore magari sovrascrivendo un file, o dando il comando Salva nel momento sbagliato.

In tal caso, clicchiamo sul file incriminato con il tasto destro e selezioniamo Cronologia versioni: cliccandoci sopra potremo accedere alle precedenti versioni del file, visualizzare le differenze e ripristinare quella che desideriamo.

OneDrive non è l’unico servizio di backup automatico che gli utenti non sempre sanno di avere a disposizione.

Nel caso di Android, per esempio, le immagini scattate con la fotocamera dello smartphone vengono sincronizzate con Google Foto e lo stesso avviene con gli iPhone, che sono sincronizzati con iCloud.

Se quindi è il telefono a fare le bizze, possiamo recuperare velocemente dal cloud i nostri scatti, sia sul dispositivo stesso, sia su altri dispositivi.

Dobbiamo semplicemente “ringraziare” il modo in cui sono concepiti i file system.

Quando cancelliamo un file dal nostro disco, non stiamo eliminando fisicamente le informazioni ma, più semplicemente, togliendolo “dall’indice”.

Non sarà elencato in Esplora file e i settori su cui sono conservate le informazioni verranno indicati come “liberi” per successive scritture, ma quei dati saranno ancora registrati.

Software come Disk Dril o Recuva effettuano un’analisi del disco e, in molti casi, riescono a ripristinare i dati eliminati.

Questo, però, a patto che i settori su cui sono archiviati non siano stati sovrascritti da altri dati, rendendo quindi l’operazione impossibile.

Se il file è appena stato cancellato, è estremamente probabile riuscire a recuperarlo interamente.

Se sono passati mesi, durante i quali abbiamo continuato a usare il computer, l’esito del recupero non è così scontato.

Entrambi i software che abbiamo citato funzionano piuttosto bene e sono anche semplici da usare.

Se però Recuva è gratuito, almeno per le funzioni che ci interessano in questa sede, lo stesso non si può dire di Disk Drill.

La versione gratuita di quest’ultimo, infatti, è limi-tata al ripristino senza alcuna spesa di un massimo di 500 MB. Per recuperare una maggiore quantità di informazioni, è necessario acquistare la versione PRO, venduta a poco più di 108 dollari.

DMDE, complesso ma estremamente potente

Se i software citati in precedenza non hanno risolto il problema, è possibile tentare soluzioni più evolute, come DMDE.

Questo programma è basato su algoritmi molto avanzati ed è in grado di recuperare partizioni eliminate per errore e di ricostruire array RAID che esibiscono problemi, recuperando le informazioni presenti sui dischi.

Fra le funzioni più interessanti troviamo una serie di strumenti per ripristinare dati.

Recuperare dati dal cestino di Onedrive

1. Indirizziamo il browser e utilizziamo le nostre credenziali per accedere. Se richiesto, autorizziamo l’accesso tramite Microsoft Authenticator o usando l’OTP ricevuto.

onedrive

2. Clicchiamo sul Cestino per accedere a tutti i file che abbiamo cancellato, anche dal PC personale, dalle cartelle sincronizzate con OneDrive. Selezioniamo i file che ci interessa recuperare.

onedrive 2

3. Clicchiamo con il tasto destro e selezioniamo la voce Ripristina per recuperare i file che avevamo spostato nel cestino.

onedrive 3

4. Cliccando con il tasto destro sui file di OneDrive possiamo recuperare anche le precedenti versioni del file, se disponibili. Possibilità molto utile se abbiamo sovrascritto per errore un file di Office.

onedrive 4

Come recuperare i dati con Disk Rill

1. Andiamo all’URL www.cleverfiles.com/it/data-recovery-software.html e scarichiamo la versione gratuita di Disk Drill, che ci consentirà di recuperare un massimo di 500 MB di dati. Installiamo il software e riavviamo il PC.

2. Riavviato il PC, eseguiamo Disk Drill. Al primo avvio ci verrà chiesto se vogliamo abilitare la protezione dati per incrementare le chance di recupero in caso di problemi. Mettiamo la spunta per confermare e clicchiamo su Iniziamo.

3. Selezioniamo il disco o la partizione contenente i dati che desideriamo recuperare. Se la partizione interessata non è accessibile, selezioniamo l’intero disco.

4. Possiamo selezionare il metodo di recupero dal menu sulla destra. Il nostro consiglio è però quello di lasciare fare al programma, che utilizzerà in serie tutti i metodi, partendo dal più veloce e approfondendo la scansione se questo fallisce.

5. Clicchiamo su Cerca dati persi per avviare la ricerca di file e partizioni perse. Una ricerca che può durare a lungo, soprattutto su hard disk di grandi dimensioni. Possiamo usare il PC nel frattempo.

6.Terminata la scansione, i file verranno suddivisi per tipologia (immagini, documenti, archivi) e verrà indicata una stima sulla possibilità di recupero. Selezioniamo i file e clicchiamo su Recupera.

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