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Apple mantiene la sua promessa di fornire maggiore trasparenza sulla raccolta dei dati delle app iOS con il lancio di nuove etichette sulla privacy sull’App Store. La società di Cupertino, già a giugno scorso, durante il WWDC in streaming (a causa del Coronavirus) aveva annunciato la volontà di lavorare a una nuova modalità che tutelasse e rendesse più efficace la comunicazione sul trattamento dei dati personali degli utenti.

E il mese scorso aveva avvertito gli sviluppatori dei cambiamenti in atto, con una specie di ultimatum che suonava più o meno così: adeguatevi entro l’8 dicembre o rischiate di perdere la possibilità di aggiornare le vostre app. E ora è arrivato il momento, con il lancio ufficiale di queste nuove etichette per tutti gli utenti che utilizzano device con iOS 14.

Etichette visibili sotto il pulsante dove solitamente occorre fare tap per scaricare una applicazione. Secondo la casa di Cupertino, queste nuove etichette saranno necessarie per le app su tutte le sue piattaforme – che includono iOS, iPadOS, macOS, watchOS e tvOS – e dovranno essere aggiornate e precise ogni volta che uno sviluppatore rilascia un nuovo aggiornamento.

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E siccome qualche big (come Facebook e WhatsApp), aveva lamentato una certa incoerenza nell’azione, Apple ha deciso che si atterrà allo stesso standard imposto agli sviluppatori, e quindi fornirà le stesse etichette per tutto il suo software.

Le app proprietarie dell’azienda californiana, dunque, condivideranno le medesime informazioni sulle pagine dei prodotti dell’App Store. Nel caso in cui un’app non abbia una pagina prodotto sull’App Store perché non può essere rimossa (ad esempio l’app Messaggi), Apple ha fatto sapere che fornirà informazioni sull’etichetta della privacy sul web.

Per quanto riguarda la struttura delle etichette, Apple ha suddiviso la raccolta dei dati in tre grandi categorie: “dati utilizzati per tracciarti”, “dati collegati a te” e “dati non collegati a te”. Nel primo caso, significa che lo sviluppatore dell’app sta collegando i dati raccolti tramite la sua applicazione (come le informazioni personali o la geo-localizzazione) con altri dati provenienti da altre app o da siti Web di altre società allo scopo di fornire una pubblicità mirata.

L’etichetta “dati collegati a te” è invece riferita a qualsiasi dato che può essere utilizzato per identificarti. E quindi sia i dati raccolti dall’utilizzo dell’app o dall’avere un account con il servizio o la piattaforma, che tutti i dati estratti dal dispositivo stesso che potrebbero essere utilizzati per creare un profilo per scopi pubblicitari.

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Infine, “Dati non collegati a te”: con questa tipologia di etichetta si chiarisce che determinati tipi di dati, come i dati sulla posizione o la cronologia di navigazione, non vengono collegati a te in alcun modo. Va detto, inoltre, che ci sono due etichette ulteriori: “Nessun dato raccolto”, per le app che non raccolgono alcuna informazione sull’utente; “Nessuna informazione disponibile”, per le app che non sono state ancora aggiornate alla data dell’entrata in vigore del regolamento.

Questa delle etichette è solo l’ultima mossa di una lunga serie, per Apple, nel campo della privacy. L’azienda di Tim Cook ha fa sempre il pallino della privacy, e cerca sempre più spesso di limitare il tracciamento degli utenti di iPhone. E secondo alcune fonti accreditate, questa delle etichette non rimarrà un’azione isolata. L’azienda intende rilasciare una nuova funzionalità per la privacy che richiede agli sviluppatori di chiedere il permesso esplicito per tracciare gli utenti di dispositivi iOS su app e siti Web, utilizzando un identificatore di dispositivo univoco, chiamato codice IDFA (o Identificazione per gli inserzionisti).

Il piano era di richiederlo con il lancio di iOS 14, ma Apple ha annunciato a settembre che avrebbe ritardato la funzionalità fino al prossimo anno, per dare agli sviluppatori più tempo per conformarsi.

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