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Sicurezza informatica

Malware via PEC: sLoad colpisce ancora

Per la seconda volta in meno di due mesi, gli esperti del CERT-AGID hanno rilevato l’invio di PEC contenenti il malware sLoad. Anche questa volta gli autori hanno cercato di ingannare gli utenti con una falsa fattura allegata al messaggio di posta elettronica certificata.

sLoad: PEC con malware incluso

Il CERT-AGID ha scoperto per la prima volta il malware sLoad a luglio 2020. È riapparso successivamente a novembre 2020 e quindi a gennaio 2021. Come nei casi precedenti, anche stavolta si è trattata di una campagna di breve durata (solo 10 ore), ma probabilmente sufficiente per ingannare qualche ignaro utente.

Risultato immagini per attacco sload

La pec ha come oggetto “Comunicazione [nome azienda]” e allegato “00[codice fiscale].zip, all’interno del quale un altro archivio ZIP contenente due file XML e VBS. L’infezione si verifica quando viene eseguito il file VBS (uno script Visual Basic) che scarica il payload PowerShell con BitsAdmin.

Il destinatario viene ingannato dal fatto che la PEC è considerata più sicura delle e-mail tradizionali. Inoltre il contenuto del messaggio indica una fattura elettronica in allegato. In questo caso però i malintenzionati hanno scritto chiaramente che la fattura è in formato PDF. Dato che il file ZIP non contiene nessun PDF, l’inganno sembra abbastanza ovvio.

sLoad_PEC

Il CERT-AGID non ha ancora scoperto le “funzionalità” di sLoad. In passato è stato utilizzato per rubare dati sensibili, come le credenziali di accesso ai servizi online.

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Formazione

PEC, come utilizzarla anche per prestiti tra privati

Nella vita di tutti i giorni può capitare di trovarsi in difficoltà economiche e un parente o un amico potrebbe offrirsi di aiutarvi. Per non incorrere in sanzioni o verifiche da parte del Fisco, anche i prestiti tra privati devono essere tracciati o certificati attraverso una scrittura privata che può essere validata tramite PEC.

Una delle misure della riforma fiscale è entrata in vigore a partire dal 1° luglio 2020 e fissa a 2.000 euro la soglia massima per l’utilizzo dei contanti. Se quindi un genitore vuole prestare dei soldi al figlio per comprare una nuova auto, oppure a un amico per avviare una attività, queste transazioni andranno tracciate per evitare problemi con l’Agenzia delle Entrate. La soluzione più semplice da adottare è redigere una scrittura privata in cui le parti stabiliscono l’entità e le modalità del prestito o della donazione.

Il documento però dovrà essere certificato con una data e ci sono molte modalità per validarlo anche agli occhi del Fisco. Tra le più semplici, troviamo l’invio di una raccomandata postale o ancora meglio l’utilizzo della Posta Elettronica Certificata, che ha lo stesso valore legale e potrà essere utilizzato dalle parti per tutelarsi in caso di verifiche fiscali emerse dal Redditometro.

PEC, come tutelarsi in un prestito tra privati

La prima cosa da fare quando si effettua un prestito tra familiari o tra privati, è quella di rispettare il limite di 2.000 euro in caso di transazione in contanti, oppure di utilizzare una forma di pagamento che sia tracciabile. Nel caso si scelga il bonifico bancario piuttosto che l’assegno, è consigliabile inserire già nella causale le motivazioni della transazione, ad esempio “prestito per difficoltà economiche” o ancora “prestito per acquisto auto”. O ancora utilizzando la dicitura “prestito infruttifero” se non sono previsti interessi sulla somma erogata.

Il secondo passaggio da seguire è la redazione di una scrittura privata che andrà poi validata secondo diverse modalità, tra cui la registrazione presso l’Agenzia delle Entrante, in caso di importi elevati. Oppure recandosi di persona all’ufficio postale per chiedere l’apposizione della data al documento o inviare una raccomandata con ricevuta di ritorno.

La validazione può anche essere fatta da casa attraverso appositi servizi a pagamento online, oppure più semplicemente inviando una PEC tra le due parti, che rappresenta d’altronde la versione digitale di una raccomandata a/r, e può essere utilizzata non solo nel caso di prestiti tra familiari, ma in ogni occasione in cui si abbia bisogno di certificare la data di un documento o inviare una comunicazione ufficiale che abbia valore legale. Una volta eseguita la validazione con una di queste modalità, si potrà erogare il prestito tra privati o la donazione senza il rischio di incorrere in sanzioni o verifiche da parte del Fisco.

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Ma questa pec a chi appartiene?

La posta elettronica certificata o PEC è un tipo particolare di posta elettronica che permette di dare a un messaggio di posta elettronica lo stesso valore legale di una tradizionale raccomandata con avviso di ricevimento, garantendo così la prova dell’invio e della consegna

Come verificare a chi appartiene una PEC

Lavorando in ufficio, ti sarà capitato sicuramente di dover sapere a chi appartiene una PEC. Dal 2019, con l’introduzione della fatturazione elettronica avere una casella PEC è diventata obbligatoria per tutti e spesso ci siamo chiesti a chi appartenesse una pec.
Ecco quali sono gli strumenti gratuiti che puoi usare per estrapolare le generalità di un’azienda o di un privato conoscendo la casella PEC.
Dato che le comunicazioni via PEC sostituiranno sempre più le comunicazioni cartacee, può essere utile scoprire a chi appartiene una PEC.

La PEC o Posta Elettronica Certificata - SPEDI srl

Come sapere a chi appartiene una PEC

Per rivelare le generalità e riconoscere a chi appartiene una PEC, ti segnaliamo il sito web gratuito www.inipec.gov.it, su cui trovi il servizio INI-PEC, aggiornato continuamente dal Ministero dello Sviluppo Economico.
Si tratta di un vero e proprio elenco pubblico PEC che contiene gli indirizzi di posta elettronica certificati di aziende e professionisti.
Può essere consultato da chiunque e con qualunque dispositivo.

Una volta che ti sei collegato a INI-PEC, potresti inserire le generalità dell’azienda o del professionista per trovare la sua PEC, oppure fare una ricerca al contrario: risalire dalla pec al suo intestatario!
Per scoprirlo, basta che digiti quella casella di posta elettronica certificata nel campo Indirizzo PEC. A quel punto, lascia tutti gli altri campi in bianco, risolvi il captcha e seleziona Cerca PEC.

Otterrai così il risultato della ricerca, contenente: denominazione dell’azienda, PEC, Provincia d’iscrizione al Registro Imprese, Codice fiscale e Partita IVA. Puoi anche scaricare i dati in formato CSV se lo desideri per gestire i dati in Excel. Se qualche dato non fosse congruo, controlla che la data di aggiornamento sia corretta.