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Database relazionale: non è sufficiente avere i dati, ma bisogna che siano utilizzabili

Oggi più che mai la relazione personale con il cliente è l’unico vero motore sicuro di fidelizzazione e questa relazione non può essere portata avanti in modo sistematico e strutturato se non attraverso i mezzi che le tecnologie digitali ci mettono a disposizione, ossia organizzata su supporto informatico all’interno di un database relazionale.

Leggi anche Che cos’è un database?

Non è sufficiente avere i dati, ma bisogna che siano utilizzabili.
Per essere utilizzabili, i dati in nostro possesso devono essere: 

  • strutturati, ovvero essere archiviati secondo una struttura fissa che consenta di operare delle interrogazioni consistenti e utilizzare in modo automatico questi dati
  • corretti, altrimenti il dato diviene incerto ed inutilizzabile all’interno di sistemi automatici di contatto, come la creazione di mailing o campagne sms. 
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Tecnicamente i dati devono essere inseriti in un database relazionale, un archivio informatizzato che consente di metterli in relazione tra di loro permettendo di fare delle estrazioni che correlano caratteristiche diverse.

Qualche esempio?
Se scelgo di avere tutte le schede clienti su un archivio cartaceo (c’è ancora chi lo fa, ve l’assicuro!) non potrò effettuare alcuna operazione automatizzata.

Se scelgo di raccogliere i dati in una forma informatica tabellare, come ad esempio in un foglio di calcolo (Excel) o in un software non relazionale, non potrò effettuare ricerche complesse.
Se i dati sono invece raccolti in un database relazionale, strutturato, potrò effettuare interrogazioni consistenti, prevedere meccanismi di richiamo automatico basati sui comportamenti di acquisto (ad esempio la frequenza di acquisto, la tipologia di prodotti preferiti, le caratteristiche demografiche, etc…) ed elaborare anche statistiche precise sul risultato delle mie azioni di comunicazione.

Avere una scheda cliente correttamente compilata con tutte le informazioni e lo storico del cliente di ciò che ha acquistato, ci consentirà di ristabilire un rapporto empatico positivo immediato con il cliente, anche a distanza di tempo dalla precedente richiesta che ci ha fatto. In questo senso l’informazione diventa anche strumento di vendita.

Senza dati completi e utilizzabili, nell’attività gestionale di un’attività aziendale non si possono operare statistiche che sono l’unica garanzia di verifica di efficacia della effettiva redditività del nostro business.

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Che cos’è un database?

La definizione di database fa riferimento a un insieme di informazioni, o dati, memorizzati elettronicamente in un sistema informatico. Generalmente il database viene controllato da un sistema software, denominato DBMS (Database Management System), che permette di gestire e interrogare in maniera efficiente i dati memorizzati.

Che cos'è un database? | Informatica per tutti

I dati all’interno di un database vengono presentati in righe e colonne contenute in una serie di tabelle per garantire l’efficienza di elaborazione e interrogazione dei dati. Le informazioni quindi possono essere facilmente visualizzate, gestite, modificate, aggiornate, controllate ed organizzate.

La maggior parte dei database utilizza il linguaggio SQL (Structured Query Language) per scrivere i dati ed eseguire le interrogazioni.

I database fanno la loro prima comparsa nel mondo informatico intorno agli anni 60, ma è solo negli anni 80 che compaiono i database così come concepiti oggi e con tutte le evoluzioni dovute al progresso tecnologico e alle sempre più evolute esigenze delle aziende.

Database vs Fogli di calcolo

In risposta alle esigenze aziendali, molto spesso esiste una forte contrapposizione tra  i database e i fogli di calcolo, come ad esempio i modelli di Microsoft Excel. Entrambi sono soluzioni pratiche per memorizzare le informazioni ma i database hanno caratteristiche che surclassano i fogli di calcolo.

I database sono infatti destinati a contenere insiemi di informazioni decisamente molto estesi e con massicce quantità di dati, cosa che con i fogli di calcolo è limitata. L’utilizzo di database consente a più utenti contemporaneamente di accedere ai dati e di eseguire interrogazioni degli stessi in maniera rapida e sicura, grazie alla logica con i quali sono stati progettati e all’utilizzo di linguaggi estremamente complessi e performanti.

A cosa servono i database?

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Esistono molti tipi diversi di database e sono comunque strutturati per rispondere alle esigenze delle organizzazione che intendono utilizzare i dati in essi contenuti. Nella maggior parte delle aziende strutturate, vengono utilizzati i database relazionali, composti da una serie di tabelle che dialogano tra di loro attraverso dei campi chiave che servono proprio a collegare le tabelle tra di loro.

Esistono inoltre altri tipi di database tra i quali quelli distribuiti, che sono composti da sottoinsiemi dislocati nelle diverse sedi geografiche di un’azienda, e database denominati data warehouse che sono progettati per eseguire principalmente analisi dati e interrogazioni veloci su una mola di dati grandissima.

Database in cloud

Un piccola parentesi va fatta per i database in cloud. Ad oggi le soluzioni in cloud, cioè soluzioni che non risiedono fisicamente all’interno delle azienda ma che sono dislocate in server farm geograficamente in qualche parte del mondo, sono tra le più adottate perché consentono un abbattimento dei costi di manutenzione interna notevole e danno la garanzia sulla conservazione e inviolabilità del dato.

Gli obiettivi di chi amministra database sono quelli di farsi carico del significativo aumento del volume dei dati, di garantire la sicurezza del dato da ogni possibile violazione, di eseguire una continua manutenzione dell’infrastruttura, di eliminare i limiti inizialmente previsti in favore delle sempre più crescenti esigenze delle aziende ed infine tenersi sempre al passo con la rapida evoluzione dei processi aziendali.

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