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App Spesa elettrica

App Spesa elettrica: calcola i tuoi consumi facilmente. La verifica dei consumi di luce e gas è importante tanto quanto la scelta della giusta offerta.

Risparmiare energia con un’app sembra quasi fantascienza, ma è possibile.

Esistono infatti numerose applicazioni gratuite che ci aiutano a monitorare i consumi e a valutare lo storico delle nostre abitudini e, di conseguenza, ci fanno capire come risparmiare.

Quali sono le app per il controllo del consumo di energia elettrica

Esistono diverse app, gratuite che aiutano a controllare i dati dei consumi. Non tutte, però, sono uguali: alcune richiedono un setup più complesso.

Più si approfondisce la sincronizzazione tra l’app e l’impianto elettrico, più i risultati che l’app ci fornisce sono completi.

Vediamo alcuni esempi di app per energia elettrica.

Energy Consumption Analyzer

Energy Consumption Analyzer, anche detta ECAS, è un’app disponibile per Android su Google Play che monitora i consumi di luce, gas e acqua.

L’interfaccia è semplice e intuitiva ed è disponibile in italiano.

Le letture possono essere codificate per colore e possono essere aggiunti commenti che aiutino a ricordare un dato anomalo.

Dopo aver inserito i nostri dati, che si possono facilmente dedurre dalle bollette o dall’app luce e gas del nostro fornitore, ECAS calcola il tasso medio di consumo per ora, giorno, settimana o mese, che formalizza in un grafico che evidenzia il tasso di consumo nel tempo.

Se, oltre ai dati di consumo, l’utente fornisce anche il costo medio della componente energia, Energy Consumption Analyzer è in grado di calcolare anche i costi dei singoli consumi.

Purtroppo per ora non è disponibile per iPhone e sistema operativo iOs.

Omnia Genius

Omnia Genius è un’App gratuita con la quale è possibile monitorare tutti i consumi di energia della casa.

È perfetta per chi ha reso intelligente la propria abitazione, in quanto è più facile leggere e gestire i consumi di una smart home rispetto a quelli di una casa tradizionale.

Attraverso Omnia Genius  è possibile monitorare da remoto e in tempo reale i consumi di luce e gas, sia da smartphone che da tablet.

Accedere in tempo reale ai consumi aumenta la consapevolezza delle proprie abitudini di consumo energetico e ci aiuta ad adottare uno stile di vita più sostenibile, a basso impatto, amico dell’ambiente e del nostro portafoglio.

Omnia Genius, inoltre, può monitorare gli impianti fotovoltaici di casa, aiutando l’utente a controllare quanta energia del sole viene utilizzata nei consumi domestici e quanta, invece, viene ceduta alla rete.

Elios4you

Un’altra app per il consumo di energia è Elios4you, dedicata proprio agli impianti fotovoltaici.

È gratuita, ma è utilizzabile solo in abbinamento con il dispositivo Elios4you, acquistabile a parte.

Un primo utilizzo senza dispositivo è comunque fruibile grazie all’opzione “Demo”.

Elios4you monitora gli impianti fotovoltaici residenziali con efficienza e facilità.

In un’unica app, sono disponibili i dati dell’autoconsumo, dell’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico, dell’energia scambiata (immessa o prelevata) con la rete e l’energia consumata dal cliente.

Il dispositivo addizionale non necessita di un’installazione particolare e può essere installato in autonomia dall’utente stesso.

MyWatt Plug

L’app di MyWatt Plug è un’ottima soluzione gratuita per chiunque abbia bisogno di gestire da remoto le prese elettriche e monitorarne i relativi consumi.

Applicare un misuratore a una presa elettrica, infatti, è il miglior modo per affinare la lettura dei consumi.

Ogni singola presa può accogliere uno o più elettrodomestici e il misuratore può rivelare quanta energia viene assorbita dal dispositivo, sia in funzione sia in standby.

MyWatt Plug funziona con i misuratori MyWatt e consente di gestire i dispositivi da remoto sia da smartphone che da tablet.

La gestione da remoto dei dispositivi permette all’utente di accendere, spegnere o programmare l’avvio e lo spegnimento di computer, lampade, televisione e altro ancora, solo grazie all’app.

Per quanto riguarda il consumo di energia elettrica, quest’app misura il dispendio energetico in tempo reale e gestisce uno storico delle ultime ore fino agli ultimi mesi.

Beeta Game

Quest’app, un po’ diversa dalle precedenti, è sviluppata in Italia e coniuga la gamification (cioè l’applicazione dei principi tipici del gioco a obiettivi non ludici) al risparmio in bolletta.

Grazie a una combinazione di missioni e punteggi (gli Honey Point), l’utente partecipa al gioco e viene inserito, in base ai propri risultati, in una classifica insieme agli utenti che utilizzano l’app.

Beeta Game ha l’obiettivo di aumentare la consapevolezza energetica, insegnando comportamenti virtuosi per risparmiare a casa e al lavoro nonostante non sia progettata specificamente per il controllo e la gestione dei consumi.

Gli utenti primi in classifica riceveranno un Beeta kit per il monitoraggio energetico.

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iPad 10: in anteprima

Il nuovo Ipad 10 in anteprima adotta il design dei modelli Air e Pro e sposta la fotocamera sul lato lungo. Ottime le prestazioni, il display Liquid Retina e l’USB-C, ma il prezzo sale e il posizionamento è diverso da quello del predecessore.

Design come quello degli iPad Air e degli iPad Pro, fotocamera frontale sul lato lungo, nuovi colori, USB-C, connettore smart per la tastiera, 5G sui modelli cellular, Wifi 6, display Liquid Retina: salvo un paio di compromessi, il nuovo iPad di 10 generazione, disponibile in Italia dal 26 ottobre, è tutto ciò che si poteva desiderare da un aggiornamento dell’iPad “di base”.

Ma c’è un grosso ma: l’iPad 10 non è più il modello “di base” della famiglia.

Costa di più (parte da 589€) e si insinua nella gamma a metà tra l’iPad Air e il suo predecessore.

Seppur relegato al ruolo di “iPad SE”, l’iPad di nona generazione rimane infatti disponibile e costa a sua volta un po’ di più.

Appare chiaro che per Apple le caratteristiche tecniche e il design ereditati dagli iPad Air e iPad Pro non si possono ancora associare a un dispositivo di fascia entry-level.

Lo spazio per questo collocamento c’era tutto: l’iPad 10 ora costa 200 euro in meno dell’iPad Air M1, 150 in più del modello di nona generazione e si adagia comodamente in mezzo ai due.

Dalla sua non ha soltanto le già citate caratteristiche degli iPad di fascia più alta, ma anche un paio di novità che qui abbiamo apprezzato moltissimo: la videocamera frontale sul lato lungo e la compatibilità con una nuova Magic Keyboard “due pezzi”, che offre una fantastica esperienza di scrittura.

Il display è un Liquid Retina da 10,9”: ha le stesse dimensioni di quello dell’iPad Air.

iPad 10: design e prestazioni

Se le differenze con l’iPad di nona generazione sono subito evidenti, per distinguere il nuovo iPad 10 da un iPad Air bisogna osservare i dettagli.

Design, dimensioni dello schermo, spessore, posizione delle griglie degli altoparlanti e dei tasti del volume sono quasi gli stessi.

Tra gli elementi distintivi esterni ci sono la fotocamera, la posizione del connettore tripolare per gli accessori, che finisce sul bordo lungo inferiore.

Diversi anche i colori: sono quattro (argento, rosa, blu e giallo), tutti accesi e quasi metallizzati, contro i colori pastello più smorzati dell’iPad Air.

Rispetto ad iPad 9, il nuovo iPad è più sottile, leggero e maneggevole nonostante lo schermo più grande.

Come avevamo già notato per l’iPad Air, tenerlo con una mano sola non stanca.

Siamo sempre più convinti che questo design, con bordi netti e cornici sottili, sia la quintessenza della tavoletta digitale e che Apple lo manterrà inalterato ancora per qualche anno. 

Meno drastico invece è l’aumento di prestazioni: hanno effettuato l’aggiornamento del chip dall’A13 Bionic all’A14 Bionic.

È lo stesso dell’iPad Air di 4a generazione e non a caso i benchmark dei due tablet sono sovrapponibili.

I miglioramenti rispetto all’A13 dell’iPad 9 si notano nelle operazioni multi-core (in particolare nell’esportazione dei video in 4K da iMovie e Lumafusion) e in quelle che sfruttano il neural engine, come l’applicazione di filtri e profili alle foto su Lightroom o su Pixelmator Photo.

La fotocamera si sposta

Una delle novità più interessanti dell’iPad 10 è il riposizionamento della fotocamera frontale dal lato corto al lato lungo superiore del tablet.

iPad 10 permette finalmente di “guardare” negli occhi chi ci sta parlando durante le videochiamate.

Osservando lo schermo si darà l’impressione di orientare lo sguardo nella direzione “giusta”, e non verso un punto imprecisato a destra o a sinistra dell’interlocutore come succede con tutti gli altri iPad.

Il confronto:

  • sopra, il lato lungo di iPad Air, con la basetta per Apple Pencil 2
  • sotto l’iPad 10: nello stesso punto si trova ora il modulo della selfie camera

La qualità video è ottima e l’angolo di campo da 122° dell’ottica da 12MP è compatibile con la funzione Center Stage.

Apple ha aggiornato anche la fotocamera posteriore, che ora è da 12MP, è compatibile con la funzione Smart HDR 3 e può girare video fino a 4K 60p.

Il modello di precedente generazione ha ancora un ottica da 8MP e la registrazione video è limitata al full HD (1080p).

È una differenza importante da tenere di conto al momento dell’acquisto. 

La fotocamera posteriore: iPad 10 può girare video in 4K fino a 60p.

Il compromesso dell’Apple Pencil

La posizione della fotocamera sul lato superiore ha però costretto Apple a un compromesso importante.

Il modulo dell’ottica selfie si trova nel punto in cui, su iPad Air e iPad Pro, trova spazio la basetta di connessione della Pencil di seconda generazione.

È uno dei motivi per cui questo iPad rimane compatibile con lo stilo più vecchio, quello con la presa Lightning: per caricarlo serve un adattatore da collegare al cavo USB-C.

Il nuovo adattatore da USB-C a Apple Pencil

La scelta di mantenere la Pencil di prima generazione ha generato parecchie critiche.

Oltre all’ impossibilità di posizionare il sistema di carica dello stilo sul lato lungo del tablet, ci sono anche ragioni di natura commerciale.

Apple ha preferito rimuovere un potenziale ostacolo all’upgrade per i possessori di iPad meno recenti, che non dovranno necessariamente aggiungere i 149€ della nuova Pencil al prezzo del dispositivo.

Nella pratica, la vecchia Pencil si dimostra ancora prestante.

Manca delle caratteristiche avanzate dello stilo di seconda generazione (come il doppio tocco per l’attivazione dei menu) ed è meno precisa, ma l’esperienza nella scrittura e nel disegno rimane una delle migliori sul mercato, anche se confrontata con stilo per tablet e PC della concorrenza più recenti e costosi.

Con l’adattatore da USB-C a Pencil Apple mette una pezza all’idiosincrasia di allegare un dispositivo Lightning a un tablet con connettore USB-C, ma allo stesso tempo risolve un problema annoso, e cioè il maldestro e inelegante collegamento diretto dello stilo alla porta Lightning dei vecchi iPad.

La ricarica e l’accoppiamento della Pencil con cavo e adattatore è molto più comoda e sensata.

Per il resto la presenza dell’USB-C è una mano santa che rende superflui tutti gli altri adattatori e “dongle”, semplificando il collegamento a unità di memoria esterna, lettori di schede SD, adattatori HDMI e così via.

È il grande vantaggio di questo connettore, che dovrebbe debuttare anche sugli iPhone 15 il prossimo anno. 

La Magic Keyboard Folio

Magic Keyboard Folio, l’idea di una custodia tastiera in due pezzi.

La parte posteriore dell’accessorio si aggancia con precisione al retro del tablet e si può aprire a “y” per inclinarlo durante la scrittura.

Il pezzo con la tastiera si aggancia con i magneti al lato inferiore, dove Apple ha riposizionato il connettore tripolare.

Il nuovo connettore per la custodia con tastiera Magic Keyboard Folio: ora si trova sul bordo lungo inferiore.

L’attacco è forte, sicuro e ben congegnato e la posizione dei tasti rispetto allo schermo è perfetta.

La soluzione a due pezzi permette inoltre di aprire l’iPad a 180° sul tavolo senza staccare la tastiera, una posizione insolita ma utile quando si lavora anche con la Pencil.

Il prezzo: la nuova Magic Keyboard Folio costa 300€.

Sono tantissimi per l’accessorio più importante di un dispositivo che parte da 589 euro, soprattutto considerate le numerose alternative meno costose offerte da altri marchi.

Come scegliere l’iPad giusto

L’iPad di decima generazione è un ottimo aggiornamento.

È perfetto per gli usi generalisti o per gli studenti, ma è adatto anche a chi voglia cimentarsi con la creatività digitale.

Le prestazioni sono ottime grazie al chip A14 Bionic e ci sono una serie di novità che lo fanno preferire al modello di nona generazione.

In particolare lo schermo Liquid Retina da 10.9”, la porta USB-C, la fotocamera da 12MP e la possibilità di girare filmati in 4K, oltre al nuovo design.

Il prezzo sale, ma 150€ valgono le funzionalità aggiuntive.

Se poi si confrontano caratteristiche e prestazioni con PC di pari fascia, a nostro parere l’iPad vince su tutta la linea.

iPad 10 con Magick Keyboard Folio

Per studenti e appassionati della creatività digitale l’iPad 10 è una scelta migliore anche rispetto all’iPad Air, per il quale bisogna invece sborsare almeno 200 euro in più.

La fotocamera frontale e posteriore sono le stesse, c’è il 5G sui modelli cellular, il display ha le stesse dimensioni.

La Pencil del nuovo iPad è quella di prima generazione, meno performante ma costa anche meno e si trova spesso in offerta.

Su iPad 10 c’è inoltre la fotocamera sul lato lungo, una novità da tenere assolutamente di conto se si fanno molte riunioni e videochiamate e il Bluetooth è la versione 5.2, contro la 5.0 dell’Air. 

La differenza la fa il chip, che sull’iPad Air è l’M1: per le applicazioni d’ufficio in single core la differenza non si fa sentire, mentre diventa evidente quando entra in gioco il media engine per l’elaborazione video-fotografica.

Se vi interessano molto il montaggio e il fotoritocco l’iPad Air rimane la scelta più adatta, altrimenti orientatevi senza remore su iPad 10.

iPad 10: cosa ci piace

  • Il nuovo design e le opzioni colore
  • La fotocamera sul lato lungo: la vorremmo su tutti gli iPad
  • La nuova Magic Keyboard Folio in due pezzi è un accessorio eccezionale per chi scrive molto

iPad 10: si poteva fare meglio

  • Considerato il prezzo (589 euro), 64GB come opzione base di memoria sono troppo pochi. 128GB sarebbe stato un taglio più adeguato. 
  • Il prezzo della Magic Keyboard Folio: 300 euro per la custodia con tastiera sono troppi per un tablet di questa fascia
  • La Pencil di prima generazione: va bene lo stesso, ma è chiaramente un compromesso da accettare se si acquista questo tablet.

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Copiare files col wifi

Copiare i files con il wifi grazie alla funzione chiamata “Condivisione di prossimità”, presente nelle versioni più recenti di Windows 10 e in Windows 11, ci permette di copiare dei file da un PC all’altro in modalità wireless.

Ogni volta che ci capita di avere la necessità di copiare un file da un computer all’altro siamo sempre costretti a utilizzare una chiavetta USB, un server esterno o la posta elettronica.

Fortunatamente, dalla versione 1803 di Windows 10 in poi, Microsoft ha reso disponibile la funzione Condivisione di prossimità (Condivisione nelle vicinanze in Windows 11) che ci consente di trasferire documenti, immagini, link Web e altri tipi di file dal proprio PC a qualsiasi altro computer che si trovi a portata della trasmissione wireless, che utilizza una combinazione di Bluetooth e Wi-Fi.

Quando decidiamo di condividere il file non dobbiamo far altro, dopo esserci accertati di avere la funzione attiva e disponibile, che selezionare il computer destinatario da un elenco di quelli a portata di connessione e avviare il trasferimento.

Ricordiamo che la funzione Condivisione di prossimità richiede necessariamente le interfacce Wi-Fi e quella Bluetooth.

Vediamo come fare:

1.Per prima cosa verifichiamo che la Condivisione di prossimità sia presente fra le opzioni disponibili nel Centro notifiche di Windows, sia nel computer sorgente che in quello destinatario.

Se non abbiamo il Bluetooth la funzione non sarà utilizzabile.

2.Se la Condivisione di prossimità non è presente, da Impostazioni, selezioniamo Sistema e quindi Esperienze condivise.

Verifichiamo che la funzione sia attiva ed eventualmente impostiamo le altre opzioni, come il percorso di salvataggio del file.

3.Per condividere un file dobbiamo solo fare clic sulla sua icona con il tasto destro del mouse e selezionare la voce Condivisione (a sinistra).

Ci apparirà un pannello (a destra) che ci mostrerà i computer nelle vicinanze a cui possiamo inviare il file.

4.Completiamo la condivisione del file selezionando il destinatario e avviando il trasferimento (a sinistra).

Sul PC destinatario apparirà la richiesta di conferma: per terminare chi riceve deve solo selezionare la voce Salva o quella Salva e apri (a destra).

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Sicurezza informatica

Wi-Fi pubblico in tutta sicurezza

Wi-Fi pubblico in tutta sicurezza. Gli hotspot pubblici sono ormai la norma, in Italia e all’estero, ma è meglio prendere precauzioni quando li si usa.

Ormai i contratti telefo­nici hanno una quanti­tà di Giga enorme, an­che quelli più economici, e a meno di usare lo smartphone come connessione principa­le, esaurirli è molto difficile. Questo in Italia.

Quando però andiamo all’estero, la quanti­tà di Giga utilizzabile gratuitamente cala enormemen­te, anche nei piani con dati illimitati. E ci riferiamo solo all’Europa.

Nei Paesi extra UE, invece, ci tocca pagare a caro prezzo il roaming oppu­re acquistare una SIM locale o, ancora, se non vogliamo spendere nulla, appoggiarci agli hotspot Wi-Fi pubblici.

WI-FI

Sicurezza? Un miraggio

Gli hotspot gratuiti sono or­mai ovunque: stazioni, aeroporti, parchi.

La maggior parte dei locali, oggi, offre ai clienti la possibilità di collegarsi gratis al Wi-Fi senza spesa, catene come Starbucks sono utilizzate spesso come una sorta di spazi per il coworking, grazie alla connettività senza costi.

Purtroppo la sicurezza di queste connessioni è solo un miraggio.

Molto dipende da chi le ha configurate, e se un McDonald si suppone si affidi a professionisti dell’IT, nei locali più piccoli probabilmente tutto è fatto dal gestore, che non è detto abbia le competenze necessarie.

Ma a quali rischi si va incontro? Una rete poco sicura può permet­tere a un attaccante di sot­trarci dati personali, come le credenziali di accesso ai siti o i dati della carta di credi­to.

In pratica, tutti i dati che inviamo o riceviamo quando siamo connessi a una rete pubblica sono potenzialmente intercettabili.

Questo non significa che dobbiamo rinunciare a connetterci a questi servizi, ma è meglio farlo prendendo qualche precauzione.

1. Occhio alle reti

Uno dei classici trucchetti per intercettare dati personali è quello di creare una rete Wi-Fi pubblica dal nome si­mile a un’altra rete e aspettare che qualcuno si connetta.

Chi ha il controllo di questo punto d’accesso è infatti in grado di intercettare tutto quello che transita    per la rete.

Questo non è natural­mente l’obiettivo di chi offre il servizio di Wi-Fi gratuito in albergo, in negozio, o in aeroporto, quindi prestiamo attenzione al nome (SSID): verifichiamo che corrispon­da a quello  dell’attività che lo gestisce (per esempio, il nome dell’hotel o del nego­ zio), facendo anche attenzione a piccole variazioni (una “i” maiuscola e una “I” – elle – minuscola, per dire, si con­ fondono facilmente): potreb­be essere una rete trappola messa in piedi da qualche persona priva di scrupoli.

2.Naviga protetto

Quando ci connettiamo a una rete, Windows ci chiede se si tratta di una rete pubblica o privata e se vogliamo attivare la condivisione di file e stampanti.

Non facciamo mai l’errore di indicare come privata (e quindi considerata più sicura) una rete pubblica né di attivare alcuna condivisione: se lo facciamo, tutte le persone connesse a quell’hotspot potrebbero individuare il nostro computer e le nostre cartelle condivise.

Oltre a questo, ricordiamoci sempre di attivare il firewall, che si tratti di quello integrato in Windows o di una soluzione differente. Per esempio quella inclusa negli antivirus.

Non disattiviamolo mai, soprattutto su reti pubbliche come gli hotspot.

Per verificare che sia attivo, lanciamo l’app Sicurezza di Windows, integrata nel sistema operativo, e verifichiamo che tutte le voci abbiano la spunta verde e non siano presenti avvisi.

3.Solo HTTPS

In teoria il protocollo HTTPS, che cifra tutti i dati trasmessi dal browser ai siti cui ci connettiamo, dovrebbe essere lo standard.

Purtroppo non è così e non è raro incontrare siti che ancora utilizzano il semplice HTTP, con il quale i dati vengono inviati e ricevuti in carico.

Questo significa che chiunque collegato allo stesso hotspot potrebbe (con un semplice programma tipo Wireshark) intercettare tutte queste informazioni, senza alcuna competenza tecnica né fatica.

Se usiamo Chrome, il browser ci avviserà ogni volta che ci connettiamo a un sito che non usa HTTPS, chiedendoci se vogliamo veramente procedere.

A casa nostra il rischio è basso, e possiamo procedere forzando HTTP, ma farlo su una rete pubblica è un po’ come fare bungee jumping senza elastico. Meglio rinunciare a visualizzare siti poco sicuri, insomma.

WI-FI free

4. Attiviamo una VPN

La VPN oggi è uno strumento indispensabile per navigare in sicurezza. Protegge la nostra privacy, in particolare da eventuali spioni che cercano di intercettare la nostre comunicazioni.

Se anche qualcuno dovesse intercettare il nostro traffico di rete, vedrebbe solo dati totalmente illeggibili. Oltre a questo, c’è il vantaggio che usandola potremo simulare la nostra presenza in uno specifico Paese. Potremo quindi accedere al catalogo italiano di Sky, Netflix e altri servizi dall’estero, e viceversa naturalmente.

Basterà selezionare il Paese da cui vogliamo simulare la presenza per sfruttare questa opportunità. Solitamente, i servizi di VPN sono a pagamento ma Microsoft ha aggiunto una VPN gratuita sulle ultime versioni di Edge.

Per scaricarla, dobbiamo essere iscritti al programma Windows Insider e scaricare l’ultima versione disponibile. Una volta avviato il browser Edge, andiamo quindi nelle Impostazioni e cerchiamo la voce Rete sicura.

Ci verrà chiesto di loggarci con il nostro account Microsoft.

A questo punto, dovrebbe apparire un’icona a forma di scudo nella cornice del browser che ci conferma che stiamo navigando protetti dalla VPN.

Il servizio e affidabile e veloce ma ha un limite: abbiamo a disposizione solamente 1 GB di dati mensile, abbastanza per navigare in sicurezza qualche ora, ma non certo per lo streaming video o per applicazioni come Teams o Zoom.

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