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Facebook spia i messaggi di WhatsApp?

Un rapporto ritenuto attendibile lancia l’allarme: Facebook è in qualche modo in grado di spiare e leggere il contenuto dei messaggi di WhatsApp. Ovviamente, questo non dovrebbe essere possibile con la crittografia end-to-end. Sappiamo infatti che questo metodo permette solo ai partecipanti della chat che contiene il messaggio di decifrare il contenuto.

Il rapporto fa riferimento all’analisi dei metadati – un metodo che Facebook usa notoriamente per cercare di rilevare messaggi problematici senza conoscerne il contenuto – ma afferma anche direttamente che i moderatori sono in grado di “esaminare i messaggi, le immagini e i video degli utenti”. Citando sia i moderatori, che gli ingegneri all’interno del colosso dei social di Mark Zuckerberg.

WhatsApp è stata una fonte di disinformazione significativa e pericolosa. Ha portato a false affermazioni di abusi sui minori in India e falsi messaggi di coronavirus in tutto il mondo. È noto che l’azienda tenti di risolvere queste problematiche limitando la capacità di inoltrare alla cieca i messaggi. Utilizzando quindi altre forme di metadati per cercare di identificare i messaggi che potrebbero essere spam o addirittura dannosi.

Facebook legge i messaggi?

Tuttavia, la società è stata irremovibile sul fatto che l’app di messaggistica utilizzi la crittografia end-to-end. Il che significa che Facebook non ha la capacità di vedere ne di spiare il contenuto privato dei messaggi di Whatsapp. Un lungo pezzo di ProPublica suggerirebbe, però, il contrario:

WhatsApp ha più di 1.000 lavoratori a contratto che riempiono piani di edifici in uffici ad Austin, Texas, Dublino e Singapore. Questi esaminano milioni di contenuti degli utenti. Seduti ai computer in pod organizzati per incarichi di lavoro, questi lavoratori utilizzano uno speciale software di Facebook per vagliare flussi di messaggi privati, immagini e video. Questi ultimi difatti vengono segnalati dagli utenti di WhatsApp come impropri e quindi vagliati dai sistemi di intelligenza artificiale dell’azienda. Questi appaltatori giudicano qualsiasi cosa lampeggi sul loro schermo – affermazioni su qualsiasi cosa, da frode o spam a pedopornografia e potenziali complotti terroristici – in genere in meno di un minuto

La denuncia, ottenuta da ProPublica, descrive in dettaglio l’ampio uso da parte di WhatsApp di appaltatori esterni, sistemi di intelligenza artificiale e informazioni sull’account per leggere messaggi, esaminare immagini e video degli utenti.

In realtà, sembra che ci sia confusione in merito. Poiché il contenuto di WhatsApp è crittografato, i sistemi di intelligenza artificiale non possono scansionare automaticamente tutte le chat, le immagini e i video, come fanno su Facebook e Instagram. Ed allora, i revisori di WhatsApp otterrebbero l’accesso a contenuti privati ​​solo quando gli utenti premono il pulsante “segnala” sull’app. Questo permetterebbe di identificare un messaggio come presunta violazione dei termini di servizio della piattaforma.

Facebook spia i messaggi di WhatsApp?

Le segnalazioni

Questo sistema inoltra cinque messaggi – quello presumibilmente offensivo insieme ai quattro precedenti nello scambio, comprese eventuali immagini o video – a WhatsApp in forma non codificata, secondo ex ingegneri e moderatori di WhatsApp. I sistemi automatizzati alimentano quindi questi ticket in code “reattive” che i lavoratori a contratto devono valutare. Dunque, questa parte del rapporto suggerirebbe che solo i messaggi così segnalati possono essere visualizzati. Facebook ha così commentato:

Costruiamo WhatsApp in modo da limitare i dati che raccogliamo fornendoci strumenti per prevenire lo spam, indagare sulle minacce e vietare coloro che sono coinvolti in abusi. Anche in base alle segnalazioni che riceviamo degli utenti

Ed allora, una probabile interpretazione del rapporto potrebbe essere che i moderatori siano in grado di visualizzare solo i messaggi che vengono segnalati dal loro diretto destinatario. A quel punto il messaggio inoltrato e segnalato a WhatsApp verrebbe decrittografato. L’inoltro creerebbe un nuovo messaggio cifrato in cui WhatsApp avrebbe la chiave per la lettura, essendo WhatsApp stesso il destinatario del messaggio segnalato.

ProPublica è un’organizzazione giornalistica investigativa senza scopo di lucro con una solida reputazione. Si attende che Facebook commenti ulteriormente la questione. Negli scorsi giorni WhatsApp ha reso disponibile uno strumento per passare le chat da iPhone a Android.

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WhatsApp e Telegram: come registrarsi senza numero

Finalmente ecco la guida definitiva per registrarsi su WhatsApp e Telegram senza dover inserire il proprio numero di telefono. Sono 3 le possibili soluzioni.

Non tutti amano fornire il proprio numero di telefono personale. Forse preoccupati di diventare un possibile bersaglio di truffe o oggetto di continue chiamate dai Call Center. Ad ogni modo principalmente è una questione di privacy. Purtroppo però per poter utilizzare alcune applicazioni è obbligatorio inserire questa informazione al momento della registrazione. Oggi non più così e anche chi non ha utilizzato WhatsApp Telegram per questo motivo ora potrà tranquillamente farlo. Ecco la guida definitiva per registrarsi senza numero a queste due app di messaggistica istantanea.

Come registrarsi su WhatsApp e Telegram senza fornire il proprio numero di telefono

Sia WhatsApp che Telegram sono app che vanno a sostituire i vecchi messaggi di 165 caratteri introducendo anche nuove funzioni. Sebbene sono arrivati anche in Italia gli SMS 2.0 che daranno del filo da torcere a queste app, non tutti possono ancora utilizzare questa tecnologia.

WhatsApp e Telegram: come registrarsi senza numero

Quindi per potersi registrare su WhatsApp e Telegram era necessario fornire il proprio numero di telefono. Ora invece sarà solo un vecchio ricordo grazie a questa guida. Ecco le 3 soluzioni possibili.

  1. La prima soluzione, facile ed economica, è quella di attivare un numero temporaneo utile solo per ricevere i codici di conferma di WhatsApp e Telegram. In qualsiasi motore di ricerca, ad esempio Google, basta digitare “numero temporaneo” e affidarsi a uno dei servizi che compaiono tra i risultati. Ci vorrà un po’ di tempo per trovarne uno disponibile che non sia già stato utilizzato per questo scopo, ma con un po’ di pazienza e perseveranza ce la si può fare.
  2. Un’altra soluzione è quella di usare il numero di una vecchia SIM che sia ancora attiva. Non è necessario che ci sia del credito. Infatti questa procedura non costerà nulla. La sua funzione sarà solo quella di ricevere il codice di attivazione inviato da WhatsApp o da Telegram per confermare la registrazione.
  3. Infine, se le prime due si rivelassero impossibili da attuare si potrebbe attivare una nuova SIM. Attenzione però a scegliere uno degli operatori che offre un piano ricaricabile. Potrebbero essere utili per questo scopo le 3 offerte di Kena Mobile che al momento non prevedono né un contributo di attivazione né il costo per la SIM. In questo modo l’utente avrebbe a disposizione un numero solo ed esclusivamente da utilizzare per registrarsi a WhatsApp, Telegram o altri servizi per cui è obbligatorio fornire una numerazione telefonica.
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Inviare messaggi a se stessi su WhatsApp

WhatsApp è l’applicazione di messaggeria istantanea più popolare del pianeta. Quello che molti utenti non sanno è che, oltre alle chat, alle chiamate e alle videochiamate, WhatsApp permette di inviare messaggi a noi stessi. Si tratta di un trucco untile, da utilizzare anche per i promemoria. Vuoi scoprire perché è utile mandare messaggi a se stessi su WhatsApp? In questo articolo ti spiegheremo come fare.

Perché inviare messaggi WhatsApp a se stessi?

Scrivere a se stessi su WhatsApp può sembrare una cosa stupida. Tuttavia, tutto ciò potrebbe anche avere dei vantaggi, tra cui:

Avere una chat WhatsApp in cui sei solo tu, trasmittente e ricevente dei messaggi, può sembrare sciocco. Tuttavia, questo trucco ha molti vantaggi, tra cui:

  • Prendere appunti: con questo trucco potrai annotare la lista della spesa, la serie TV che il tuo amico ti ha consigliato o a chi hai prestato il libro che tanto ti è piaciuto. Tutte queste informazioni saranno salvate in una chat che potrai vedere solo tu (da smartphone o dalla versione WhatsApp per PC). Inoltre, utilizzando la funzione Cerca trovare gli appunti memorizzati sarà veramente semplice.
  • Salvare informazioni in cloud: questo trucco ti permette di salvare tutti i tipi di file e dati, dai video alle note vocali, fino alle carte di imbarco e i luoghi che intendi ricordare. L’importante è assicurarti di condividere ciò che desideri salvare nella chat con te stesso, come se si trattasse di una memoria virtuale o di un servizio in cloud facilmente accessibile.

Inviare messaggi a te stesso WhatsApp

Anche se sembra ovvio, la prima cosa da fare per cominciare a mandare messaggi a se stessi su WhatsApp, è installare l’app. La puoi scaricare da qui: WhatsApp per Android o WhatsApp per iOS se sei un utente Apple. Fatto ciò non dovrai far altro che seguire alcuni semplici passaggi:

  • Inserisci il tuo numero di telefono alla rubrica, come se volessi aggiungere un nuovo contatto, però con il tuo nome e numero.
  • Apri WhatsApp e crea un nuovo gruppo (premi il menu con i tre puntini verticali in alto a destra e premi Nuovo gruppo)
  • Seleziona il tuo numero di telefono e quello di un amico, che poi dovrai eliminare. In questo modo tu sarai l’unico contatto attivo in questo nuovo gruppo (WhatsApp non permette infatti di creare da zero un gruppo soltanto con te stesso, per questo motivo all’inizio dovrai anche aggiungere un altro componente).
  • Dai un nome al tuo gruppo (ad esempio Appunti personali o Note e attività o qualsiasi nome tu voglia scegliere).
  • Infine, assicurati di rimuovere dal gruppo l’amico o l’amica che hai aggiunto inizialmente.

Niente di più facile! Adesso sarai in grado di scrivere a te stesso su WhatsApp ogni volte che vuoi, accedendo alla chat sia dall’app sia dal tuo PC.

Consiglio utile: oltre a creare una chat con te stesso su WhatsApp, è consigliabile fissarla in alto, come chat preferita, in modo da poterla recuperare facilmente tutte le volte che lo desideri.

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WhatsApp: video e foto scompaiono dopo la visualizzazione

WhatsApp sta testando una nuova funzione: video e foto che scompaiono dopo la visualizzazione.

Ne avevamo già parlato, WhatsApp ha già introdotto da tempo i messaggi effimeri, ovvero quelli che si cancellano automaticamente dopo un determinato lasso di tempo. E adesso i beta tester dell’app su Android hanno iniziato a provare la modalità View Once (Visualizza una volta), che cancella foto e video subito dopo la loro visualizzazione. Stando a quanto riferito da WABetaInfo, ci sarà un pulsante dedicato alla funzione a forma di timer.

Da non confondere quindi con i messaggi che scompaiono succitati, che Whatsapp elimina entro sette giorni. Le foto e i video inviati utilizzando la modalità Visualizza una volta sono monouso – e svaniscono dopo la loro chiusura. La persona che li ha inviati riceverà una notifica una volta che i file multimediali sono stati visualizzati. Nonostante la nuova modalità in fase di test sia uno strumento interessante per tutelare ulteriormente la privacy, ci sono alcune cose che non quadrano.

Privacy

Come specificato da WABetaInfo, disabilitare le conferme di lettura non impedirà agli altri di essere avvisati se il messaggio monouso viene aperto (ma chi ha le conferme di lettura disabilitate non riceverà notifiche nel momento in cui il messaggio inviato sarà letto). Nei gruppi, gli utenti saranno in grado di vedere quando gli altri membri hanno aperto i file effimeri anche avendo disabilitato le conferme di lettura. Inoltre, non c’è nulla che impedisca alle persone di fare uno screenshot di un messaggio View Once senza l’utente che lo ha inviato lo sappia.

WhatsApp: video e foto che scompaiono dopo la visualizzazione

Conversazioni più “intime”

Secondo quanto riferito, i possessori di dispositivi iOS otterranno la nuova modalità in un secondo momento. Facebook ha annunciato la funzione a giugno, sulla scia del suo aggiornamento delle politiche sulla privacy di WhatsApp (ha fatto marcia indietro sulla sua decisione di limitare le funzionalità della chat verde a coloro che accettano le modifiche). La società ha descritto la messaggistica effimera come un modo per incoraggiare conversazioni più autentiche e intime.

WhatsApp: come verificare la disponibilità della funzione View Once


Se volete verificare se siete tra coloro che hanno già ricevuto la nuova funzione c’è un modo per poterlo fare. Aggiornate WhatsApp all’ultima versione disponibile, dopodiché quando condividerete una foto o un video con una chat, accanto al tasto invio potrete vedere un piccolo “1” con un timer intorno. Selezionando quel nuovo pulsante attiverete la funzione View Once.

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whatsapp si fa in 4
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WhatsApp si fa in 4

WhatsApp si fa in 4. Ebbene si, l’app di messaggistica immediata su 4 dispositivi contemporaneamente, e non sarà necessario che quello principale sia connesso. La piattaforma di messaggistica sta per far proprie alcune novità che da una parte promettono di cambiare non poco l’esperienza sulla chat, presentandosi quindi come estremamente innovative, ma dall’altra ricordano molto da vicino quanto Telegram consenta già di fare da tempo, presentandosi quindi come qualcosa di noto e riciclato. Resta la novità di alcune funzioni che, applicate su una community tanto ampia, promettono di ridefinire il modo di utilizzare l’app da parte dell’utenza.

Sembrano quindi finalmente maturi i tempi per l’apertura di WhatsApp alla cosiddetta funzione multi-dispositivo ossia alla possibilità di accedere a un’unica utenza su fino a quattro differenti apparecchi come possono essere smartphone, tablet o computer. Non sarà necessario che il dispositivo principale sia sempre connesso, dato che non si tratta di una semplice duplicazione come avviene ora.

WhatsApp su 4 dispositivi contemporaneamente

Ad anticipare l’attesa (non) novità è stato il portale numero uno sulle anticipazione della celebre app di messaggistica istantanea ossia Wabetainfo. La novità è stata svelata all’interno di un’interessante intervista nientemeno che con Mark Zuckerberg e con il numero uno di WhatsApp, Will Cathcart. Viene data anche una tempistica piuttosto breve con la disponibilità che cadrà durante l’estate (massimo due mesi) per la versione beta di test e, verosimilmente, una diffusione al pubblico entro la fine dell’anno.

WhatsApp, 4 dispositivi e messaggi effimeri

La prima novità è relativa alla sincronizzazione tra più device. Mentre oggi l’account WhatsApp è univoco tanto per l’utente quanto per il device (un solo account per ogni smartphone), presto ogni singolo utente potrà portare il proprio account su quattro dispositivi contemporaneamente. Non si tratta dunque di effettuare un mirroring su WhatsApp Web col proprio account attraverso la compresenza dello smartphone. Si potrà usare un device indipendente in tutto e per tutto, sfruttando anche nuove versioni in arrivo per portare il clienti su più terminali (ad esempio su iPad). Se dunque lo smartphone andrà a scaricarsi improvvisamente, non si rimarrà fuori del tutto dalle comunicazioni. Basterà dotarsi di un device di backup, il quale sarà lecitamente autorizzato all’uso sincronizzato delle chat.

Come funzionerà il multi-dispositivo su WhatsApp? Un po’ come per altri rivali – Telegram o WeChat, giusto per citare gli esempi più consistenti – si potrà effettuare l’accesso sul proprio computer fisso o portatile, su un altro smartphone (anche di altro sistema operativo rispetto al principale) o su un tablet, incluso iPad che finalmente avrà una propria versione ottimizzata

Zuckerberg ha assicurato che sarà mantenuta la crittografia end-to-end per proteggere conversazioni, dati e file diffusi. Arriveranno anche altre funzioni interessanti come foto e video che svaniranno dopo averli visualizzati. Così come nel caso precedente, anche questa funzione è già propria del mondo Telegram. In pratica i messaggi si autodistruggeranno dopo un tot di tempo, tipo 24 ore o una settimana.

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WhatsApp: rubare il profilo diventa banale

Avevamo parlato in un articolo precedente di come WhatsApp fosse considerato da parte del capo di Telegram, Pavel Durov, poco sicuro. Attraverso un indirizzo email e il numero di telefono della vittima, gli hacker possono “rubare” un profilo WhatsApp in maniera banale, senza troppi problemi.

Il problema è piuttosto serio. Due ricercatori di sicurezza, Luis Marquez Carpintero ed Ernesto Canales Pereña hanno dimostrato che chiunque potrebbe potenzialmente prendere possesso di un account WhatsApp utilizzando una procedura assolutamente facile.

La cosa incredibile è che questa procedura sfrutta un meccanismo di sicurezza implementato in WhatsApp per verificare gli account.

In pratica, se si conosce il numero di telefono della vittima e si ha un indirizzo email valido è possibile “sfrattare” il legittimo titolare di un account WhatsApp e insediarsi al suo posto.

whatsapp hacker rubano profilo
Attraverso una banale procedura, gli hacker possono rubare il nostro profilo Whatsapp

Come funziona

Il funzionamento della procedura, dicevamo, è semplice: addirittura banale.

La prima cosa che l’hacker farà sarà installare una copia pulita di WhatsApp su uno smartphone nuovo. In seguito poi indicherà il numero di telefono dell’ignara vittima quando la procedura di attivazione del profilo lo richiederà.

A questo punto WhatsApp procederà alla verifica del numero di telefono inviando il codice di verifica al telefono della vittima. Ovviamente l’hacker non ha accesso al telefono della vittima e quindi inserirà dei codici a caso fino a quando WhatsApp, rilevando questa cosa come potenzialmente pericolosa, blocca l’account della vittima per 12 ore.

Da questo punto in poi scatta la parte subdola dell’operazione. L’hacker, infatti, spacciandosi per la vittima, invia una email al supporto tecnico di WhatsApp affermando che il telefono sul quale è stato inviato il codice da digitare per l’autenticazione nel profilo è stato rubato oppure smarrito.

Quindi si ha la necessità di attivare il profilo su un nuovo numero. WhatsApp in seguito a questa richiesta effettua una semplice verifica dell’autenticità dell’email e poi sblocca il profilo sul “nuovo” telefono, ovvero sul telefono dell’hacker. A questo punto si ritroverà con il profilo della vittima sbloccato e funzionante sul suo smartphone.

Come risolvere

Una volta che l’hacker è entrato in possesso del profilo della vittima, per quest’ultima le cose si complicano.

L’unico modo per rientrarne in possesso, difatti, è quello di ripetere esattamente tutta la procedura utilizzata dall’hacker, ovvero reinstallare WhatsApp, cioè immettere un codice sbagliato fino a bloccare il profilo e inviare l’email a WhatsApp. Ovviamente, questa procedura non potrà essere ripetuta all’infinito, ma solo per tre volte prima di bloccare il profilo abbinato.

Fortunatamente questa procedura non permette all’hacker di leggere i messaggi e la cronologia delle conversazioni effettuate e ricevute, visto che questi dati sono memorizzati sullo smartphone della vittima che, si spera, è inaccessibile all’hacker.

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WhatsApp: entrata in vigore dei nuovi termini

Scatta oggi l’entrata in vigore dei nuovi (e controversi) termini di utilizzo di WhatsApp, annunciati per la prima volta a gennaio. Oggi, 15 maggio, scatta la giornata in cui WhatsApp impone a tutti la scelta: o si accettano le nuove policy del servizio, o non le si accetta.

Se dapprima la minaccia era quella dell’esclusione dall’uso dell’app (imponendo di fatto l’accettazione delle policy), in seguito il gruppo ha rettificato la propria azione ed ora ha trovato una nuova via.

Chi non accetterà le regole di WhatsApp sarà impossibilitato ad accedere alle sue funzioni. Per oltre due miliardi di utenti in tutto il mondo è scattato l’ultimatum.

Nessuno sarà escluso dall’app. Anche chi non accetta i nuovi termini d’uso, quindi, potrà continuare ad utilizzare WhatsApp senza che venga accompagnato forzatamente alla porta. Tuttavia la sua esperienza sarà profondamente differente e tale da imporre di fatto l’accettazione dei termini.

Inizialmente l’aggiornamento era stato programmato per l’8 febbraio. Tuttavia le proteste degli iscritti, di cui hanno giovato le rivali Telegram e Signal, e le reazioni di diverse autorità nazionali e sovranazionali – tra cui il Garante italiano per la privacy – hanno spinto Menlo Park a rinviare la scadenza di oltre tre mesi per illustrare con maggiore chiarezza le novità in arrivo.

In Europa

Whatsapp, entrata in vigore dei nuovi termini

In Europa l’aggiornamento non comporterà (quasi) nessuna modifica della privacy, I garanti non sembrano dello stesso parere. Come ad esempio Johannes Caspar, commissario di Amburgo per la protezione dei dati e la libertà di informazione, che giusto martedì ha intentato un procedimento contro la divisione europea di Facebook chiedendole di non raccogliere né elaborare alcun dato dagli utenti tedeschi di WhatsApp. In più ha invocato l’intervento dell’European Data Protection Board (Edpb) affinché approfondisca la questione e prenda una decisione vincolante in tutta Europa (qui il comunicato). Tra i problemi riscontrati, informazioni «non chiare», dal «contenuto fuorviante» e «notevoli contraddizioni».

Si legge ancora: «Anche dopo un’analisi approfondita non si comprende quali conseguenze possa avere il consenso per gli utenti». Di fatto, nulla di diverso rispetto a quanto osservato tre mesi fa dal già citato Garante italiano, che aveva definito impossibile per gli utenti sia «evincere quali siano le modifiche introdotte» che «comprendere chiaramente quali trattamenti di dati saranno in concreto effettuati dal servizio di messaggistica». WhatsApp però tira dritto e va al muro contro muro. Un portavoce della piattaforma ha fatto sapere agli organi di stampa che, «poiché le affermazioni del commissario di Amburgo sono errate, il suo ordine non avrà alcun impatto sul lancio dell’aggiornamento». Né in Germania né tanto meno negli altri Paesi.

In USA

Negli Stati Uniti e in altre zone del mondo, invece, diventa obbligatorio accettare che Facebook possa impiegare dati come il numero di cellulare o la rubrica di WhatsApp per mostrare pubblicità personalizzate. Delineati i possibili scenari, la domanda di fondo è: davvero, come sostiene WhatsApp, le uniche modifiche saranno legate agli account Business? «Non ho né strumenti né motivi per credere che ciò non sia vero – dichiara l’avvocato Ivan Rotunno, special counsel dello Studio Orrick ed esperto in materia di privacy e questioni regolatorie del web –. 

Whatsapp, aggiornamento termini

In assenza di accettazione, le limitazioni previste sono le seguenti:

Non potrai accedere all’elenco delle chat, tuttavia potrai rispondere alle chiamate e alle videochiamate in arrivo. Se hai abilitato le notifiche, potrai toccarle per leggere o rispondere ai messaggi, o richiamare in caso di chiamata o videochiamata persa.
Dopo alcune settimane con funzionalità limitate, non potrai ricevere chiamate in arrivo o notifiche e WhatsApp interromperà l’invio di messaggi e chiamate al tuo telefono.

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Liberare lo spazio occupato da WhatsApp

Torniamo a parlare di WhatsApp: In questa guida vi spieghiamo come liberare lo spazio occupato dall’app, agendo direttamente dall’applicazione sia su Android sia su iOS.

Come liberare lo spazio occupato su WhatsApp

Dopo aver aperto WhatsApp, gli utenti possono facilmente eliminare dal proprio dispositivo i files ricevuti nelle varie chat . Può essere fatto in maniera selettiva, quindi scegliendo solo determinati files oppure solo alcune conversazioni. Ecco come cancellare file inutili su WhatsApp, sia su iOS che su Android

Procedura su iOS
Apri l’applicazione, seleziona “Impostazioni” in basso a destra e da lì scegli “Spazio e dati” e poi “Gestisci spazio”.

Procedura su Android
Apri l’applicazione, tocca sui tre puntini verticali in alto a destra e poi prosegui in Impostazioni > Spazio e dati > Gestisci spazio.

Dalla schermata che si apre, si vede lo spazio occupato interamente da WhatsApp e quello libero sul dispositivo.

Lo spazio occupato dall’app si divide fra “media di WhatsApp”, ( foto, video e documenti) e “app e altri elementi”. In questo caso, l’utente può agire sulla prima categoria di contenuti, perchè non tutto lo spazio occupato da WhatsApp è derivato da immagini o video condivisi sulle conversazioni.

Segue un elenco delle chat, che sono ordinate in base a quanto spazio occupano sullo smartphone. Toccando su una delle chat, l’utente avrà di fronte i vari media (anche i messaggi vocali), ordinati per dimensione.

Tenendo premuto su un contenuto, verrà selezionato; a quel punto, l’utente può selezionare altri file toccando le rispettive icone. Una volta fatto, bisogna toccare in alto l’icona a forma di cestino per eliminarli. Apparirà un avviso per confermare l’eliminazione; inoltre, è consigliabile di eliminare anche le copie di tale file in modo da risparmiare ulteriore spazio.

Disattivare il download automatico dei media

Come liberare facilmente lo spazio occupato da WhatsApp

Se è attiva la funziona Download automatico dei media, ogni qualvolta si riceverà un qualsiasi file da altri utenti, verrà automaticamente scaricato sullo smartphone. In questo modo lo spazio occupato dai dati dell’app andrà via via aumentando, creando problemi di memoria.

Anche non partecipando ad una conversazione, l’utente potrebbe trovare la galleria del dispositivo piena di video e foto.

Per evitare che ciò accada, l’utente in Impostazioni >  Spazio e dati può scegliere se scaricare i media sotto rete mobile (3G, 4G, 5G), quando è coperto dalla rete Wi-Fi oppure è in roaming.

È possibile anche scegliere quale media (foto, audio, video e documenti) scaricare automaticamente: deselezionando tutte le caselle per tutti i casi. Il download automatico dei media si disattiva su WhatsApp.

L’utente potrà comunque scaricare i file condivisi nelle conversazioni: basterà toccare il singolo file nelle conversazioni per far partire il download.

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GDPR

WhatsApp per le comunicazioni aziendali: quali rischi si corrono?

È sicuramente una soluzione comoda quella di usare WhatsApp per le comunicazioni aziendali e, magari, scambiare informazioni e documenti. Quali sono ormai le aziende che non hanno il loro gruppo WhatsApp, usato per comunicare di tutto tra tutti i dipendenti. Dai turni di lavoro alle indicazioni su come realizzare un nuovo progetto fino ad arrivare, ovviamente, ai documenti. Certamente i più pensano che, trattandosi di messaggi interni ad un gruppo di colleghi e magari indispensabili per la produzione, il tutto sia giustificato e non richieda alcuna accortezza se non la riservatezza degli utenti. Ma l’uso di WhatsApp per le comunicazioni aziendali non è esente da rischi: vediamo quali tra i più comuni si corrono.

Niente di più sbagliato

WhatsApp per le comunicazioni aziendali: quali rischi si corrono?

Notizie di stampa riferiscono di un’indagine che ha evidenziato come oltre il 70% dei dipendenti utilizzi questo sistema, al di là dei gruppi, per inviare dati, documenti, notizie sensibili e ogni altro tipo di informazione relativo all’attività aziendale. Ovviamente in pochissimi si rendono conto che, nella quasi totalità dei casi, viene utilizzato uno strumento non fornito dall’azienda e veicolare informazioni e documenti con queste modalità potrebbe già costituire una violazione del GDPR. Basta infatti chiedersi se l’azienda abbia autorizzato ogni dipendente, previo percorso formativo, a usare il proprio cellulare e quello specifico mezzo di trasmissione delle informazioni. E accanto ai cellulari dobbiamo anche considerare i computer ed i portatili oltre alle piattaforme di videoconferenze, da Skype fino alla gettonatissima Zoom.

Rischi di perdita dati e di contenuti che raddoppiano per le aziende che, difficilmente, possono controllare i loro dipendenti non solo fuori dall’orario di lavoro, ma anche nelle proprie abitazioni. Di conseguenza gli stessi apparati sono usati anche da moglie e figli, magari per vedere video, collegarsi a siti non sicuri o aprire mail inattendibili.

Data breach

Vi sono inoltre altri rischi che sarebbe opportuno evitare come, ad esempio, quello che un documento possa transitare da un cellulare all’altro fino a diventare virale. Lo sa bene la Banca di Transilvania. Questa infatti è stata sanzionata per 100.000 euro dal Garante della Romania. Questo perché i dipendenti avevano prima fatto girare al loro interno e poi all’esterno, la lettera con la quale un cliente rispondeva in maniera ironica ad una richiesta di spiegazioni. Mancata adozione di misure organizzative e inefficienza della formazione.

data breach

Sicurezza dei dati aziendali

Già prima della pandemia era emerso come gran parte dei data breach fosse imputabile ai dipendenti che, con comportamenti a dir poco leggeri, avevano messo a repentaglio la sicurezza dei dati aziendali. Addirittura in alcuni casi anche con autorizzazione più o meno implicita da parte del datore di lavoro ad utilizzare strumenti reperibili online e gratuitamente. Non valutando purtroppo tutti i connessi rischi e le immaginabili conseguenze. Quello della banca rumena è solo uno dei possibili esempi. Immaginiamo cosa potrebbe accadere se in una chat di colleghi venisse inviato un certificato medico con indicate particolari patologie. Oppure su un gruppo aziendale foto di un cliente in un momento di imbarazzo magari scattate a sua insaputa.

Informativa sulla privacy

Si tratta di un problema non da poco per le aziende che, magari pensando di risparmiare, utilizzano piattaforme che possono generare altri tipi di costi più che benefici. Ad esempio sanzioni da parte del garante e data breach che potrebbero anche imporre una completa revisione, con i conseguenti oneri, dell’intera politica privacy aziendale. L’uso dei sistemi di messaggistica e dei social, è uno degli aspetti da considerare al momento di predisporre la privacy policy come fattore di rischio.

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