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Disco di avvio sparito sul Mac? niente paura!

Il disco di avvio sembra essere sparito? No problem! In questa guida, affrontiamo una varietà di problemi legati alla mancanza di un disco di avvio su Mac, che possono manifestarsi su diverse versioni del sistema operativo, tra cui Monterey, Big Sur, Catalina e Mojave. Segui i suggerimenti forniti per risolvere efficacemente ogni errore legato al disco di avvio in varie situazioni.

L’assenza di un disco di avvio può rendere il tuo Mac completamente non avviabile, soprattutto durante l’aggiornamento di macOS, come ad esempio Monterey o Big Sur. Senza di esso, non è possibile eseguire aggiornamenti, downgrade o accedere al computer.

Senza selezionare un disco di avvio, l’aggiornamento non può procedere. Il disco di avvio di solito è un disco rigido interno che contiene il sistema operativo e le applicazioni. Se ti trovi in questa situazione e non riesci a individuare il disco di avvio o sembra essere sparito senza una motivazione plausibile, segui i nostri consigli per risolvere il problema o prova a utilizzare un altro disco di avvio funzionante.

Anche se i sintomi sono simili quando il disco di avvio non viene trovato o sembra essere sparito, le cause possono variare a seconda della situazione. Puoi consultare la tabella per identificare diversi scenari in cui potresti incontrare problemi con il disco di avvio e passare direttamente alle relative soluzioni.

Possibili soluzioni

Prima soluzione: Effettua una riparazione del disco di avvio utilizzando la modalità di ripristino di macOS.

Per accedere alla modalità di ripristino di macOS e utilizzare l’Utility Disco per riparare il disco di avvio, segui questi passaggi:

  1. Accendi il tuo Mac e continua a tenere premuto il pulsante di accensione.
  • Se stai utilizzando un Mac con processore Apple silicon, mantieni premuto il pulsante di accensione fino a quando non compare la finestra delle opzioni di avvio. Quindi, fai clic sull’icona a forma di ingranaggio chiamata “Opzioni” e poi su “Continua”.
  • Se stai utilizzando un Mac con processore Intel, accendi il Mac e tieni immediatamente premuti i tasti Command (⌘) e R finché non compare il logo Apple o un’altra immagine.

2. Seleziona un utente e inserisci la password quando richiesto. Successivamente, verrai portato alla modalità di ripristino di macOS. Seleziona “Utility Disco” nella finestra e fai clic su “Continua”.

disco di avvio

Passaggio 3: Una volta nella finestra di Utility Disco, vai su “Visualizza” e seleziona “Mostra tutti i dispositivi”. (Se non viene visualizzato alcun disco, procedi con la Soluzione 2.)

disco di avvio utility

Passaggio 4: Se hai la fortuna di trovare il disco di avvio qui, selezionalo e clicca su “Pronto soccorso”, quindi premi su “Esegui”. First Aid controllerà il volume selezionato per individuare eventuali errori e cercherà di ripararlo se ne trova.

Seconda soluzione: Verifica la visualizzazione del disco di avvio in Utility Disco.

Se il disco di avvio non viene visualizzato in Utility Disco, prova i seguenti passaggi:

Step 1: Spegni il tuo Mac e scollega tutte le periferiche collegate.

Step 2: Se stai utilizzando un disco rigido esterno come disco di avvio, assicurati che il cavo di connessione sia ben collegato e che l’unità sia accesa correttamente. Prova a spegnere e riaccendere l’unità.

Step 3: Segui la guida della Soluzione 1 per accedere a Utility Disco tramite macOS Recovery e tentare di riparare il disco di avvio. Se non riesci ancora a vedere l’unità nei dispositivi disponibili, il modo più efficiente è ottenere supporto da Apple tramite il sito https://getsupport.apple.com/ selezionando la voce relativa ai Mac.

Terza soluzione: Prova a ripristinare la NVRAM (non-volatile random-access memory) sul tuo Mac

Quando il tuo Mac si avvia con un punto interrogativo lampeggiante, indica che il disco di avvio non è più accessibile o non contiene un sistema operativo Mac funzionante.

disco di avvio non presente

Se questo problema si verifica ogni volta che provi ad avviare il Mac, sarà necessario utilizzare Utility Disco in macOS Recovery per riparare il disco di avvio, seguendo i passaggi illustrati nella Soluzione 1.

Step 1: Spegni completamente il tuo Mac. Una volta spento, riavvialo e immediatamente dopo aver premuto il pulsante di accensione, tieni premuti contemporaneamente i tasti Opzione, Comando, P e R sulla tastiera.

Step 2: Durante l’avvio del Mac, controlla le Preferenze di Sistema e assicurati che il tuo disco di avvio preferito sia selezionato nelle preferenze Disco di Avvio.

Quarta soluzione: sostituisci il disco di avvio con un altro funzionante

Non possiamo escludere la possibilità che il tuo attuale disco di avvio abbia fallito in qualche modo e che macOS non possa più riconoscerlo.

Se sono disponibili queste opzioni, come un CD/DVD, un volume di rete o un disco fisico diverso, puoi provare a cambiare il tuo disco di avvio con uno funzionante.

Cambiare il disco di avvio solo ua volta

Step 1: Spegni il Mac

Step 2: Tieni premuto il pulsante di accensione per avviare il Mac. Se stai utilizzando un Mac con processore Apple silicon, continua a tener premuto il pulsante di accensione fino a quando non visualizzi il messaggio “Caricamento delle opzioni di avvio”.

Step 3. Quando vengono visualizzati tutti i dischi di avvio disponibili, utilizza la freccia verso l’alto su un Mac o il pulsante “Continua” su un Mac con processore Apple silicon per selezionare il nuovo disco di avvio.

Cambia ogni volta il disco di avvio

Step 1: Avvia il tuo Mac e vai al menu Apple nell’angolo in alto a sinistra dello schermo. Seleziona “Preferenze di Sistema”.

Step 2: Nelle Preferenze di Sistema, fai clic sull’opzione “Disco di Avvio”.

Step 3: Seleziona il disco desiderato facendo clic sull’icona corrispondente e poi clicca su “Riavvia”.

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    Disco illeggibile? Ecco la soluzione!

    Scopriamo cosa fare quando, dopo aver collegato un nuovo disco al computer, questo risulta illeggibile.

    Con il prezzo dei prodotti informatici in continua salita rivolgersi al mercato dell’usato è diventato sempre più conveniente. Portali come eBay, la stessa Amazon con la sezione “Renewed” (ricondizionati) e le tante app per dispositivi mobile, offrono la possibilità di realizzare risparmi anche consistenti acquistando prodotti usati o ricondizionati e garantiti.

    Indice

    • Occhio a cosa si acquista

    • Gestione disco di Windows

    • Occhio a cosa si acquista

      Quando si acquista l’usato, però, bisogna essere pronti a sopportare e risolvere qualche piccolo inconveniente, soprattutto sui dischi rigidi. Potremmo, ad esempio, ritrovarci con un dispositivo utilizzato su un computer con sistema operativo diverso rispetto al nostro, quindi formattato con un file system diverso. In questo caso, il disco rigido viene correttamente riconosciuto dal sistema come nuovo hardware collegato, ma il suo contenuto risulta illeggibile.

      Come fare per poterlo utilizzare? Semplice: con gli strumenti messi a disposizione da Windows dobbiamo eliminare la partizione esistente (e quindi cancellare il contenuto del disco), crearne una nuova e formattarla. In questa guida vedremo come procedere.

      Gestione disco di Windows

      Eliminiamo il volume

      windows gestione disco 1
      1. Colleghiamo il disco: Dopo aver collegato il disco rigido illeggibile alla porta USB, avviamo Gestione disco da Windows cliccando con il tasto destro del mouse sul menu Start e selezionando la relativa voce dall’elenco che si apre. Nella parte inferiore della finestra cerchiamo il disco appena collegato al computer. Solitamente è l’ultima voce dell’elenco, caratterizzata da un riquadro tratteggiato.
      windows gestione disco 2
      2. Facciamo pulizia: Facciamo clic con il tasto destro del mouse sull’area tratteggiata e dal menu contestuale che appare selezioniamo la voce Elimina volume per eliminare la partizione già presente sul disco, ma non compatibile con Windows. Potrebbe apparire un messaggio di avvertimento: confermiamo di voler eliminare la partizione cliccando sul pulsante Sì.

      Creare nuovo volume

      windows gestione disco 3
      3. Creiamo un nuovo volume: Dopo qualche istante, nello spazio che prima era tratteggiato apparirà la scritta Non allocata. Clicchiamo con il tasto destro del mouse su di esso e dal menu che appare selezioniamo la voce Nuovo volume semplice. Verrà avviata la procedura Creazione guidata nuovo volume semplice: clicchiamo sul pulsante Avanti e scegliamo la dimensione del volume.
      windows gestione disco 4
      4. Decidiamo quanto spazio usare: Se lasciamo le cose come stanno, l’intero spazio a disposizione verrà utilizzato per ospitare una singola unità. Inserendo una dimensione inferiore, invece, potremo ripetere il passo 3 sullo spazio restante così da suddividere il disco in più volumi. Clicchiamo su Avanti per proseguire, procedendo così alla creazione di un solo nuovo volume su Windows.

      Scegli il nome dell’unità

      gestione 5
      5. Scegliamo un nome per l’unità: Selezioniamo una lettera per l’unità (solitamente va bene tenere quella proposta dal sistema) e clicchiamo ancora su Avanti. Nel la schermata successiva portiamoci nella casella Etichetta di volume e inseriamo un nome per il volume che stiamo creando, lasciamo le altre opzioni di default e clicchiamo su Avanti poi su Fine per avviare la formattazione veloce dell’unità.
      gestione6
      6. Finalizziamo il tutto: Al termine della formattazione al posto dello spazio non leggibile da Windows avremo una nuova unità (nel nostro caso E:) formattata con il File System NTFS e pronta per essere utilizzata in Windows. Volendo potremo suddividere questo spazio in più unità cliccando su di esso con il tasto destro del mouse, scegliendo Riduci e poi rieseguendo i passi dal 3 in poi sulla nuova unità.

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    Formazione, Internet, Software

    Chrome non apre alcuni siti web? Ecco la soluzione!

    Google Chrome è lento e non vi apre alcuni siti web? Ecco la soluzione!

    Google Chrome è il Browser più utilizzato e famoso al mondo, nonostante questo è afflitto da alcuni bug. Uno di questi non permette di visualizzare alcuni siti web durante la navigazione.

    Ora ti spiego come risolvere questo problema!

    Soluzione 1:

    1. Apri Google Chrome e clicca sui 3 puntini posti in alto a destra e dal menù che si aprirà clicca su Impostazioni.

    impostazioni google chrome

    2. Scendi la pagina fino in fondo, quindi clicca sulla voce Avanzate.

    avanzate

    3. Clicca sulla voce Cancella dati di navigazione.

    cancella dati navigazione

    4. Dal menù che si aprirà, premi su Avanzate seleziona Tutto in intervallo di tempo, e spunta tutte le voci che trovi, tranne la voce Password e altri dati di accesso e premi su Cancella dati.

    cancella dati cache

    Soluzione 2

    SE IL PROBLEMA PERSISTE

    Aggiorna e reimposta Google Chrome

    Per controllore se ci sono aggiornamenti, nella barra degli indirizzi digita chrome://settings/help. Per reimpostare invece apri Google Chrome, clicca sui tre punti nell’angolo in alto a destra e vai nelle Impostazioni.

    Ora nella finestra delle impostazioni scorri verso il basso e fai clic su Avanzate per visualizzare altre impostazioni.

    Scorri fino alla fine finché non vedi Reimpostazioni e Pulizia, cliccaci.

    Dovrai eseguire entrambe le opzioni che vedi.

    L’operazione reimposterà la pagina iniziale, la pagina Nuova scheda, il motore di ricerca e le schede bloccate. Inoltre, disattiverà tutte le estensioni e rimuoverà i dati temporanei, come i cookie. La cronologia, le password salvate e i preferiti non saranno invece cancellati.

    Soluzione 3

    Disinstalla e reinstalla Google Chrome

    1. Scarica ed installa il programma Iorbit Unistaller CLICCANDO QUI

    2. Spunta la casella al lato di Google Chrome e premi su Disinstalla in altro a destra.

    iorbit unistaller

    3. Spunta la voce Rimuovi automaticamente i file residui, infine premi Disinstalla.

    disinstalla chrome

    4. Scarica Google Chrome CLICCANDO QUI e installo di nuovo.

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    Formazione, Hardware, Internet

    SOS WI-FI: Ecco la soluzione

    SOS WI-FI: Ecco la soluzione. In questo articolo esaminiamo alcune contromisure che possiamo prendere per aumentare velocità e portata del segnale.

    L’evoluzione del Wi-Fi

    Le reti wireless negli anni hanno fatto passi da gigante. Il Wi-Fi, nella sua prima incarnazione, IEEE 802.11b, non superava gli 11 Mb/s (teorici, mica reali), che passavano a 54 Mb/s con il protocollo IEEE 802.11a, che sfruttava le frequenze dei 5 GHz. Stessa velocità massima, ma sulla frequenza dei 2,4 GHz, per Wi-Fi 3, standardizzato nel 2003.

    Ci sono voluti altri 6 anni per arrivare ai 600 Mb/s dello standard IEEE 802.11n. Sino a questo momento, il Wi-Fi non si avvicinava nemmeno lontanamente alla velocità offerta dal cavo Ethernet, 1 Gb/s reali, non influenzati dall’ambiente. Finalmente nel 2014 è arrivato IEEE 802.11ac, che potenzialmente può muovere dati a 6.933 Mbit/s e che ha iniziato a rappresentare una vera alternativa al cavo, non facendolo rimpiangere se non in casi particolari.

    Oggi, poi, stanno iniziando a diffondersi i dispositivi compatibili Wi-Fi 6 (standardizzato nel 2019), ancora rari e piuttosto costosi, ma entro breve questo non sarà più un problema, dal momento che i nuovi smartphone e notebook lo stanno iniziando a integrare, soprattutto quelli di fascia alta. E’ probabile che entro la fine di quest’anno anche i router compatibili inizieranno a costare meno. Nel frattempo, però, lo standard ac (noto anche come Wi-Fi 5) è in grado di offrire prestazioni adeguate, anche per lo streaming di contenuti 4K. Mediamente, piattaforme come Sky, Netflix e Disney+ “streammano” a un massimo di 15/16 Mbit al secondo, ben al di sotto dei limiti teorici delle reti Wi-Fi.

    Velocità solo teorica

    Questo significa che non dobbiamo più tirare cavi per collegare la nostra Smart TV, godendoci i contenuti al massimo della qualità senza scatti o interruzioni dovute al “buffering”, quando la riproduzione si interrompe momentaneamente per caricare i dati. Non solo: possiamo guardare più flussi 4K su diversi dispositivi. Sulla carta. Nella realtà, non sempre è così, come molti di noi avranno notato. Ma come è possibile? Sulla carta, c’è banda in abbondanza, eppure, anche guardare un solo flusso 4K a volte è un’impresa ardua. Cerchiamo di capire quali possono essere i problemi.

    Velocità solo teorica come abbiamo detto. Quando si parla di velocità massima di uno standard, ci si riferisce a un valore teorico, ottenibile in condizioni ideali. Un po’ come la velocità massima di un’automobile indicata nei dati di fabbrica: se troviamo una strada dritta, un rettilineo sufficientemente lungo, le condizioni climatiche ideali (e magari togliamo gli specchietti così da evitare attriti), forse la raggiungeremo. Così è per il Wi-Fi, solo che in questo caso la differenza non è di pochi Km/s (anzi, Mb/s), ma enorme.

    A influenzare le prestazioni sono tanti parametri: la distanza dal router, il suo posizionamento, le interferenze di altri apparati, la banda di frequenze usata (2,4 GHz o 5 GHz) e le pareti. Quelle in cartongesso, pur sottili, limitano tantissimo il segnale, ma ancora peggio fanno le pareti al cui interno passano tubature. Non dobbiamo però rinunciare alla comodità del wireless e tirare cavi per ogni dispositivo presente in casa: vediamo come si può ovviare al problema.

    2,4 GHz Vs 5 GHz

    Le prestazioni migliori si ottengono sfruttando la banda dei 5 GHz. Connettendoti a questa, teoricamente andrai più veloce. Molto spesso, però, i router utilizzano lo stesso nome (SSID) sia per la banda a 2,4 GHz sia per quella a 5 GHz, lasciando che i dispositivi si connettano automaticamente a quella più efficace in quel particolare punto dell’appartamento. Non sempre però questa selezione automatica funziona al meglio e in molte situazioni è conveniente scegliere manualmente.

    2.4 vs 5 GHz

    Per farlo, entriamo nell’interfaccia del router e cerchiamo l’opzione relativa alle reti wireless. Verifichiamo che sia attivata la banda dei 5 GHz e poi indichiamo due nomi differenti ma facilmente riconoscibili per le due reti a 2,4 GHz e a 5 GHz.
    A questo punto, facciamo un po’ di esperimenti, in varie posizioni della casa, per capire in quali posizioni è conveniente usare i 5 GHz e quando invece passare alla banda a 2,4 GHz.
    Se ci stiamo chiedendo il perché delle frequenze teoricamente più veloci possano offrire prestazioni inferiori la spiegazione è semplice: le onde a 5 GHz raggiungono una distanza inferiore rispetto a quelle a 2,4 GHz e, soprattutto, sono influenzate maggiormente da ostacoli come pareti, armadi e via dicendo.

    Problemi di connessione

    I router più aggiornati ormai supportano tutti il protocollo WPA3, che offre le migliori garanzie di sicurezza. Il vecchio WPA2 è infatti vulnerabile a numerosi attacchi e può essere violato con relativa semplicità da un attaccante sufficientemente motivato. Ecco perché consigliamo vivamente di attivare su tutti i router questo metodo di autenticazione. Il problema è che alcuni dispositivi con qualche anno sulle spalle non lo supportano, rendendo impossibile connettersi. Per esempio è il caso dei Kindle sino a qualche anno fa, e pure delle prime due versioni degli iPad, giusto per fare alcuni esempi concreti.

    In questi casi, consigliamo di tirare fuori dalla soffitta un vecchio Access Point Wi-Fi, anche in grado di offrire prestazioni modeste, da dedicare esclusivamente a questi dispositivi. In modo da tenere su una rete separata, incapace di comunicare con quella principale, dove transitano i dati più importanti (tipo le connessioni con l’home banking o gli acquisti online, dove passano i dati delle nostre carte di credito o dell’account PayPal). Se anche venisse violata questa rete, un attaccante non avrebbe accesso agli altri dispositivi. Idealmente, se abbiamo molti dispositivi, è sempre meglio separare la connettività dei dispositivi IoT (prese smart, lampadine, termostati e via dicendo) da quella dei dati. O logicamente, tramite VLAN (se il router le supporta) o fisicamente, installando più di un Access Point nella nostra abitazione.

    La posizione del router

    Scegliere dove posizionare il router o l’Access Point può fare una grande differenza in termini di prestazioni. Certo, non sempre è facile scegliere. Tipicamente, infatti, il router viene posizionato dove arriva il cavo dell’ADSL la fibra ottica, e spostarlo potrebbe significare tirare cavi per tutta la casa. Abbiamo sempre un po’ di margine di manovra, in ogni caso. Prima di tutto, non chiudiamolo dentro qualche armadietto. Certo, nascondendolo la casa sarà più ordinata, ma potrebbe essere deleterio per il segnale.

    Un altro aspetto da considerare è tenere il router più in alto possibile: le onde del Wi-Fi tendono a diffondersi meglio verso il basso. Se possibile posizioniamo il router il più vicino possibile al soffitto. Se ci sembra strano, facciamo un esperimento: appoggiamolo sul pavimento e facciamo qualche misurazione. Poi ripetiamola tenendo il router il più in alto possibile e posizionandoci col nostro dispositivo nello stesso punto di prima. La differenza potrebbe essere significativa in alcuni casi.

    Qualcuno “ruba” la banda

    Se tipicamente non hai problemi e la lentezza si manifesta solo in alcune situazioni, non è da escludere che ci sia qualche dispositivo che sta utilizzando troppa banda. Per esempio il notebook che ha iniziato a scaricare gli aggiornamenti di Windows. Qui il problema è di facile soluzione: entra nell’interfaccia del tuo router e cerca la sezione QoS (Quality of Service). Potrai dare la priorità a particolari dispositivi (per esempio la Smart TV, o un computer, a seconda delle tue esigenze) e anche alle app. Ad esempio specificando che lo streaming multimediale è prioritario rispetto a telefonate VoIP, download, navigazione, videogiochi o altro ancora.

    Troppi dispositivi Wi-Fi

    In casa abbiamo sempre più dispositivi connessi: computer, sia fissi sia portatili, smartphone, tablet, Smart TV, console per i videogiochi, telecamere di sorveglianza, dispositivi IoT (Internet of Things) come lampadine, prese e termostati intelligenti, ma non solo. Se si è appassionati di tecnologia è facile che a questi si aggiungano aspirapolvere robot, forni e frigoriferi smart, dispositivi per la cottura sottovuoto (sous vide) e pure sonde per controllare la temperatura di cottura dei cibi. Anche se molti di questi nella maggior parte dei casi consumeranno pochissima banda, un numero così elevato di periferiche può mettere in crisi i router. Questi infatti non sono stati concepiti per gestire questa complessità, fatta esclusione per quelli che supportano Wi-Fi 6.

    dispositivi wifi

    In questi casi ha senso pensare di acquistare un nuovo router compatibile con l’ultimo standard wireless che introduce una funzione molto utile: OFDMA (Orthogonal Frequency Division Multiple Access). Una tecnologia che permette di inviare contemporaneamente più stream di dati a differenti dispositivi. Al contrario, i router delle precedenti generazioni “saltano” da un device all’altro. Per fare un paragone (un po’ azzardato, ma è per semplificare), è un po’ come la differenza fra un processore a core singolo e uno con 4 core, che può eseguire 4 programmi in contemporanea.

    Non dobbiamo avere dispositivi Wi-Fi 6 per collegarci a un router che supporta questo standard: funzioneranno tutti i nostri device, anche quelli meno recenti, godendo di questa funzionalità. In alternativa, se abbiamo in casa un altro Access Point Wi-Fi, possiamo collegarlo al router via cavo e creare un’altra rete wireless associando a vari dispositivi una rete differente: per esempio, una prima dedicata solo agli oggetti IoT e una seconda per i nostri computer e smartphone.

    Il canale “sbagliato”

    Abbiamo visto che il Wi-Fi utilizza due bande di frequenze: i 2,4 GHz e i 5 GHz. A loro volta, queste bande sono suddivise in più canali dell’ampiezza di 22 MHz ciascuno (nel caso dei 2,4 GHz). I canali 1, 6 e 11 sono sulla carta i migliori, dato che non si sovrappongono (vedi schema in alto) e possono quindi offrire le prestazioni migliori. Nel mondo reale, però, non è sempre così: a meno di vivere in una villa isolata, infatti, ci tocca fare i conti con i router e gli Access Point dei nostri vicini. In un condominio, non è raro trovarsi con decine di reti visibili che interferiscono fra loro. Scegliere il canale giusto può quindi fare la differenza.

    E quale sarebbe? I router più evoluti già da qualche anno selezionano automaticamente il canale migliore, riducendo al minimo l’impatto delle interferenze. Non sempre però gli algoritmi impiegati sono efficienti e talvolta modificare a mano questa impostazione può aiutare a ottenere prestazioni migliori.


    Ma come scegliere i canali? A questo proposito ci viene in aiuto un’app molto efficace, Netstop, di cui è disponibile anche una versione gratuita. In alternativa, possiamo usare anche l’ottimo Analizzatore Wi-Fi per Android, per molti versi ancora più intuitivo, anche se dovremo fare i conti con le dimensioni dello schermo. Avviando una di queste applicazioni, nella sezione Canali ci verranno indicati quelli liberi e quelli utilizzati, oltre alle relative interferenze. Probabilmente i canali migliori saranno già occupati, quindi ci toccherà andare a vedere se c’è qualche spazio libero o, comunque, con un numero minore di reti che se lo contendono. Questo vale sia per le reti a 2,4 GHz sia per quelle a 5 GHz. Queste ultime dovrebbero essere meno affollate, e quindi darci più libertà.

    Channel bonding ok

    Praticamente tutti i router da 10 anni a questa parte supportano il channel bonding, anche se questa opzione non è attivata in maniera predefinita. Entrando nell’interfaccia del router e attivandola potremmo migliorare le prestazioni, a volte in maniera significativa. Cosa fa questa tecnologia? Semplice: mette insieme due canali da 20 MHz e li tratta come se si trattasse di un canale unico da 40 MHz, aumentando di conseguenza la velocità di trasmissione e ricezione dei dati.


    Certo, le interferenze rimarranno e nel caso siano presenti molte reti wireless nelle vicinanze, l’incremento di prestazioni potrebbe essere modesto, se non proprio nullo. Nelle bande a 5 GHz, però, i risultati sono potenzialmente migliori ed è proprio qui che il bonding si esprime al meglio. Attivare la funzione è tanto semplice quanto spuntare una voce nell’interfaccia del router, solitamente chiamata appunto Channel Bonding. I router più recenti ed evoluti, poi, hanno un’ulteriore opzione che consente di combinare i canali 36 e 48 in un unico canale a 80 MHz o, in alcuni casi, a 160 MHz. Se questa funzione è disponibile, consigliamo vivamente di attivarla.

    Ripetitori? No, meglio reti mesh o Powerline

    Spesso un solo router non è in grado di coprire tutto l’appartamento, in particolare se è su più piani. In queste situazioni è possibile risolvere il problema utilizzando dei ripetitori, che estendono sì la portata del segnale wireless, a discapito però della velocità e della latenza.


    Per migliorare la situazione è possibile utilizzare delle prese Powerline, che estendono la rete facendo passare il segnale attraverso le prese elettriche e che non risentono delle interferenze del Wi-Fi. I Powerline risentono meno delle distanza (sotto i 500 metri) ma le loro prestazioni possono essere influenzate da vari fattori. Se per esempio vogliamo portare il segnale in un appartamento di fianco al nostro, che usa un suo contatore, il segnale non passerà, pur essendo solo a una parete di distanza. Una soluzione ancora più efficace è quella di appoggiarsi a dei sistemi mesh, che gestiscono intelligentemente le varie bande di frequenza per garantire il miglior segnale WiFi possibile.

    I migliori dispositivi mesh supportano tecnologie come il band steering, che seleziona di volta in volta la banda a 2,4 o 5 GHz per le comunicazioni fra i dispositivi e il router, così da garantire sempre il massimo delle prestazioni. Il supporto alla tecnologia Crossband repeating, invece, permette al router e ai ripetitori di scambiare dati sfruttando contemporaneamente entrambe le bande, raddoppiando sulla carta la velocità.

    powerline

    Questo perché i classici ripetitori che si appoggiano sull’approccio Same Band Repeating sono molto inefficienti: i dati vengono prima inviati al ripetitori, e da qui ritrasmessi al dispositivo. Nel caso del Crossband repeating, invece, viene usato un canale per la trasmissione dei dati dal router al ricevitore che parallelamente li invia ai dispositivi a lui connessi sfruttando l’altra banda. I migliori sistemi mesh, per esempio quelli proposti da Devolo, addirittura utilizzano tre bande. Una da 5 GHz è dedicata esclusivamente alle comunicazioni fra router e ripetitori, e le altre due (2,4 e 5 GHz) sono interamente a disposizione dei dispositivi connessi. Questo è sicuramente l’approccio più efficiente.

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    Windows 10 non rileva il lettore CD/DVD? Niente panico!

    Se il nuovo sistema Windows 10 non rileva i drive CD e DVD, tanto da non venir visualizzata in Gestione Periferiche o Esplora risorse, niente panico! Ecco una guida utile per poter risolvere il problema.

    Cosa fare se Windows 10 non rileva Drive CD e DVD

    Windows 10 non rileva lettore dvd. Una volta aggiornato il sistema operativo a Windows 10, notiamo che il il lettore ottico e masterizzatore è scomparso non viene rilevato. La cosa particolare di questo problema sta nel fatto che non tutti i lettori sembrano avere questi problemi, e molto spesso sono i modelli più recenti ad non essere rilevati. Adesso andremo a vedere le soluzioni per cercare di risolvere il problema.

    Aprire un prompt dei comandi elevato, digitando command prompt nella casella Cerca, da qui fare clic destro sulla voce corrispondente > Esegui come amministratore:

    Windows 10 non rileva Drive

    Digitare cosi il comando:

    reg.exe add “HKLMSystemCurrentControlSetServicesatapiController0” /f /v EnumDevice1 /t REG_DWORD /d 0x00000001 e premere Invio.
    Fatto questo, chiudere il prompt dei comandi e riavviare il sistema, in modo da poter rilevare i drive CD e DVD.

    Per comodità puoi creare anche un file con estensione .bat da utilizzare all’occorrenza, ti basterà aprire un normale file di testo e incollare il comando, successivamente rinominare l’estensione del file di testo in .bat. Al bisogno ti basterà eseguire come amministratore il file .bat per risolvere il problema del lettore/masterizzatore DVD scomparso su Windows 10.

    Disabilitare il risparmio energetico sul lettore dvd

    Un altro metodo da provare e quello di disattivare la funzionalità di risparmio energetico. Questo è un metodo che il più delle volte ha permesso di vedere normalmente il lettore ottico sul computer. Basta andare nel Pannello di controllo cliccare su Opzioni di risparmio energia e nelle impostazioni avanzate disattivare il risparmio energetico in modo che i dischi rigidi o altre periferiche non vadano in sospensione.

    Pannello di controllo->Hardware e suoni->Opzioni di risparmio energia, quindi nella colonna di destra clica sulla voce Modifica le impostazioni per il risparmio di energia per modificare le relative opzioni come segueDisattivazione schermo: Mai, Sospensione computer: Mai

    Eseguito i vari passaggi il computer una volta riavviato dovrebbe tornare a rilevare il lettore cd rom/dvd.

    Se il lettore dvd continua a non essere riconosciuto proviamo il fix microsoft che corregge automaticamente le chiavi di registro.

    Link Microsoft Easy Fix.

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    spazio su disco insufficiente
    Formazione, Software

    Liberare spazio su disco con Windows 10

    In questa guida, spieghiamo come liberare spazio su disco con Windows 10, senza ricorrere alla cancellazione dei documenti personali. Ecco qualche trucco e suggerimento per Windows 10 e versioni precedenti del sistema operativo.

    Una delle problematiche più diffuse, tra chi utilizza un personal computer è quella di individuare una strategia valida per liberare spazio su disco, senza cancellare i dati personali. Nonostante i moderni notebook o computer fissi utilizzino hard disk di capacità sempre maggiore, può capitare che lo spazio a disposizione esaurisca rapidamente, con conseguenze anche devastanti, come cali di prestazione del PC e l’impossibilità di memorizzare ulteriori documenti personali sul supporto. In questa guida informatica spieghiamo qualche trucco per liberare spazio su disco, senza rinunciare ai propri file personali. Queste procedure sono basate sul sistema operativo Windows 10, ma possono essere applicate tranquillamente anche alle versioni precedenti del sistema operativo Microsoft.

    Ritrovarsi con un pc ingolfato per i troppi file archiviati non è mai un bene: anche le più semplici operazioni potrebbero essere rallentate, e più in generale non poter più salvare nulla rappresenta già di per sè un bel problema.

    Per questo motivo è importante prendere in considerazione l’idea di prevenire che il computer si appesantisca troppo, oppure di liberarlo dai troppi file nel caso in cui sia già sovraccaricato.

    spazio su disco insufficiente

    In primo luogo, vediamo cosa significa quando arriva il messaggio che notifica l’insufficienza di spazio su disco e poi come comportarsi di conseguenza. Per terminare la lettura dell’articolo ti basteranno pochi minuti, dopodiché avrai un quadro chiaro ed esaustivo di ciò che devi fare. Ma bando agli indugi, partiamo!

    Utilizzare lo Strumento Pulizia disco di Windows

    Non tutti sanno che Windows 10 integra uno strumento di pulizia per i file temporanei e i dati non necessari al corretto funzionamento del computer. Grazie allo strumento Pulizia disco di Windows è possibile liberare spazio su disco, con semplici click. Inoltre, all’interno di questo strumento può essere selezionata l’opzione “Pulizia file di sistema”, per liberare ulteriore spazio, come i “pesanti” file relativi agli aggiornamenti di Windows Update. Per essere ancora più efficaci, le operazioni per liberare spazio su disco possono contare sulla cancellazione dei punti di ripristino di Windows o le Copie Shadow.

    Come usare lo strumento Pulizia disco di Windows:

    1. Premere la combinazione di tasti WIN+R per aprire la finestra Esegui;
    2. Digitare cleanmgr.exe e premere INVIO;
    3. Selezionare gli elementi da ripulire e premere OK;
    4. Al termine della pulizia, ripetere l’operazione, cliccando sul bottone “Pulizia file di Sistema”;
    5. Per cancellare le copie shadow e i punti di ripristino di Windows, cliccare sul TAB “Altre opzioni”, disponibile dopo aver selezionato l’opzione “Pulizia file di Sistema”.
    pulizia disco
    esegui pulizia

    Disinstallare app e programmi inutili

    Disinstallare un programma di Windows, oppure le applicazioni, potrebbe sembrare un’operazione banale e scontata. Tuttavia, nonostante la maggior parte dei programmi non occupi moltissimo spazio sul PC, si tratta di operazioni cruciali che possono aiutare a liberare spazio su disco rapidamente e concretamente. È possibile disinstallare programmi di Windows 10 utilizzando lo strumento integrato nel sistema operativo, o programmi gratuiti di terze parti come Revo Uninstaller. Il programma RevoUninstaller Free è molto utile poiché aiuta a eliminare ogni traccia dei software installati sul PC(chiavi di registro, file, cartelle), ottimizzando il processo di disinstallazione del software. Questo applicativo è disponibile gratuitamente, anche nella versione portable, che non richiede alcuna installazione.

    Come disinstallare programmi con Windows:

    Per disinstallare i programmi con gli strumenti di Windows integrati, seguire questa procedura:

    1. Premere la combinazione di tasti WIN+R per aprire la finestra Esegui;
    2. Digitare control.exe e premere INVIO;
    3. Cliccare su Programmi;
    4. Cliccare su Programmi e Funzionalità;
    5. Selezionare il programma da rimuovere;
    disinstalla app

    6. Cliccare su Disinstalla;

    7. Chiudere la finestra.

    Trovare e cancellare i file duplicati

    Spesso, per distrazione o abitudine, finiamo per conservare sul computer file duplicati come documenti, immagini e video. Tuttavia, questa situazione può rappresentare un problema che renderà necessario qualche operazione per liberare spazio su disco. Scongiurando la possibilità di dover individuare manualmente gli elementi duplicati su Windows, esistono alcuni programmi che permettono di cercare file duplicati sul computer ed eliminarli con dei semplici click.

    Come trovare file duplicati con CCleaner:

    Il popolare software CCleaner è utilizzato da milioni di persone per ottimizzare e ripulire Windows. Tuttavia, si tratta di un programma completo che tra le numerosi funzionalità permette di cercare file duplicati sul PC e rimuoverli facilmente. Per sfruttare questa funzione è sufficiente seguire questa procedura:

    1. Scaricare CCleaner, anche in versione Portable, dal sito ufficiale;
    2. Installare e lanciare l’applicativo;
    3. Cliccare sul menu “Strumenti”;
    4. Cliccare su “Ricerca duplicati”; 
    ccleaner file duplicati

    5. Personalizzare la ricerca dei contenuti e cliccare su “Ricerca”;

    6. Al termine della scansione, avremo l’elenco completo di elementi potenzialmente “duplicati”, da controllare, scremare e cancellare.

    Attiva Sensore memoria

    sensore memoria

    Un ottimo metodo per eliminare file non necessari o temporanei dal tuo pc è quello che prevede l’utilizzo del Sensore memoria. Abilitandolo, Wndows eseguirà in automatico la rimozione dei file non necessari, inclusi quelli temporanei e i file non presenti nel Cestino. Ciò avverrà quando lo spazio su disco sarà insufficiente o a intervalli specificati.

    Per abilitare e configurare Sensore memoria segui il percorso Start > Impostazioni > Sistema > Archiviazione, poi nell’area di archiviazione abilita “Sensore memoria”. A questo punto seleziona “Configura Sensore memoria o eseguilo ora“, mentre nell’area “Esegui sensore memoria” scegli la frequenza di esecusione del sensore.

    Puoi selezionare i file che vuoi che vengano elimitati in automatico da Sensore memoria e gli intervalli di tempo corrispondenti. Fatto questo, scorri verso il basso e clicca su “Pulisci ora”: ci vorrà un po’ di tempo per completare la pulizia dei file. Verrà visualizzato un messaggio indicante la quantità di spazio su disco liberata.

    Ridurre lo spazio per il ripristino di sistema

    Un altro suggerimento da prendere in considerazione per liberare spazio su disco in Widows 10 è quello di ridurre lo spazio riservato dal sistema operativo allo strumento “Ripristino configurazioni di sistema“. Per farcela è necessario in primis premere la combinazione dei due tasti Windows+R per aprire la finestra di dialogo “Esegui”: qui digita e invia il comando sysdm.cpl.

    ridurre spazio ripristino sistema

    Verrà immediatamente aperta la finestra “Proprietà del sistema”. Nel tab “Protezione sistem” seleziona il disco principale dove è installato Windows e in corrispondenza dell’opzione “È possibile configurare le impostazioni di ripristino, gestire lo spazio sul disco ed eliminare punti di ripristino”, clicca su “Configura” per aprire la finestra “Protezione sistema”.

    A questo punto, nell’area “Utilizza spazio su disco” agisci sul cursore “Utilizzo massimo” per ridurre lo spazio occupato sul disco riservato allo strumento “Ripristino configurazione di sistema”. Ti raccomandiamo di non ridurre lo spazio sotto i 5 GB, così ci sarà spazio almeno per 2/3 punti di ripristino. Conferma tutto cliccando su “Applica” e “OK”

    protezione sistema disco locale

    Creare uno script per eliminare i file temporanei di Windows

    L’ultimo suggerimento che vogliamo regalarvi è quello più tecnico e divertente. I tecnici informatici o gli appassionati di computer più smanettoni, saranno felici di creare uno script PowerShell per cancellare i file temporanei di Windows 10, effettuando la pulizia del disco con un semplice click. Sarà sufficiente copiare le istruzioni in fondo all’articolo, incollarle all’interno di un file di testo e assegnare l’estensione .PS1 al file generato.

    Come creare uno script PowerShell per cancellare i file temporanei di Windows 10:

    1. Copiare il contenuto dello script pubblicato sotto questa procedura;
    2. Creare un nuovo documento di testo e incollare al suo interno il contenuto dello script;
    3. Assegnare l’estensione .PS1 al nuovo file di testo generato;
    4. Premere la combinazione di tasti WIN+S e digitare PowerShell nel campo di ricerca;
    5. Cliccare con il tasto destro sul risultato “Windows PowerShell App desktop” e selezionare Esegui come amministratore;
    6. Posizionarsi nella cartella in cui è contenuto il file (es. digitare CD USERS\PIPPO\DESKTOP);
    7. Digitare il nome del file in questo modo “.\my_script.ps1”;
    8. Premere il tasto “Invio” per eseguirlo;
    9. Al termine dell’attività, lo script genererà un file di log con i risultati della sua attività (percorso: c:\windows\temp\data esecuzione.log).
    Function Cleanup { 
    <# 
    Descrizione: Questo script di PowerShell effettua la pulizia della cartella Temporanea di Windows, dei temporanei di Windows Update, della cartella TEMP dell’utente, svuota il cestino. 
    #> 
    function global:Write-Verbose ( [string]$Message ) 
     
    # check $VerbosePreference variable, and turns -Verbose on 
    { if ( $VerbosePreference -ne 'SilentlyContinue' ) 
    { Write-Host " $Message" -ForegroundColor 'Yellow' } } 
     
    $VerbosePreference = "Continue" 
    $DaysToDelete = 1 
    $LogDate = get-date -format "MM-d-yy-HH" 
    $objShell = New-Object -ComObject Shell.Application  
    $objFolder = $objShell.Namespace(0xA) 
    $ErrorActionPreference = "silentlycontinue" 
                         
    Start-Transcript -Path C:\Windows\Temp\$LogDate.log 
     
    ## Ripulisce il codice dallo schermo. 
    Clear-Host 
     
    $size = Get-ChildItem C:\Users\* -Include *.iso, *.vhd -Recurse -ErrorAction SilentlyContinue |  
    Sort Length -Descending |  
    Select-Object Name, 
    @{Name="Size (GB)";Expression={ "{0:N2}" -f ($_.Length / 1GB) }}, Directory | 
    Format-Table -AutoSize | Out-String 
     
    $Before = Get-WmiObject Win32_LogicalDisk | Where-Object { $_.DriveType -eq "3" } | Select-Object SystemName, 
    @{ Name = "Drive" ; Expression = { ( $_.DeviceID ) } }, 
    @{ Name = "Size (GB)" ; Expression = {"{0:N1}" -f( $_.Size / 1gb)}}, 
    @{ Name = "FreeSpace (GB)" ; Expression = {"{0:N1}" -f( $_.Freespace / 1gb ) } }, 
    @{ Name = "PercentFree" ; Expression = {"{0:P1}" -f( $_.FreeSpace / $_.Size ) } } | 
    Format-Table -AutoSize | Out-String                       
                         
    ## Arresta il servizio di Windows Update.  
    Get-Service -Name wuauserv | Stop-Service -Force -Verbose -ErrorAction SilentlyContinue 
    ## Il servizio di Windows Update è stato arrestato correttamente! 
     
    ## Cancella il contenuto di Windows software distribution. 
    Get-ChildItem "C:\Windows\SoftwareDistribution\*" -Recurse -Force -Verbose -ErrorAction SilentlyContinue | remove-item -force -Verbose -recurse -ErrorAction SilentlyContinue 
    ## Il contenuto di Windows Software Distribution è stato cancellato correttamente! 
     
    ## Cancella i file temporanei di Windows. 
    Get-ChildItem "C:\Windows\Temp\*" -Recurse -Force -Verbose -ErrorAction SilentlyContinue | 
    Where-Object { ($_.CreationTime -lt $(Get-Date).AddDays(-$DaysToDelete)) } | 
    remove-item -force -Verbose -recurse -ErrorAction SilentlyContinue 
    ## I file temporanei di Windows sono stati cancellati correttamente! 
                  
    ## Cancella cartelle e file temporanei dell’utente.  
    Get-ChildItem "C:\users\*\AppData\Local\Temp\*" -Recurse -Force -ErrorAction SilentlyContinue | 
    Where-Object { ($_.CreationTime -lt $(Get-Date).AddDays(-$DaysToDelete))} | 
    remove-item -force -Verbose -recurse -ErrorAction SilentlyContinue 
    ## Il contenuto di  C:\users\$env:USERNAME\AppData\Local\Temp\ è stato cancellato correttamente! 
                         
    ## Rimuove file e cartelle all’interno dei file temporanei di internet.  
    Get-ChildItem "C:\users\*\AppData\Local\Microsoft\Windows\Temporary Internet Files\*" ` 
    -Recurse -Force -Verbose -ErrorAction SilentlyContinue | 
    Where-Object {($_.CreationTime -le $(Get-Date).AddDays(-$DaysToDelete))} | 
    remove-item -force -recurse -ErrorAction SilentlyContinue 
    ## Tutti i file temporanei di Internet sono stati cancellati correttamente! 
                         
    ## Cleans IIS Logs if applicable. 
    Get-ChildItem "C:\inetpub\logs\LogFiles\*" -Recurse -Force -ErrorAction SilentlyContinue | 
    Where-Object { ($_.CreationTime -le $(Get-Date).AddDays(-60)) } | 
    Remove-Item -Force -Verbose -Recurse -ErrorAction SilentlyContinue 
    ## Tutti i file di registro IIS per x giorni sono stati rimossi correttamente!                   
    ## Svuota il cestino. 
    ## Il cestino sta per essere svuotato! 
    $objFolder.items() | ForEach-Object { Remove-Item $_.path -ErrorAction Ignore -Force -Verbose -Recurse } 
    ## Il cestino è stato svuotato correttamente! 
     
    ## Avvia il servizio di Windows Update 
    ##Get-Service -Name wuauserv | Start-Service -Verbose 
     
    $After =  Get-WmiObject Win32_LogicalDisk | Where-Object { $_.DriveType -eq "3" } | Select-Object SystemName, 
    @{ Name = "Drive" ; Expression = { ( $_.DeviceID ) } }, 
    @{ Name = "Size (GB)" ; Expression = {"{0:N1}" -f( $_.Size / 1gb)}}, 
    @{ Name = "FreeSpace (GB)" ; Expression = {"{0:N1}" -f( $_.Freespace / 1gb ) } }, 
    @{ Name = "PercentFree" ; Expression = {"{0:P1}" -f( $_.FreeSpace / $_.Size ) } } | 
    Format-Table -AutoSize | Out-String 
     
    ## Completato con successo! 
    Stop-Transcript } Cleanup

    Disabilita ibernazione

    Tutti i pc con sistema operativo Windows 10 hanno funzioni di risparmio energetico: una di queste è la cosiddetta modalità di ibernazione (denominata anche Suspend to Disk), che pone i dispositivi in uno stato di assenza di corrente elettrica.

    Windows 10 salva questo stato temporaneo nel file hiberfil.sys, che occupa diversi gigabyte di spazio in memoria. Questo file viene creato anche se la funzione di ibernazione non viene minimamente utilizzata, ed è in questo caso che vale la pena disabilitarla.

    Il file hiberfil.sys può essere cancellato senza problemi, anche perché non ha alcuna rilevanza per il funzionamento generale del sistema operativo. Per disattivare questa funzione premi la combinazione di tasti tasto [Windows] + [X] (oppure il tasto Windows presente in tastiera) e seleziona l’opzione “Prompt dei comandi (amministratore)”.

    Dopo aver avviato il prompt dei comandi, digita powercfg /hibernate off per disattivare l’utilizzo di hiberfil.sys. Premendo il tasto Invio confermerai la disattivazione della modalità di ibernazione, e il file suddetto sarà automaticamente cancellato.

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    Formazione, Hardware, Software

    Hard Disk al 100% con Windows 10? Ecco la soluzione

    Con l’avvento di Windows 10, uno degli inconvenienti più frequenti è quello della spia dell’hard disk del computer sempre accesa. Il disco fisso sembra lavorare in maniera continua, anche se il computer non sta facendo nulla. Vi mostriamo alcune soluzioni, per evitare che Windows 10 faccia lavorare il proprio hard disk al 100%, migliorando le prestazioni del computer e inoltre allungherà la vita del disco rigido.

    Apple Spotlight e Microsoft Windows Search sono nati da mani diverse, ma il significato e lo scopo di entrambi è il medesimo: cercare gli elementi all’interno del computer. Il motore di ricerca interno di Windows 10 è supportato da un servizio, sempre attivo, che tiene aggiornato l’indice dei contenuti per velocizzare le ricerche.

    Soprattutto sui computer più datati, l’esecuzione di questo servizio potrebbe rallentare notevolmente le prestazioni del PC. Tuttavia Disattivare il servizio Windows Search non vuol dire bloccare la ricerca interna di Windows; semplicemente, potrebbe diventare più lenta e meno performante del solito. Vediamo come disabilitare il servizio di ricerca di Windows, con semplici click:

    Metodo con Interfaccia Grafica

    1. Premere il tasto Windows + R (contemporaneamente) per accedere ad Esegui;
    2. Accedere ai servizi di Windows digitando services.msc e INVIO;
    3. Dalla lista dei servizi, individuare Windows Search e fare doppio click;
    4. Nel menu a tendina “Tipo di Avvio” selezionare “Disabilitato”;
    5. Premere OK e Riavviare il computer.

    Metodo senza interfaccia Grafica

    1. Selezionare il box di ricerca di Windows in basso a sinistra;
    2. Digitare CMD e attendere i risultati;
    3. Cliccare con il tasto destro del mouse su Prompt dei Comandi e selezionare avvia come amministratore;
    4. Digitare il comando “sc config wsearch start=disabled
    5. Riavviare il PC.
    Disattivare il servizio Windows Search

    Disinstallare antivirus gratuiti e abilitare Windows Defender

    Se c’è un modulo che su Windows 10 comincia a funzionare davvero bene, questo è proprio Windows Defender. L’antivirus gratuito di Microsoft non ha mai raggiunto le evoluzioni di oggi. Pertanto sembra che questo software sia in grado di difendere il computer dai malware e Virus più pericolosi, meglio di qualsiasi altro antivirus gratuito. Il vantaggio principale di utilizzare questo Antivirus è quello di non dover installare altre app, appesantendo inutilmente il PC. Perciò se sul vostro computer con Windows 10 avete installato antivirus gratuiti e pesanti, seguite queste procedure per disinstallarli e abilitare Windows Defender;

    Rimuovere il vecchio antivirus

    1. Premere il tasto Windows + R (Contemporaneamente);
    2. Digitare appwiz.cpl e premere invio;
    3. Nell’elenco dei programmi individuare l’antivirus gratuito da rimuovere;
    4. Selezionare l’elemento e cliccare su Disinstalla nella parte alta;
    5. Seguire la procedura per ultimare la disinstallazione;
    6. Riavviare il Computer.

    Abilitare Windows Defender

    1. Premere il tasto Windows e cliccare sul simbolo della rotellina;
    2. Nel pannello di controllo di Windows 10 selezionare Aggiornamento e Sicurezza;
    3. Cliccare su Windows Defender nella parte sinistra;
    4. Cliccare su Apri Windows Defender Security Center (da W10 Creator Update) o abilita Windows Defender nelle release precedenti;
    5. Impostare moduli e opzioni del programma a proprio piacimento.
    abilitare Windows Defender
    abilitare Windows Defender

    Controllare la salute dell’Hard Disk

    Se il problema di lentezza del computer e di utilizzo dell’hard disk al 100% è relativo ad un problema hardware, di conseguenza ci sarà poco da fare. Per scoprire se l’hard disk è danneggiato, oppure no, esistono diversi programmi gratuiti o commerciali, oppure è possibile utilizzare gli strumenti già presenti su Windows. Per lanciare lo ScanDisk di Windows e controllare lo stato dell’hard disk seguire questa procedura:

    1. Accedere alle risorse del Computer;
    2. Selezionare il disco da controllare;
    3. Premere il tasto destro sulla risorsa e selezionare Proprietà;
    4. Selezionare il TAB Strumenti;
    5. Alla voce Controlla Errori cliccare su Controlla;
    6. Selezionare Analizza Unità ed attendere il responso.
    controllo errori disco

    A tal proposito, nel caso di hard disk danneggiato, consigliamo vivamente di acquistare uno dei nuovi hard disk ssd. Ne guadagnerete sicuramente in velocità e prestazioni.

    Disattivare le Notifiche

    Le notifiche di Windows 10 possono essere molto comode ma rischiano di favorire il problema di hard disk al 100%. Le notifiche di Windows possono essere disabilitate manualmente, oppure tramite le policy locali. Seguire queste procedure per disabilitarle:

    Disabilitare le Notifiche di Windows tramite le opzioni

    1. Premere il tasto Windows e selezionare il simbolo dell’ingranaggio a sinistra;
    2. Cliccare su Sistema;
    3. Cliccare su Notifiche e Azioni a sinistra;
    4. Deselezionare tutte le voci sotto il titolo Notifiche.
    disattivare notifiche windows

    Disabilitare le Notifiche di Windows tramite le Policy

    1. Premere la combinazione di tasti Windows+R;
    2. Digitare gpedit.msc e premere Invio;
    3. Nella parte sinistra, cliccare su Configurazione Utente;
    4. Cliccare due volte su Menu Start e Barra delle applicazioni;
    5. Cliccare sulla sottocartella Notifiche;
    6. Selezionare “Disattiva notifiche di tipo avviso popup nella schermata di blocco”;
    7. Impostare la voce Attiva e premere OK;
    8. Ripetere i punti 6 e 7 per “Disattiva tutte le notifiche di tipo riquadro” e “Disattiva notifiche di tipo avviso Popup”;
    9. Riavviare il PC.
    policy windows

    Disattivare le Pianificazioni Automatiche di Windows

    Su Windows 10 e nelle versioni precedenti del sistema operativo Microsoft è possibile pianificare eventi ed azioni automatizzati, che Windows eseguirà in base alla pianificazione.  L’utilità di pianificazione è un modulo con interfaccia grafica che contiene tutte le azioni impostate e attive sul computer. 

    Disattivare alcune pianificazioni automatiche può risolvere problemi di lentezza e hard disk al 100%. Per disabilitare pianificazioni automatiche su Windows 10 e precedenti, seguire questa procedura:

    1. Premere la combinazione Windows+R;
    2. Digitare taskschd.msc e premere Invio;
    3. Nella colonna di sinistra, premere “Libreria Utilità di pianificazione”;
    4. Nella parte centrale si visualizzeranno tutte le azioni pianificate;
    5. Cliccare con il tasto destro su quella da rimuovere o disattivare e premere Eliminazione o Disattiva;
    6. Ripetere il punto 5 per tutti gli elementi da cancellare;
    7. Riavviare Windows.
    pianificazioni

    In conclusione, il problema dell’hard disk al 100% con Windows 10 dovrebbe essere risolto grazie a questa breve guida.

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