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Facebook e Instagram a pagamento

Dopo la dichiarazione ufficiale fatta da Meta, in questo momento stanno giungendo agli utenti di Facebook e Instagram istruzioni su come iscriversi all’abbonamento. Questo servizio permette di utilizzare i social senza la necessità di condividere dati personali per la profilazione e senza visualizzare pubblicità. Esamineremo il funzionamento e i costi di questo servizio.

logo di facebook su uno smartphone

Facebook e Instagram a pagamento: ecco come funziona l’abbonamento

Meta ha recentemente annunciato l’introduzione di un nuovo abbonamento per Facebook e Instagram in Europa, pensato per adeguarsi alle normative europee in evoluzione. Sottoscrivendo questo abbonamento, gli utenti possono utilizzare entrambi i social network senza visualizzare annunci pubblicitari. Tuttavia, è importante sottolineare che chi desidera mantenere lo stato attuale delle cose può farlo senza alcuna limitazione. Le piattaforme continueranno ad essere gratuite e ad offrire annunci mirati e pertinenti, ma chi ricerca una maggiore privacy può optare per l’abbonamento.

Gli utenti ricevono un messaggio di apertura che sottolinea i cambiamenti nelle leggi regionali. Possono scegliere se permettere a Meta di usare le loro informazioni utilizzando i servizi gratuitamente o pagare un abbonamento per eliminare la pubblicità. Se scelgono l’uso gratuito, Meta continuerà a usare i cookie per personalizzare gli annunci pubblicitari.

Cos’è Meta?

Meta è il nuovo nome dell’ex Facebook Inc., ora conosciuta come Meta Platforms, che è stato lanciato il 28 ottobre 2021 durante la conferenza annuale Connect, con Mark Zuckerberg come capo dell’azienda.

Il cambio di nome dell’azienda non ha comportato alcuna modifica ai marchi esistenti sotto Facebook Inc. Meta comprende ancora i social network Facebook e Instagram, Messenger e WhatsApp, nonché il marchio Oculus specializzato nella creazione di visori per la realtà virtuale.

logo di meta
Logo di Meta

Il termine “Meta” ha origini greche e significa “oltre”. Nella presentazione alla conferenza Connect del 2021, Zuckerberg ha enfatizzato l’importanza del concetto che sempre c’è qualcosa da costruire, in questo il “metaverso”. Il metaverso è una nuova visione di Internet che Zuckerberg intende sviluppare nei prossimi anni, offrendo esperienze virtuali e interattive. Questo nuovo progetto è più di un semplice gioco ed è destinato a diventare una parte significativa dell’azienda.

Zuckerberg intende utilizzare i brand di Meta Platforms per contribuire alla creazione del metaverso, un’esperienza da vivere, secondo quanto annunciato dal CEO stesso.

Quanto costa l’abbonamento per Facebook e Instagram?

La risposta varia: nella versione web il costo indicato è di 9,99 euro al mese, mentre da smartphone sale a 12,99 euro al mese. Questo semplicemente perché con i pagamenti dall’app per Android e iOS parte della cifra va a Google e Apple (rispettivamente), cosa che non accade ad esempio da PC. In base a quanto definito qualche giorno fa, l’abbonamento verrà eventualmente applicato a tutti gli account Facebook e Instagram collegati nel centro account utente, ma dal 1° marzo 2024 sarà applicata una tariffa aggiuntiva di 6 euro al mese (8 euro su Android e iOS) per ogni account aggiuntivo. L’abbonamento viene proposto solamente agli utenti con almeno 18 anni in UE, SEE e Svizzera.

Se siete interessati a sottoscrivere l’abbonamento potete selezionare “Abbonati” sulla schermata che sta iniziando ad apparire in queste ore all’apertura di Facebook e Instagram. Continuerete a usare i social senza pagare o avete deciso di optare per l’abbonamento?

immagine che mostra l'avviso di Meta relativo ai nuovi abbonamenti disponibili

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    Social media

    Waveful, il social network tutto italiano

    Waveful vuole riunire in una sola app il meglio di Instagram, Facebook e TikTok e in più offre la possibilità, a chi pubblica più post, di monetizzare la sua presenza.

    Mentre Mark Zucker­berg minaccia di to­glierci Facebook e Instagram se l’Unione Euro­pea non cambierà le proprie regole sul trasferimento dei dati (ma noi non ci crediamo per niente). Una coppia di fra­telli diciottenni lombardi ha messo in piedi un social net­work tutto italiano, con l’am­bizione di prendere il meglio dai social più diffusi. Nata nel 2020 come un modo origi­nale per divertirsi con i loro amici, l’app Waveful è cre­sciuta moltissimo nel 2021 superando i 100.000 down­load e iniziando a diffondersi in tutta Italia. Anche grazie al suo particolare sistema di affiliazione che consente a chi pubblica un gran nume­ro di post di ottenere fino al 50% dei guadagni.

    Waveful è, in pratica, una piattafor­ma di contenuti multimediali che imita parte delle funzioni presenti su Instagram, Facebook e TikTok. In altre parole personalizzandole con una dose di giochi e sfide all’italiana. Il simbolo della piattaforma è l’immagine di un’onda, che non a caso in inglese si tra­duce Wave. Nella lingua di Albione Waveful indica il con­tenuto in acqua dell’onda che può crescere enormemente e trasformarsi in uno tsunami.

    Indice

    Facile e coinvolgente

    Come tutti i social network, anche Waveful alla fine non è altro che una sequenza di post che contengono imma­gini, video, testi e volendo an­che solo audio. A differenza degli altri social, Waveful si di­stingue però per la possibili­tà di personalizzare il proprio profilo attraverso dei badge legati al numero dei Like, dei follower e delle visualizza­zioni. Un ‘altra particolarità è la presenza dei Super Like, cioè degli speciali Like che indicano un apprezzamento ancora maggiore per un de­terminato contenuto. I Super Like possono essere ottenuti acquistandoli nello stare o abbonandosi alla versione Premium dell’app e fornisco­no un vantaggio economico per chi Ii riceve. Un’altra ca­ratteristica unica di Waveful è la possibilità di ottenere l’account Creator per chi raggiunge almeno 1.000 vi­sualizzazioni sui suoi post.

    I Creator avranno la possibilità di realizzare degli Tsunami, cioè delle comunità divise per categorie, all’interno del­le quali è possibile iscriversi e inserire contenuti legati a specifici settori. Ciascun utente può conversare via chat con le persone che se­gue. Nella prossima versio­ne dell’app è prevista la pos­sibilità di effettuare chat di gruppo anche all’interno dei singoli Tsunami. Oltre ai due fondatori, al momento lavorano su Waveful cinque per­sone, impegnate soprattutto nella gestione degli Tsunami. La speranza naturalmente è che nel 2022 continui la crescita dell’app agli stes­si ritmi del 2021. Anche se a questo punto l’anima italiana dell’app potrebbe iniziare a diventare stretta.

    Come usarlo

    1 Passo

    Dopo avere scaricato l’app Wafeful dagli store di Android e iOS, dovre­mo per prima cosa registrarci inserendo i dati della nostra email oppure utilizzando il nostro account di Facebook o Instagram. Una volta con­fermata la registrazione, con­sigliamo di guardare come funziona l’app facendo clic sull’icona Home presente nel­la barra inferiore e scorrendo i vari post. Ci accorgeremo subito che la maggior parte di questi è costituita da immagi­ni e in qualche caso da brevi video divertenti. Meno fre­quentemente potremo vede­re post solo testuali o anche solo audio, in pratica simili ai vocali di WhatsApp. Nella par­te superiore di ciascun post, accanto all’icona dell’onda, potremo vedere la communi­ty (ovvero lo Tsunami) a cui appartiene.

    Waveful post

    Se l’argomento ci interessa, facendoci clic so­pra potremo visualizzare tutti i post appartenenti a quello Tsunami. A questo punto po­tremo iniziare a pubblicare il nostro primo post. Basta fare tap sul simbolo + in basso per aprire la finestra che ci farà scegliere il tipo di conte­nuto che ci interessa creare: fotografico, video, da un’im­magine già presente sullo smartphone oppure solo au­dio. Nel nostro caso abbiamo selezionato l’immagine di una bicicletta che avevamo sul te­lefono, abbiamo usato uno dei filtri disponibili e abbiamo in­serito due righe per la descri­zione.

    Avremmo potuto inseri­re emoji e testi sull’immagine, esattamente come si può fare sugli altri social e soprattut­to avremmo potuto taggare, cioè collegare, il nostro post a uno Tsunami semplicemente cliccando sul simbolo dell’on­da. Infine facendo tap sul sim­bolo del cronometro è possi­bile impostare il tempo in cui sarà visibile, scegliendo tra 6, 12, 24, 48 ore. Se invece non selezioniamo nulla, il nostro post resterà visualizzato in modo permanente.

    2 Passo

    Per scoprire gli Tsuna­mi che stanno avendo maggior successo e sufficiente fare tap sull’icona della lente d’ingrandimento presente nella barra inferiore dell’app e selezionare quelli che ci interessano. Potremo così vedere un breve somma­rio e le regole di ciascun grup­po, che di solito riguardano il divieto di inserire contenuti violenti o sessualmente espli­citi.

    Waveful tsunami

    Per iscriversi al gruppo basta un tap su Unisciti e da questo momento potremo in­viare i nostri contenuti all’interno dello Tsunami. E consigliabile scegliere gli Tsunami più frequentati, in quanto per­mettono di diventare più facil­mente Creator.

    3 Passo

    Una volta raggiunte le 1.000 visualizzazioni, potremo chiedere di diventare Creator e quindi saremo in grado di realizzare degli Tsunami, cioè delle community personalizzate. E sicuramente questa la principale differenza rispetto ai classici social in cui solamente chi ha un bacino di follower e di vi­sualizzazioni di decine di mi­gliaia di utenti può ambire a monetizzare il proprio lavoro attraverso delle sponsorizza­zioni dirette.

    Waveful creator

    Con Waveful, in­vece, possono bastare anche solo un migliaio di visualizzazioni, ma occorre precisare che il movimento complessi­vo dei post di Wafeful è enor­memente inferiore rispetto a quello di Instagram e TikTok. La speranza degli sviluppato­ri e dei tanti Creator è che in questo 2022 si metta in moto un vero e proprio ”tsunami social” che porti un numero sempre maggiore di persone a pubblicare e a frequentare la piattaforma. Le premesse ci sono tutte, così come le possibilità di personalizzare i propri contenuti e interagi­re direttamente con gli altri utenti attraverso le chat, cosa non sempre possibile all’in­terno di altri social.

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    Social media

    Matrix, ovvero messaggiare su più canali

    Matrix: un nuovo standard aperto che promette di rivoluzionare il mondo delle comunicazioni online, consentendo di legare insieme le piattaforme di fornitori diversi e messaggiare su più canali.

    Una piattaforma di messaggistica unica che permette di mettere tutti in contatto. Utenti fissi e utenti smartphone, utenti di Facebook, WhatsApp, Twitter, Messaggi di Apple, Telegram, SMS. Mille modalità di scambio di messaggi che oggi sono sparpagliate attraverso sistemi e canali proprietari di decine di aziende diverse.

    Una babele di messaggi

    E questo il sogno della fondazione Matrix.org. Creare un protocollo decentralizzato per la comunicazione, che permet­ta di sfruttare piattaforme e server diversi, in modo da non essere bloccabile e censurabi­le. Ma non è solo questo. I cre­atori di Matrix, il cui nome non a caso è ispirato a uno dei miti più “caldi” del ciberspazio, cioè la serie di film di fantascien­za con Keanu Reeves come protagonista, hanno sogni più ambiziosi.

    Quello che vorrebbero, infatti, è creare una rete che permetta a piattaforme diverse di dialogare senza che ci sia un unico “proprietario” del formato e dei dati. Anzi, la ”sovranità digitale”, come la chiamano, sarà quella di chi effettivamente possiede e im­mette i dati in Rete.

    Come funziona

    La differenza rispetto ai mec­canismi creati dalle piattafor­me commerciali è centrata su un aspetto fondamentale ovvero le conversazioni sono condivi­se tra i vari server. Non c’è un centro che viene controllato da una singola azienda (come accade con Telegram, per esempio). Oppure dove i server di una specifica piattaforma sono controllati da una singola azienda (come accade con lo standard di Discord). Invece, con Matrix se anche un server dovesse andare offline, o esse­re spento per qualche motivo, la conversazione proseguirebbe con gli altri server connessi.

    matrix
    Matrix nel mondo.
    I casi d’uso di Matrix nel mondo sono molti. È stato adottato dal ministero della difesa tedesco, dal governo francese, da produttori di telefonini (Librem), dalla distro Linux KDE e ci sono app gratuite per Android e iOS.

    In pratica, un utente può con­figurare Matrix per ricevere i messaggi dai propri account di altri sistemi di messaggistica (come Skype, Discord, Slack e altri), riceverli e rispondere sempre dallo stesso posto. E’ una funzionalità che fa da pon­te tra i diversi sistemi e permette, per esempio, di control­lare più account da un’unica applicazione.

    Il client perduto

    Per usare Matrix occorre sca­ricare e installare un’app. Ne esistono di varie, tutte svi­luppate dalla comunità Open Source partendo dal proto­collo condiviso di Matrix. Ele­ment (element.io) è quella consigliata dalla fondazione Matrix, ma in realtà ne esi­stono varie altre: Fractal, Ne­oChat, FluffyChat, Mirage. Oltre al software, è necessario anche un server per registrare il proprio account pubblico e questo può essere fatto su un proprio server (ma è compli­cato e richiede competenze tecniche sostanziali). Oppure su uno di quelli gratuiti messi a disposizione dalla comunità, a partire da quello all’indirizzo Web.

    Tutti i ponti di Matrix

    Matrix supporta il collegamento di servizi di chat diversi al suo interno e permette di comunicare del testo ma anche immagini e video. Il sistema usato da Matrix si chiama “bridge” (“ponte”, in in­glese) e viene offerto di serie per Gitter, Ire, Slack e lo standard Xmpp (cioè Jabber). Essendo un progetto Open Source, anche la commu­nity collabora alla realizzazione di altri “ponti” per altri servizi.

    In particolare, oggi sono supportati: WhatsApp, Messaggi di Apple, Facebook e Google, Discord, Mastodon, i feed di Twitter, Skype, Te­legram, WeChat, Signal, GroupMe e anche gli SMS. Una soluzione unica per legare tutti i sistemi di messaggistica. Il vantaggio è che i ponti consentono anche di salvare i messaggi e sfruttare per esem­pio i bot (software automatici che compiono azioni quando arriva un messaggio da un certo canale con un certo testo).

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    Internet, Tech

    Voice: il social network che premia chi scrive contenuti di qualità

    Negli ultimi anni, non sono mancati i tentativi di dare vita a social network che incentivano le discussioni civili. L’esempio più noto è Kialo, la piattaforma su cui dibattere di temi d’attualità o particolarmente complessi senza scadere nelle liti e negli insulti, come spesso invece avviene su Facebook e Twitter.

    Ad arricchire questa nascente schiera di social network di qualità, è giunto Voice: un social network basato su blockchain che il 4 luglio scorso ha aperto le porte, su richiesta, ai primi iscritti e che sarà a disposizione di tutti a partire dal 15 agosto.

    La differenza più importante con i social network tradizionali è che Voice promette di compensare economicamente gli utenti sfruttando la sua criptovaluta, un token. Come si conquistano questi token? I modi sono vari: vengono distribuiti agli utenti più attivi, si possono guadagnare guardando dei video pubblicitari o venir inviati da chi desidera premiare i contenuti che abbiamo pubblicato. Allo stesso tempo, chi terrà comportamenti poco rispettosi nei confronti degli altri utenti potrebbero perdere una parte dei propri token.

    La moneta del social network Voice potrà però essere utilizzata solo al suo interno, per esempio per dare maggiore visibilità ai propri post o, appunto, premiare altri utenti. Oltre a essere regolati da un meccanismo ancora abbastanza vago, è inevitabile avere qualche dubbio sull’attrattività di token che non solo non possono essere convertiti in denaro, ma permettono, almeno per ora, soltanto di acquistare visibilità per i propri contenuti. 

    Ma questo è solo il primo passo: se il social network dovesse crescere, potrebbe prendere vita un ecosistema economico più complesso, con l’obiettivo di attirare media company interessate a ricevere i token. Un po’ di scetticismo è comunque inevitabile, dopo le difficoltà a cui sono andati incontro altri social network basati su blockchain, come Steemit e Civil, che ha invece chiuso i battenti.

    A differenza di questi due esperimenti, Voice ha però alle sue spalle risorse finanziarie particolarmente ingenti. Il progetto è infatti nato all’interno di Block.one, la società che nel 2018 ha raccolto la cifra record di 4 miliardi di dollari per dare vita alla blockchain chiamata EOS (che ospita, in una sua variante, anche Voice). Nel mese di marzo, Block.one ha investito 150 milioni di dollari nel lancio di questo social network (di cui 30 milioni impiegato solo per acquistare il dominio Voice.com), mostrando di credere con forza nel progetto.

    Internet

    Messaggi che si autodistruggono: in arrivo su WhatsApp

    Su WhatsApp sono in arrivo i messaggi che si autodistruggono. La famosa App di messaggistica continua a migliorarsi, col nuovo aggiornamento sembra abbia inserito la possibilità di abilitare la funzione “messaggi in scadenza”, cioè le chat che si autodistruggono dopo un delimitato periodo di tempo.

    Messaggi che si autodistruggono: in arrivo su WhatsApp

    Messaggi in scadenza

    L’ultimo aggiornamento dell’applicazione infatti, che investe il mondo Android, nella versione beta (la 2.20.197.4), prevede la possibilità di impostare i “messaggi in scadenza”. Questo fa si che il sistema elimini automaticamente dalle chat le discussioni con più di sette giorni di “anzianità”

    Suddetti messaggi, oltre a eliminare automaticamente alcune informazioni, contribuiranno a mantenere le chat più leggere facendo sparire i messaggi trascorsi 7 giorni dal loro invio. L’eliminazione coinvolgerà anche i file multimediali che saranno visibili solo temporaneamente ma verranno salvati sul telefono solo se sono attive le impostazioni di download automatico

    Stando a quanto riporta il sito WABetainfo, questa particolare funzione potrebbe evolversi molto rapidamente, permettendo alla fine di arrivare alle opzioni di eliminazione con minore lasso temporale, come un giorno o un’ora.

    In arrivo “silenziare per sempre”

    Sempre pronta al cambiamento, per l’applicazione sarebbe in arrivo un’altra interessante caratteristica, quella della possibilità di silenziare per sempre un gruppo (“disattiva sempre”). Mentre fino ad ora ero possibile estenderla solo fino a un anno.

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    Internet

    WhatsApp, Messenger e Instagram saranno una cosa sola

    LE GRANDI MANOVRE sono iniziate. WhatsApp, Messenger e Instagram saranno una cosa sola. Alla fine, ne uscirà una superchat che mette insieme miliardi di utenti. Considerando i 2,5 miliardi di account attivi su Facebook allo scorso aprile, i 2 su WhatsApp e il miliardo e 300 milioni su Messenger, si arriva sommando oltre i 5 miliardi. Ovviamente ciascuno di noi dispone di più profili e iscrizioni. In molti casi anche su tutte e tre le piattaforme, per cui la cifra è da rivedere al ribasso. Ma si muove comunque su quegli sconvolgenti ordini di grandezza. Cina esclusa, diventerà il canale integrato su cui il mondo comunica, anche considerando l’aria pesante che tira su TimTok.

    Comunicazione “cross-social”

    Menlo Park ha cominciato i lavori sul sistema di comunicazione “cross-social” annunciato ormai diverso tempo fa, all’inizio dello scorso anno. Quando Mark Zuckerberg ha annunciato che il futuro dei suoi prodotti sarebbe stato intimo, privato. E inoltre che i social sarebbero progressivamente passati da piazze virtuali a luoghi più ristretti. Ma non prima del 2020: adesso, dunque, ci siamo.

    Non è un caso che negli ultimi mesi siano arrivati diversi aggiornamenti per i gruppi e siano state lanciate, di recente, le Stanze. I lockdown in giro per il mondo, pur nella sbornia da dirette, hanno accelerato d’altro canto anche la necessità di canali paralleli per comunicare fra le persone in modo sicuro e meno caotico. Le prime tracce le ha scoperte lo sviluppatore italiano Alessandro Paluzzi che ha individuato alcuni dettagli nascosti tra i codici di programmazione delle versioni beta delle tre app destinate a fondersi, almeno per quel che riguarda la messaggistica

    WhatsApp, Messenger e Instagram saranno una cosa sola

    In una serie di tweet Paluzzi ha infatti diffuso alcune schermate in cui sono visibili alcune sezioni delle applicazioni.
    Per esempio fra le impostazioni personali su Instagram si legge una voce, “Get Messenger in Instagram”, cioè “Ottieni Messenger su Instagram”, modificato anche in “Update Messaging” col logo di Messenger. Questo lascia immaginare la possibilità di chattare senza soluzione di continuità saltando fra i due programmi. Come d’altronde conferma anche un’altra schermata di introduzione dedicata agli utenti: “There’s a new way to message on Instagram”. Inoltro dei messaggi, sticker, reaction: non dovrebbe mancare nulla, l’esperienza dovrebbe cioè farsi sempre più simile da una parte e dall’altra. Secondo uno schema che lascerà le app autonome per le loro funzionalità distintive ma le collegherà in modo sempre più stretto sotto il fronte della comunicazione fra utenti. D’altronde già da tempo Menlo Park non comunica più in modo granulare i dati degli utenti attivi, limitandosi a illustrare l’audience complessiva sui suoi prodotti. Stesso discorso su Messenger: si vede la schermata attraverso cui gli utenti saranno informati di poter parlare con quelli di Instagram.

    Un database condiviso

    Non solo. Il sistema potrebbe anche consentire di recuperare i post condivisi attraverso le due chat, per ripubblicarli in qualche modo indifferentemente su Facebook o Instagram. Ma è una strada su cui al momento non ci sono neanche indizi. Altri segnali dell’integrazione arrivano anche da WhatsApp: se già da qualche settimana, fra i comandi relativi agli allegati, è possibile saltare su Messenger e avviare una Stanza per chattare fino a 50 utenti, sempre lo sviluppatore italiano e WABetaInfo hanno invece scoperto come Facebook stia approntando i sistemi per consentire di chiacchierare anche fra la chat più usata del mondo e la piattaforma madre. Per esempio costruendo un database condiviso. Quest’ultimo dovrà orchestrare e allineare le funzionalità di WhatsApp (se un contatto è bloccato, se una conversazione è stata archiviata, se le notifiche push sono attive e così via) su Messenger. Di nuovo, per chattare senza salti e soste.

    La promessa “infranta”

    Sono passati diversi anni dalle acquisizioni delle altre app. Forse pochi lo ricordano, ma né l’app videofotografica né la chat sono nate in seno al colosso californiano. Servivano affinché la promessa di Zuckerberg, quella di non integrare mai i servizi che man mano ha comprato, cioè Instagram nel 2012 per un miliardo di dollari, un vero affare, e WhatsApp nel 2014 per 19 miliardi, potesse essere infranta. Alla fine proprio questo sta avvenendo. Accompagnando in fondo anche un’esperienza d’uso che gli stessi utenti sperimentano ogni giorno. A chi non è capitato di iniziare una conversazione da una parte e proseguirla dall’altra, tornando poi dove era iniziata?

    Il piano di Facebook va in quella direzione, per rendere più semplice questi salti ma soprattutto per svincolare la comunicazione dalla necessità di doversi iscrivere a tutti i social. Per fare in modo che un’app si tenga sull’altra (anche in termini di utenza attiva e di engagement), facendo in modo che un utente più giovane su Instagram, che magari non dispone di un account Facebook o non lo usa mai, possa comunque chattare su quella piattaforma e viceversa.