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Super Green Pass: VerificaC19 si aggiorna

Nell’articolo vedremo le novità introdotte nell’applicazione Verifica C19 con l’arrivo del nuovo Super Green Pass.

A partire dal 6 novembre 2021 il Green Pass verrà rafforzato. Queste sono le ultime normative decise dal Governo per evitare la temuta quarta ondata di contagi da Coronavirus. Se ti stai chiedendo come fare per verificare la validità dei nuovi Super Green Pass ti rassicuro subito! Per allinearsi alle nuove misure anche l’applicazione Verifica C19 si aggiorna.

Aggiornamento di VerificaC19

Innanzitutto se ancora non possiedi l’applicazione ti consiglio di visitare questo link per poterla installare. Se ti trovi su Iphone visita l’App Store e scarica Verifica C19. Dal momento che hai appena scaricato l’app avrai già l’ultima versione!

installazione verifica c19 per controllo green pass

Invece, se possiedi già Verifica C19, per poterla aggiornare è necessario andare su Play Store (per Android) o su App Store (per iOS) e cliccare sull’opzione “aggiorna”.

Funzionalità dell’applicazione

VerificaC19 è l’applicazione messa in campo dal Governo per poter verificare la validità e l’autenticità del Green Pass. L’app è conforme al modello europeo ed è l’unica ufficiale e su cui bisogna fare affidamento. Tra i vantaggi di questa applicazione rientrano la possibilità di utilizzarla senza una connessione internet e senza memorizzare i dati dei soggetti a cui viene controllata la certificazione. Inoltre è possibile ottenerla gratuitamente.

Il suo funzionamento è molto semplice: basta inquadrare il QR code presente sul Green Pass e immediatamente conferma la validità!

validità

Novità della nuova versione

Grazie a questa nuova versione ora sarà possibile decidere la tipologia di verifica: BASE oppure RAFFORZATA. La certificazione verde definita base è quella rilasciata per l’esecuzione dei tamponi, mentre quella rafforzata è disponibile solo dopo la somministrazione del vaccino o, in alternativa, a chi è guarito dal Covid-19.

applicazione verifica c19 per green pass

Per poter eseguire la validazione sarà necessario cliccare nella home di VerificaC19 su “SCEGLI LA TIPOLOGIA DI VERIFICA“, si aprirà una tendina nella quale potrai scegliere la tipologia di verifica. A quel punto potrai selezionare “SCANSIONA IL QR CODE” e inquadrare la certificazione. Nel caso in cui si voglia scansionare il QR code senza aver deciso la modalità, si aprirà un messaggio di errore.

tipologia green pass di verifica c19

Ora hai tutte le informazioni necessarie per poter verificare i Super Green Pass! Visita questo articolo se vuoi sapere dove poter salvare il Green Pass.

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Formazione, Hardware, Smart working

2020-2021: l’anno d’oro dei notebook

Chi dava per morto il Pc dieci anni fa si sbagliava, e di grosso. Il 2020-2021 è stato l’anno d’oro dei notebook. Il mercato dei Pc è tornato a crescere dopo un decennio in calo, grazie alla pandemia che ha chiuso in casa milioni di persone a causa del lockdown.

Se c’è un dato che può ben fotografare cosa sia stato un anno di pandemia, questo è il numero di notebook venduti dal primo trimestre 2021 a questa parte. Vede vendite in crescita di oltre l’80%, con HP, Apple, Acer e Chrome OS ad ottenere i risultati migliori anno su anno. Secondo stime di Canalysle vendite di Pc hanno raggiunto 297 milioni di unità nel 2020, in aumento dell’11% rispetto al 2019. Secondo IDC la crescita è stata di vendite annua è stata del 13,1%, con Gartner a certificare l’anno d’oro dei notebook nel 2020-2021, il migliore dal 2010 a oggi.

notebook lenovo

Il ruolo della pandemia

In tempi di pandemia, l’isolamento e i lockdown del resto, non potevano che portare gli utenti online. I numeri risultanti ad un anno di distanza sono il segno di un mercato che, pur stagnante fino a un anno fa, ora vive una nuova improvvisa ed inattesa rinascita. Jitesh Ubrani, research manager per Mobile Device Trackers di IDC, ha affermato: “La domanda non soddisfatta dello scorso anno è proseguita nel primo trimestre, a cui si è aggiunta quella causata dalla pandemia, tale da generare elevati volumi di vendita. Inoltre l’ultimo report della società di analisi Idc, riporta come, in questa prima parte dell’anno, siano stati spediti 83.981 milioni di dispositivi. Un netto balzo in avanti in confronto ai 54.123 del primo trimestre 2020.

Notebook 4g e 5g

Le vendite globali di Pc muniti di connessione 4G e 5G è aumentata del 70% nel 2020, superando quota 10 milioni di unità. Un trend di crescita alimentato dalla sviluppo di massa dello smart working e della chiusura degli uffici. Condizione questa che ha costretto milioni di persone a lavorare da casa.

Lo rende noto la società Strategy Analytics, che ha analizzato il mercato globale evidenziando che il Nord America ha rappresentato circa la metà delle vendite di Pc 3G, 4G e 5G venduti lo scorso anno, a fronte di Europa e Asia-Pacifico che insieme rappresentano il 45% del mercato.

Lenovo miglior venditore

A festeggiare maggiormente per questa crescita sono nomi quali HP, Apple, Acer e altri ancora. Tutti depositari di una crescita stimata tra il 90 ed il 100% rispetto al Q1 2020. Dell è l’unico elemento del gruppo che non riesce a raggiungere performance in linea con il mercato, fermandosi ad un comunque lusinghiero +37%. Lenovo, numero uno del comparto, passa da 8,9 a 16,3 milioni di unità vendute nel trimestre, con un trend relativo pari a +84%.

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Applicazioni, Sicurezza informatica, Software

Google annuncia: contact tracing, bug risolto

Non è questa la prima vulnerabilità scoperta e con ogni probabilità non sarà l’ultima. Si tratta di una dinamica normale di correzione, nella quale l’aspetto più importante è la trasparenza delle operazioni e la rapidità nel rilascio di correttivi. Il colosso di Mountain View ha fatto luce sulla faccenda tramite un portavoce sulla nuova vulnerabilità scoperta nella piattaforma Apple/Google per il contact tracing, sistema che in una prima fase si ipotizzava avrebbe potuto dare una mano nella lotta al Covid-19. Bug risolto quindi. Inoltre Google chiarisce che la realtà è stata differente per molti motivi, ma questo non autorizza a speculazioni attorno ad un normale processo di scoperta delle vulnerabilità e correzione delle stesse, come avviene per ogni software e ogni piattaforma digitale esistente. Ecco perché sono importanti le rassicurazioni che Google ha fornito a stretto giro di posta, allontanando ogni timore (per chi usa Immuni) ed ogni sospetto (per chi lo avversa). La privacy quindi resta al sicuro, e il contact tracing rimane lo strumento più efficace nella lotta al Covid.

Contact racing

Google spiega la vulnerabilità

Così spiega un portavoce Google in una nota:

nota google bug risolto

Bug risolto quindi e timori fugati, insomma. Apple e Google non hanno accesso ad informazioni personali per quanto riguarda il sistema del contact tracing, anche perché in caso contrario toccherebbe al Garante Privacy intervenire.

Il flop di Immuni

L’applicazione ideata per controllare e contrastare il contagio da Covid-19 sembra ormai esser stata gettata nel dimenticatoio. Oggi Immuni è stato scaricato da poco più di 10 milioni di utenti. Anche in questo caso, molto probabilmente, il numero è notevolmente sceso. Il suo ritmo di crescita è ormai del tutto blando e non è chiaro quante siano le installazioni attive. Dal lancio ufficiale di Immuni, il primo giugno 2020, i download dell’applicazione non hanno mai raggiunto livelli così irrisori. Quel che è noto è che gli utenti che segnalano la propria positività quotidianamente sono raramente oltre il centinaio e le notifiche inviate sono ancora di meno (complessivamente si stanno avvicinando alle 100 mila dall’inizio delle attività ad oggi): segno di un sistema che, pur potenzialmente valido, si è ormai completamente sgonfiato di utilità

Eppure, sebbene il suo insuccesso, l’app Immuni fa ancora parte delle misure di prevenzione anti-Covid. Cosi si legge nel decreto della presidenza del Consiglio dei ministri.

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Maps Covi19
Formazione

Google Maps e i focolai Covid-19

L’aggiornamento è atteso nei prossimi giorni: sarà attivo su tutte le mappe dei 220 Paesi coperti dal servizio di Google

“Se la tua zona è interessata dal COVID-19, puoi utilizzare Google Maps per ottenere informazioni pertinenti sui luoghi coinvolti”

by Google

‘Big G’, come al solito , ha deciso di intervenire in prima linea nelle problematiche più attuali, come nella lotta al coronavirus.

Come funzionerà il servizio

Ci aspettiamo a breve l’aggiornamento: sarà possibile osservare i territori coperti da Maps e vedere il numero di casi di Covid-19 per l’aerea che si sta guardando con una codifica a colori.

Si partirà con l’indicazione, da parte di Maps, della media di casi per area su tutte le mappe dei 220 Paesi coperti dal servizio di Google. Il livello da selezionare manualmente, dal menu di scelta, sarà ‘COVID-19 info’.

Google Mapsv mostrerà una media negli ultimi 7 giorni di nuovi casi Covid ogni 100 mila persone per l’area della mappa che si sta osservando, e con un alert che indica se i casi sono in crescita o in diminuzione.

La scala dei colori partirà da grigio (zero casi) e passerà per il giallo (da 1 a 10 casi), arancione (10-20), arancione scuro (20-30), rosso (30-40), rosso scuro (oltre 40).

Immuni ha generato grande polemica nel nostro Paese relativamente alla privacy e ai dati sensibili e alla geolocalizzazione. Per quel che riguarda la funzione di Maps, i dati raccolti e usati da Google per i nuovi dettagli sui casi Covid-19 arriveranno dalle autorità nazionali e internazionali preposte a fornire tali informazioni, che già concorrono a dare indicazioni sulla pandemia tramite Google Search.

Praticamente , i dati saranno quelli dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, dei ministeri della Sanità, delle agenzie sanitarie locali e degli ospedali: in sostanza, quelli del bollettino quotidiano che viene lanciato da marzo. Google indica tra le fonti anche Wikipedia che, per l’Italia, prende le informazioni sulla pandemia dal portale gestito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Dipartimento della Protezione Civile.

Formazione

Apple e Google: insieme per il COVID19

Diversamente dall’Italia, che Immuni come App , gli altri governi non dovranno sviluppare applicazioni per farlo, e potranno fare affidamento direttamente su iOS e Android

Su iOS, il sistema operativo degli iPhone, la novità è disponibile da qualche giorno grazie all’aggiornamento alla versione 13.7, mentre per gli smartphone Android sarà necessario attendere gli aggiornamenti che Google metterà a disposizione per le edizioni dalla 6 in poi nelle prossime settimane.
Infatti Apple e Google hanno aggiunto una nuova funzione ai sistemi operativi dei loro smartphones , che consente alle autorità sanitarie di effettuare il tracciamento dei contatti per contenere la diffusione del coronavirus senza la necessità di un’applicazione dedicata.

Una semplificazione per il tracciamento delle eventuali esposizioni al coronavirus, ma non si sostituirà alle app già esistenti come Immuni in Italia che è stata tra i primi a sviluppare un’applicazione dedicata, proprio basandosi sulle risorse messe a disposizione da Apple e Google, e continuerà a utilizzare Immuni per rilevare e tracciare eventuali esposizioni: l’applicazione continuerà quindi a essere disponibile su AppStore e Google Play, e ne è raccomandato il download dal ministero della Salute e dalle altre istituzioni sanitarie.

Nella fase clou della pandemia in diversi paesi, una insolita e rarissima collaborazione tra Apple e Android era stata annunciata lo scorso aprile, per realizzare un sistema condiviso di tracciamento dei contatti (“contact tracing”) in grado di far dialogare tra loro gli iPhone e gli smartphone Android.
Un progetto, piuttosto ambizioso, era stato portato avanti rapidamente offrendo ai governi strumenti e risorse per realizzare proprie applicazioni in grado di fornire notifiche agli utenti nel caso di un prolungato contatto con un contagiato (di solito più di 15 minuti).

Il sistema basato sul Bluetooth ha reso possibile la nascita di alcune applicazioni gestite a livello nazionale dai governi, come Immuni in Italia. È evidente però che la soluzione funziona solo se impiegata su un numero adeguato di smartphone, ulteriore “bug” è la non compatibilità con altre app di altri paesi.
In sostanza un italiano con Immuni che va fuori dall’Italia, non scambia dati con altre app sviluppate nel paese di destinazione; senza contare che per mancanza di risorse o di infrastrutture sufficienti, molti governi faticano a realizzare proprie applicazioni basate sul sistema fornito da Apple e Google.

Appena 6 stati su 50 , negli Stati Uniti, hanno realizzato una propria applicazione per il tracciamento dei contagi, causa il non coordinamento tra le varie entità statali. In altre nazioni organizzate con un assetto federale si sono verificati problemi simili, rendendo poco utili le soluzioni per il tracciamento dei contatti con gli smartphone.

Quindi grazie ad un aggiornamento del sistema Apple e Google hanno quindi lavorato per consentire la rilevazione di eventuali esposizioni al coronavirus senza avere la necessità di produrre da zero un’applicazione basata sulle risorse fornite dai loro sistemi operativi.

L’attivazione di questa funzionalità è opzionale ed ogni utente sarà libero di attivarla o meno. Le autorità sanitarie dei singoli paesi dovranno comunque fornire informazioni su cosa fare nel caso in cui sia rilevata un’esposizione, in modo che queste siano mostrate agli utenti interessati.

Tutto questo sforzo di Apple a Android per rendere più diffusa la soluzione migliorando la qualità del tracciamento dei contatti e rendendo anche possibile la rilevazione delle esposizioni tra paesi diversi, o stati di una stessa federazione come nel caso degli Stati Uniti. E proprio l’impiego tra gli statunitensi del nuovo aggiornamento dovrebbe fornire nei prossimi mesi qualche indicazione sull’efficacia della soluzione proposta da Apple e Google.

Nel caso di Apple, l’intera soluzione è gestita direttamente all’interno di iOS e senza dover scaricare un’applicazione, su Android è previsto invece un passaggio intermedio: Google realizzerà, con il permesso delle autorità sanitarie dei singoli paesi, un’applicazione da aggiungere al proprio smartphone tramite lo store di Google Play per rendere attiva la nuova opzione.