Author: Marco De Giuli

Creative

Utilizza un video come sfondo del desktop

Se la foto come sfondo del monitor ha perso il suo fascino, è possibile sostituirla anche con un video

Utilizzando il programma gratuito VLC (un media player gratuito dotato di molte funzioni, alcune delle quali nascoste), disponibile qui, possiamo impostare il nostro video da utlizzare come sfondo. Dopo averlo scaricato e installato, avviamo il filmato desiderato dal menu “Media/Apri file“. Successivamente, disattiviamo la traccia audio premendo su “Audio”, poi su “Traccia Audio” e infine su “Disabilita”.

Nella parte inferiore, selezioniamo “Ciclo uno” (ripeti il video all’infinito), che è il penultimo tasto da sinistra verso destra. Poi, premiamo in alto sul menu “Video” e scegliamo “Imposta come wallpaper”. Ora, il video prescelto sarà mostrato a schermo intero come sfondo di Windows (sia per Windows 10 che per Windows 11), mantenendo la barra delle applicazioni visibile.

Video come sfondo

Nel caso contrario, è possibile risolvere premendo il tasto Win sulla tastiera: clicchiamo con il tasto destro del mouse sulla barra delle applicazioni, selezioniamo “Impostazioni della barra delle applicazioni” e chiudiamo la finestra. Ricordiamo che è possibile richiamare le applicazioni e le finestre aperte anche con la combinazione Alt + Tab, mantenendo la riproduzione del video come sfondo.

Aspetti negativi

Tuttavia, è importante considerare alcuni aspetti negativi. L’utilizzo di un filmato come sfondo del desktop può, in alcuni casi, risultare distraente. Movimenti troppo evidenti o transizioni troppo frequenti potrebbero interferire con la concentrazione durante compiti che richiedono attenzione approfondita.

Inoltre, la ripetizione continua di un filmato potrebbe portare a una sorta di stanchezza visiva nel tempo, riducendo l’efficacia dell’elemento di personalizzazione. Alcuni utenti potrebbero preferire un ambiente desktop più semplice e pulito per favorire la concentrazione.

In conclusione, l’inserimento di un filmato come sfondo del desktop è una scelta soggettiva e dipende dalle preferenze personali di ciascun utente. Bilanciare l’aspetto estetico con la funzionalità e la capacità di concentrarsi è cruciale per sfruttare al meglio questa opzione di personalizzazione.

    Contattaci subito

    LEGGI ANCHE:

    Applicazioni

    Effettua scansioni con il tuo smartphone

    Attraverso l’utilizzo della fotocamera integrata negli smartphone e l’applicazione Google Drive, disponibile sulla maggior parte dei dispositivi, sarà possibile eseguire le scansioni di documenti di varia natura.

    Attraverso la fotocamera integrata nei nostri smartphone, è possibile effettuare diverse operazioni utili. Ad esempio, è possibile acquisire codici a barre, noti come QR Code, che consentono di aprire pagine Internet o individuare testi e numeri di telefono. Tuttavia, la stessa fotocamera può essere impiegata per effettuare scansioni di documenti e salvarli in formato PDF.

    Questo processo può essere realizzato mediante varie app disponibili su Google Play e App Store, oppure sfruttando applicazioni preinstallate come Google Drive su tutti i dispositivi. Quest’ultima non solo consente di archiviare online foto e documenti, ma permette anche di catturare documenti di testo, ottimizzarli graficamente e salvarli in formato PDF. Nel caso di documenti fronte-retro, dopo aver acquisito e sistemato graficamente la prima pagina, è sufficiente toccare il simbolo “+” per catturare la seconda facciata. Al termine del processo, il documento può essere salvato in formato PDF e archiviato nel cloud, con la possibilità di accedervi anche da un computer.

    Applicazioni ad hoc

    Per la maggior parte delle scansioni, Google Drive rappresenta una soluzione efficace. Tuttavia, esistono app a pagamento che offrono funzioni avanzate particolarmente utili, come nel caso di Adobe Scan, un’app dedicata alla scansione di documenti, anche multipagina. Dopo la registrazione, che può avvenire tramite account Google o Facebook, è possibile selezionare il tipo di scansione desiderato. Inoltre, l’app offre la possibilità di attivare il riconoscimento ottico dei caratteri (OCR), consentendo di estrarre il testo dalle scansioni. Questa funzionalità è utile per salvare dati da biglietti da visita nella rubrica o per catturare testi da documenti cartacei.

    Adobe Scan permette anche le scansioni di interi libri pagina dopo pagina, ad esempio, di testi presi in prestito in biblioteca. Tuttavia, è importante sottolineare che la scansione completa di contenuti di testi commerciali non è legale, a meno che non sia per uso personale. Il sistema di riconoscimento ottico dei caratteri di Adobe è notevolmente preciso, specialmente con immagini di buona qualità, anche se è consigliabile controllare attentamente il testo, poiché possono verificarsi alcune sviste. Nel caso di utilizzo dello smartphone per archiviare ricevute, scontrini e altri documenti cartacei, è utile ricordare l’esistenza di Google Keep, un’app completamente gratuita che consente la sincronizzazione su computer e altri dispositivi, incluso iOS.

    Guida

    Google Drive

    app google drive

    La maggior parte degli smartphone Android ha già preinstallato Google Drive, l’applicazione che gestisce i documenti nel cloud di Google, come app predefinita. Nel caso in cui non fosse presente, è sempre possibile scaricarla gratuitamente dal Play Store.

    Una volta installata, non è necessario registrarsi, poiché l’app utilizza automaticamente il nostro account Google associato al dispositivo. Questo ci consente di visualizzare i documenti presenti nel cloud. Prima di effettuare una nuova scansione, è necessario toccare il pulsante “+” situato in basso a destra. Nella finestra che si aprirà, dovremo selezionare l’opzione “Scansiona”.

    Questa finestra è la stessa che consente di caricare un documento esistente, inserire un nuovo documento di testo, un foglio di calcolo o una presentazione.

    Inquadra il documento

    inquadra google frive

    Dopo aver toccato “Scansiona”, si aprirà la finestra della fotocamera, consentendoci di inquadrare il documento che desideriamo scannerizzare. Le impostazioni della fotocamera possono variare a seconda del modello di smartphone in nostro possesso.

    Ad esempio, nel nostro caso, è possibile regolare lo zoom e scegliere tra la fotocamera posteriore (impostata di default in modalità standard) e quella anteriore.

    Anche se l’app, come vedremo nel terzo punto, offre la possibilità di ottimizzare e modificare l’immagine, è consigliabile avere un documento ben illuminato e posizionare la fotocamera alla giusta distanza. Questo garantirà una messa a fuoco nitida del testo e impedirà di appiattirlo visivamente.

    Salva il documento

    salva documento

    Una volta confermato lo scatto, se non siamo convinti, possiamo semplicemente rifarlo e si aprirà la finestra delle impostazioni. Qui avremo diverse opzioni, come il ritaglio dell’immagine utilizzando righelli con il cursore per salvare solo la zona di interesse. Possiamo anche decidere se visualizzare l’immagine in bianco e nero, con i colori originali o con quelli personalizzati.

    Prima di toccare “Salva”, possiamo modificare l’orientamento del documento, creare il documento PDF o aggiungere un’altra scansione per ottenere il fronte e retro. È possibile inserire un numero indefinito di altre pagine, che saranno raccolte nel documento PDF. Questo consente di scannerizzare un intero volume di testo, che verrà visualizzato come PDF. Il documento sarà caricato nel cloud con il nome “Digitalizzato” seguito dalla data e dall’ora.

    A questo punto, possiamo evidenziare il testo con un evidenziatore colorato, scaricare il documento sullo smartphone o sul computer, rinominarlo e condividerlo con i contatti. È anche possibile creare un link per condividere il documento tramite chat o email. Infine, se disponiamo di una stampante Wi-Fi, possiamo decidere di stampare il documento.

    L’utilizzo di Google Drive è particolarmente comodo perché, non essendo un’app commerciale, non contiene pubblicità e non richiede abbonamenti continui. Inoltre, nella maggior parte dei casi, è già installato sui dispositivi Android. Questo evita di installare nuove app, che potrebbero rallentare lo smartphone e consumare spazio. Tuttavia, se abbiamo esigenze specifiche come il riconoscimento del testo, consigliamo di utilizzare Adobe Scan.

    Adobe scanner

    Tra i nostri lettori, molti conoscono la software house Adobe per la creazione del rinomato programma di grafica Photoshop e per l’ideazione del formato di documento multi-piattaforma PDF, insieme al software Acrobat per la sua gestione. Tuttavia, Adobe è un vero gigante nel campo della grafica e ha recentemente investito significativamente nel cloud e nell’Intelligenza Artificiale.

    adobe scan

    Un’app particolarmente interessante di Adobe è Adobe Scan, progettata per catturare contenuti da vari supporti visivi come lavagne, libri, documenti, carte d’identità e biglietti da visita. L’app automaticamente inquadra i bordi e ottimizza l’immagine. È possibile apportare modifiche come regolare la luminosità e applicare filtri alle nostre scansioni. Inoltre, lo strumento Gomma magica consente di eliminare interi blocchi di testo in un secondo momento. Dopo aver salvato l’immagine, è possibile effettuare il riconoscimento del testo e incollarlo direttamente in un documento.

    Adobe Scan è gratuita, a meno che non si vogliano utilizzare funzioni avanzate come il salvataggio del documento nei formati .doc o .xls, la fusione di più file o il riconoscimento di testo su un massimo di 100 pagine contemporaneamente.

    Un’altra app di Adobe, Scanner PDF e OCR, apparentemente simile ad altre disponibili, si distingue per la sua attenzione ai dettagli e la capacità di eseguire il riconoscimento del testo anche in lingua italiana. L’app può riconoscere il testo non solo nelle pagine di documenti standard, ma anche in altri contesti.

      Contattaci subito

      LEGGI ANCHE:

      Sicurezza informatica

      CryptSync: proteggi i tuoi files nel cloud

      Se non abbiamo completa fiducia nel cloud per conservare i nostri documenti più importanti, possiamo utilizzare CryptSync per garantirne la protezione.

      La cosiddetta “nuvola” o cloud, che consiste in un sistema di server su Internet utilizzato per l’archiviazione remota di dati, è una comodità notevole. Essa ci consente di avere una copia sicura dei nostri file accessibile ovunque ci sia una connessione Internet disponibile. Tuttavia, c’è un’altra faccia della medaglia: i file sono in qualche modo nelle “mani” di qualcun altro, o meglio, sui dischi di qualcun altro, e possono essere esposti al pubblico.

      Anche se sono protetti dal nostro account, c’è la possibilità che qualche malintenzionato possa riuscire ad accedervi e sottrarre i file. Benché questa eventualità sia remota, se vogliamo essere più tranquilli, possiamo aggiungere un ulteriore livello di protezione ai sistemi di sicurezza propri del cloud: crittografare i dati prima di salvarli in remoto. In questo modo, anche nel caso in cui qualcuno riuscisse ad accedere al nostro account, non sarebbe comunque in grado di leggere il contenuto dei file criptati.

      Usiamo CryptSync per crittografare i nostri file

      Per garantire la sicurezza dei dati memorizzati nel cloud, possiamo utilizzare l’applicazione open source CryptSync. Questa applicazione si occupa di sincronizzare il contenuto di due cartelle, crittografando quello di una di esse. Può essere impiegata per sincronizzare una cartella locale con una chiavetta USB, oppure con un server locale, o addirittura con un servizio di archiviazione cloud.

      La procedura è semplice: le applicazioni dei servizi cloud creano una cartella sul nostro computer che si sincronizza automaticamente con il servizio di archiviazione remota. Successivamente, creiamo una seconda cartella in cui inseriamo i file originali e configuriamo CryptSync in modo che sincronizzi il contenuto delle due cartelle, crittografando ciò che verrà poi sincronizzato con il cloud. I documenti saranno crittografati e compressi, permettendoci anche di risparmiare un po’ di spazio.

      Per accedere ai file, dovremo utilizzare un programma di gestione dei file compressi, come WinRar o 7-Zip, e inserire la password che abbiamo impostato in CryptSync.

      Guida all’utilizzo

      cryptsync screenshot utilizzo 1
      CryptSync è un’applicazione disponibile gratuitamente. Per ottenerla, accediamo al sito https://bit.ly/ci292_crypt e scarichiamo l’ultima versione disponibile (sia a 32 che a 64 bit), procedendo poi con l’installazione. Dopo l’installazione, avviamo l’applicazione per accedere all’interfaccia di CryptSync e attiviamo l’opzione di avvio automatico con Windows.
      cryptsync screenshot utilizzo 2
      Per avviare la sincronizzazione tra le due cartelle, dalla schermata principale, clicchiamo sul pulsante “New Pair”. Comparirà una nuova finestra dove potremo specificare la cartella originale e quella da crittografare. Per selezionarle, faremo clic sul pulsante con i tre puntini sulla destra.
      cryptsync screenshot utilizzo 3
      Come cartella di destinazione (ovvero quella in cui il contenuto sarà crittografato), selezioniamo una cartella all’interno di quella creata dal nostro servizio cloud. In questo caso, abbiamo scelto di utilizzare il servizio cloud di Microsoft, OneDrive.
      Inseriamo la password che utilizzeremo per accedere ai file crittati. L’opzione “Encrypt Filename” cripta anche i nomi dei file e delle cartelle, ma in questo caso non saremo in grado di riconoscerli se non li apriamo uno per uno. Lasciamo le altre opzioni come sono.
      cryptsync screenshot utilizzo 5
      La sincronizzazione delle cartelle avviene automaticamente ad ogni cambiamento, oppure può essere effettuata manualmente premendo il pulsante “Sync Files”. Nella cartella di destinazione di CryptSync, appariranno i file originali ma saranno crittografati. Per accedervi, sarà necessario utilizzare l’applicazione 7-Zip che puoi scaricare da https://bit.ly/ci292_7zip.
      Aprire i file crittati con 7-Zip ci permetterà di decomprimerli e decifrarli contemporaneamente, inserendo la password precedentemente impostata in CryptSync. In alternativa, possiamo utilizzare altri programmi per la gestione dei file compressi, come ad esempio WinRar che puoi scaricare da https://bit.ly/ci292_rar.

        Contattaci subito

        LEGGI ANCHE:

        Sicurezza informatica

        Dati blindati e al sicuro

        Abbiamo trovato un’applicazione suggerita dal gruppo Anonymous che consente di proteggere i nostri dati personali. Ecco il suo funzionamento.

        In questa guida esamineremo uno strumento, raccomandato dal collettivo Anonymous, che consente di creare file compressi, estrarre documenti da archivi preesistenti, criptare gli archivi per proteggere i dati sensibili e persino suddividere gli archivi in parti più piccole per facilitare la distribuzione. Si tratta di PeaZip, un software che supporta una vasta gamma di formati di compressione, tra cui ZIP, RAR, 7Z e TAR.

        Dati in cassaforte

        PeaZip pone una notevole enfasi sulla sicurezza dei dati durante le operazioni di compressione e decompressione. L’applicazione adotta la crittografia AES-256, uno degli algoritmi di crittografia più sicuri disponibili, per proteggere gli archivi compressi con una password. Ciò significa che solo le persone autorizzate che conoscono la password corretta possono accedere ai dati contenuti nell’archivio. Inoltre, offre la possibilità di verificare l’integrità dei file compressi attraverso l’uso di codici di controllo dell’integrità. Questa funzione è particolarmente utile per assicurarsi che i file compressi non siano stati danneggiati durante il processo di trasferimento o archiviazione. PeaZip supporta anche la cancellazione sicura dei dati, consentendo agli utenti di rimuovere definitivamente i file sensibili dagli archivi compressi. Proviamo subito a utilizzarlo.

        Guida

        guida 1
        Preleviamo lo strumento dal sito https://peazip.github.io/, scarichiamo il pacchetto software adatto al nostro sistema operativo e avviamo l’eseguibile. Successivamente, clicchiamo su “Next” per tre volte, selezioniamo “Installa” e clicchiamo su “Fine”.
        guida 2
        Avviamo “Configure PeaZip” e, prima di cliccare su “Next”, impostiamo la lingua italiana. Proseguiamo la configurazione lasciando le voci così come sono. L’intero processo dura pochi istanti. Al termine, avviamo il programma: troveremo tutte le voci in italiano.
        guida 3
        Dalla schermata principale, navighiamo all’interno del disco del nostro computer e selezioniamo i file che desideriamo comprimere. Dopo averli selezionati, clicchiamo su “Aggiungi” che si trova in alto a sinistra. Nella parte bassa della schermata che verrà aperta, impostiamo la destinazione del nuovo file e scegliamo il tipo di compressione (ZIP, ARC, PEA, TAR, ecc.).
        Possiamo anche richiedere al software di creare un archivio separato per ogni file selezionato, di salvare il nuovo documento nella cartella d’origine, di cancellare i file dopo l’archiviazione e di inviare automaticamente lo ZIP via email al termine. Possiamo configurare tutte queste opzioni in base alle nostre preferenze, basta spuntare le caselle corrispondenti.
        Clicchiamo su “Password/keyfile”. Inseriamo un codice nella casella “Password” e confermiamolo. Successivamente, clicchiamo su “File-chiave” e selezioniamo un file che abbiamo creato in precedenza (per esempio, un file di testo che contiene un codice segreto).
        Esattamente, per aprire l’archivio, chi riceverà il file dovrà inserire la password scelta o selezionare il file chiave (che, naturalmente, dovrà essere inviato separatamente). Questa doppia protezione garantirà un livello superiore di sicurezza durante lo scambio o la conservazione di documenti e file.
        Per aprire il file zippato inseriamo quindi la password e contemporaneamente scegliamo il file con all’interno la nostra pass, questo perché come dicevamo abbiamo una doppia protezione.
        Ed ecco il nostro file crittografato!

          Contattaci subito

          LEGGI ANCHE:

          Formazione

          Google: ottenere risultati migliori in meno tempo

          Google è un efficace motore di ricerca che si distingue per la sua potenza e facilità d’uso. Tuttavia, utilizzando alcune strategie, è possibile migliorare ulteriormente i risultati in modo più rapido

          Nel 1998, al momento della sua fondazione, Google si differenziò dai concorrenti dell’epoca grazie alla sua interfaccia essenziale, alla sua sorprendente facilità d’uso e alla sua abilità nel fornire immediatamente i risultati desiderati. Nel corso degli anni, sono state introdotte nuove funzionalità e apportate modifiche agli algoritmi, ma quella semplicità originaria è rimasta intatta. Nonostante l’interfaccia basilare, non mancano le opzioni: alcune funzioni meno conosciute possono rendere le ricerche su Google ancora più efficaci.

          Ordiniamo i risultati per data

          È comune finire per essere tratti in inganno da informazioni datate, spesso anche di molti anni fa. Quante volte ci è capitato di cercare una notizia, condividerla con gli amici, e solo successivamente scoprire che si trattava di notizie ormai obsolete? Dopo aver effettuato una ricerca su Google, notiamo diverse opzioni sotto la barra di ricerca, tra cui ‘Strumenti’.

          Cliccando su di essa, abbiamo la possibilità di limitare la ricerca ai siti italiani, ma anche di specificare di cercare solo informazioni pubblicate dopo una determinata data o in un intervallo temporale specifico. In alternativa, possiamo utilizzare la barra di comando, utilizzando ‘before:<data>’ o ‘after:<data>’ per cercare rispettivamente risultati precedenti o successivi a una data specifica. Ad esempio, scrivendo ‘il miglior smartphone 5G after:2023’ tra virgolette doppie, otterremo solo risultati pubblicati dal 2023 in poi.

          Le ‘virgolette’

          Spesso, ci troviamo a dover esplorare tra i risultati per individuare quello più pertinente tra le diverse opzioni. Un metodo per ottimizzare la ricerca è l’uso delle virgolette. Ad esempio, se stiamo cercando una specifica opzione per Windows 10, come l’attivazione del backup, inseriamo questa frase tra virgolette. La query, ovvero il testo che inseriamo in Google, ‘come si fa il backup in Windows 10′, restituirà risultati anche per versioni precedenti di Windows.

          backup windows 10

          Ma se la modifichiamo in ‘come si fa il backup in “Windows 10”‘, restringeremo notevolmente il campo. Questa caratteristica si rivela preziosa anche per frasi lunghe, come le citazioni di personaggi celebri.

          Usiamo gli operatori booleani

          Gli operatori booleani sono stati utilizzati sin dagli esordi dei primi motori di ricerca, ma non tutti conoscono il loro utilizzo. Se non sei familiare con il concetto degli operatori booleani, non preoccuparti, è un concetto molto semplice. Fondamentalmente, ci sono due operatori principali in Google: AND e NOT.

          Ad esempio, se cerchiamo ‘programma di editing immagini “windows 10” AND “Linux”’, otterremo risultati che includono i termini ‘editor di immagini’, ‘windows 10’ e ‘Linux’. Al contrario, ‘programma di editing immagini “windows 10” NOT “Linux”’ escluderà dai risultati tutte le pagine che contengono il termine ‘Linux’.

          Ricerca specifica dentro un sito x

          Esistono alcuni siti vasti, colmi di informazioni e non sempre organizzati in modo chiaro. In queste situazioni, individuare un contenuto specifico attraverso la navigazione nei menu può richiedere molto tempo. Un trucco per trovare rapidamente ciò che cerchiamo è limitare la nostra ricerca a un singolo sito, utilizzando il comando ‘site:’.

          ricerca sito

          Ad esempio, inserendo la frase ‘backup windows 10 site:www.enjoysystem.it‘, troveremo tutti gli articoli sul backup di Windows 10 pubblicati sul sito di enjoy system.

          Scopri da dove viene un immagine

          Sia su internet che sui social media, è diffuso il fenomeno delle notizie false e delle immagini manipolate. Succede spesso di imbattersi in messaggi indignati riguardanti immagini legate a eventi molto discussi come alluvioni, terremoti, pandemie o guerre, che però sono completamente fuori contesto.

          immagine

          Per evitare di essere ingannati, possiamo utilizzare un trucchetto: carichiamo l’immagine in questione su Google Immagini e osserviamo i risultati che otteniamo. Questo ci permetterà di scoprire facilmente l’origine dell’immagine e quando è stata utilizzata per la prima volta. È una tecnica ampiamente adottata anche dai debunker per individuare e svelare le notizie false.

          Usiamo gli Strumenti

          Le voci del menu ‘Strumenti’ sono dipendenti dal contesto e variano a seconda della ricerca effettuata. Come abbiamo visto precedentemente, possiamo utilizzarlo per limitare la ricerca a date specifiche, ma le opzioni disponibili sono molteplici. Quando effettuiamo una ricerca per immagini, ad esempio, oltre alla data, abbiamo la possibilità di specificare la dimensione (piccola, media, grande o dimensioni personalizzate) e di selezionare immagini con licenza Creative Commons. Questo ci consente di riutilizzarle senza violare i diritti d’autore, sia sul nostro sito che a fini personali.

          Funzioni avanzate per la ricerca

          Google funge in pratica come un sistema operativo a sé stante, con le sue applicazioni. Considerando che probabilmente avremo sempre una finestra del browser aperta, ha senso sfruttarlo anche per altre attività. Ad esempio, se dobbiamo effettuare dei calcoli, perché utilizzare una calcolatrice? Basta inserire le operazioni da svolgere nella barra di ricerca per ottenere il risultato. Non sarà nemmeno necessario premere Invio: man mano che digitiamo, vedremo il risultato dell’operazione.

          ricerca avanzata

          Inoltre, può svolgere molte altre funzioni, come la conversione di valute o unità di misura. Alcuni esempi pratici di comandi potrebbero essere ’15 cm in inches’ per convertire da centimetri a pollici, oppure ’10 celsius in fahrenheit’ per convertire da gradi centigradi a Fahrenheit. Naturalmente, possiamo fare lo stesso tipo di conversioni anche con le valute, come ad esempio ‘100 dollari in euro’ per sapere quanti euro corrispondono a 100 dollari.

          L’IA Bard

          A luglio, Google ha introdotto in Italia Bard, il suo sistema di chat basato su Intelligenza Artificiale, il corrispettivo di Google di ChatGPT ma con la capacità di effettuare ricerche online, simile a Bing Chat che l’ha preceduto di alcune settimane. L’utilizzo è molto simile a quello di ChatGPT e possiamo interagire con esso come se stessimo parlando con una persona. Ad esempio, possiamo scrivere ‘trovami il volo più conveniente da Milano a New York nella prima settimana di agosto’. Inoltre, possiamo chiedere ‘come funziona un digital twin’ o addirittura richiedere ‘scrivimi un racconto nello stile di Umberto Eco’. Se non abbiamo voglia di scrivere, possiamo anche limitarci a parlare cliccando sull’icona del microfono.

          bard

          A differenza di Bing Chat, Bard ha un’interfaccia più pulita e non ci sommerge di pubblicità. Tuttavia, manca il fatto che le risposte di Bard non includano link di riferimento, che potrebbero essere utili per approfondire o verificare l’accuratezza delle informazioni fornite. È importante ricordare che, come con ChatGPT, è sempre meglio non fidarsi ciecamente delle risposte e verificarle sempre. Le Intelligenze Artificiali sono strumenti molto utili, ma ancora in fase di sviluppo: sono efficaci nel manipolare e elaborare testi, ma possono commettere errori e talvolta addirittura inventare informazioni. Gli ingegneri che lavorano su questi modelli li definiscono ‘allucinazioni‘. Questo è un problema con cui dovremo convivere ancora probabilmente per un po’ di tempo.

            Contattaci subito

            LEGGI ANCHE:

            Formazione

            UaniaBox, unire più connessioni per navigare alla massima velocità

            Vi spieghiamo cos’è UaniaBox, frutto del lavoro di una start up innovativa nata nel 2019

            Un po’ di tempo fa abbiamo compiuto un gesto audace, una mossa chiamata Starlink. Motivati dalla curiosità di provare la connessione satellitare di Elon Musk, abbiamo optato per l’abbonamento, ordinato il kit e installato la parabola in una zona aperta per verificare se avrebbe davvero rivoluzionato il nostro modo di connetterci a Internet. E così è stato. Starlink offre una velocità media di 150 Mbps. Tuttavia, il problema risiede nella stabilità. Starlink tende a presentare occasionali micro-interruzioni, che durano pochissimi secondi e si verificano con frequenza variabile (parliamo di 2/3 secondi ogni 3-5 ore), a volte impedendoci di giocare online o di effettuare videochiamate in modo fluido.

            Abbiamo quindi optato per mantenere entrambe le connessioni, sia l’ADSL che Starlink. Tuttavia, ci siamo chiesti se ci fosse un modo di combinare e utilizzare contemporaneamente entrambe, magari per aumentare ulteriormente la velocità di download. È così che abbiamo scoperto UaniaBox.

            UaniaBox e Load Balancer a confronto

            UaniaBox è stato creato con l’obiettivo di combinare due o più connessioni Internet. In realtà, potremmo dire che l’intera filosofia di Uania è basata su questo principio, in quanto la soluzione proposta si compone di due elementi principali: UaniaBox, un dispositivo hardware da posizionare all’interno di abitazioni, aziende o uffici, e UaniaCloud, che rappresenta il datacenter di Uania.

            Coloro tra voi più esperti probabilmente penseranno immediatamente a un “load balancer”. Per coloro meno familiari con il termine, potrebbero chiedersi cos’è esattamente un load balancer. Per comprendere appieno come funziona la tecnologia di Uania, facciamo un passo indietro e cerchiamo di chiarire il concetto.

            Cos’è Il Load Balancer

            Il bilanciamento del carico, noto come “load balancing”, è una tecnica informatica utilizzata per distribuire il carico di lavoro con l’obiettivo di migliorare l’efficienza di un sistema. Come si applica tutto ciò al mondo delle reti? Quando si dispone di una sola connessione, è compito di questa gestire tutto il traffico. Ciò significa che qualsiasi attività viene svolta passa attraverso quella linea e, una volta che essa raggiunge la sua capacità massima, possono sorgere problemi e rallentamenti.

            Con due linee, la situazione diventa interessante. È possibile utilizzare un load balancer per distribuire i carichi di lavoro. Ad esempio, si potrebbe dedicare una linea al download e una alla trasmissione di dati in upload. Questo può essere realizzato sia tramite una soluzione software che mediante l’uso di un dispositivo come un router con un load balancer integrato.

            Infatti, il load balancer non somma la velocità delle due connessioni. Per fare un esempio chiaro: se disponete di due connessioni da 100 Mbps, non otterrete una velocità di download di 200 Mbps. Il limite massimo di download rimarrà sempre a 100 Mbps.

            Allora, a cosa serve tutto questo? Come accennato prima, questa tecnica serve principalmente a ottimizzare l’efficienza del sistema.

            Tuttavia, nel nostro caso, avevamo l’obiettivo di unire veramente due connessioni. Ed è qui che entra in gioco UaniaBox, che promette esattamente ciò che il load balancer non può fare: la somma delle velocità di entrambe le connessioni.

            Funzionamento

            Uania è un’azienda italiana fondata nel 2019 con l’obiettivo di colmare la limitata disponibilità di connessioni a banda larga in quelle aree geografiche dove gli operatori tradizionali hanno difficoltà a raggiungere. Come? Attraverso una soluzione plug&play, progettata per essere facilmente installata e ancora più facile da gestire. L’obiettivo principale è di aiutare le piccole e medie imprese italiane, ma non c’è nulla che impedisca di utilizzare la soluzione di Uania anche a casa, specialmente se è lì che svolgete il vostro lavoro.

            Come anticipato, ci sono due componenti principali: UaniaBox e UaniaCloud. UaniaCloud rappresenta il datacenter, mentre UaniaBox è il dispositivo fisico che riceverete a casa.

            Tre varianti

            Attualmente, esistono tre varianti: UaniaBox, UaniaBox Office e UaniaBox Pro. Le differenze principali riguardano la velocità massima supportata, il numero di porte Ethernet disponibili e l’alimentazione. Tuttavia, il funzionamento di base è lo stesso per tutte, con porte Ethernet per collegare le vostre connessioni cablate e porte USB che consentono di collegare uno smartphone o altre soluzioni che utilizzano le reti 4G o 5G.

            UaniaBox

            Per quanto riguarda l’installazione, non c’è nulla di cui preoccuparsi: tutto ciò che dovete fare è collegare i cavi. Nient’altro. Inoltre, avete la possibilità di accedere a una dashboard dedicata che vi permette di visualizzare alcune statistiche, modificare la rete o controllare lo stato del vostro UaniaBox, ma nulla di tutto ciò è strettamente necessario. In realtà, potreste semplicemente collegare i vari cavi e poi dimenticarvi della sua esistenza. L’UaniaBox lavorerà per voi in totale autonomia.

            UaniaBox svolge un ruolo cruciale nel processo di combinare le connessioni. Funziona come un intermediario o un facilitatore. In pratica, la connessione tra voi e il sito web che state cercando di raggiungere (ad esempio, enjoysystem.it) non sarà diretta, ma verrà instradata attraverso un server intermedio.

            Questo server suddivide il traffico in pacchetti e li invia a UaniaBox. Successivamente, UaniaBox li riassembla e li invia al vostro PC. Questo consente di utilizzare entrambe le connessioni contemporaneamente, aumentando la velocità effettiva di download.

            Per chi è adatta?

            Ebbene sì, questa soluzione funziona realmente. Abbiamo sperimentato un aumento della velocità di download che combinava quella dell’ADSL con quella di Starlink. Nel nostro caso, il beneficio è stato marginale poiché l’ADSL aveva una velocità media di 10 Mbps. Tuttavia, con una seconda connessione più veloce, potreste veramente potenziare la vostra produttività in modo significativo.

            UaniaBox è principalmente pensato per le aziende, specialmente per coloro che si trovano in zone remote o poco servite e necessitano di aumentare la velocità della propria rete.

            UaniaBox: unire due connessioni Internet è possibile

            Inoltre, UaniaBox potrebbe esservi utile in caso di problemi legati alla vostra connessione fissa. È possibile collegare una connessione 4G o 5G, quindi, in caso di danni o rallentamenti alla vostra linea ADSL o fibra, la vostra azienda potrebbe continuare a rimanere online e a operare.

            Per quanto riguarda i costi, dipendono dalla soluzione che state cercando. Sul sito web di Uania, troverete un configuratore che vi aiuterà a individuare l’offerta più adatta alle vostre esigenze e, soprattutto, a quelle della vostra impresa.

            Funziona davvero?

            Ebbene sì, questa soluzione funziona realmente. Abbiamo sperimentato un aumento della velocità di download che combinava quella dell’ADSL con quella di Starlink. Nel nostro caso, il beneficio è stato marginale poiché l’ADSL aveva una velocità media di 10 Mbps. Tuttavia, con una seconda connessione più veloce, potreste veramente potenziare la vostra produttività in modo significativo.

              Contattaci subito

              LEGGI ANCHE:

              Intelligenza artificiale

              Photoshop fa miracoli con l’intelligenza artificiale

              Utilizzando Photoshop insieme alla potenza dell’Intelligenza Artificiale, è possibile apportare rapidamente modifiche a un’immagine, inclusa l’aggiunta non solo di elementi singoli, ma anche di intere regioni.

              L’Intelligenza Artificiale è diventata un campo di grande interesse attuale, attirando l’attenzione di aziende provenienti da settori diversi. Impiegata online per gestire automaticamente le richieste dei clienti, si sta persino discutendo il suo utilizzo per la guida dei futuri droni da combattimento.

              Tuttavia, utilizzare questa tecnologia per l’elaborazione grafica non è una sfida semplice. Non sorprende, quindi, che Adobe, un leader nell’ambito dell’elaborazione grafica, sia stata tra le prime, se non la prima, a presentare soluzioni basate sull’IA in grado di generare immagini di qualità professionale. Recentemente, la software house americana ha annunciato l’integrazione della funzione Riempimento Generativo, basata sull’IA, in una versione dedicata di Photoshop (al momento in fase beta).

              Cos’è

              Leggendo queste informazioni, è naturale chiedersi cosa sia possibile fare con questa nuova opzione. Anche se siamo ancora nelle fasi iniziali, il Riempimento Generativo offre diverse possibilità. Con questa funzionalità, è possibile espandere una fotografia, rimuovere oggetti o aggiungerne di nuovi.

              Per esempio, se desideri creare un ampio panorama marino, non è più necessario combinare diverse foto. Puoi semplicemente ingrandire la dimensione di un fotogramma utilizzando il comando “Dimensione quadro” e dire a Photoshop di riempire automaticamente le aree vuote.

              intelligenza artificiale immagine

              Un aspetto molto utile è la capacità di inserire oggetti che vengono creati in base al contesto, tenendo conto della dimensione, del colore e persino dell’ombreggiatura. Se desideri aggiungere una barca alla tua scena, ad esempio, puoi semplicemente digitare “boat” (nella versione Beta, le parole chiave devono essere in inglese, anche se in futuro sarà possibile utilizzare l’italiano) e vedrai apparire un’immagine realistica di una barca che galleggia tra le onde. È importante sottolineare che il risultato è estremamente realistico e non si basa su una porzione dell’immagine originale.

              Questa funzione può anche essere utilizzata per rimuovere rapidamente oggetti, anche di grandi dimensioni.

              Riempimento generativo

              La funzione di “Riempimento Generativo” di Photoshop si basa sull’Intelligenza Artificiale (IA) e in particolare su una tecnica chiamata “deep learning” o apprendimento profondo. In sostanza, utilizza una rete neurale artificiale, addestrata su un vasto dataset di immagini, per generare contenuti visivi che si integrano in modo coerente con l’immagine originale.

              Ecco come funziona in modo più dettagliato:

              1. Addestramento della rete neurale: Prima di essere utilizzata, la rete neurale viene addestrata su un ampio insieme di immagini che contengono oggetti, scenari e contesti diversi. Questo allenamento permette alla rete di imparare a riconoscere le caratteristiche visive e il contesto delle immagini.
              2. Generazione dell’immagine: Quando si utilizza la funzione di Riempimento Generativo in Photoshop, si seleziona un’area dell’immagine che si desidera modificare o espandere. La rete neurale utilizza quindi le informazioni apprese durante l’addestramento per generare nuovi contenuti visivi che si adattano in modo naturale al contesto dell’immagine originale.
              3. Coerenza visiva: L’IA si sforza di produrre risultati che siano coerenti con il resto dell’immagine in termini di stile, colore, ombreggiatura e altro ancora. Ciò contribuisce a rendere il risultato finale il più realistico possibile.
              4. Interazione dell’utente: L’utente può spesso fornire indicazioni alla rete neurale, ad esempio digitando parole chiave come “boat” per aggiungere un oggetto specifico. La rete cerca quindi di generare un oggetto che corrisponda alla descrizione fornita.

              In sintesi, il Riempimento Generativo di Photoshop sfrutta le capacità di un’IA addestrata per generare nuovi contenuti visivi che si integrano in modo coerente e realistico nelle immagini esistenti. Questa tecnologia può essere utilizzata per una varietà di scopi, come l’aggiunta di oggetti, la rimozione di elementi indesiderati o l’espansione di immagini esistenti.

              Firefly

              La funzione di Riempimento Generativo si basa su Firefly, la famiglia di modelli di Intelligenza Artificiale Generativa creati da Adobe, con una prima enfasi sulla creazione di immagini ed effetti di testo. È essenziale ricordare che Firefly è stata sviluppata utilizzando milioni di immagini non coperte da copyright, come quelle disponibili su Adobe Stock. Inoltre, abbiamo la possibilità di integrare il nostro materiale creativo per generare contenuti personalizzati.

              È importante notare che, al fine di preservare l’integrità dell’immagine originale, i nuovi contenuti vengono inseriti su livelli separati che possono essere rimossi con facilità. Prepariamoci a essere sorpresi dalle possibilità che questa funzione offre.

              photoshop
              Desideri rimuovere le due persone dalla foto? Non c’è bisogno di preoccuparsi della precisione; puoi farlo facilmente usando lo Strumento Rimuovi, che si basa anch’esso sull’IA. Basta evidenziare l’area contenente le due persone con il mouse, e vedrai che magicamente spariranno dalla foto.

                Contattaci subito

                Digitalizzazione

                OneNote: acquisire il testo tramite immagine

                Attualmente, catturare immagini, comprese quelle di libri o documenti, è un’operazione estremamente semplice. Con OneNote possiamo agevolmente convertire tali immagini in documenti utilizzabili nei nostri archivi

                Fino a poco tempo fa, ottenere testi da libri e documenti richiedeva risorse e pazienza considerevoli, ed era un privilegio di pochi in possesso di un computer, uno scanner e una pazienza infinita. Il processo tradizionale di acquisizione, noto come OCR (Optical Character Recognition), presentava numerosi ostacoli e richiedeva frequenti interventi manuali per correggere errori.

                Oggi, fortunatamente, la situazione è radicalmente diversa. Grazie alla potenza di estrazione di testi tramite Internet, i sistemi di riconoscimento dei caratteri funzionano in modo notevolmente migliorato rispetto al passato. Sono più agili e veloci, anche se persistono alcune limitazioni.

                Acquisizione tramite Office

                Il superamento di questa sfida è strettamente correlato alle decisioni prese da Microsoft. Strumenti per l’estrazione dei dati dalle immagini, comprese le fotografie, sono disponibili, ma sono limitati a determinati programmi. Ad esempio, Excel offre la possibilità di “leggere” numeri e tabelle, un processo che funziona notevolmente bene. Inoltre, OneNote, spesso sottovalutato all’interno della suite di applicazioni, offre questa funzionalità.

                Tuttavia, in Word, nonostante le avanzate caratteristiche come la dettatura e la trascrizione nelle nuove versioni, manca un metodo diretto per l’acquisizione dei testi dalle immagini. Pertanto, per trasferire i testi in Word, dobbiamo cercare soluzioni alternative e quindi utilizzare una semplice operazione di copia e incolla.

                OneNote

                Per chi desidera rimanere all’interno dell’ecosistema Microsoft 365, precedentemente noto come Pacchetto Office, la scelta migliore è senza dubbio OneNote. Questa applicazione ci consente di prendere appunti in un formato piuttosto flessibile, permettendoci di combinare testo e immagini in modo più libero rispetto ai programmi convenzionali.

                Tra le funzioni “uniche” di OneNote, ne spicca una dedicata all’estrazione di testo da immagini inserite nei fogli del programma. Questa funzione ci consente di estrarre il testo “nudo”, privo di formattazioni, rendendolo disponibile per l’uso in qualsiasi altra applicazione di testo. È importante notare che in questa guida ci riferiamo all’app completa di OneNote inclusa in Microsoft 365 e non a OneNote for Windows 10, una versione più semplice integrata nel sistema operativo che, sfortunatamente, non dispone di questa funzione.

                Non proprio perfetto

                Nonostante i significativi miglioramenti nell’acquisizione di testo negli ultimi anni, è raro che la lettura sia perfetta al 100%. Questo può dipendere da molteplici fattori, tra cui la formattazione, il tipo di carattere utilizzato e la qualità dell’immagine di partenza. Nei nostri esempi, abbiamo scelto deliberatamente di non utilizzare immagini perfette per mettere in evidenza le capacità, ma anche i limiti, dei moderni sistemi OCR (riconoscimento ottico dei caratteri).

                In ogni caso, anche se una revisione sarà sempre necessaria, i sistemi attuali svolgono gran parte del lavoro in modo relativamente semplice, soprattutto quando si tratta di caratteri appartenenti alle famiglie standard, come quelli comunemente utilizzati nei libri e nei manuali.

                L’alternativa, Google Keep

                Il collegamento tra l’acquisizione di testo e le note è molto stretto, e anche Google Keep, l’applicazione web per prendere appunti di Google, offre una comoda funzione per svolgere questo compito. La differenza principale in questo caso è che le note su Keep sono generalmente meno strutturate. Pertanto, possiamo iniziare direttamente caricando le immagini dalle quali desideriamo acquisire il testo.

                Questo sistema è più semplice ma anche più diretto, richiedendo però il caricamento delle immagini attraverso un browser, che rimane l’opzione più pratica. L’ulteriore vantaggio è che le nostre note rimarranno collegate a Keep e al nostro account Google, permettendoci di recuperarle facilmente tramite qualsiasi browser.

                Usare PowerToys

                Se il testo che desideriamo trascrivere è già visualizzato sul nostro computer, esiste un metodo più pratico. Tra gli strumenti offerti da Microsoft PowerToys, disponibili all’indirizzo https://bit.ly/cipowertoys, è incluso anche Text Extractor. Questo strumento si attiva tramite una scorciatoia da tastiera, Windows+Maiusc+T, e consente di selezionare ed estrarre il testo direttamente dallo schermo, anche se appare leggermente deformato.

                Questo può essere un metodo molto utile quando si desidera raccogliere rapidamente testo visualizzato su uno schermo del computer.

                Acquisire con OneNote

                onenote
                Sul programma OneNote, apriamo una nuova nota e ci spostiamo nella scheda ‘Inserisci‘. Dopo di che, scegliamo ‘Immagini’ e quindi ‘Da file‘. Successivamente, selezioniamo l’immagine desiderata dal nostro computer.
                onenote
                Il passaggio cruciale è, tutto sommato, il più agevole: basta fare clic con il tasto destro sull’immagine e selezionare l’opzione “Copia testo dall’immagine”. Non ci sono conferme richieste, e il testo sarà immediatamente copiato e pronto per l’uso.
                onenote
                Optiamo per una zona vuota, magari sotto l’immagine, e effettuiamo un clic destro. Selezioniamo l’opzione “Mantieni solo il testo”, così da poter visualizzare il risultato dell’acquisizione.
                onenote
                Come anticipato, la trasformazione non è impeccabile; pertanto, è consigliabile effettuare una revisione del testo in OneNote, facendo riferimento all’immagine originale, prima di copiarlo nuovamente e incollarlo in un’altra applicazione, come Word.

                Google Keep

                google keep
                Come precedentemente menzionato, Keep offre un approccio più lineare, ma richiede un numero maggiore di passaggi. Iniziamo connettendoci a keep.google.com e selezionando l’opzione “Nuova nota con immagine”.
                google keep
                Nel browser, verrà proposta l’opzione di caricare un’immagine dal nostro disco fisso. Selezioniamo, come al solito, l’immagine da cui desideriamo acquisire il testo e confermiamo cliccando su “Apri”.
                google keep
                La velocità di caricamento può variare in base alla qualità dell’immagine, ma in genere l’immagine appare nella nota in pochi istanti. Tuttavia, è importante notare che l’elaborazione del testo può richiedere alcuni minuti.
                google keep
                Facendo clic sui “tre pallini,” avremo accesso alla funzione “Recupera testo dall’immagine” che dovremo selezionare. Se questa opzione non è immediatamente disponibile, è consigliabile attendere qualche istante. Il servizio non è sempre istantaneo, specialmente per i testi più lunghi, e potrebbe richiedere un po’ di tempo per completare l’elaborazione.
                Una breve schermata di conferma ci segnala che l’acquisizione è stata completata con successo. Il testo recuperato sarà inserito da Keep direttamente nella nota, posizionato al di sotto dell’immagine che abbiamo caricato.
                Anche in questa situazione, il testo potrebbe necessitare di una revisione, dopo la quale sarà possibile copiarlo e incollarlo senza problemi all’interno di qualsiasi altra applicazione.

                  Contattaci subito

                  LEGGI ANCHE:

                  Software

                  WinToys, il nostro pc sempre in forma

                  WinToys è un potente strumento di gestione per Windows, che offre accesso a una vasta gamma di opzioni di sistema

                  Le utility di sistema sono programmi comunemente utilizzati per risolvere problemi o effettuare la manutenzione su Windows al fine di migliorare le prestazioni che possono diminuire con il tempo. WinToys, disponibile gratuitamente nel Microsoft Store, è uno di questi programmi, ma si distingue per la sua interfaccia in stile Windows 10 e la vasta gamma di opzioni che solitamente sono sparse nel sistema, ma qui sono organizzate in modo efficiente per facilitarne l’accesso.

                  La schermata principale di WinToys offre una panoramica dello stato del sistema, mostrando dettagli sull’hardware, il sistema operativo e il Performance Score, un indice di valutazione delle prestazioni assegnato da Windows al PC. Nella stessa pagina, nella parte inferiore, è possibile monitorare lo stato del sistema e delle sue risorse, tra cui le app, i processi e i servizi in esecuzione, con informazioni in tempo reale. Questa sezione di WinToys permette principalmente di esplorare i dettagli del proprio computer, sia dal punto di vista hardware che software.

                  Le sezioni di WinToys

                  Nel menu di WinToys, a sinistra nella finestra, ci sono collegamenti alle diverse sezioni. Per visualizzare i nomi delle sezioni anziché solo le icone, è possibile espandere la barra del menu cliccando sulle tre linee orizzontali in alto a sinistra.

                  WinToys è disponibile solo in inglese, quindi è necessaria cautela, specialmente nelle sezioni più avanzate. Nel menu ci sono le sezioni Apps, Services, Boost, Health e Tweaks.

                  • Nella sezione “Apps”, è possibile visualizzare un elenco dei programmi installati e gestirli, tra cui aprire, chiudere, resettare o disinstallare, cercare informazioni su di essi su Google o accedere ai file dell’app nella loro cartella.
                  • Nella sezione “Services”, è possibile gestire i servizi attivi, sospendendoli temporaneamente o disattivandoli. Un segno verde indica che alcuni servizi possono essere disattivati in modo sicuro.

                  Le sezioni più interessanti sono “Boost”, “Health” e “Tweaks”, che offrono diverse opzioni per ottimizzare e migliorare le prestazioni del sistema.

                  Prestazioni migliorate

                  La scheda Boost raccoglie diverse impostazioni di Windows progettate per migliorare le prestazioni del computer. Non sempre si ottiene un miglioramento garantito, quindi è possibile ripristinare le impostazioni precedenti in caso di problemi o risultati insoddisfacenti. La prima opzione, chiamata “Ultimate Performance Power Plan,” fornisce al computer tutta l’energia necessaria, disabilitando il risparmio energetico.

                  WinToys
                  Le descrizioni che accompagnano ogni funzione in WinToys possono essere di grande aiuto per comprendere meglio il significato e l’utilità di ciascuna opzione. Tuttavia, è importante notare che queste descrizioni sono spesso disponibili solo in lingua inglese

                  La funzione HAGS (Hardware Accelerated GPU Scheduling) ottimizza la gestione del processore grafico e principale per migliorare le prestazioni, soprattutto nei videogiochi, ma richiede un supporto adeguato dalla scheda grafica. La terza opzione, Virtualization-based Security (VBS), protegge il sistema da malware eseguendo il codice potenzialmente dannoso in ambienti virtuali, ma anche questa funzione richiede un supporto hardware specifico. È possibile ottenere fino al 30% di prestazioni aggiuntive disabilitando VBS, ma è consigliabile riattivarla per garantire la sicurezza del sistema quando non sono richieste prestazioni massime.

                  Gestiamo le app

                  Le successive quattro opzioni riguardano le app e la gestione delle loro funzioni:

                  1. “Startup Apps” permette di gestire quali app si avviano automaticamente all’avvio del sistema.
                  2. “Restartable Apps” controlla l’esecuzione delle app riavviabili, che mantengono lo stato tra i riavvii del PC.
                  3. “Background Apps” impedisce alle app in background di utilizzare risorse mentre si utilizza un’app principale.
                  4. “Activity History” blocca la registrazione delle attività per la Timeline di Windows.

                  Ci sono anche opzioni per regolare le impostazioni visive, inclusa la disattivazione delle trasparenze delle finestre per migliorare le prestazioni. Nella sezione “Gaming Settings”, è possibile attivare il “Game Mode” per dedicare le risorse del PC ai videogiochi, disattivare la registrazione in background dei giochi e altre opzioni per ottimizzare le prestazioni dei giochi. È possibile anche disabilitare servizi come “Superfetch” e l’indicizzazione del contenuto del PC, che possono influire sulle prestazioni. L’opzione “Delivery Optimization” può essere disattivata per evitare la condivisione di file di aggiornamenti e app con altri utenti su Internet. Infine, “Network Adapter Onboard Processor” sfrutta il processore della scheda di rete per alleggerire il carico sulla CPU, ma è utile solo per chi utilizza un’interfaccia Ethernet compatibile.

                  Teniamo il pc in salute

                  Per mantenere il nostro sistema sempre efficiente, è necessario eseguire la manutenzione di tanto in tanto. WinToys si dimostra uno strumento prezioso in questo caso, poiché offre un accesso rapido a tutte le funzioni di manutenzione in un’unica scheda, risparmiando tempo prezioso.

                  WinToys
                  La manutenzione rapida del disco fisso con WinToys offre un metodo più semplice ed efficiente rispetto all’approccio tradizionale

                  Nella sezione chiamata “Health” troviamo tutte le opzioni per eseguire il “tagliando” del nostro PC Windows. Queste opzioni includono il controllo dell’avvio rapido (Fast Startup), la gestione dell’ibernazione del sistema (Hibernation) al posto dello spegnimento completo e, soprattutto, le funzioni per la manutenzione del disco fisso, che sono resi molto più semplici da utilizzare rispetto ai metodi tradizionali.

                  Disco fisso in salute

                  Abilitando la funzione di “Drive Optimization,” il sistema esegue periodicamente la deframmentazione dell’hard disk in modo autonomo, migliorando l’accesso ai file e aumentando la velocità complessiva del sistema. L’opzione “Storage Sense” controlla lo spazio libero su disco e elimina automaticamente i file ritenuti non necessari, come quelli nel cestino o i file temporanei, quando lo spazio di archiviazione si sta esaurendo.

                  Inoltre, c’è la funzione “Declutter” che permette di eliminare i cosiddetti “file spazzatura” (Junk Files) e svuotare la cache del Microsoft Store e del DNS. È possibile anche eliminare i Punti di ripristino del sistema, ripulire la taskbar, gli elementi recenti e la cronologia da Explorer.

                  Per quanto riguarda il controllo della batteria di un notebook, Windows offre una funzione integrata che consente di generare un report dettagliato sulla batteria, includendo informazioni sulla capacità nominale e massima attuale, statistiche sull’utilizzo, tempi di utilizzo con o senza la carica, e altro. WinToys semplifica notevolmente l’ottenimento di questo report nella sezione “Health” del programma, consentendo di generare facilmente il file “battery-report.html” che fornisce tutti questi dettagli.

                  Infine, dalla sezione “Repair,” è possibile accedere alle funzioni di manutenzione del disco fisso, come DISM, SFC e CHKDSK, per controllare l’integrità dei file di sistema e rilevare eventuali problemi nell’hard disk, permettendo anche di tentare la loro riparazione direttamente dal programma.

                  Gestire gli aggiornamenti

                  Nella scheda “Health” di WinToys, sono presenti ulteriori strumenti utili per la gestione del sistema:

                  1. È possibile modificare le impostazioni di Windows Update tramite un menu a tendina, che permette di attivare o disattivare gli aggiornamenti automatici, effettuarli manualmente o scaricare solo gli aggiornamenti relativi alla sicurezza del sistema. Premendo il pulsante di aggiornamento, si apre la finestra di Windows Update per visualizzare gli aggiornamenti in dettaglio.
                  2. Le due ultime opzioni della sezione “Health” si occupano di risolvere eventuali problemi di visualizzazione in Windows. La prima opzione consente di riavviare il driver grafico senza dover riavviare l’intero sistema, utile in caso di blocchi, schermate nere o problemi di sfarfallio. La seconda opzione riguarda la ricostruzione della cache delle icone, utile se le icone o le miniature dei file appaiono corrotte o non vengono visualizzate correttamente.

                  Personalizzazioni

                  Nella sezione “Tweaks” di WinToys, sono disponibili una serie di strumenti che consentono di personalizzare l’aspetto del sistema e attivare alcune funzioni nascoste di Windows.

                  WinToys
                  Sembra che WinToys offra un sistema su misura per la personalizzazione di Windows attraverso la scheda “Tweak.” Questo è un vantaggio significativo per gli utenti che desiderano adattare il loro sistema operativo Windows alle proprie esigenze e preferenze specifiche

                  Desktop, Start, Explorer

                  Le prime opzioni nella scheda “Tweaks” sono principalmente focalizzate sulla personalizzazione dell’aspetto dell’interfaccia di Windows. Da qui, è possibile selezionare quali elementi devono essere visualizzati sul desktop, nascondere la freccia che appare sopra le icone dei file per indicare se sono collegamenti, aggiungere un’ombra ai nomi delle icone per renderli più leggibili in determinate situazioni (nota come “Drop shadow for icon labels”), mostrare i secondi nell’orologio della taskbar oppure regolare la qualità dello sfondo del desktop per non appesantire il sistema.

                  Se stiamo utilizzando Windows 11, c’è anche la possibilità di ripristinare i menu contestuali, quelli solitamente visualizzati con un clic destro del mouse, nel formato classico anziché nell’ultima versione aggiornata del sistema operativo, attivando l’opzione “Classic context menu”. In aggiunta, attivando la voce “Titlebar window shake”, è possibile ridurre tutte le finestre attive tranne quella corrente agitando il mouse mentre si tiene premuto il titolo della finestra.

                  Menu Start e esplorazione dei file

                  Nella sezione relativa al menu Start, è possibile disattivare gli spesso fastidiosi suggerimenti (soprattutto in Windows 10), impedire l’autoinstallazione delle applicazioni consigliate e evitare che i risultati della ricerca includano contenuti dal Web tramite il motore di ricerca Bing.

                  Il “God Mode” offre un maggiore controllo su Windows, consentendo anche di includere l’ibernazione nelle opzioni di spegnimento.

                  La sezione successiva riguarda l’Esplora File e permette di mostrare o nascondere le estensioni dei file o i file di sistema, di aprire automaticamente la cartella in cui è stato decompresso un file, di attivare il riquadro di anteprima (Show Preview Panel) e di bloccare le notifiche dei provider, come la pubblicità dei servizi di OneDrive, disabilitando l’opzione “Sync provider notification”. Inoltre, è possibile configurare l’uso dei checkbox per la selezione dei file anziché la semplice selezione con un clic del mouse e stabilire l’apertura predefinita dell’Esplora File in una specifica cartella, come Download, “Questo PC” o Accesso rapido.

                  Proteggiamo la privacy

                  Le sezioni successive nella scheda “Health” sono dedicate a tutelare la nostra privacy. La sezione chiamata “Privacy” include strumenti per disattivare la condivisione dei dati d’uso con Microsoft, tra cui Location, Telemetry, Customer Experience, App Telemetry, App launches tracking, Inking & typing ed Error Reporting. Puoi disabilitare questi servizi senza problemi. Puoi anche decidere se mantenere attiva la funzione “Camera on the lock screen” se la usi per l’accesso al sistema tramite il riconoscimento facciale. L’opzione “Camera on/off indicator” può essere utile perché ti avvertirà ogni volta che un programma accede alla tua webcam. “Online speech recognition” impedisce l’invio al cloud Microsoft delle registrazioni audio, rinunciando ai servizi di riconoscimento vocale.

                  Nella sezione “Ads,” puoi disattivare tutto per evitare che Microsoft monitori le tue attività a scopi pubblicitari o ti invii consigli e suggerimenti.

                  La sezione “System” include opzioni per attivare la cronologia degli appunti e il “Print screen key snipping,” che mostra lo strumento di cattura immagini quando premi il tasto “Stamp” per permetterti di scegliere se acquisire l’intero desktop, una finestra o una selezione. La “Mouse acceleration” può essere mantenuta attiva, poiché migliora la precisione degli spostamenti del cursore, mentre puoi disabilitare le richieste di feedback.

                  UAC

                  C’è anche la comoda funzione “Alt+Tab includes,” che inserisce i tab del browser Edge come finestre separate quando li sfogli con il comando “Alt+Tab,” permettendoti di scegliere se includere tutti i tab attivi, gli ultimi 3 o 5, oppure nessuno.

                  Poi c’è l’opzione per il “User Account Control” (UAC), lo strumento che chiede di confermare i privilegi dell’account Windows quando si cercano di apportare modifiche al sistema. Puoi decidere se attivare l’UAC sempre, in modo chiaro o oscurando il desktop (DIM), solo in caso di modifiche al sistema o disattivarlo completamente.

                  Infine, l’ultima voce, “Spotlight images,” salva su disco le immagini della schermata di blocco.

                  Il God Mode, più controllo su Windows

                  Windows 11 ha introdotto un’app Impostazioni rinnovata con un’interfaccia utente moderna e organizzata per offrire molte opzioni di personalizzazione agli utenti. Tuttavia, rispetto al tradizionale Pannello di controllo, l’app Impostazioni sembra meno potente in alcune situazioni. Per concentrare più di 200 opzioni in un’unica posizione, è possibile attivare il cosiddetto “God Mode,” una funzionalità nascosta che fornisce un accesso rapido a tutte le impostazioni e alle opzioni di personalizzazione disponibili nel sistema operativo.

                  Una volta abilitato, il God Mode crea una cartella speciale sul desktop che elenca tutte le impostazioni di Windows. L’interfaccia potrebbe non essere particolarmente elegante, ma è molto efficace. Il God Mode è simile a WinToys nel senso che rende rapidamente disponibili tutte queste opzioni senza la necessità di navigare nell’interfaccia talvolta complessa del Pannello di controllo. Tutte le opzioni sono raggruppate e elencate in ordine alfabetico, facilitando la ricerca.

                  Puoi attivare il God Mode direttamente dalla sezione “Health” di WinToys con un semplice clic. Questa è una soluzione pratica per coloro che desiderano un accesso rapido e centralizzato a tutte le impostazioni di Windows 11.

                    Contattaci subito

                    LEGGI ANCHE: