In questo articolo vedremo come creare una password sicura e facile da ricordare.
Nelle righe successive provvederò ad illustrarti in dettaglio quali sono le regole di cui generalmente è bene tener conto per riuscire a creare una password a prova di hacker ma anche come fare per assicurarti che la password scelta sia effettivamente affidabile.
Regole da seguire per creare una buona password:
utilizza almeno 8 caratteri alfanumerici;
evita l’uso di parole semplici facilmente reperibili sui dizionari, come ciao, pizza o addirittura password;
non scrivere simboli al posto di parole, come ad esempio + al posto di più o x al posto di per;
evita l’uso di informazioni personali, quali, ad esempio, nomi propri, date di nascita, luoghi comuni, numeri della patente e via dicendo, e nel contempo non usare mai la stessa password su più siti;
non creare sequenze di caratteri del tipo 12345, abcdef, 11111, lettere della tastiera adiacenti, come ad esempio qwerty, o parole scritte al contrario;
non annotare mai le password su un semplice foglio di carta. Utilizza, piuttosto, uno di questi validi programmi.
Passiamo alla pratica
Come creare una password sicura e facile da ricordare è possibile grazie ad un piccolo trucchetto. Vediamo come!
In primo luogo, pensa a qualcosa di importante per te: un evento, un luogo, un nome. La parola pensata deve essere lunga almeno 8 caratteri. Per farti un esempio pratico e per semplificare il concetto, utilizzerò Enjoy System (consideriamo anche lo spazio).
Ora, proviamo a sostituire i caratteri del termine che hai in mente: sostituisci le “a” con “@”, le “s” con “$”, gli spazi con “%”, le “o” con “0”, le “i” con “!” e le “e” con “€”. Non sostituire le lettere maiuscole. In questo modo, “Enjoy System” diventa “Enj0y%Sy$t€m”. La password è diventata molto più complessa!
Puoi affidarti anche a dei siti
Se invece che utilizzare il trucchetto visto sopra preferisci affidarti ad appositi strumenti adibiti alla creazione automatica di una password, o meglio di una tabella con i caratteri da usare per costruire delle parole chiave sicure, ti consiglio di provare il servizio offerto dal sito Internet Password Chart che genera la password automaticamente.
In questo articolo vediamo cos’è un indirizzo IP, differenze tra statico, dinamico, pubblico e privato.
Se sei arrivato sin qui avrai sicuramente già sentito parlare di indirizzo IP, quindi, bene o male, dovresti già sapere che ogni dispositivo che desidera navigare su Internet deve essere universalmente identificato mediante un particolare numero di, in genere, 12 cifre. Di indirizzi IP ne esistono però di vari tipi, ecco perciò che in questo semplice articolo andrò a spiegarti cos’è e quali differenze ci sono tra indirizzo IP statico, dinamico, pubblico e privato.
L’indirizzo IP è un codice numerico utilizzato dai dispositivi dotati di una scheda di rete (computer, modem, smartphone, tablet, smart TV). Questo serve per navigare in Internet e per comunicare all’interno di una rete locale.
Cos’è l’indirizzo IP pubblico
L’indirizzo IP pubblico è un indirizzo IP visibile e raggiungibile da tutti gli host della rete Internet. Un host è un dispositivo in grado di comunicare con altri dispositivi (hosts) in rete. Può essere un server che fornisce informazioni oppure un client che usufruisce delle informazioni o del servizio fornito dal server.
Ogni host connesso a Internet deve possedere un proprio indirizzo IP pubblico univoco. Un IP pubblico diverso da quello di qualsiasi altro host collegato al World Wide Web. Per tutta la durata della connessione, in tutto il mondo, non possono esistere due host con lo stesso indirizzo IP pubblico.
L’IP pubblico si utilizza per identificare una LAN o Local Area Network (una rete locale) in Internet. Tutti i dispositivi appartenenti a una LAN utilizzando un proprio indirizzo IP privato (non visibile dall’esterno della rete locale) ma si connettono a Internet utilizzando lo stesso indirizzo IP pubblico.
In altre parole, è anche un indirizzo IP pubblico poiché consente sia di identificare univocamente il dispositivo in questione, sia di fornire a quest’ultimo il percorso per essere raggiunto da tutti gli altri indirizzi IP pubblici.
Cos’è l’indirizzo IP privato
L’indirizzo IP privato invece si utilizza per identificare in modo univoco un dispositivo appartenente a una rete locale. Mentre l’IP pubblico identifica un host connesso a Internet a livello mondiale, l’IP privato identifica il dispositivo all’interno della stessa LAN. Gli indirizzi IP privati non possono essere utilizzati per accedere a Internet e non sono visibili al di fuori di una rete locale. Inoltre possono essere usati da chiunque senza la necessità di richiederne l’assegnazione all’ICANN o all’ISP.
I router non usano gli indirizzi IP privati per l’instradamento dei dati in Internet ma servono per far dialogare gli hosts della rete locale. Se un host di una LAN (che utilizza un IP privato) deve collegarsi a Internet (dove è richiesto un IP pubblico) si ricorre al NAT (Network Address Translation).
Nat
Il NAT è una tecnica che consente di mappare più indirizzi IP privati su un solo indirizzo IP pubblico visibile all’esterno della LAN e quindi utilizzabile per l’accesso a Internet.
Mentre per sapere il tuo indirizzo IP pubblico basta visitare, ad esempio, questo sito, per sapere invece qual è il tuo indirizzo IPprivato non devi fare altro che “chiederlo” o al tuo modem, o, in alternativa, al tuo sistema operativo.
L’indirizzo IP privato, infatti, ha la stessa forma dell’indirizzo IP pubblico, ma al contrario di quest’ultimo viene utilizzato per identificare uno specifico dispositivo all’interno dello stesso luogo, proprio per questo motivo viene chiamato privato. In altre parole, siccome a casa, in ufficio o all’università non c’è, di solito, un solo dispositivo, per poter quindi identificare singolarmente tutti questi dispositivi all’interno dello stesso posto, ognuno di questi dovrà a sua volta essere necessariamente dotato di un indirizzo IP privato.
Ad esempio, a casa un computer può avere un indirizzo IP privato del tipo 192.168.1.101, una stampante di rete può averne uno del tipo 192.168.1.110, un iPhone può averne un altro del tipo 192.168.1.105, mentre l’unico indirizzo IP pubblico, statico o dinamico, necessario a navigare su Internet, salvo casi particolari, viene assegnato sempre e soloal proprio modem, che solitamente ha come indirizzo IP privato 192.168.1.1. C’è da dire, inoltre, che la scelta di quale indirizzo IP privato utilizzare sui vari dispositivi può essere fatta sia automaticamente dal modem in uso, mediante il cosiddetto DHCP, sia manualmente da te, attraverso le impostazioni TCP/IP del tuo sistema operativo.
IP statico
L’indirizzo IP statico è un indirizzo dato a un dispositivo collegato a una rete e che rimane stabile nel tempo. L’indirizzo IP statico si differenzia da quello dinamico, che varia in caso di riavvio del dispositivo o di variazioni nella rete usata.
Un indirizzo IP è composto da quattro gruppi di cifre separate da punti e serve a identificare in maniera univoca un dispositivo connesso a una rete. Gli indirizzi IP statici vengono solitamente assegnati a server oppure a dispositivi connessi a una rete domestica o aziendale. Poter contare su un indirizzo invariabile permette di identificare in maniera veloce e sicura l’apparecchio (il modem, la stampante o un computer, ad esempio).
In genere i provider applicano una maggiorazione del prezzo ai clienti che richiedono l’assegnazione di un indirizzo IP statico per i dispositivi connessi in rete. Il motivo di questo costo supplementare sta nel fatto che il numero di indirizzi IP disponibili è limitato e di fatto si sta occupando un indirizzo anche quando il dispositivo non è in uso.
IP dinamico
Un indirizzo IP dinamico è una sequenza numerica che identifica in maniera univoca un dispositivo, quando è connesso a una rete informatica.
Di solito, si tratta di quattro cifre separate da punti: le cifre possono assumere valori compresi fra 0 e 255, come ad esempio 10.5.2.1.
Un indirizzo IP è dinamico quando assegnato al dispositivo a partire da un range di indirizzi disponibili. Andando più in particolare, ad assegnare un indirizzo IP è il DHCP, ovvero il Dynamic Host Configuration Protocol, nelle reti più semplici è lo stesso router.
IP privato dinamico e IP privato statico
In base al tipo di servizio fornito dall’ISP, un host può avere un IP pubblico dinamico oppure statico. L’IP pubblico dinamico può variare ogni volta che ci colleghiamo a Internet. Viene assegnato “in prestito” ed è utilizzato nella maggior parte dei casi per l’utenza domestica.
L’IP pubblico statico non cambia mai e rimane assegnato allo stesso dispositivo anche quando non è connesso a Internet. Viene utilizzato quasi sempre in ambito aziendale ed è assegnato prevalentemente ai server aziendali o alle stampanti di rete.
L’IP pubblico statico ha costi più elevati ma consente di identificare un host in modo univoco per un lungo periodo di tempo, consentendo la connessione alla Intranet (la rete aziendale privata isolata da Internet) anche da remoto.
Ecco in quest’articolo di oggi, dei semplici passaggi per convertire i file WPS.
Con l’arrivo dei computer e il suo boom abbiamo vissuto con una serie di programmi. Questi, sostituiti a loro volta da altri programmi più recenti, risultano ancora memorizzati nelle profondità delle nostre Casette più preziose.
È possibile che un’indagine, un corso o forse un altro documento scritto con informazioni pertinenti siano stati salvati in formato WPS ed è difficile per noi apportare modifiche.
Quando parliamo del formato WPS ci riferiamo a un tipo di documento di testo molto simile al Doc o al Txt che conosciamo oggi.
Tuttavia, questo tipo di formato è molto obsoleto. Risulta dunque non avere sufficienti virtù in termini di capacità di modificare testi, macro o opzioni di formattazione offerte da Word .
Tuttavia, nella maggior parte delle versioni di Word possiamo ancora visualizzare un formato WPS e, meglio ancora, cambiarlo in Doc per evitare conflitti futuri.
Per questo ti abbiamo portato queste semplici opzioni in modo che tu possa modificare i tuoi file WPS in Doc o Txt senza ulteriori complicazioni in breve tempo .
I passaggi per convertire i file WPS
Esistono diverse semplici opzioni per convertire i file WPS in formati che consentono di leggere il testo in modo più efficace come Doc o Txt come:
Se hai Internet, è meglio scaricare un convertitore WPS in Doc o Txt da Microsoft che fa il lavoro per te rapidamente. Puoi usare quei testi indipendentemente dal loro vecchio formato sorgente, poiché quando carichi il file richiedi il formato da scegliere .
È possibile utilizzare l’opzione WS Words. Questa infatti consente di modificare i file caricandoli da CM e salvandoli nei formati Txt o Doc .
Un’altra opzione, la più semplice secondo me sarebbe che Microsoft ti chieda di modificare il file. Tramite Microsoft Word ci sarà un’estensione che converte il file in Doc .
Alcune persone qualificate copiano semplicemente i dati dal file WPS e li incollano in un documento di Microsoft Word o in un altro elaboratore di testi con un formato corrente. Questa opzione è ideale, purché i dati vengano copiati in modo efficace.
Un’altra opzione praticabile per convertire i file WPS
” Rinomina ” dopo aver fatto clic con il pulsante destro del mouse e accedere manualmente alle opzioni del file, in cui avrai accesso per modificare il file in formato WPS in Doc in modo semplice, non dimenticare di controllare caricando nuovamente il file.
E queste sono le opzioni che dal tuo computer puoi fare per salvare quei file e documenti importanti messi in gabbia nel formato WPS obsoleto .
Forse temi che il processo del cambio di formato influenzi alcuni dei tuoi file di testo, perdendo le preziose informazioni.
Ma puoi essere sicuro che non accadrà nulla che causi danni ai tuoi file con le opzioni che ti offriamo.
C’è anche la possibilità che nessuna delle precedenti opzioni di modifica del formato sul dispositivo funzionerà a causa di software lento e obsoleto.
In tal caso, ti invitiamo a passare a una versione adatta per il tuo dispositivo e le tue esigenze, eliminando qualsiasi impedimento durante la conversione dei tuoi file WPS.
Nell’articolo vedremo le novità introdotte nell’applicazione Verifica C19 con l’arrivo del nuovo Super Green Pass.
A partire dal 6 novembre 2021 il Green Pass verrà rafforzato. Queste sono le ultime normative decise dal Governo per evitare la temuta quarta ondata di contagi da Coronavirus. Se ti stai chiedendo come fare per verificare la validità dei nuovi Super Green Pass ti rassicuro subito! Per allinearsi alle nuove misure anche l’applicazione Verifica C19 si aggiorna.
Aggiornamento di VerificaC19
Innanzitutto se ancora non possiedi l’applicazione ti consiglio di visitare questo link per poterla installare. Se ti trovi su Iphone visita l’App Store e scarica Verifica C19. Dal momento che hai appena scaricato l’app avrai già l’ultima versione!
Invece, se possiedi già Verifica C19, per poterla aggiornare è necessario andare su Play Store (per Android) o su App Store (per iOS) e cliccare sull’opzione “aggiorna”.
Funzionalità dell’applicazione
VerificaC19 è l’applicazione messa in campo dal Governo per poter verificare la validità e l’autenticità del Green Pass. L’app è conforme al modello europeo ed è l’unica ufficiale e su cui bisogna fare affidamento. Tra i vantaggi di questa applicazione rientrano la possibilità di utilizzarla senza una connessione internet e senza memorizzare i dati dei soggetti a cui viene controllata la certificazione. Inoltre è possibile ottenerla gratuitamente.
Il suo funzionamento è molto semplice: basta inquadrare il QR code presente sul Green Pass e immediatamente conferma la validità!
Novità della nuova versione
Grazie a questa nuova versione ora sarà possibile decidere la tipologia di verifica: BASE oppure RAFFORZATA. La certificazione verde definita base è quella rilasciata per l’esecuzione dei tamponi, mentre quella rafforzata è disponibile solo dopo la somministrazione del vaccino o, in alternativa, a chi è guarito dal Covid-19.
Per poter eseguire la validazione sarà necessario cliccare nella home di VerificaC19 su “SCEGLI LA TIPOLOGIA DI VERIFICA“, si aprirà una tendina nella quale potrai scegliere la tipologia di verifica. A quel punto potrai selezionare “SCANSIONA IL QR CODE” e inquadrare la certificazione. Nel caso in cui si voglia scansionare il QR code senza aver deciso la modalità, si aprirà un messaggio di errore.
Ora hai tutte le informazioni necessarie per poter verificare i Super Green Pass! Visita questo articolo se vuoi sapere dove poter salvare il Green Pass.
TIM ha annunciato che la bolletta della linea fissa può essere pagata anche tramite la piattaforma PagoPa, sfruttando l’app IO o altre app di pagamento.
La bolletta telefonica di TIM può essere pagata in molti modi. L’operatore ha oggi annunciato un’altra opzione che può essere sfruttata dai clienti di linea fissa consumer e business, ovvero la piattaforma pagoPA, utilizzata dalla Pubblica Amministrazione e dai gestori dei servizi pubblici. L’obiettivo è incrementare l’uso dei sistemi di pagamento digitali.
La novità è attiva da novembre – L’avviso si può pagare via smartphone, con l’home banking o nei negozi convenzionati.
La pratica si può sbrigare via smartphone, attraverso l’App IO o altre applicazioni, in due modi: inquadrando il QR code oppure inserendo il codice avviso prestampato.
In alternativa, è possibile pagare l’avviso PagoPA tramite l’home banking o gli altri servizi online, oppure nei negozi convenzionati.
PagoPA per pagare la bolletta TIM
La nuova soluzione rientra nell’iniziativa Operazione Risorgimento Digitale che TIM ha introdotto due anni fa per dare impulso alla digitalizzazione del paese. L’obiettivo è quindi offrire ai cittadini ulteriori strumenti di pagamento, spingendo con forza la cosiddetta multicanalità.
Gli abbonati possono già pagare la bolletta tramite diversi canali fisici (uffici postali, banche, ATM, tabaccherie, ricevitorie, supermercati, punti vendita TIM) e digitali (app e area clienti My TIM con carta di credito e PayPal, CBill, Satispay). Dal mese di novembre è possibile utilizzare anche la piattaforma PagoPA. Inizialmente la novità non sarà accessibile a tutti, ma andrà a regime dal mese di dicembre.
Dopo aver ricevuto l’avviso pagoPA, l’utente deve scegliere il canale di pagamento preferito e il gestore della transazione (noto come Payment Service Provider) più conveniente. È possibile pagare tramite smartphone con l’app IO o oltre app di pagamento (come Satispay), inquadrando il codice QR oppure inserendo il codice prestampato. In alternativa è possibile utilizzare il proprio home banking o altri servizi online. Ci sono infine vari esercenti convenzionati sul territorio. La commissione varia in base al canale di pagamento.
A disposizione anche i canali tradizionali
Oltre alla possibilità di poterla pagare tramite PagoPa e app IO, in ogni caso, per la bolletta Tim rimangono a disposizione anche i canali fisici tradizionali, come gli sportelli bancari, gli Uffici Postali, i bancomat, le ricevitorie, le tabaccherie e i supermercati.
Sia che ci si voglia liberare di app inutili, sia che si voglia guadagnare memoria, non tutti sanno che si possono cancellare più app Android in un colpo solo.
A tutti è accaduto almeno una volta di scaricare un’app sul telefono in preda alla sensazione del momento, magari perché consigliata da tutti, salvo poi accorgersi di non averla mai più aperta. Periodicamente bisognerebbe controllare quali applicazioni si possono eliminare dallo smartphone per renderlo più veloce. Ma non tutti sanno come farlo in maniera efficiente.
Scorrere un elenco piuttosto lungo di app e sforzarsi di ricordare quando si è utilizzata l’ultima volta ciascuna di esse. Oppure capire quanto spazio di archiviazione occupa ogni singola app, possono essere operazioni che richiedono parecchio tempo. Eppure c’è un metodo che consente di valutare entrambi gli aspetti – frequenza d’uso e spazio occupato – con un solo colpo d’occhio, e la buona notizia è che è presente su tutti gli smartphone Android. L’altra buona notizia è che consente di cancellare più app Android in un colpo solo, il che evita il processo – altrettanto lungo – di cancellare singolarmente l’app di cui si può fare a meno. Ecco come sfruttare questa piccola “magia” di Android.
Un unico elenco con due informazioni fondamentali
La prima cosa che bisogna fare per cancellare più app Android in un colpo solo è quella di aprire il Google Play Store, ossia l’applicazione che si utilizza per cercare nuove app da installare. Una volta aperta, bisogna toccare la miniatura con l’immagine del profilo impostata sull’account Google, nell’angolo in alto a destra della pagina iniziale del negozio virtuale.
A questo punto si apre un nuovo menu con una serie di opzioni. Bisogna ignorarle tutte tranne la prima, Gestisci app e dispositivo. Questa, una volta toccata, mostra tra le altre cose l’ammontare di spazio di archiviazione rimanente sullo smartphone. E’ l’opzione che ci consentirà di cancellare più app Android in un colpo solo.
Come cancellare più app in un colpo solo
Infatti, toccandola, si accede alla schermata che mostra un elenco di tutte le app installate nel telefono insieme. In particolare, a due informazioni molto utili a chi si appresta a cancellare delle app. Da un lato viene mostrata la dimensione effettiva della singola applicazione, cioè la porzione della memoria interna realmente occupata dall’applicazione e dai dati che contiene.
Più a lungo si utilizza un’applicazione, maggiore sarà il suo impatto sulla memoria di sistema. Per cui chi possiede uno smartphone con uno spazio di archiviazione non troppo ampio e si approccia alla disinstallazione di un’app per guadagnare memoria può trovare parecchio interessante l’informazione sullo spazio occupato. Infatti qui riesce ad individuare quali app ne occupano di più e di conseguenza a quali può essere conveniente rinunciare.
La seconda informazione molto utile è quella che riguarda l’ultima volta che una determinata applicazione è stata utilizzata. Se si vuole liberare memoria eliminando le app mai usate o utilizzate poco, basta scorrere l’elenco e toccare con il polpastrello la casella in corrispondenza del margine destro dello schermo associata all’app o alle app in questione.
Terminata la selezione delle app Android da cancellare, basta toccare l’icona del cestino sull’angolo alto sulla destra della schermata. Qui vedremo apparire una finestra che chiede conferma della reale intenzione di cancellare le app selezionate. A questo punto basta toccare su Disinstalla per vedere sparire in un colpo solo le app Android da eliminare.
Oggi vi spiegheremo qual è una buona velocità di download e di upload, e come ritenersi soddisfatti della propria linea.
Probabilmente hai una connessione ADSL o Fibra Ottica oppure vuoi averne una e vorresti capire di più sulle performance che i vari competitors (Alice, Fastweb, Vodafone, ecc) offrono. Sbirciando le varie offerte ti sarà capitato sicuramente di sentir parlare di velocità di download (o download speed) e di velocità di upload (o upload speed). Cosa significano questi termini? Cos’è la velocità di upload? e quella di download?
Ci siamo fatti un po di domande, vediamo allora di capirci un qualcosa in più. In questa guida cercheremo prima di spiegare il significato di velocità di download e upload e capire qual’è una buona velocità ADSL o Fibra, poi vi spiegheremo come effettuare un test di velocità per vedere se quanto offerto dal vostro fornitore corrisponde al vero.
Velocità di download (download speed)
Per velocità di download si intende la velocità di scaricamento (o ricezione) di un file da internet, ovvero la velocità con cui viene copiato un file da internet al vostro computer. Questo valore si misura in Mbps, ovvero Megabit per secondo. Il Mbps è un’unità di misura che indica la capacità (quindi velocità) di trasmissione dei dati su una rete informatica.
Una buona velocità di download è importante per navigare velocemente e incide maggiormente sulle operazioni seguenti: scaricare files, ricevere rapidamente la posta, vedere video in streaming, effettuare video-chiamate e svolgere gran parte delle operazioni sul web.
E’ importante sottolineare che la velocità a cui si riferiscono i vari operatori del mercato nei loro spot è proprio questa ovvero la velocità di Download mentre quella di Upload è generalmente inferiore.
Qual’è una buona velocità di download?
10-20 Mbps
Rappresenta una buona velocità. I siti anche quelli più pesanti da caricare si apriranno velocemente, sarà possibile guardare film in streaming anche in HD, piattaforme di condivisione video tipo Youtube o Dailymotion e Internet TV, tipo Infinity o sky on demond. Velocità di download basse sono da considerare quelle inferiori a 10-20 Mbps.
20-50 Mbps
Il numero di dispositivi connessi alla stessa rete è in continuo aumento. Basti pensare, oltre ai computer, ai tablet agli smartphone e in alcun casi anche agli elettrodomestici. Se in casa siete in molti a navigare potrebbe servirvi un servizio con questo tipo di velocità. Non occorre sottolineare che quando più dispositivi si collegano contemporaneamente devono spartirsi la rete, un po come si divide una torta.
50 e più Mbps
Velocità di questo tipo non credo servano per utenze domestiche semmai possono servire per esempio a piccole aziende che debbano organizzare video conferenze con più persone. In futuro velocità di questo tipo potrebbero diventare la normalità, vi ricordate da dove diamo partiti? Le prime connessioni che io ricordi andavano a 56K, quindi meno di 1 Mbps.
Velocità di upload (upload speed)
Per velocità di upload si intende la velocità con cui si invia un file su internet, ovvero, dal proprio computer su internet. Un esempio per capirci è quello di un file che alleghiamo ad un messaggio di posta elettronica. Per essere inviato il file deve essere caricato su un server. Una buona velocità di upload e’ fondamentale per navigare velocemente, spedire rapidamente la posta, effettuare video-chiamate o inviare files ad altri utenti.
E’ dunque importante avere una buona velocità di upload quando effettuate video-conferenze, o se avete necessità di scambiare molti file con altri utenti. Certo la velocità di upload non potrà mai essere elevata come quella di download, ma sarà sempre decisamente più bassa.
Qual’è una buona velocità di upload?
Tra ADSL e Fibra Ottica esiste una notevole differenza in termini di velocità di upload. Basti pensare che l’ADSL di Tim e Fastweb viaggiano entrambe a 1 Mbps mentre con la fibra ottica si naviga alla mostruosa velocità di 20 Mbps con le migliori offerte di Fastweb che arrivano addirittura a 50 Mbps. Detto ciò, occorre precisare che un utente normale non ha bisogno, almeno al momento, di velocità di Upload cosi alte, 3/5 Mbps rappresentano già un’ottimo compromesso.
Come effettuare un test di velocità della fibra ottica o dell’adsl?
Effettuare un test per capire qual è la tua velocità di navigazione è davvero semplice. Segui questo link:
Vediamo in quest’articolo di oggi come eliminare un account da Thunderbird, uno dei client di posta più usati.
Abbiamo parlato in un nostro articolo precedente della differenza tra Thunderbird e Outlook e quale scegliere spiegandone le motivazioni. Nel caso avessimo scelto di usare Thunderbird, come fare pe eliminare un account da noi creato?
Mozilla Thunderbird, uno dei client di posta elettronica più diffusi al mondo. Senza entrare troppo nei dettagli, diciamo che Thunderbird è un programma che consente di gestire la post elettronica.
Leggere messaggi, inviare mail, archiviare o eliminare i messaggi letti, diciamo che Thunderbird fa un po’ quello che fanno i client online tipo gmail, libero, virgilio etc. Su Thunderbird (che non fornisce indirizzi) puoi aggiungere l’account che possiedi e gestirlo attraverso il programma senza utilizzare il browser.
Quali sono i vantaggi? Perché molti utenti utilizzano Thunderbird? Essenzialmente per tre motivi. Il primo è perché esso consente di gestire molti indirizzi (anche di client diversi) in un’unica finestra. Il secondo motivo per il quale moltissimi utenti utilizzano Thunderbird è perché cosi si evita l’enorme quantità di pubblicità presente su alcuni client di posta. Ma il motivo più importante è il terzo: la sicurezza.
All’interno di Thunderbird sono integrati i più moderni sistemi di protezione, tra i quali il filtro anti-spam, la gestione avanzata della privacy e la protezione anti-phishing.
Come eliminare un account da Thunderbird?
Per qualsiasi motivo infatti, potrebbe capitarti di voler o dover eliminare uno degli account collegati al tuo client di posta Thunderbird.
Magari hai cambiato lavoro o più semplicemente non utilizzi più quell’indirizzo e non vuoi più averlo tra i piedi. Per eliminare un account da Thunderbird procedi allora come segue:
apri Thunderbird e dal menù si sinistra clicca sull’indirizzo che vuoi eliminare e poi su Impostazioni account uno degli account collegati al tuo client di posta.
in basso a destra clicca su Azioni account e dal menù a tendina che si apre scegli Elimina account
si aprirà una finestrella, spunta Rimuovi i dati dei messaggi e quindi clicca su Elimina
Il gioco è fatto! Abbiamo eliminato il nostro account da Thunderbird.
Cos’è e a cosa serve un processore o CPU di un computer? Vediamolo in quest’articolo di oggi.
Introduzione
Con il termine processore viene comunemente indicata la CPU, acronimo di central processing unit, ovvero il cervello di ogni computer. Il suo scopo è quello di processare informazioni ad altissima velocità e quando diciamo altissima velocità intentiamo miliardi di operazioni al secondo.
Se volessimo paragonare un processore ad un organo del nostro corpo quello più corrispondente sarebbe sicuramente il cervello.
Com’è fatto un processore?
In realtà i moderni processori sono costituiti da tanti piccoli processori che prendono il nome di “Core” che lavorano da soli in modo indipendente. Il motivo per cui le aziende produttrici sono tutte passate a questo sistema risiede nei limiti tecnologici attualmente insuperabili. Tali limiti impediscono di produrre un processore più grande e più performante.
Si è cosi pensato di collegare in parallelo più processori che si dividono il lavoro aumentando di conseguenza la velocità. A questi piccoli processori interni è stato dato il nome di Core. Se potessimo aprire una CPU, che cosa ci troveremmo dunque dentro? Principalmente noteremmo tre cose:
il Package, ovvero il contenitore
i Core, ovvero dei piccolo processori che eseguono calcoli a velocità elevatissime
i PIN, con i quali il processore viene connesso alla scheda madre e grazie ai quali riceve e trasmette informazioni
Un core contiene a sua volta 3 componenti:
un’unità di controllo anche detta CU (control unit), che legge dalla memoria i dati, impartisce le istruzioni e memorizza i risultati
un’unità aritmetico-logica anche detta ALU (aritmetic logical unit) che esegue le operazioni logiche e matematiche
i registri interni che sono delle piccole memorie interne
Come funziona un processore?
I processori dunque, grazie ai loro Core svolgono i calcoli a velocità pazzesche. Ma da dove vengono i dati di partenza e a chi vengono trasmessi?
La CPU si inserisce all’interno di un circuito che prende il nome di “Scheda madre” che permette a tutti i componenti di un computer di collegarsi tra loro. Tra i vari componenti abbiamo alcune memorie e sono proprio loro che contengono i dati da elaborare e che ricevono i risultati dei calcoli.
Come abbiamo già detto, i processori sono davvero molto veloci a elaborare i dati ma le memorie tipo la RAM o le memorie di archiviazione purtroppo e soprattutto gli spostamenti dei dati da e per i processori non lo sono altrettanto. Per questo sono state create delle piccolissime ma velocissime memorie che contengono i dati più frequentemente utilizzati.
Queste memorie prendono il nome di cache (puoi seguire il link per approfondire l’argomento), delle quali qui ci basta sapere che sono molto più veloci della RAM e che contengono informazioni utilizzate frequentemente. Il loro scopo è ovviamente quello di velocizzare le operazioni eliminando quello che sarebbe un collo di bottiglia.
In pratica, quando avviamo un programma le istruzioni dello stesso vengono prese dalla memoria di archiviazione (SSD o Hard Disk) e spostate sulla RAM. Quelle elaborate più di frequente vengono spostate sulle memorie cache e dunque elaborate dal processore.
Caratteristiche di un processore
Quando andiamo ad acquistare un PC o un processore dopo la marca del produttore (Intel o AMD) e il modello (i3, i5, i7, Ryzen) troveremo delle altre informazioni di cui ora dovremmo essere in grado di comprendere il significato.
Prima di tutto troveremo certamente la velocità della clock espressa in GHz (Giga Herz). La velocità di clock misura il numero di cicli eseguiti dalla CPU ogni secondo, misurati in GHz (gigahertz). Una CPU con una velocità di clock di 3,2 GHz esegue 3,2 miliardi di cicli al secondo. In pratica è la velocità che ha il processore nel compiere calcoli.
Troveremo poi il numero di Core. Abbiamo visto che non si riescono, al momento, a produrre processori più veloci. Dunque per rendere i computer più performanti si è pensato di dotarli di più processori o meglio di processori a più core. Più è alto il numero di core, più veloce sarà il processore.
Consigli per l’acquisto di una CPU
Nel caso si voglia cambiare il processore del computer con uno nuovo e nel caso si stia comprando un nuovo PC da assemblare, vediamo insieme come scegliere la CPU da comprare. In questo modo saremo pronti al momento dell’acquisto, e sapremo esattamente di cosa abbiamo bisogno.
1) Miti da sfatare
Ci sono tantissime dicerie e voci sui processori che potremmo scrivere un libro! Solo perché un processore ha una frequenza più alta o più nuclei (i core) non significa che sia meglio di un altro processore. Nello stesso tempo però le differenze tra velocità di clock e numero di core contano se si parla di processori della stessa casa produttrice, senza dimenticare le differenze generazionali tra i processori (ossia quando sono usciti sul mercato), che possono allargare in modo significativo il divario di prestazioni, anche se tecnicamente non cambiasse nulla circa il numero di core o la velocità di clock.
Il primo mito quindi è sfatato. Confrontare i processori solo per velocità di frequenza era significativo fino a 20 anni fa. Tuttavia oggi risulta anacronistico visto che i processori mostrano più o meno sempre le stesse caratteristiche a causa delle limitazioni fisiche. Una volta raggiunta una certa velocità e un certo numero di core, non si poteva più superare il limite senza evitare un consumo di energia e l’emanazione imminente di calore. Questi limiti saranno superati nel tempo con le nuove tecnologie (rimpicciolendo sempre di più i transistor). Per ora i processori dei computer e di più ancora quelli dei cellulari presentano caratteristiche comuni che non possono essere superati.
2) Caratteristiche ed informazioni utili sul processore
Un buon processore per computer moderno deve avere le seguenti caratteristiche:
– Velocità di clock e numero di core contano per misurare le prestazioni di una CPU, ma solo se si parla di processori di una stessa marca, che sono usciti a distanza di un anno o due massimo. E’ importante controllare la data di rilascio di una CPU perché, a parità di core e velocità, il processore più recente è sempre migliore. Come regola assicuriamoci che il processore abbia almeno 4 core fisici e una frequenza minima di 2 GHz.
Intel e AMD
– Se si deve comprare un processore per un PC nuovo basterà scegliere la nuova serie e, come è noto, ci sono due marche di processori per PC: AMD e Intel.
In due parole, quelli AMD costano meno e sono ottimi per PC di fascia bassa o media. Mentre quelli Intel risultano sempre migliori, soprattutto se si tratta di computer di fascia alta. I chip di fascia alta di AMD sono buoni per le applicazioni professionali che sfruttano il multi-threading e ormai sono maturi per competere ad armi pare con i processori Intel (forse solo la serie i9 è superiore per via del suo target, i PC di fascia altissima o per server).
Al momento (fine 2019), l’architettura desktop attuale di AMD è la serie Ryzen (3, 5, 7 e 9) riconoscibile dal numero di serie 2xxx e 3xxx (variabile in base alla versione).
L’architettura Intel attuale si chiama Intel Core Coffe Lake (i3, i5, i7 e i9) ed è riconoscibile dal numero di serie 9xxx (variabile in base alla versione). Anche la serie 8xxx va bene, se si vuol risparmiare.
Overclock, cache e socket della CPU
Una volta decisa la gamma e la linea di processori che si intende acquistare, prima di spendere i soldi è opportuno controllare alcune altre cose.
– Se è overclockable, ossia se si possono aumentare le prestazioni della CPU con un overclock facile in modo da ottenere più potenza (che spesso porta però instabilità e consumo di energia).
Possiamo trovare i modelli facilmente overcloccabili accompagnati dalla lettera K o X (che indica appunto la possibilità di overcloccarli sbloccando il moltiplicatore).
– Il sistema di raffreddamento (la ventola o il diffusore), spesso dimenticato, che bisogna controllare se è integrato o se è necessario comprarlo separatamente; se la CPU è troppo potente, è opportuno comprare una ventola compatibile con quel processore.
– Cache processore: una memoria integrata nella CPU che rende più veloci i calcoli del processore. La cache può essere di livello L1, L2 o L3 (i livelli base) ma ormai possono presentare anche livelli successivi (L4 o L5), disponibili ma mano che i transistor diventano sempre più piccoli.
– Scheda video integrata (APU): su alcune CPU avanza così tanto spazio all’interno che è possibile trovare anche una GPU integrata, che lavorerà in parallelo alle componenti del processore per generare le immagini ad una buona velocità. Questo tipo di processore (chiamato APU) è tipico delle CPU AMD. Mentre solo di recente Intel ha integrato una componente video adeguata all’interno dei suoi processori.
– Il Socket: Le CPU Intel e AMD non sono diverse solo per la loro costruzione, ma anche per l’attacco o socket alla scheda madre del computer. Questo significa che se si ha un PC con un certo tipo di scheda madre, si potrebbe essere costretti ad installare al suo interno un processore di una o dell’altra marca. Da notare, inoltre, che diverse generazioni di processori Intel hanno socket diversi.
3) Aggiornare una CPU già presente
Se si vuol comprare un processore per aggiornare quello già presente sul PC è importante sapere che tipo di processore abbiamo già e il socket supportato (ossia i contatti disponibili per far passare i dati sulla scheda madre). Su Windows digitiamo “Gestione dispositivi” nel menu Start e nella schermata che segue espandiamo la sezione “processori” per trovare il nome della CPU.
Per avere più informazioni ed ottenere anche il socket preciso possiamo programmi come CPU-Z per sapere, con precisione, quale processore abbiamo, quale scheda madre e quale socket utilizziamo. Per scaricarlo cliccare sull’icona.
Inoltre tenere conto che una scheda madre vecchia può non supportare i processori di ultima generazione: in questi casi dovrà quindi comprare una CPU che non sia uscita troppi anni dopo rispetto la scheda madre oppure cambiare scheda madre insieme alla CPU (la scelta più saggia).
4) Modelli di CPU in base al PC da acquistare
Ora che sappiamo tutto sui processori per PC, vediamo come controllare questa componente in base al PC che intendiamo acquistare:
– se si deve comprare un computer già pronto e non si ha intenzione di fare personalizzazioni o upgrade particolari, può essere conveniente prenderne uno con CPU AMD perché costa meno. Tenere conto però che quando AMD rilascerà nuovi processori, può darsi che questi non saranno compatibili con le schede madri attuali.
– se dobbiamo assemblare un PC per uso generico, AMD conviene tantissimo ed offre ormai un numero di core e di frequenza molto elevato, adatto a qualsiasi programma che intendiamo utilizzare. Il risparmio può diventare quindi parametro fondamentale per assemblare questo tipo di PC.
– se si vuole un computer da gaming, puntiamo ad occhi chiusi su un processore Intel; anche se gli AMD di ultima generazione forniscono tutta la potenza necessaria per i giochi, consigliamo sempre di puntare sugli Intel quando assembliamo un PC destinato ai giochi.
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