Monthly: Luglio 2021

Cloud Computing, Formazione, Software

Cosa sono e come si aprono i file CSV?

In informatica esistono centinaia di formati di file diversi, tutti dotati di caratteristiche uniche e pensati per specifici utilizzi. Alcuni sono più conosciuti, mentre altri si palesano solo nel momento del bisogno. Tra questi troviamo sicuramente i CSV, particolari elementi utilizzati in genere per ordinare e categorizzare le rubriche telefoniche. Questo è cosa sono ma vediamo come si aprono i file CSV e con quali programmi nello specifico.

In questa guida andremo ad analizzarli in tutte le sue caratteristiche, offrendone quindi una panoramica generale e anche dei metodi utili per poterli aprire e visualizzare.

La struttura di un file CSV

I file CSV, acronimo di Coma Separate Values, sono caratterizzati da elementi in formato tabulare, sotto forma di testo, separati da virgola o punto e virgola. Per fare un esempio banale, se in rubrica si possiede un contatto denominato “Giuseppe Rossi”, il suo rispettivo formato CSV sarà “Giuseppe, Rossi”.

Ovviamente le applicazioni dedicate alle rubriche telefoniche sono sviluppate in modo da convertire questo formato nella maniera più semplice e chiara da visualizzare a schermo. Allo stesso modo, si potranno aprire anche sfruttando applicazioni e servizi più semplici.

Più avanti, troverete alcuni dei modi più popolari, immediati e alla portata di tutti.

Come visualizzare un file CSV in un editor di testo

Quando abbiamo introdotto la struttura di un file CSV, abbiamo parlato di “formato tabulare”, ma in realtà, per dirla in maniera ancora più banale, questi possono essere considerati come dei banali file di testo. Per questo motivo, possono essere aperti e visualizzati con qualsiasi programma in grado di supportarne la lettura.

Su Windows, si potranno infatti avviare tramite il blocco note, oppure anche con “Word”, per aver opzioni di modifica aggiuntive. Il procedimento per farlo è piuttosto banale. Tutto ciò che servirà, sarà cliccare con il tasto destro del mouse sul file CSV, continuare con la voce “Apri con…” nel menu a tendina e scegliere il programma preferito tra quelli presenti, in cui ovviamente non mancheranno anche Word e il blocco note.

Su Mac invece, si potranno utilizzare le rispettive applicazioni di “TextEdit” e “Pages”. Nonostante i programmi siano diversi però, i passaggi da completare saranno esattamente gli stessi. Non servirà quindi altro che cliccare con il tasto destro del mouse (oppure con due dita sul trackpad) sul file CSV, continuare con “Apri con…” nel menu a tendina e subito scegliere un’applicazione tra TextEdit e Pages (o qualunque altra in grado di editare del testo).

Come aprire un file CSV in un programma di fogli di calcolo

Ma senza dubbio, il modo migliore per aprire un file CSV passa per i programmi dedicati alla gestione dei fogli di calcolo, in quanto appositamente pensati per ordinare con precisione i formati tabulari. In questo caso infatti, la virgola verrà sostanzialmente convertita in modo da strutturare gli elementi e posizionarli in celle diverse.

Ad esempio, il file “Mario, Rossi” sarà ordinato inserendo “Mario” in una cella e “Rossi” nella cella alla sua destra. Ma vediamo ora come agire nella pratica, sfruttando i programmi più popolari di questo tipo.

Aprire un file CSV con Microsoft Excel

Partiamo proprio dallo strumento più utilizzato in materia di fogli di calcolo. Excel, sviluppato da Microsoft, si presenta infatti come il programma più conosciuto su PC Windows e macOS, ma anche online e su smartphone e tablet, Android e iOS.

Per quanto riguarda i passaggi necessari per aprire un file CSV su PC, saranno esattamente gli stessi, sia su Windows che su macOS, iPadOS e Online. Tutte le versioni compatibili con le suddette piattaforme avranno la stessa struttura grafica, così da rendere più chiaro e intuitivo l’utilizzo del software.

Come si aprono i file CSV

Qualora vi trovaste in una di queste situazioni, basterà quindi cliccare su “File” in alto a sinistra e subito dopo scegliere la voce “Apri”. Qui si avvierà la finestra dedicata all’importazione dei file dal computer, in cui bisognerà soltanto selezionare il documento CSV da importare. Questo verrà correttamente ordinato all’intento del foglio di calcolo, pronto per essere modificato manualmente dall’utente.

Per salvare il file bisognerà ora cliccare sull’icona del floppy disk in alto a sinistra. Questo passaggio convertirà la struttura in un file “XLSX”, ovvero il formato utilizzato da Excel per la lettura. In ogni caso, questo potrà essere aperto anche da altri programmi dello stesso tipo.

Per quanto riguarda invece i passaggi necessari per aprire il file CSV su smartphone Android, questi risulteranno leggermente diversi. In ogni caso, sarà necessario possedere l’applicazione gratuita e ufficiale di Microsoft, facilmente reperibile su Google Play Store per Android e App Store per iOS.

Una volta completato il download, basterà avviare l’app e, eventualmente, accedere con un account Microsoft. Ad accesso eseguito, sarà sufficiente cliccare su “Apri” in basso a destra, selezionare la posizione dal quale recuperare il file (il computer, OneDrive, Dropbox o altro) e successivamente selezionare il file da importare.

Ancora una volta, qualora si decidesse di salvare il documento, questo verrà convertito in file “XLSX”.

Aprire un file CSV con LibreOffice

csv libre office

Nel caso in cui si utilizzi invece LibreOffice, facilmente scaricabile da qui, si potrà comunque importare qualsiasi file CSV, in quanto assolutamente supportato in tutte le sue caratteristiche. I passaggi da seguire per completare la procedura saranno gli stessi sia per Windows che per macOS e Linux, visto che il software sarà lo stesso.

Per farlo basterà cliccare su “File” in alto a sinistra e subito dopo continuare con “Apri”. Anche in questo caso si avvierà la nuova schermata di selezione file, all’interno della quale si dovrà ricercare e selezionare il file CSV da importare. Tutto il resto verrà eseguito automaticamente da LibreOffice.

Per salvare il file bisognerà invece cliccare sull’icona del floppy disk, sempre in alto a sinistra, oppure accedere la menu “File”, continuare con “Salva con nome” e scegliere il formato di esportazione, in cui non mancherà anche CSV. Ora basterà scegliere la cartella e confermare il salvataggio con “Salva” “Apri”.

Aprire un file CSV con Fogli Google

aprire csv google

Un altro potente strumento per la lettura dei fogli di calcolo e dei file CSV è Fogli Google, completamente online e disponibile gratuitamente per chiunque. Tutto ciò che servirà, sarà possedere un account Google (sempre gratuito) e si potrà immediatamente passare all’azione e all’importazione.

Prima di tutto bisognerà quindi accedere al servizio, per farlo sarà sufficiente cliccare su questo link e inserire i email e password del proprio account Google. Ora basterà cliccare su “Nuovo” in alto a sinistra in modo da avviare un nuovo documento vuoto.

Qui sarà necessario aprire il menu a tendina “File” in alto a sinistra e poi cliccare su “Importa”. Ancora una volta si aprirà la schermata di selezione dei file, reperibili sia dal computer che da quelli presenti su Google Drive.

Su smartphone Android e iOS i passaggi risulteranno leggermente diversi, ma comune semplici da completare. Innanzitutto bisognerà scaricare l’applicazione gratuita dal Google Play Store per Android e da App Store per iOS e subito dopo avviarla e accedere con l’account Google.

A questo punto sarà la stessa applicazione a chiede all’utente di importare il file, il quale potrà essere scelto da Google Drive o dalla memoria interna dello smartphone.

Come importare un file CSV in un’applicazione

Come già accennato però, i file di tipo CSV sono spesso utilizzati per ordinare contatti e, per questo motivo, potrebbe essere un’ottima idea quella di importarli all’interno di applicazioni che possano effettivamente farne un utilizzo funzionale.

Tra le tante, non mancano quelle relative alla gestione delle email. Perciò, vediamo subito in che modo aprirli sulle piattaforme più popolari.

aprire csv gmail

Iniziamo subito con Gmail, il servizio mail di Google. In questo caso non si tratta proprio di un’applicazione, poiché su PC viene preferita la controparte online. In ogni caso, per poter utilizzare i file CSV su Gmail, bisognerà importare i contatti all’interno di un secondo servizio online, ovvero Contatti di Google.

Per farlo, sarà sufficiente cliccare su questo link (eventualmente accedere con lo stesso account utilizzato su Gmail), scegliere la voce “Importa” in basso a sinistra, continuare con “Seleziona file”, selezionare i file CSV dal computer e confermare con il pulsante “Importa”.

A questo punto, tutti i contatti saranno correttamente aggiunti all’elenco e potranno essere utilizzati su Gmail.

Thunderbird

Un secondo servizio universale molto utilizzato per la gestione delle caselle email è Thunderbird, gratuito e compatibile con Windows, macOS e Linux.

Una volta avviato il programma, per importare i file CSV bisognerà accedere alla sezione “Rubrica” in alto e subito dopo continuare con “Strumenti” in alto a destra. Qui sarà necessario cliccare sulla voce “Importa” e subito dopo selezionare “Rubriche” nella nuova schermata che appare.

Dopo aver scelto “Avanti”, continuare selezionando la voce “File di testo” e confermare nuovamente con “Avanti”. A questo punto non servirà altro che cercare ed effettuare un doppio clic sul file CSV e confermare con “OK”.

Microsoft Outlook

aprire csv outlook

Per tutti gli utilizzato dell’applicazione di Outlook invece, i passaggi da seguire saranno abbastanza simili. Prima di tutto, bisognerà cliccare su “File” in alto a sinistra, subito dopo scegliere la voce “Apri ed esporta” e continuare con “Importa/Esporta”.

A questo punto basterà seguire i seguenti passaggi: scegliere “Importa dati da altri programmi o file” e confermare con “Avanti”, selezionare “Valori separati da virgola” e confermare con avanti, premere sul pulsante “Sfoglia” e selezionare il file CSV dalla schermata che appare.

Per concludere, non servirà altro che evidenziare la voce “Contatti” nella schermata delle cartelle e confermare con “Avanti”.

Apple Mail

Proprio come accade su Gmail, anche per Apple Mail bisognerà utilizzare una seconda applicazione, gratuita e presente di default su tutti i Mac. Stiamo ovviamente parlando di “Contatti”.

Una volta aperta, per poter importare i file CSV preferiti, bisognerà cliccare su “File” in alto a sinistra e subito dopo continuare con la voce “Importa”. A questo punto si avvierà la solita schermata di selezione, in cui sarà necessario selezionare i file CSV da importare.

Una volta fatto, si avvierà una nuova schermata in cui si potranno selezionare i contatti da importare e quelli da non importare, oltre a poter modificare tutti gli elementi prima dell’importazione.

Per confermare, sarà sufficiente scegliere la voce “OK” in basso a destra.

Outlook.com

Torniamo ancora su Outlook, ma stavolta per elencare i passaggi necessari da seguire all’interno della sua interfaccia Web. Una volta aver effettuato l’accesso al sito, bisognerà cliccare su “Persone” dalla colonna a sinistra e successivamente continuare con “Gestisci”.

Qui apparirà la solita voce “Importa contatti” che, se premuta, avvierà la schermata “Sfoglia” dalla quale selezionare i file CSV da importare.

Tutto ciò che servirà sarà infatti evidenziare il file e confermare l’importazione con “Importa”.

App per smartphone

L’importazione del file CSV all’interno delle suddette applicazioni non trova tantissimo spazio su smartphone, per questo motivo, qualora foste interessati a visualizzare tali file anche sul piccolo schermo, bisognerà sfruttare alcune applicazioni dedicate.

Su Android, si potranno utilizzare due app in particolare: CSV File Viewer per una visualizzazione standard e CSV To Contacts, per invece convertire immediatamente il file in una lista ordinata di contatti. Entrambe possono essere scaricate gratuitamente dal Google Play Store.

Per quanto riguarda invece iPhone e iPad, gli strumenti migliori passano per i soliti sevizi per la gestione dei fogli di calcolo, ovvero ExcelGoogle Fogli o anche Numbers della stessa Apple. In alternativa, si potrà comunque utilizzare SA Contatti Lite, scaricabile gratuitamente da questo link.

Come posso aprire un file CSV senza Excel

Tutti i paragrafi precedenti rispondono anche ad una delle domande più frequenti: “Come posso aprire un file CSV senza Excel?” Le possibilità sono ovviamente tantissime e tutte dispongono di caratteristiche uniche.

In più, a differenza di Excel, ogni programma sopra elencato risulta essere assolutamente gratuito, oltre ovviamente a supportare esattamente allo stesso modo qualunque documento di tipo CSV. Non servirà altro quindi che scegliere quello preferito.

Come convertire un file CSV in PDF

converti csv pdf

Qualora si volesse condividere più facilmente un file di tipo CSV, la cosa migliore da fare sarà convertirlo in formato PDF, così da consentirne la lettura a chiunque, senza dover necessariamente utilizzare applicazioni un po’ più specifiche come quelle viste in alto.

Per farlo, esistono sostanzialmente due diversi metodi: esportare il file in PDF dopo averlo aperto su un foglio di calcolo, oppure utilizzare un servizio capace di convertire il file in poco tempo.

Per quanto riguarda il primo dei due modi, potrebbe differire in base al programma utilizzato, anche se, in linea di massima, i passaggi da seguire resteranno simili.

L’unica cosa che servirà fare sarà infatti aprire il documento CSV tramite un foglio di calcolo (Excel, Google Fogli, LibreOffice o altro), entrare nelle sue opzioni, che in genere vengono raggruppate nel menu a tendina “File” in alto a sinistra della schermata e continuare con l’opzione “Esporta”, la quale potrebbe anche presentarsi come “Salva con nome”“Esporta come”“Importa/Esporta” o qualcosa di molto simile.

A questo punto si aprirà una finestra di salvataggio, in cui sarà anche possibile scegliere il formato di esportazione, dove ovviamente bisognerà selezionare “PDF”.

Altrimenti, l’alternativa più rapida passa per il sito Web Convertio, il quale offre una pagina dedicata interamente alla conversione di file CSV in PDF.

Per farlo basterà accedere al portale cliccando su questo link, cliccare su “Scegli i file” a destra per selezionare il file CSV da convertire, assicurarsi che le due estensioni a destra siano “CSV” in “PDF” e procedere con la conversione.

I tempi di attesa dipenderanno dal peso del file e dalla connessione internet, ma in genere risultano essere abbastanza brevi.

Come si converte un file CSV in Excel

Come già accennato in precedenza, Excel dispone già di tutte le caratteristiche per leggere e visualizzare i file di tipo CSV. Per questo motivo non sarà assolutamente necessario passare prima per una conversione, ma si potrà semplicemente procedere con l’avvio del file come visto nel paragrafo dedicato ad Excel in alto.

Come posso convertire un file TXT in un file CSV

La conversione da file TXT a CSV è assolutamente possibile e può essere completata ancora una volta dal sito web di Convertio.

Tuttavia, come precedentemente specificato, i CSV contengono elementi separati da virgola o punto e virgola, perciò sarà bene verificare prima che il file TXT sia scritto in maniera adeguata, in modo da evitare che il CSV risulti disordinato e poco leggibile.

In linea di massima, la scrittura corretta sarà del tipo “Giuseppe, Rossi” (senza virgolette alte ovviamente), con al più un elemento per riga. Utilizzando questa struttura, il file CSV risulterà corretto e perfettamente utilizzabile.

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Windows 11: un solo aggiornamento l’anno

Diversamente rispetto a quanto fatto fino ad oggi nel caso di Windows 10, chi installa Windows 11 riceverà un solo aggiornamento delle funzionalità o feature update l’anno. Ne abbiamo già fatto menzione nei giorni scorsi ma c’è una novità legata a Windows 11 con cui Microsoft cerca di stimolare più utenti alla migrazione al nuovo sistema operativo. Trascorse ormai quasi un paio di settimane dall’annuncio ufficiale, conosciamo molti dettagli di Windows 11, ma continuano a spuntare nuove informazioni in merito al nuovo sistema operativo di casa Microsoft. Negli ultimi giorni si è parlato in diverse occasioni degli aggiornamenti e della loro gestione. Tema delicato nonché vero e proprio tallone d’Achille del predecessore W10. Un aspetto che la software house ha intenzione di migliorare, così da andare incontro alle esigenze manifestate dagli utenti.

Il primo feature update per Windows 11 nella seconda metà del 2022

Due le novità più importanti da questo punto di vista. La prima riguarda la cadenza di rilascio dei feature update: uno ogni anno. La seconda, invece, la distribuzione di pacchetti dalle dimensioni ridotte rispetto al passato (fino al 40%) e che dunque richiederanno un minore dispendio di tempo e risorse per l’installazione. Ancora, il gruppo di Redmond fornirà una stima dell’attesa necessaria per completare l’operazione, visualizzata sia all’interno di Windows Update sia nel menu Start quando ci si appresta a eseguire il riavvio. Il calcolo è effettuato sulla base del comparto hardware a disposizione, tenendo conto di processore, RAM e storage (lo screenshot è del sito Windows Latest).

Windows 11: un solo aggiornamento l'anno

Anziché ogni 6 mesi, quindi, ogni nuovo feature update annuale per Windows 11 verrà rilasciato nella seconda parte dell’anno, generalmente tra ottobre e novembre. Ogni versione di Windows 11 quindi ciascun feature update via via pubblicato verrà supportato da Microsoft per 24 mesi nel caso delle edizioni Home, Pro, Pro Education e Pro for Workstations; per ben 36 mesi nel caso delle edizioni Enterprise, Education e IoT Enterprise

Gli utenti di Windows 11 Home non potranno posticipare l’installazione degli aggiornamenti

È bene precisare che, nonostante un solo feature update annuale (il primo è atteso nella seconda metà del 2022), Windows 11 continuerà a ricevere i cosiddetti Patch Tuesday e gli altri aggiornamenti cumulativi opzionali utili per raccogliere feedback sulle novità introdotte.

Rispetto allo schema applicato in Windows 10, quindi, gli utenti di Windows otterranno 6 mesi di supporto aggiuntivo. Ciò significa che potranno astenersi dall’installare le più recenti versioni di Windows 11 per due o addirittura tre anni. Potendo comunque contare sulla distribuzione mensile degli aggiornamenti di sicurezza.

Secondo quanto riportato da Microsoft, solamente gli utenti di Windows 11 Home non potranno posticipare l’installazione degli aggiornamenti delle funzionalità o feature update. Bisognerà attendere il rilascio della versione finale di Windows 11 ma comunque, come già visto con Windows 10, dovrebbe essere possibile intervenire sul registro di sistema per attivare la ricezione e l’installazione degli aggiornamenti solo su richiesta.

Data di lancio

Nessuna conferma ancora sulla data di lancio del sistema operativo, ma gli indizi puntano verso il 20 ottobre 2021. L’upgrade a W11 sarà poi offerto tra la fine di quest’anno e la metà del prossimo. Sarà proposto anche a coloro in possesso di un dispositivo in grado di soddisfare determinati requisiti hardware. Per eseguire un test e sapere se il vostro PC è compatibile, consigliamo il tool di terze parti WhyNoteWin11. Quest’ultimo infatti fornisce informazioni dettagliate su eventuali problemi di compatibilità.

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Google Health, la “nuova” app per la salute

Secondo quanto rivelato dal noto leaker Ishan Agarwal, Google starebbe lavorando a una applicazione per la salute che consentirebbe agli utenti di raccogliere e avere quindi sempre a portata di mano le proprie informazioni sanitarie. Il colosso di Mountain View vorrebbe rilanciare un vecchio progetto per la gestione intelligente delle informazioni relative alla salute degli utenti. Si tratta della “nuova” app per la salute Google Health.

Il lancio nel 2008

Google Health era stato lanciato da Google inizialmente nel 2008, e interrotto dal 1º gennaio 2012. Inoltre Google ha dichiarato di aver interrotto Google Health perché non ha avuto un impatto ampio come era stato previsto. Le informazioni volontarie potevano comprendere “condizioni di salute, farmaci, allergie e risultati di laboratorio”.

Una volta inserite, Google Health utilizzava le informazioni per fornire all’utente una cartella clinica personale globale, informazioni sulle condizioni e possibili interazioni tra farmaci, condizioni di salute e allergie integrandole poi in apposite cartelle cliniche digitali. Queste potevano essere condivise con i familiari e col proprio medico curante, le farmacie e gli istituti ospedalieri presso i quali si è soliti andare per le proprie esigenze di salute. Google concluse le attività di questo servizio per mancanza di diffusione dello stesso. Il 24 giugno 2011, Google ha annunciato la sospensione di Google Health.

Il ritorno di Google Health

A giudicare dalle prime presunte immagini condivise online, dovrebbe proporre un’interfaccia abbastanza standard. Quest’ultima raccoglierà i dati sanitari personali, con la possibilità di aggiungere contatti e condividere le informazioni con gruppi o persone specifiche. Come accennato prima, si potranno collegare alla app tutti gli account online dei luoghi in cui un utente ha ricevuto assistenza sanitaria. Oltre alle informazioni sul loro stato di salute, i pazienti potrebbero essere in grado di consultare le loro cartelle cliniche. Queste poi potranno essere messe eventualmente a disposizione di altri medici.

google health

Google Health nasce infatti come strumento per offrire agli utenti la possibilità di gestire in modo più intelligente le informazioni relative alla propria salute. Il progetto intende generare un sistema di comunicazione. Tale sistema riguarderà il rapporto tra medico, paziente e sistema sanitario così che la documentazione sia sempre disponibile, sempre archiviata e veicolata con sempre maggior rapidità.

Google Health, la “nuova” app per la salute

Questo dovrebbe aiutare le persone a condurre una vita più sana e a controllare le proprie condizioni di salute, grazie a uno scambio di informazioni più efficiente e interattivo tra dottori e pazienti.

Inoltre si potranno consultare le prescrizioni dei medicinali da assumere e una serie di informazioni a carattere divulgativo per meglio comprendere le patologie da cui sono affetti. Google Health è ancora nelle prime fasi di sviluppo. Inoltre da quanto emerso fino a ora potrebbe essere separata dall’app Google Fit, ma godere di una potenziale integrazione software.

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Green Pass: attenzione a condividere il QR online

Molti utenti pubblicano sui social network le foto dell’avvenuta vaccinazione. Da qualche ora è iniziata anche la condivisione del codice QR associato al Certificato Verde (Green Pass), senza porre attenzione sul rischio di tale scelta.

Codice QR sui social: rischio elevato

Molte persone hanno l’irrefrenabile desiderio di condividere online la loro vita privata, ignorando le conseguenze. L’avv. Guido Scorsa ha notato che diversi utenti hanno già esibito “trionfalmente” sui social il codice QR del Certificato Verde. Oltre al nome e alla data di nascita (informazioni già disponibili online), ci sono altri dati sensibili, come tipo di vaccino, numero dosi e data di vaccinazione, ma soprattutto viene svelato se e quando è stato fatto un tampone o se e quando l’utente ha avuto il virus.

Guido Scorza, componente del Garante per la protezione dei dati personali, ha spiegato senza mezzi i termini che si tratta di una pessima idea. “Quel QR-code è una miniera di dati personali invisibili a occhio nudo ma leggibili da chiunque avesse voglia di farsi i fatti nostri. Chi siamo, se e quando ci siamo vaccinati, quante dosi abbiamo fatto, il tipo di vaccino, se abbiamo avuto il Covid e quando, se abbiamo fatto un tampone, quando e il suo esito e tanto di più”.

Insomma, si rischia di lasciare “in giro per il web una scia di propri dati personali per di più sanitari che chiunque potrebbe utilizzare per finalità malevole”. Non solo: “Questa prassi – ha detto Scorza – potrebbe facilitare la circolazione di QR-Code falsi che frustrerebbero l’obiettivo circolazione sicura perseguito con i green pass”.

Falsi “Green Pass” a 150 dollari

Il codice QR viene letto attraverso l’app VerificaC19 dagli operatori autorizzati, come forze dell’ordine e i titolari di hotel, ristoranti o altre strutture in cui è possibile accedere solo esibendo il green pass. Ma l’app verifica solo se il certificato verde è valido. Tutte le altre informazioni non vengono lette né conservate.

Scorza avverte che i dati sanitari potrebbero essere utilizzati per varie forme di discriminazione oppure per truffe mirate e attività di profilazione commerciale. Inoltre la pubblicazione del codice QR potrebbe facilitare la circolazione di green pass falsi. Se proprio non si resiste alla tentazione è meglio comunicare a tutti la notizia, senza condividere immagini.

Nei canali riservati di Telegram e sul mercato nero della Rete si moltiplicano le offerte di documenti fasulli per aggirare le normative anti Covid. E i pirati si vantano: “Abbiamo bucato l’anagrafe europea”. Con 150 dollari pagabili in criptovaluta, e dai 3 ai 5 giorni di attesa, ti forniscono un Green Pass con lo stemma dell’Unione Europea, il nominativo e pure il Qr Code. Che poi funzioni davvero al momento del vaglio con l’app di verifica è tutto da vedere.

Qr code Green Pass
Qr code

Le truffe sul “Green pass”

Sul ‘Green pass’ è intervenuta anche l’associazione dei consumatori Consumerismo No Profit, che ha denunciato come in questi giorni numerosi cittadini abbiano ricevuto messaggi WhatsApp ed email che invitano a scaricare il documento attraverso un apposito link.

“Si tratta tuttavia di una truffa che rientra nel cosiddetto Phishing” spiegano da Consumerismo. Chi accede al link potrebbe ritrovarsi abbonato a servizi non richiesti che prosciugano il credito telefonico, o cedere a cyber-criminali informazioni personali, come numero di carta di credito, dati bancari. Insomma è meglio fare attenzione e ricordarsi che il ‘Green pass’ può essere scaricato solo attraverso questi canali:

Canali digitali

  • Tramite il sito dedicato
  • Tramite il Fascicolo Sanitario Elettronico
  • Tramite App IO e IMMUNI

Canali ordinari

  • Con l’aiuto di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, farmacie.
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DDoS: attacco al sito Bitcoin.org

Il sito Bitcoin.org, il cui obiettivo dichiarato è quello di aiutare lo sviluppo di Bitcoin in modo sostenibile (finalità perseguita tra gli altri anche dal Mining Council), ha subìto un attacco DDoS (Distributed Denial of Service) definito “massivo”. Nel momento in cui pubblichiamo questo articolo tuttavia, sembra essere tornato online e normalmente funzionante.

Bitcoin.org colpito da un attacco DDoS: chiesto riscatto

Stando a quanto reso noto, l’autore dell’azione ha chiesto il pagamento di un riscatto (ovviamente in Bitcoin) per allentare la presa: 0,5 BTC, pari a circa 17.400 dollari stando al cambio attuale. Questo il post condiviso su Twitter da Cøbra, gestore del dominio la cui reale identità rimane nascosta.

Come si legge sulle sue pagine, è bene precisare che il portale non è il sito ufficiale di Bitcoin, bensì un progetto open source indipendente con collaboratori da tutto il mondo.

DDoS: attacco al sito Bitcoin.org

Il dominio inoltre è stato recentemente al centro di una disputa legale nel Regno Unito. Il già citato Cøbra ha scelto di preservare il proprio anonimato anziché presentarsi in aula e difendersi dalle accuse di violazione del copyright mosse nei suoi confronti da Craig Steven Wright.

Classe 1970, quest’ultimo afferma di essere l’inventore della criptovaluta e la persona dietro lo pseudonimo Satoshi Nakamoto, affermazioni ritenute non corrispondenti al vero da gran parte dei media e della community.

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Nuova vulnerabilità zero-day di Windows: PrintNightmare

E’ emersa nei giorni scorsi la nuova vulnerabilità zero-day di Windows critica: PrintNightmare. Prende di mira il servizio Print Spooler di Windows, che gestisce il processo di stampa all’interno del sistema operativo, e permette di eseguire delle righe di codice non autorizzate da remoto. Microsoft, successivamente, ha confermato che la vulnerabilità conosciuta come CVE-2021-34527 è presente in tutte le versioni di Windows. L’azienda ha anche divulgato alcuni consigli di mitigazione per bloccare gli attacchi che prendono di mira questa vulnerabilità

Controllo dei server da parte di malintenzionati

Come riporta Bleeping Computer, questo bug di esecuzione del codice remoto (RCE), ora tracciato come CVE-2021-34527, ha un impatto su tutte le versioni di Windows, secondo quanto afferma Microsoft, con la società che sta ancora indagando se la vulnerabilità sia davvero sfruttabile su tutte. CVE-2021-34527 consente agli aggressori di assumere il controllo dei server interessati tramite l’esecuzione di codice remoto con privilegi di sistema in quanto consente loro di installare programmi, visualizzare, modificare o eliminare dati e creare nuovi account con diritti utente completi.

La società ha aggiunto in un avviso di sicurezza appena rilasciato che PrintNightmare è già stato sfruttato almeno una volta. Microsoft non ha voluto condividere altri dettagli, come chi c’è dietro lo sfruttamento scoperto (se hacker o security researchers). Tuttavia, in un report separato, Microsoft afferma che gli aggressori stanno attivamente sfruttando la zero-day PrintNightmare.

Al momento non sono disponibili delle patch per poter risolvere questa vulnerabilità, Microsoft infatti sta ancora indagando sul problema e sta lavorando a una soluzione. L’azienda ha anche fugato i dubbi riguardo il bug affermando che è “simile ma distinto dalla vulnerabilità assegnata a CVE-2021-1675”, corretta a giugno.

Nuova vulnerabilità zero-day di Windows: PrintNightmare

In ogni caso Microsoft ha condiviso alcune misure di mitigazione per impedire agli aggressori di assumere il controllo dei sistemi vulnerabili. La prima soluzione è quella di disattivare il servizio interessato, ma non si potrà più stampare né in locale né in remoto; la seconda invece è quella di disattivare la stampa remota tramite i Criteri di Gruppo, mantenendo attiva la stampa locale dal dispositivo direttamente collegato alla stampante.

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YouTube lancia Shorts in risposta a TikTok

Sappiamo tutti, ormai, cos’è TikTok. Il social network cinese caratterizzato da video di breve durata è diventato l’app più scaricata al mondo tanto che anche Facebook, qualche mese fa, è dovuto correre ai ripari creando i Reel per Instagram. E ora è arrivato il momento di YouTube. Una funzionalità nuova per la app di YouTube che lancia una sezione dedicata ai video brevi, Shorts, e uno strumento integrato per crearli e caricarli, in risposta a TikTok. Degli Shorts si parlava già prima che venissero lanciati a settembre 2020, in fase sperimentale in India. I risultati sono stati soddisfacenti – 6,5 miliardi di visualizzazioni giornaliere – e da marzo gli Shorts sono attivi anche negli Stati Uniti, con la promessa di raggiungere presto gli utenti di tutto il mondo.

Cosa sono gli Shorts di YouTube

Si tratta di clip di massimo 15 secondi in formato verticale, da scorrere passando velocemente da una all’altra. Nulla che gli iscritti a TikTok o a Instagram (con i Reels) non abbiano già visto. Ma di certo è una novità per YouTube, piattaforma che ha sempre prediletto video orizzontali, anche molto lunghi, editati prima di essere caricati. Una volta che l’opzione Shorts sarà attiva anche in Italia, sarà possibile girarli ed editarli – con filtri e musica – direttamente tramite la app di YouTube. La stessa app aggiornerà il proprio menù per accogliere una sezione dedicata alla visualizzazione dei video brevi.

shorts

Shorts consente ai creator di registrare, modificare e condividere contenuti video. La creatività è al centro e YouTube sta cercando di renderla il più facile e divertente possibile. Il creator può controllare la velocità per rallentare o accelerare l’audio, aggiungere testo, didascalie e sovrapposizioni grafiche in determinati momenti, clip dalla galleria del telefono, filtri di regolazione del colore e può anche utilizzare un timer e un conto alla rovescia per registrare facilmente e a mani libere.

YouTube sta attivando una nuova funzionalità: i creator potranno decidere di utilizzare l’audio originale del video oppure selezionare della musica dalla piattaforma stessa, e questo sicuramente porta a YouTube un importante vantaggio grazie alla vasta libreria di brani in costante crescita. “Il collegamento tra i due ecosistemi è una parte fondamentale di tutto questo” ha osservato Todd Sherman, Product lead per YouTube Shorts.

La concorrenza a TikTok e IG Reels

Questo ingresso nel mondo delle clip brevi avvicina quindi YouTube ai concorrenti social network. Nel lanciare Shorts, la piattaforma ha parlato della volontà di offrire un nuovo tipo di contenuti ai propri utenti, per sfruttare l’ampio catalogo musicale a disposizione e rendere la app più ‘accattivante’ quando navighiamo su smartphone. E’ anche una mano tesa ai creator specializzati in video verticali, che così potranno più facilmente rivolgersi a YouTube per contenuti sponsorizzati e non solo.

YouTube lancia Shorts

Già la scorsa estate, YouTube aveva annunciato che avrebbe testato una nuova funzione per video brevi, ma non aveva aggiunto particolari dettagli. A settembre 2020 Youtube Shorts è stato lanciato per la prima volta in India dove TikTok – ricordiamo, di proprietà cinese – è ora illegale. Lo scorso marzo è poi arrivato negli Stati Uniti e si sta aprendo a Regno Unito, Canada e America Latina. Il rollout in nuovi paesi, iniziato il 7 giugno, sarà pienamente attivo entro la fine del mese, come si legge in un articolo di TechCrunch.

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Windows 11: cosa cambia rispetto a Windows 10

In che modo Windows 11 è diverso da Windows 10? Il nostro sguardo a una prima build di Windows 11 trapelata online ci consente di rispondere (seppur in minima parte) a questa domanda. Stando a quanto visto fin qui, Windows 11 sembra aggiornare l’interfaccia utente di Windows 10 senza cambiare di molto l’infrastruttura sottostante rispetto a quest’ultimo. Questi cambiamenti estetici sono comunque significativi.

La build “leakata” (trapelata) mostra diversi cambiamenti nella barra delle applicazioni di Windows e nel menu Start, sfruttando le modifiche all’interfaccia utente che Microsoft ha apportato a Windows 10X prima di bloccarne lo sviluppo all’inizio di quest’anno. C’è anche un enorme sezione widget completamente nuova, anche se ci aspettiamo che si evolverà tra qui e l’uscita di Windows 11 prevista molto probabilmente per l’autunno. Nell’attesa ecco le principali novità emerse da questa build.

Il menu Start: icone semplici e niente Live Tiles

Il menu Start di Windows 11 è sicuramente un cambiamento importante rispetto a Windows 10. Per impostazione predefinita, il menu Start si trova al centro del desktop del PC, più o meno allo stesso modo in cui il menu Start di Windows 10X si sarebbe comportato se questo sistema operativo fosse stato lanciato. In Windows 10, avviate il menu Start facendo clic sull’angolo sinistro dello schermo. In Windows 11, l’icona Start è semplicemente l’icona a sinistra in un elenco di piccole icone di app sulla barra delle applicazioni. E invece dell’icona ad angolo di Windows di Windows 10, la nuova icona Start è piatta e simmetrica.

windows 11 menu start

Modifiche più profonde vengono visualizzate una volta aperto il menu Start stesso. In Windows 10, i Live Tiles consentono agli sviluppatori di app di scorrere le foto e fornire informazioni dinamiche. Ora non più. Ancora una volta, Microsoft ha preso spunto da Windows 10X fornendo una serie di piccole icone statiche. Sotto, un elenco di file “consigliati” rappresenta dei collegamenti a file utilizzati di frequente o almeno a documenti recenti che potreste aver aperto. Piccoli pulsanti offrono collegamenti a qualsiasi altra app che potrebbe essere nascosta. Il menu Start potrebbe non essere così “amichevole” come negli anni passati, ma è più funzionale che mai.

Miglioramento di Windows Snap con FancyZones

Una delle grandi aggiunte che Windows 8 e versioni successive di Windows 10 hanno portato a Windows è stata la possibilità di organizzare le finestre in modo tale da poterle agganciare a ciascun lato o persino a ogni angolo dello schermo. In Windows 11, Microsoft ha portato questo schema al livello successivo.

Su una finestra all’interno di Windows 11, passare il cursore sull’icona “ingrandisci finestra” nell’angolo in alto a destra di una finestra non si limita a riempire lo schermo con la finestra selezionata. Consente anche di scegliere tra una varietà di configurazioni per organizzare quella finestra, da un orientamento a “quattro angoli” a una striscia stretta lungo un angolo dello schermo. Ricorda molto la parte “FancyZones” della suite Power Tools che Microsoft ha implementato nel 2020. Tutto quello che dovete fare è evidenziare quale configurazione di Windows volete, quindi selezionare uno degli allineamenti disponibili per la finestra selezionata.

Una barra delle applicazioni semplificata

Parte integrante dell’esperienza Start è la nuova barra delle applicazioni, una raccolta di piccole icone che risiede nella parte inferiore dello schermo. In Windows 10, la barra delle applicazioni è dominata dalla casella di ricerca, che occupa molto spazio. In Windows 11, quelle icone sono state raggruppate insieme. Il risultato è che in Windows 11 c’è molto più spazio sulla barra delle applicazioni. Non è chiaro cosa intenda fare esattamente Microsoft con quello spazio, ma ce n’è molto di più.

Ciao, Cortana

Uno dei modi in cui Microsoft ha snellito la barra delle applicazioni di Windows 11 è stato quello di eliminare completamente l’icona di Cortana. Cortana continua a vivere come un’app all’interno di Windows 11, ma dovrete avviarla manualmente se vorrete interagire con le sue funzionalità limitate. Cortana è certamente migliorata da quando non conosceva nemmeno la risposta a 2+2, ma è ancora limitata nelle sue funzionalità.

cortana windows 11

Cosa diavolo sono i widget?

Mentre Microsoft potrebbe aver rimosso Cortana dalla barra delle applicazioni di Windows 11, c’è una nuova aggiunta: Widget, un’icona che apre una gigantesca barra laterale dal lato sinistro dello schermo. Non è chiaro cosa diventeranno alla fine i widget, ma per ora sono semplicemente una gigantesca implementazione di Notizie e interessi, l’aggiunta alquanto controversa che Microsoft ha apportato a Windows 10 ad aprile. Dobbiamo presumere che i widget possano diventare repository per gadget di Windows o altri strumenti. Per ora, però, occupano solo spazio.

Nuove icone e altre modifiche all’interfaccia utente

Una delle nuove aggiunte che avrebbe dovuto far parte dell’aggiornamento di Windows “Sun Valley” era una serie di piccoli aggiornamenti dell’interfaccia utente, tra cui angoli arrotondati e nuove icone. Le nuove icone ci sono, ma gli angoli arrotondati sono appena percettibili.

Nessuna modifica alle app

Finora, ciò che non abbiamo notato sono le modifiche al modello di app tradizionale: nessun limite per le app a 32 bit rispetto a quelle a 64 bit e nulla che obblighi a utilizzare solo le app all’interno dello store Microsoft. Questa versione leakata di Windows 11 sembra insomma essere un reskin visivo di Windows 10, il che implica che sarete in grado di fare le stesse cose con Windows 11 che sareste in grado di fare con Windows 10.

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stress test cpu
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Eseguire uno stress test del Pc

Hai l’impressione che il tuo PC si surriscaldi troppo quando la CPU è impegnata in processi particolarmente avanzati? Allora potrebbe esserci qualche problema nel sistema di raffreddamento del computer. Devi indagare subito, prima che sia troppo tardi e le alte temperature finiscano col danneggiare qualche componente hardware. Gli stress test mettono alla prova la stabilità di un PC sotto carichi pesanti. Problemi di stabilità possono derivare dall’overclocking del PC. E’ bene quindi eseguire uno stress test al fine di monitorare i limiti del tuo pc, oltre il quale non riuscirebbe più a garantire prestazioni minime.

Benchmark

I test di stress assicurano la stabilità della parte del componente. Sebbene possano anche valutare le prestazioni del tuo PC, è meglio lasciare dei benchmark. Fare il benchmark di un oggetto significa misurare le sue prestazioni massime in una determinata applicazione. In informatica, quando si vuole fare il benchmark di un computer, di può misurare quando è performante il processore, la ram, la scheda video o il disco. Per farlo in genere si usano programmi (gratuiti o a pagamento) che testano con algoritmi proprietari la determinata caratteristica attribuendo a fine test un punteggio, un valore, che può esser così paragonato con quello ottenuto da un altro pc.

stress test

I benchmark possono essere molto utili, per esempio, nella fase di valutazione che precede l’acquisto di un nuovo computer. Quanto è buono quel pc? Semplificando al massimo, tra le prime cose che dovrai fare sarà capire che cpu monta, quali benchmark ottiene, come si rapporta quindi con altri processori. La stessa cosa vale, per esempio, per la scheda video. Quando finirai di leggere questo articolo, sarai in grado di mettere alla prova il meglio di loro.

Stabilità

Se un PC supera uno stress test, è considerato stabile . I PC instabili non funzioneranno in modo ottimale e potrebbero spegnersi. La funzione di spegnimento automatico consente di evitare danni ai componenti del PC. Se un PC si spegne durante uno stress test, le precedenti impostazioni di overclock devono essere abbassate.

Programmi di monitoraggio

Sarà necessario monitorare le temperature del PC, le letture di tensione e le velocità di clock per garantire che il processo funzioni senza intoppi. CPUID HWMonitor fornisce statistiche della temperatura e della velocità in tempo reale per garantire che il PC funzioni alla massima potenza.

cpuid

Quando si tratta di software di monitoraggio completo, MSI Afterburner è al top. Afterburner fornisce letture di temperatura e utilizzo in tempo reale, oltre a controllare la velocità della ventola della tua GPU. Ciò significa che puoi fornire un raffreddamento in tempo reale aumentando la velocità della ventola per la tua GPU.

afterburner

È anche un pratico strumento per l’overclock se desideri overcloccare la tua GPU. Osservare attentamente le letture della temperatura durante uno stress test. Se le temperature raggiungono gli 80 ° C al minimo o in condizioni di stress ridotto, provare a sottoporre a stress le parti potrebbe surriscaldare il PC prima che i risultati possano essere ricevuti. In tal caso, prendere in considerazione misure per raffreddare il PC . Ricordarsi di chiudere tutti i programmi estranei accanto al software di monitoraggio e al software di test di stress.

Il test di stress può sembrare un processo casuale, ma un test di stress adeguato richiede un occhio attento. Prima di test di stress, assicurati di fare quanto segue.

Garantire l’utilizzo del 100%

Ancora una volta, gli stress test non vengono utilizzati per testare le tue prestazioni. Sono pensati per massimizzare la tua performance. Assicurati che le tue parti, che siano CPU o GPU, vengano utilizzate alla massima capacità per tutta la durata del test.

intel cpu

Questo suggerimento può sembrare apertamente semplice, ma garantisce che si stanno testando le parti alla loro piena capacità. È possibile utilizzare uno qualsiasi dei programmi menzionati sopra per monitorare l’utilizzo. Per garantire letture corrette dell’utilizzo, utilizzare più programmi di monitoraggio durante il test.

Controlla le velocità di clock

Assicurati di sottoporre a stress i tuoi componenti con le corrette velocità di clock . Alcuni software potrebbero sottoporre a test il PC in modo corretto, ma visualizzare le velocità del clock in modo errato. È qui che l’utilizzo di più programmi di monitoraggio diventa fondamentale.

velocità clock amd

Generalmente, le velocità di clock errate sono dovute dimenticando di risparmiare velocità di clock o di risparmiare velocità di clock in modo errato. Le velocità di clock possono anche superare le loro presunte velocità massime di clock, come nel caso della tecnologia Intel Turbo Boost .

intel core speed

Il software Intel Turbo Boost funziona riducendo al minimo le prestazioni di alcuni core per incrementare le prestazioni di un passato rispetto alla sua presunta velocità massima, offrendo in talune maggiori prestazioni del processore su richiesta.

MD ha un software simile chiamato Turbo Core di AMD che replica questo servizio.

Funzionalità come queste potrebbero spiegare letture di velocità in conflitto dalla CPU, quindi assicurati che la tua CPU funzioni alla massima percentuale di utilizzo anziché alla velocità di clock.

Mantieni le temperature più basse possibili

Speedfan ti consente di controllare i diversi fan nel tuo PC. Aumentando la velocità della ventola si abbassano le letture della temperatura generale del PC. Permette inoltre di tenere sotto controllo i fan che funzionano e quali no. Alcune GPU gestiscono i fan tutto il tempo, mentre altri non attivano i propri fan finché la GPU non viene utilizzata oltre una certa percentuale.

speedfan

Aumentare la velocità della ventola di circa il 70 – 80% se qualsiasi componente raggiunge gli 80 ° C. Inoltre, ricorda di utilizzare più programmi di monitoraggio per garantire letture della temperatura. L’esempio sopra mostra la miatemperatura della CPU128 ° C al minimo, il che implica un surriscaldamento. MSI Afterburner e CPUID HWMonitor, tuttavia, indicano che i miei temps della CPU sono in realtà intorno a ~ 40 ° C.

Le letture errate della temperatura sono spesso un problema di software, non di hardware. La maggior parte delle letture della temperatura viene presa dal BIOS , che monitora le temperature in tempo reale dei singoli componenti del PC. Il software di monitoraggio analizza attentamente queste letture e le visualizza in un elenco conveniente. Se un software non è in grado di analizzare queste letture o di confonderle in qualche modo – ad esempio aggiungendo tutte le letture CPU core alla temperatura piuttosto che visualizzarle singolarmente o visualizzare letture in Fahrenheit anziché in Celsius – il software fornirà le specifiche di temperatura errate.

Per scoprire letture false, ti consigliamo di consultare più di un’applicazione.

Ricerca i tuoi componenti

Prima di test di stress o overclocking, ricorda che una grande quantità di risorse online può aiutarti. Fare un po ‘di ricerca sui componenti faciliterà enormemente il processo di stress test.

Per prima cosa, cerca impostazioni di overclock stabili per i tuoi componenti. Le probabilità sono, gli utenti hanno già stressato testato e trovato condizioni stabili per le parti dei componenti. Ciò ridurrà drasticamente il tempo necessario per trovare un overclock sicuro.

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In secondo luogo, cerca se è sicuro di overclockare il tuo componente. Ad esempio, le CPU Intel serie K consentono un facile overclocking. Le CPU Intel che non fanno parte della serie K non hanno il moltiplicatore di clock sbloccato, rendendole molto più difficili e meno sicure da overcloccare.

Mirare al Crash

Lo scopo di stress testare il PC è quello di spingere le prestazioni al punto di fallimento. Anche se un crash del PC può sembrare un grosso problema, i componenti del PC si spengono prima che venga fatto un danno serio. Se stai overcloccando il tuo PC, cerca l’incidente.

bsod

Un crash del PC stabilisce dei limiti chiari per il tuo overclock. In seguito, underclocca il tuo PC per raggiungere impostazioni stabili.

Test di stress della GPU

Uno stress test della GPU causerà uno dei due errori. O il PC si spegne o si iniziano a vedere artefatti video sullo schermo. Gli artefatti video sono interruzioni visive sullo schermo che contaminano l’immagine che vedi. Questi artefatti sono in genere verdi o viola e indicano che la tua GPU viene spinta oltre uno stato stabile.

stress gpu

Gli artefatti visivi durante uno stress test indicano che è necessario ridurre le impostazioni di overclock. Quando si tratta di stress test GPU, Furmark è un marchio molto noto . Furmark è stato progettato per sottolineare il più possibile la tua GPU. Furmark tenta di riprodurre pellicce di altissima qualità sul tuo PC. Al termine di Furmark, ti ​​verrà fornito un riepilogo delle temperature più alte della GPU e un punteggio. Puoi abbinare questa valutazione alla libreria di Furmark , confrontando l’utilizzo del tuo PC con altri.

FurMark test gpu

Altri software per test di stress, come il software Unigine’s Heaven o Valley , offrono vari altri metodi per testare la tua GPU. Alcuni software per test di stress causeranno l’arresto del PC, mentre altri non lo faranno. Dipende dalla quantità di stress che ogni software mette sulla tua GPU. Prova alcuni per assicurarti di sottoporti a stress per testare completamente il tuo PC. Test di stress Le GPU non impiegano tanto tempo a testare le CPU, quindi alcune corse con Furmark dovrebbero essere sufficienti per garantire la stabilità.

Test di stress della CPU

C’è un indicatore che ha funzionato un test di stress della CPU: si blocca. Prime95 è forse il software più affidabile sul mercato. Prime 95 è un client del programma GIMPS (Great Internet Mersenne Prime Search) , che tenta di trovare grandi numeri primi usando il processore. Quindi, il primo in Prime95.

Prime95

Ci sono tre impostazioni nel software Prime95. I piccoli FFT forniscono un test di stress della CPU, insieme a un piccolo test della RAM. FFT sul posto di grandi dimensioni forniscono uno stress test della CPU più difficile, mirando al massimo utilizzo e letture della temperatura.  Blend punta a un numero maggiore di test RAM rispetto ai test di stress della CPU.

torture test prime95

FFT sul posto di grandi dimensioni offrono il miglior test di stress rendendolo la scelta migliore. Se si è nuovi allo stress test, tuttavia, prenderei in considerazione l’esecuzione di piccoli FFT e il monitoraggio delle letture della temperatura. Se la CPU non riesce a mantenere correttamente le sue temperature durante questo test, i FFT di grandi dimensioni sul posto potrebbero surriscaldare il PC.

RealBench fornisce anche un test di stress efficace per la tua CPU e utilizza azioni realistiche come il fotoritocco e il rendering video per i suoi metodi di test.

RealBench stress test cpu

Più lunga è la durata di questi stress test, più è probabile che il tuo PC si blocchi. Un test over-night in Prime 95 è il migliore per i risultati corretti. L’esecuzione di un test di 3-4 ore, tuttavia, garantirà che la CPU non sia instabile e possa sostenere carichi pesanti durante il giorno. OCCT , che sottolinea il tuo PC tanto quanto questi altri programmi, fornisce anche una comoda interfaccia di monitoraggio per tenere traccia dei tempi, delle velocità di clock e dell’utilizzo della CPU nel tempo.

Test di stress RAM

Lo stress test RAM ha lo stesso scopo di testare gli altri componenti, anche se spesso viene fatto per testare la stabilità di fabbrica dei componenti. Un modulo RAM malfunzionante può porre gravi limitazioni al PC e causare arresti casuali e frequenti.

Memtest86 esegue test approfonditi sulla RAM, verificando eventuali errori. Se il tuo PC soffre di spegnimenti, c’è una buona probabilità che la RAM nel tuo PC possa causare errori. Memtest86 individuerà gli errori, risparmiando le spese possibili di un PC completamente nuovo.

stress test ram

Sfortunatamente, questo programma non può essere eseguito dal tuo normale desktop. Sarà necessario installare il programma su un’unità flash separata e avviare dalla propria unità flash per eseguire Memtest86.

Scarica il programma con l’etichetta Auto-installer per chiave USB . Questa semplice applicazione installerà automaticamente Memtest sull’unità. Una volta che Memtest ha inizio, eseguirà la scansione della RAM per individuare eventuali errori. Se Memtest non trova errori con la RAM installata, la tua RAM è pronta.

Lo stress!

Sottoponendo a un adeguato stress test dopo l’overclocking si garantisce l’aumento delle prestazioni dell’overclock e la giusta stabilità dei componenti. Un componente instabile può essere un fastidio quotidiano e portare i componenti in un punto inutilizzabile. Non importa; ora puoi stressare il tuo PC con strumenti semplici e gratuiti!

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Ubuntu Pro: disponibilità su Google Cloud

Canonical ha annunciato la disponibilità di Ubuntu Pro su Google Cloud. La principale differenza rispetto alla versione standard del sistema operativo è il costo. Ubuntu Pro viene offerto a pagamento, ma gli utenti ottengono in cambio diversi vantaggi, tra cui il supporto per 10 anni e il servizio Kernel Livepatch.

Ubuntu Pro su Google Cloud

La disponibilità di Ubuntu Pro su Google Cloud permette agli utenti di utilizzare un sistema operativo open source, sempre aggiornato e compatibile con i carichi di lavoro enterprise. È possibile scegliere tre immagini con kernel ottimizzato che include driver migliorati e il supporto per gli acceleratori grafici, come le GPU. Le distribuzioni installate sulle macchine virtuali sono: Ubuntu 16.04 LTS (Xenial Xerus), Ubuntu 18.04 LTS (Bionic Beaver) e Ubuntu 20.04 LTS (Focal Fossa).

ubuntu pro

Canonical garantisce il supporto per 10 anni (8 anni per Ubuntu 16.04 LTS), durante i quali verranno rilasciati aggiornamenti e patch di sicurezza per oltre 30.000 pacchetti attraverso il repository Universe. Ubuntu Pro include componenti con certificazioni FIPS 140-2, CC-EAL, FedRAMP, HIPAA, ISO e PCI. Un’altra funzionalità esclusiva è il “live kernel patching” che non richiede il riavvio della macchina virtuale.

Il costo orario o mensile di ogni istanza dipende dal numero di vCPU e GPU, dalla dimensione dello storage e dalla quantità di RAM. Gli utenti possono acquistare le immagini di Ubuntu Pro su Google Cloud attraverso la console GCP oppure il Google Cloud Marketplace. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito dedicato.

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