Monthly: Maggio 2021

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Formazione, Hardware

Apple iMac Pro: il nuovo design

Dopo la presentazione dei nuovi iMac colorati, la Apple sembra ormai essere in procinto di annunciare anche il loro fratello maggiore, il modello iMac Pro dotato di un comparto hardware più potente e di un nuovo design inedito. Spinto da un nuovo processore Apple Silicon della serie M, eccolo in anteprima.

Apple iMac Pro: il nuovo design

Che il 2021 sarebbe stato un anno importante per la linea Mac è noto da tempo. L‘Apple Silicon iMac Pro potrebbe avere un design simile all’iMac M1 lanciato di recente.

Apple Silicon iMac Pro

Il prossimo Apple Silicon iMac Pro potrebbe avere molte somiglianze con l’iMac M1, tra cui il design industriale ed elegante, la finitura squadrata e le cornici ridotte. Secondo alcune fonti, non ci sarà più il logo Apple nella parte anteriore e l’intero dispositivo presenterà una finitura grafite o grigio siderale. A condividere le immagini è stato il profilo LeaksApplePro, con un riferimento anche alle presunte specifiche tecniche integrate. Si parla anzitutto di un nuovo processore della serie M, dunque l’evoluzione dell’unità M1 già vista in azione su MacBook Pro, MacBook Air, Mac mini e iMac.

Non è chiaro se l’unica colorazione disponibile sarà Graphite/Space Grey oppure se l’azienda di Cupertino ne proporrà altre. Dovrebbero inoltre essere presenti quattro porte Thunderbolt e uno slot Ethernet. Non è da escludere nemmeno la presenza di un lettore per schede SD posizionato sul lato del computer desktop all-in-one.

Come sempre, trattandosi di leak non confermati né smentiti in via ufficiale, il tutto va preso con le pinze. A quando un possibile annuncio? Occhi puntati in direzione dell’evento WWDC 2021 organizzato dalla società di Tim Cook dal 7 all’11 giugno.

Apple Silicon iMac Pro
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Formazione, Intelligenza artificiale, Sicurezza informatica

Cambia le password compromesse con Google Duplex

Nel corso del Google I/O, Google ha annunciato un ampliamento delle funzionalità di Duplex: la possibilità di cambiare al posto dell’utente una password compromessa. Il “servizio” che ricorderanno in molti per il fatto che può condurre in autonomia una prenotazione al telefono – per il momento solo negli USA – si arricchisce adesso della possibilità di modificare una password rubata.

Password rubata? Ci pensa l’IA di Duplex

La funzionalità si basa su Duplex on the Web ed è in un primo momento riservata solo agli Stati Uniti. Si attende un rilascio che arriverà poi progressivamente a interessare altri territori.

Cambia le password compromesse con Google Duplex

La novità arriva da GSEC, il Google Safety Engineering Center inaugurato nel 2019 a Monaco, in Germania. Quest’ultimo è al lavoro sul fronte della privacy e della sicurezza, con un occhio di riguardo a quanto concerne la navigazione con il browser Chrome. Adesso l’intelligenza artificiale composta dal duo Google Assistant e Google Duplex può svolgere l’intera trafila al posto nostro, compresa la scelta di una nuova password più efficace della precedente ed il suo salvataggio tra le credenziali d’accesso nel gestore delle password di Google Chrome (che poi è il medesimo di quello che ci si ritrova su qualsiasi dispositivo Android associato a quell’account).

Prima eravamo noi a compiere manualmente tutta la prassi per modificare magari anche decine di password, recandosi nei singoli portali e entrare nel proprio account. Non una trafila difficile da svolgere ma particolarmente seccante in special modo se le password a rischio e quindi da cambiare, sono appunto molte.

Una volta individuata una password compromessa tra quelle sincronizzate con l’account Google, l’intelligenza artificiale evita all’utente l’obbligo di visitare la piattaforma o il servizio in questione e procedere in modo manuale alla sua modifica. A tale scopo è ovviamente necessario che sappia interagire con il sito. Per questo motivo, almeno in un primo momento, l’elenco di quelli compatibili è limitato (c’è Twitter, gli altri non sono stati resi noti). Google confermerà quindi di aver “cambiato la password con successo” con quella nuova inserita nell’app e salvata nel nostro manager.

Google ha detto che la novità sarà “gradualmente” a disposizione di tutti coloro che utilizzano Chrome per Android, e che inizialmente sarà disponibile negli Stati Uniti per arrivare poi altrove.

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Formazione, Sicurezza informatica, Smartphone

Configurare VPN su iPhone e iPad

Oggi parleremo di come configurare una VPN su iPhone e iPad, utilizzando per lo scopo sia le app dei servizi (da installare come una qualsiasi altra app) sia il sistema di connessione VPN integrato all’interno del sistema operativo iOS o iPadOS e farlo manualmente.

Per proteggere la navigazione su Internet e mascherare l’indirizzo IP su iPhone e iPad possiamo utilizzare un servizio VPN dedicato, così da creare un tunnel sicuro e cifrato quando siamo all’estero o siamo connessi ad un hotspot pubblico.

Con un VPN su iPhone e iPad nessuno saprà quali siti stiamo visitando e nessun hacker potrà recuperare le nostre credenziali d’accesso (quando siamo connessi ad una rete vulnerabile o una rete già compromessa), aumentando sensibilmente il livello di sicurezza e privacy quando navighiamo da un dispositivo mobile.

Una VPN dunque altro non è che una rete virtuale privata, instaurata come connessione tra soggetti che utilizzano, come tecnologia di trasporto, un protocollo di trasmissione pubblico e condiviso, come ad esempio la suite di protocolli Internet.

VPN su iPhone e iPad

Perché usare una VPN

Se ci colleghiamo ad un hotspot Wi-Fi pubblico corriamo un grande pericolo: un malintenzionato potrebbe infatti captare il traffico dati tra l’iPhone/iPad e il punto d’accesso a cui siamo collegati, gettando le basi per un furto d’identità o per accedere ai conti correnti bancari. Utilizzando una VPN saremo in grado di bloccare ogni violazione della privacy utilizzando una connessione cifrata dal telefono fino al sito che abbiamo scelto di caricare.

La VPN è attualmente uno dei migliori sistemi per tutelare la privacy degli utenti su iPhone e iPad. Molti utenti non lo sanno ma la connessione a Internet è spiata da moltissimi soggetti, spesso insospettabili: il provider Internet per esempio può tenere traccia dei siti che un utente iPhone o iPad visita, così da generare dei log utili in caso di indagini o di richieste da parte di qualche agenzia governativa.

Molti utenti desiderano avere sempre a portata di mano una VPN per cambiare rapidamente indirizzo IP, così da poter accedere ai servizi che limitano l’accesso agli utenti di alcune nazioni o superare i sistemi di filtraggio e di censura (come per esempio il Great Firewall cinese).

Quale VPN scegliere

Scegliendo un buon servizio VPN per l’iPhone o l’iPad potremo beneficiare di server veloci in qualsiasi parte del mondo e di connessioni cifrate con tecnologia militare, così che nessun dato possa essere intercettato. Di servizi tra cui scegliere ce ne sono molti ,qui di seguito mostriamo quelli tra i più conosciuti e miglior efficienza per dispositivi Apple.

cyberghost vpn

Veloce, affidabile, super sicura con una crittografia potente. Ottima per lo streaming 4K.

nordvpn

Una tra le migliori VPN per privacy, sicurezza e velocità su numerosi server.

provate internetaccess vpn

Popolare VPN affidabile e estremamente veloce con sede negli Stati Uniti. Alto livello di sicurezza.

vyprvpn

VPN con una sicurezza elevata e una delle più reti più estese

express vpn

Veloce e sicura offre una protezione completa anche con P2P, streaming in 4K

surfshark vpn

VPN veloce e semplice da usare anche per i meno esperti.

private vpn

Uno dei migliori provider VPN in termini di rapporto qualità/prezzo

pure vpn

Un’ottima scelta per lo streaming e la navigazione sul web

hide my ass vpn

Una delle prime VPN. Veloce e con il maggior numero di server nel mondo.

ip vanish vpn

La migliore VPN per i principianti con alcune buone opzioni di sicurezza

trust.zone

Molto conveniente e veloce, facile da usare, senza registrazione

Configurare VPN su iPhone e iPad tramite app

Il metodo più semplice e rapido per configurare una VPN su iPhone prevede l’utilizzo dell’app fornita dal servizio, liberamente scaricabile dall’Apple App Store. Dopo aver scelto il servizio e attivato un account (in prova gratuita o in abbonamento) apriamo l’App Store sul device Apple, pigiamo sull’icona Cerca in basso a destra e cerchiamo il nome del servizio VPN scelto.

Configurare VPN su iPhone e iPad tramite app

Una volta identificato il servizio premiamo sul tasto Ottieni accanto al nome per avviare il download dell’app VPN; se in passato abbiamo già scaricato un’app VPN troveremo l’icona della nuvola con la freccia verso il basso (al posto del tasto Ottieni), così da poter scaricare velocemente un’app già usata in passato. Non appena il download è terminato pigiamo sull’icona dell’app e, nella schermata iniziale, premiamo su AccediSign in o Login per poter inserire le credenziali d’accesso dell’account creato per usufruire della VPN.

Dopo aver inserito le credenziali è necessario fornire il consenso a tutte le finestre d’avviso che compariranno sullo schermo, così da poter sbloccare appieno tutte le funzionalità del servizio; per connettersi è sufficiente scegliere una nazione o un server sulla mappa dell’app e premere su Connetti o su Connect per avviare la VPN su iPhone o su iPad.

Su alcune app è possibile anche connettersi velocemente al server più veloce premendo sul tasto Quick Connect (presente di solito nella prima schermata dell’app).

Configurare manualmente una VPN

Se hai tutte le informazioni di accesso a portata di mano, puoi configurare manualmente un client VPN su iPhone:

  • Clicca su Impostazioni
  • Seleziona Generali
  • Tap su VPN
  • Clicca su Aggiungi configurazione VPN…
  • Clicca su Tipo e scegli tra IKEv2, IPSec o L2TP
  • Torna indietro e inserisci tutte le altre informazioni: descrizione, Server e ID Remoto
  • Inserisci le credenziali di autenticazione (Nome Utente o Certificato)
  • Se usi un proxy, puoi attivarlo cliccando in basso su Manuale o Automatico
  • Clicca su Fine
Configurare manualmente una VPN

Ora non devi far altro che ritornare alla schermata VPN e attivare la configurazione appena completata. Anche in questo caso, non dimenticare di disattivarla quando non serve.

Adesso hai tutte le informazioni necessarie per configurare una VPN sul tuo iPhone.

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velocizza windows 10
Formazione, Software

Velocizzare avvio e prestazioni di Windows 10

In questo articolo parleremo di alcuni semplici trucchi per velocizzare l’avvio di Windows 10 e migliorare le prestazioni di un sistema operativo già molto ben ottimizzato ma che, in alcuni casi, si può appesantire e iniziare a mostrare qualche incertezza di troppo. Tutti questi trucchi sono semplicissimi da eseguire e non richiedono alcuna particolare conoscenza informatica.

Ogni giorno, milioni di computer Windows vengono avviati e i poveri utenti che devono usarlo per lavoro restano in attesa a guardare la successione di schermate che Windows mostra prima di caricare il desktop.

Questo processo di boot può impiegare anche da qualche secondo a qualche minuto, a seconda del computer usato e dell’ottimizzazione del sistema. In alcuni casi può bastare cambiare qualche impostazione, in altri fare modifiche a livello di sistema o a livello di BIOS, in altre ancora cambiando qualche componente interna del computer: l’unica opzione esclusa è quella di comprare un nuovo computer, una risposta troppo ovvia e non sempre applicabile (per esempio in ufficio dobbiamo accontentarci del computer messo a disposizione).

Velocizzare l'avvio di Windows 10

Disabilitare i programmi in avvio automatico

Molto spesso alcuni programmi si piazzano in esecuzione automatica in modo da rimanere attivi in background e rallentare sia l’avvio di Windows che il suo regolare funzionamento.

Per vedere i programmi che si avviano da soli, basta solo guardare l’area di notifica accanto l’orologio in basso a destra ed espanderla cliccando sulla freccetta.

Se ce ne sono più di 5, c’è qualcosa di troppo.

avvio automatico windows 10

Possiamo rimuovere velocemente i programmi in avvio automatico che non ci interessano premendo con il tasto destro del mouse sulla barra delle applicazioni, selezionando la voce Gestione attività, cliccando su Più dettagli (se presente), portandoci nella scheda Avvio e utilizzando il tasto destro sui programmi o processi da disattivare (grazie alla voce Disabilita).

Nel caso vi compaia una finestra piccola, cliccate in basso su Più dettagli e vi si aprirà una finestra più grande con varie tab in alto.

Attenzione però a non disabilitare programmi e applicazioni che non conoscete. Se non siete sicuri, cliccate con il tasto destro su uno di questi programmi e scegliete Cerca online.

Vi si aprirà la finestra del browser con indicazioni su cosa fa quella determinata applicazione, in modo che possiate capire se vi conviene disabilitarla o meno.

Attivare l’Avvio rapido

Una delle caratteristiche migliori delle ultime versioni di Windows è l’avvio veloce, una sorta di ibernazione ibrida che permette di salvare lo stato del sistema operativo e di riavviarlo velocemente in qualsiasi condizione e con qualsiasi tipo di hardware.

Per avviare questa modalità apriamo il menu Start in basso a sinistra, digitiamo la parola Coperchio, apriamo la voce Cambia le operazioni eseguite alla chiusura coperchio, premiamo in alto su Modifica impostazioni attualmente non disponibili e assicuriamoci che sia spuntata la voce Attiva avvio rapido (scelta consigliata), quindi riavviamo il PC.

avvio rapido windows 10

Disabilitare ombre, animazioni ed effetti grafici

Windows 10 ha una grafica piacevole e curata tra ombre, effetti visivi e animazioni, ma ciò può significare un rallentamento delle prestazioni se si possiede un PC lento e con diversi anni alle spalle. Per fortuna è molto semplice disabilitare questi elementi grafici.

Nella casella di ricerca di Windows 10 scrivete sysdm.cpl e premete Invio. Cliccate sulla tab Avanzate e su Impostazioni poco sotto la voce Prestazioni. A questo punto, se non volete passare in rassegna alle singole voci, basta spuntare la voce Regola in modo da ottenere le prestazioni migliori.

regolare effetti windows

Liberare spazio sul disco

Se il disco principale del computer è quasi pieno, Windows diventa più lento e questo è un dato di fatto incontrovertibile. Bisogna quindi scorrere tutti modi per liberare spazio disco sul PC, usando programmi come adatti a scovare i file più grandi e i file duplicati.

liberare spazio disco

Si possono anche svuotare le cartelle di sistema dai file di backup, dai service pack e altri file inutili. Come ultima soluzione possiamo anche aumentare lo spazio a disposizione comprando un disco più capiente.

Installare più RAM

Purtroppo in molti computer, anche nuovi si presentano con 4 o con 8GB di RAM, magari sufficienti in un primo momento ma che si riempiono velocemente dopo qualche settimana d’uso del computer, specie se apriamo molti programmi contemporaneamente.

Il miglioramento delle prestazioni è di gran lunga superiore se installiamo ulteriori banchi di RAM. Con una spesa molto contenuta possiamo comprare un altro banco di memoria RAM da inserire nel PC ed arrivare almeno a 16GB, così da non avere mai problemi qualsiasi programma.

Ne avevamo già parlato in questo articolo, è possibile anche aumentare la RAM in maniera virtuale. Agendo in pratica sulle dimensioni del file di paging, ossia una parte dell’HD che viene utilizzata dal Sistema Operativo per alleggerire la RAM quando quest’ultima scarseggia.

Installare un SSD come disco primario

Di tutti i modi per velocizzare l’avvio di Windows e migliorare le prestazioni , l’uso di un SSD è quello più efficace. Se si vuol avviare il computer in pochi secondi allora bisogna passare a una SSD, le unità veloci con prezzi sempre più popolari e alla portata di tutti (anche in versione da 1TB).

ssd

Un SSD è un dispositivo di archiviazione digitale che contiene varie schede di memoria flash collegate fra loro. Confrontando SSD vs HDD, l’unità SSD non ha parti mobili.

Funziona in maniera molto simile a una chiavetta USB, solo meglio. Le velocità di lettura e scrittura sono maggiori, la capacità di archiviazione totale è maggiore e l’affidabilità è molto superiore rispetto alle chiavette USB standard.

Grazie all’assenza di parti mobili, la confezione delle unità SSD è spesso molto compatta. Per questo motivo, le unità SSD sono molto comuni in computer portatili e tablet.

Il vantaggio principale di unità SSD (a stato solido), è la semplicità. Non ci sono parti mobili come nei HDD, e questo significa che non c’è quasi nulla che si possa rompere. Tutto questo rende le unità SSD incredibilmente solide e affidabili. Le unità a stato solido possono resistere a un carico fino a 1500 G, il che significa che possono resistere alla durezza della vita quotidiana con un rischio minimo o nullo di essere danneggiate.

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Formazione, Internet, Software

Collegare una stampante wireless

La stampa wireless è ormai una funzionalità presente in qualsiasi stampante moderna ed è estremamente conveniente perché permette di tenerla lontana dal computer, magari un po’ nascosta o anche in un’altra stanza, senza dover stendere cavi antiestetici e scomodi per collegarla.

Inoltre sono dei dispositivi molto utilizzati non solo in ambito lavorativo ma anche a casa perché permettono di effettuare una stampa rapida e ottimale.

Per chi ha problemi con la stampante wireless o per chi non l’ha mai configurata e l’ha appena comprata, in questa guida vi mostreremo come collegare la stampante Wi-Fi delle principali marche, così da poter seguire la procedura adatta al dispositivo in nostro possesso.

Vi mostreremo anche una procedura molto rapida per poter aggiungere velocemente la stampante alla rete di casa e al PC, sia con Windows che MacOs.

Collegare una Stampante wifi

Prima di tentare la configurazione della nuova stampante Wi-Fi sarà fondamentale controllare il corretto funzionamento della rete Wi-Fi alla quale sia la stampante Wi-Fi che il Pc/Mac Book si appoggeranno per comunicare. Questo veloce controllo è fondamentale poiché spesso alla base degli errori e del malfunzionamento c’è proprio un’assenza di rete.

Connessione tramite WPS

Non tutti sanno che le stampanti Wi-Fi possono essere collegate anche in modo diverso.

Uno di questi è senza dubbio la configurazione mediante WPS che significa “Wi-Fi Protected Setup”. Si tratta sostanzialmente di una tecnologia che permette di far comunicare i router e i dispositivi wireless che sono in grado di supportarli.

Ciò avviene grazie a un semplice tasto oppure immettendo un pin composto da otto cifre. Se il tuo dispositivo supporta questa opzione ti basta cliccare sul tasto “WPS” che si trova sul router dopodiché, dopo aver atteso alcuni minuti, ripeti l’operazione questa volta cliccando sul tasto “WPS” della tua stampante Wi-Fi.

Pertanto non avrai bisogno di inserire alcuna password lunghissima né di fare qualche altra operazione poiché si tratta di un procedimento molto facile da eseguire.

Devi però tenere presente che tale metodo può avere anche dei grandi svantaggi, uno di questi riguarda senz’altro la sicurezza. Già in passato tale sistema ha mostrato alcune falle nel funzionamento. Potrebbe capitare infatti che alcuni malintenzionati riescano ad avere accesso alla tua rete Wi-Fi in modo abusivo proprio perché non c’è alcuna password di sicurezza.

Pertanto in questi casi è preferibile mettere al sicuro la propria rete e disattivare la tecnologia WPS.

Un’altra tecnologia molto usata ultimamente che consente di connettere la stampante Wi-Fi alla rete wireless è il Wi-Fi Direct. Tale tecnologia è molto utile dal momento che fa in modo che possano connettersi le stampanti e i dispositivi come tablet, smartphone e computer. Tale collegamento però avviene senza l’appoggio di questi ultimi alla rete del router.

Connessione manuale alla rete Wi-Fi

Se non vogliamo utilizzare il tasto “WPS” o esso non è presente, dovremo configurare manualmente la connessione Wi-Fi, così da rendere disponibile la stampante a tutti i dispositivi di rete. Per collegare la stampante alla rete accendiamola, premiamo il tasto “Menu” o “Setup”, portiamoci nel menu “Wi-Fi”, “Wireless” o “WLAN” e selezioniamo la modalità d’inserimento manuale della password.

Partirà una ricerca delle reti Wi-Fi disponibili nei paraggi. Al termine della scansione, selezioniamo la nostra rete wireless e utilizziamo i tasti presenti sulla stampante per inserire la password d’accesso. Al termine della configurazione premiamo su “OK” e accendiamo il Wi-Fi premendo sull’apposito tasto, così da realizzare la connessione.

stampante wifi

Se la stampante in vostro possesso non dispone di un display, possiamo anche realizzare la connessione con un metodo alternativo.

Teniamo premuto il tasto “Wi-Fi” per qualche secondo, installiamo l’app specifica (in base al produttore della stampante) sul nostro smartphone e colleghiamoci alla rete Wi-Fi provvisoria creata dalla stampante stessa (di solito riconoscibile perché non dispone di password d’accesso e presenta lo stesso nome della stampante); dopo aver effettuato il collegamento seguiamo i passaggi offerti dall’app per inserire la password d’accesso alla rete Wi-Fi.

Per approfondire il discorso su tutti i metodi di connessione presenti per ogni produttore di stampante, vi raccomandiamo di leggere i suggerimenti presenti nelle varie guide ufficiali.

Collegare stampante Wi-Fi a Windows

Una volta connessa la stampante alla rete Wi-Fi, dovremo configurare Windows per poterla gestire correttamente, installando il giusto driver e l’eventuale app o programma di gestione.

Il metodo più veloce per collegare la stampante Wi-Fi a Windows 10 prevede l’utilizzo degli strumenti integrati nel sistema operativo. Questi provvederanno a scaricare il giusto driver di stampa da Internet e a rendere disponibile la stampante a tutti i programmi.

Per utilizzare lo strumento integrato assicuriamoci che la stampante sia già accesa e connessa alla stessa rete Wi-Fi dove è presente il computer in uso, quindi apriamo il menu “Start“, apriamo l’app “Impostazioni”, portiamoci nel menu “Stampanti e scanner” e clicchiamo su “Aggiungi una stampante o uno scanner”.

Il sistema partirà alla ricerca di ogni eventuale stampante presente in rete; non appena la nuova stampante è visibile, selezioniamola e facciamo clic su “Aggiungi dispositivo”. Windows partirà alla ricerca di un driver compatibile, così da poter subito iniziare a stampare. Se la stampante è una multifunzione, verrà scaricato anche il driver per lo scanner.

Trasformare una stampante normale in stampante Wi-fi

Chi non avesse acquistato una stampante Wi-Fi ma vuole comunque sfruttare tale funzione può farlo in pochi e semplici passaggi.

Tale processo infatti permette di utilizzare una connessione wireless anche alle stampanti che non dispongono di questa possibilità. Quello che bisogna fare consiste nel collegare la stampante a un router, un access point oppure un computer che abbia un accesso a internet.

La stampante dunque dovrà essere configurata per fare in modo che possa essere collegata a tutti i dispositivi connessi alla rete wireless (se utilizzi un sistema di cloud printing puoi usare anche quelli connessi in remoto).

Chi ha un router con una o più porte USB può collegarlo alla stampante attraverso questo ingresso in modo tale da modificarla in una stampante di rete a cui si può avere accesso da tutti i dispositivi. Per attivare la condivisione della stampante però dovrai assicurarti che nel pannello di configurazione del router sia attivata tale funzione. Ci sono però anche dei comodi servizi di cloud printing che ti permettono di far diventare una stampante normale USB in una stampante di rete a cui si può avere accesso anche da remoto.

Collegare una stampante Wi-Fi al Mac

Per usare una stampante, devi aggiungerla all’elenco delle stampanti utilizzando le preferenze “Stampanti e Scanner”. Se sei passato da un computer Windows a un computer Mac, utilizza le preferenze “Stampanti e Scanner” nello stesso modo in cui avevi utilizzato il pannello di controllo Stampa di Windows.

Nella maggior parte dei casi, quando aggiungi una stampante, macOS utilizza AirPrint per collegarsi alla stampante o scarica automaticamente un software per la stampante (chiamato anche driver della stampante). Non installare il software fornito con la stampante o presente sul sito web del produttore; segui i passaggi inclusi nelle istruzioni riportate di seguito e macOS ti chiederà di scaricare il software più recente, se necessario.

e la stampante è abilitata per AirPrint, è compatibile con macOS. Se la stampante non è compatibile con AirPrint, puoi accertarti che sia compatibile con macOS consultando l’articolo del Supporto Apple Driver per stampanti e scanner per Mac.

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addio internet explorer
Formazione, Internet, Software

15 giugno 2022: la fine di Internet Explorer

Il 15 giugno 2022 sarà la fine di Internet Explorer. Daremo ufficialmente l’addio allo storico browser, e difficilmente ci saranno appassionati discorsi di commiato. Questo perché di fatto la vita del browser Microsoft è stata talmente lunga che le nuove generazioni nemmeno lo conoscono, mentre chi ha vissuto le prime fasi di questa epopea se ne dimentica ben volentieri. Eppure era questo il browser più utilizzato in assoluto a livello globale. Imposto dalla sua presenza dominante su Windows e da una spregiudicata presenza di “Compatibile con Internet Explorer” che lo rendeva una scelta obbligata.

Di fatto Il browser di Microsoft, un pezzo importante della storia di Internet, non riceverà più aggiornamenti e sarà messo in pensione.

Sarà abbandonato da Microsoft, la società che lo aveva sviluppato oltre 25 anni fa per il proprio sistema operativo Windows. Molte cose sono cambiate nel frattempo. L’avvento di Firefox, sentenze antitrust, la cavalcata di Chrome, fino alla nuova direzione intrapresa da Microsoft. Oggi, 25 anni dopo, Internet Explorer è utilizzato nell’1,68% dei casi a livello globale (0,99% in Italia).

Internet Explorer

Problemi di compatibilità

A causa delle numerose incompatibilità con le pagine web più moderne, Internet Explorer era diventato sempre meno rilevante e utilizzato dagli utenti.

Già nel 2019 Microsoft aveva preannunciato in modo chiaro le proprie intenzioni. Essendo giunto alla fine del proprio percorso, Internet Explorer sarebbe stato abbandonato in tempi brevi per lasciare definitivamente il posto al nuovo Microsoft Edge (basato su Chromium).

Si stima che oggi sia impiegato da meno dell’1% di chi naviga online. Rimane tuttavia ancora utilizzato in alcune aziende rimaste con vecchie versioni di Windows per problemi di compatibilità con i loro software.

A chi si trova in queste condizioni, Microsoft consiglia da tempo di utilizzare la modalità “Internet Explorer” disponibile in Edge. Questa modalità simula alcune funzionalità del browser destinato a essere ritirato tra circa un anno. La modalità sarà mantenuta almeno fino al 2029, offrendo alle aziende il tempo necessario per aggiornare i loro sistemi. Dal 15 giugno 2022 il browser non sarà più supportato e Microsoft impegnerà le proprie risorse soltanto su Edge.

problemi compatibilià IE

Edge

Un pezzo di IE rimarrà nel cuore di Edge grazie ad una modalità che assicura la retro compatibilità con i siti più datati. Questo aspetto di salvaguardia apprezzabile perché permetterà l’accesso ad informazioni di lunga data che rappresentano la memoria storica del Web.

Per indurre gli utenti a passare a Edge, lo scorso anno Microsoft aveva messo limitazioni all’utilizzo di Internet Explorer per accedere al suo servizio Teams e ora ha in programma qualcosa di analogo per la versione online di Office.

A partire dal 17 agosto di quest’anno, inoltre, Internet Explorer non sarà più indicato come compatibile per l’utilizzo di vari servizi Microsoft come OneDrive per salvare i file online e Outlook per la posta elettronica.

Edge

Explorer è stato per molti versi l’icona massima del Web degli anni ’90, ma fin dagli anni successivi ha lasciato dietro di sé uno strascico di brutti ricordi legati a impossibili compatibilità, pericolose falle zero-day, patch continue, navigazione lenta.

A travolgerlo sono state tutte le innovazioni che hanno affrontato i problemi che IE si portava appresso. Riversandoli purtroppo su milioni di navigatori in tutto il mondo. Ancora un anno su questa Terra, poi sarà soltanto un ricordo, un’icona, un artefatto di un’epoca ormai ampiamente superata.

Edge è disponibile su Windows dal 2015 e visto già all’epoca come un primo segnale della scelta di Microsoft di andare oltre Internet Explorer, definito in questi anni dalla stessa azienda come una “soluzione di compatibilità” più che un browser vero e proprio per l’uso quotidiano. Edge ha comunque faticato a ritagliarsi uno spazio in un mercato piuttosto affollato e dominato da Google con il suo Chrome.

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Applicazioni, Sicurezza informatica, Smartphone

WhatsApp: rubare il profilo diventa banale

Avevamo parlato in un articolo precedente di come WhatsApp fosse considerato da parte del capo di Telegram, Pavel Durov, poco sicuro. Attraverso un indirizzo email e il numero di telefono della vittima, gli hacker possono “rubare” un profilo WhatsApp in maniera banale, senza troppi problemi.

Il problema è piuttosto serio. Due ricercatori di sicurezza, Luis Marquez Carpintero ed Ernesto Canales Pereña hanno dimostrato che chiunque potrebbe potenzialmente prendere possesso di un account WhatsApp utilizzando una procedura assolutamente facile.

La cosa incredibile è che questa procedura sfrutta un meccanismo di sicurezza implementato in WhatsApp per verificare gli account.

In pratica, se si conosce il numero di telefono della vittima e si ha un indirizzo email valido è possibile “sfrattare” il legittimo titolare di un account WhatsApp e insediarsi al suo posto.

whatsapp hacker rubano profilo
Attraverso una banale procedura, gli hacker possono rubare il nostro profilo Whatsapp

Come funziona

Il funzionamento della procedura, dicevamo, è semplice: addirittura banale.

La prima cosa che l’hacker farà sarà installare una copia pulita di WhatsApp su uno smartphone nuovo. In seguito poi indicherà il numero di telefono dell’ignara vittima quando la procedura di attivazione del profilo lo richiederà.

A questo punto WhatsApp procederà alla verifica del numero di telefono inviando il codice di verifica al telefono della vittima. Ovviamente l’hacker non ha accesso al telefono della vittima e quindi inserirà dei codici a caso fino a quando WhatsApp, rilevando questa cosa come potenzialmente pericolosa, blocca l’account della vittima per 12 ore.

Da questo punto in poi scatta la parte subdola dell’operazione. L’hacker, infatti, spacciandosi per la vittima, invia una email al supporto tecnico di WhatsApp affermando che il telefono sul quale è stato inviato il codice da digitare per l’autenticazione nel profilo è stato rubato oppure smarrito.

Quindi si ha la necessità di attivare il profilo su un nuovo numero. WhatsApp in seguito a questa richiesta effettua una semplice verifica dell’autenticità dell’email e poi sblocca il profilo sul “nuovo” telefono, ovvero sul telefono dell’hacker. A questo punto si ritroverà con il profilo della vittima sbloccato e funzionante sul suo smartphone.

Come risolvere

Una volta che l’hacker è entrato in possesso del profilo della vittima, per quest’ultima le cose si complicano.

L’unico modo per rientrarne in possesso, difatti, è quello di ripetere esattamente tutta la procedura utilizzata dall’hacker, ovvero reinstallare WhatsApp, cioè immettere un codice sbagliato fino a bloccare il profilo e inviare l’email a WhatsApp. Ovviamente, questa procedura non potrà essere ripetuta all’infinito, ma solo per tre volte prima di bloccare il profilo abbinato.

Fortunatamente questa procedura non permette all’hacker di leggere i messaggi e la cronologia delle conversazioni effettuate e ricevute, visto che questi dati sono memorizzati sullo smartphone della vittima che, si spera, è inaccessibile all’hacker.

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AirTag
Formazione, Sistemi

AirTag: Il gadget che ritrova gli oggetti smarriti

AirTag: Il piccolo gadget che ci permette di ritrovare gli oggetti

A chi di noi non è mai capitato di non riuscire a trovare la borsa, lo zaino o le chiavi di casa? A risolvere il problema
ci pensa l’AirTag di Apple: agganciamo il piccolo gadget al portachiavi, mettiamone uno nello zaino e questi piccoli dischetti grazie alle tecnologie Bluetooth ,e UWB ci permettono di ritrovare gli oggetti smarriti. Saranno in grado di ritrovarli usando l’applicazione “Dov’è“.

La cosa interessante è che questo sistema non funziona solo nel ristretto raggio d’azione della connessione Bluetooth (per esempio per trovare il mazzo di chiavi smarrito in casa). Tale sistema esegue il tracciamento in tutto il mondo in modo del tutto anonimo.

Questa tecnologia infatti sfrutta la connessione alla rete di milioni di dispositivi Apple.

Così se abbiamo smarrito lo zaino in cui avevamo inserito un AirTag, sarà sufficiente che questo entri nel raggio d’azione di qualcuno che ha un iPhone o un iPad per permetterci di ricevere un segnale che ci indica dove si trova. Naturalmente per le ricerche ravvicinate il dispositivo può anche emettere suoni per essere subito localizzato.

Ogni AirTag è dotato del chip Ul progettato da Apple. Quest’ultimo utilizza la tecnologia Ultra Wideband, abilitando il Precision Finding per gli utenti di iPhone 11 e iPhone 12.

Questa tecnologia avanzata può determinare con maggiore precisione la posizione di un AirTag perso quando si trova nel raggio d’azione.

In caso contrario il sistema userà la classica tecnologia Bluetooth. Invece, per quanto riguarda le ricerche a distanza, tutto è gestito tramite crittografia end-to-end in modo che solo il proprietario del dispositivo smarrito abbia accesso ai suoi dati di posizione e nessuno, inclusa Apple, possa tracciare l’identità o la posizione del dispositivo che ha aiutato a trovarlo.

AirTag

Se qualcuno trova un AirTag smarrito, può toccarlo utilizzando il proprio iPhone o qualsiasi dispositivo compatibile con NFC. A questo punto verrà indirizzato a un sito web che visualizzerà un numero di telefono di contatto per il proprietario, se ne ha fornito uno.

L’AirTag è alimentato da una batteria sostituibile che dura circa 1 anno. Apple ha anche preparato una serie di accessori opzionali che consentono di agganciare con semplicità gli AirTag ai nostri oggetti. Un AirTag costa 35 €.

Il kit da 4 AirTag è proposto a 119 € e acquistandoli sullo store online di Apple è anche possibile personalizzarli.

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Come scoprire se le email inviate vengono lette

Ecco una breve guida dove spiegheremo come scoprire se vengono lette o meno le email inviate.

  • Rechiamoci sulla pagina del Chrome WebStore dedicata a MailTrack (http://bit.ly/chromemailtrack), clicchiamo sul pulsante Aggiungi e su quello Aggiungi estensione. Nella nuova scheda che si apre, premiamo sul pulsante per eseguire l’accesso all’account Google.
mailtrack
  • Tutte le email inviate a partire da questo momento saranno contrassegnate dal simbolo di una doppia spunta. Una spunta grigia e una verde indica “messaggio ricevuto”, mentre entrambe le spunte verdi indicano “messaggio aperto”.
gmail email lette
  • Unitamente alla visualizzazione delle spunte, a conferma dell’avvenuta lettura di un messaggio di posta elettronica riceveremo anche un’email da parte di MailTrack. Questa ci dirà che i destinatari hanno letto il messaggio inviato, con data e orario al seguito.
scoprire se le email inviate vengono lette

Sapere se un’email è stata letta con Gmail da mobile

Per questa funzione, puoi rivolgerti ad alcune app che sono davvero intuitive. Si possono usare gratuitamente per brevi periodi di prova o per periodi di tempo illimitati, ma con funzioni limitate. Ecco tutto in dettaglio.

email tracking android

Una delle migliori app che puoi utilizzare per sapere se un’email inviata con Gmail è stata effettivamente letta è Track – Email Tracking. Questo è un client di posta mobile disponibile per Android e iOS che integra una comoda feature che consente proprio di fare ciò. L’app è utilizzabile gratuitamente per 7 giorni. Al termine della trial, per continuare a utilizzare le funzioni di tracciamento dei messaggi, è necessario sottoscrivere uno dei piani d’abbonamento fra quelli disponibili, a partire da 19,99 dollari al mese.

Dopo aver installato e avviato Track sul tuo device, pigia sul bottone Activate track for free! situato al centro dello schermo, accedi al tuo account Google per collegare il client a Gmail e consenti all’app di accedere alle informazioni relative alla tua posta elettronica pigiando sul bottone Consenti. Dopodiché pigia sul bottone giallo Send test email to yourself se vuoi fare una prova inviando un’email a te stesso. Oppure pigia sul bottone Activate auto-tracking per attivare il monitoraggio automatico dei messaggi.

Per inviare un messaggio, fai tap sull’icona della matita situata in basso a destra per creare un nuovo messaggio e, nel modulo che compare, digita l’indirizzo email del destinatario dell’email che vuoi tracciare e pigia sul pulsante verde Prepare Tracked Email: a questo punto si aprirà in modo automatico il client predefinito sul tuo device dal quale puoi comporre il messaggio e inoltrarlo pigiando sul pulsante Invia. Una volta avrai composto e inviato l’email al destinatario, non appena questi la leggerà visualizzerai la dicitura READ in corrispondenza del messaggio inviato (nell’app di Track) e riceverai anche un’email di conferma in merito all’avvenuta lettura.

Mail Tracker (iOS)

mail tracker ios

Se usi un iPhone o un iPad, ti consiglio di provare anche Mail Tracker, un’app che imprime un watermark alle email inviate informando i destinatari delle stesse che sono tracciate, ma che in compenso può essere usata gratuitamente. Per rimuovere il watermark e per usufruire delle feature avanzate messe a disposizione dall’app, è necessario acquistare la sua versione completa, che costa 10,99 euro.

Dopo aver installato e avviato Mail Tracker sul tuo device, pigia sul pulsante Next per quattro volte di fila, premi poi sulla voce Consenti per abilitare le notifiche provenienti dall’app, fai tap sul bottone (+) collocato in alto a sinistra, digita nell’apposito campo di testo l’oggetto del messaggio che vuoi inviare e poi sul bottone Done.

A questo punto, si aprirà l’app Mail, il client installato “di serie” su iOS: non devi fare altro che pigiare prima sul campo di testo Cc: Ccn: Da:, poi sul campo di testo Da:selezionare l’account Gmail da utilizzare e, non appena sei pronto, inviare il messaggio pigiando sul pulsante Invia.

Non appena il destinatario leggerà il messaggio, riceverai una notifica sul tuo device e visualizzarai la dicitura Read Once (letto una volta) sotto l’oggetto del messaggio inviato (sempre dall’app di Mail Tracker).

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Come creare il proprio avatar su Facebook

Stufo delle solite foto profilo? Oggi vi insegneremo come creare degli avatar personalizzati, in modo da rendere la foto del vostro profilo Facebook più originale. Chi non vuole utilizzare una propria foto da usare come immagine del proprio profilo può sicuramente fare uso di un avatar. Un avatar è una rappresentazione virtuale di noi, di solito in forma di fumetto e molto divertente.

Dopo aver lanciato Rooms, la comoda funzione per le videochiamate di gruppo, Facebook ha inserito anche la possibilità, per ogni utente del social network, di creare un avatar e di utilizzarlo non solo come immagine di profilo ma anche per avere dei piacevoli sticker personalizzati da utilizzare nei commenti ai post e nelle chat con i propri amici. Scopriamo insieme come fare per creare un avatar su Facebook e Messenger, e come utilizzarlo sia sulla chat di Facebook che su altre chat.

avatar su Facebook

Creare Avatar dal cellulare

Nella versione desktop ancora non è possibile creare il proprio avatar, ma possiamo farlo semplicemente tramite l’applicazione di Facebook su Android e iOS (iPhone e iPad). Quindi per creare il tuo avatar basta andare nel menu Avatars come mostrato in figura

avatars da cellulare

• apri l’app di Facebook e fai l’accesso con le tue credenziali (username e password); • quindi premi il tasto menu in alto a destra (è caratterizzato da tre linee sovrapposte); • premi il pulsante Altro e poi sulla voce Avatars.

A questo punto si ci troverà di fronte alla procedura per la creazione dell’avatar. È davvero intuitiva, per fare un buon lavoro e realizzare un risultato che ti somigli davvero potrai premere l’icona della funzione specchio. Si trova in alto a destra nell’interfaccia, e farà apparire la tua immagine ripresa tramite la videocamera frontale del dispositivo. Così potrai scegliere, fra le molte opzioni disponibili, quelle di tuo gradimento.

avatar fotocamera

C’è davvero l’imbarazzo della scelta, si può personalizzare ogni parte dell’avatar, dal colore della pelle alla capigliatura, dalla forma degli occhi alla corporatura e, come se non bastasse, potremo scegliere addirittura anche l’abbigliamento. Quando sarai soddisfatto del tuo avatar potrai salvare il risultato premendo il tasto a forma di V in alto a destra nell’interfaccia dell’app. Dopo aver creato e salvato l’avatar, si potrà visualizzarne un’anteprima completa e potrai decidere di tornare alla modalità di modifica tramite il tasto matita, oppure vedere come il nostro avatar appare nei diversi adesivi che esprimono le nostre emozioni: felice, triste, arrabbiato…Se si vuole impostare il proprio avatar come immagine di profilo si può farlo premendo in questa schermata l’apposito tasto con la freccia.

Creare un Avatar all’interno di Messenger

È anche possibile creare direttamente all’in-terno dell’applicazione Messenger il proprio avatar Facebook. Dopo aver installato l’app, disponibile per Android e iOS (iPhone e iPad), bisogna:

• aprire l’app e accedere con le proprie credenziali; • avviare una qualsiasi conversazione; • nel box di scrittura (e non sulla tastiera dello smartphone) premere sul tasto con la faccina; • quindi invece di scegliere uno Sticker (Adesivi) premere il tasto caratterizzato dalla faccina con la lingua di fuori; • a questo punto si sarà entrati nella modalità di creazione dell’avatar; • dopo aver atteso il caricamento si può premere sul pulsante blu Crea il tuo Avatar. Qui si potrà creare e salvare il proprio avatar esattamente come abbiamo descritto nel precedente paragrafo.

Utilizzare l’avatar su Facebook

Una volta salvato il proprio avatar si può utilizzare nei commenti di Facebook e nelle conversazioni (su ogni piattaforma anche sul sito). Farlo è semplice: nei campi di testo in entrambi i casi basta premere il pulsante caratterizzato da una faccina che ride (che si aggiunge ai tasti che permettono l’accesso alle GIF e agli adesivi). Per utilizzare i nuovi sticker animati basati sugli avatar anche sulla versione desktop del sito di Facebook, ad esempio quando si vuole fare un commento, basta cliccare sul box del commento, quindi premere il tasto degli adesivi; dentro, fra le categorie, potrai notare una faccetta che ride che contiene i nuovi e divertenti stickers.

Se si vuoi utilizzare i divertenti nuovi stickers personalizzati su altre piattaforme di chat puoi farlo senza problemi:

• aprire l’app di Facebook su Android o iOS; • nella schermata principale premere in alto a destra l’icona menu (caratterizza dalle tre linee); • premere il pulsante Altro per mostrare tutte le opzioni e infine scegliere la voce Avatars; • premere il tasto degli adesivi e quindi sceglierne uno; • fare tap su Altre opzioni: si accederà al menu Condivisione e si potrà inviare lo sticker scelto nella chat che preferiamo (ad esempio su WhatsApp).

avatar da altre chat

Avete creato così il vostro avatar, adesso potete sbizzarrirvi e divertirvi insieme ai vostri amici! Alla prossima!

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