Organizza i tuoi contenuti digitali in blocchi appunti, che puoi dividere in sezioni e pagine grazie a OneNote. Con le funzionalità intuitive di spostamento e ricerca, troverai sempre le tue note dove le hai lasciate.
Raccogli i tuoi pensieri, poi trasformali in idee vincenti
Modifica le tue note con la digitazione, l’evidenziazione e le annotazioni a penna. Con OneNote in tutti i tuoi dispositivi, i tuoi lampi di ispirazione non andranno mai persi.
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Condividi e collabora
Le grandi menti non la pensano sempre allo stesso modo, ma possono condividere idee e collaborare in OneNote.
OneNote nel settore dell’istruzione
I docenti possono usare OneNote per organizzare i piani delle lezioni in blocchi appunti digitali ricercabili, mentre il personale può creare una raccolta contenuto condivisibile. Incoraggia gli studenti a scrivere note a mano e ad abbozzare diagrammi. Scopri di più
Componente aggiuntivo Blocco appunti per la classe
Questo nuovo componente aggiuntivo gratuito per OneNote desktop (2013 o 2016) è progettato per aiutare gli insegnanti a risparmiare tempo e essere ancora più efficienti con i loro blocchi appunti per la classe. Il componente aggiuntivo include la distribuzione di pagine e sezioni e la revisione rapida del lavoro degli studenti. Nota: gli utenti di OneNote per Windows 10, Web, Mac e iPad non devono scaricare il componente aggiuntivo blocco appunti per la classe separatamente, perché è incorporato.
Chi è alla ricerca di un drone di stampo professionale che possono usare praticamente tutti senza particolari difficoltà anche da coloro che sono alle prime armi con i quadricotteri, sarà sicuramente felice di mettere le mani sul nuovissimo MavicAir 2 di DJI.
Si tratta di una versione aggiornata e rivisitata del precedente Mavic Air, che risulta essere tuttavia più grande e pesante, ma comunque facilmente trasportabile. Il nuovo drone reinventa il modo di acquisire contenuti di qualità, permettendo di registrare video 4K a 60 fps e 120 Mbps, ma pure video HDR e rallentati 4X a 1080p/120fps e 8X a 1080p/240fps.
Tecnologia AirSense
Consente anche di scattare immagini da 12 megapixel o con la nuova funzionalità ad alta risoluzione 48 megapixel per riprendere ogni dettaglio, con la stabilizzazione meccanica a tre assi. Il drone è poi dotato di nuovi motori e nuovi ESC e ha un’autonomia di volo fino a 34 minuti. Inoltre offre altresì esclusive funzionalità di sicurezza, sfruttando i vari sensori disponibili e le luci ausiliari. Ad essere particolarmente interessante è la tecnologia AirSense, grazie alla quale i piloti vengono avvisati in caso di rilevamento di altri aeromobili.
Scheda Tecnica
Aeromobile
Peso
570 g
Dimensioni
Richiuso: 180×97×74 mm Aperto: 183×253×77 mm
Distanza diagonale
302 mm
Massima velocità in salita
4 m/s (Modalità S) 4 m/s (Modalità N)
Massima velocità di discesa
3 m/s (Modalità S) 3 m/s (Modalità N) 5 m/s (modalità S e modalità N durante una brusca discesa) 3 m/s (tutte le modalità a quota oltre 4500 m)
Quota massima di tangenza sopra il livello del mare
5000 metri
Autonomia di volo (senza vento)
34 minuti
Autonomia del volo stazionario (senza vento)
33 minuti
Massima distanza di volo
18,5 km
Massima velocità orizzontale
19 m/s (Modalità S) 12 m/s (Modalità N) 5 m/s (Modalità T)
Resistenza al vento (max)
8,5 – 10,5 m/s (Livello 5)
Angolo massimo di inclinazione
35°(Modalità S) 20°(Modalità N)* *35° con vento forte
Supporta l’uso di una scheda microSD con capacità fino a 256 GB
File system supportati
FAT32 e exFAT
Zoom
Disponibile
Stabilizzatore
Stabilizzazione
3 assi (inclinazione, rollio, panorama)
Intervallo meccanico
Inclinazione: da -135° a 45° Rollio: da -45° a 45° Rotazione orizzontale: da -100° a 100°
Intervallo controllabile
Inclinazione: da -90° a 0° (predefinito) da -90° a 24° (esteso)
Velocità massima controllabile (inclinazione)
100°/s
Intervallo di vibrazione angolare
±0,01°
Sistema di visione
In avanti
Distanza di rilevamento preciso: 0,35 – 22,0 m Distanza di rilevamento: 0,35 – 44 m Velocità sensoriale effettiva: 12 m/s Campo visivo (FOV): 71° (orizzontale), 56° (verticale)
Indietro
Distanza di rilevamento preciso: 0,37 – 23,6 m Distanza di rilevamento: 0,37 – 47,2 m Velocità sensoriale effettiva: 12 m/s Campo visivo (FOV): 57° (orizzontale), 44° (verticale)
Sensore verso il basso disponibile
Doppio sensore visivo + Sensori a tempo di volo (ToF)
Verso il basso
Distanza di misurazione ToF: 0,1 – 8 m Intervallo di stazionamento: 0,5 – 30 m Intervallo stazionamento con sensore visivo: 0,5 – 60 m
Sinistra/destra
Nessuno
Luce ausiliaria inferiore
LED singolo
Sicurezza
Sistema anti-collisione
Sistema avanzato di pilotaggio assistito (APAS)
Trasmissione video
Sistema di trasmissione
OcuSync 2.0 Selezione automatica 2.4 GHz/5.8 GHz
Distanza massima di trasmissione
10 km (FCC); 6 km (CE); 6 km (SRRC); 6 km (MIC)
Qualità di trasmissione delle immagini (Live View)
720p/30fps, 1080p/30fps
Latenza (a seconda delle condizioni dell’ambiente e del dispositivo mobile utilizzato)
120 – 130 ms
Formato codificazione della trasmissione video
H.265
Bit-rate della trasmissione video (max.)
12 Mbps
Frequenza operativa
2.400 – 2.4835 GHz 5.725 – 5.850 GHz
Radiocomando
Sistema di trasmissione del radiocomando
OcuSync 2.0
Connettori smartphone supportati
Lightning, Micro USB, USB Tipo C
Massima dimensione dei dispositivi mobili supportati
Negli store di Android e iOS sono moltissime le app che aiutano ad apprendere le lingue straniere. Speekoo, che secondo Google è la migliore app del 2020 per imparare una lingua, ha diversi punti di forza in più, a partire dal fatto che è gratuita. Inoltre Speekoo è completamente in italiano e fa largo uso di microfono e altoparlante per il controllo della nostra pronuncia.
Ad oggi è possibile imparare solo sei lingue: inglese, francese, tedesco, spagnolo, cinese e giapponese, ma gli sviluppatori hanno promesso che nel corso del 2021 ne arriveranno altre. Il meccanismo di apprendimento è semplice e graduale: ci sono 20 livelli di 12 lezioni ciascuno e ogni livello è rappresentato da una città, mentre ogni lezione rappresenta un momento del nostro viaggio virtuale. Si tratta di un’applicazione perfetta per chi deve apprendere da zero una nuova lingua.
Noi l’abbiamo provata con il giapponese, che è decisamente complesso, e dopo qualche lezione abbiamo iniziato ad avere un’infarinatura della lingua. Manca ancora purtroppo la visualizzazione degli ideogrammi, che risulterebbe utile soprattutto per chi deve recarsi in Giappone per un viaggio di lavoro o di piacere.
Neppure la pandemia è riuscita a bloccare la tradizionale fiera dedicata all’innovazione e all’elettronica di consumo che si tiene annualmente al Las Vegas Convention Center. L’edizione 2021 non si è tenuta nel deserto del Nevada come da tradizione ma in una veste del tutto inedita: in diretta streaming. Per riassumere quanto evento, il futuro “immaginato” a Las Vegas dai colossi dell’hi-tech è largamente dominato da Intelligenza Artificiale, 5G, realtà virtuale, automotive e, soprattutto, dalla salute digitale. Evento virtuale Nella prima edizione completamente digitale della storia del celebre Consumer Electronics Show (https://ces. tech/) le sorprese non sono proprio mancate: più di 1.900 espositori hanno mostrato in streaming i propri prodotti, mentre le conferenze stampa e i meeting organizzati hanno superato abbondantemente quota 100.
Le innovazioni proposte alla fiera del Nevada hanno coperto come sempre l’intero settore tecnologico: tra smartphone arrotolabili, anelli intelligenti, soluzioni innovative per la smart home o lo smart working, l’influenza della pandemia si è fatta sentire, eccome. C’è stato un vero e proprio boom di dispositivi utili per affrontare l’attuale emergenza sanitaria (sono state presentate molteplici “mascherine smart”), gadget per la diagnosi e la cura della propria salute.
La tecnologia sanitaria presentata al CES 2021 si è concentrata su due aree: il monitoraggio e la prevenzione. Grazie ai dispositivi “indossabili” (wearable in inglese), infatti, possiamo tenere sotto controllo le nostre condizioni fisiche e le funzioni vitali e nei casi di emergenza persino contattare un medico!
Oltre la pandemia
Dispositivi sempre più potenti e versatili, automobili intelligenti progettate nel rispetto dell’ambiente, mega schermi trasparenti, vasche da bagno da comandare con la voce: le ultime innovazioni proposte hanno un denominatore comune, la tecnologia 5G. Nei prossimi anni la nostra vita sarà scandita dalla realtà virtuale e, soprattutto, dall’Intelligenza Artificiale. Dallo spettacolare mega schermo da 56 pollici MBUX Hyperscreen sviluppato da Mercedes per sostituire il classico cruscotto dell’auto fino ai TV “dotati di intelligenza cognitiva”, senza dimenticare frigoriferi, purificatori e asciugatrici completamente personalizzabili, la maggior parte di queste novità sono già pronte a entrare nelle nostre case e nella nostra vita. In attesa di tornare a “toccare con mano” il futuro nell’edizione 2022 a Las Vegas! Nelle prossime due pagine troviamo alcuni dei dispositivi più utili o curiosi tra quelli presentati.
«Aggiornate subito Google Chrome», è questo l’avviso lanciato dalla stessa azienda californiana in seguito alla scoperta di una falla nella sicurezza, registrata come CVE-2021-21148. Si tratta di una vulnerabilità di tipo zero-day che, secondo quanto verificato da Google, è già stata sfruttata da cybercriminali sui dispositivi desktop. A Mountain View, infatti, sono stati avvisati il 24 gennaio dal ricercatore Matias Buelens.
Vulnerabilità già sfruttata: l’aggiornamento
Nonostante non siano state rilasciate informazioni più dettagliate, grazie ai controlli effettuati sulla rete, Google ha confermato che questa falla fosse presente e sfruttata attivamente dai malintenzionati. Per questo motivo, l’azienda californiana ha lavorato e reso disponibile – da giovedì 4 febbraio – un aggiornamento per il proprio browser, in grado di proteggere gli utenti. La versione aggiornate di Chrome per Windows, Mac e Linux è la numero 88.0.4324.150.È possibile che il browser si sia aggiornato automaticamente in background, ma per esserne certi è meglio controllare personalmente.
Come controllare se è stato effettuato l’aggiornamento
Per farlo – come spiegato sulla pagina ufficiale di supporto Google -, una volta aperto Chrome, sarà sufficiente cliccare il tasto rappresentato dai tre puntini disposti in verticale, in alto a destra. Poi selezioniamo Guida e, infine, Informazioni su Google Chrome: nella pagina che si aprirà sarà possibile verificare la versione di Chrome e, nel caso non fosse aggiornata, sarà lo stesso browser a iniziare il download degli aggiornamenti. A questo punto sarà sufficiente riavviare Chrome per completare l’update.
La falla
Secondo le poche informazioni a disposizione, la falla colpisce il motore di rendering Javascript V8, che si occupa della lettura degli elementi interattivi di una pagina web. È dunque considerata una vulnerabilità pericolosa, perché uno script è eseguito dal browser mentre lo sta leggendo. Ciò significa che uno script, scritto intenzionalmente per inserire un codice maligno, potrebbe quindi compromettere la sicurezza del dispositivo. Come in molti altri attacchi da remoto, anche in questo caso l’utente non si accorgerebbe di nulla e non sarebbe necessaria una sua interazione.
Molti nostri clienti che hanno un ufficio grande, ma anche tanti privati con una casa con tante stanze, sanno benissimo dei problemi che può creare una rete Wi-Fi con zone d’ombra e posizioni non raggiungibili.
La soluzione scelta dalla maggior parte delle persone è quella di acquistare un Extender che amplifichi il segnale, ma che non sempre risolve il problema. Una soluzione più radicale è quella di creare una rete Mesh, tecnologia di ultima generazione dove la traduzione di Mesh, cioè “maglia”, spiega bene il funzionamento.
In pratica si tratta di una rete diffusa, composta da più nodi che assicurano una copertura uniforme del segnale Wi-Fi.
Come Enjoy System abbiamo adottato la soluzione Tenda Mesh Nova MW3, composta da tre nodi, progettata per uffici/case fino a 200 mq. Supporta l’ottimizzazione automatica della rete e la selezione di routing automatico, consentendo di ottenere una rete wireless più stabile e flessibile.
Facile da installare
La configurazione di Tenda Mesh avviene attraverso l’app Tenda Wi-Fi: il primo dei tre cubi che compongono il sistema va collegato alla porta Ethernet del router, diventando così il nodo primario. Quindi attraverso l’app Tenda Wi-Fi sarà possibile aggiungere i nodi secondari. Ognuno dei tre cubi integra due uscite Ethernet a cui potremo collegare PC desktop o altri dispositivi. Attraverso l’app è possibile vedere il livello di segnale, lo stato della rete, i dispositivi collegati anche da remoto. È possibile collegare altri cubi, disponibili a circa 45 € l’uno.
Tenere sotto controllo le ricevute e gli scontrini dei nostri acquisti è importante sia per capire come usiamo i nostri soldi, sia perché molto spesso gli scontrini e le ricevute sono l’unico documento utile per far valere la garanzia dei prodotti che abbiamo acquistato. Anche dopo un paio di anni potrebbe così diventare indispensabile recuperarli in modo da far valere i nostri diritti. Oggi con lo smartphone è possibile catalogare, fotografare e salvare su cloud scontrini e ricevute in modo da avere la certezza di averli a disposizione nel caso dovessero servire. Le app che permettono di organizzare e registrare le nostre spese sono molte, la maggior parte di queste è commerciale e richiede un abbonamento.
Una delle poche app completamente Open Source (non protetto da copyright) è Smart Receipts che è disponibile sia per Android che per iOS e che consente di catalogare le spese inserendo date, prezzi e categorie di ricevute per poi salvare tutto in cloud. Solo chi volesse rendere automatica la funzione di backup dovrà versare un contributo di 9,99 € all’anno. Esiste anche una funzione di riconoscimento automatico dei dati presenti negli scontrini in collaborazione con Google Vision e Taggun, azienda specializzata nella digitalizzazione dei documenti cartacei. Il riconoscimento di tipo OCR consente di catturare tutti gli elementi di spesa ma ha un costo di 1,09 € ogni 10 scansioni e di 5,49 € ogni 50 scansioni. Comunque è ancora in versione beta, per cui risulta decisamente più pratico inserire direttamente i dati richiesti nella scheda; inoltre è possibile generare un report completo di tutte le ricevute che abbiamo archiviato nel tempo con tanto di grafico e tabelle divise per periodo.
Non solo scontrini
Tra le altre app disponibili negli store di Android e iOS, Expensify non si limita ad archiviare ricevute e scontrini ma permette di tenere sotto controllo viaggi e chilometri fatti in macchina, le ore di lavoro e altre informazioni professionale utili soprattutto per i freelance. Per tenere sotto controllo le spese aziendali poi l’app di riferimento è Zoho che consente non solo di contabilizzare le spese delle trasferte ma anche di collegare le carte di credito aziendali in modo da avere un feedback complessivo. In realtà comunque è possibile utilizzare anche le app per prendere appunti come Evernote o Google Keep, utili in qualche modo per conservare scontrini, ricevute e spese di vario tipo. L’app di Google, soprattutto, integra il comando Recupera testo dall’immagine che risulta molto utile al nostro scopo. Lo stesso avviene anche con Office Lens, app gratuita di Microsoft che permette di scansire scontrini e ricevute. I testi nelle foto vengono riconosciuti e resi copiabili su un foglio digitale per poi salvarli nel cloud di OneDrive oppure semplicemente come PDF.
Per la seconda volta in meno di due mesi, gli esperti del CERT-AGID hanno rilevato l’invio di PEC contenenti il malware sLoad. Anche questa volta gli autori hanno cercato di ingannare gli utenti con una falsa fattura allegata al messaggio di posta elettronica certificata.
sLoad: PEC con malware incluso
Il CERT-AGID ha scoperto per la prima volta il malware sLoad a luglio 2020. È riapparso successivamente a novembre 2020 e quindi a gennaio 2021. Come nei casi precedenti, anche stavolta si è trattata di una campagna di breve durata (solo 10 ore), ma probabilmente sufficiente per ingannare qualche ignaro utente.
La pec ha come oggetto “Comunicazione [nome azienda]” e allegato “00[codice fiscale].zip“, all’interno del quale un altro archivio ZIP contenente due file XML e VBS. L’infezione si verifica quando viene eseguito il file VBS (uno script Visual Basic) che scarica il payload PowerShell con BitsAdmin.
Il destinatario viene ingannato dal fatto che la PEC è considerata più sicura delle e-mail tradizionali. Inoltre il contenuto del messaggio indica una fattura elettronica in allegato. In questo caso però i malintenzionati hanno scritto chiaramente che la fattura è in formato PDF. Dato che il file ZIP non contiene nessun PDF, l’inganno sembra abbastanza ovvio.
Il CERT-AGID non ha ancora scoperto le “funzionalità” di sLoad. In passato è stato utilizzato per rubare dati sensibili, come le credenziali di accesso ai servizi online.
Data breach, violazioni dei sistemi e degli archivi, massicce operazioni di phishing anche raffinate, come quelle di tipo “spear” (in cui gli hacker si fingono contatti affidabili per ingannare le vittime), semplici ma dannosi malware che succhiano dati ed estremi di carte, conti, account, magari indirizzando a siti dove in buona fede siamo noi stessi a inserire le password. Dove vanno a finire tutte quelle preziose informazioni? In gran parte nel dark web, cioè in vendita negli store di quella porzione non indicizzata della rete, raggiungibile solo con browser anonimi come Tor, dove fra truffe, millantati (e totalmente illegali, ricordiamolo) affari ed effettivo mercimonio numeri di carte di credito, conti PayPal o informazioni come (negli Stati Uniti) numeri di previdenza sociale, ogni pezzo (rubato) della nostra vita ha un prezzo. Talvolta incredibilmente basso.
Quale sia esattamente questo prezzo cerca di stimarlo un’indagine di Comparitech, piattaforma fondata nel 2015 che si occupa di testare, confrontare e consigliare gli utenti su dispositivi e soprattutto servizi tecnologici. Una rete internazionale di circa 30 ricercatori, esperti e sviluppatori che indagano ogni mese su VPN, antivirus, sistemi di protezione e altri argomenti simili. Stavolta hanno messo sotto la lente oltre 40 marketplace del dark web per cercare di capire quanto, davvero, i criminali ricavino dalla ricettazione – perché di questo si tratta – delle nostre informazioni. Alcuni parametri, come il paese di emissione, il plafond delle carte, il saldo al momento del furto e altre informazioni influenzano notevolmente il prezzo finale ai criminali che acquistano – pagando in Bitcoin o altre criptovalute, spesso cadendo a loro volta nelle truffe – quei frammenti di esistenze digitali.
Perché un mercato così florido
Si parte dalle credenziali complete di un individuo (nome indirizzi, e-mail, telefono, dati fiscali e finanziari, firma etc), a cui si associa quasi sempre il numero di previdenza sociale o, altrove, quello delle carte d’identità nazionali. A cosa servono le identità? A mille finalità illecite: ottenere una schermatura in caso di altre attività fraudolente intestando per esempio attività o società alle sfortunate vittime, aprire linee di credito a loro nome, completare i profili per avere accesso ad altri servizi ed effettuare ritiri fisici dagli istituti bancari. Sono solo alcune delle possibilità. Alla pari di quanto avviene con le carte di credito, il valore di un’identità completa sul mercato nero del dark web – che non è il deep web ma un suo sottoinsieme e le cui dimensioni sono state ridimensionate da un’indagine della società di sicurezza Recorded Future – dipende anzitutto dal paese di provenienza. Le identità statunitensi sono le più economiche, stimate in media 8 dollari l’una, quelle giapponesi, europee e degli Emirati Arabi Uniti sono invece le più care (25 dollari). In mezzo, fra le altre, quelle israeliane (14 dollari), cinesi (15) o messicane (22). Ovviamente non tutti i pacchetti di credenziali sono uguali: più sono ricchi, più il prezzo richiesto può cambiare. In certi casi c’è anche il numero della patente, scansioni dei documenti, estratto conto bancario. Sono elementi che impreziosiscono la refurtiva.
Carte di credito e conti PayPal
Ma il grosso della torta fra le informazioni rubate e rivendute riguarda le carte di credito e i conti PayPal. In questo caso la forchetta si fa ancora più ampia: i prezzi per le carte variano da 11 centesimi di dollaro fino ai quasi mille euro, almeno nell’indagine di Comparitech. Gli account PayPal hackerati, invece, vanno da 5 a 1.767 dollari. Di conseguenza gli ingredienti che influenzano i prezzi si moltiplicano: anzitutto dipende dalla modalità, se si acquistano cioè carte singole o blocchi di numeri di carte, insomma al dettaglio o all’ingrosso. Nel secondo caso si tratta magari di identificativi sottratti in un’unica operazione (si pensi a uno “skimmer” a una pompa di benzina o a un bancomat) o raccolti da una singola violazione. Ovviamente il prezzo unitario scende all’acquisto in blocco. Anche in questo caso, è il paese di emissione a pesare di più tenendo comunque presente che, secondo Sixgill, due carte rubate su tre sono statunitensi e nessun paese conta più del 10% dei numeri rubati, con la Gran Bretagna alla seconda piazza dei bersagli preferiti. In questo caso si va dunque senza sorprese dal dollaro e mezzo per una carta americana (o i 2,5 per una britannica) agli 8 per una europea passando per i 3 di una turca, i 3,5 di una canadese, i 7 di una neozelandese, messicana, australiana, emiratina o giapponese. Difficile invece valutare il peso del paese per gli account PayPal, in cui l’origine non viene indicata.
Cosa incide sul prezzo
Come con le identità, anche con le carte di credito si ripropone il tema delle informazioni aggiuntive: più il pacchetto è ricco, più i prezzi salgono. D’altronde da un singolo numero di carta di credito un malintenzionato rischia di ricavarci poco, specie se intende utilizzarla online. Servono altri elementi, dal nome al “ccv”, il codice di sicurezza a tre cifre riportato sul retro della carta, fino alla data di scadenza per pensare di poterle usare – sempre che il malcapitato non l’abbia immediatamente bloccata – con facilità. “In realtà – si legge nel rapporto – il singolo numero di carta ha un suo valore. I criminali possono utilizzare speciali hardware per realizzare dei semplici duplicati e utilizzarli fisicamente, nei lettori di bande magnetiche”.
Ovviamente, e questo vale in tutti i casi, le frodi su questi negozi digitali non si contano: “Nonostante non si possa affermare con certezza se gli annunci di un marketplace, o lo stesso marketplace, siano autentici o fraudolenti – aggiunge Bischoff – abbiamo analizzato i feedback lasciati dagli utenti con molta attenzione e verificato che le informazioni fossero aggiornate”.
Altri elementi che influenzano, anche se meno degli altri, il prezzo proposto nei 40 store fuorilegge analizzati è il plafond, cioè il limite massimo di spesa della carta (che in media è 24 volte più alto del prezzo richiesto) mentre per PayPal è ovviamente il saldo (32 volte quello che un cybercriminale pagherebbe). Per questo gli account della piattaforma di pagamento sono più cari delle carte. Fra gli annunci, comunque, c’è di tutto: il rapporto segnala passaporti, patenti di guida, tessere fedeltà delle compagnie aeree (non ci pensiamo ma le miglia sono, a tutti gli effetti, crediti finanziari). E ancora account per le piattaforme di streaming, perfino profili sulle app di appuntamenti, account social (che i criminali acquistano per chiedere poi un riscatto) e carte di debito.
Come difendersi
“Spesso è impossibile sapere se la propria carta di credito sia stata rubata finché non iniziano ad apparire addebiti sull’estratto conto – conclude l’esperto di privacy e Vpn – fortunatamente molte società che emettono le carte di solito rimborsano il denaro legato agli acquisti fraudolenti, quindi il primo modo di difendersi è tenere d’occhio la situazione del conto. Senza ignorare i piccoli addebiti: i criminali spesso effettuano piccole transazioni per verificare se una carta è ancora valida”. E non insospettire il legittimo proprietario. Fonte La Repubblica
La nuova versione dell’app SpeedTest di Ookla per iOS ha aggiunto al classico test di velocità anche una nuova versione specifica per lo streaming video. Accessibile dalla nuova tab Video dell’applicazione, l’app Speedtest effettua un test nuovo, simulando un vero e proprio streaming video a diverse risoluzioni.
Come spiega Ookla nell’annuncio della nuova funzione, “anche se la velocità della rete ha un impatto sull’esperienza di fruizione del video, i provider di consueto danno diversa priorità al video rispetto ad altri tipi di traffico. Questo vuol dire che il video può avere una performance diversa rispetto a tutte le altre cose che fai online, indipendentemente dalla velocità di download della tua rete“.
Il test effettua lo streaming di un video a diverse risoluzioni e con una schermata di riepilogo comunica all’utente qual è la risoluzione massima che la propria linea è in grado di erogare, i tempi di caricamento attesi e l’eventuale buffer necessario per la riproduzione. Al momento l’applicazione aggiornata è disponibile unicamente per iOS, ma sarà presto disponibile anche per le altre piattaforme.
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