Ogni giorno novità in casa Microsoft: dopo il nuovo menu Start, i primi utenti stanno provando un’altra funzionalità molto attesa: la possibilità di utilizzare le applicazioni Android su Windows 10.
Microsoft ha rilasciato per gli Insiders del Dev Channel la Insider Preview Build 20185 del suo sistema operativo. Questa nuova build introduce diverse novità, tra cui alcune legate ai DNS ; ma quella più intrigante per il grande pubblico , è sicuramente la funzionalità che consente di avviare le applicazioni del proprio smartphone Android direttamente su Windows 10.
“Il tuo telefono” questa è l’app che servirà per gestire la nuova funzionalità, preinstallata su Windows.
Per chi non lo sapesse, si tratta di un software pensato per migliorare l’integrazione tra PC e smartphone : permette di aprire le applicazioni installate all’interno del dispositivo Android, utilizzandole sullo schermo del computer proprio come se tutto avvenisse su quello dello smartphone.
Per farvi un esempio concreto, è possibile avviare WhatsApp direttamente da “Il mio telefono” e l’applicazione si aprirà direttamente all’interno di una finestra su Windows 10. Si tratta sicuramente di una funzionalità molto interessante, che apre la strada a nuovi metodi di utilizzo dei software. Per il momento, questa funzionalità è stata mostrata con specifico riferimento a smartphone di Samsung: basta attivare un toggle chiamato “Link to Windows” ed effettuare il collegamento con il PC. Dal sito ufficiale di Microsoft è possibile verificare i dispositivi compatibili.
Lo smart working è ormai una realtà per moltissime persone che possono scegliere da dove compiere il proprio dovere anche nei caldi mesi estivi. Secondo una recente ricerca, ben il 23,6% degli italiani ha dichiarato che lavorerà in una località di villeggiatura. Questo si traduce in quasi 425.000 lavoratori sparpagliati sul territorio nazionale che sfrutteranno una connessione internet per connettersi a servizi, database e app aziendali. Una vera e propria manna per i cyber criminali a caccia di brecce nella sicurezza delle aziende e dei loro dipendenti, pronti a rubare documenti importanti o a prenderli in ostaggio tramite ransomware per poi chiedere un riscatto. Per evitare brutte sorprese, l’azienda specializzata in sicurezza Sophos ha stilato un breve elenco per limitare i rischi in fatto di perdita di dati e violazioni informatiche perpetrate mentre usiamo il nostro smartphone, tablet o laptop da luoghi poco protetti.
L’importanza di sapere dove siamo
Il fatto di poter lavorare fuori dall’ufficio, non significa che la vostra posizione non sia monitorata per questioni di sicurezza. Ci sono sistemi che analizzano la provenienza delle connessioni Internet che chiedono dati alle risorse aziendali e se arrivano richieste da posizioni non conosciute, spesso vengono rifiutate o addirittura volutamente dirottate su dati fasulli. Informate il vostro responsabile IT dei vostri spostamenti per evitare perdite di tempo e allarmi in azienda
Crittografate i dati
Crittografare i dati presenti sui dischi fissi o nelle memorie dei dispositivi mobili li rende illeggibili in caso di furto dei dispositivi. Sugli smartphone e tablet recenti, questi vengono crittografati come impostazione predefinita, ma bisogna impostare password e pin lunghi e difficili da indovinare, altrimenti non serve a nulla. Su Windows, la crittografia è abilitata come impostazione di base nelle versioni Pro ed Enterprise. Nella versione Home, molto dipende dal pc che usate. Se non è disponibile, dovete usare un programma esterno. (https://www.enjoysystem.it/bitlocker-come-proteggere-i-dati-su-hard-disk-e-ssd-e-chiedere-una-password-allavvio/) Su Mac, si può usare FireVault, che è incluso nel sistema operativo.
Usate l’autenticazione a due fattori ovunque potete
L’autenticazione a due fattori, ovvero la richiesta di un codice supplementare che arriva via sms o da un’app dopo l’inserimento della password, è una misura che riduce in maniera drastica i rischi di violazione degli account aziendali e personali. Usatela ovunque, dando la preferenza a quei sistemi che sfruttano una app rispetto agli SMS. Negli attacchi più sofisticati, infatti, i criminali arrivano a clonare il cellulare di una persona per rubarne i codici di autenticazione.
Effettuate un backup dei dati prima di partire
Quando si viaggia ci sono mille modi diversi per perdere un dispositivo e tutti i dati che contiene. Per fortuna, basta una sola accortezza per esser sicuri di recuperare tutto: il backup. Fate una copia dei dati presenti sui vostri dispositivi sempre in un’area protetta in cloud. Meglio non usare connessioni Wi-Fi pubbliche, soprattutto quelle aperte e pubbliche. In casa, usate sempre il cavo per collegare il notebook su cui lavorate a Internet. Sui dispositivi mobili, sfruttate piuttosto la connessione 4G.
Qualche settimana fa era stato annunciato e ora si torna a trattare l’argomento del nuovo menu Start di Windows 10, atteso da molti.
Oggi vi spieghiamo come anticipare i tempi per quanto riguarda questa funzionalità.
Stando anche a quanto riportato da MSPowerUser e Windows Latest, è già possibile testare sin da ora il nuovo menu Start attraverso una semplice procedura. In origine, pensate si vociferasse che questo design dovesse iniziare a circolare solamente a partire dalla primavera del 2021, ma negli ultimi giorni Microsoft ha avviato la prima fase di test con alcuni utenti. Aggiungiamo che nelle prossime settimane tramite la versione 20H2 del sistema operativo, dovrebbe diventare disponibile per tutti.
Inevitabile, dunque, che alcuni appassionati siano riusciti a carpire il modo per attivare subito il rinnovato menu Start di Windows 10 e dare un’occhiata alla funzionalità che l’azienda di Redmond sta sviluppando ormai da un po’ di tempo.
Ecco la guida: attiviamo il nuovo menu Start su Windows 10
Se volete provare anche voi il rinnovato menu Start, vi lasciamo di seguito il metodo per farlo.
Installate, tramite Windows Update, l’aggiornamento opzionale KB4568831 (che contiene il codice del nuovo menu Start);
Aprite un editor di testo e digitate quello che vedete nell’immagine presente in calce alla news (lo trovate su Pastebin);
Salvate il file con il nome di 20H2.reg;
Avviate il file e applicate le modifiche al registro;
Riavviate il dispositivo e, una volta che quest’ultimo si sarà riacceso, troverete il nuovo menu Start.
Su WhatsApp sono in arrivo i messaggi che si autodistruggono. La famosa App di messaggistica continua a migliorarsi, col nuovo aggiornamento sembra abbia inserito la possibilità di abilitare la funzione “messaggi in scadenza”, cioè le chat che si autodistruggono dopo un delimitato periodo di tempo.
Messaggi in scadenza
L’ultimo aggiornamento dell’applicazione infatti, che investe il mondo Android, nella versione beta (la 2.20.197.4), prevede la possibilità di impostare i “messaggi in scadenza”. Questo fa si che il sistema elimini automaticamente dalle chat le discussioni con più di sette giorni di “anzianità”
Suddetti messaggi, oltre a eliminare automaticamente alcune informazioni, contribuiranno a mantenere le chat più leggere facendo sparire i messaggi trascorsi 7 giorni dal loro invio. L’eliminazione coinvolgerà anche i file multimediali che saranno visibili solo temporaneamente ma verranno salvati sul telefono solo se sono attive le impostazioni di download automatico
Stando a quanto riporta il sito WABetainfo, questa particolare funzione potrebbe evolversi molto rapidamente, permettendo alla fine di arrivare alle opzioni di eliminazione con minore lasso temporale, come un giorno o un’ora.
In arrivo “silenziare per sempre”
Sempre pronta al cambiamento, per l’applicazione sarebbe in arrivo un’altra interessante caratteristica, quella della possibilità di silenziare per sempre un gruppo (“disattiva sempre”). Mentre fino ad ora ero possibile estenderla solo fino a un anno.
Nel secondo trimestre del 2020 i crimini informatici in Italia sono aumentati di oltre il 250% rispetto ai primi tre mesi dell’anno. Il mese di giugno vasta lo spiacevole primato con picchi di attacchi, incidenti e violazioni della privacy a danno di aziende, privati e pubblica amministrazione. L’incremento dello smart working, una maggiore connessione ai social network durante l’emergenza e la riapertura delle aziende subito dopo il lockdown sono state le cause principali dell’aumento degli attacchi hacker.
Nel 60% dei casi si è trattato di furto di dati (+ 361% rispetto al primo trimestre). Il 17% degli attacchi è avvenuto tramite malware, software o programmi informatici malevoli, che hanno sfruttato il Coronavirus per attirare l’attenzione degli utenti. Tra questi, il programma “Corona Antivirus” o “Covid 9 Antivirus”, un malware che permette ai criminali informatici di connettersi al computer delle vittime e spiarne il contenuto, rubare informazioni o utilizzarlo come vettore per ulteriori attacchi. “CovidLock”, inoltre, un ransomware (tipologia di malware che rende un sistema inutilizzabile esigendo il pagamento di un riscatto per ripristinarlo) che prende di mira gli smartphone Android quando si cerca di scaricare un’app di aggiornamenti sulla diffusione del Coronavirus.
Dal report si evince, infine, che nel secondo trimestre in Italia sono cresciuti del 700% gli attacchi di matrice ‘hacktivistica’, un fenomeno emergente spesso collegato a campagne internazionali su temi di grande attualità come “black-lives-matter” e “revenge-porn”.
La posta elettronica certificata o PEC è un tipo particolare di posta elettronica che permette di dare a un messaggio di posta elettronica lo stesso valore legale di una tradizionale raccomandata con avviso di ricevimento, garantendo così la prova dell’invio e della consegna
Come verificare a chi appartiene una PEC
Lavorando in ufficio, ti sarà capitato sicuramente di dover sapere a chi appartiene una PEC. Dal 2019, con l’introduzione della fatturazione elettronica avere una casella PEC è diventata obbligatoria per tutti e spesso ci siamo chiesti a chi appartenesse una pec. Ecco quali sono gli strumenti gratuiti che puoi usare per estrapolare le generalità di un’azienda o di un privato conoscendo la casella PEC. Dato che le comunicazioni via PEC sostituiranno sempre più le comunicazioni cartacee, può essere utile scoprire a chi appartiene una PEC.
Come sapere a chi appartiene una PEC
Per rivelare le generalità e riconoscere a chi appartiene una PEC, ti segnaliamo il sito web gratuitowww.inipec.gov.it, su cui trovi il servizio INI-PEC, aggiornato continuamente dal Ministero dello Sviluppo Economico. Si tratta di un vero e proprio elenco pubblico PEC che contiene gli indirizzi di posta elettronica certificati di aziende e professionisti. Può essere consultato da chiunque e con qualunque dispositivo.
Una volta che ti sei collegato a INI-PEC, potresti inserire le generalità dell’azienda o del professionista per trovare la sua PEC, oppure fare una ricerca al contrario: risalire dalla pec al suo intestatario! Per scoprirlo, basta che digiti quella casella di posta elettronica certificata nel campo Indirizzo PEC. A quel punto, lascia tutti gli altri campi in bianco, risolvi il captcha e seleziona Cerca PEC.
Otterrai così il risultato della ricerca, contenente: denominazione dell’azienda, PEC, Provincia d’iscrizione al Registro Imprese, Codice fiscale e Partita IVA. Puoi anche scaricare i dati in formato CSV se lo desideri per gestire i dati in Excel. Se qualche dato non fosse congruo, controlla che la data di aggiornamento sia corretta.
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