Monthly: Agosto 2020

Formazione

iPhone : problemi alla batteria con l’ultimo aggiornamento.

L’aggiornamento iOS 13.6.1 da pochi giorni rilasciato da Apple, un update poco importante, in cui vengono fixati bug minori e risolti alcuni problemi legati alle performance degli smartphone, ma alcuni utenti hanno iniziato a segnalare problemi di surriscaldamento e di autonomia della batteria dopo l’aggiornamento.

Non è la prima volta che dopo un aggiornamento di iOS gli utenti iniziano a segnalare del battery drain, ossia il consumo anomalo della batteria che porta lo smartphone a scaricarsi dopo poche ore, ma Apple è sempre intervenuta abbastanza rapidamente. E molto probabilmente lo farà anche questa volta: è già pronto l’aggiornamento a iOS 13.7 (che ha debuttato in versione beta) che verrà rilasciato a breve.

iOS 13.6.1, problema con il consumo della batteria: come risolvere

Un workaround temporaneo che risolve il problema del battery drain sembra essere il seguente: basta resettare le impostazioni per non avere più un consumo anomalo della batteria.
Altra soluzione temporanea in attesa che Apple rilascio un nuovo aggiornamento. La prima cosa da fare è spegnere l’iPhone per qualche minuto e poi riaccenderlo. Nel caso in cui i problemi continuino a manifestarsi bisogna resettare le impostazioni di rete. In alternativa si può resettare direttamente tutte le impostazioni dello smartphone. Questi workaround solitamente funzionano, ma non è detto che risolvano in toto il problema.

Il problema non sembra riguardare un solo modello di iPhone, a tutti quelli compatibili con questa versione di iOS. Le segnalazioni, infatti, arrivano sia da iPhone SE, sia da iPhone 11 Pro.

La causa non è stata ancora scoperta forse si tratta di piccoli bug presenti all’interno del sistema operativo o di app che restano attive in background consumando molta batteria. L’unica cosa certa è che il consumo è veramente sopra la norma.

CONSIGLIO : aspettare iOS 13.7, prossimo aggiornamento del sistema operativo nel quale sicuramente ci sarà una fix per questo problema legato al battery drain. Per il rilascio non bisognerà aspettare molto: la versione beta è già stata pubblicata.

Formazione

Memorie SSD in pericolo: occhio all’ultimo aggiornamento di Windows!

Windows 10 May 2020 Update è il primo core update che Microsoft ha rilasciato quest’anno per il suo sistema operativo.

Subito dopo il rilascio dell’aggiornamento , sono iniziate ad aumentare in maniera considerevole le segnalazioni da parte degli utenti , su problemi riscontrati nel computer : ultimamente questa cosa in casa Microsoft non sembra essere una novità. Problemi riconosciuti dalla stessa Microsoft che si è attivata celermente per risolverli. La notizia arriva da un report pubblicato dal sito web Bleeping Computer.

La maggior parte sono spariti nelle ultime settimane grazie a patch rilasciate ad hoc, ma altri sono ancora presenti e una di questi può distruggere una componente indispensabile del PC: l’SSD.

L’applicazione “Deframmenta e ottimizza unità” , che dovrebbe aiutare gli utenti a capire quando un hard disk ha la necessità di essere deframmentato , per far guadagnare un po’ di performance al computer, mette a serio rischio , l’SSD nel personal computer. Dopo l’aggiornamento il tool mostra messaggi sbagliati, rischiando di danneggiare pesantemente l’SSD del PC.
Deframmenta e ottimizza unità” è un tool che in pochi conoscono all’interno di Windows 10, ma che in realtà svolge un ruolo fondamentale. Gestisce la salute degli hard disk e suggerisce agli utenti quando effettuare la deframmentazione e ottimizzare le prestazioni del PC, cosa però che si rivolge prettamente ad hard disk magnetici, non quelli allo stato solido (SSD).


Di base, un SSD non andrebbe MAI deframmentato, ma il tool di Windows 10 utilizza un sistema diverso di ottimizzazione per le unità SSD e per questo motivo è preferibile tenerlo attivato: se funzionasse correttamente!
Dopo l’aggiornamento a Windows 10 May 2020 Update, il tool suggerisce in continuazione di ottimizzare manualmente l’SSD anche se è già stato appena fatto. Deframmentare il disco SSD non fa altro che danneggiarlo, fino a portarlo all’inutilizzo completo. Un problema grave, soprattutto se sul disco sono presenti file importanti.

Come risolvere il problema

Microsoft è già a conoscenza di questo problema e ha realizzato una patch che è stata rilasciata solo per la versione beta di Windows 10. Se i test daranno esito positivo, l’update con la fix sarà disponibile per tutti già nelle prossime settimane.

Formazione

Word trascriverà le tue registrazioni

Microsoft porta su Word una nuova funzione pensata soprattuto per gli studenti, i giornalisti e tutti gli altri professionisti che per lavoro hanno bisogno di trascrivere gli audio registrati.
Si chiama Transcribe e arriva sulla versione online di Word per gli abbonati di Microsoft 365.
    La novità consente di ottenere il testo scritto di file audio registrati come ad esempio la lezioni di un professore, un’intervista, una riunione o una conferenza, senza doverli sbobinare. Il software – precisa Microsoft – è in grado di distinguere le diverse voci registrate, e di renderle nel testo scritto.

come sbobinare lezioni file audio automaticamente, trascrivere audio in  maniera automatica – Tesi Help


    Disponibile sui browser Edge di Microsoft e Chrome di Google, Transcribe consente di registrare e trascrivere in modo illimitato.
Al momento l’unica lingua supportata è l’inglese, ma la società di Redmond assicura di essere al lavoro per introdurre altre lingue, tra cui anche la lingua italiana.

Formazione

La mascherina LG: un purificatore d’aria portatile

PuriCare Wearable Air Purifier: così si chiamerà la mascherina ufficializzata da LG, un purificatore d’aria portatile.

Stando alle news che circolano non viene fatto esplicito riferimento al COVID-19, ma la società ha semplicemente confermato il fatto che il prodotto è stato realizzato in seguito alle problematiche derivanti da esso.

Dei filtri sostituibili e delle ventole alimentate a batteria aiuteranno la persona che indosserà il purificatore LG a respirare meglio .
La batteria sarà da 820 mAh, in grado di garantire un’autonomia fino a 8 ore in modalità a basso consumo energetico. Si passa alle 2 ore utilizzando il prodotto al massimo delle sue possibilità. Insomma, la società sudcoreana mira a fornire alle persone un dispositivo fatto come si deve, dato che nell’ultimo periodo si sono viste delle mascherine realizzate in casa non esattamente delle migliori.

Si tratta, dunque, di un prodotto “avanzato”, che “aggiusta” la velocità delle ventole a seconda del respiro della persona che lo indossa. Stando a diverse fonti internazionali, a luglio 2020 LG aveva promesso di donare 2000 di queste mascherine a un ospedale di Seul, capitale della Corea del Sud. Per il resto, come detto in precedenza, LG non ha fatto riferimento a un possibile uso consumer di questo prodotto per quanto riguarda il COVID-19, ma a quanto pare l’azienda sta effettuando test e aspettando tutte le certificazioni del caso.

Cloud Computing

Ricevi le chiamate ovunque ti trovi, come se fossi in ufficio!

Con Enjoy System potrai avere anche tu l’innovativo centralino telefonico Enjoy VoIP 3CX per comunicare e collaborare con chiunque, ovunque ti trovi. Il sistema telefonico VoIP 3CX sostituisce i tradizionali centralini, eliminando la rete telefonica tradizionale, permettendo all’utente di muoversi liberamente all’interno e all’esterno dell’azienda, per rimanere reperibile in ogni momento, mediante la tecnologia VoIP.
E’ dimostrato che con un centralino VoIP 3CX aumenterai la produttività e risparmierai denaro, abbandonando i costosi e ormai obsoleti sistemi telefonici tradizionali, a fronte di molti benefici.

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Ridurre i costi delle chiamate ed essere raggiungibile ovunque

Con il centralino telefonico Enjoy VoIP 3CX  ridurrai i costi delle chiamate e sarai sempre in collegamento con le sedi aziendali, potrai chiamare gratuitamente tutti i tuoi uffici, consentendo, inoltre, ai dipendenti di portare con sé il proprio interno, ovunque vadano: in questo modo anche lo smartworking ne beneficerà.

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Il centralino telefonico Enjoy VoIP 3CX  comprende un software client (disponibile per Windows, iOS, iPhone e Android) che semplifica al massimo la gestione delle chiamate, le conferenze e tutte le altre comunicazioni.
E’ possibile effettuare l’accesso al centralino 3CX da qualsiasi computer o smartphone connesso ad internet .

Pronto all’uso in 24 ore

Sarai operativo in poche ore: ci indichi le tue esigenze e i nostri tecnici procederanno con la configurazione: dopo poche ore sarai operativo.

Puoi provare dal vivo la qualità della voce e le funzionaltà del centralino senza alcun impegno: chiamaci allo 06 83 39 06 09 e un nostro tecnico predisporrà un centralino in cloud adeguato alle tue esigenze e che potrai provare a costo zero.

Protetto da guasti, fulmini o altri disastri

Il centralino è ospitato in data center e non avrai alcun hardware in sede. Non ti dovrai preoccupare con guasti, sbalzi di tensione, obsolescenza dell’hardware o assenza di energia elettrica. Qualsiasi cosa succeda il centralino sarà sempre operativo.I telefoni in sede saranno connessi al centralino in cloud via internet e avrai una qualità pari o superiore a quella delle linee tradizionali.

Libero di ampliare il servizio quando vuoi

Potrai aggiungere funzionalità in modo semplice. Per esempio, potrai attivare la registrazione delle telefonate, avere interni aggiuntivi, numeri di telefoni anche esteri e molto altro.
Potrai anche convertire il centralino in cloud ad un centralino hardware (ospitato nella tua azienda): ci pensiamo noi a trasferire la configurazione dal cloud al tuo centralino hardware.

Smartphone, Tech

Android Auto : problemi post upgrade.

Android Auto app ha un bug piuttosto fastidioso che non permette il corretto utilizzo di Google Assistente.

Gravi problemi dopo l’upgrade: risolviamoli insieme.

Se avete aggiornato la vostra App Android Auto allora starete riscontrando dei problemi negli ultimi giorni, purtroppo non siete gli unici. Molte le segnalazioni che si possono trovare in Rete di utenti che hanno problemi con l’applicazione di Google che permette di utilizzare lo smartphone come sistema di infotainment per l’auto. Le segnalazioni sono iniziate a spuntare fuori dopo l’ultimo aggiornamento rilasciato per Android Auto, ma non colpiscono tutti gli utenti.

Ma quale sono i sintomi associati a questo bug? Per capirlo basta leggere su Reddit, piattaforma social molto utilizzata negli USA, il thread nato appositamente sul tema. Decine e decine di utenti si stanno lamentando del fatto che l’Assistente Google integrato nell’app è molto lento a rispondere ai messaggi vocali e in alcuni casi non fa nemmeno finire di parlare l’utente. In questo modo è praticamente impossibile utilizzare l’assistente vocale per inviare messaggi o per ricevere notifiche dello smartphone. Può sembrare una cosa da poco, ma in realtà Google Assistente è molto importante, perché permette di utilizzare lo smartphone senza dover distrarsi alla guida. Google è cosciente del problema ed è già al lavoro per risolverlo, ma non c’è ancora una data di rilascio per la patch.

Come risolvere il problema di Android Auto : rollback!

Google è a conoscenza del problema e ha promesso che lo risolverà al più presto, ma al momento non c’è ancora una soluzione affidabile. Cosa fare per risolvere temporaneamente la situazione? L’unico workaround è di ripristinare la versione precedente di Android Auto, nella speranza che Google rilasci nel più breve tempo possibile dell’app che risolva il bug.

Internet

Internet satellitare: la connessione alternativa ad ADSl e Fibra.

Vivere in zone d’Italia in cui la copertura internet non è consolidata rappresenta un grande svantaggio: in un mondo sempre più tecnologicamente avanzato, infatti, l’esigenza di avere un accesso al mondo online non rappresenta più un bisogno, ma bensì una necessità. Non essendo possibile ottenere una connessione standard in ADSL o fibra ottica, dunque, l’alternativa più consona che si presenta in tali casi è rappresentata da l’internet satellitare.

Internet via satellite: ecco come poter navigare in tutta tranquillità  anche senza ADSL o Fibra

Internet satellitare è un qualcosa che esiste realmente e consente a coloro che sono sprovvisti di un’alternativa di accedere al mondo online. Trattandosi di una connessione più sofisticata, per l’installazione della linea è richiesta, una mano di una persona esperta che dovrà venire nella vostra abitazione a predisporre l’impianto per la ricezione del segnale.

Per quanto concerne le velocità, non bisogna preoccuparsi: certo, tale linea non raggiunge il volume della fibra ottica, ma consente una navigazione fluida che però riscontra delle problematiche in caso di mal tempo (non sempre, non può essere predetta come cosa). Un elemento da non sottovalutare, però, è il ping: trattandosi di un segnale che viaggia a distanza elevate, la latenza è presente e rende questo tipo di connessione la più sfavorevole, ad esempio, se si ama giocare ai videogames con gli amici online.

Formazione

Il tuo smartphone è lento? Cancella queste app

Ti sarà capitato che dopo pochi mesi dall’acquisto, il tuo smartphone non offre più le stesse performance? L’accensione è più lenta, le applicazioni impiegano una decina di secondi per aprirsi (soprattutto i videogame) e l’autonomia della batteria cala vistosamente. 
Qual è la causa dei problemi del dispositivo? Le troppe applicazioni installate. Quando si acquista un nuovo smartphone, si ha la smania di installare sempre nuove app, senza rendersi conto che in questo modo si occupa la memoria ed è normale che le prestazioni calino.

Ci sono alcune applicazioni, poi, che sono più problematiche di altre: occupano maggior spazio sulla memoria, richiedono un maggior quantitativo di risorse (soprattutto RAM) per funzionare e consumano velocemente la batteria. 

Le applicazioni che promettono di risparmiare RAM

Uno dei motivi per cui lo smartphone dopo un po’ di tempo diventa più lento sono le app che restano aperte in background. In molti non lo sanno, ma dopo aver aperto un’app, resta attiva in background in modo da continuare a ricevere tempestivamente le notifiche. Questo, però, non fa altro che rallentare il dispositivo e consumare la batteria. Per questo motivo alcune software house hanno sviluppato delle applicazioni “salva-RAM” che promettono di chiudere tutti i programmi aperti in background.

All’apparenza sembrerebbero delle app salvifiche, ma in realtà non fanno altro che aumentare i problemi e il consumo di RAM e di batteria. Inoltre, nelle ultime versioni di Android il consumo di RAM è stato ottimizzato e non è necessario utilizzare app di terze parti. Quindi, le prime applicazioni da eliminare dal dispositivo sono proprio quelle che promettono di liberare la RAM.

App che promettono di migliorare le prestazioni

Può sembrare un paradosso, ma non lo è: le app che promettono di migliorare le prestazioni, sono le prime che bisogna eliminare dallo smartphone. I motivi sono diversi:

  • richiedono troppe autorizzazioni, anche a componenti hardware talvolta non necessarie,
  • mostrano molte pubblicità,
  • potrebbero nascondere adware o malware,
  • sono sostanzialmente inutili,
  • consumano molta batteria,
  • occupano molte risorse.

App per aumentare l’autonomia

La batteria dello smartphone dura troppo poco? La colpa potrebbe essere dell’app “salva-batteria” che il tuo amico ti ha suggerito di installare. Come nei casi precedenti, alcune app che promettono di migliorare le prestazioni, non fanno altro che peggiorarle. Vale anche per i “Battery Savers“, le app che assicurano di aumentare l’autonomia dello smartphone, ma che in realtà non fa che aumentare i problemi. In molti casi nascondono virus, chiedono autorizzazioni particolari e occupano moltissima RAM, con un conseguente rallentamento dello smartphone.

Anche in questo caso esistono delle valide alternative. Da oramai diversi anni Android propone delle tecnologie presenti nel sistema operativo che permettono di risparmiare batteria senza dover installare app di terze parti.

App bloatware

Si tratta delle app installate sullo smartphone direttamente dai produttori e che non possono essere disinstallate. Un esempio? Il browser, l’app per le note, oppure una Galleria di immagini alternativa a Google Foto. Tutte queste app sono dei doppioni di applicazioni già presenti sugli smartphone e non fanno altro che occupare memoria e ridurre le prestazioni. La soluzione migliore sarebbe quella di disinstallarle, ma non è possibile farlo. L’unica soluzione è quella di disattivarle e renderle innocue.

App social

Può sembrare paradossale, ma le app social sono una delle cause del rallentamento dello smartphone. I motivi sono tanti:

  • occupano molta memoria,
  • sono sempre attive in background per ricevere le notifiche,
  • consumano batteria.

Fare a meno delle app social (Facebook, Instagram, Twitter, WhatsApp) è complicato per la nostra via sociale e quindi è necessario trovare delle soluzioni alternative. Ad esempio si può accedere ai social utilizzando la versione desktop tramite il browser dello smartphone. Oppure installare la versione Lite delle app, come ad esempio Facebook Lite.

Hardware, Software

Quale notebook compro?

La guida per destreggiarsi all’interno del complesso mercato dei computer portatili e poter così comprendere quale notebook comprare. Come sempre tutto dipende dalle specifiche esigenze di utilizzo e, ovviamente, dal budget a disposizione.

Estate 2020 – Scegliere quale notebook comprare è diventata un’impresa ardua. Lo smart working e la didattica a distanza hanno ribadito l’importanza di uno strumento, i computer portatili appunto, che negli ultimi anni ha lasciato un po’ il passo a smartphone e tablet. Il mercato offre ormai tante alternative, l’importante è sapersi districare agevolmente e la nostra guida vi condurrà per mano a tal scopo.

I sistemi operativi

Windows e macOS, sono questi i sistemi operativi a cui fare riferimento oggi per decidere quale notebook comprare. Come vedrete, la nostra selezione è composta da computer realizzati attorno, rispettivamente, alla creatura di Microsoft ed a quella di Apple. Il mercato offre anche Linux, ma quest’ultimo è un sistema operativo per utenti particolarmente consapevoli, a cui magari potremo dedicare più in là una guida ad hoc.

Abbiamo dunque scelto prodotti basati su Windows 10 (Microsoft) o macOS Catilina (Apple), ovvero le più recenti versioni dei due sistemi operativi.

Le caratteristiche tecniche basilari

Ci sono alcune caratteristiche tecniche che è bene controllare quando si sceglie quale notebook comprare. Le abbiamo sintetizzate di seguito:

  • la memoria d’archiviazione, ossia lo spazio in cui vengono immagazzinati tutti i dati, è importante che sia di tipo SSD e non hard-disk magnetico. Il motivo è che si tratta di uno standard più recente e nettamente più veloce, il che si ripercuote positivamente sulle prestazioni complessive del computer. I modelli che vi proporremo hanno tutti memoria di tipo SSD;
  • il processore, Intel o AMD, ovvero i due principali produttori di chip per computer. Fino a qualche tempo fa, i processori Intel erano una scelta obbligata in quanto a supporto e prestazioni. Oggi gli AMD hanno raggiunto praticamente il medesimo livello (superandolo in alcuni casi), per cui nella nostra guida ci sono sia computer con processore Intel che AMD;
  • le porte di connessione, il cui numero si sta sempre più riducendo. Si tratta di quegli ingressi, posizionati tipicamente sui lati dei notebook, che consentono di collegare chiavette USB, hard-disk esterni, schede di memoria, proiettori. La tendenza attuale è quella di ridurre drasticamente il numero di queste porte a favore delle porte USB-C, dei connettori a cui collegare degli adattatori (che a loro volta consentono di utilizzare con il computer chiavette USB. hard-disk esterni ecc.). Anche qui dipende dalle esigenze ma nel caso aveste la necessità di utilizzare spesso, ad esempio, le schede di memoria, preferite modelli con l’apposito ingresso anziché solo le USB-C.
  • la dimensione delle schermo, infine, che oltre a determinare la grandezza stessa del display incide notevolmente sulle dimensioni generali del notebook. Per cui, nel caso foste alla ricerca di un computer da portare sempre con voi, magari da trasportare in un zaino all’Università o al lavoro, orientatevi su diagonali comprese tra i 12 o i 13 pollici. Viceversa, nel caso la trasportabilità non sia la vostra priorità, potete fare riferimento ai 15 e ai 17 pollici;

Le categorie di notebook

Abbiamo individuato sei categorie che riflettono praticamente tutte le esigenze generali che ruotano attorno ai notebook. Come accade sempre con le nostre guide però, anche questa sarà costantemente aggiornata in base alle nuove uscite sul mercato. Nulla ci vieterà, nel tempo, di aggiungere altre categorie, nel frattempo eccole elencate:

  1. autonomia, per chi necessità di una batteria a lunga durata;
  2. rapporto qualità/prezzo, per chi ha bisogno della massima resa senza spendere cifre da capogiro;
  3. editing foto/video, per chi in ambito grafico, magari come fotografo o video maker;
  4. convertibile, ideale per chi ha bisogno contemporaneamente di un notebook e di un tablet;
  5. ultrabook, per chi necessità delle massime prestazioni abbinate a un’eccellente trasportabilità del computer;
  6. gaming, per chi vuole utilizzare il notebook soprattutto con i videogiochi.

1. Autonomia:HP Spectre X360 13 2019

Grazie alla batteria da ben 60.7 Wh (wattora), HP Spectre X360 edizione 2019 consente di portare a termine anche le giornate più impegnative senza dover essere collegato alla presa elettrica. Si tratta comunque di un prodotto di fascia medio-alta, con un ottimo schermo da 13.3 pollici touch-screen (può essere utilizzato anche con le dita) con risoluzione Full-HD (1.920 x 1.080. pixel). Vista la diagonale del display, può essere trasportato con estrema facilità, anche perché pesa 1,2 chilogrammi. Da segnalare la presenza in confezione della HP Pen, un accessorio molto simile alla Apple Pencil degli iPad, con il quale poter trasformare il notebook in una tavoletta grafica o blocco note.
Costo: 1700 euro.

Quale notebook comprare

2. Rapporto qualità/prezzo: Huawei MateBook D15

È il classico notebook con cui poter fare bene un po’ tutto, incluse le operazioni un po’ più complesse. Ha uno schermo da 15 pollici, per cui risulta particolarmente comodo per chi è costretto a passare molte ore in compagnia del computer. Particolarmente curata la tastiera, ottima per lunghe sessioni di scrittura con Microsoft Word. Buona la dotazione di porte, con ben tre USB-A (per hard-disk esterni, chiavette ecc.), una porta HDMI (per proiettori e monitor esterni) e una porta USB-C per la ricarica rapida. Unico punto debole il peso, che raggiungi 1,9 chilogrammi, quasi inevitabile però con un display così grande. Costo: 570 euro.

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3. Editing foto/video: Apple MacBook Pro 16

Con il MacBook Pro da 16 pollici Apple ha risolto tutti i piccoli difetti riscontrati nel modello precedente da 15 pollici, ormai fuori produzione. L’azienda di Cupertino ha infatti integrato una nuova tastiera, ha leggermente aumentato le dimensioni complessive della scocca per migliorare il raffreddamento e ha implementato i processori Intel di nuova generazione. Ne è scaturito il notebook perfetto per chi lavora nell’ambito dell’editing fotografico e del videomaking, anche perché grazie alla presenza del sistema operativo macOS, è possibile utilizzare programmi che su Windows non funzionano, come ad esempio il diffusissimo Final Cut Pro X per il montaggio video. Costo: 2700 euro.

Quale notebook comprare
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4. Convertibile: Microsoft Surface Pro 7

Sia notebook che tablet. Il Surface Pro 7 di Microsoft è infatti composto da uno schermo (con all’interno tutte le componenti, incluso il processore) che si aggancia magneticamente a una tastiera (da acquistare separatamente). In questo modo si ha a disposizione un computer a tutti gli effetti, basato su Windows 10 e in grado di essere utilizzato nei contesti più disparati. Nel momento in cui però si ha bisogno di un tablet (magari per godersi sul divano una puntata della propria serie TV preferita), basta sganciare la tastiera e il gioco è fatto. In questa modalità è possibile sfruttare il display touch screen, ma anche la Surface Pen (anche questa da acquistare separatamente), un accessorio identico alla Apple Pencil degli iPad, che trasforma il dispositivo in un blocco note o tavoletta grafica. Un dispositivo unico nel suo genere insomma. Costo: 800 euro.

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5. Trasportabilità: ASUS Expertbook B9450

Pesa solo 995 grammi questo notebook, meno di 1 chilogrammo. Quando lo si prende tra le mani sembra quasi finto per quanto è leggero, eppure al suo interno nasconde caratteristiche tecniche da primo della classe (ma può essere configurato anche con specifiche di fascia media, così da contenere maggiormente il prezzo). La sua forza è dunque quella di unire l’assoluta trasportabilità a ottime prestazioni, una qualità non da tutti. Mette comunque a disposizione un display da 14 pollici, per cui sufficientemente grande sia per lavorare che per guardare un film, anche perché il pannello ha risoluzione Full-HD (1.920 x 1.080 pixel). Infine, nonostante le dimensioni ridotte, ha una buona dotazione di porte: una USB-A (per chiavette e hard-disk esterni), due USB-C e una HDMI (per proiettori e monitor esterni). Costo: 1050 euro.

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6. Gaming: Lenovo Legion Y740

Ci sono due aspetti che accomunano i portatili pensati per dare il meglio con i videogiochi: il prezzo elevato e l’importante ingombro dimensionale. Non fa eccezione questo Lenovo Legion Y740, un vero e proprio concentrato di potenza con uno schermo da ben 17,3 pollici. Può essere configurato con differenti caratteristiche tecniche a seconda delle specifiche esigenze, il che può far ulteriormente schizzare verso l’alto la cifra per acquistarlo. Tutta questa potenza può però essere sfruttata in tanti altri ambiti, come ad esempio il ritocco fotografico con programmi come Photoshop o il montaggio video. Ricordatevi però: lui pesa ben 3 chilogrammi e si fa sentire quando lo infilate nello zaino o in borsa. Costo: 1900 euro.

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Cloud Computing

Così la pandemia accelera il cambiamento

Il rapporto Verizon prima, uno studio IBM poi e ora l’analisi di Aruba: tre fotografie utili a comporre un quadro completo della situazione nel mondo della sicurezza a livello enterprise, laddove questo comparto si è trovato improvvisamente a fare i conti con la maggiorata appetibilità dei propri sistemi da parte di cybercriminali e con la ridotta sicurezza in un contesto per molti versi destabilizzante.

Non si può infatti ignorare quanto accaduto in questi primi mesi dell’anno: lockdown e distanziamenti sociali, chiusura degli uffici e telelavoro hanno improvvisamente catapultato nuove modalità operative nelle aziende e ciò ha chiaramente rotto gli equilibri antecedenti. C’è la conferma di come la pandemia sia stata al tempo stesso un forte acceleratore di innovazione, stimolando quelli che erano trend già ampiamente consolidati: il cloud diventa la nuova base operativa ed il lavoro agile diventa un nuovo standard integrato nei flussi operativi aziendali. Tutto il resto viene di conseguenza.

Smart working

Strumento già in uso presso il 43% delle aziende ed immediatamente arrivata al 69% sulla pulsione dell’emergenza. Ciò ha tuttavia imposto investimenti e riequilibri immediati: hardware (60%), ridefinizione di procedure e policy interne (50%), guide per gli utenti (45%) e acquisti di VPN (40%) risultano essere gli impegni e gli investimenti presenti con maggior frequenza nelle risposte strategiche delle aziende alla pandemia.

Cloud

Il 25% degli intervistati ha inoltre affermato che prima del lockdown le proprie aziende già disponessero di infrastrutture cloud, nel 44% era una soluzione adottata solo in modo parziale ed in poco più del 30% dei casi il cloud era del tutto assente. Chi disponeva di questo tipo di piattaforme, però, ne ha verificata l’efficacia fondamentale, rivelandosi determinante nel 59% dei casi ad affrontare la pandemia e le chiusure relative (tutti elementi che nessuno può negare a priori anche per i mesi a venire).

Ma c’è un elemento ulteriore nell’intervista a far emergere un aspetto troppo spesso sottovalutato:

A quanti non disponessero di infrastrutture cloud, è stato chiesto se sia stata questa l’occasione per rivalutare la possibilità di migrare in Cloud, ma curiosamente il 55% degli intervistati continua a restare della propria opinione, mentre il 31% sta facendo delle valutazioni a riguardo ed il 14% ha già avviato la migrazione dei propri dati in cloud.

Insomma: nonostante il cloud si sia rivelato fondamentale, e nonostante la sua adozione possa rivelarsi determinante per affrontare specifiche sfide, gran parte degli intervistati non sembra aver mutato la propria posizione nei confronti di questa tecnologia: inerzia culturale o assenza di budget utili per affrontare il cambiamento?

Processi documentali

L’ultimo punto importante affrontato dall’analisi Aruba è relativa alla digitalizzazione dei processi documentali, altro aspetto ormai non più procrastinabile se si intende proiettare la propria azienda nel prossimo decennio. Il 46% del campione ha affermato di avere ormai una gestione completamente digitalizzata, mentre il 23% non ha ancora affatto affrontato la questione. Ancora una volta chi ha affrontato questo problema in tempo pre-Covid si è trovato tra le mani uno strumento fondamentale per affrontare la crisi, a dimostrazione di quanto innovazione e digitalizzazione siano stati strumenti di resilienza di fronte ad un evento critico ed in situazione emergenziale.